Commento del Seminario I di Jacques Lacan 2
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sulla superficie <strong>del</strong>la sfera un altro punto luminoso, e questo fatto dà un immagine<br />
reale <strong>del</strong>l’oggetto.<br />
Se sopra la scatola mettiamo un vaso reale e sotto la scatola, in modo che il soggetto<br />
non la possa vedere, si pone un mazzo <strong>di</strong> fiori capovolto, il mazzo <strong>di</strong> fiori si riflette<br />
sulla superficie sferica, attivando il punto luminoso simmetrico. Tutti gli altri raggi<br />
fanno altrettanto, al punto che l’immagine che sta sotto la scatola si ricompone al <strong>di</strong><br />
sopra.<br />
La caratteristica dei raggi convergenti che colpiscono un occhio è <strong>di</strong> dare<br />
un’immagine reale, cioè convergono finché giungono nell’occhio e poi <strong>di</strong>vergono<br />
quando se ne allontanano. Se i raggi colpissero l’occhio in senso contrario si<br />
formerebbe un’immagine virtuale, ed è proprio quello che succede quando<br />
osserviamo un’immagine allo specchio: ovvero la ve<strong>di</strong>amo lì dove non è. Qui, al<br />
contrario, la ve<strong>di</strong>amo dove essa è, ad un’unica con<strong>di</strong>zione: che l’osservatore sia<br />
situato nel campo dei raggi che sono già venuti a incrociarsi nel punto<br />
corrispondente. Se siamo situati nel punto giusto vedremo comparire con sorpresa<br />
uno stranissimo mazzo <strong>di</strong> fiori immaginario che si forma proprio sul collo <strong>del</strong> vaso.<br />
Quanto più saremo lontani, tanto più l’illusione sarà completa, per un gioco <strong>di</strong><br />
parallasse.<br />
Questo apologo ci permette <strong>di</strong> illustrare in modo particolarmente semplice quello<br />
che risulta dallo stretto intreccio <strong>del</strong> mondo immaginario e <strong>del</strong> mondo reale<br />
nell’economia psichica. Il campo proprio <strong>del</strong>l’io primitivo si costituisce per<br />
sfaldatura, per <strong>di</strong>sgiunzione dal mondo esteriore. Ciò che è incluso all’interno si<br />
<strong>di</strong>stingue da ciò che è rigettato dal processo <strong>di</strong> esclusione e <strong>di</strong> proiezione. Se ci sono<br />
nozioni messe in primo piano in ogni concezione analitica <strong>del</strong>lo sta<strong>di</strong>o primitivo <strong>del</strong>la<br />
formazione <strong>del</strong>l’io sono proprio quelle <strong>di</strong> contenente e <strong>di</strong> contenuto; per questo<br />
motivo il rapporto <strong>del</strong> vaso con i fiori contenuti al suo interno, può servire da<br />
metafora. Sappiamo che il processo <strong>di</strong> maturazione fisiologica permette al soggetto,<br />
ad un dato momento <strong>del</strong>la sua storia, <strong>di</strong> integrare effettivamente le proprie funzioni