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Commento del Seminario I di Jacques Lacan 2

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nelle psicosi. Impiega nozioni ambigue al punto che Jung può <strong>di</strong>re <strong>di</strong> aver rinunciato<br />

a definire la natura sessuale <strong>del</strong>la libido come esclusivamente sessuale. Jung supererà<br />

l’ostacolo introducendo la nozione <strong>di</strong> introversione.<br />

Abolendo la nozione <strong>di</strong> libido e introducendo quella <strong>di</strong> introversione Jung ha la<br />

strada spianata per l’introduzione <strong>del</strong>la nozione <strong>di</strong> interesse psichico, che omologa in<br />

un solo registro quanto è <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>la conservazione <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo con quanto è<br />

<strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>la polarizzazione sessuale <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo nei suoi oggetti. Rimane in<br />

pratica soltanto una relazione che il soggetto intrattiene con se stesso e che Jung<br />

definisce <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne lipi<strong>di</strong>co. In altre parole per il soggetto si tratta <strong>di</strong> realizzarsi come<br />

in<strong>di</strong>viduo in possesso <strong>del</strong>le funzioni genitali.<br />

Con questo passo junghiano la teoria psicoanalitica è stata spinta verso una<br />

progressiva neutralizzazione <strong>del</strong> concetto <strong>di</strong> libido, che da un lato consiste<br />

nell’affermare che si tratta <strong>di</strong> una proprietà <strong>del</strong>l’anima creatrice <strong>del</strong> proprio mondo.<br />

L’idea freu<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> autoerotismo primitivo, a partire dal quale si costituirebbero<br />

progressivamente gli oggetti, <strong>di</strong>venta pressoché equivalente nella sua struttura alla<br />

teoria <strong>di</strong> Jung. Ecco perché nell’articolo sul narcisismo Freud ritorna sulla necessità<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere fra libido egoica e libido sessuale.<br />

Forse possiamo rinvenire in questa congiuntura storica particolare uno dei motivi<br />

che lo hanno condotto a scrivere questo articolo. Bisogna riconoscere che è un<br />

problema <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile soluzione: nel corso <strong>di</strong> tutto l’articolo si mantiene la <strong>di</strong>stinzione<br />

tra due libido e contemporaneamente si accentua la loro equivalenza. Come possono<br />

questi due termini continuare ad essere <strong>di</strong>stinti se si conserva la nozione <strong>del</strong>la loro<br />

equivalenza energetica, che permette <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che nella misura in cui si <strong>di</strong>sinveste<br />

dall’oggetto, la libido riprende a riversarsi sull’io? Proprio da qui Freud è condotto a<br />

concepire il narcisismo secondario. Un’unità paragonabile all’io non è presente<br />

all’origine nell’in<strong>di</strong>viduo, al contrario <strong>del</strong>le pulsioni autoerotiche: l’io viene investito<br />

secondariamente, sul fondamento <strong>del</strong>la relazione immaginaria.

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