Storie di ali zampe piume becchi e pinne... : scene di ... - IDEAnagni
Storie di ali zampe piume becchi e pinne... : scene di ... - IDEAnagni
Storie di ali zampe piume becchi e pinne... : scene di ... - IDEAnagni
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
v +n><br />
F;i 1<br />
l:l i<br />
it '-'<br />
Deboroh Arrigo<br />
Docenfe consigliere: 6iovonni Simono<br />
A,nno 1998-1999<br />
Scuolo Mogistroie<br />
-<br />
i--<br />
a<br />
l-\<br />
4ì<br />
'"J<br />
qۓ.<br />
Scene <strong>di</strong> animoli nell'ombienfe bosco,<br />
s copeù e ottraverso I' esplor azi one<br />
e lo d rommot iz zazione<br />
PD.B<br />
1999<br />
3<br />
' .r'.'."'<br />
i<br />
1. \__-.<br />
"i<br />
' - "''<br />
,. I il<br />
.1 ^ '<br />
' 4 'i ,f î,<br />
'f '' ' ' '' j<br />
,<br />
:-l<br />
i-
a. -&.<br />
-é"<br />
'è.<br />
-€'<br />
:{<br />
-€ *o<br />
è-<br />
*4.*<br />
-RÈ.<br />
r4"<br />
"E<br />
'-r;P '<br />
Grazie <strong>di</strong> cuore<br />
ai bambini della sezione<br />
<strong>di</strong> Pedrinate che mi hanno<br />
fatta vivere e giocare nel loro mondo magico<br />
a Giovanni Simona che, con il suo entusiasmo,<br />
mi ha consigliata e sostenuta in questo viaggio<br />
e naturalmente alla Fosca, giovane talpa<br />
alla scoperta del mondo e <strong>di</strong> meraviglie<br />
E
INDICE<br />
1.1 MOTIVAZIONE DELLA SCELTA 1<br />
I.2.PREMESSA 2<br />
1.3 INTERROGATIVI 4<br />
1.4 OBIETTIVI 4<br />
2.\.LA SCOPERTA DELLA NATURA 6<br />
2.1.I. Il contatto con la natura 6<br />
2.1.2. Che típo <strong>di</strong> approccio nella scoperta della natura? 7<br />
2.1.3. Ilbambino e la rappresentazione del mondo B<br />
2.2.1L RAPPORTO TRA IL BAMBINO E L'ANIMALE 10<br />
2.2.I . L'immaginario ínfantile degli anim<strong>ali</strong> I I<br />
2.2.2. L'animale narrato 12<br />
2.2.3. Rappresentazione anim<strong>ali</strong> nel racconto perl'infanzia I3<br />
2.3. LE PE,RCEZIONI 11<br />
2.3.1. L'importanza dell'esperienze percettive 17<br />
2.4,LA PERCEZIONE UDITIVA 19<br />
2.4.1. Il potere evocatore del suono<br />
2.4.2. Origini della musica e sviluppo sonoro-musicale del bambino:<br />
19<br />
un rapporto trafilogenesi e ontogenesi 20<br />
2.4.3. L'educazione musicale nell'ottica della glob<strong>ali</strong>tà 22<br />
2.4.4. Movimento e percezione sonoro 24<br />
2.5. IMMAGINAZIONE E CREATIVITA 25<br />
2.5.1. L'importanza dell'immaginazione 26<br />
2.5.2. La creatività 28<br />
2.5.3. Sinestesia e glob<strong>ali</strong>tà <strong>di</strong> linguaggi 29<br />
2.5.4. Griglia <strong>di</strong> attivazione <strong>di</strong> esperienza 3I<br />
3. 1. SCHEMADELL'ITINERARIO 32<br />
3.2. ATTIVITA 33<br />
3.2.1. Aiutiamo Martino a scoprire i misteriosi suoni della cassetta 33<br />
3.2.2. Fatemi scopríre cosa è il bosco 35<br />
3.2.3. Esploriamo il bosco seguendo il percorso della Talpa Fosca 38<br />
3.2.4. Creiamo un bosco in sezione 42<br />
3.2.5. Con cosa produrre i suoni del bosco e degli anim<strong>ali</strong>? 47<br />
3.2.6. Cosa tifa ricordare qarcsto sLLono? 51<br />
3.2.7. La Talpa Fosca presenta alcuni anim<strong>ali</strong> del bosco 52<br />
3.2.8. Diventiamo gli aninnli e animiamo Ie immagini del bosco 55<br />
3.2.9. Il teatro dei suoni nesli anim<strong>ali</strong> del bosco 57
3.2.10. Suoni e movimenti del librone<br />
4.1 CONSIDERAZIONI FINALI: RIFLESSIOI{I, LIMITI E POSSIBII<br />
SVLUPPI<br />
4.2 RIPRESA DEGLI INTERROGATIVI INIZIALI<br />
59<br />
63<br />
65
auofznpoJ+uI'I<br />
olr-2
K Ci piace pensare alla scuola come a uno spazio-tempo <strong>di</strong><br />
ricerca, <strong>di</strong> avventura e <strong>di</strong> gioco, <strong>di</strong> esplorazione e <strong>di</strong><br />
sperimentazione del possibile, luogo dell'immaginazione e det<br />
come se, occasione <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> /nessa in campo <strong>di</strong> risorse,<br />
<strong>di</strong> re<strong>ali</strong>zzazione <strong>di</strong> progetti e desideri ."<br />
(Diana Penso, "l.a musica dei piccoli",)
1.1. MOTIYAZIONE DELLA SCELTA<br />
Un foglio bianco. Una motivazione da scrivere...<br />
Non è un compito semplice. Il mio lavoro è infatti il frutto <strong>di</strong> un lungo viaggio,<br />
pieno <strong>di</strong> ostacoli, <strong>di</strong>fficoltà da superare, interrogativi, messe in <strong>di</strong>scussione,<br />
tanta confusione... ma come ogni viaggio che si possa definire tale è stato<br />
un momento importante <strong>di</strong> crescita e arricchimento. E inoltre la confusione è<br />
uno stato necessario per I'azione "creattiva"...per poter raggiungere dei risultati<br />
sod<strong>di</strong>sfacenti bisogna passare anche attraverso sconforto.<br />
Lo scopo principale <strong>di</strong> questo lavoro è quello <strong>di</strong> attivare un'esperienza <strong>di</strong> scoperta<br />
del bosco e far vivere delle espeÍrenze percettive ai bambini, affinando<br />
così la capacità <strong>di</strong> percezione, espressione e creatività.<br />
Per portare avanti questo obiettivo sarà importante un approccio <strong>di</strong> tipo globale<br />
e sinestetico, che tenga in considerazione la tot<strong>ali</strong>tà psico-fisica del bambino.<br />
Spesso nella nostra società si tende a voler separare e <strong>di</strong>videre tutto in cassetti<br />
separati, senza considerare il fatto che I'uomo sia un tutt'uno, una glob<strong>ali</strong>tà,<br />
nel quale I'aspetto psichico e I'aspetto fisico sono strettamente uniti...entrambe<br />
vanno nutriti allo stesso modo. La pratica scolastica tende spesso<br />
ad offrire solo un certo tipo <strong>di</strong> esperienze educative e a favorirne gli aspetti<br />
cognitivi, anaiitici e razion<strong>ali</strong>. Nella mia vita scolastica ho fatto I'esperienza<br />
delf insegnamento astratto, in cui le percezioni, i sensi, I'esperienza <strong>di</strong>retta e<br />
vissuta non venivano nelnmeno considerati. Questa scuola che tende <strong>ali</strong>a separazione<br />
e aila chiusura ha solo contribuito a spegnere il mio entusiasmo, farmi<br />
sentire a <strong>di</strong>sagio, scontrarmi con dei principi che non approvavo.<br />
Questo mi ha portato al desiderio <strong>di</strong> cambiare le cose e <strong>di</strong> fare in modo che i<br />
bambini che si trovano al loro primo passo nel sistema scolastico potessero<br />
vivere delle esperienze e arricchire la loro v<strong>ali</strong>gia <strong>di</strong> vita vissuta con esperienze<br />
percettive. Una v<strong>ali</strong>gia piena <strong>di</strong> esperienze nel viaggio della vita è molto<br />
importante: è un luogo in cui pescare materiale per <strong>ali</strong>mentare<br />
I'immaginazione,la fantasia, la creatività, è qualcosa che rendere la vita più<br />
ricca.<br />
La scelta dello scenario del bosco non è a caso: questo mondo offre infatti<br />
moltissimi stimoli percettivi e sensori<strong>ali</strong> ed è un ambiente presente nella realtà<br />
del nostro territorio. La mia sceita del bosco è dovuta però anche, e in gran<br />
parte, a ragioni affettive. Molti dei miei ricor<strong>di</strong> d'infanzia più belli sono legati<br />
a questo contesto, alle passeggiate nel bosco <strong>di</strong> colori autunn<strong>ali</strong>, alla raccolta<br />
delle castagne calde <strong>di</strong> fuoco, alle foglioline fresche d'aria <strong>di</strong> primavera, alla<br />
costruzione <strong>di</strong> capanne con mio fratello, ai giochi che giocati nel bosco <strong>di</strong>ventavano<br />
delle vere e proprie avventure, alle storie magiche che raccontavano<br />
<strong>di</strong> folletti e fate e anim<strong>ali</strong> e ..."e più ci ripenso e più mi sembra che era<br />
quella cosa lì essere felici"'.<br />
'<br />
A.BARICCO, Novecenro, ed. Feltrinelli, Milano, 96/98
1.2. PREMESSA<br />
Vivere le storie degli anim<strong>ali</strong> del bosco: è questo il tema che viene trattato nel<br />
mio progetto <strong>di</strong>dattico.<br />
La mia intenzione, attraverso questo lavoro, è quella <strong>di</strong> invitare i bambini<br />
all'esplorazione, all'entrata empatica e alf immersione nella natura e più in<br />
particolare nell'ambiente bosco, luogo vicino e presente nella nostra realtà, ma<br />
spesso abbandonato, lontano dalla nostra vita quoti<strong>di</strong>ana, non vissuto.<br />
Portando i bambini a fare delle esperienze nel bosco, desidero offrire un approccio<br />
<strong>di</strong> espiorazione, gioco e serenità che, in generale può portare ad una<br />
maggior sensibilità nei confronti del mondo naturale. Questo desiderio nasce<br />
in primo luogo da me stessa, dal mio piacere nello stare nella natura e dalla serenità<br />
che deriva da questi momenti <strong>di</strong> contatto. Offrire ai bambini esperienze<br />
magiche, far scoprire la natura nella sua bellezza ctea il desiderio <strong>di</strong> nuovi<br />
contatti con questa realtà.<br />
Ma perché proprio le storie degli anim<strong>ali</strong> del bosco?<br />
Non si tratta <strong>di</strong> un caso. Per il bambino non è infatti così evidente entrare in<br />
rapporto con la natura, in quanto si tratta <strong>di</strong> una realtà esterna, <strong>di</strong>versa dalla<br />
sua consuetu<strong>di</strong>ne. Questa <strong>di</strong>ffidenza del bambino verso il mondo naturale è<br />
data anche dall'egocentrismo del bambino nell'età della S.I.: questo aspetto va<br />
tenuto in considerazione in quanto possibile ostacolo all'avvicinamento a questo<br />
ambiente. Il bambino è antropocentrico, tende a proiettare sé stesso nella<br />
natura, si aspetta che essa gli procuri delle sod<strong>di</strong>sfazioni e dei piaceri, ha delle<br />
aspettative. L'atmosfera del bosco e, in generale del mondo naturale, potrebbe<br />
sembrare piuttosto statica, non dà imme<strong>di</strong>ate sod<strong>di</strong>sfazioni: per il bambino (e i<br />
genitori!) è più facile e comodo giocare con giochi e giocattoli molto stimolanti<br />
e <strong>di</strong>namici, piuttosto che con il bosco. Il bambino <strong>di</strong> quest'età è inoltre<br />
molto attratto dal movimento e attribuisce vita solo a ciò che si muove (animismo),<br />
per questo egli potrebbe essere portato a non provare un interesse particolare<br />
verso gli scenari natur<strong>ali</strong>.<br />
Ed è protrlrio in questo senso che gli anim<strong>ali</strong> e le loro storie assumono un ruolo<br />
fondamentale. Gli anim<strong>ali</strong> sono infatti un ottimo canale <strong>di</strong> attrazione e coinvolgimento<br />
per i bambini, in quanto essi si identificano con facilità in queste<br />
figure. Gli anim<strong>ali</strong> permettono <strong>di</strong> potenziare le esperienze del bambino e rispondono<br />
in modo significativo alle sue aspettative affettive. Inoltre, si sa, la<br />
<strong>di</strong>mensione narrativa suscita un grande interesse nei bambini, proprio perché<br />
si avvicina al loro mondo e al loro modo <strong>di</strong> vedere e percepire la vita. Quin<strong>di</strong><br />
storie e anim<strong>ali</strong> o ancora meglio...storie <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong>...prendono per mano i<br />
bambini e possono essere dei can<strong>ali</strong> significativi per entusiasmare i bambini<br />
all'avvicinamento e alla scoperta della natura.<br />
Gli anim<strong>ali</strong> offrono anche ai bambini I'occasione per acquisire nuove conoscenze<br />
sul bosco: essi infatti vivono nel bosco, costruiscono tane, uttlizzano i<br />
materi<strong>ali</strong> presenti in quest'ambiente, sono a <strong>di</strong>retto contatto con le situazioni<br />
2
atmosferiche,... Scoprire gii anim<strong>ali</strong> dell'ambiente bosco significa quin<strong>di</strong><br />
contemporaneamente acquisire nuovi saperi su quest' ambiente.<br />
Ma I'obiettivo del mio progetto non si limita a questo aspetto: lo scopo principale<br />
è infatti quello <strong>di</strong> affinare le capacità percettive dei bambini, attraverso<br />
delle esperienze multisensori<strong>ali</strong>, migliorare la capacità immaginativa ed evocativa.<br />
Anche in questo senso le storie <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong> del bosco giocano un ruoio<br />
fondamentale: in quanto vettori <strong>di</strong> coinvolgimento affettivo (molto importante<br />
nell'attività immaginativa) esse pennettono <strong>di</strong> aprire le porte del mondo della<br />
fantasia.<br />
Inizialmente i bambini verranno avvicinati alla scoperta del bosco attraverso<br />
un esperienza multisensoriale (toccare, osservare, annusare, ascoltare elementi<br />
e materi<strong>ali</strong>). In un primo tempo le attività saranno <strong>di</strong>rette, in generale, alla<br />
scoperta dell'ambiente e dello scenario del bosco. In un secondo momento saranno<br />
gli anim<strong>ali</strong> ad entrare in scena ed animare questo ambiente. Gli anim<strong>ali</strong><br />
entreranno nel bosco allestito attraverso rumori e movimenti che verranno<br />
immaginati, proposti ed interpretati dai bambini e da me. La mia attenzione<br />
sarà maggiormente <strong>di</strong>retta verso la percezione u<strong>di</strong>tiva e gli stimoli sonori del<br />
bosco. Anche per quanto riguarda le sonorità quin<strong>di</strong>: in un primo tempo verranno<br />
prese in considerazione le sonorità più evidenti presenti nell'ambiente<br />
bosco (ruscello, rumore <strong>di</strong> foglie secche, vento, uccellini,...), in seguito<br />
I'attenzione verrà posta sui suoni/rumori degli anim<strong>ali</strong>. L'esperienza sonora<br />
servirà sia come occasione <strong>di</strong> ricognizione (riconoscere caratteristiche e situazioni<br />
legate ai racconti degli anim<strong>ali</strong>), sia come stimolo percettivo<br />
all'immaginazione e all'evocazione <strong>di</strong> azioni e semplici vicende degli anim<strong>ali</strong><br />
del bosco. Dopo aver mostrato, in gran<strong>di</strong> linee, il percorso che verrà svolto<br />
con i bambini, passo ora all'esposizione degli interrogativi che hanno mosso<br />
questo progetto e agli obiettivi che mi pongo.
1.3. INTERROGATIVI<br />
1. In quale misura I'identificazione negli anim<strong>ali</strong>, attraverso dei racconti della<br />
natura, permette <strong>di</strong> attivare un interesse e una scoperta delle caratteristiche<br />
del bosco? Come si esprime questo interesse?<br />
o In quale misura I'approccio multisensoriale e globale favorisce la creatività<br />
nell'evocazione, nella rappresentazione, nell' animazione e nell'invenzione<br />
<strong>di</strong> piccole vicende degli anim<strong>ali</strong>?<br />
1.4. OBIETTIVI<br />
t.<br />
Scoprire e conoscere<br />
I'ambiente bosco<br />
STORIE DEGLI ANIMALI DEL BOSCO<br />
LA NATURA (Il bosco)<br />
r Partecipare attivamente e attentamente alle uscite nella natura per scoprire<br />
I'ambiente bosco e le sue componenti<br />
o Saper verbahzzare queste componenti per descrivere e ricostruire<br />
I'ambiente bosco (in sezione)<br />
. Ritrovare nella natura delle tracce e dei segni legati alla vita degli anim<strong>ali</strong><br />
(scoprire I'habitat degli anim<strong>ali</strong>)<br />
o<br />
2. ESPERIENZE PERCETTIVE<br />
a) Esperienze multisensori<strong>ali</strong>: scoperta ed esplorazione<br />
. Scoprire ed esplorare il bosco me<strong>di</strong>ante esperienze percettive multisensori<strong>ali</strong><br />
(toccare, guardare, annusare, ascoltare)<br />
b) Esperienze sonore: percezione ed evocazione<br />
. Affinare la capacità <strong>di</strong> riconoscere fonti <strong>di</strong> suoni e rumori del bosco<br />
o Attraverso I'esplorazione e la produzione <strong>di</strong> suoni con materi<strong>ali</strong> natur<strong>ali</strong><br />
(dell'ambiente bosco) scoprire e conoscere alcune delle loro proprietà<br />
fisico-sonore (duro-molle, liscio-ruvido, pieno-vuoto,. . .)<br />
A partire dalle manifestaziont sonore degli anim<strong>ali</strong> del bosco, riconoscere<br />
ed immaginare la <strong>di</strong>mensione, la struttura del colpo, le azioni e le <strong>scene</strong> <strong>di</strong><br />
4<br />
Affinare e potenziare le esperienze e le<br />
capacità percettive, ricognitive, evocative<br />
ed espressive
anim<strong>ali</strong> nel bosco (per esempio i princip<strong>ali</strong> contrasti: pesante-leggero, piccolo-grosso,<br />
veloce-lento,. . . )<br />
b) Espressione creatÍva (imitazione e creatività)<br />
o Imparare a simulare e drammatizzare, me<strong>di</strong>ante il suono prodotto con materi<strong>ali</strong><br />
del bosco, semplici azioni e <strong>scene</strong> <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong><br />
. Imparaîe a drammatizzare alcune azioni e <strong>scene</strong> <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong>, me<strong>di</strong>ante il<br />
movimento e il mimo, anche inserendosi in uno scenario (<strong>di</strong>apositive del<br />
bosco e scenario del bosco allestito in sezione)<br />
. Sviluppare la capacità, nelle <strong>di</strong>scussioni, <strong>di</strong> descrivere verbalmente le caratteristiche<br />
del corpo degli anim<strong>ali</strong>, le loro azioni e le <strong>scene</strong> del bosco<br />
(sentite e drammatrzzate nel bosco).<br />
5
I<br />
auodro I<br />
? -!<br />
teorico
2.1. LA SCOPERTA DELLA NATURA<br />
2.I.I. I1 contatto con la natura<br />
L'uomo è parte integrante dell'ambiente esterno, <strong>di</strong>pende ed interagisce continua-<br />
mente con esso, ricevendo stimoli e informazioni che permettono uno sviluppo, un<br />
orientamento ed un adattamento armonioso alla realtà circostante.<br />
La natura offre all'uomo anche la possibilità <strong>di</strong> identificarsi e <strong>di</strong> ritrovare deile<br />
costanti della natura in sé stesso. L'in<strong>di</strong>viduo riflette nel suo piccolo la natura, le<br />
sue leggi, la sua oÍganuzzazione, i suoi ritmi. Il contatto con la natura permette,<br />
tramite l'identificazione, <strong>di</strong> prendere coscienza del proprio esistere.<br />
Oggi però la natura tende ad essere un semplice passatempo. L'uomo trascorre la<br />
maggior parte del suo tempo chiuso fra delle pareti (casa, ufficio, cinema, teatro,<br />
automobile,...).Ci si può chiedere dove vive il bambino e come passa il suo tempo...<br />
I b.ni, come gli adulti, trascorrono moltissimo tempo in casa, non vengono<br />
spesso a contatto con animaii, e spesso una delle loro attività preferite è guardare la<br />
televisione ; è quin<strong>di</strong> molto improbabile che possano percepire la natura nel proprio<br />
spazio <strong>di</strong> vita. In questo caso il b.no sarà molto <strong>di</strong>ffidente verso il mondo naturale e<br />
impreciso nella sua interpretazione. < Ban<strong>di</strong>re la realtà naturale dalla nostra consuetu<strong>di</strong>ne<br />
significa non saperla poi riconoscere, a tutti í livelli : non comprenderla<br />
quando ci lancia i suoi segn<strong>ali</strong>, non sopere <strong>di</strong>alogare con lei, non sentirla importante<br />
e parte della nostravita, non partecipare al suo destino. r'La consuetu<strong>di</strong>ne<br />
va intesa come capacità <strong>di</strong> unirsi, <strong>di</strong> ascoltare e partecipare e non come semplice<br />
frequentazione del mondo naturale. < Le famigliarità con un referente naturale è<br />
qualcosa <strong>di</strong> molto più profondo <strong>di</strong> una semplice frequentazione, è un giocare insieme,<br />
è aver aperto gli occhi nei suoi confronti, trasformandolo in un centro <strong>di</strong> interesse<br />
che assorbe molto <strong>di</strong>noi stessi. >r'Il rapporto con I'ambiente naturale in cui si<br />
vive è molto importante poiché permette <strong>di</strong> creare un senso <strong>di</strong> appartenenza,<br />
un'identità.<br />
La mia scelta <strong>di</strong> propone un progetto che tratti la realtà naturale deriva proprio dal<br />
fatto che al giorno d'oggi il bambino è sempre più isolato dalla natura. I1 mio desiderio<br />
è <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> offrire la possibilità al bambino <strong>di</strong> prendere contatto con esso, <strong>di</strong><br />
creare un legame <strong>di</strong> simpatia e <strong>di</strong> vivere una bella esperienza che resti impressa nel<br />
suo bagaglio <strong>di</strong> vita e che porti il bambino e il fufuro adulto ad avere un rapporto<br />
positivo con il mondo nafurale. Il b.no manifesta istintivamente un intenso bisogno<br />
<strong>di</strong> contatto con la natura... se viene stimolato positivamente. La sua educazione<br />
avviene però spesso al riparo da ogni interazione con il mondo reale (e naturale) e<br />
tende a inibire il desiderio del b.no a provare, ad esplorare, portandolo alla <strong>di</strong>ffidenza<br />
e alla paura per ciò che non è conosciuto. o È un'educazione che spegne<br />
'R.<br />
MARCHESINI, Natura e pedasogia, ed. Theoria, Roma, 1996,p.82<br />
'R.<br />
ÌT,,IRRCHESINI, op. cit., p. 83<br />
6
I'estroversione, che inibisce qualsiasi pulsione a buttarsifuori, a provare, a desiderare<br />
<strong>di</strong> costruirsi una propria storia, e non accende la voglia dí contatto, ma Ia<br />
paura del contatto >>o La nafura, in questo senso, si rivela essere molto importante<br />
per la crescita psicologica del b.no in quanto lo porta a superare la <strong>di</strong>ffidenza che<br />
nutre verso la realtà esterna. La paura del <strong>di</strong>verso, <strong>di</strong> ciò che non si conosce, del<br />
mondo esterno va trasformata a contatto con la natura. L'unico modo per superarla<br />
sta proprio nel prendere consuetu<strong>di</strong>ne con la <strong>di</strong>versità, in ogni forma essa si presenti.<br />
Dare la possibilità <strong>di</strong> scoprire la natura e <strong>di</strong> avvicinarsi ad essa permette quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
portare il b.no sulla strada dell'estroversione e dell'apertura al mondo. Per accogliere<br />
completamente ciò che ci viene trasmesso dalla natura è necessario uscire da sé<br />
stessi, respirare la realtà esterna, farla passare attraverso i propri circuiti ment<strong>ali</strong>.<br />
Quasi tutti i benefici che derivano dal rapporto con la natura sono legati all' >, alla capacità <strong>di</strong> partecipare empaticamente: educare alla partecipazione porta<br />
ad una maggior serenità interiore. Inoltre, è grazie alla partecipazione che il b.no<br />
potrà poi accedere al mondo della fantasia e della creatività. La creatività infatti<br />
nasce da un bisogno <strong>di</strong> comunicare con la realtà esterna ad un livello superiore e si<br />
nutre delle conoscenze vissute. Per favorire e sviluppare questo rapporto empatico<br />
con la natura è essenziale frequentarla in modo attivo fin dai primi anni <strong>di</strong> vita.<br />
Infatti noi viviamo veramente la natura solo quando essa <strong>di</strong>venta parte <strong>di</strong> noi, quando<br />
I'accogliamo nella nostra sfera emozionale.<br />
2.1.2. Che tipo <strong>di</strong> approccio nella scoperta della natura?<br />
Il rapporto, l'esperienza con la natura è un'occasione unica a livello educativo. La<br />
natura è fonte <strong>di</strong> informazioni e conoscenzema è altrettanto fonte <strong>di</strong> energia e nutrimento:<br />
attraverso la sua ricchezza <strong>di</strong> forme, suoni, coiori, attraverso la sua bellezza<br />
e la sua armonia contribuisce ad <strong>ali</strong>mentare il nostro colpo e la nostra anima. In<br />
questo senso può favorire uno sviluppo psicofisico armonioso, se I'approccio ad<br />
essa avviene in modo adeguato. Non basta infatti offrire delle esperienze, bisogna<br />
anche interrogarsi sulle modaiità <strong>di</strong> approccio alla natura: un approccio sbagliato<br />
può infatti rivelarsi altamente <strong>di</strong>seducativo.<br />
Ritengo importantissimo che il primo approccio che il b.no ha con la natura debba<br />
essere in<strong>di</strong>menticabile. Bisogna permettere al b.no <strong>di</strong> scoprire la natura in tutto il<br />
suo splendore. Solo in questo modo il b.no ricercherà altre esperienze e contattir..<br />
solo così supererà la <strong>di</strong>ffidenza e comincerà ad amare la natura.<br />
I b.ni apprezzano molto la natura (se non si sono creati dei pregiu<strong>di</strong>zi attraverso i<br />
genitori o la scuola...), vivono gli ambienti e tutti gli elementi natur<strong>ali</strong> come aventi<br />
una loro espressività. Inoltre sono molto interessati agli anim<strong>ali</strong> che si possono<br />
incontrare, per esempio, nel bosco. E non solo...ogni cosa, ogni elemento è fonte <strong>di</strong><br />
'R.MARCHESINI,<br />
Natura e pedasogia. ed. Theoria, p. 69
interrogativi, <strong>di</strong> ipotesi e <strong>di</strong> ricerca. Ii b.no deve essere libero, nel suo approccio con<br />
la natura, <strong>di</strong> esplorare, toccare liberamente.<br />
7-8 a II-I2 anni), e infine I'intelligenza operatoria formale (a partire da 12 anni).<br />
Questi sta<strong>di</strong> sono strettamente legati al concetto <strong>di</strong> egocentrismo e al suo superamento.<br />
Sta<strong>di</strong>o preoperatorio: Nello sta<strong>di</strong>o pre-operatorio il bambino comincia ad essere<br />
cosciente <strong>di</strong> esistere, <strong>di</strong> avere idee, sentimenti, desideri; egli sa che ciò che vede e<br />
sente deriva da un mondo esterno a lui ma non sa ancora <strong>di</strong>stinguere nettamente<br />
nelle proprie idee cosa deriva da caratteristiche intrinseche del mondo esterno, e ciò<br />
che invece deriva dalle sue proprie percezioni, dai suoi pensieri e sentimenti. Tutto<br />
ciò che viene percepito è centrato sull'attività del soggetto. Tutta la realtà, in questo<br />
periodo, è vissuta sottoforma <strong>di</strong> io; il bambino non riesce a <strong>di</strong>fferenziare sé stesso<br />
