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disponibile il numero di maggio 2013 anno XIV de "I ... - Ars Militaris

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I Qua<strong>de</strong>rni <strong>de</strong>lla SCSM<br />

qualche ch<strong>il</strong>ometro <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, naturalmente non giunse mai a <strong>de</strong>stinazione. In questa larga falla tra le briga -<br />

te Arimon<strong>di</strong> e Dabormida si poterono così incuneare le ban<strong>de</strong> <strong>de</strong>ll’avanguar<strong>di</strong>a scioana, impe<strong>de</strong>ndo ogni contatto<br />

fra l'ala <strong>de</strong>stra e <strong>il</strong> centro.<br />

3^ Fase<br />

Forse non tutto sarebbe stato perduto se la 3ª Brigata Ellena <strong>de</strong>lla riserva fosse riuscita a ricongiungersi con<br />

la Brigata Arimon<strong>di</strong> in modo da costituire una massa critica ed un robusto nucleo <strong>di</strong> fuoco <strong>di</strong> fuc<strong>il</strong>eria e artiglie -<br />

ria. L'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> accorrere era partito tempestivamente, ma <strong>il</strong> generale Ellena aveva già dovuto <strong>di</strong>staccare <strong>di</strong> -<br />

versi reparti per bloccare <strong>il</strong> d<strong>il</strong>agare <strong>de</strong>lle colonne abissine che avevano superato <strong>il</strong> fianco <strong>di</strong> Arimon<strong>di</strong> e lo mi -<br />

nacciavano ai lati; così, a rinforzare <strong>il</strong> centro giunsero soltanto <strong>il</strong> XVI battaglione e due batterie a tiro rapido <strong>il</strong><br />

cui fuoco, conclusosi con <strong>il</strong> massacro <strong>di</strong> tutti gli uomini ai pezzi, non poteva più mutare le sorti <strong>de</strong>lla batta -<br />

glia.<br />

4^ Fase<br />

La 1ª e la 3ª Brigata, ormai completamente mescolate, non poterono resistere a lungo e cominciarono a <strong>di</strong>s -<br />

solversi. Quello <strong>de</strong>l monte Rajo fu certamente l’episo<strong>di</strong>o più cruento ed epico <strong>di</strong> tutta la battaglia <strong>di</strong> Adua. Ari -<br />

mon<strong>di</strong> vi trovò eroicamente la morte alla testa <strong>de</strong>lle sue truppe e, nonostante gli sforzi <strong>de</strong>ll’appena giunto 1°<br />

Rgt. Bersaglieri (I e II btg.) <strong>de</strong>l col. Stevani e <strong>de</strong>ll’ 8ª e 11ª batteria da montagna manovrate dagli alpini, i so -<br />

pravvissuti dovettero iniziare la ritirata dal monte Rajo lungo l'unica via possib<strong>il</strong>e non ancora bloccata dagli<br />

abissini: <strong>il</strong> colle Tzadà verso la valle <strong>di</strong> Iehà in <strong>di</strong>rezione <strong>de</strong>lla gola <strong>di</strong> Al Zebò. . Si trattava però <strong>di</strong> una ritirata<br />

precipitosa, sotto <strong>il</strong> continuo incalzare <strong>de</strong>l nemico e, una volta in pianura, molestata sui fianchi da rapi<strong>de</strong> in -<br />

cursioni <strong>de</strong>i feroci cavalieri galla <strong>di</strong> ras Michael; né era possib<strong>il</strong>e fermarsi per organizzare una resistenza, poi -<br />

ché insieme agli abissini trionfanti continuavano ad arrivare italiani isolati in fuga e c'era <strong>il</strong> pericolo <strong>di</strong> sparare<br />

sui propri connazionali. Fu un massacro da entrambe le parti. Ci si ammazzava all’ingrosso. Ci si ammazzava<br />

al <strong>de</strong>ttaglio. Era tale lo st<strong>il</strong>lici<strong>di</strong>o <strong>de</strong>i morti che, solo tra <strong>il</strong> colle <strong>di</strong> Tzadà e la valle <strong>de</strong>llo Iehà, i m<strong>il</strong>itari incaricati <strong>di</strong><br />

dare sepoltura ai caduti <strong>di</strong> Adua trovarono i resti <strong>di</strong> 732 soldati.<br />

