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Catone - il Refuso

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catone domenica yeah:CATONE 14/12/2008 17.32 Pagina 34<br />

34<br />

CULTURA<br />

Quel sant’uomo di Francesco<br />

Un Francesco decisamente uomo prima ancora che santo, uomo in tutte<br />

le sue sfumature, raffigurato come solo la tradizione popolare ha saputo<br />

restituircelo, lontano dagli uffici ecclesiastici che ne hanno per anni<br />

censurato <strong>il</strong> valore rivoluzionario, confondendolo in un misticismo naturalista<br />

che ne ha nascosto le vere doti sociali ed umane. Questo è <strong>il</strong><br />

Francesco che Dario Fo ci dona per bocca di Pirovano nella sera del 13<br />

dicembre al teatro Capocroce a Frascati. Dopo un’ assenza di oltre trent’anni<br />

torna così ai Castelli Romani <strong>il</strong> lavoro del Nobel italiano per la letteratura.<br />

Parte forte Mario Pirovano. Collaboratore di Fo dal 1983, conosce<br />

<strong>il</strong> potenziale del testo che ha tra le mani - Lu santo jullare Francesco<br />

- e conosce le meraviglie dell’uomo Francesco vissuto otto secoli fa…<br />

Attuale?, si chiede <strong>il</strong> pubblico. Certo, fin dall’inizio. Il capitolo d’apertura<br />

mostra subito la doppia veste della serata, dalla concione “della pace e<br />

della guerra” si nota già molto del percorso che Fo ha tracciato (fin dal<br />

Mistero Buffo) e su cui Pirovano cammina a grandi passi. Francesco si<br />

fa giullare per mettere a nudo i paradossi della Guerra tra chiunque, perché<br />

non esiste battaglia senza caduti e non esistono caduti che non<br />

lascino una qualche forma di vuoto nella comunità; eppure, come giullare,<br />

riesce a far ridere la platea, <strong>il</strong> ritmo è quello tipico dei narratori<br />

popolari di mezza Italia (fino ai cunta storie sic<strong>il</strong>iani), <strong>il</strong> movimento del<br />

corpo è parte integrante dell’emozione e <strong>il</strong> linguaggio è <strong>il</strong> collante che<br />

rende <strong>il</strong> tutto squisitamente popolare e ironico: una sovrapposizione di<br />

dialetti padani (così come i giullari medievali miscelavano più dialetti<br />

all’epoca). Alterna così alla riflessione sull’ uman vivere le battute satiriche<br />

su personaggi <strong>il</strong>lustri, da Gesù a Papa Innocenzo III, e non vi suoni<br />

blasfema o dispregiativa la sim<strong>il</strong>itudine tra <strong>il</strong> Santo e un giullare perché<br />

“jullare di Dio” è la definizione che si dà Francesco stesso. Fo, con dichiarata<br />

gioia, ci ripropone la forza informativa e sovversiva dei giullari di<br />

ogni epoca sfruttando la grandezza e le doti dell’ uomo Francesco, quelle<br />

stesse doti che sono riuscite a spaventare <strong>il</strong> potere costringendolo a<br />

trasfigurare l’uomo in santo, allontanando da noi, comuni peccatori, la<br />

possib<strong>il</strong>ità del suo splendido esempio.<br />

SIMONE CAMPANELLA<br />

“L'intimità è la comunicazione più efficace”. La frase di Orson Welles,<br />

interpretato da Giuseppe Battiston nella serata di apertura della rassegna<br />

Ariccia Centro Teatrale (Act), sembra scritta ad hoc per <strong>il</strong> teatro San<br />

Nicola. È l'intimità infatti ciò che avv<strong>il</strong>uppa <strong>il</strong> pubblico che può persino<br />

sentire l'odore del sigaro dell'attore mentre vestito con un accappatoio<br />

bianco, urla forte che lui, Orson Welles, aveva capito tutto prima degli<br />

altri, prima di tutti, anche prima di Hitchcock.<br />

Ma prima dello spettacolo dal titolo Orson Welles' Roast, ad aprire la<br />

serata è stato Gino Criscuolo, presidente dell'associazione ArteIdea, che<br />

ha presentato al numeroso pubblico l'idea che sta alla base del progetto<br />

Act, raccontando i diversi passaggi che hanno portato alla realizzazione<br />

del teatro e ringraziando tutte le autorità presenti. «Se oggi tutto<br />

questo è divenuto realtà - precisa - è perché le amministrazioni comunali<br />

ci hanno sempre sostenuto». É infatti proprio la sinergia fra Comune<br />

e volontariato secondo Criscuolo <strong>il</strong> passo fondamentale per la riuscita del<br />

progetto. Al sasso lanciato dal Presidente di ArteIdea, risponde Fausto<br />

Barbetta, assessore alla Cultura e al Turismo del comune di Ariccia, che<br />

ha ricordato la lista delle iniziative culturali della città. Giacomo Zito è <strong>il</strong><br />

direttore artistico dell'iniziativa: «Sarà pure un piccolo teatro, ma riuscire<br />

a realizzare tutto questo è comunque un grande miracolo».<br />

Complimenti dall'attore e amico Alessio Boni: «Un grande regista è<br />

quello che comunque porta a compimento un f<strong>il</strong>m, che lo realizza a<br />

prescindere se abbia successo o meno, e voi realizzando questa<br />

cosa siete già grandi». Due appuntamenti per i più giovani caratterizzeranno<br />

le serate di sabato 20 e domenica 21; mentre sabato<br />

27 e domenica 30, alle 21, sono previsti gli spettacoli teatrali<br />

"Novecento" e "Al Pacino". (da Castellinews - 1.12)

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