dalla realtà esterna. Il bambino tende a confondere sfera emotiva con la sfera<br />
dell'oggettività. Tende in questo modo ad attribuire la propria realtà interna e la<br />
propria soggettività al mondo oggettivo, a cui appartengono le cose inanimate e il<br />
cui funzionamento è invece determinato da leggi fisiche.<br />
Il bambino passando dalf intelligenza senso-motrice a quella pre-operatoria passa<br />
dalle esperienze puramente percettive, dalle azioni e i movimenti, ad un piano più<br />
riflessivo e simbolico. Il pensiero del bambino non si basa ancora su dei concetti,<br />
ma su dei pre-concetti. Questi pre-concetti sono legati in modo determinante a delle<br />
immagini costruite dal bambino. Il pensiero in questo sta<strong>di</strong>o è intuitivo e non oggettivo:<br />
il bambino è molto più con<strong>di</strong>zionato dagli aspetti percettivi che non dalla<br />
reaità oggettiva.<br />
Egocentrismo<br />
Secondo Piaget pensare in modo egocentrico significa non adattarsi agli argomenti<br />
e ai punti <strong>di</strong> vista degli altri; si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un'incapacità <strong>di</strong> decentrarsi e <strong>di</strong><br />
mettersi nei panni degli altri. Inoltre significa anche prendere sempre la propria<br />
percezione imme<strong>di</strong>ata come unica e assoluta. L'egocentrismo è centrazione, mancanza<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione, solo con il graduale superamento dell'egocentrismo il<br />
bambino manifesta una maggiore soci<strong>ali</strong>tà.<br />
Dall'egocentrismo deriva anche una particolare concezione del mondo, nella quale<br />
la sfera della soggettività e quella dell'oggettività non sono ancora <strong>di</strong>stinte, così che<br />
al mondo materiale vengono attribuiti caratteri che sono propri <strong>di</strong> quello psichico.<br />
Questa confusione è evidenziata da cinque tendenze che si manifestano nelle idee<br />
infantili sul mondo: I'animismo, il fin<strong>ali</strong>smo, I'artifici<strong>ali</strong>smo, il re<strong>ali</strong>smo e<br />
I'antropomorfismo.<br />
Animismo: concezione primitiva secondo cui ogni fenomeno è animato, sede o prodotto <strong>di</strong><br />
spiriti, dotato <strong>di</strong> una propria vita. Tendenza dei bambini a considerare i corpi inanimati come<br />
vivi e dotati <strong>di</strong> intenzion<strong>ali</strong>tà, sensibilità o attività proprie. In generale le idee <strong>di</strong> tipo animistico<br />
sono più <strong>di</strong>ffuse nei bambini più piccoli che esprimono molto questa tendenza<br />
nell'espressione verbale spontanea: I'automobile, in garage fa la nanna, la luna ci vede e ci segue<br />
quando camminiamo, lo spigolo contro cui si sbatte è cattivo,...<br />
Considero qui soltanto le prime due fasi in quanto sono quelle che mi riguardano <strong>di</strong>rettamente.<br />
9
o dai 4 ai 6-7 anni: la vita viene attribuita ad ogni oggetto che venga coinvolto in un'attività<br />
(non <strong>di</strong>stinzione tra attività propria e attività causata dall'esterno).<br />
o Dai 6-7 agli 8-9 anni: i bambini attribuiscono vita e coscienza solo agli oggetti che si<br />
muovono. I movimenti sono provocati da desideri e intenzioni anziché da cause meccaniche.<br />
Artifici<strong>ali</strong>smo: tendenza a credere che tutte le cose esistenti siano state prodotte dall'uomo.<br />
Inizialmente il bambino è convinto del fatto che tutto sia stato creato da Dio o dai primi uomini<br />
esistenti, in seguito arriva all'idea che sia I'uomo stesso che ha fabbricato tutte le cose.<br />
Fin<strong>ali</strong>smo: i fenomeni, gli anim<strong>ali</strong>, la natura esistono in funzione dell'uomo. La natura appare<br />
come una società ben organizzata e costruita con la fin<strong>ali</strong>tà <strong>di</strong> servire I'uomo e permettergli<br />
una vita serena.<br />
Re<strong>ali</strong>smo: il bambino assume la sua prospettiva come assoluta: egli considera maggiormente<br />
significativi i dati percettivi, concreti e visibili, rispetto a quelli re<strong>ali</strong>. Il bambino confonde<br />
soggettività, pensieri, desideri, emozioni person<strong>ali</strong>, con i dati oggettivi. Il pensiero e i sogni<br />
<strong>di</strong>ventato percezioni re<strong>ali</strong> e materi<strong>ali</strong>.<br />
Antropomorfismo: il bambino tende ad attribuire a oggetti, fenomeni, anim<strong>ali</strong>, sembianze,<br />
caratteristiche fisiche e psicologiche, azioni tipicamente umane (il topo che va a fare la spesa,<br />
li uccellini che chiacchierano o che vanno a fare la nanna....).<br />
Nelle attività che proporrò sarà molto importante tener conto <strong>di</strong> come i bambini<br />
concepiscono la natura e gli anim<strong>ali</strong>. Sarà molto probabile che, pur partendo dal<br />
bosco reale, nell'azione educativa entreranno alcune delle perturbazioni sopra citate<br />
che allontaneranno da una visione obiettiva della realtà esterna. Ponendo attenzione<br />
in modo particolare al linguaggio, alle posture e ai movimenti che essi<br />
uttlrzzeranno per mimare e drammatizzare gli anim<strong>ali</strong> del bosco mi sarà possibile<br />
osservare questi atteggiamenti.<br />
Queste perturbazioni, tenendo conto dell'età dei bambini, non sono da vedere come<br />
negative, esse sono presenti e bisogna prenderne coscienza. A seconda<br />
deli'obiettivo che si vuole raggiungere queste tendenze sono un'opportunità, ma<br />
possono anche costituire un ostacolo. L'aspetto positivo sta nel fatto che permettono<br />
ai bambini <strong>di</strong> anicchire con elementi della fantasia I'ambiente bosco e <strong>di</strong><br />
prendere confidenza con esso. Secondo me, queste tendenze pennettono <strong>di</strong> avere<br />
un primo approccio e un rapporto <strong>di</strong> simpatia con la natura. Bisogna inoltre ricordare<br />
che anche per noi adulti, l'affettività e f immaginazione entrano sempre in<br />
gioco: non siamo mai neutri, ognuno <strong>di</strong> noi si crea delle immagini e quin<strong>di</strong> una<br />
propria unica realtà. L'ostacolo che viene posto da queste tendenze è il fatto che<br />
esse tendono ad allontanare dalla realtà oggettiva della natura, invadendo anche il<br />
campo delle percezioni e del contatto con il bosco, deformando le osservazioni.<br />
2.2.IL RAPPORTO TRA IL BAMBINO E L'ANIMALE<br />
10
2.2.1. L'ímmaginario infantile degli anim<strong>ali</strong><br />
Il pensiero magico del bambino e la sua interferenza sulla conoscenza più oggettiva<br />
della natura e degli anim<strong>ali</strong> è ben espoeto da Marchesini che parla delf immaginario<br />
infantile degli anim<strong>ali</strong>.<br />
L'uomo ha sempre avuto un legame particolare con gli anim<strong>ali</strong>: si potrebbe parlare<br />
a lungo dei rivolgimenti, delle fantasticherie, delle proiezioni che I'uomo ha espresso<br />
nei rapporti verso gli anim<strong>ali</strong>. "ln rffigurazíone mentale dell'animale è stata<br />
sicuramente il luogo che maggiormente ha risentito della contaminazione tra realtà<br />
e fantasia, ín un gioco <strong>di</strong> intreccio dove simbolismo, paure e creatività rivelano í<br />
loro limití imprecisí e sfuma^ti."'<br />
Marchesini nella sua operao mette in luce l'aftinità esistente tra mondo infantile e<br />
mondo animale. Il bambino prova un grande interesse verso la sfera degli anim<strong>ali</strong> e<br />
in questo naturale interesse si può trovare un importante canale <strong>di</strong> coinvolgimento.<br />
Per capire le origini dello spontaneo interesse dei bambini per gli anim<strong>ali</strong> bisogna<br />
considerare il fattore della crescita. L'infanzia può infatti essere vista come punto a<br />
metà strada tra il mondo degli uomini e quello degli anim<strong>ali</strong> in quanto bambino e<br />
animale hanno caratteristiche affini. Il bambino non ha infatti ancora acquisito tutti i<br />
codjci e le norme della vita sociahzzata; l'uomo può essere considerato come un<br />
animale evoluto e il bambino, visto come potenziale uomo o essere umano in formazione,<br />
può essere visto come spontaneo, <strong>di</strong>retto, in fase <strong>di</strong> scoperta ed esplorazione,<br />
incapace <strong>di</strong> aspettare, celare desideri e bisogni,...Vi sono quin<strong>di</strong> delle somiglianze<br />
dei luoghi d'incontro, <strong>di</strong> scambio e <strong>di</strong> comunicazione tra bambino e animale.<br />
Inoltre in questo senso ci si può ricollegare alle esperienza <strong>di</strong> Victor, "l'enfant<br />
loup" e agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> ltard. A questo proposito ci si può chiedere se lo sviluppo e<br />
I'evoluzione da uomo potenziale ad uomo in atto non <strong>di</strong>penda solo dall'ambiente <strong>di</strong><br />
crescita e <strong>di</strong> vita.<br />
Per poter capire come i bambini percepiscono gli anim<strong>ali</strong> bisogna innanzitutto<br />
prendere in considerazione la concezione che I'uomo o<strong>di</strong>erno ha nei confronti degli<br />
anim<strong>ali</strong>: sondare I'immaginario è in<strong>di</strong>spensabile per chiarire il rapporto che I'uomo<br />
ha con I'animale. L'immaginario collettivo influenza <strong>di</strong>rettamente la rappresentazione<br />
dell'animale: in questo senso il modo in cui l'immagine dell'animaie viene<br />
trasmessa al bambino è con<strong>di</strong>zionante.<br />
Nel mio progetto è quin<strong>di</strong> fondamentale considerare la visione e ii modo in cui<br />
presenterò gli anim<strong>ali</strong>. Anch'io ho infatti contribuito a dare una visione animista e<br />
antropomorfa, a connotare positivamente o negativamente un animale (v. schede <strong>di</strong><br />
presentazione degli anim<strong>ali</strong> da me proposti).<br />
Il rapporto con I'animale non è mai neutro, <strong>di</strong>fficilmente riusciamo ad essere obiettivi<br />
e neutr<strong>ali</strong> quando ci riferiamo a loro. "L'animale viene caricato <strong>di</strong> signfficati, <strong>di</strong><br />
'<br />
R. MARCHESINI, Natura e pedasosia, ed. Theoria, p. 98<br />
" R. MARCHESINI, Op. cit., p.98<br />
u
simbologie, <strong>di</strong>venta uno spazio ricerca, un luogo proiezione e <strong>di</strong>storsione, un momento<br />
dí creatívità"'. La storia dell'immaginario ci mostra che il nostro modo <strong>di</strong><br />
vedere gli animaii e <strong>di</strong> rappresentarli è profondamente mutato nel corso del tempo,<br />
ma ci fa vedere anche come la tendenza e I'abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> inventarli non si sia persa<br />
(v. approfon<strong>di</strong>mento in allegato).<br />
2.2.2. L' animale narrato<br />
"È senza dubbio l'immaginario del narratore a costituire per così <strong>di</strong>re "il grosso"<br />
del portato educativo del racconto. (...) è il modo dí rappresentare l'animale che<br />
influenza maggíormente Ia strutturazione nel bambino <strong>di</strong> un immaginario rívolto<br />
agli anim<strong>ali</strong>."<br />
Proprio per il fatto che anch'io presenterò degli anim<strong>ali</strong>, attraverso racconti, conversazioni,...e<br />
che i bambini posseggono già delle immagini degli anim<strong>ali</strong>, legate<br />
soprattutto alla letteratura infantile, ritengo importante tener presente gli stereotipi<br />
e i modelli cultur<strong>ali</strong> che i bambini potrebbero avere e che quin<strong>di</strong> potrebbero emergere<br />
nel corso delle attività.<br />
Gli anim<strong>ali</strong> sono senza dubbi gli interpreti in<strong>di</strong>scussi del racconto per I'infanzia;<br />
spesso sembra che I'adulto per comunicare con il bambino abbia bisogno<br />
dell'animale come interme<strong>di</strong>ario e mezzo <strong>di</strong> coinvolgimento. L'animale focahzza<br />
I'attenzione del bambino, lo rende attento e sensibile, lo prende per mano portandolo<br />
in un mondo fantastico. A questo proposito ci si potrebbe chiedere se siano<br />
gli anim<strong>ali</strong> oggettivi ad interessare tanto il bambino o se non sia invece<br />
l'immagine (antropomortizzata, zoomorfa,...) che viene creata nella narrazione o<br />
I'insolita situazione che viene presentata a catturare I'attenzione. Probabilmente<br />
molti <strong>di</strong> questi racconti non portano il bambino ad avvicinarsi al mondo animale;<br />
queste storie non parlano infatti <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong> re<strong>ali</strong>, ma piuttosto <strong>di</strong> figure magiche e<br />
ine<strong>ali</strong>. Gli anim<strong>ali</strong>, nelle storie sono piuttosto dei pretesti, dei punti <strong>di</strong> partenza per<br />
volare sulle <strong>ali</strong> della fantasia, non sono mai un punto <strong>di</strong> arrivo e <strong>di</strong> conoscenza. Per<br />
permettere e favorire una conoscenza obiettiva degli anim<strong>ali</strong> è più utile e pertinente<br />
un contatto <strong>di</strong>retto, non me<strong>di</strong>ato dalla fantasia. Ma a questo proposito ci si<br />
potrebbe chiedere se la vita psicologica e le capacità interpretative <strong>di</strong> un bambino<br />
si nutrano soltanto del contatto <strong>di</strong>retto e della realtà oggettiva. Personalmente sono<br />
convinta che I'animale immaginato sia altrettanto importante, in quanto permette<br />
<strong>di</strong> accrescere e sviluppare la fantasia e la pre<strong>di</strong>sposizione alla ricerca e alla capacità<br />
<strong>di</strong> interpretare la <strong>di</strong>versità e la complessità.<br />
"ll racconto per ragazzi è (...) Ltn patrimonio storico, una palestra ove<br />
l'immaginazione si rafforza abítuandosi a giocare con i pensieri in una realtà<br />
fluida"'0.<br />
'R.<br />
MARCHESINI, Natura e pedagosia, ed Theoria, p. 100<br />
'n<br />
R. MARCHESINI, Natura e pedasosia, ed. Theorià, p. l l4<br />
T2
La <strong>di</strong>fficoltà, la sfida <strong>di</strong> approccio, <strong>di</strong> conoscenza oggettiva e <strong>di</strong> rispetto agli anim<strong>ali</strong>,<br />
non va <strong>di</strong>menticato, <strong>di</strong>pende i in buona parte dalla capacità <strong>di</strong> mettersi nei<br />
panni altrui. Questo compito risulta quin<strong>di</strong> essere ambizioso per i bambini in età<br />
della S.I. Per conoscere gli anim<strong>ali</strong> bisogna avvicinarsi a loro in maniera più <strong>di</strong>retta<br />
<strong>di</strong> quanto non pennetta il mondo delle fiabe; tuttavia per conoscere gli anim<strong>ali</strong><br />
è in<strong>di</strong>spensabile aver rafforzato I'immaginazione e la fantasia in quanto esse<br />
consentono <strong>di</strong> uscire dalla consuetu<strong>di</strong>ne e dal proprio mondo. L'immaginazione e<br />
la fantasia fanno sì che non tutto venga dato per scontato.<br />
Le storie forse non aiutano necessariamente i bambini ad avvicinarsi i bambini al<br />
mondo animale, tuttavia aiutano i processi ment<strong>ali</strong> del bambino, offrendo materiale<br />
ricco e duttile per giocare mentalmente, manipolando e reinventando la realtà.<br />
Per far sì che il narratore riesca ad entrare in contatto con il bambino bisogna che<br />
egli trovi un canale <strong>di</strong> comunicazione con esso: scegliere <strong>di</strong> comunicare attraverso<br />
gli anim<strong>ali</strong> risulta essere una mod<strong>ali</strong>tà molto efficace. Questo non basta però, è<br />
necessario anche che l'animale venga vestito dei panni che interessano il bambino.<br />
2.2.3. Rappresentazioni anim<strong>ali</strong> nel racconto per I'infanzia<br />
Vari sono i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> rappresentare gli anim<strong>ali</strong> nelle fiabe e nei racconti per<br />
l'rnfanzia. Questo <strong>di</strong>pende dal <strong>di</strong>verso tipo <strong>di</strong> autore, dal periodo storico, dall'area<br />
geografica in cui viene concepito il racconto.<br />
I mo<strong>di</strong> più comuni <strong>di</strong> rappresentazione animale sono:<br />
r La metamorfosi in animale<br />
Si parla del passaggio dal mondo umano a quello animale o viceversa (I^a bella e la Bestia).<br />
2. L'antropomorfismo dell'animale<br />
Gli anim<strong>ali</strong> parlano, si vestono, vivono in ambienti che ricordano le abitazioni degli uomini,...<br />
. Lo zoomorfismo del personaggio umano<br />
Di solito si tratta <strong>di</strong> un aspetto problematico; il protagonista deve scegliere se restare sotto<br />
spoglie anim<strong>ali</strong> o se integrarsi nella società umana (ll libro della giungla, Pinocchio, Il<br />
brutto anatroccolo)<br />
3. Lo sposo animale<br />
Animale <strong>di</strong> natura ibrida che spesso subisce una metamorfosi finale <strong>di</strong> riscatto. Matrimoni<br />
tra uomo e animale (Biancaneve e Rossarosa, ln Bella e Ia Bestia)<br />
o L'animale guida<br />
Animale consigliere, compagno, guida, interme<strong>di</strong>ario, saggi<br />
Fra queste rappresentazioni degli anim<strong>ali</strong> nella letteratura per I'infanzia mi soffermerò<br />
solo sull'animale antropomorfrzzato e sul'animale guida in quanto ritengo<br />
che questi siano i modelli più utilizzati nelle storie raccontate ai bambini della S.I.<br />
e nei racconti. Nel mio progetto verrà presentata la Talpa Fosca che accompagnerà,<br />
racconterà, farà conoscere il bosco, intenogherà i bambini sulle loro sensazioni,<br />
sbircerà nella sezione, evocherà e collegherà le storie degli anim<strong>ali</strong>. anche gli altri<br />
anim<strong>ali</strong> che verranno presentati e animati avranno un carattere. I bambini, antro-<br />
13
pomorfizzando I'animale fanno un'analogia tra il loro corpo e le loro azioni e<br />
quelle degli anim<strong>ali</strong> (gli anim<strong>ali</strong> si grattano, si arrampicano, corrono, saltellano,<br />
hanno paura, sono agitati o tranquilli,...). Si può affermare che i bambini importano<br />
nelle storie <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong> le proprie esperienze percettive.<br />
L' animale antropomo rftzzato<br />
L'animale antropomorfizzato è generalmente buono mentre l'animale non antropomorfìzzato è<br />
solitamente visto come il cattivo.<br />
Piaget, per quanto riguarda questo tipo <strong>di</strong> rappresentazione dei bambini, afferma che nei primi<br />
anni <strong>di</strong> crescita il bambino è in grado solo <strong>di</strong> sviluppare concetti person<strong>ali</strong>zzati alle sue esperienze.<br />
Bettelheim sottolinea poi come il bambino sia realmente convinto che l'animale senta e<br />
comprenda come lui. L'egocentrismo e la tendenza animistica del bambino favorirebbero quin<strong>di</strong><br />
questo tipo <strong>di</strong> approccio piuttosto che altri. Come Marchesini, credo però che questo aspeno non<br />
sia da ra<strong>di</strong>c<strong>ali</strong>zzare: il bambino infatti viene a contatto con anim<strong>ali</strong> e si accorge che essi non<br />
parlano, non si vestono e hanno caratteristiche particolari <strong>di</strong>verse da quelle umane. Una delle<br />
prime cose che egli impara sono infatti i versi degli anim<strong>ali</strong>, le loro voci e la loro particolare<br />
natura. Il bambino comprenderebbe quin<strong>di</strong> che I'animale presentato nella letteratura non è un<br />
animale oggettivo ma questo non toglie il suo interesse verso t<strong>ali</strong> storie. Quanto più un animale<br />
viene presentato con caratteri insoliti e assur<strong>di</strong> tanto più esso accende I' interessè del bambino.<br />
Forse si potrebbe quin<strong>di</strong> vedere I'attrazione del bambino per I'animale antropomorfo più come<br />
un fascino per il suo carattere insolito, magico. Attribuendo gli oggetti e le azioni della vita<br />
quoti<strong>di</strong>ana del bambino agli anim<strong>ali</strong> essi entrano nella sua immaginazione e gli danno la possibilità<br />
<strong>di</strong> giocare con i suoi pensieri. Quin<strong>di</strong> l'animale antropomorfo, interprete <strong>di</strong> desideri, bisoi<br />
del bambino, verrebbe utrlizzato per aumentare le occasioni <strong>di</strong> identificazione.<br />
L'animale saggio<br />
Anche in questo caso I'animale viene visto come antropomorfo. L'animale in questo caso <strong>di</strong>venta<br />
un punto <strong>di</strong> riferimento per I'uomo, il quale vi si affida quando si trova in situazione <strong>di</strong><br />
bisogno (soprattutto a livello morale).<br />
L'animale compagno rappresenta spesso la "natura maestra" che può ricondurre l'uomo sulla<br />
via della salvezza. La narura viene quin<strong>di</strong> vista come benigna e I'animale consigliere e compaall'uomo<br />
<strong>di</strong> riavvicinarsi alla natura. fonte <strong>di</strong><br />
Anch'io contribuirò attraverso il mio atteggiamento verso la natura e gli anim<strong>ali</strong><br />
a con<strong>di</strong>zionare I'immaginario dei bambini. Nel mio progetto presenterò un certo<br />
numero <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong> attraverso <strong>scene</strong> e momenti narrativi (racconti che presenteranno<br />
gli anim<strong>ali</strong> anche in modo animistico). Per chiarire e precisare il lavoro <strong>di</strong><br />
pîeparazione svolto desidero proporre qui una riflessione sulle conoscenze che i<br />
bambini potrebbero avere e alcune delle "carte d'identità" <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong> da mettere<br />
in scena e sviluppare con i bambini<br />
Riflessioni sulle conoscenze che i bambini <strong>di</strong> quest'età potrebbero ayere<br />
degli anim<strong>ali</strong> e carte d'identità <strong>di</strong> alcuni anim<strong>ali</strong><br />
Nel mio progetto chiedo ai bambini <strong>di</strong> identificarsi, simulare, imitare, drammatrzzare,<br />
immaginare il corpo, descrivere gli anim<strong>ali</strong>,...Ma qu<strong>ali</strong> conoscenzehanno<br />
i bambini degli anim<strong>ali</strong> e delle loro <strong>scene</strong> <strong>di</strong> vita? Qual è I'esperienza effettiva<br />
che hanno degli anim<strong>ali</strong>? Basandomi sulla mia esperienza e conoscenza dei<br />
t4
ambini posso <strong>di</strong>re che il loro immaginario rispetto agli anim<strong>ali</strong> è già "vivo"... I<br />
bambini, attraverso lo zoo, una visita al serraglio, il circo, qualche spezzone <strong>di</strong><br />
documentario, dei cartoni animati, dei libri e delle storie hanno già un patrimonio<br />
immaginativo (visivo e u<strong>di</strong>tivo) in parte costituito <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong>, <strong>scene</strong>, situazioni...quello<br />
che io ho cercato <strong>di</strong> fare è stato <strong>di</strong> tenere presente <strong>di</strong> queste possibili<br />
conoscenze e dr proporre comunque <strong>scene</strong> ed anim<strong>ali</strong> semplici da deco<strong>di</strong>ficare.<br />
IJn aspetto importante che vorrei sottolineare è il fatto che, anche se attraverso le<br />
storie,...contribuirò ad <strong>ali</strong>mentare I'animismo e 1'antropomorfismo, sono comunque<br />
partita dal bosco reale e ho cercato <strong>di</strong> mantenere caratteristiche, azioni,...<br />
basandomi sulla realtà oggeffiva <strong>di</strong> questi anim<strong>ali</strong>, cercando <strong>di</strong> rispettare il<br />
corpo e il movimento re<strong>ali</strong>.<br />
Queste schede degli anim<strong>ali</strong> che ho presentato sono state preparate attraverso un<br />
lavoro personale <strong>di</strong> immaginazione, drammatizzazione e sperimentazione <strong>di</strong><br />
materi<strong>ali</strong> e sonorità. la mia sperimentazione è stata moto importante per visu<strong>ali</strong>zzaÍe,<br />
fare dei tentativi, scegliere le mod<strong>ali</strong>tà migliori, adattare situazioni e sonorità<br />
ai bambini. Quando si vuole proporre qualcosa ai bambini è sempre importante<br />
innanzitutto vivere in prima persona I'esperienza.<br />
Gli anim<strong>ali</strong> scelti da presentare sono stati scelti in base alle loro caratteristiche<br />
contrastanti: contrasti nella <strong>di</strong>mensione, nel movimento, nelle abitu<strong>di</strong>ni. Inoltre<br />
sono stati scelti anim<strong>ali</strong> del bosco piuttosto noti; in questo modo i bambini possono<br />
avere più facilità nella loro descrizione e nel riconoscerli (suono, movimento).<br />
La presenza dt contrasti e <strong>di</strong> caratteristiche ben <strong>di</strong>stinte può favorire la<br />
descrizione da parte dei bambini.<br />
Qui presento I'orso e lo scoiattolo, contrastanti nel peso, nella grandezza del corpo,<br />
nell'agilità e nella connotazione. L'orso viene visto come animale che spaventa gli altri,<br />
mentre lo scoiattolo come animale socievole e docile.<br />
15
L'ORSO<br />
DIMENSIONI: L'ORSO HA UN CORPO GROssO E PESANTE<br />
Postura: Commino o guottro <strong>zampe</strong>, mo o volte commino in posturo eretta (con le <strong>zampe</strong> posteriorí)<br />
Azioni e movimenti: solitomente è píutlosto lento, commÍno e sÍ muove sulle foglíe secche, si rotolo<br />
nelle foglie, si owicíno od un olbero e comínciq o grottorsi lo schieno e lo pellíccío contro lo corteccio<br />
dell'olbero muovendosi su e gíù, vo a cercare il miele nei buchi degli olberi, mongío il miele<br />
Coratlere: è goloso, dormiglione, egocentrico, brontolone, permoloso e con sbolzi improvvisi<br />
d'umore; per guesto spesso gli oltri onimqli lo temono e/o pref eriscono evitorlo. Non vo poí <strong>di</strong>menticoto<br />
il suo peso che può essere un vero Ínconveníente per un picchío o uno scoíottolo che si trovono<br />
sul suo commino!<br />
Contesto: bosco, terreno con foglíe secche, olberi<br />
Moterioli: f oglie secche, scotolq rovesciotq , pigne,legni ruví<strong>di</strong><br />
Suoní e rumorí: bottere con le moní sulla scotolo rovescioto (casso <strong>di</strong> risononzo), bottere le moni,<br />