L’ultima <strong>di</strong>sperata resistenza fu organizzata all’Amba Bairot dall’VIII Battaglione <strong>de</strong>l 4° Reggimento <strong>de</strong>l col.<br />

Romero che, dopo aver fermato per qualche tempo la tumultuosa avanzata <strong>de</strong>gli scioani, approfittando <strong>de</strong>lle<br />

tenebre si accodò or<strong>di</strong>natamente alla colonna <strong>de</strong>i fuggiaschi che con <strong>il</strong> proprio sacrificio aveva contribuito a<br />

salvare.<br />

La fine <strong>de</strong>lla Brigata Dabormida<br />

Il Negus aveva seguito imperturbab<strong>il</strong>e le fasi <strong>de</strong>lla battaglia sul monte Rajo dal poggio <strong>di</strong> Mai Aga<strong>di</strong>, che gli<br />

sorgeva <strong>di</strong> fronte. Quando le due brigate italiane cessarono la resistenza e si ritirarono in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, poté <strong>di</strong>vi -<br />

<strong>de</strong>re le sue forze e, lanciatane una parte all’inseguimento <strong>di</strong> Arimon<strong>di</strong> ed Ellena, scagliò tutto <strong>il</strong> resto <strong>de</strong>l suo<br />

esercito contro l’ultima <strong>de</strong>lle brigate italiane, la 2ª <strong>di</strong> Dabormida.<br />

Abbiamo già visto come questa brigata si fosse allontanata per errore dalla Brigata Arimon<strong>di</strong> lasciandone<br />

scoperto <strong>il</strong> fianco; ed anziché <strong>di</strong>sporsi sul monte Bellah come le era stato or<strong>di</strong>nato, era scesa nella valletta <strong>di</strong><br />

Mariam Scioaitù. Superata la valle, si era trovata <strong>di</strong> fronte le truppe tigrine <strong>de</strong>l ras Mangascià, i 25.000 uo -<br />

mini che costituivano la retroguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Menelik <strong>de</strong>lla quale Mangascià era <strong>il</strong> mobò. Alle 10.30 <strong>il</strong> Battaglione M<strong>il</strong>izia<br />

Mob<strong>il</strong>e che marciava in testa alla colonna fu improvvisamente assalito e, perduti gli ufficiali, si ritirò me -<br />

scolandosi con i battaglioni che lo seguivano. Il nemico tuttavia, mentre aggirava la brigata e la isolava dal re -<br />

sto <strong>de</strong>l Corpo <strong>di</strong> Operazione, non accettava <strong>il</strong> combattimento ma, ritirandosi, la faceva sempre più avanzare<br />

nella valle in attesa che i rinforzi inviati da Menelik occupassero tutte le creste sovrastanti. Quando questi fi -<br />

nalmente giunsero, Dabormida rimase completamente accerchiato: le due uscite <strong>de</strong>lla valle erano sbarrate e<br />

risultava impossib<strong>il</strong>e sfuggire attraverso le alture. Il generale tuttavia non perse la sua lucida calma, organiz -<br />

zò una retroguar<strong>di</strong>a per proteggere quanto possib<strong>il</strong>e la salvezza <strong>de</strong>l resto <strong>de</strong>i suoi uomini e cad<strong>de</strong> sul campo<br />

con tutto <strong>il</strong> suo Stato Maggiore. Nonostante la morte <strong>di</strong> quei valorosi ufficiali e <strong>de</strong>i loro uomini, pochissimi furo -<br />

no i superstiti <strong>de</strong>lla brigata. Era calata la sera <strong>de</strong>l 1° marzo e soltanto le tenebre fecero cessare <strong>il</strong> massacro.<br />

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