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Commento del Seminario I di Jacques Lacan 2

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non esisterebbe. Ciò significa anche smentire categoricamente lo stu<strong>di</strong>o genetico <strong>del</strong><br />

linguaggio. Non si può parlare <strong>del</strong>l’acquisizione <strong>del</strong> linguaggio come tale a partire<br />

dalla capacità motoria manifestata dall’apparizione <strong>del</strong>le prime parole. Quando infatti<br />

si manifestano, le prime parole hanno un significato completamente contingente.<br />

<strong>Lacan</strong> propone al suo u<strong>di</strong>torio l’esame e il commento <strong>di</strong> un testo <strong>di</strong> Freud sulla<br />

denegazione 2 , un testo molto breve <strong>del</strong> 1925, posteriore a l’Io e l’Es. Questo testo<br />

solleva gran<strong>di</strong> quesiti e soprattutto interroga la teoria <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>zio.<br />

La riflessione è parte integrante <strong>del</strong>lo sviluppo e <strong>del</strong>l’impostazione <strong>del</strong>l’esperienza<br />

<strong>del</strong>lo psicoanalista. Inoltre occorre cimentarsi ad un commento approfon<strong>di</strong>to<br />

<strong>del</strong>l’opera <strong>di</strong> Freud. Ogni parola da lui usata deve essere soppesata e valutata nel suo<br />

accento, nella sua analisi logica. Questo atteggiamento critico nei confronti<br />

<strong>del</strong>l’apparato linguistico freu<strong>di</strong>ano – rileva <strong>Lacan</strong> - è completamente <strong>di</strong>fferente<br />

dall’atteggiamento dei post-freu<strong>di</strong>ani.<br />

Dall’elaborazione che Jean Hyppolite ha fatto <strong>del</strong> testo <strong>di</strong> Freud sulla denegazione si<br />

traggono subito due livelli: uno è il livello <strong>del</strong>l’affermazione, l’altro è quello <strong>del</strong>la<br />

denegazione. C’è qui una critica alla famosa opposizione tra intellettuale ed affettivo,<br />

come se l’affettivo fosse un colore ineffabile, da ricercarsi in se stesso in modo<br />

in<strong>di</strong>pendente, al <strong>di</strong> qua <strong>del</strong>le realizzazioni intellettuali <strong>del</strong>le relazioni soggettive.<br />

Questa concezione è definita da <strong>Lacan</strong> come puerile poiché l’affettivo non è una<br />

densità speciale che mancherebbe all’elaborazione intellettuale, non è un’al <strong>di</strong> là <strong>del</strong>la<br />

produzione <strong>del</strong> simbolo, non è anteriore alla formulazione <strong>di</strong>scorsiva: solo così<br />

possiamo imparare a riconoscere in che cosa consiste la realizzazione piena <strong>del</strong>la<br />

parola.<br />

6.2. Tra riconoscimento e visione<br />

2 Cfr. S. Freud (1925), La negazione, in Opere, vol. X, op. cit.

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