ín modo pesonte mo lentamente (per lo comminoto), più veloce (per lo corsa), grottore insíeme due<br />
ptgne oPPure sfregare due bostoni molto ruvi<strong>di</strong> (l'orso che sí grotto), suoní gutturqlí con lo voce<br />
(verso dell'orso), fingere <strong>di</strong> mongíore f acendo molto rumore con lq bocco e f acendo delle specie <strong>di</strong><br />
"ruggití" (l'orso ío).<br />
In contrasto. . .<br />
LO SCOIATTOLO<br />
DIMENSIONII PTCCOLO E LECGERO<br />
Posturo: cammino con possetti veloci, agîlí e piccoli sulle guottro zompe. Quondo si fermo rímone<br />
sulle zompe posteríorí.<br />
Azioní e movimentí: è ogíle. Corre in modo molto leggero sulle foglie secche, sí orrompico suglí olberi<br />
ed entro nello tono (buco nell'olbero), mongio le ghionde e le nocciole, gíoco o loncíore le nocciole.<br />
Corattere: è un qnímole biricchino, curíoso, giocherellone, che omo scherzare. Sr spovento però focilmenle<br />
e olloro scoppo q nqscondersi, soprottutto se nelle vicinonze c'è l'orso.<br />
Contesto: nel mezzo del bosco, oi pÍe<strong>di</strong> degli olberi, sugli olberi, nello tono (buco nell'olbero)<br />
Moteríoli: f oglie secche, noccioline, ghionde, gusci <strong>di</strong> noci, pigne e cortecce<br />
SUONI E RUMORI: PASSETTI LEGGERISSIMI NELLE FOGLTE, MUOVERLE LE66ERMENTE<br />
coN LE DrrA, GRATTARE rNsrEME DUE GUSCT Dr NOCr, GHTANDE (SGRANOCCHTA LE<br />
NOCGOLE...), GRATTARE CON LE UNGHIE 5U UNA CORTECCIA RUWDA O GRATTARE LE6-<br />
GERMENTE UNA Pr6NA SU UNA CORTECCTA (LO SCOTATTOLO 5r ARRAMPTCA), LANCTARE<br />
LE NOCGOLE NELLO SCATOLONE DELLE FOGLTE SECCHE (6TOCARE A LANCTARST LE NOC-<br />
croLE).<br />
La Talpa è I'animale che farà da tramite tra il bosco e gli anim<strong>ali</strong> del bosco e che<br />
inviterà i bambini a compiere <strong>di</strong>verse esperienze percettive.<br />
t6
LA TALPA<br />
DIMENSIONI: PIUTTOST? PTccoLA, MA coN DELLE ZAMPE E DELLE UNGHIE FoRTr (pER<br />
scAvARE)<br />
Postura: solitomente o quottro <strong>zampe</strong>, mo o volte si mette in posizíon e eretta per guordorsi oftorno<br />
(o quondo esce dollo tono).<br />
Azioni e movímenti: scovcr delle galleríe sotterronee, esce oll'operto, onnuso lo terro, oscolto i suoní<br />
degli ohri onímoli. (lo tolpo sorà il personoggío guido del progetto e oiuterò i bombini o scoprire<br />
íl bosco, preporerò un percorso, porterò, con l'oiuto <strong>di</strong> tutte le tolpe e <strong>di</strong> oltri onimoli, nuovo moteriole<br />
del bosco in sezione, regalerà un líbrone con ritrotti degli scenorí e degli onímoli del bosco oi<br />
bombiní).<br />
Cara'f'fere: si trotlq <strong>di</strong> uno giovone tolpo, piuttosto curioso e ottimisto. 5e sí invade lo suo privocy<br />
e il suo îerritorio può però orrobbiorsí e comínciore o brontolore. Díologo con glí esseri umoní (con<br />
me) ottroverso un linguoggio <strong>di</strong> versi (ocuti). Non cí vede bene, anzi...ci vede molto fosco! Riconosce<br />
guín<strong>di</strong> gli onim<strong>ali</strong> doi suoni e doi rumori prodottí dol loro muoversí e chiede oiuto oi bombini per<br />
imporare rumorí <strong>di</strong> oltri onimoli.<br />
Contesto: vive nel bosco, mo scovondo gallerie sotterrone può orrívare tn mezzo o proli, terreni e<br />
o volte,...per sboglío...onche in pozze d'ocquol<br />
Moteriolí: terro, scotolo, sobbío grossa (sossolíni f inissímí)<br />
Suoni e rumori: grottore ín uno scotola con terrq, scovore conle mani, buttondo lo terro contro lo<br />
ete dello scotolone.<br />
(...beh, non sono proprio sicura che la talpa ogni tanto si alzi in pie<strong>di</strong>, ma è così che io I'ho<br />
immaginata!)<br />
2.3. LE PERCEZIONI<br />
2.3.1 . L'importanza delle esperienze percettive<br />
Percepire significa prendere contatto con un oggetto esterno utilizzando una molteplicità<br />
<strong>di</strong> sensazioni. Il mondo che ci circonda ci viene comunicato dai sensi, che<br />
costituiscono i can<strong>ali</strong> attraverso i qu<strong>ali</strong> ci giungono gli stimoli del mondo esterno.<br />
Ogni senso è orientato verso uno specificoiettore <strong>di</strong> stimoli e le varie percezioni si<br />
integrano tra <strong>di</strong> loro e, unendosi, ci danno una visione globale <strong>di</strong> oggetti, azioni,<br />
fenomeni ...La ricchezza della realtà che viene costruita <strong>di</strong>pende quin<strong>di</strong> dalla plur<strong>ali</strong>tà<br />
delle esperienze percettive che facciamo. Gli elementi della realtà vengono colti<br />
dall'in<strong>di</strong>viduo tramite i can<strong>ali</strong> sensori<strong>ali</strong>, che raccoglie stimoli e sensazioni. Solo<br />
raramente questi can<strong>ali</strong> vengono coinvolti tutti contemporaneamente. Solitamente si<br />
utiiizzano solo alcuni (o solo uno) dei can<strong>ali</strong> sensori<strong>ali</strong>. A <strong>di</strong>pendenza delle situazioni<br />
in cui ci si trova ci sono quin<strong>di</strong> dei can<strong>ali</strong> che sono privilegiati (per esempio <strong>di</strong><br />
notte l'u<strong>di</strong>to sarà privilegiato rispetto alla vista). L'utrhzzazione <strong>di</strong> certi can<strong>ali</strong><br />
piuttosto che altri <strong>di</strong>pende però anche dall'abitu<strong>di</strong>ne che si ha <strong>di</strong> utilizzarli (ad<br />
I]
esempio nella nostra società la vista è stata maggiormente sviluppata...). Attraverso<br />
ogni canale, e soprattutto attraverso il canale più attivo, passano una serie <strong>di</strong> informazioni<br />
pratiche (per esempio se sentiamo una sirena veniamo informati <strong>di</strong> un pericolo<br />
e della sua loc<strong>ali</strong>zzazione spaziale, oppure trovandoci <strong>di</strong> fronte a un fiume ne<br />
percepiamo la <strong>di</strong>rezione, la larghezza, I'altezza...); non tutti gli stimoli percettivi<br />
presenti nell'ambiente ci toccano però. Nel mondo esterno ci sono moltissimi elementi<br />
<strong>di</strong> cui non teniamo conto. Selezioniamo infatti gli stimoli provenienti<br />
dall'esterno e solo ciò che ci interessa e ci colpisce si trasforma in informazione. E<br />
quin<strong>di</strong> solo attraverso un atteggiamento attivo che le percezioni entrano a far parte<br />
della nostra costruzione della realtà. Educare alla percezione significa attivare<br />
l'attenzione per non lasciarsi sommergere nella marea <strong>di</strong> stimoli presenti<br />
nell'ambiente esterno. Educare a percepire vuoi <strong>di</strong>re favorire un'integrazione più<br />
completa fra in<strong>di</strong>viduo e realtà. A questo proposito Piaget" afferma che la relazione<br />
fra la realtà e f in<strong>di</strong>viduo (alla base della crescita della persona) dà luogo ad equilibri<br />
che si assestano <strong>di</strong> volta in volta su <strong>di</strong>versi livelli (assimilazione e accomodamento).<br />
In un primo tempo il b.no si limita ad un'imitazione sensorio-motrice: predominano<br />
le sensazioni, le manipolazioni, i movimenti...ed è con questi strumenti<br />
che la realtà viene assimilata. Lavorando con un gruppo <strong>di</strong> bambini in cui il numero<br />
<strong>di</strong> bambini del I e del II livello è elevato sarà importante tenere presente della necessità<br />
dei bambini <strong>di</strong> esplorare, manipolare, inoltre molto probabilmente osservando<br />
le mod<strong>ali</strong>tà <strong>di</strong> evocazione dei bambini potrò notare una tendenza ad usare come<br />
canale <strong>di</strong> espressione quello del movimento.<br />
Dai quattro anni circa I'imitazione viene interiorizzata (formazione <strong>di</strong> immagini,<br />
simboli concreti, "schemi o copie riassuntive dell'immagine percepita"). Questa<br />
fase simbolica è significativa: il b.no può operare delle trasposizioni, "giocare" con<br />
i simboli e combinarli per ottenere rappresentazioni più ampie e articolate. Questi<br />
simboli concreti non svaniscono con I'infanzia, non cedono completamente il passo<br />
ai linguaggi convenzion<strong>ali</strong> che subentrano in seguito (intelligenza riflessa, astrazione,<br />
segni convenzion<strong>ali</strong>). Questi simboli continuano ad essere alla base delle creazioni<br />
e nutrono f immaginazione.<br />
Ritengo importante, soprattutto nel periodo della S.I., offrire ai b.ni delle esperienze<br />
percettive che tengano in considerazione tutti i sensi per avere un bagaglio <strong>di</strong> esperienze<br />
che contribuisca a costruire una visione della realtà ricca e sfaccettata.<br />
Le percezioni danno delle emozioni molto intense e contribuiscono quin<strong>di</strong> a dare<br />
corporeità all'esperienza. Ciò che proviamo con le nostre mani, che ve<strong>di</strong>amo con i<br />
nostri occhi, che annusiamo o gustiamo sarà qualcosa che ci toccherà in modo più<br />
<strong>di</strong>retto e profondo (a livello affettivo) e che quin<strong>di</strong> ci resterà maggiormente impresso:<br />
tramite le sensazioni vissute si impara a conoscere e a conoscersi meglio. Troppo<br />
spesso, nella nostra società, si tende a separare e <strong>di</strong>videre le esperienze e gli<br />
" J.PIAGET, cit.in M. DELLA CASA, Voci suoni rumori. ed. La scuola, Brescia 1986, p. l4<br />
18
insegnamenti in scompartimenti stagni, <strong>di</strong>menticandosi che tutte queste cose non<br />
sono altro che sfaccettature <strong>di</strong> una stessa realtà. Non si può evitare che nella conoscenza<br />
del mondo oggettivo entri la nostra soggettività. E se questo succedesse...potrernmo<br />
ancora considerarci degli esseri umani?.<br />
Nel mio progetto cercherò <strong>di</strong> offrire ai bambini delle occasioni <strong>di</strong> contatto <strong>di</strong>retto<br />
con la natura (uscite nel bosco), nelle qu<strong>ali</strong> proporrò dei momenti <strong>di</strong> esplorazione e<br />
delle esperienze percettive, tenendo in considerazione più sensi. Questo potrà favorire<br />
I'immersione dei bambini nel bosco e potrà offrire dei momenti <strong>di</strong> conoscenza<br />
più vera, in quanto vissuta.<br />
2.4. LA PERCEZIONE<br />
UDITIVA<br />
2.4.I. Il potere evocatore del suono<br />
La convinzione che il suono sia la sostanza originaria <strong>di</strong> tutte le cose e del suo potere<br />
<strong>di</strong> mettere in sintonia con energie cosmiche e <strong>di</strong>vine è presente in molti miti delle<br />
culture extraeuropee (egizi, in<strong>di</strong>ani, aborigeni austr<strong>ali</strong>ani,...). Secondo t<strong>ali</strong> tra<strong>di</strong>zioni,<br />
in principio era il suono. Anche nella cultura cristiana si può rintracciare la suggestione<br />
e I'incantamento provocati dalla me<strong>di</strong>tazione sonorizzata.... I1 suono ha<br />
quin<strong>di</strong> un grande potere evocatore ; evoca e richiama immagini profonde e arcaiche.<br />
Viviamo in un ambiente sonoro e ciascuno <strong>di</strong> noi ha <strong>di</strong>retta esperienza <strong>di</strong> come<br />
alcuni suoni e rumori della natura possano avere un forte potere evocatore. Ognuno<br />
<strong>di</strong> noi ha un particolare vissuto sonoro : questo fa sì che particolari suoni evochino<br />
in noi dei ricor<strong>di</strong> profon<strong>di</strong>, legati alla nostra infanzia, all'ambiente <strong>di</strong> vita o ad episo<strong>di</strong><br />
avvenuti. Non si tratta solo dei propri ricor<strong>di</strong> person<strong>ali</strong>, ma <strong>di</strong> tracce<br />
dell'esperienza <strong>di</strong> generazioni precedenti, culture e archetipi cultur<strong>ali</strong>, tramandati<br />
nel tempo.<br />
Il suono può essere utilizzato per attivare e sviluppare la capacità e la sensibilità<br />
percettive, rivolte all'interno e all'esterno <strong>di</strong> sé. Imparare ad ascoltare i propri<br />
< suoni > interiori, vuol <strong>di</strong>re favorire e promuovere una <strong>di</strong>sponibilità alla riflessione<br />
e alla concentrazione, imparare a sentire i < suoni >> esterni, può significare sviluppare<br />
la curiosità, I'esplorazione e lo stare insieme agli altri,...<br />
Nel mio progetto ai bambini verranno proposte delle sonorità <strong>di</strong> materi<strong>ali</strong> natur<strong>ali</strong>.<br />
Si tratterà inoltre <strong>di</strong> ascoltare e proporre dei suoni e dei rumori che rievochino i<br />
movimenti degli anim<strong>ali</strong> del bosco: si cercherà quin<strong>di</strong>, attraverso I'evocazione <strong>di</strong><br />
suoni, <strong>di</strong> arricchire e animare I'ambiente bosco. Nel mio caso quin<strong>di</strong> le sonorità<br />
avranno molta importanzà e , attraverso materi<strong>ali</strong> adeguati, si toccherà proprio<br />
I'aspetto evocatore del suono, rivalutando la sua importanza in una mod<strong>ali</strong>tà spesso<br />
<strong>di</strong>menticata alla S.I.<br />
l9
2.4.2. Origini della musica e svíluppo sonoro-musicale del bambino:<br />
un rapporto trafilogenesi e ontogenesi<br />
Nella ricerca delle origini della musica si può notare un percorso che accomuna il<br />
b.no all'uomo primitivo. Per questo motivo è interessante cercare <strong>di</strong> scoprire come<br />
I'uomo primitivo abbia scoperto i suoni e come abbia avuto origine la musica. Alcune<br />
tappe <strong>di</strong> questo percorso potranno avere un valore esemplificativo e potranno<br />
permettere <strong>di</strong> fare un parallelismo tra I'evoluzione umana e I'evoluzione del b.no<br />
nelle esperienze music<strong>ali</strong>.<br />
Per quanto riguarda la scoperta dei suoni e in seguito I'origine della musica, non ci<br />
sono dati precisi su quando e come questo sia avvenuto : tutto ciò su cui ci si può<br />
basare sono delle ipotesi legate ad antichi miti e tra<strong>di</strong>zioni tramandate dai popoli<br />
primitivi o a ricerche su popolazioni tuttora esistenti che mantengono uno stile <strong>di</strong><br />
vita primitivo.<br />
Nei racconti degli uomini primitivi I'origine della musica viene a volte fatta ris<strong>ali</strong>re<br />
alf imitazione degli anim<strong>ali</strong> e in generale dei suoni della natura e degli ambienti<br />
(vento, pioggia, temporale, fuoco, ruscello, vento,...).<br />
< La lingua primor<strong>di</strong>ale sí rifugiò nelle acque, <strong>di</strong> Iì negli alberi, così nel tamburo e<br />
nel flauto, dando vita a í linguaggi music<strong>ali</strong>r't<br />
E importante ricordare che in ogni paesaggio e area geografica ci sono caratteristiche<br />
<strong>di</strong>fferenti (del clima, degli elementi e dei materi<strong>ali</strong> natur<strong>ali</strong>,..) che influenzano la<br />
formazione della cultura sonora e musicale dei <strong>di</strong>versi popoli : ogni ambiente crea<br />
effetti sensori<strong>ali</strong> particolari. E ascoltando la natura che I'uomo ha incontrato il suono<br />
ed è alla natura che si è ispirato in molte delle prime produzioni sonore, music<strong>ali</strong>...Tutto<br />
suona e risuona neil'incessante movimento degli elementi primari : vento,<br />
acqua, terra, fuoco.<br />
L'uomo è un attento esploratore, ha un carattere sperimentatore ed imitativo ed è<br />
proprio grazie a questo carattere che ha cominciato a ripetere e imparare le espressioni<br />
degli anim<strong>ali</strong> e le infinite voci della natura.<br />
Anche il corpo umano è sonoro: tramite le nostre azioni vengono prodotti suoni e<br />
rumori, posse<strong>di</strong>amo la voce che ci permette <strong>di</strong> comunicare in maniera sonora,... ii<br />
corpo stesso produce, con le funzioni vit<strong>ali</strong> (respirazione, battito car<strong>di</strong>aco,...), suoni<br />
e rumori. Il primo strumento musicale utilizzato dall'uomo è stata sicuramente la<br />
voce e probabilmente, all'inizio,le sue produzioni < music<strong>ali</strong> > erano solo voc<strong>ali</strong><br />
(grida, lamenti, pianto, richiami, canti singoli o d'insieme, voci,...). L'uomo primitivo<br />
accompagnava probabilmente queste manifestazioni voc<strong>ali</strong> con delle percussioni<br />
(uno dei movimenti più natur<strong>ali</strong>) sul e con il corpo (battere i pie<strong>di</strong> per terra,<br />
battere le mani tra <strong>di</strong> loro, battere le mani su altre parti del corpo,...).<br />
Con il tardo Paleolitico cominciarono a nascere i primi strumenti music<strong>ali</strong>, costruiti<br />
con il materiale che I'uomo trovava e utilizzava quoti<strong>di</strong>anamente.<br />
'-<br />
W. MAIOLI, Il suono e la musica. Jaca Book, Milano 199 I<br />
20
L'uomo ha cominciato così a scegliere e conservare oggetti nafur<strong>ali</strong>, per la consistenza<br />
della loro materia, per la forma, per la funzione pratica (spesso suggerita<br />
dalla forma...). La selezione per scopi music<strong>ali</strong> è avvenuta, in un secondo tempo, in<br />
base alle sonorità dei materi<strong>ali</strong> e degli oggetti e alla loro interazione con il corpo e<br />
la voce...<br />
I materi<strong>ali</strong> natur<strong>ali</strong> sono le prime risorse che circondano I'uomo nel suo ambiente :<br />
un'immensa quantità <strong>di</strong> forme, materi<strong>ali</strong>, sostanze che stimolarono e stimolano<br />
interessi. Tra i materi<strong>ali</strong> natur<strong>ali</strong> una parte può essere definita già pronta per<br />
I'uso >>,<br />
"<br />
Iìon richiede lavorazioni ; altri materi<strong>ali</strong> si prestano invece ad essere assemblati,<br />
trasformati, lavorati per <strong>di</strong>ventare oggetti più complessi. Anche gli elementi<br />
primari come la terra, I'acqua e il fuoco sono da considerare tra i primi materi<strong>ali</strong><br />
sonori. I primi strumenti music<strong>ali</strong> sono stati ottenuti dai materi<strong>ali</strong> natur<strong>ali</strong> intatti : un<br />
corpo completo, a volte attaccato all'ambiente (tonchi cavi, grosse pietre, stalagmiti<br />
e stalattiti...), o una sua parte (semi, ghiande, legni, ossa, noci,...).<br />
Le prime manipolazioni dei materi<strong>ali</strong> natur<strong>ali</strong> furono il percuotere, il raschiare, il<br />
tagliare il levigare, il segare, il perforare,...Queste azioni sono <strong>di</strong>mostrate dai reperti<br />
archeologici e dagli utensili che permettono queste operazioni.<br />
I primi strumenti music<strong>ali</strong> con il tempo andarono sempre più perfezionandosi e<br />
arricchendosi <strong>di</strong> particolari, fino ad arrivare agli strumenti che conosciamo al giorno<br />
d'oggi...<br />
La necessità <strong>di</strong> imitare i suoni e i rumori della natura non è scomparsa neanche più<br />
avanti, ma si è solo trasformata a causa dell'evolversi dell'uomo e delle sue conquiste<br />
in campo musicale.<br />
L'uomo, anche se in forme <strong>di</strong>verse, continua ad ispirarsi alla natura nelle sue composizioni<br />
music<strong>ali</strong> (basti pensare ad esempio a <strong>di</strong> Débussy o al > <strong>di</strong> Rimskij-Korsakov...o alle nuove composizioni sonore che ricreano<br />
sonorità e atmosfere <strong>di</strong> ambienti, molto usati nelle tecniche <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione e<br />
rilassamento).<br />
Ritengo quin<strong>di</strong> importante basarsi su t<strong>ali</strong> considerazioni e partire, in un lavoro che<br />
comprende suoni e rumori, dal percorso naturale che segna il percorso evolutivo<br />
dell'uomo. Per questo motivo ho scelto <strong>di</strong> lavorare sui suoni utilizzando materi<strong>ali</strong><br />
natur<strong>ali</strong>, spesso nella loro forma originale e integrale e <strong>di</strong> proporre un ambiente<br />
naturale, come il bosco, da cui partire per I'ascolto e la produzione <strong>di</strong> sonorità.<br />
Anche il bambino, come I'uomo primitivo, esplora I'ambiente sonoro, legato al suo<br />
ambiente <strong>di</strong> vita, provando una particolare attrazione verso i materi<strong>ali</strong> e gli oggetti.<br />
Nella quoti<strong>di</strong>ana scoperta del mondo e dell'ambiente circostante i bambini sono<br />
continuamente confrontati con il suono: non si tratta <strong>di</strong> un fenomeno sconosciuto.<br />
Inoltre il suono è un fenomeno già presente nella vita intra-uterina. Il feto si trova<br />
prestissimo in contatto col battito car<strong>di</strong>aco, con suoni <strong>di</strong> inspirazione-espirazione,<br />
con la voce della madre e anche con i suoni che possono giungergli dall'esterno.<br />
2l
Ancora prima della nascita quin<strong>di</strong>, il b.no si trova immerso in un mondo sonoro <strong>di</strong><br />
cui coglie già alcuni elementi.<br />
Dal momento della nascita in poi il bambino è immerso nell'ambiente della casa,<br />
ricco <strong>di</strong> stimoli sonori, ed ogni suono e rumore lo raggiunge e lo coinvolge. Prima<br />
ancora <strong>di</strong> affenare il significato del linguaggio egli percepisce il timbro delle voci<br />
(<strong>di</strong>stingue la voce del padre da quella della madre), I'altezza, f intensità (si tranquilhzza<br />
o si spaventa), la durata. Quando ancora non capisce il senso delle parole, ne<br />
intuisce le connotazioni ritmiche, melo<strong>di</strong>che e risponde ad esse con movimenti e<br />
suoni corrispondenti, creando così una comunicazione da cui poi si svilupperà il<br />
linguaggio.<br />
Più tar<strong>di</strong>, nei primi mesi <strong>di</strong> vita, il b.no esplora gli oggetti che producono rumore :<br />
se si avvicina ad un oggetto sonoro egli reagisce tentando delle produzioni sonore<br />
(attraverso il movimento). Se si appende un oggetto sonoro alla sua culla, prima o<br />
poi ne esplorerà la sonorità, grattandone la superficie o battendo e sfregando.<br />
Nell'età della S.I. il bambino comincia a riprodurre delle melo<strong>di</strong>e e ad esplorare il<br />
materiale sonoro con più attenzione. Il canto <strong>di</strong>venta un canale <strong>di</strong> espressione al<br />
quale il bambino si avvicina già spontaneamente (si può notare come spesso i bambini<br />
utilizzino il canto per raccontare degli avvenimenti legati alla vita quoti<strong>di</strong>ana o<br />
durante il gioco libero inventando e riprendendo piccole nenie e cantilene).<br />
2.4.3. L' educazione musicale nell' ottica della glob<strong>ali</strong>tà<br />
La musica, in un mondo in cui prevale la logica della separazione tra affettività e<br />
appren<strong>di</strong>mento, appare come un mezzo per intrecciare pensiero ed emozione :<br />
I'aspetto affettivo è molto importante per creare una situazione significativa per il<br />
b.no, non è possibile apprendere senza tener conto dei molteplici legami che esistono<br />
tra <strong>di</strong>mensione cognitiva e <strong>di</strong>mensione affettiva. La musica, in questo senso,<br />
assume un ruolo <strong>di</strong> prevenzione del <strong>di</strong>sagio, <strong>di</strong> collegamento tra emozione e conoscenza,<br />
<strong>di</strong> connessione tra tutte le <strong>di</strong>scipline e i campi <strong>di</strong> esperienza. Diversi contributi<br />
<strong>di</strong> natura psicologica, a partire dagli anni "70, sottolineano I'importanza<br />
dell'unità e della sinergia delle <strong>di</strong>verse funzioni motorie, percettive, affettive, soci<strong>ali</strong>,<br />
intellettive nello sviluppo del b.no.<br />
Una volta parlare <strong>di</strong> educazione musicale a proposito <strong>di</strong> bambini piccoli poteva<br />
apparire impossibile. La musica era infatti considerata un'arte che si basava su una<br />
tecnica <strong>di</strong> scrittura e lettura, dunque improponibile a b.ni lontani dal linguaggio<br />
co<strong>di</strong>ficato.<br />
Ancora oggi la musica viene spesso utrhzzata scarsÍrmente, solo per feste ed occasioni<br />
particolari. Oppure si ricorre alla musica come riempitivo <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> attesa,<br />
cantando un repertorio <strong>di</strong> canzoni spesso ripetitivo. Gli strumenti music<strong>ali</strong> presenti<br />
in sezione vengono poco utilizzati, perché implicano un'organizzazione puntuale<br />
che se viene a mancare crea molta confusione e <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. I suoni desli am-<br />
22
ienti vengono tenuti poco in considerazione e spesso poco spazio viene lasciato ai<br />
b.ni per esplorare i materi<strong>ali</strong>, gli oggetti, il corpo e le loro sonorità.<br />
Diana Penso, a questo proposito, nella sua opera'', sostiene I'importanza <strong>di</strong> non<br />
isolare e limitare la portata educativa della musica ma <strong>di</strong> permetterle <strong>di</strong> entrare in<br />
<strong>di</strong>versi campi <strong>di</strong> esperienza del bambino, ponendo I'accento più sulla possibilità del<br />
bambino <strong>di</strong> essere il produttore della musica piuttosto che soltanto il fruitore..<br />
((L'educazione<br />
musicale <strong>di</strong>venta primariamente un incontro-confrontotrasformazione<br />
<strong>di</strong> risorse, desideri, identità píù che appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> contenuti<br />
<strong>di</strong>sciplinari e abilità, ponendo I'accento più sulfare che sullo stu<strong>di</strong>are, contrastando<br />
una tendenza che ci sembra essere ancora oggi forte e forse domínante, che vede<br />
I'educazíone musicale come un itinerario <strong>di</strong>sciplinare unidírezionele, un percorso<br />
ín cui conoscenze e abilità sono già programmate e che tutti devono acquisire secondo<br />
rítmí e forme prestabiliti. ,r'o<br />
Una fin<strong>ali</strong>tà fondamentale del lavoro dell'educatore, per quanto riguarda la formazione<br />
musicale, è quella <strong>di</strong> educare con e alla musica; concorrere cioè alla formazione<br />
globale dell'in<strong>di</strong>viduo attraverso I'attività sonora (educare con la musica) e<br />
sviluppare quelle capacità mlsic<strong>ali</strong> <strong>di</strong> base presenti potenzialmente in tutte le persone<br />
(educare alla musica). E ormai acquisito, nella comune coscienza pedagogica,<br />
che in ognuno <strong>di</strong> noi c'è un essere musicale...La music<strong>ali</strong>tà è frutto dell'intelligenza<br />
musicale, la quale è in parte ere<strong>di</strong>taria (scritta nel co<strong>di</strong>ce genetico) e in parte dovuta<br />
all'ambiente e alle esperienze (e quin<strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionata dall'educazione). Un tempo<br />
c'era invece la convinzione che la music<strong>ali</strong>tà non fosse una potenziale qu<strong>ali</strong>tà <strong>di</strong><br />
ogni in<strong>di</strong>viduo, D& fosse un dono > solo a una parte... Quin<strong>di</strong><br />
I'educazione musicale non veniva ritenuta molto importante e comunque non utile a<br />
tutte le persone (chi nasce stonato,...non potrà migliorare !). Il patrimonio genetico,<br />
per quanto eccellente sia, non potrà dare frutti se non stimolato opportunamente<br />
dall'ambiente.<br />
Il b.no che inizia la sua avventura nel mondo della scuola è portatore <strong>di</strong> potenzi<strong>ali</strong><br />
capacità music<strong>ali</strong> che la formazione deve far emergere.<br />
L'essenza della musica è il suono... Il percorso <strong>di</strong>dattico dovrà dunque prendere<br />
vita dallo sviluppo <strong>di</strong> un corretto atteggiamento <strong>di</strong> ascolto, ricezione consapevole e<br />
an<strong>ali</strong>tica dell'universo sonoro che ci circonda (atteggiamento non <strong>di</strong>ffuso nella<br />
nostra società attuale).<br />
Ascoltare significa sviluppare la curiosità verso i suoni, mettere in moto meccanismi<br />
cognitivi,...ascoltare vuol <strong>di</strong>re anche scoprire il proprio territorio, orientarsi<br />
nella realtà acustica <strong>di</strong> un luogo. L'ascolto inoltre è la tappa necessaria prima <strong>di</strong><br />
qualsiasi attività con i suoni : I'intonazione, la riproduzione ritmica, melo<strong>di</strong>ca,<br />
I'interpretazione necessitano <strong>di</strong> un corretto atteggiamento <strong>di</strong> ascolto.<br />
'' D. PENSO, La musica dei piccoli<br />
'" D. PENSO, op. cit.<br />
23
Un importante campo <strong>di</strong> esperrenza musicale, oltre a quello vocale (che rappresenta<br />
I'attività sonora più naturale, spontanea e quoti<strong>di</strong>anamente praticata...), è quello<br />
della manipolazione degli oggetti sonori. Lo strumentario <strong>di</strong>dattico deve essere a<br />
misura <strong>di</strong> bambino (oggetti che non richiedano sforzi muscolari eccessivi e posture<br />
<strong>di</strong>fficili da attuare per il b.no). È importante che I'approccio avvenga in modò esperienziale<br />
: è opportuno creare momenti in cui i b.ni possano sod<strong>di</strong>sfare la naturale<br />
curiosità verso gli oggetti sonori, partendo dal gioco libero per arrivare a momenti<br />
maggiormente strutturati. Nel mio progetto terrò conto <strong>di</strong> questi aspetti e del bisogno<br />
dei bambini <strong>di</strong> esplorare i materi<strong>ali</strong> (a liv. tattile e sonoro) attraverso<br />
1'allestimento e I'attivazione <strong>di</strong> un laboratorio <strong>di</strong> sperimentazione (bosco). I materi<strong>ali</strong><br />
sonori proposti saranno inizialmente sia quelli natur<strong>ali</strong>, appartenenti soprattutto<br />
all'ambiente bosco, sia strumenti music<strong>ali</strong> e oggetti legati alla vita quoti<strong>di</strong>ana (coperchi<br />
<strong>di</strong> pentole, cucchiai, grattuggia, mestoli,...).<br />
Un'altra importante capacità da sviluppare in quest'ambito è quella della traduzione<br />
della comunicazione sonora in altri tipi <strong>di</strong> linguaggio (verbale, gestuale, grafico).<br />
Tradurre un messaggio utilizzando un co<strong>di</strong>ce comunicativo <strong>di</strong>verso da queilo <strong>di</strong><br />
partenza si rivela essere un aspetto fondamentale per lo sviluppo integrale della<br />
persona. In particolare, in questo senso, risulta essere molto efficace tradurre il<br />
suono in gesto, passare quin<strong>di</strong> attraverso l'intelligenza musicale per arrivare alla<br />
motricità. Attraverso un approccio <strong>di</strong> tipo sinestetico cercherò nel mio progetto <strong>di</strong><br />
favorire il passaggio da suono ad altri can<strong>ali</strong> espressivi (movimento, immagine) e<br />
viceversa. Verranno attivati vari momenti <strong>di</strong> evocazione in cui i bambini, dovendo<br />
immaginare movimenti, azioni, vicende (script) <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong> del bosco, saranno tenuti<br />
soprattutto a passare da suono a movimento (o al contrario). A questo riguardo è<br />
interessante notare come anche Emile Jacques Dalcroze, sostenga la valenza positiva<br />
per lo sviluppo deli'in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong> suono e ritmo attraverso il movimento; egli<br />
scrive nel 1919:
infatti che il movimento consente una maggiore capacità percettiva, poiché porta a<br />
una grande frnezza percettiva e stimola il desiderio <strong>di</strong> percepire.<br />
< L'importanza del movimento sembra legata soprattutto al fatto che esso costituisce<br />
uno deglí elementi fondament<strong>ali</strong> della percezíone... il movimento consente aI<br />
bambino píccolo <strong>di</strong> organizzare, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> percepire come cose, oggettí che altrímenti<br />
appaiono <strong>di</strong>scontinuí, che non hanno ancora una propria chiara realtà <strong>di</strong><br />
cose per mancanza <strong>di</strong> coordínazione interna sullo sfondo <strong>di</strong> uno schema <strong>di</strong> riferimento<br />
con il quale noi rischiamo <strong>di</strong> confonderci>".<br />
A proposito del rapporto tra suono e movimento: esso è evidente nei b.ni, già piccolissimi<br />
; è <strong>di</strong>mostrato che fin dal sesto mese <strong>di</strong> gravidanza il feto è in grado <strong>di</strong><br />
percepire i suoni dall'esterno e <strong>di</strong> rispondere ad essi con movimenti muscolari.<br />
Quando il bambino nasce continua a rispondere ai suoni con dei movimenti, o altri<br />
suoni, creando così una prima comunicazione. Il gioco motorio <strong>di</strong>venta poi evidente<br />
quando il b.no comincia ad utilizzare gli oggetti o il suo corpo per produrre dei<br />
suoni. Il b.no utilizza quin<strong>di</strong> il movimento come elemento <strong>di</strong> ricerca e conoscenza<br />
del fenomeno acustico. Anche Tagore sostiene il valore del binomio musicamovimento,<br />
affermando che la prenezzadell'espressione viene raggiunta abbinando<br />
la musica al movimento. A questo proposito scrive
2. 5. 1 . L' importanza dell' immaginazione<br />
Buona parte del mio progetto si fonda sulla capacità dei bambini <strong>di</strong> evocare delle<br />
immagini. I bambini a partire da suoni, immagini o situazioni evocate verbalmente<br />
dovranno esprimere ciò che lo stimolo proposto ha evocato in loro. Per questo è<br />
importante avere un'idea chiara <strong>di</strong> cosa significhi immaginare e quale sia la sua<br />
valenza educativa.<br />
< I nostri bambini sanno molto dí più dí quanto immaginíamo. Hanno una saggezza<br />
intrinseca che li fa vedere il presente e il futuro più chiaramente <strong>di</strong> noi e Ia loro<br />
evoluzione awiene a una ritmo molto più rapido e più complesso detta nostra. rr't In<br />
quest'affermazione <strong>di</strong> Murdock viene manifestata l'opinione che i bambini conoscano<br />
già molte cose e che I'appren<strong>di</strong>mento debba essere mirato, in buona pqrte, a<br />
rafforzare ciò che essi già conoscono.<br />
Moltissimi b.ni <strong>di</strong>simparano quello che già sanno perché le loro conoscenze non<br />
vengono riconosciute.<br />
I b.ni pensano continuamente per immagini. Imparano a conoscere le cose usando<br />
tutti i loro sensi ; tuttavia perdono questa capacità naturale <strong>di</strong> apprendere con le<br />
proprie immagini sensori<strong>ali</strong> a meno che noi non la rafforziamo.<br />
Ma che cos'è I'immaginazione ? Letteralmente I'immaginazione viene definita<br />
come la < facoltà dí pensare senza regole fisse e <strong>di</strong> associare liberamente i dati<br />
dell'esperienza... rr" E che cosa succede quando si immagina? Si vedono nella<br />
mente immagini in movimento, si sentono melo<strong>di</strong>e, si percepisce I'odore o il sapore<br />
<strong>di</strong> idee, parole, oppure si sentono nel proprio corpo ? Probabiimente <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> queste<br />
forme vengono combinate insieme.<br />
Ognuno ha mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> sentire ciò che lo circonda e quin<strong>di</strong> mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> imparare.<br />
"Alcuni <strong>di</strong> noi rispondono prevalentemente con l'udíto ai suoni e alle parole<br />
pronunciate. Alcuni hanno bisogno <strong>di</strong> vedere un <strong>di</strong>agramma o una figura per comprendere<br />
un'idea. E altri ancora imparano e conoscere le cose attraverso il corpo.<br />
Imparano cinesteticamente attraverso una sensazione muscolare. Per loro I'idea si<br />
'mLrove'."'n<br />
Ritengo questo sia un aspetto importante da valutare nelle attività con i bambini.<br />
Non devo infatti proporre o imporre una sola mod<strong>ali</strong>tà <strong>di</strong> espressione, ma lasciare<br />
che ognuno scelga la mod<strong>ali</strong>tà che più gli si ad<strong>di</strong>ce.<br />
Nella nostra società il sistema educativo è legato alle attività verb<strong>ali</strong>, scritte, <strong>di</strong><br />
calcolo e alla memoria <strong>di</strong> fatti re<strong>ali</strong>... mette quin<strong>di</strong> in azione prevalentemente<br />
I'emisfero sinistro del cervello (tralasciando le arti e le attività non verb<strong>ali</strong> che sono<br />
legate all'emisfero destro, che è più legato all'affettività e, al contrario<br />
dell'emisfero sinistro che unisce le informazioni in modo or<strong>di</strong>nato e concatenato,<br />
''<br />
M.MURDOCK, L'immaeinazione guidata con ibambini e gli adolescenti. cap.l, Astrolabio, Roma 1989<br />
''<br />
ZINGARELLI, Vocabolario della lingua it<strong>ali</strong>ana<br />
'o<br />
M. MURDOCK, L'immasinazione guiclata con i bambini e gli adolescenti, p.33, Astrolabio, Roma 1989<br />
26
fonde insieme). In realtà non si può <strong>di</strong>re che queste qu<strong>ali</strong>tà appartengano solo ad<br />
uno degli emisferi, che la scuola ha privilegiato (e lo fa tuttora) solo un tipo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />
(verbale, lineare, sequenziale e orientato verso i fatti). I b.ni che seguono<br />
il modello d'appren<strong>di</strong>mento attuale spesso perdono la facoltà naturale <strong>di</strong><br />
immaginare e vivere le cose attraverso i sensi, perché <strong>di</strong>sapprovata...<br />
Si tratta invece <strong>di</strong> usare il cervello intero, inglobando I'immaginazione alle informazioni<br />
che sono già conosciute o utilizzando I'immaginazione e subito dopo passando<br />
ad un'attività verbale o artistica. Utilizzare entrambe gli emisferi implica<br />
apprendere in modo più globale e arricchente. In un progetto come il mio che cerca<br />
<strong>di</strong> tener conto della glob<strong>ali</strong>tà dell'in<strong>di</strong>viduo I'immaginazione assume un ruolo particolare.<br />
Murdock afferma che "l'immaginazíone è uno strumento per liberare la creativítà"'o<br />
e Bachelard scrive "l'imagination invente plus que des choses,et des drames,<br />
elle invente de Ia vie nouvelle, eIIe invente de I'esprit nouveau"". Ed è proprio<br />
questo aspetto che intendo sviluppare con il mio progetto: un approccio globale e<br />
creativo alla natura, che permetta <strong>di</strong> averne una visione più ricca. Cercherò infatti,<br />
attraverso sonorità, immagini e scenari, anim<strong>ali</strong> e piccole vicende legate ad essi, <strong>di</strong><br />
stimolare, arricchire ed animare I'immagine dell'ambiente bosco. A questo scopo<br />
proporrò anche delle esperienze percettive (multisensori<strong>ali</strong>) con I'intento <strong>di</strong> fornire<br />
esperienze <strong>di</strong>rette e materiale da rielaborare per I'attività immaginativa. Se usiamo i<br />
nostri sensi, le immagini, le sensazioni ad esse collegate, I'appren<strong>di</strong>mento non si<br />
limiterà a una memorizzazione meccanica. La capacità <strong>di</strong> ricordare qualcosa è<br />
strettamente legata alla percezione che abbiamo awto con i nostri sensi, ad<br />
un' esperienza sensoriale.<br />
Immaginare, fingere, fantasticare sono aspetti <strong>di</strong> un unico processo: il gioco mentale.<br />
Freud affermava che "il pensiero è un'esplorazione <strong>di</strong> possibílità""', in questo<br />
senso questo gioco è un primo passo verso i processi cognitivi. I1 paese della fantasia<br />
è il luogo dove regna la desiderabilità: la persona per affrontare la vita ha bisogno<br />
del sostegno <strong>di</strong> una ricca fantasia. Se I'immaginazione viene a mancare si può<br />
avere un arresto dello sviluppo: la fantasia è infatti strettamente connessa con la<br />
capacità <strong>di</strong> credere in sé stessi e <strong>di</strong> sperare nel futuro.<br />
La fantasia deve perciò essere <strong>ali</strong>mentata da molti stimoli esterni e da un alto grado<br />
<strong>di</strong> variabilità (possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssociare a associare elementi, avvenimenti,...): il<br />
bambino deve poterci giocare mentalmente.<br />
Il mondo delle fiabe è strettamente legato alla natura (soprattutto agli anim<strong>ali</strong>), non<br />
si tratta <strong>di</strong> un caso...<br />
'o<br />
M. MURDoCK,op. cit., p.l9<br />
''<br />
BACHELARD, cit. in M. DELLA CASA, Voci suoni e rumori. ed . La Scuola, Brescia 1986, p.l5<br />
" FREUD, cit.in R. MARCHESINI, Natura e pedasosia, p. 66, ed. Theoria, Roma 1996<br />
27
2.5.2. La creatívità<br />
Spesso si sente nominare il termine creatività, tanto che a volte viene utihzzato<br />
impropriamente, dando per scontato il suo reale significato. Per questo credo sia<br />
importante interrogarsi sul suo significato.<br />
La creatività può essere definita come un processo <strong>di</strong> collocazione <strong>di</strong> fatti conosciuti<br />
all'interno <strong>di</strong> nuovi rapporti reciproci. In generale la connessione tra i vari fatti avviene<br />
attraverso intuizioni improvvise e rappresenta il risultato <strong>di</strong> processi subconsci<br />
<strong>di</strong> pensiero. La capacità <strong>di</strong> combinare il vecchio e il nuovo costituiscono il fondamento<br />
della creatività.<br />
"La creatività è una combinazione <strong>di</strong> elasticità, <strong>di</strong> origin<strong>ali</strong>tà e capacità <strong>di</strong> accettare<br />
con prontezza idee che permettono <strong>di</strong> abbandonare schemí dí ragionamento<br />
abitu<strong>ali</strong> per schemi <strong>di</strong>versi e produttivi.'4t<br />
Alla base della creatività, alcuni psicologi e stu<strong>di</strong>osi, tra i qu<strong>ali</strong> Freud, hanno sottolineato<br />
I'importanza dei conflitti socio-cognitivi. Barton ha affermato che c'è bisogno<br />
<strong>di</strong> passare attraverso un periodo <strong>di</strong> confusione per poter esprimere la propria<br />
creatività.<br />
All'interno della creatività si <strong>di</strong>stinguono, in particolare, due aspetti: I'attività riproduttrice<br />
e I'attività combinatrice (creativa). L'attività riproduttrice è legata alla memoria<br />
e consiste nel ripetere dati già elaborati, ripetendo ed esercitando qualcosa<br />
che esiste già. L'importanza <strong>di</strong> tale tipo <strong>di</strong> attività non va sottovalutata in quanto<br />
aiuta I'uomo nell'adattamento al mondo che lo circonda. L'attività creativa consiste<br />
invece nel produrre azioni, impressioni, immagini nuove, non appartenenti alla<br />
memoria. Questi due tipi <strong>di</strong> attività sono in stretto collegamento: I'attività creatrice<br />
si basa su conoscenze passate per dar vita a nuove, <strong>di</strong>pende quin<strong>di</strong> dall'azione riproduttrice.<br />
Sarà interessante osservare questi atteggiamenti nei bambini, soprattutto un<br />
interrogativo che mi pongo è quello <strong>di</strong> osservare se i bambini saranno portati soltanto<br />
ad imitare o se procederanno al livello successivo e cioè quello creativo.<br />
Dove nasce la capacità <strong>di</strong> combinare?<br />
Vygotskij afferma che la creatività non è innata e non nasce improvvisamente, ma si<br />
sviluppa lentamente e gradualmente: essa si sviluppa soprattutto con I'accumularsi<br />
<strong>di</strong> esperienze. Ogni creazione si compone infatti <strong>di</strong> elementi forniti dalla realtà.<br />
"L'attività creatrice dell'immaginazione è in <strong>di</strong>retta <strong>di</strong>pendenza dalla ricchezza e<br />
dalla varietà della precedente esperienza dell'in<strong>di</strong>viduo, per iI fatto che questa<br />
esperienza è quella che fornisce il materiale <strong>di</strong> cui si compongono le costruzioni<br />
della fantasia.'oo Inizialmente l'azione creativa si basa su elementi re<strong>ali</strong> e solo in un<br />
secondo tempo, con uno sviluppo, si passa a livelli <strong>di</strong> maggior astrazione (elementi<br />
della fantasia). Ecco perché si rivela essere molto importante allargare il più possibile<br />
il campo delle esperienze del b.no: solo in questo modo egli può costruirsi un<br />
" J. BANDET, R. SARAZANS, L'enfant et les iouets, ed. Casterman. 1912<br />
" LS.VYGOTSKU,Immaeinazione e creatiuidnellbitiuità infantile, E<strong>di</strong>tori Riuniti, Roma, 1913,p.29<br />
28
icco bagaglio per la sua attività immaginativa e creativa. Da questo si può affermare<br />
che la fantasia non è antitetica alla realtà: la memoria <strong>di</strong> fatti ed esperienze re<strong>ali</strong> è<br />
la base per creare nuove combinazioni...Non sempre però I'immaginazione si basa<br />
sull'esperienza <strong>di</strong>retta: a volte si immagina ciò che non si è mai visto e sperimentato,<br />
basandosi unicamente su delle descrizioni ricevute da altri (per esempio immaginarsi<br />
la vita me<strong>di</strong>evale o un paesaggio <strong>di</strong> un Paese mai visitato). L'immaginazione<br />
inoltre coinvolge a livello emozionale. Le immagini della fantasia <strong>di</strong>ventano<br />
un'espressione intima dei propri sentimenti. A questo proposito Ribot afferma che<br />
"tutte le forme dell'immaginazíone creatrice includ.ono degli elementi affettivi"tt.<br />
Bisogna però ricordare che vi è una relazione reciproca: infatti è il sentimento stesso<br />
a muovere la creatività dell'uomo. "Ogni idea dominante si appoggia su qualche<br />
esigenza, tendenza o desiderio, insomma su un desiderio affettivo, infatti sarebbe<br />
assurdo credere nella consistenza <strong>di</strong> un'idea che, per ipotesi, si trovasse allo stato<br />
puramente razionale, inteso questo nella sua più assoluta aridítà e freddezza'Po. È<br />
importante tener conto <strong>di</strong> una <strong>di</strong>fferenza fondamentale che <strong>di</strong>stingue I'attività immaginativa<br />
dell'adulto da quella del bambino. La capacità immaginativa del b.no è<br />
infatti inferiore a quella* dell'adulto (a causa <strong>di</strong> un numero e una varietà nettamente<br />
inferiore <strong>di</strong> esperienze). Il b.no però, al contrario che I'adulto, crede molto <strong>di</strong> più nei<br />
prodotti della sua fantasia e ne ha minor controllo (questo si può vedere nel suo<br />
piacere per favole e racconti e nel suo credere in esse).<br />
2.5.3. Sinestesia e glob<strong>ali</strong>tà dei linguaggi<br />
La sinestesia è un approccio metodologico nel quale una grande importanza è data<br />
alla corporeità, intesa come glob<strong>ali</strong>tà tra mente e corpo. Attraverso le relazioni cor-<br />
po-mente e in<strong>di</strong>viduo-ambiente si possono favorire una costruzione armoniosa della<br />
person<strong>ali</strong>tà, un'apertura fiduciosa al mondo e un risveglio della coscienza. Ciò che<br />
caîatterrzza I'uomo è la possibilità <strong>di</strong> trasformare la conoscenza in coscienza, comprendere<br />
il mondo esterno tramite la comprensione <strong>di</strong> sé stessi. Il corpo, in questa<br />
concezione, è considerato come un futt'uno, un'entità globale in cui si combinano<br />
fisicamente e simbolicamente le percezioni e i linguaggi. Questo presuppone<br />
un'educazione che vaTorizzi le esperienze multisensori<strong>ali</strong>, ma anche I'evocazione<br />
visiva, u<strong>di</strong>tiva, tattile, gustativa, olfattiva e cinestetica in un'interazione creativa.<br />
"La glob<strong>ali</strong>tà deí linguaggi poggia sull'inscin<strong>di</strong>bilità del corpo dalla mente e del<br />
gioco dal lavoro sia intellettivo che fisico (...) Tale inscin<strong>di</strong>bilità imptica necessariamente<br />
l'approccio inter<strong>di</strong>sciplinare nel vissuto corporeo espressivo globale, in<br />
cui il movimento, Ia voce, il tono muscolare, l'uso delle <strong>di</strong>ta, delle braccia, del<br />
corpo nel fare, favoriscono il rapporto con Ia realtà e quin<strong>di</strong> l'acquisízione del<br />
proprio schema corporeo, dell'orientamento spazio-temporale,<br />
" RIBOT, cir. in, VYGOTSKIJ. Immaginazione e creatività infantile, p.<br />
'o<br />
36<br />
RIBOT, cit. in, VYGOTSKIJ, I*rnusinurioné infutrtil., p. 3g<br />
" "..utiuirà<br />
29
dell'interiorizzazione dell'essenza delle forme e, infine, della crescita della persona.<br />
Questo approccio tiene in considerazione il valore simbolico della natura, vista<br />
come portatrice <strong>di</strong> significati che aiutano I'uomo a risvegliare delle capacità e a<br />
conoscersi meglio. Attraverso il rapporto corporeo con la natura I'uomo impara a<br />
costruire un linguaggio che lo aiuta ad interpretare la sua <strong>di</strong>mensione psichica.<br />
Come già detto, attraverso i sensi il b.no entra in contatto con il mondo naturale che<br />
lo circonda: le mani e il corpo sono lo strumento me<strong>di</strong>ante il quale il b.no comunica<br />
ed entra in relazione con il mondo esterno. La sua conoscenza primaria degli elementi<br />
della realtà sono tutti i sensi, che portano a dei saperi sul mondo e ad una<br />
sensibilità.<br />
Se da una parte la sinestesia è esperienza multisensoriale, dall'altra supera questo<br />
confine; essa è la capacità interiore <strong>di</strong> richiamare ed evocare, attraverso un processo<br />
<strong>di</strong> immaginazione creativa, delle memorie percettive che permettono <strong>di</strong> costruire<br />
un'esperienza percettiva globale. L'approccio sinestetico consiste nel combinare<br />
intelligentemente <strong>di</strong>verse esperienze percettive per dare una corporeità globale<br />
all'esperienza mentale. In poche parole significa passare, me<strong>di</strong>ante<br />
''<br />
UGO SAVASTANO, cit. in STEFANIA GUERRA LISI, Il metodo della glob<strong>ali</strong>tà dei linguaggi, ed. Borla,<br />
Roma, 1991, p.9<br />
30
2.5.4. Griglia <strong>di</strong> attivazione <strong>di</strong> esperienze<br />
e <strong>di</strong> osservazione<br />
Percezione<br />
Visiva<br />
U<strong>di</strong>tiva<br />
Tattile<br />
Olfattiva<br />
Gustativa<br />
Sinestesia<br />
lmmaginazione<br />
Evocazione<br />
(combinazione <strong>di</strong> memorie<br />
percettive e creatività,<br />
vissuto psicoaffettivo)<br />
o Visiva<br />
o U<strong>di</strong>tiva<br />
o Tattile<br />
o Olfattiva<br />
o Gustativa<br />
Espressione<br />
(linguaggi verb<strong>ali</strong> e non<br />
verb<strong>ali</strong>, imitazione e<br />
creatività)<br />
o Linguaggio,narrazione<br />
o Mimica<br />
Gesti, movimento<br />
Suoni, rumori con<br />
materiale del bosco<br />
a Onomatopea<br />
Commento alla griglia<br />
Questa griglia mi servirà e mi aiuterà principalmente a:<br />
. attivare delle esperienze che tengano conto della glob<strong>ali</strong>tà dei linguaggi e delle percezioni<br />
. ossetnare, an<strong>ali</strong>zzare e mettere in evidenza qu<strong>ali</strong> esperienze verranno atîivate e come le percezioni, le memorie per_<br />
cettive verranno ricombinate. Attivando esperienze percettive(mubisensori<strong>ali</strong>) ed evocative i bambini avranno la'possibilità<br />
<strong>di</strong> fare dei collegamenti ad esempio partendo da un suono, potranno evocare delle memorie visive o cinestetiche<br />
(laforma, il corpo e iI movimento <strong>di</strong> un animale) esprimendosi attravero laverb<strong>ali</strong>zzazione, la gestu<strong>ali</strong>tà, la mimica.facciale,...a<br />
<strong>di</strong>pendenza dei casi e dei bambini.<br />
Mod<strong>ali</strong>tà <strong>di</strong> osservazione<br />
Nell'otttca <strong>di</strong> un approccio sinestetico, che prende in considerazione la glob<strong>ali</strong>tà dei linguaggi, e irnportante riflettére<br />
sull'imitazione e la creatività.<br />
Da una parte ci saranno infatti le mie proposte, le mie drammatizzazioni (creerò delle situazioni guida). D'altra parte ci<br />
sarà l'attivazione della sinestesia da parte del bambino, che potrà passare ad esempio dal movimenó, alllonomatopèa, alla<br />
mimica,...La sinestesia nel mio caso sarà proprio nell'assunzione dell'animale con il proprio "corpo globale" combinando<br />
vari linguaggi (verb<strong>ali</strong> e non): per attivare questo atteggiamento sarà necessaria L'identificazionè. Imitazione e creatività<br />
vanno quin<strong>di</strong> considerati come appartenenti ad un solo processo: quello creativo. La fase <strong>di</strong> imitazione è un assunzione<br />
corporea e mentale del ruolo dell'animale, permette al bambino <strong>di</strong> rielaborare, far proprio e quin<strong>di</strong> è già un momento<br />
creativo: anche imitando ciò che io propongo i bambini inseriranno del proprio. Sarà quin<strong>di</strong> intéressante-osservare anche<br />
I'imitazione e la sua evoluzione: I'introduzione <strong>di</strong> posture particolari, traiformazioni rispetto al "modello", ...<br />
Una sfida da portare avanti sarà quella <strong>di</strong> riuscire a comunicare e soci<strong>ali</strong>zzare attraverso questi linguaggi (verb<strong>ali</strong> e non<br />
verb<strong>ali</strong>).<br />
Ci potrà essere anche un evoluzione e un percorso dei bambini: dall'assunzione del ruolo degli anim<strong>ali</strong> (identificazione),<br />
alla contestu<strong>ali</strong>zzazione degli anim<strong>ali</strong> in <strong>scene</strong> dgl bosco e infine a delle semplici situazioni e storielle.<br />
31
3. Porte protico
3. 1. SCHEMA DELL'ITINERARIO<br />
A.<br />
Scoperta dell'ambiente<br />
bosco: ambiente e scenari<br />
1. Aiutiamo Martino a<br />
scoprire i misteriosi<br />
suoni della cassetta<br />
2. Fatemi scoprire cos'è<br />
il bosco!<br />
3. Scopriamo il bosco<br />
seguendo il percorso<br />
della Talpa Fosca<br />
(I uscita nel bosco)<br />
4. Creiamo un bosco<br />
in<br />
sezione<br />
B.<br />
Scoperta <strong>di</strong> materi<strong>ali</strong> e <strong>di</strong><br />
sonorità per arricchire ed<br />
animare il bosco<br />
:j<br />
5. Con cosa produrre i<br />
suoni del bosco e deeli<br />
anim<strong>ali</strong>?<br />
6. Cosa ti fa ricordare questo<br />
suono? (sonorità,<br />
immaginazione e movimento<br />
C.<br />
Isuonieimovimenti<br />
degli anim<strong>ali</strong> del bosco<br />
7. la Talpa Fosca presenta<br />
alcuni anim<strong>ali</strong><br />
del bosco (immagini<br />
e suoni)<br />
8. Diventiamo gli anrm<strong>ali</strong><br />
e animiamo le<br />
immagini del bosco<br />
9. Il teatro dei suoni<br />
degli anim<strong>ali</strong> del bosco<br />
10. Suoni e movimenti<br />
del librone<br />
1 1. <strong>Storie</strong>lla sonora del<br />
bosco
3.2. ATTIVITA<br />
(Obiettivi, v. punto 1.4.)<br />
Sfondo narrativo<br />
Martino, un b.no che vive ín una grande città, è molto incuriosito daí suoni<br />
dell'ambiente che Io circonda e ama ascoltare la musica. Un giorno trova una cassetta,<br />
I'ascolta...ma... cosa sono questi suoni? Da dove vengono? Lui non li ha mai sentiti...<br />
Non sa che si tratta dei suoni del bosco, infaxi lui, un bosco non l'ha mai visto nemmeno<br />
alla televisione. non sa cos'è.<br />
Martino decide <strong>di</strong> mettere Ia cassetta in un pacchetto e attaccarla ad un palloncino, con<br />
una richiesta d'aiuto a chi Ia troverà.<br />
II palloncino resterà incastrato tra i rami del grande albero che si trova nel giar<strong>di</strong>no<br />
della sezione, toccherÒ quin<strong>di</strong> ai b.ni della S.l. aiutare iI b.no.<br />
In un secondo momento si aggiungerà un nuovo personaggio, Ia giovane Talpa Fosca<br />
(che scava gallerie e vive tra il bosco e il giar<strong>di</strong>no della S.I.), che incuriosita dai b.ni<br />
che sono passati dal suo bosco (e per la verità sulla sua tana) scrive ai b.ni per sapere<br />
cosa stanno facendo e poi per aiutarli a capire e descrivere cos'è il bosco. La Talpa<br />
Fosca darà suggerimenti ai b.ni, farà arrivare materi<strong>ali</strong> non notati dai b.ni e presenterà<br />
poi i suoi amici e alcune vicende del bosco, attraverso i suoni (dato che anche Ia sua<br />
vista è un po' fosca...),...insomma la talpina collaborerà con i b.ni per far scoprire il<br />
bosco a Martino.<br />
A. S3OPERTA<br />
DEL BOsCO: AMBIENTI<br />
E SCENARI<br />
3.2.1. Aiutíamo Martino a scoprire í misteriosi suoní della cassetta<br />
Obiettivi:<br />
- ascoltare i suoni sulla cassetta (uccellini, vento tra gli alberi, passi sulle<br />
foglie secche, ruscello)<br />
- associare i suoni della cassetta a dei suoni già conosciuti<br />
- riconoscere i suoni presenti sulla cassetta Lpotrzzando le fonti sonore e<br />
I'ambiente da cui provengono<br />
stacco: i b.ni trovano in giar<strong>di</strong>no, incastrato ai rami del grande albero, un pal- - palloncino (con corloncino<br />
con attaccata una cassetta.<br />
da)<br />
Al rientro in sezione, ci si riunisce, si legge il messaggio allegato (,,A CHI<br />
con suoni del<br />
TROVA QUESTA CASSETTA....sono un bambino, mi chiamo Martino. Ho to- bosco (uccellini, vento,<br />
vato questa strana cassetta. L'ho ascoltata e riascoltata ma non riesco proprio frusciare <strong>di</strong> foglie, ru-<br />
a capire che suoni sono questi e da dove vengono. Mi piacerebbe tanto scoscello)prirlo...mi potete ctiutare?).Yerifico la comprensione del messaggio e si <strong>di</strong>scute - messaggio <strong>di</strong> Martino<br />
su <strong>di</strong> esso.<br />
e in<strong>di</strong>rizzo<br />
Punto caldo: si ascolta la cassetta. Si <strong>di</strong>scute su ciò che si è sentito. cosa si sente?<br />
Li avete già sentiti suoni simili a questi? Dove? Da dove potrebbero venire<br />
questi suoni?<br />
Suggerisco ai b.ni <strong>di</strong> chiudere gli occhi, rimanere in silenzio e ascortare ciò che<br />
si sente in sezione. che suoni si sentono? Assomigliano ai suoni sulla cassetta?<br />
coda: invito i b.ni ad ascoltare isuoni <strong>di</strong> altri ambienti (casa, negozio, bosco,...)<br />
e <strong>di</strong> raccontare a casa quanto sentito e chiedere suggerimenti. euanclo si uscirà<br />
aa<br />
JJ
nuovamente in giar<strong>di</strong>no riunirò ib.ni e li inviterò ad ascoltare...<br />
Nota: se i b.ni collegano già da subito i suoni sentiti al bosco, li inviterò ad<br />
ascoltare i suoni <strong>di</strong> altri luoehi come verihca delle loro iDotesi.<br />
Strutturazione dell'esperienza <strong>di</strong> ascolto (cassetta mandata da Martino)<br />
. sulla cassetta sono registrati 4 suoni (in quest'or<strong>di</strong>ne: uccellini, vento<br />
tra gli alberi, passi sulle foglie secche e ruscello) <strong>di</strong>visi tra <strong>di</strong> loro da un<br />
breve momento <strong>di</strong> silenzio. Questo darà la possibilità ai bambini <strong>di</strong> focahzzarsi<br />
sui suoni e <strong>di</strong> riconoscere la fonte sonora.<br />
o Inizialmente si ascolteranno i singoli suoni cercando <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare <strong>di</strong><br />
cosa si tratta, in seguito chiederò <strong>di</strong> immaginare da quale ambiente potrebbero<br />
venire t<strong>ali</strong> suoni.<br />
o Si scriverà quin<strong>di</strong> a Martino che sulla cassetta si sentono i suoni del bo-<br />
SCO.<br />
Commento<br />
Buona parte <strong>di</strong> questo primo intervento è stata de<strong>di</strong>cata a capire la proverÍenza<br />
del palloncino e della cassetta e a leggere e comprendere ciò che era<br />
scritto nel messaggio. Inizialmente i bambini hanno ipotrzzato che il palloncino<br />
era stato portato dal coniglio <strong>di</strong> Pasqua o da qualcuno che voleva<br />
fare uno scherzo. In seguito la maggior parte dei bambini ha cambiato idea<br />
annunciando che era stato un bambino. In seguito i bambini hanno posto la<br />
loro attenzione sul palloncino e sul motivo del suo arrivo sull'albero nel<br />
giar<strong>di</strong>no della sezione, arrivando alla conclusione che un bambino (Martino),<br />
in cerca d'aiuto, avesse mandato il palloncino con la cassetta e che<br />
questo, stanco per il lungo viaggio, avesse cominciato a scendere e scendere,<br />
fino ad arrivare quasi a terra; prima <strong>di</strong> arrivare a terra però si era incastrato<br />
tra i rami dell'albero.<br />
Suoni sentiti daí bambini:<br />
Canto degli uccelli, papere, sassi che scivolano nel fiume o nella cascata,<br />
rane che saltano sui sassi, acqua, cascata, mare, onde, bollicine, vento, alberi<br />
e foglie che si muovono.<br />
Nell'ascolto della cassetta i bambini hanno riconosciuto il canto degli uccelli<br />
e il ruscello, scambiando invece il vento tra gli alberi per il mare (le<br />
onde) o la cascata (e in generale I'acqua) e i passi sulle foglie secche per<br />
dei sassi che rotolano giù nella cascata o nel fiume. La cassetta è stata riascoltata<br />
più volte e man mano i bambini annunciavano altri suoni, raffinando<br />
le loro ipotesi (per le foglie secche hanno poi ipotizzato che potesse<br />
trattarsi anche <strong>di</strong> rane che saltavano sui sassi, per il vento hanno rpotizzato<br />
che potesse trattarsi anche <strong>di</strong> vento che faceva muovere le foglie, per il<br />
suono degli uccellini hanno rpotizzato che ci potessero essere anche delle<br />
34
papere). Per interpretare ciò che i bambini hanno proposto bisogna considerare<br />
l'or<strong>di</strong>ne in cui erano stati posti i suoni (v. sopra); infatti i bambini attraverso<br />
i suoni proposti hanno già messo in atto un'evocazione, hanno<br />
unito alcuni suoni, immaginando una piccola situazione e un certo tipo <strong>di</strong><br />
ambiente (presenza <strong>di</strong> un fiume o <strong>di</strong> una cascata e <strong>di</strong> sassi che rotolano nel<br />
fiume). I bambini hanno proposto anche che ci fossero delle rane o delle<br />
papere collegandoli al rumore dell'acqua. A questo proposito si può affermare<br />
che i bambini attivano già spontaneamente un certo tipo <strong>di</strong> evocazione<br />
e <strong>di</strong> combinazione dei suoni: posso affermare, per il fatto che i bambini<br />
si ricollegavano ai suoni sentiti precedentemente per definire quelli successivi,<br />
che in loro è già presente una certa conservazione dell'esperienza.<br />
Un ascolto e una <strong>di</strong>scussione più puntu<strong>ali</strong> sui suoni della cassetta sono stati<br />
svolti poi con i bambini del III livello. Con loro si è <strong>di</strong>scusso in modo particolare<br />
a quale ambiente appartenessero i suoni, arrivando a conclusioni<br />
<strong>di</strong>verse. I1 fatto <strong>di</strong> collegare insieme i suoni per unirli in un ambiente non è<br />
una cosa scontata: i bambini hanno fatto un po' <strong>di</strong> fatica a considerare i<br />
suoni separati come parte <strong>di</strong> un unico ambiente. Una parte dei bambini ha<br />
annunciato che si trattava del mare, un'altra parte del bosco. Con i <strong>di</strong>segni<br />
svolti da questi bambini è poi avvenuta una messa in comune in cui sono<br />
stati confrontati i <strong>di</strong>segni dei bambini con tutti i suoni sentiti dai bambini<br />
nella cassetta (rappresentati graficamente sulla lavagna). In questo modo è<br />
stato scelto il <strong>di</strong>segno con più elementi sonori raffigurati, arrivando così a<br />
decidere il luogo nel quale i suoni proposti erano più presenti e pertinenti.<br />
Si è così concluso che si trattava del bosco.<br />
3.2.2. Fatemi scoprire cos'è il bosco!<br />
(Richiesta <strong>di</strong> Martino)<br />
Obiettivi:<br />
- comprendere quanto viene detto nel messaggio e il nuovo problema che<br />
viene posto da Martino (fargli scoprire e spiegargli cos'è il bosco)<br />
- raccontare, esprimere emozioni, sensazioni legate al proprio vissuto del<br />
bosco<br />
- rappresentare graficamente gli elementi presenti nel bosco<br />
Svolgimeqto Materiale<br />
Stacco: arriva un nuovo messaggio da Martino in cui egli ringrazia pé-<br />
I'aiuto ricevuto dai b.ni della S.I. Il b.no ha però un problema...lui non sa<br />
- messaggio <strong>di</strong> Martino<br />
(cassetta)<br />
cos'è un bosco, lì dove vive lui non c'è niente che ha questo nome...chiede - cassetta con i suoni (v.<br />
ai b.ni <strong>di</strong> fornirgli delle spiegazioni.<br />
att. precedente)<br />
Verifica della comprensione e breve <strong>di</strong>scussione del messaggio.<br />
- fogli per <strong>di</strong>segno<br />
Punto caldo: verrà riascoltata la cassetta con i suoni del bosco: Chiedo ooi ai<br />
b.ni <strong>di</strong> fare un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> quello che secondo loro è il bosco. In seguito chiedo<br />
ai b.ni <strong>di</strong> spiegare cos'hanno <strong>di</strong>segnato, si osservano e si confrontano i<br />
<strong>di</strong>segni e si <strong>di</strong>scute: cos'è.il bosco? Cosa c'è nel bosco? Siete sià stati nel<br />
bosco'J (i bambini verb<strong>ali</strong>zzano e raccontano esperienze legatJal proprio<br />
35
vissuto personale dell' ambiente-bosco).<br />
Coda: annuncio ai b.ni che, per verificare se quello che hanno detto è giusto<br />
si potrebbe fare un'uscita nel bosco.<br />
Commento<br />
Come già nella prima attività, anche nella seconda i bambini sono stati<br />
molto interessati e hanno partecipato con piacere alla <strong>di</strong>scussione. Buona<br />
parte della <strong>di</strong>scussione è stata rivolta ad identificare il mittente della lettera<br />
e a osservare, commentare e <strong>di</strong>scutere le fotografie che ritraevano Milano,<br />
luogo <strong>di</strong> abitazione <strong>di</strong> Martino.<br />
Solo in seguito a questa <strong>di</strong>scussione sulle fotografie si è passati a <strong>di</strong>scutere<br />
sul problema vero e proprio (Martino non sa cos'è il bosco, chiede <strong>di</strong> aiutarlo<br />
a scoprirlo). I bambini, anche in questo caso, hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> essere<br />
interessati ad aiutare il personaggio che chiedeva aiuto ed hanno subito<br />
cominciato a descrivere il bosco e a <strong>di</strong>scutere su <strong>di</strong> esso, tralasciando la<br />
continuazione della lettera e la mia domanda (" Perché Martino non sa<br />
cos'è il bosco?", ripresa poi in seguito). L'attività è cambiata rispetto alla<br />
programmazione (la <strong>di</strong>scussione è stata anticipata): i bambini sono subito<br />
stati portati a <strong>di</strong>scutere sul bosco e ho così seguito i loro stimoli e i loro interessi,<br />
notando una grande voglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere su questo argomento. Ritengo<br />
comunque che sarebbe stato interessante anche svolgere prima i <strong>di</strong>segni<br />
sul bosco in modo da raccogliere le rappresentazioni spontanee che i bambini<br />
avevano del bosco e metterle poi a confronto con dei supporti visivi.<br />
Nella descrizione del bosco i bambini si sono basati maggiormente sui materi<strong>ali</strong><br />
e gli elementi piuttosto che sugli anim<strong>ali</strong>, introducendo comunque<br />
anche qualche animale,...<br />
Sophie: Ma il bosco è pieno <strong>di</strong> alberi...<br />
Aline: ieri ho visto una tana.<br />
Sì, ma perché non sa cos'è il bosco?<br />
Sophie: magari non I'ha mai visto. (...)<br />
Marco: Ma il bosco...il bosco io non so cos'è.<br />
Giovanbattista: Io so cos'è il bosco!<br />
Marco: io so cos'è il bosco del eiar<strong>di</strong>netto.<br />
È un bosco quello che c'è nel liar<strong>di</strong>netto?<br />
Marco: sì, dove si scava! (...)<br />
...Cosa c'è nel bosco?<br />
Sophie: vento, foglie che cadono...<br />
Kerry:castagne<br />
Aline: gli scoiattoli<br />
Federica: gli occhi<strong>ali</strong><br />
Gli occhi<strong>ali</strong>? Tu hai già visto I'albero degli occhi<strong>ali</strong> nel bosco?<br />
Nooo. (...)<br />
Aline: lo sai che io ho visto uno scoiattolo?<br />
E stato interessante <strong>di</strong>scutere insieme sul bosco. Questo mi è servito a rendermi<br />
cosciente del fatto che alcuni bambini (Federica, Marco P.) non ricordavano<br />
<strong>di</strong> essere stati nel bosco o non ne avevano una chiara idea" La<br />
<strong>di</strong>scussione a gruppo unito è stata importante anche per confrontare le pro-<br />
36
prie opinioni e arricchire la propria immagine dell'ambiente bosco: le <strong>di</strong>scussioni<br />
tra bambini hanno pennesso loro <strong>di</strong> ampliare la loro visione.<br />
Sharon: l'acqua.<br />
L'acqua è vero. C'è I'acqua nel bosco?<br />
Michele: Nooo, io non l'ho mai vista.<br />
Kathleen: sì, io I'ho vista ...con i pesci.<br />
Giovanbattista: io quando una volta sono andato in un parco a giocare poi ho visto un lago e poi<br />
c'erano due cisni e ooi ho visto i oesci. (...<br />
Per regolare il momento della <strong>di</strong>scussione sul bosco, renderlo attrattivo e<br />
farlo vivere maggiormente ai bambini ho introdotto un momento <strong>di</strong> immaginazione,<br />
in cui proponevo <strong>di</strong> entrare in un bosco e <strong>di</strong> fare una piccola<br />
passeggiata.. Cercando <strong>di</strong> non con<strong>di</strong>zionare i bambini ho proposto loro <strong>di</strong><br />
immaginare <strong>di</strong> entrare nel bosco, <strong>di</strong> toccare il terreno, <strong>di</strong> descriverlo, <strong>di</strong><br />
pensare ai colori e a cosa (e chi) poteva esserci in giro. Attraverso questo<br />
momento i bambini sono riusciti a far emergere elementi che non erano<br />
scaturiti precedentemente: scoiattoli, uccellini, pioggia, volpi, sassi, lupi,<br />
castagne, le foglie, la terra, le piante.<br />
Anche nella parte de<strong>di</strong>cata alla rappresentazione grafica del bosco i bambini<br />
si sono impegnati con entusiasmo ottenendo dei buoni risultati. Nei loro<br />
<strong>di</strong>segni si possono notare quasi solo elementi materi<strong>ali</strong> (alberi, foglie, terra,<br />
cielo,...) e solo qualche animale o elemento che ricorda gli anim<strong>ali</strong> (tane,<br />
buchi negli alberi, uccellini). È stato interessante notare come anche Marco<br />
P.(I liv.) e alcuni altri bambini del I livello o che <strong>di</strong> solito non partecipano<br />
molto volentieri nel <strong>di</strong>segno, abbiano preso parte a questo momento con risultati<br />
sod<strong>di</strong>sfacenti e sratificanti.<br />
L'incontro con la r";" Fosca (nuovi elementi <strong>di</strong> arricchimento atlo sfondo<br />
narrativo)<br />
Racconto <strong>di</strong> essere stata nel bosco per guardare bene com'ere fatto un bosco e per<br />
condurvi poi i bambini. Mentre passeggiavo però ho cominciato a sentire una vocina.<br />
Mi sono fermata e ho sentito più chiaramente Ia strana voce. Dopo un po' ho sentito più<br />
chiaramente la voce che gridava:"Hey, hey...spostati da Iì, come ti permetti <strong>di</strong> mettere<br />
il piede proprio sulla porta della mia tana? ". Dallo spavento ho fano un salto altissimo<br />
che quasi toccavo iI cielo! Ho guardato per terra e ...ho visto sbucare dalla terra un<br />
musino piccolo piccolo. Ancora un po' spaventata e molto stupita ho chiesto "chi sei?"<br />
E ho visto il musino muoversi e la vocina <strong>di</strong>re " io sono la Talpa Fosca... Ma tu piuttosto...chi<br />
sei? E cosa ci fai qui proprio sopra Ia mia tana! " .<br />
Dopo averle spiegato tutta la situazione (veniamo dalla Scuola dell'lnfanzia e dobbiamo<br />
aiutare un bambino <strong>di</strong> città a scoprire cos'è il bosco!), Ia talpa si è <strong>di</strong>mostrata<br />
molto interessata e decisa ad aiutare i bambini a scoDrire cos'è il bosco.<br />
La talpa prepara un percorso da seguire per i b.ni in modo che non si perdano. Essa lascerà<br />
una mappa con <strong>di</strong>segni o fotografie per arrivare fino all'inizio del bosco, in seuito<br />
ci sarà unfilo rosso da seguire.<br />
a-<br />
JI
3.2.3. Esploríamo il bosco seguendo il percorso della Talpa Fo-<br />
SCA<br />
Obiettivi:<br />
- vivere un'esperienza piacevole nel bosco e immergersi emotivamente<br />
in questo ambiente<br />
- ricercare attivamente la talpa, la sua tana e degli elementi che in<strong>di</strong>chino<br />
la presenza della vita <strong>di</strong> questo animale nel bosco<br />
- esplorare I'ambiente bosco e raccogliere materiale<br />
interessante e significativo<br />
- avvicinare il bambino al contatto <strong>di</strong>retto con il bosco e a vivere espeîrenze<br />
multisensori<strong>ali</strong> (vista, tatto, olfatto, u<strong>di</strong>to, v. svolgimento)<br />
Svolpimento Materiale<br />
Stacco: prima <strong>di</strong> partire si <strong>di</strong>scute su cosa fare (osservare bene, rac- - cappellini da esploratori del bocogliere<br />
materiale, stare attenti...) e come comportarsi nel bosco (stascore insieme, stare in silenzio per non <strong>di</strong>sturbare anim<strong>ali</strong>, non <strong>di</strong>strugge- - borsette <strong>di</strong> stoffa (decorate) da<br />
re o strappare piante,...). Ai b.ni viene dato il ruolo <strong>di</strong> esploratori esploratori<br />
...(ad ognuno viene dato un sacchetto per raccogliere materiale). - forbici, coltellino svizzero, mac-<br />
Punto caldo: seguendo il percorso creato dalla talpa si faranno delle china fotografica<br />
tappe. La talpa Fosca ha preparato delle postazioni in cui fermarsi. - filo rosso<br />
I tappa: pigne, nocciole, ghiande, legnetti, cortecce, sassi ("ecco alcune<br />
delle cose che si trovano nel bosco"). Le osserviamo e le tocchiamo.<br />
Viene dato un nome alle cose e ricordo <strong>di</strong> raccogliere tutto<br />
- mappa con colori e <strong>di</strong>rezioni<br />
- messaggio dell'omino del bosco<br />
- stelline d'oro (impronte)<br />
ciò che i b.ni trovano interessante...<br />
II tappa: terra da toccare e da annusare ("a me piace moltissimo la<br />
- buste colorate e fotografie<br />
- I tappa: messaggio, busta colo-<br />
terro...ecco perché la mia casa è mnafatta <strong>di</strong> terra! Provate un po' rata e foto della talpa, foglie, le-<br />
a toccarkt e ad annusarla).<br />
gnetti, sassi, pigne, muschio, cor-<br />
III tappa: fieno, muschio, corteccia con resina (o rametto <strong>di</strong> pino),<br />
fiori da annusare ("quando esco dalla terra, arrivo in tanti posti <strong>di</strong>teccia<br />
- II tappa: messaggio, busta, foto<br />
versi...e a volte sbuco e col nasino, sento dei buoni odoi come questi...").<br />
della talpa, terra umida<br />
- III tappa: messaggio, busta con<br />
fV tappa: suoni del bosco; la Talpa invita i b.ni a sedersi, chiudere foto, fieno. fiori. pigne con resina.<br />
gli occhi e ascoltare tutti i suoni/rumori che si sentono.<br />
Coda: salutiamo la talpa, avvicinandoci alla terra e sussurrando dei<br />
foglioline<br />
- IV tappa: messaggio, busta con<br />
saluti, dei messaggi e dei ringraziamenti...<br />
foto<br />
- scatole e scatoline<br />
Annotazioni riguardanti la ricognizione<br />
o Il bosco in cui ci recheremo <strong>di</strong>sta circa 15 min. dalla S.L Per arrivarci<br />
passeremo da un sentiero che attraversa dei prati. Alla fine del prato,<br />
prima <strong>di</strong> arrivare ed entrare nel bosco, faremo una sosta per riprendere e<br />
ricordare il motivo dell'uscita e per indossare cappellini e borsette da<br />
esploratori del bosco.<br />
o Il tratto <strong>di</strong> bosco che percofferemo è pianeggiante e al suo interno si<br />
trovano alberi, infossature del terreno interessanti e particolari che permetteranno<br />
<strong>di</strong> fare delle soste. Le tappe del percorso verranno posizionate<br />
in spazi un po' accattivanti e piuttosto spaziosi, in modo da permettere<br />
a tutti <strong>di</strong> stare attorno al messaggio e ai materi<strong>ali</strong>.<br />
38
. Alla fine del percorso, in un piccolo spiazzo, verranno lasciate delle impronte<br />
(buchi nella terra e stelline d'oro) che condurranno ad un tronco<br />
tagliato con un misterioso buco stretto e lungo adatto ad infilarci un<br />
messaggio. In questo tronco i bambini troveranno appunto un messaggio<br />
e delle chiavi (Omino del bosco, progetto sulla pasta <strong>di</strong> sale).<br />
o Nella strada <strong>di</strong> ritorno, prima <strong>di</strong> uscire dal bosco, i bambini avranno<br />
tempo <strong>di</strong> raccogliere materiale del bosco. A questo scopo ho notato la<br />
presenza <strong>di</strong> un luogo adatto. Si tratta <strong>di</strong> un tratto in s<strong>ali</strong>ta con alberi più<br />
ra<strong>di</strong> e più possibilità <strong>di</strong> movimento. In questo spazio si trovano <strong>di</strong>versi<br />
materi<strong>ali</strong> (terra, foglie secche, foglie <strong>di</strong> mughetti, castagne, cortecce,...).<br />
o Il filo rosso costeggerà il sentiero nel bosco e verrà attaccato ad alberi,<br />
piccoli arbusti,... conducendo i bambini nel percorso. Esso comincerà<br />
già dall'entrata nel bosco, dove si troverà una mappa che segnala tutto il<br />
percorso. Il filo rosso non è semplicemente un elemento decorativo. Esso<br />
rappresenta anche la continuità tra le tracce che verranno trovate e sarà<br />
d'aiuto a motivare e foc<strong>ali</strong>zzaîe I'attenzione dei bambini. L'idea del<br />
filo colorato mi è venuta da un ricordo <strong>di</strong> esperienza personale quando<br />
io frequentavo I'asilo. L'avventura <strong>di</strong> seguire un filo rosso fino a dove ti<br />
porta è qualcosa <strong>di</strong> molto affascinante per un bambino, basti pensare che<br />
questo avvenimento è rimasto ben impresso nei miei ricor<strong>di</strong>.<br />
Commento<br />
L'uscita nel bosco ha coinvolto molto i bambini. Essa era già stata annunciata<br />
in precedenza, al momento del racconto delf incontro della talpa. I<br />
bambini sono stati affascinati da questo personaggio che è entrato a far<br />
parte dei <strong>di</strong>scorsi e per un po' <strong>di</strong> giorni è stato il tema più <strong>di</strong>scusso e gettonato<br />
dai bambini. Il momento del racconto della talpa è stato molto Da<br />
quando è stata avvisata I'uscita nel bosco al primo giorno <strong>di</strong> bel tempo, i<br />
bambini arrivavano il mattino già chiedendo se si sarebbe usciti o annunciando<br />
le previsioni meteorologiche per la giomata.<br />
Prima <strong>di</strong> entrare nel bosco ogni bambino ha indossato un cappellino e ha<br />
preso una borsetta perché si assumeva il ruolo <strong>di</strong> esploratori del bosco<br />
(guardarsi bene in giro, ascoltare, prestare attenzione, raccogliere materiale<br />
utile a descrivere il bosco a Martino). Il fatto <strong>di</strong> caratterlzzare i bambini e<br />
dargli un ruolo ben preciso è stato molto importante, in quanto ha concentrato<br />
e focaltzzato maggiormente I'attenzione dei bambini verso<br />
l'esplorazione del bosco, ricordando loro in ogni momento il motivo<br />
dell'uscita...<br />
I bambini sono entrati con molto entusiasmo nel bosco e si sono immersi<br />
nell'atmosfera <strong>di</strong> questo ambiente. In questa prima uscita hanno mostrato<br />
un grande piacere nello stare in questo ambiente, osservando materi<strong>ali</strong> ed<br />
elementi, cercando e toccando legnetti, cortecce, foglie,...euesto piacere<br />
39
nello stare rn mezzo alla natura ha incentivato in me la voglia <strong>di</strong> portare i<br />
bambini ad uscire più spesso e a proporre più esperienze <strong>di</strong> contatto con la<br />
natura. Seguendo il percorso in<strong>di</strong>cato dal filo rosso (che ha incuriosito e<br />
stimolato i bambini a seguirlo) e sostando alle tappe segnate da brevi messaggi<br />
(consegne) e foto i bambini hanno apprezzato in modo particolare<br />
annusare gli odori e toccare e annusare la terra umida del bosco. Anche i<br />
bambini del I livello e/o quelli più schivi e chiusi (che partecipano meno)<br />
erano coinvolti e hanno preso parte alle esperienze percettive (anche toccare<br />
la terra). Anche Marco (I liv.), che non ha accettato <strong>di</strong> indossare cappellino<br />
e borsetta, ha annusato i materi<strong>ali</strong> e ha toccato volentieri la terra.<br />
Lo scopo principale dell'uscita nel bosco per i bambini era quello <strong>di</strong> incontrare<br />
la talpa e la loro convinzione è stata quella che in fondo al filo avrebbero<br />
trovato la tana della talpa. Per questo motivo, quando si trattava <strong>di</strong><br />
tornare in<strong>di</strong>etro, <strong>di</strong>versi bambini erano delusi e, dalla voglia <strong>di</strong> trovare la<br />
sua casa, hanno cominciato a guardarsi bene in giro, avvistando buchi negli<br />
alberi, notando delle fessure tra le ra<strong>di</strong>ci,... e gridando " Ho visto qualcosa<br />
lì, forse è la casa della talpa!", in modo particolare sono stati Stefano e<br />
Michele a propotre delle possibili tane e a cercare la talpa, trascinando un<br />
po' tutti i bambini nella loro ricerca. Ho seguito i bambini in questa loro<br />
proposta <strong>di</strong> cercare la tana della talpa, dato che permetteva ai bambini <strong>di</strong><br />
esplorare il bosco in modo <strong>di</strong>verso. Il bisogno dei bambini <strong>di</strong> vedere da più<br />
vicino la talpa(e non solo nelle foto) è stato poi sod<strong>di</strong>sfatto nell' attività 7<br />
(La Talpa Fosca presenta alcuni anim<strong>ali</strong> del bosco) in cui è arrivato il librone<br />
nel quale era presente una "riproduzione" (morbida!) della Talpa.<br />
Il coinvolgimento e I'interesse creato dalla Talpa Fosca si può notare già<br />
dall' inizio dell'uscita.<br />
Aline: Hey, ho sentito qualcosa!<br />
Arielle: Anch'io!<br />
Aline: Forse è la talpa!<br />
Stefano: ma sei sicura? È la talpa?<br />
Michele: sì, forse era la talpa che ci stava spiando...<br />
Arielle: o forse stava camminando...<br />
Si può notare come i bambini si lascino suggestionare facilmente: basta un<br />
piccolo elemento, un rumore, un fruscio <strong>di</strong> foglie, dei rami che si muovono,...per<br />
offrire materiale alla fantasia. Partendo da un piccolo elemento,<br />
come un mmore, i bambini riescono ad evocare e d immaginare che questo<br />
rumore appartenga alla talpa. In questo si può notare come il coinvolgimento<br />
affettivo giochi un ruolo fondamentale nella situazione <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />
e come i bambini tendano a vedere la natura e gli anim<strong>ali</strong> come antropomorfi.<br />
La vicinanza emotiva con la talpa si può notare anche nel ritrovamento<br />
delle impronte ed un messasqio.<br />
Stefano: Hey, guardate...delle stelline d'oro!<br />
Sharon: è vero. sono d'oro!<br />
Sophie: ma allora forse sono delle stelline magiche!<br />
Kathleen: sì, sono magiche.<br />
40
Stefano: e poi lì c'è qualcos'altro...<br />
Michele: è la chiave...la chiave della v<strong>ali</strong>sia!<br />
Stefano: Ma allora la v<strong>ali</strong>sia è della taloa!<br />
Anche nel tragitto per ritornare verso la S.I. i bambini si interrogavano<br />
molto sulla talp4.<br />
Stefano: Ma perché la talpa non c'era?<br />
Michele: e, magari non c'era perché era andata a fare la spesa!<br />
Stefano: O forse era s<strong>ali</strong>ta su in alto, sulla montasna.<br />
Sophie: Sì, forse è s<strong>ali</strong>ta sulla montagna perché andava a trovare il Celestino che è suo amico.<br />
Stefano: magari intanto che noi eravamo in questo bosco, Iei è andata in un altro bosco.<br />
Giovanbattista: O forse c'era però noi non l'abbiamo vista perché si era nascosta e ci spiava.<br />
Kathleen: o forse è arrivata la volpe e poi I'ha mangiata.<br />
Giovanbattista: forse aveva paura <strong>di</strong> farsi vedere non cl conosceva...<br />
Si può notare qui come i bambini tendano a vedere la talpa come un personaggio<br />
antropomorfico, attribuendogli caratteristiche e azioni tipicamente<br />
umane (fare la spesa, andare a trovare un amico, spiare, essere timida, avere<br />
paura <strong>di</strong> essere vista...).<br />
Nel bosco, il tempo de<strong>di</strong>cato alla raccolta del materiale e ad<br />
un'esplorazíone più libera del bosco, è stato breve e attuando delle regolazioni<br />
bisognerebbe calcolare un tempo maggiore. Ai bambini è piaciuto il<br />
fatto <strong>di</strong> avere questo tempo a loro <strong>di</strong>sposizione (anche se breve) per raccogliere<br />
materiale e per esplorare un po' <strong>di</strong>versamente I'ambiente.<br />
Il piacere dei bambini nello stare nel bosco è stato manifesto nel momento<br />
del ritorno (soprattutto da Michele e Stefano) che hanno chiesto " Ma non<br />
possiamo giocare?" o "Qltando si gioca? Io volevo giocarel". I bambini<br />
hanno avvertito il desiderio <strong>di</strong> restare e continuare a giocare nel bosco (in<br />
altri mo<strong>di</strong> (tra <strong>di</strong> loro,...) solo all'uscita dal bosco poiché prima erano troppo<br />
presi ed incuriositi dal filo rosso e dal cercare dei segn<strong>ali</strong> che in<strong>di</strong>cassero<br />
la tana della talpa (legni e tronchi d'albero bucati, mucchietti <strong>di</strong> terra,<br />
impronte, movimenti e rumori nel bosco,...). L'esplorazione dei bambini<br />
era tutta rivolta al racconto (trovare il personaggio e la sua tana, trovare degli<br />
amici della talpa o dei segni). Per quanto riguarda il filo rosso che i<br />
bambini hanno avvistato già da subito all'entrata nel bosco bisogna <strong>di</strong>re che<br />
questo elemento ha catturato e focaltzzato molto 1'attenzione dei bambini.<br />
Il filo rosso è stato un elemento accattivante che ha creato un'atmosfera <strong>di</strong><br />
mistero e curiosità e ha spinto i bambini a seguirlo e ad intraprendere il<br />
percorso come se fossero sulla pista <strong>di</strong> un tesoro. Il filo rosso non è quin<strong>di</strong><br />
stato solo un particolare materiale: esso ha acceso nei bambini una scintilla<br />
<strong>di</strong> interesse che li ha motivati nella ricerca <strong>di</strong> in<strong>di</strong>zi. Questo mi ha fatto capire<br />
quanto sia importante preparare il materiale in modo mirato e accurato<br />
e come motivando bene, credendo ed entusiasmandosi in ciò che si propone<br />
ai bambini si possa portarli a provare piacere.<br />
Il momento <strong>di</strong> congedo dal bosco è stato molto efficace e coinvolgente a liveilo<br />
affettivo: abbiamo infatti in<strong>di</strong>viduato un posticino dove c'erano dei<br />
mucchietti <strong>di</strong> tena e così abbiamo ipotrzzato che quella poteva essere lata-<br />
4l
na della talpa. Ogni bambino, a turno, ha poi avuto la possibilità <strong>di</strong> avvicinarsi<br />
alla presunta tana e salutare la talpa. è stato molto bello vedere il coinvolgimento<br />
dei bambini: essi infatti si avvicinavano alla terra, accarezzandola<br />
piano piano e sussurrando dei saluti, dei ringraziamenti o raccontando<br />
piccoli avvenimenti legati alla propria vita quoti<strong>di</strong>ana (piccoli segreti).<br />
In modo particolare Stefano, Kathleen, Michele, Sophie, Federica e<br />
Arielle sono stati molto attratti da questo saluto e si sono fermati maggiormente<br />
a salutare la talpa.<br />
I materi<strong>ali</strong> raccolti dai b.ni nell'uscita e quelli trovati (lasciati dalla Talpa<br />
Fosca) sono stati posti su un tavolo. In quest'angolo sono stati messi anche<br />
dei libri sul bosco e sopra sono stati appesi i messaggi e le foto trovate. In<br />
quest'angolo alcuni b.ni, nei momenti <strong>di</strong> tempo libero, si sono recati in<br />
quest'angolo, sia per osservare libri e anim<strong>ali</strong> raffigurati, sia per manipolare,<br />
osservare ed annusare i materi<strong>ali</strong>. A questo proposito è stato molto interessante<br />
I'affermazione <strong>di</strong> Federica, una b.na del I liv., che alla visita della<br />
docente <strong>di</strong> laboratorio, all'affermazione della docente "Uh, ma c'è anche il<br />
fieno...", ha risposto "Ma no! Annusa...non è fieno, è odore <strong>di</strong> cavallo!".<br />
Quest'affermazione è significativa in quanto mostra come l'odore tipico e<br />
caratteristico <strong>di</strong> un materiale possa portare ad evocare un animale che è in<br />
stretto collegamento con esso. Spesso noi, entrando in una stalla, sentiamo<br />
"odore <strong>di</strong> cavallo", non collegandolo <strong>di</strong>rettamente al fieno.<br />
Sarebbe stato importante per arricchire il bagaglio <strong>di</strong> esperienze e conoscenze<br />
dei b.ni riprendere le espeî'tenze percettive svolte nel bosco, affipliarle<br />
e inserirle in un contesto <strong>di</strong> senso all'interno del progetto (ricreare il<br />
"tappeto del bosco" e inserire gli odori nel bosco...). Per questo non c'è però<br />
stato il tempo.<br />
In seguito all'uscita (e all'attività <strong>di</strong> sostegno "Forme e colori del bosco") i b.nifaranno<br />
un nuovo <strong>di</strong>segno del bosco. Si raccoglieranno poi i <strong>di</strong>segni, del materiale e si registrerà<br />
una cassetta in cui i b.ni descrivono I'uscita e il bosco per Martino. Si spe<strong>di</strong>rà un<br />
co a Martino.<br />
Martino risponde, ringrafia e annuncia che gli piacerebbe cosîruire un bosco a casa<br />
sua...lnvita i bambini a costruire un bosco alla S.l. per verificare se è possibile costruirne<br />
uno e come fare... Martino manda ai bambini delle lenzuola, nel caso queste Dotessero<br />
essere utili a tale scopo.<br />
3.2.4. Creiamo un bosco in sezíone<br />
Obiettivi:<br />
- ricreare<br />
I'ambiente bosco, proponendo e trovando delle soluzioni per<br />
riprodurlo<br />
- ricordare gli elementi princip<strong>ali</strong> presenti nel bosco (alberi, foglie, terreno,<br />
colori, forme, materi<strong>ali</strong>,...)<br />
- partecipare attivamente al lavoro collettivo <strong>di</strong> allestimento del bosco<br />
42
Svolsimento Materiale<br />
Stacco: Arriva il messaggio <strong>di</strong> Martino in cui annuncia che gli piacerebbe che - lenzuola<br />
lì, a casa sua ci fosse un bosco. Chiede ai bambini <strong>di</strong> costruire un bosco in se- - pittura (tempera)<br />
zione, in modo da potergli poi dare delle in<strong>di</strong>cazioni,... Martino manda anche - pezzi <strong>di</strong> stoffa per le<br />
delle lenzuola. Si <strong>di</strong>scute sulla proposta del bambino. Si ricordano gli elementi prove<br />
presenti nel bosco (rifacendosi all'uscita e alle <strong>di</strong>apositive viste).<br />
- foglie per la stampa<br />
Punto caldo: rilancio la proposta <strong>di</strong> costruire un bosco in sezione. Come si può - stampini in gomma<br />
costruire un bosco? Con cosa? Cosa ci vuole? I b.ni fanno delle proposte pra- piuma<br />
tiche. Come si potrebbe creare un bosco con queste lenzuola? Si scelgono le - spugnette<br />
proposte concretizzabili sia per semplicità che per <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> materiale. - materiale del bosco<br />
- decorazioni<br />
- essenze profumate (pi-<br />
- praparazione <strong>di</strong> alberi (<strong>di</strong>segnati, pitturati su stoffa,...)<br />
no, fiori, legno, frutta...<br />
scelta <strong>di</strong> materi<strong>ali</strong> del bosco per fare il terreno (attività <strong>di</strong> sostegno: Il taopeto<br />
del bosco)<br />
Coda: annuncio ai b.ni che in un momento successivo cominceremo con il lavoro<br />
<strong>di</strong> allestimento del bosco.<br />
(se ci sono <strong>di</strong>verse proposte i b.ni potranno <strong>di</strong>vidersi, a <strong>di</strong>pendenza degli interessi,<br />
in gruppi <strong>di</strong> lavoro)<br />
Nota: se i bambini non riescono a proporre delle soluzioni concretizzabili,<br />
propongo la mia idea.<br />
Commento<br />
L'allestimento degli alberi per creare un bosco ha preso <strong>di</strong>verso tempo e,<br />
anche se ha coinvolto molto i bambini e ha creato un ambiente <strong>di</strong> collabo-<br />
razione (per portare a tennine un progetto comune), ha fatto sì che parecchio<br />
tempo venisse de<strong>di</strong>cato a questo lavoro, posticipando 1'avvio del laboratorio<br />
e quin<strong>di</strong> della sperimentazione sui suoni del bosco e degli anim<strong>ali</strong>.<br />
Riproponendo il progetto su un periodo <strong>di</strong> tempo così breve opterei per<br />
raccorciare il più possibile il tempo <strong>di</strong> allestimento del bosco (laboratorio).<br />
Anticipando I'introduzione del laboratorio i bambini avrebbero la possibilità<br />
<strong>di</strong> esplorare e sperimentare maggiormente i materi<strong>ali</strong>, le sonorità e<br />
avrebbero più tempo per poter proporre suoni sia degli anim<strong>ali</strong> presentati<br />
da me (imitazione), sia <strong>di</strong> nuovi anim<strong>ali</strong> (immaginazione e creatività). Questo<br />
è sicuramente un aspetto debole del mio progetto, in quanto ho<br />
I'impressione che sia mancato ai bambini il tempo necessario per sperimentare<br />
a sufficienza e quin<strong>di</strong> proporre suoni e rumori degli anim<strong>ali</strong>.<br />
Avendo più tempo a <strong>di</strong>sposizione si sarebbero potute consolidare delle conoscenze<br />
sugli anim<strong>ali</strong> ed arrivare ad avere un bagaglio comune <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong><br />
conosciuti, sia per movimento, sia per suoni e rumori e probabilmente i<br />
bambini sarebbero stati portati maggiorrnente ad inventare e proporre suoni<br />
per nuovi anim<strong>ali</strong>, passando dalla fase più imitativa a quella più creativa.<br />
Nella <strong>di</strong>scussione su come allestire il bosco i bambini inizialmente hanno<br />
proposto <strong>di</strong> tagliare gli alberi e portarli in sezione. In seguito la loro idea è<br />
stata quella <strong>di</strong> piantare delle piantine e degli alberi. Dopo aver fatto riflettere<br />
i bambini sull'impossibilità <strong>di</strong> re<strong>ali</strong>zzare queste proposte, ho cercato <strong>di</strong><br />
foc<strong>ali</strong>zzare I'attenzione dei bambini sulle lenzuola mandate da Martino. I<br />
bambini hanno proposto che con le lenzuola si potessero costruire delle capanne.<br />
In seguito ho proposto la mia idea, chiedendo ai bambini <strong>di</strong> espri-<br />
43
mere ciò che ne pensavano al riguardo. I bambini si sono entusiasmati<br />
molto all'idea e così ci siamo "incamminati" su questa strada.<br />
L'allestimento degli alberi e la preparazione collettiva del bosco ha permesso<br />
ai bambini <strong>di</strong> dare senso a tutto ciò che si stava facendo. In questo<br />
modo quando gli alberi sono cominciati a "spuntare" nel dormitorio (luogo<br />
scelto per allestirvi il bosco) i bambini sono stati sorpresi, meravigliati ed<br />
entusiasti della novità, ma l'hanno da subito vissuto come il loro bosco.<br />
I bambini hanno lavorato a gruppi: quasi tutti i bambini si sono impegnati<br />
ed hanno collaborato per portare a termine questo progetto comune, che,<br />
seppur non venendo <strong>di</strong>rettamente dai bambini, li ha entusiasmati molto.<br />
Quest'attività, considerata nell'insieme del progetto si è quin<strong>di</strong> rivelata<br />
molto importante in quanto ha permesso <strong>di</strong> creare un luogo dove portare<br />
avanti e vivere le esperienze legate al bosco. L'allestimento dello scenario<br />
del bosco insieme ai bambini, il lasciare (attraverso la stampa) delle tracce<br />
ha fatto sì questo <strong>di</strong>ventasse un luogo famigliare, intimo e vissuto come "il<br />
proprio bosco": questo ha favorito il coinvolgimento e f identificazione dei<br />
bambini.<br />
Inoltre, avendo più tempo a <strong>di</strong>sposizione si sarebbero potuti seguire maggiormente<br />
gli spunti dei bambini, rifarsi maggiormente alle esperienze percettive<br />
fatte (v. attività 3, Scopriamo il bosco seguendo il percorso della<br />
Talpa Fosca) e riprenderle (v. attività <strong>di</strong> sostegno: il tappeto del bosco, indovinelli<br />
olfattivi).<br />
o II nostro bosco mancano i suoni degli anim<strong>ali</strong>.<br />
La talpa Fosca fa arrivare del nuovo materiale (cose non raccolte dai bambini e<br />
aggiunta <strong>di</strong> materiale che servirà per arricchire il bosco e creare il laboratorio dei<br />
suoni).<br />
IL LABORATORIO<br />
SPAZIO<br />
Lo spazio che utilizzerò sarà il dormitorio, uno spazio ampio, all'interno del quale si trova anche la casina<br />
e il negozio. Verrà in parte chiusa la porta comunicante tra la casina e il negozio per caratterizzare questo<br />
meglio lo spazio; nel negozio venà infatti posto il materiale del bosco e in generale il materiale sonoro.<br />
Nel dormitorio verranno poi appesi gli alberi-telone (a <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong>verse e orientati in <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>rezioni)<br />
preparati con i b.ni in modo tale da creare un bosco. Ho scelto <strong>di</strong> uttlizzare questo spazio perché è un luogo<br />
molto famigliare, dove i b.ni entrano già volentieri durante il gioco libero (gioco in casina e nel negozio).<br />
In questo spazio, che assumerà un'atmosfera magica, potranno inoltre essere svolte delle attività<br />
strutturate con tutti i b.ni. Inoltre questo spazio è staccato (ma abbastanza vicino) all'aula: questo può favorire<br />
maggior privacy e autonomia. Utilizzando uno spazio ampio posso anche permettere ai b.ni <strong>di</strong> entrare<br />
in numero maggiore, favorendo quin<strong>di</strong> la soci<strong>ali</strong>zzazione.<br />
44
MATERIALE<br />
r Alberi-telone (lenzuola) fissati a delle corde<br />
r telone per le <strong>di</strong>apositive (per proiettare <strong>di</strong>apositive del bosco)<br />
r materiale del bosco raccolto dai b.ni o fatto trovare dalla talpa (o da me): muschio, terra, fiori,<br />
foglie ver<strong>di</strong>, foglie secche, pigne, legnetti, sassi grossi e piccoli, legni e legnetti, paglia<br />
. canne <strong>di</strong> bambù<br />
. acqua<br />
. catini, recipienti e barattoli, bottigliette <strong>di</strong> vetro<br />
o scatole gran<strong>di</strong> e piccole<br />
. strumenti music<strong>ali</strong>: tamburello, legnetti, sonagli, Maracas, triangolo, maracas, xilofono, bastone della<br />
pioggia<br />
o battenti <strong>di</strong> vario tipo: in legno, in metallo, cucchiai, mestoli,...<br />
. <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong> del bosco (come "archivio della memoria"): biscia, scoiattolo, orso, lepre, uccellino,<br />
rana, mosca, volpe, tasso, topo, cerbiatto, riccio, gufo...<br />
r Librone (verrà appeso nel laboratorio): rana nello stagno, scoiattolo sotto un albero, orso vicino a un<br />
albero, picchio su un albero, talpa nella terra, temporale.<br />
o Bucalettere del bosco<br />
ALLESTIMENTO<br />
Il bosco-laboratorio sarà preparato con i b.ni. Nella preparazione del bosco il lavoro verrà <strong>di</strong>fferenziato,<br />
inizialmente per capacità (e livelli), poi una volta introdotto il lavoro, per interessi (sempre però tenendo<br />
in considerazione le capacità). Inizialmente, grazie alla richiesta <strong>di</strong> Martino (personaggio guida<br />
)costruire un bosco in sezione) venà <strong>di</strong>scusso come fare, con qu<strong>ali</strong> materi<strong>ali</strong>,.... Martino manderà, insieme<br />
<strong>ali</strong>a cassetta, anche delle lenzuola (come fare un bosco utilizzando le lenzuola?). Dopo questa <strong>di</strong>scussione<br />
verrà avviato il lavoro. Il lavoro verrà svolto in più tappe. Man mano che gli alberi saranno<br />
terminati incominceremo ad appenderli nel dormitorio e così il bosco poco a poco spunterà e prenderà<br />
vita.<br />
INTRODUZIONE E AVVIO<br />
Al rientro dopo un fine settimana il bosco era concluso e allestito, pronto<br />
ad essere esplorato e vissuto.<br />
Quando i b.ni hanno trovato tutti gli alberi appesi, un albero cavo (buco per<br />
entrare nel bosco)alla porta d'entrata del dormitorio e il negozio tramutato<br />
in negozio del bosco sono stati molto sorpresi e sono stati colti da una<br />
grande eccitazione. Durante questo giorno tutti i b.ni sono entrati a più riprese<br />
nel bosco; buona parte dei b.ni ha giocato tutto il giorno, nei momenti<br />
liberi, in questo luogo, esplorando materi<strong>ali</strong>, strumenti music<strong>ali</strong>, giocando<br />
a nascondersi <strong>di</strong>etro gli alberi o a far capolino, come animaletti, dai<br />
buchi degli alberi.<br />
Anche nei giorni successivi, nonostante fossero state introdotte delle regole<br />
e ci fosse un numero massimo <strong>di</strong> b.ni che potevano entrare, questo è stato<br />
un luogo frequentatissimo (non rispettando la regola <strong>di</strong> sei b.ni alla volta).<br />
Nelle prime mattine in cui c'era il bosco, rimanendo in aula, mi capitava <strong>di</strong><br />
chiedermi "Ma dove sono tutti i bambini? ", oppure <strong>di</strong> pens aÍe "ma come<br />
sono pochi stamattína" ... Soltanto guardando all'orizzonte, oltre gli alberi,<br />
verso la quiete del boschetto (si fa per <strong>di</strong>re...) riuscivo a capire dove si erano<br />
"nascosti" e rifugiati. In questi primi giorni ho lasciato che i b.ni esplorassero<br />
liberamente il bosco, famiglianzzandosi con esso e facendolo <strong>di</strong>ventare<br />
il proprio boschetto, usandolo per il gioco simbolico, per esplorare<br />
gli strumenti music<strong>ali</strong> o per farci una passeggiatina. Ho ritenuto essenziale<br />
45
^L ,rr*Jrt^z<br />
/,ot o<br />
tL ,tnoterra<br />
0,,<br />
rLe/L rLeloq<br />
t<br />
v\)<br />
dL,L tf,uan^'<br />
Jt(. .{rouo
'enfraCat- neL bosco.. .<br />
L'esTLraabrle rbnorou<br />
Ol,' ,S"o'altolc
questa fase tenendo conto del fatto che anche nel primo approccio con il<br />
bosco reale i bambini manifestavano una grande necessità e un desiderio <strong>di</strong><br />
esplorare il bosco, soprattutto attraverso il gioco (nascondersi, gioco simbolico,...)<br />
e I'esplorazione del materiale.<br />
Dopo una parte de<strong>di</strong>cata all'esplorazione ho lanciato il problema vero e<br />
proprio attraverso il librone, fatto arrivare dalla Talpa Fosca. Inizialmente<br />
ho annunciato ai b.ni che la Talpa aveva sbirciato nel bosco e ...sì, le piaceva<br />
moltissimo il bosco dei bambini... però mancavano due cose molto importanti.<br />
Sottoforma <strong>di</strong> indovinelli ho aiutato i b.ni a capire cosa mancava<br />
nel bosco e così i b.ni sono arrivati ad affermare che si trattava dei suoni<br />
del bosco e degli anim<strong>ali</strong>. Dopo aver compiuto questa scoperta è stato presentato<br />
il librone, in cui, la giovane Talpa, aveva "rappresentato" i suoni<br />
degli anim<strong>ali</strong> che conosce. Dopo aver ascoltato i suoni degli anim<strong>ali</strong> (i b.ni<br />
dovevano ascoltare e cercare <strong>di</strong> capire a quale animale rappresentato i suoni<br />
si riferivano) ho foc<strong>ali</strong>zzato I'attenzione sul problema da risolvere. La<br />
giovane Talpa, sta imparando a riconoscere gli anim<strong>ali</strong> dai suoni, ne conosce<br />
però pochi e vorrebbe scoprime degli altri: dobbiamo aiutarla e scoprire<br />
i rumori <strong>di</strong> altri anim<strong>ali</strong>.<br />
Il problema da risolvere e quello che in pratica i b.ni dovevano fare nel laboratorio<br />
non è però stato subito colto e messo in pratica dai b.ni, forse<br />
perché il suo contenuto era troppo denso e non esplicitato bene. Ho quin<strong>di</strong><br />
ripreso la consegna in un momento successivo e c'è quin<strong>di</strong> voluto un po' <strong>di</strong><br />
tempo prima che i b.ni cominciassero a esplorare veramente i materi<strong>ali</strong> sonori<br />
per trovare dei suoni che ricordassero i movimenti degli anim<strong>ali</strong>. Grazie<br />
a quest'esperlenza mi sono resa conto <strong>di</strong> quanto questo compito fosse<br />
complesso e quanto impegno ci volesse per praticarlo. Buona parte dei b.ni<br />
ha quin<strong>di</strong> continuato ad entrare nel bosco per giocare o per suonare senza<br />
ftnahzzare maggiormente la propria entrata. Buona parte dei b.ni del Il e<br />
del III liv. (Michele, Stefano, Giovanbattista, Ttziana, Sophie, Aline, Kerry,<br />
Kathleen, Viktorija...) è invece riuscita pian piano a capire la consegna e a<br />
metterla in atto.<br />
Questo è avvenuto anche grazie a delle attività che hanno sostenuto e rilanciato<br />
il laboratorio, incantando e coinvolgendo maggiormente i b.ni nel<br />
mondo dei suoni e dei movimenti degli anim<strong>ali</strong>.<br />
Posso comunque affermare che tutti i b.ni si sono identificati con grande<br />
facilità e naturalezzanegli anim<strong>ali</strong> del bosco, <strong>di</strong>ventato il loro tema preferito<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione (spesso già all'entrata, il mattino, i b.ni venivano a raccontarmi<br />
<strong>di</strong> aver visto, incontrato, accarezzato, chiacchierato con degli<br />
anim<strong>ali</strong> dei bosco; nel gioco soprattutto nel bosco, i b.ni hanno spesso impersonificato<br />
degli anim<strong>ali</strong>). Questa identificazione è stata ulteriormente<br />
favorita da parte mia grazie al racconto <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse storie sugli anim<strong>ali</strong> del<br />
46
osco e grazie ad una consultazione, sia libera che guidata, <strong>di</strong> libri <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong>.<br />
B. 5COPERTA DI MATERIALI E DI SONORITA PER ARRTC-<br />
CHIRE ED ANIMARE IL BO5CO<br />
3.2.5. Con cosa produrre i suoni del bosco e degli anim<strong>ali</strong>?<br />
Obiettivi:<br />
- esplorare il materiale proposto a livello tattile e sonoro<br />
- capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere e classificare dei suoni (scelta dei materi<strong>ali</strong> e<br />
degli strumenti adatti a creare i suoni del bosco)<br />
- capacità <strong>di</strong> evocare le sonorità del bosco<br />
- capacità <strong>di</strong> collegare i suoni prodotti con i materi<strong>ali</strong> sonori ai suoni del<br />
bosco reale<br />
- capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere con i compagni per selezionare materi<strong>ali</strong> e sonorità<br />
Svolgimento Materi<strong>ali</strong><br />
Stacco: <strong>di</strong>scussione: Come possiamo rendere più vivo questo bosco? Cosa gli - materiale proposto dai<br />
manca? Come nosqiamo fnre A arelre dci crrnni s'im'ili q nrrelli dcl hncnn? l- b.ni presente in sezione<br />
cosa farli?<br />
Punto caldo: vengono presi e sparsi in giro per il salone i materi<strong>ali</strong> proposti dai<br />
- materiale del bosco<br />
- strumenti presenti in<br />
b.ni. I materi<strong>ali</strong> verranno messi in postazioni <strong>di</strong>verse, i b.ni passeranno dalle varie<br />
postazioni ed esploreranno i <strong>di</strong>versi materi<strong>ali</strong>. In seguito ci si riunirà e si sceglieranno<br />
i materi<strong>ali</strong> adeguati a riprodurre le sonorità del bosco (facendo riferimento<br />
alla cassetta mandata da Martino con i suoni del bosco e all'uscita. att.3).<br />
sezione<br />
Commento<br />
Quest'attività si è svolta in un modo <strong>di</strong>verso rispetto alla programmazione<br />
preventivata in quanto con I'introduzione del laboratorio i b.ni hanno già<br />
esplorato autonomamente il materiale (a livello tattile e sonoro) e quin<strong>di</strong> proporre<br />
I'esplorazione in un modo più guidato sarebbe risultato un doppione. I<br />
bambini sono stati molto attratti dall'esplorazione e, inizialmente molti tendevano<br />
a suonare sonagli, tamburello e strumenti melo<strong>di</strong>ci (soprattutto i b.ni del<br />
I e parte del II liv.).<br />
Con parte dei b.ni del II e i b.ni del III liv., è stata svolta una <strong>di</strong>scussione tesa<br />
ad eliminare i materi<strong>ali</strong> non adatti a produrre i suoni del bosco e i suoni degli<br />
anim<strong>ali</strong> del bosco. Attraverso questa <strong>di</strong>scussione sono stati scartati tutti gli<br />
strumenti music<strong>ali</strong> perché "me scusa nel bosco non ci sono gli strumentí come<br />
questi qui... " (Sophie, II liv.) e " e allora per fare i suoni del bosco dobbiamo<br />
Ltsare solo cose che ci sono nelbosco..." (Michele, III liv.). Sono stati scartati<br />
quasi tutti gli strumenti music<strong>ali</strong> (xilofono, flauto, sonagli, armonica,..., Soprattutto<br />
quelli melo<strong>di</strong>ci), "perché nel bosco io non ho mai sentito dei suoni<br />
47
così!" (Trziana, II liv.). Non tutti i bambini sono stati subito d'accordo <strong>di</strong><br />
scartare gli strumenti music<strong>ali</strong> (Stefano e Giovanbattista) e non è sempre stato<br />
evidente accordarsi in quanto i materi<strong>ali</strong> assumevano anche una valenza affettiva<br />
e I'idea dei suoni del bosco era soggettiva. Stefano ad esempio ha posto<br />
resistenza nell'eliminazione del tamburello a sognagli affermando "Ma io l'ho<br />
già sentito una volta questo rumore nel bosco ". Michele ha quin<strong>di</strong> affermato<br />
"Ma nooo! Non c'è questo suono... o caso mai era unfolletto che era passato<br />
<strong>di</strong> lì.", ma poi ha proposto un'altra mod<strong>ali</strong>tà <strong>di</strong> suonare il tamburello a sonagli<br />
(anziché scuoterlo e batterlo, grattare con le <strong>di</strong>ta e le unghie sulla membrana),<br />
trovando quin<strong>di</strong> una soluzione per non scartarlo. Gli strumenti che sono stati<br />
tenuti sono stati tendenzialmente quelli ritmici come il bastone della pioggia<br />
"Questo sì, perché fa ssssh...come la pioggia" (Stefano, II liv.), il tamburello<br />
a sonagli "perché sembra uno scoiattolo che... gratta o forse un topo che<br />
scappa" (Michele), i legnettr " che vanno bene per fare iI picchio che picchia<br />
contro I'albero" (Giovanbattista, II liv.).<br />
Quest'attività è stata ripresa e ampliata in un momento successivo (dopo<br />
I'attività 9, "II teatro dei suoni degli anim<strong>ali</strong> del bosco") nel quale sono stati<br />
presi in considerazione alcuni anim<strong>ali</strong> (volpe, cerbiatto, tasso, lepre.) <strong>di</strong> cui<br />
sono stati trattati il movimento, il rumore e le mod<strong>ali</strong>tà e il materiale <strong>di</strong> produzione.<br />
In questa parte dell'attività ho chiesto ai bambini <strong>di</strong> mimare I'animale,<br />
mostrandone il movimento (postura, camminata, piccole azioni); dopo aver<br />
interpretato l'animale a livello motorio è stata svolta una riflessione sul rumore<br />
prodotto dall'animale nel muoversi. In seguito si trattava <strong>di</strong> sperimentare e<br />
produrre una sonorità adeguata (particolare attenzione al tipo <strong>di</strong> materiale).<br />
Ecco gli anim<strong>ali</strong> che abbiamo preso in considerazione:<br />
Animola Movimento Suono e moteriole<br />
CERBIATTO I b.ni camminano in giro a 4 <strong>zampe</strong>. Tiziana e ) con la voce:<br />
Michele si muovono in modo leggero, allun- Cic cic cic cic<br />
gando Ie gambe posteriori.<br />
Tic tic tic<br />
) con la paglia: passetti abbastanza<br />
veloci. ma leeeeri<br />
Perché si muove così?<br />
Tiziana: E perché il cerbiatto cammina e poi corre anche velocissimo perché ha le gambe lunghe.<br />
Allora adesso io chiudo gli occhi, faccio come la Talpa Fosca. Voi dovete farmi capire dal rumore<br />
che si tratta <strong>di</strong> un cerbiatto (i b.ni camminano in giro come cerbiatti).<br />
Oh, ma ci dev'essere anche un orso, o forse due...io sento degli orsi che corrono.<br />
Michele: No, è perchó lo Stefano e la Sharon facevano troppo rumore con i pie<strong>di</strong>. Il cerbiatto non fa tutto<br />
quel rumore lì.<br />
Hai ragione, forse era un po'tanto rumoroso quel cerbiatto lì...Io non ne ho mai sentito uno così<br />
nel bosco (tutti si muovono come cerbiatti, ma Stefano continua ad essere molto pesante).<br />
Allora, facciamo che adesso la nostra mano si trasforma in un cerbiatto che si muove<br />
Michele: va veloce<br />
Sonhie: cammina...<br />
Provo a farlo io il cerbiatto (picchio forte i pie<strong>di</strong> per terra). È così?<br />
Sono stati scelti dai bambini la volpe, il cerbiatto, il tasso e la lepre, ma c'è stato il tempo solo per trattare<br />
la volpe e il cerbiatto.<br />
48
Tiziana: No ! Va lano non così (. . . ) fa poco rumore.<br />
In queste affermazioni si può notare come alcuni bambini riescano, attraverso<br />
suoni e rumori ad evocare le <strong>di</strong>mensioni e il movimento dell'animale. In<br />
modo particolare questo avviene per Michele e Tiziana che riescono ad argomentare<br />
e cercano <strong>di</strong> convincere gli altri della loro opinione. Quando ho riproposto<br />
il rumore del cerbiatto con la paglia ai b.ni, utilizzando due <strong>di</strong>ta, ho<br />
potuto notare la capacità <strong>di</strong> evocare e le conoscenze "scientifiche" <strong>di</strong> Tiziana,<br />
nella sua affermazione "Ma íl cerbiatto non ha due gambe...bisognafarlo con<br />
4 <strong>di</strong>ta, non con due!". Tiziana fa intervenire la sua rappresentazione del corpo<br />
dell'animale per argomentare e sostenere le sue opinioni.<br />
In conclusione, dopo una <strong>di</strong>scussione in cui i b.ni hanno confrontato molto<br />
le loro opinioni, op1ruonr, e dopo dopouna<br />
sperimentazione e un confronto dei suoni prodotti<br />
dai materi<strong>ali</strong>, i b.ni sono arrivati alla conclusione che la paglia era il<br />
materiale migliore per fare il rumore del cerbiatto. La sperimentazione <strong>di</strong><br />
movimento, rumori, prodotti con corpo o materiale, e il confronto sono stati<br />
molto importanti in quest'attività e in alcuni casi hanno pennesso <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare<br />
le opinioqi dei b.ni.<br />
Sophie produce il suono con la paglia, utilizzando le mani per suonare (appoggiandole leggermente). Così<br />
va bene? Sembrano dei passi da cerbiatto?<br />
Michele, Samuele e Stefano: Nooo!<br />
Allora, vieni tu Stefano e prova a fare il rumore del cerbiatto. Stefano propone un rumore <strong>di</strong> passi<br />
nelle foglie (abbastanza forte). Lo rifaccio esagerando un po' il rumore. Così?<br />
Sììì...<br />
Noo<br />
Chiedo a Sophie <strong>di</strong> rifare il rumore nella paglia proposto da lei. Michele però non è convinto...<br />
Vieni, Michele, prova tu!<br />
Michele propone dei passi nella paglia ma picchiando più forte <strong>di</strong> Sophie.<br />
Sophie: No, Troppo gran<strong>di</strong>!<br />
Tiziana: Ma così è quando corre!<br />
Sophie' prova nella terra o nelle foglie a vedere se va meglio. Sophie fa il rumore con le foglie...<br />
Allora è meglio con le foglie o con la paglia?<br />
Michele: è meglio con le foglie.<br />
Tiziana: No, con la paglia. (...)<br />
Sophie: con la paglia. (...)<br />
Michele: perché la paglia...perché le foglie fanno più mmore della paglia (...)<br />
Tiziana: eh, le foslie secche sono oiù dure.<br />
Si può notare qui come i bambini siano riusciti anche a tener conto <strong>di</strong> alcune<br />
qu<strong>ali</strong>tà fisiche e sonore dei materi<strong>ali</strong> nella produzione dei rumori degli<br />
anim<strong>ali</strong>.<br />
Non sempre però i b.ni si<br />
sono trovati d'accordo sui movimenti e sui suoni.<br />
Questo <strong>di</strong>pende dal fatto che ognuno evoca una propria immagine e una<br />
situazione <strong>di</strong>versa.<br />
Animole Movimento Suono e moteriole<br />
VOLPE I b.ni camminano a 4 <strong>zampe</strong>; Sophie fa una ) picchiare sulla se<strong>di</strong>a con le mani<br />
specie <strong>di</strong> ululato: gli altri b.ni la imitano. Mi- Stefano propone un modo particolachele<br />
tiene la testa alta e fa una faccia particolare<br />
(orgogliosa) e un passo elegante.<br />
Passi più pesanti e più grossi del cerbiatto.<br />
re <strong>di</strong> battere sulla se<strong>di</strong>a che riesce a<br />
mettere tutti d'accordo, propone un<br />
ritmo ternario che ricorda una cor-<br />
Per alcuni b.ni i passi della volpe sono lenti<br />
(Michele, Stefano), per altri sono più veloci<br />
(Tiziana. Kathleen).<br />
setta leggera.<br />
49
Dopo aver lasciato muoversi i b.ni mi sono mossa anch'io come una volpe per<br />
dare un modello ai b.ni. I b.ni della S.I., soprattutto considerando I'alto numero<br />
<strong>di</strong> b.ni del I e II liv., non hanno ancora molte conoscenze a riguardo degli<br />
anim<strong>ali</strong> e del loro movimento, non hanno ancora avuto la possibilità e<br />
I'occasione <strong>di</strong> vedere come si muovono gli anim<strong>ali</strong>, a parte quelli più noti.<br />
Questo veniva manifestato nella loro rappresentazione cinestetica degli anim<strong>ali</strong><br />
(soprattutto per i bambini del I e in parte II liv.): essi tendevano infatti a<br />
variare solo la postura da camminata da eretta a quattro <strong>zampe</strong>, o marcare la<br />
<strong>di</strong>fferenza solo in casi <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong> conosciuti e con <strong>di</strong>fferenze evidenti (come<br />
I'orso e 1o scoiattolo). Interrogarmi su qu<strong>ali</strong> immagini potessi essere sicura<br />
che i bambini conoscevano e qu<strong>ali</strong> necessitavano invece <strong>di</strong> sostegno è stato un<br />
passo fondamentale nel mio progetto. Dopo aver preso maggior coscienza <strong>di</strong><br />
questo aspetto ho ritenuto importante offrire anche dei modelli <strong>di</strong> movimento<br />
o delle descrizioni verb<strong>ali</strong> (nei momenti <strong>di</strong> consultazione <strong>di</strong> libri scientitici,...)<br />
a cui i bambini potessero rifarsi per costruire delle immagini e dei semplici<br />
"script" degli anim<strong>ali</strong>. Perché I'immaginazione e la creatività possano svilupparsi<br />
bisogna avere come base del materiale e delle esperienze da rielaborare.<br />
Non va poi <strong>di</strong>menticata la valenza affettiva che i bambini attribuiscono agli<br />
anim<strong>ali</strong> e che interferisce sulle caratteristiche oggettive (realtà relativa allo<br />
sta<strong>di</strong>o pre-operatorio).<br />
Nel caso della volpe ho potuto notare come i b.ni tendano a considerarla un<br />
animale simile al lupo e, in generale visto come malvagio. I1 movimento e<br />
quin<strong>di</strong> il suono che i b.ni attribuiscono alla volpe è strettamente collegato al il<br />
vissuto emotivo (la volpe fa tanto rumore ed è grossa perché è "cattiva").<br />
E interessante notare come la visione dei b.ni <strong>di</strong> questo animale sia variata nel<br />
corso del periodo <strong>di</strong> tirocinio. Inizialmente i b.ni la consideravano cattiva e<br />
nemica dell'uomo...<br />
Kathleen: lo sai che io una volta ho incontrato una volpe nel bosco e poi lei mi guardava...<br />
Ti guardava? E cos'ha fatto?<br />
Kathleen: e mi guardava e poi è venuta vicino e poi io I'ho accarezzata.<br />
Come...sei riuscita ad accarezzarla?<br />
Sì.<br />
E comtera?<br />
E aveva il pelo liscio. Ma non mi ha mangiata però.<br />
Perché, cre<strong>di</strong> che ti voleva mangiare?<br />
Kathleen: E forse sì.<br />
Stefano: eh, già..perché se incontri nel bosco una volpe guardache ti mangia, eh!<br />
Tiziana: Macchè, mica ti mangia la volpe.<br />
NIa perché, secondo voi è cattiva la volpe?<br />
Sììì.<br />
In seguito i b.ni hanno mo<strong>di</strong>ficato la loro visione considerandola buona, biricchina<br />
e dolce. L'immagine della volpe è stata mo<strong>di</strong>ficata grazie ad un racconto<br />
<strong>di</strong> un volpacchiotto, raccontato tramite un libro con fotografie, e ripreso poi<br />
nell'attività 8 (Animiamo Ie imma ini del bosco).<br />
Quella <strong>di</strong> cui vi ho raccontato la storia era cattiva?<br />
Michele: Nooo!<br />
Sophie: era nostra amica!<br />
E allora forse non tutte le volpi sono cattive: ce ne sono <strong>di</strong> quelle brave e <strong>di</strong> quelle meno<br />
50
ave.<br />
La connotazione positiva della volpe non è però stata mantenuta da tutti, anzi...ln<br />
generale i bambini sono ritornati alla loro immagine iniziale della volpe,<br />
o comunque ad un'immagine ambigua. Questo è emerso quando i bambini<br />
hanno proposto il suono e il movimento <strong>di</strong> quest'animale, definendo la volpe<br />
come grossa, pesante, simile all'orso.<br />
3.?..6. Cosa tifa rícordare questo suono?<br />
(Sonorità, immaginazione e movimento)<br />
Obiettivi:<br />
- in<strong>di</strong>viduare e verb<strong>ali</strong>zzare delle caratteristiche fisiche o sonore legate ai<br />
suoni ascoltati<br />
- descrivere verbalmente e uttlizzare dei termini per definire le sonorità<br />
(frusciare, schhh, tac tac, grattare,...)<br />
- associare un oggetto, un animale, una situazione, un ricordo alla sonorità<br />
proposta<br />
- interpretare a livello motorio le sonorità proposte<br />
Proposte <strong>di</strong> sonorità<br />
Canne <strong>di</strong> bambù e bastoni picchiati insieme, oÍzo che scivola in una<br />
scatola, bottigliette <strong>di</strong> vetro con acqua a <strong>di</strong>versi livelli e battente, sassi<br />
picchiati insieme, paglia che viene mossa, ramoscello con foglie secche<br />
che viene scosso, noccioline che vengono grattate, acqua agitata<br />
in un catino<br />
Svolgimento Materi<strong>ali</strong><br />
I b.ni ascoltano i suoni che gli vengono proposti. Dopo aver ascoltato i suoni - canne <strong>di</strong> bambùr, basto-<br />
prodotti da un materiale, verranno poste delle domande. Com'erano questi ni, orzo, scatole. botti-<br />
suoni? Perché? Cosa si sentiva? Avete immaginato, visto qualcosa...con quegliette, acqua, battente in<br />
sti suoni?<br />
metallo, sassi, paglia,<br />
Proviamo a drammatizzare ciò che abbiamo immaginato (foglie, vento, ani- ramoscello <strong>di</strong> foglie,<br />
m<strong>ali</strong>, ...pesante, leggero, basso,... à come possiamo fare con il corpo?). noccioline, catino con<br />
acaua<br />
Commento<br />
Gli obiettivi legati alla verbahzzazione non sono stati sviluppati. Questo a<br />
causa dell'alto numero <strong>di</strong> b.ni del I e del II livello presenti. Programmando<br />
I'attività non avevo valutato a sufficienza quanto la verb<strong>ali</strong>zzazione fosse una<br />
competenza <strong>di</strong>fficile da mettere in atto per i b.ni piccoli, che tendono maggiormente<br />
ad úilizzare il movimento come mod<strong>ali</strong>tà comunicativa e quanta<br />
attenzione richiedesse. Quest'attività non ha coinvolto attivamente tutti i b.ni.<br />
Pensando ad una regolazione da apportare avrei svolto I'attività solo con i b.ni<br />
del III livello e una parte del II. Svolgendo I'attività ascolto e concentrazione,<br />
con i b.ni con capacità cognitive più avanzate, avrei potuto coinvolgere me-<br />
glio tutti i bambini, ponendo I'attenzione anche sulla verb<strong>ali</strong>zzazione.<br />
Nell'attività infatti i b.ni erano molto più interessati a muoversi liberamente<br />
che non ad ascoltare e <strong>di</strong>scutere sul suono sentito, non ho quin<strong>di</strong> puntato la<br />
mia attenzione sulla <strong>di</strong>scussione. Probabilmente anche lo spazio scelto per<br />
51
questa attività non era ideale in quanto in salone i bambini sono abituati a<br />
muoversi, giocare,... e non a fermarsi per riflettere e <strong>di</strong>scutere. Inoltre, per<br />
coinvolgere maggiormente i b.ni avrei dovuto introdurre uno sfondo narrativo<br />
e riflettere meglio sulle sonorità da proporre.<br />
La gestione dell'attività mi ha preso molte energie e tempo e per questo<br />
I'attività effettiva è stata breve, anche se si è prolungata.<br />
Al suono delle noccioline i b.ni hanno associato lo scoiattolo che mangia le<br />
nocciole, alla paglia hanno associato la biscia che striscia per terra, ai sassi<br />
picchiati assieme, i sassi che rotolano dentro nel fiume oppure un muratore<br />
che lavora, ai legnetti picchiati insieme il picchio che fa un buco in un albero,<br />
alle sonorità dell'acqua hanno associato la rana...<br />
Si può quin<strong>di</strong> notare che i b.ni, sentendo suoni a volte simili, a volte <strong>di</strong>versi,<br />
ma con materi<strong>ali</strong> ugu<strong>ali</strong> a quelli già proposti negli indovinelli sonori, hanno<br />
agito per imitazione, ricollegandosi agli anim<strong>ali</strong> proposti nel librone (a parte la<br />
biscia). È stato interessante notare come i b.ni moltó spesso abbiano .oll"guto<br />
il suono ad un animale, dato che da parte mia non c'erano stati suggerimenti<br />
in questo senso. In questo si può notare come i b.ni siano attratti dagli anim<strong>ali</strong><br />
e si identifichino con facilità in questi ruoli. In generale i b.ni tendevano a<br />
collegarsi molto all'aspetto materiale più che a quello sonoro. Tendevano a<br />
collegare al suono del materiale un animale o un personaggio che utilizza quel<br />
materiaie. Non è infatti cosa semplice evocare un'immagine, un personaggio<br />
solo attraverso il suono, per fare questo bisogna astrarsi dall'aspetto materiale<br />
e avere avuto delle esperienze <strong>di</strong> suoni simili a quelli proposti. In questo atteggiamento<br />
si nota il pragmatismo del bambino <strong>di</strong> quest'età, poco capace <strong>di</strong><br />
astrarsi dalla realtà materiale.<br />
C. T SUONI E I MOVIMENTI DE6LI ANIMALI DEL BOSCO<br />
o La Talpa Fosca manda un librone in cui presenta i suoi amici anim<strong>ali</strong> inseriti nel<br />
loro ambiente <strong>di</strong> vita...(in ogni pagina ci sarà un animale e un ambiente: scoiattolo,<br />
orso, picchio, rana, pioggia).<br />
La Talpa <strong>di</strong>ce ai b.ni che lei ci vede veramente poco (in compenso ci sente benissimo...)<br />
e che quin<strong>di</strong> per riconoscere gli altri anim<strong>ali</strong> sta imparando ad ascoltare i<br />
suoni /rumori che fanno (li riconosce dai rumori). Nel librone sono raffigurati alcuni<br />
anim<strong>ali</strong> che vorrebbe imparare a riconoscere... Chiede ai b.ni <strong>di</strong> aiutarla a riconoscere<br />
e imparare i suoni <strong>di</strong> quelli e altri anim<strong>ali</strong>.<br />
3.2.7. La Talpa Fosca presenta alcuni anim<strong>ali</strong> del bosco<br />
(attraverso immagini e suoni)<br />
Obiettivi:<br />
. - capacità <strong>di</strong> descrivere e <strong>di</strong>scutere le immagini del librone<br />
- capacità <strong>di</strong> ascoltare<br />
- capacità <strong>di</strong> associare i suoni ascoltati agli anim<strong>ali</strong> raffigurati sulle pagine<br />
del librone<br />
52
- capacità <strong>di</strong> motivare la scelta fatta facendo dei collegamenti tra il suono<br />
e le caratteristiche fisiche-motorie desli anim<strong>ali</strong><br />
Svolgimento Materi<strong>ali</strong><br />
Stacco: I b.ni trovano in giar<strong>di</strong>no il librone con un messaggio della Talpa Fosca- - librone<br />
Lettura del messaggio, verifica della comprensione; lettura delle immagini: si - messaggio della Talpa<br />
osservano le immagini, si descrive cosa c'è raffìgurato, <strong>di</strong> che animale si tratta e Fosca<br />
cosa sta facendo. Faccio passare le pagine del libro così i b.ni possono osser- - materiale sonoro<br />
varle meglio e toccare le pagine (materiale tanile).<br />
Punto caldo: propongo ai b.ni <strong>di</strong> calarsi nei panni della Talpa Fosca e <strong>di</strong> provare<br />
a riconoscere gli anim<strong>ali</strong> attraverso i suoni. Indovinelli sonori: nascosta <strong>di</strong>etro a<br />
un telone,..propongo ai b.ni dei suoni legati alle immagini del librone che i b.ni<br />
hanno davanti. Dopo ogni suono chiedo loro a quale animale presente nel librone<br />
poteva appartenere questo suono (quale animale avete immaginato che era?<br />
Perché? Non poteva essere. .. ?). Dopo ogni indovinello sonoro mostro ai b.ni il<br />
materiale utilizzato e come è stato suonato.<br />
coda: nella conclusione dell'attività invito i b.ni a sperimentare nel laboratorio i<br />
suoni <strong>di</strong> questi anim<strong>ali</strong> e a provare a pensare a degli altri anim<strong>ali</strong>, a cosa fanno,<br />
come si muovono e come potrebbe essere il loro rumore, per aiutare la Talpa<br />
Fosca.<br />
Commento<br />
Dopo aver in<strong>di</strong>viduato cosa mancava nel nostro bosco (suoni e anim<strong>ali</strong>), si<br />
è passati ad aprire il pacco (contenente il librone) e ad osservare le immagini.<br />
I bambini hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> conoscere tutti gli anim<strong>ali</strong> e hanno ipotrzzato<br />
cosa stavano facendo. Per il picchio hanno affermato che picchiettava,<br />
faceva dei buchi e delle tane negli alberi; chiedendo loro <strong>di</strong> imitare il<br />
suono che produceva il picchio hanno picchiettato le mani per terra; in seguito<br />
Arielle (I liv.) ha cominciato a picchiettare con il naso per terra e gli<br />
altri bambini I'hanno imitata. Questa proposta è però stata scartata perché<br />
"Il picchio ha iI becco duro...il nostro naso nonfa rumore perché non è<br />
duro..." (Tiziana, II liv.). I bambini hanno così scelto <strong>di</strong> usare un <strong>di</strong>to e <strong>di</strong><br />
picchiettare sul pavimento. Per l'orso hanno affermato che stava camminando<br />
nelle foglie secche e poi si fermava. Qualcuno ha affermato che aveva<br />
appena mangiato ("Ha mangiato il míele e adesso si sta leccando i baffi",<br />
Mrchele, III liv.), altri bambini invece hanno annunciato che aveva fame.<br />
Giovanbattista (II liv.) ha proposto che I'orso "Si sta...così... (e si<br />
muove alzandosi e abbassandosi)...sí gratta". In questo intervento si può<br />
notare I'istinto naturale dei bambini a sfruttare il corpo e il movimento.<br />
Spesso, soprattutto per i bambini piccoli è più semplice spiegare dei concetti<br />
attraverso il corpo e i movimenti che non tramite la verb<strong>ali</strong>zzazione:<br />
per i bambini piccoli questo aspetto risulta spesso essere meno sviluppato<br />
che non quello corporeo-motorio. Giovanbattista in questo caso <strong>di</strong>mostra<br />
inoltre <strong>di</strong> avere già una conoscenza abbastanza buona dell'orso: non tutti<br />
sanno che gli orsi amano grattarsi la pelliccia contro gli alberi. Anche Michele<br />
nell'intervento precedentemente citato mostra <strong>di</strong> possedere una buona<br />
conoscenza dt quest'animale () I'orso mangia il miele).<br />
53
I r-rr'-f f Tf TTf Tt
Attraverso quest'attività ho compreso come per i bambini non sia scontato<br />
ed evidente il collegamento tra sonorità sentita e caratteristiche fisichemotorie<br />
dell'animale proposto. In questa prima attività <strong>di</strong>versi b.ni non<br />
hanno motivato la loro scelta ma hanno piuttosto proposto un animale in<br />
base a delle preferenze e al coinvolgimento emotivo e all'identificazione.<br />
Questo è stato evidente già da subito, quando è stato proposto il rumore<br />
della rana (acqua): anche se <strong>di</strong>versi b.ni hanno proposto con certezza che si<br />
trattava della rana e dell'acqua, Arielle (I liv.) ha continuato ad insistere sul<br />
icchio.<br />
Sophie: io ho sentito I'acqua.<br />
Arielle: Io ho sentito il picchio.<br />
Viki: Io ho sentito la rana.<br />
Arielle: Il oicchio...<br />
Anche dopo aver riascoltato il suono Arielle affermava che si trattava del<br />
icchio.<br />
Arielle: Io ho sentito così (e picchia sul pavimento con il <strong>di</strong>to)<br />
,..)Sì. ma prima era il picchio...<br />
Anche dopo il rumore successivo (orso che cammina in modo pesante sulle<br />
foglie) è rimasta convinta della sua idea ("il picchio ho sentito io!", "Me io<br />
ho sentito il picchio che picchiava gli alberi...e ho sentito il picchio, io").<br />
In un momento successivo anche Sharon (II liv.) è stata maggiormente presa<br />
dall'aspetto affettivo che non dall'in<strong>di</strong>viduare a cosa corrispondeva veramente<br />
il suono ascoltato. Infatti il suono proposto (pioggia e temporale)<br />
era molto evidente e quasi tutti i b.ni hanno risposto annunciando che si<br />
trattava della pioggia e del temporale. Sharon (II liv.) ha continuato invece<br />
ad affermare che si trattava dello scoiattolo e lo ha riba<strong>di</strong>to ancora quando<br />
il fatto che si trattava del temporale era evidente a tutti (" era lo scoiattolo<br />
perché ho sentito delle noccioline")<br />
I b.ni sono stati molto coinvolti nell'attività, facendo fatica a rispettare il<br />
turno <strong>di</strong> parola.<br />
Quando i bambini indovinavano e toccava a loro produrre un suono ho dovuto<br />
sostenerli e dare dei suggerimenti: i bambini, autonomamente, nella<br />
maggioranza der casi, non sapevano che suono e che animale proporre.<br />
Credo che questo derivi da un tempo <strong>di</strong> sperimentazione insufficiente. La<br />
loro <strong>di</strong>fficoltà principale stava nella scelta <strong>di</strong> un materiale e <strong>di</strong> una mod<strong>ali</strong>tà<br />
<strong>di</strong> suonare adeguati al tipo <strong>di</strong> animale.<br />
In questa fase, inoltre, i bambini hanno riproposto solo gli anim<strong>ali</strong> presentati<br />
nel librone.<br />
Inizialmente i b.ni erano molto con<strong>di</strong>zionati dalle immagini del librone e<br />
tendevano a giustificare il collegamento tra suono e animale basandosi sul<br />
materiale presente nelf immagine ( il contesto: ad esempio, nelf immagine<br />
dell'orso ci sono le foglie secche, dove c'è la rana c'è I'acqua, dove c'è il<br />
picchio c'è un albero). Ben presto però hanno cominciato a capire che i<br />
54
suoni proposti per gli anim<strong>ali</strong> non c'entravano sempre con i materi<strong>ali</strong> presenti<br />
nelle immagini.<br />
3.2.8. Diventiamo glí anim<strong>ali</strong> e animiamo le immagini del bosco<br />
Quest'attività ha come scopo quello <strong>di</strong> stimolare i bambini ad identificarsi<br />
negli anim<strong>ali</strong>, immaginare dei possibili movimenti e impersonificarli motoriamente.<br />
Attraverso I'esperienza della corporeità <strong>di</strong> alcuni anim<strong>ali</strong> i bambini<br />
dovrebbero poi avere più facilità nelf immaginare e proporre dei suoni.<br />
Inoltre quest'attività vuole dare la possibilità ai bambini <strong>di</strong> scoprire e conoscere<br />
nuovi anim<strong>ali</strong>.<br />
Obiettivi:<br />
- partecipare attivamente identificandosi negli anim<strong>ali</strong> (personaggi della<br />
storia) e impersonandoli a livello motorio<br />
- entrare nelle immagini e nell'ambiente-bosco muovendosi come gli anim<strong>ali</strong><br />
- proporre dei movimenti sia per gli anim<strong>ali</strong> già conosciuti (imitazione), sia<br />
per gli anim<strong>ali</strong> non conosciuti (immaginazione e creatività)<br />
Svolpimento<br />
Materiale<br />
Stacco: la Talpa Fosca presente nel librone introduce I'attività, presentando la storia - <strong>di</strong>apositive del<br />
che verrà raccontata.<br />
bosco (tane, buchi<br />
Punto caldo: racconto la storia del volpacchiotto Ciff, che scappa <strong>di</strong> casa alla scoperta negli alberi, ra<strong>di</strong>-<br />
del mondo e alla ricerca <strong>di</strong> amici. Sul cammino incontra <strong>di</strong>versi anim<strong>ali</strong>, <strong>di</strong>versi da ci,...)<br />
lui per movimento, abitu<strong>di</strong>ni,...La storia viene raccontala con il sostegno delle <strong>di</strong>apo- - proiettore<br />
sitive del bosco. Impersonifico la volpe muovendomi dentro le immagini e variando - telone delle <strong>di</strong>a-<br />
il ruolo da volpe a narratore. Quando io (volpe) incontro degli anim<strong>ali</strong> sulla mia strapositiveda, chiamo uno o più bambini a raggiungermi, dentro alle immagini proiettate. I - triangolo e bat-<br />
bambini che si sentiranno chiamare (ad esempio: "continuando a camminare e camtenteminare Ciff, la volpe, incontra le lontre Sophie e Sharon").dovranno identificarsi - cassetta, Lys des<br />
nell'animale e muoversi e agire come questo (quando glianim<strong>ali</strong> non sono conosciuti Eaux, Anthak^ara-<br />
dai bambini annuncio, nel racconto, delle azioni che questi stanno facendo,...). La na<br />
volpe interagisce con i bambini-spettatori e con i bambini-anim<strong>ali</strong> ponendo domande,<br />
<strong>di</strong>scutendo, chiedendo <strong>di</strong> esprimere opinioni. La volpe si muove insieme agli anim<strong>ali</strong><br />
(bambini) che incontra sul suo cammino. Al suono del triangolo i bambini che sono<br />
in scena andranno a sedersi al loro posto. La scena <strong>di</strong> incontro si conclude e la storia<br />
prosegue.<br />
Coda: gli ultimi bambini che verranno chiamati ad impersonificare degli anim<strong>ali</strong> <strong>di</strong>venteranno<br />
le volpi, fratellini, sorelline, mamma e papà <strong>di</strong> cifl che festeggeranno il<br />
ritorno del volpacchiotto, canticchiando e facendo una danza.<br />
Poi <strong>di</strong>venta notte, le volpi, iricci, le lontre, icerbiatti, le galline, ...tutti, ma proprio<br />
tutti vanno a dormire. Anche Ciff dorme e mentre dorme sogna tutte le avventure<br />
successe durante la sua fuga. Invito i bambini a chiudere gli occhi e restare in silenzio<br />
cercando <strong>di</strong> ricordare gli avvenimenti successi a Ciff. Intanto si sentono dei rumori<br />
del bosco e una musica in sottofondo, guido i bambini nell'immaginazione (riepilogo<br />
<strong>di</strong> incontri....)<br />
Commento<br />
L'attività è stata molto accattivante e sorprendente: si è creata un'atmosfera<br />
magica che ha coinvolto tutti in questo momento. L'attività si è prolungata<br />
abbastanza nel tempo, però né io né i bambini ci siamo accorti del tempo<br />
trascorso. Questo mi ha nuovamente resa cosciente sul fatto che<br />
55
I'attenzione in un'attività <strong>di</strong>pende dall'interesse che i bambini provano.<br />
Inoltre ho notato come, attraverso la <strong>di</strong>mensione narrativa, è stato facile<br />
coinvolgere i bambini; questo ha favorito la gestione del gruppo e la conduzione<br />
dell'attività e ha fatto sì che i bambini potessero vivere<br />
un' esperi enza evocativa positiva.<br />
Ritengo che il coinvolgimento <strong>di</strong>retto dei bambini all'intemo della storia<br />
(nella sua interpretazione motoria) sia stata davvero una buona strategia . È<br />
stato molto efficace il fatto <strong>di</strong> rivolgermi <strong>di</strong>rettamente ai bambini credendo<br />
fino in fondo nel mio ruolo (<strong>di</strong> volpe) ed entrando completamente nella<br />
storia, come se i bambini fossero degli anim<strong>ali</strong> e stessimo davvero vivendo<br />
quell'avventura: credere pienamente nella finzione!<br />
Ecco i bambini chiamati nel racconto ad interpretare il movimento degli<br />
anim<strong>ali</strong> (ad animare le immagini), la loro reazione,le loro o le mie proposte<br />
a Ivello motorio, verbale,...<br />
RICCIO, 6iovanbottr- Il bambino ha mimato il riccio mettendosi le mani sulla testa ed allungando le<br />
sto (ff <strong>di</strong>ta a mo' <strong>di</strong> aculei.<br />
liv.)<br />
Ho cercato <strong>di</strong> accarezzare il riccio notando però che era<br />
pungente ed esclamando..."Aih! Che male...come pungi!".. Come volpe ho<br />
proposto <strong>di</strong> giocare a chiudersi ed aprirsi, giocando a nascon<strong>di</strong>no.<br />
CERBIATTO, Tiziono "Uh, che gambe lunghe che hai tu!...Cosa fai con delle gambe così lunghe<br />
(II liv.)<br />
che sembrano degli alberi?<br />
Tiziana: corro in giro... Ah, bene...allora fammi vedere come corri.<br />
(...) Facciamo una gara, dai! Allora tu corri fino a qui e io fino a lì dove<br />
sei tu e ve<strong>di</strong>amo chi arriva prima!<br />
LONTRE, Sophie e Hey! Come yi state <strong>di</strong>vertendo laggiù nell'acqua... Cosa fate?<br />
Shoron (II Sophie: eh, stiamo<br />
liv.)<br />
nuotando e giocando<br />
Sharon: e ci tuffiamo. Le b.ne nuotano e fanno dei salti, dei tuffi...salto da un<br />
tronco e mi aggiungo a loro.<br />
FORMICHE, Stefono Si avvicinano alla <strong>di</strong>apositiva (con un albero proiettato) e utilizzando le mani<br />
(II liv.), Somuele (fff imitano il movimento delle formichine (passi piccoli) che si arrampicano<br />
sull'albero. La volpe non si ferma a giocare con loro perché sono troppo im-<br />
liv.)<br />
pegnate a lavorare.<br />
PTCCHTO, Arielle (T E tu cosa stai facendo con il becco? Arielle comincia a picchiettare con il<br />
liv.)<br />
naso contro I'albero proiettato. Poi, dopo aver fatto amicizia, propongo <strong>di</strong> gio-.<br />
care a farci cucù. usando il naso.<br />
ORSf. Al5erto e Alberto dal posto comincia a fare un verso da orso...decido così <strong>di</strong> coinvolge-<br />
Mottio (I re<br />
liv.)<br />
lui e Mattia nella storia, come orsi. Propongo ai bambini si camminare e<br />
cercare un po' <strong>di</strong> miele da mangiare. Troviamo il miele e propongo <strong>di</strong> mansiarlo.<br />
VOLPT, Michele (ffl La storia si conclude con il ritrovo delle volpi. Le volpi si ritrovano e si ab-<br />
liv.),<br />
bracciano . propongo<br />
Kothle en,<br />
<strong>di</strong> fare una piccola ronda (a quattro<br />
Kerry,<br />
<strong>zampe</strong>) con un sottofondo<br />
musicale.<br />
Aline, Viktorijo (If<br />
Le volpi si addormentano tutte vicine.<br />
liv.)<br />
Aline: Buona notte!<br />
Michele russa leggermente.<br />
Quest'attività aveva come obiettivi quelli <strong>di</strong> coinvolgere i bambini ad identificarsi<br />
negli anim<strong>ali</strong>, immedesimandosi soprattutto a livello motorio: questo<br />
obiettivo è stato conseguito per tutti i bambini che sono stati chiamati<br />
da me a partecipare attivamente. In modo particolare si può notare come<br />
una parte dei bambini sia riuscita a fare delle proposte e a muoversi spontaneamente<br />
e autonomamente, altri hanno invece avuto bisogno <strong>di</strong> stimoli e<br />
modelli proposti da me; una parte dei bambini ha quin<strong>di</strong> agito in modo<br />
56
creativo (Giovanbattista, Sophie, Sharon, Stefano, Samuele), gli altri hanno<br />
avuto invece bisogno <strong>di</strong> imitare. Questo non è negativo, poichè, anche attraverso<br />
I'imitazione i bambini hanno potuto identificarsi negli anim<strong>ali</strong>, facendone<br />
l'esperienza e ampliando il proprio bagaglio.<br />
3.2.9. Il teatro dei suoni degli anim<strong>ali</strong> del bosco<br />
Dopo aver sperimentato i suoni degli anim<strong>ali</strong> del librone o nuovi anim<strong>ali</strong><br />
nel laboratorio, i b.ni presentano ciò che hanno sperimentato.<br />
Obiettivi:<br />
- prestare attenzione e ascoltare<br />
- associare il suono ascoltato ad un animale (o un fenomeno)<br />
- fare dei collegamenti tra sonorità e caratteristiche fisiche-motorie degli<br />
anim<strong>ali</strong><br />
Svolgimento Materi<strong>ali</strong><br />
Stacco: chiedo ai b.ni <strong>di</strong> raccontare ciò che è stato sperimentato nel laboratorio (gli - materiale sonoro<br />
anim<strong>ali</strong> che sono stati imitati a livello sonoro). Annuncio loro che potranno presentare,<br />
attraverso i suoni, gli anim<strong>ali</strong> che hanno provato a imitare nel laboratorio.<br />
Gli altri b.ni devono cercare <strong>di</strong> indovinare <strong>di</strong> chi si tratta e cosa sta facendo.<br />
Punto caldo: gioco degli indovinelli sonori. Se i b.ni hanno delle <strong>di</strong>fficoltà ad indovinare<br />
potranno chiedere dei suggerimenti, degli aiuti al b.no protagonista. Chi indovina<br />
può presentare il suo animale.<br />
eg!!g: invito i b.ni a provare ancora a trovare dei suoni degli anim<strong>ali</strong> in laboratorio.<br />
Ogni b.no che presenta un animale nuovo potrà poi, in un momento successivo,<br />
rappresentarlo su un foglio. I nuovi personaggi entreranno così a far<br />
parte del librone (<strong>di</strong>etro ad ogni immagine <strong>di</strong> animale si potrà scrivere con<br />
che materiale è stato prodotto suo rumore).<br />
Commento<br />
Nella sperimentazione nel laboratorio una parte dei bambini è rimasta<br />
pertinente al problema da risolvere e ha cercato <strong>di</strong> trovare dei suoni o dei<br />
movimenti degli anim<strong>ali</strong> del bosco. Ecco qui quanto i bambini hanno<br />
annunciato <strong>di</strong> ave rovato to a fare îare nel ne laboratorio.<br />
Nome Animole, f enomeno,... Moteriole utilizzoto e modo <strong>di</strong> suon(<br />
Michele, III liv. ORSO<br />
(oppure movimento)<br />
Suono: passi nelle foglie, I'orso sta camminand<br />
BISCIA<br />
Suono: paglia, rumore continuato, la biscia<br />
strisciando<br />
Aline, II liv SCOIATTOLO Suono: con la paglia, lo scoiattolo sta mangiar<br />
erba e castagne<br />
Olga,II liv. ORSO Suono: con la paglia, rumore abbastanza fo<br />
I'orso si gratta e si rotola<br />
Sophie, II liv. VOLPE Movimento : la volpe cammina con pa<br />
elegante, corre un po' in giro (a quattro zam<br />
poi mangia con golosità, senza utllizzare<br />
zamDe.<br />
Arielle. I liv. PICCHIO Movimento: saltellando in giro e muovendo<br />
testa avanti e in<strong>di</strong>etro, picchiettare contro<br />
alberi-telone<br />
57
Kerry, II liv. SCOIATTOLO Movi4ento: passi piccoli piccoli e veloci<br />
Severin, II liv PIOGGIA Suono: con il bastone della pioggia e facenc<br />
tuoni con la voce o con i oie<strong>di</strong><br />
Stefano, II liv. e Samu, ORSI<br />
III liv.<br />
Movimento: gli orsi che fanno la lotta.<br />
Tiziana, II liv. BISCIA<br />
Suono: con la paglia, rumore continuato<br />
leggero, la biscia sta strisciando.<br />
Picchiando nella scatola con le foslie secc<br />
ORSO<br />
I'orso sta camminando.<br />
RANA<br />
Picchiare le mani nell'acqua, la rana salta nr<br />
stasno.<br />
I bambini che hanno sperimentato i suoni degli anim<strong>ali</strong> nel laboratorio li<br />
hanno poi presentati agli altri sottoforma <strong>di</strong> indovinetli.<br />
Non tutti i bambini, nel laboratorio hanno sperimentato i suoni degli anim<strong>ali</strong>,<br />
molti bambini sono entrati solo a giocare o a curiosare o ad esplorare i suoni,<br />
senza però foc<strong>ali</strong>zzare la loro attenzione sui suoni degli anim<strong>ali</strong> (v. riflessioni<br />
sul laboratorio).<br />
Durante I'attività vera e propria i bambini che avevano provato già nel<br />
laboratorio a produrre dei suoni hanno presentato uno tra i suoni provati.<br />
Alcuni tra loro hanno avuto bisogno del mio sostegno per ricordarsi com'era<br />
stato fatto il suono. Inoltre per i bambini che ascoltavano non è stato facile<br />
riconoscere i suoni, sia perché venivano messe in atto delle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong><br />
identificazione a livello affettivo che facevano sì che i bambini scegliessero<br />
piuttosto I'animale che gli piaceva piuttosto che quello che poteva venir<br />
evocato dal suono, sia perché nella produzione dei suoni da parte dei bambini<br />
spesso non c'era precisione. Inoltre anche la produzione dei suoni era in<br />
stretto collegamento con I'aspetto affettivo e personale. In alcuni casi si può<br />
notare infatti che i bambini attribuissero azioni e suoni non strettamente<br />
pertinenti all'animale scelto. Questo si può notare nel caso <strong>di</strong> Olga (II liv. che<br />
ha proposto un suono poco preciso) e <strong>di</strong> Aline (II liv, che ha proposto lo<br />
scoiattolo che mangia I'erba e le castagne muovendo la paglia). I bambini<br />
sono invece riusciti a riconoscere suoni più conosciuti e stereotipati, proposti<br />
da me, a più riprese (orso, scoiattolo, rana, picchio, ...).<br />
Anche in questo caso avrei dovuto <strong>di</strong>fferenziare I'attività in quanto per i<br />
bambini del I livello la richiesta <strong>di</strong> attenzione e concentrazione e il compito<br />
erano troppo ambiziosi. Per i bambini è stato <strong>di</strong>fficile in questa fase proporre<br />
suoni prestando attenzione all'intensità (suono forte per un animale grosso e<br />
pesante,...) e al materiale usato per gli anim<strong>ali</strong>. Le loro scelte dei materi<strong>ali</strong> in<br />
alcuni casi sono state dettate maggiormente dalle loro preferenze (v. Olga e<br />
Aline). Trziana e Michele riescono invece a proporre dei suoni tenendo conto<br />
della pesantezza,...della <strong>di</strong>mensione del corpo e del movimento dell'animale<br />
e scelgono materi<strong>ali</strong> più "appropriati". Per quanto riguarda i suoni e i rumori<br />
si può notare che, in linea <strong>di</strong> massima tutti i bambini tendano ad imitare e<br />
riprendere gli anim<strong>ali</strong> già proposti, a volte introducendo varianti nei materi<strong>ali</strong><br />
58
e nelle azioni. Solo Tiziana e Michele introducono un nuovo animale (la<br />
biscia). I bambini non si esprimono però solo attraverso i suoni: si può notare<br />
come alcuni bambini abbiano più spontaneità ad esprimersi con il movimento<br />
(Arielle, Kerry, Stefano, Samuele, Sophie).<br />
3.2.10. Suoni e movimentí del librone<br />
Obiettivi:<br />
- ricordare suoni e personaggi presenti nel librone<br />
- <strong>di</strong>scutere sulle caratteristiche fisiche degli anim<strong>ali</strong> tenendo conto dei<br />
suoni<br />
- propone dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> muoversi e <strong>di</strong> interpretare I'animale tenendo<br />
conto delle caratteristiche fisiche-motorie<br />
Svolgimento Materi<strong>ali</strong><br />
Stacco: Le pagine del librone venanno sparse in giro nel boschetto creato in sè- - pagine del librone<br />
zione (o in salone). Annuncio ai b.ni che questa volta, oltre a fare i suoni degli - materiale sonoro del<br />
anim<strong>ali</strong> proveremo a muoverci come loro.<br />
laboratorio<br />
Punto caldo: i b.ni pescano una carta o degli oggetti (sulle carte sono raffigurati - cartellini o oggeni<br />
elementi che ricordano gli anim<strong>ali</strong> del librone). si cercherà quin<strong>di</strong> la pagina del da pescare<br />
libro associata al cartellino pescato. Ad ogni postazione si ricorderà cosa sta facendo<br />
I'animale, e si <strong>di</strong>scuterà su come si muove (lento, veloce, pesante, leggero,<br />
agile, stanco, impaurito,...); poi uno o più b.ni (o in alcuni casi io) suoneranno il<br />
materiale utilizzato nelle attività precedenti e nel laboratorio per quell'animale, gli<br />
aitri dovranno drammatizzare il movimento dell'animale.<br />
coda: infine arriva la notte, tutti gli anim<strong>ali</strong> vanno a dormire. I b.ni sceglieranno<br />
una postazione e cercheranno <strong>di</strong> imitare I'animale scelto che va a dormire.<br />
Commento<br />
L'attività è risultata essere troppo ambiziosa e sovraccarica <strong>di</strong> stimoli. I<br />
bambini hanno apprezzato molto il fatto <strong>di</strong> pescare degli oggetti o dei<br />
cartellini. È stata importante anche la breve fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione, ad ogni<br />
postazione, che ha preceduto il movimento dei bambini. In questa fase ho<br />
chiesto ai bambini <strong>di</strong> propolre dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> muoversi come I'animale della<br />
postazione. Questo è stato essenziale per dare la possibilità a chi non aveva<br />
idee o non aveva esperienze dell'animale, <strong>di</strong> avere un modello da imitare. In<br />
seguito ho re<strong>ali</strong>zzato maggiormente I'importanza <strong>di</strong> offrire un modello ai<br />
bambini, in quanto essi facevano fatica a variare i movimenti degli anim<strong>ali</strong>,<br />
inserendo altri movimenti in più alla camminata e ai movimenti stereotipati<br />
dell'animale. Ho così proposto anche un mio modello, impersonificando<br />
I'animale. Inoltre i bambini erano molto agitati, forse anche perché il tempo<br />
per muoversi liberamente era poco, e tendevano a non prestare attenzione ai<br />
suoni/rumori proposti. I bambini quin<strong>di</strong> non sempre si accorgevano che i<br />
suoni terminavano creando una situazione un po' confusa e allungando i<br />
tempi morti... Notando inoltre che i bambini che suonavano desideravano<br />
molto muoversi e che non era il momento adatto per <strong>di</strong>scutere su come<br />
suonare il materiale per produrre il suono dell'animale ho regolato I'attività<br />
59
producendo io i suoni e facendo sì che tutti avessero la possibilità <strong>di</strong><br />
muoversi.<br />
Lo scopo dell'attività era quello <strong>di</strong> riprendere i movimenti degli anim<strong>ali</strong>,<br />
offrendo la possibilità a tutti <strong>di</strong> sperimentarli e concentrandosi su delle aziont<br />
(arricchire i movimenti). Per portare i bambini a sviluppare e raggiungere<br />
questo obiettivo avrei però dovuto dare meno stimoli e proporre un numero<br />
minore <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong>.<br />
Ho deciso <strong>di</strong> riprendere I'attività riproponendola in modo più semplice e<br />
prendendo in considerazione solo due anim<strong>ali</strong>, I'orso e lo scoiattolo. In questo<br />
modo si è potuto fare un lavoro più accurato sulla corporeità e sui mo<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>versi <strong>di</strong> muoversi dello stesso animale. Ho ritenuto importante andare più in<br />
profon<strong>di</strong>tà in questo aspetto per poter poi ampliare e raffinare le proposte<br />
sonore. Prendere coscienza che un animale non si muove sempre nello stesso<br />
modo, può camminare, correre, zoppicare, essere triste o agitato (e muoversi<br />
<strong>di</strong> consegtenza), può portare i bambini a proporre suoni <strong>di</strong>versi per lo stesso<br />
animale.<br />
È stato molto efficace il fatto <strong>di</strong> cominciare I'attività (ripresa) inserendo un<br />
momento <strong>di</strong> immaginazione guidata in cui "trasformavo" i bambini in orsi e<br />
facevo loro immaginare <strong>di</strong> essere molto pesanti (ogni parte del corpo) e poi in<br />
seguito facendo immaginare <strong>di</strong> essere scoiattoli (piccoli, leggeri, veloci,...). I<br />
bambini hanno apprezzato molto il fatto <strong>di</strong> interpretare I'orso in stati d'animo,<br />
situazioni <strong>di</strong>verse e hanno saputo trovare soluzioni origin<strong>ali</strong>. Proponendo poi<br />
un gioco sociomotorio in cui i personaggi erano gli scoiattoli e gli orsi ho<br />
potuto notare una maggior cura nei movimenti.<br />
3.2.11. <strong>Storie</strong>lla sonora del bosco<br />
Obiettivi:<br />
- ascoltare la storia e i suoni proposti<br />
- immaginare e riconoscere degli avvenimenti e degli anim<strong>ali</strong> della storiella<br />
a partire dai solo suoni<br />
- descrivere a livello verbale o motorio eli anim<strong>ali</strong> evocati attraverso i<br />
suoni<br />
Svolgimento Materi<strong>ali</strong><br />
60
Stacco: annuncio ai b.ni che nel bosco sì, ci sono gli anim<strong>ali</strong>, ma succedo- | - materiale sonoro<br />
no anche delle cose, degli avvenimenti, gli anim<strong>ali</strong> si incontrano,... Non è |<br />
- <strong>di</strong>apositive dei bosco<br />
così semplice per la Talpa Fosca, capire cosa succede a volte. | - cn, "Antahkarana", brano<br />
Punto caldo: Racconto ai bambini una storia utilizzando, in un primo tem- | n.7, Pangea<br />
po soltanto i suoni. Chiedo poi ai bambini <strong>di</strong> ipotizzare i personaggi, le loro<br />
azioni e gli avvenimenti (cos'è successo). In seguito racconto nuovamente<br />
la storia con il supporto delle immagini, delle parole , dei gesti e<br />
dei suoni.<br />
Coda: in conclusione propongo ai bambini <strong>di</strong> ascoltare la registrazione del<br />
io sonoro dello stagno (rumori <strong>di</strong> acoua e rane).<br />
Commento<br />
L'attività è stata molto interessante e accattivante, anche perché si è svolta<br />
nel bosco allestito in sezione, con poca luce, creando così fin dall'inizio<br />
un'atmosfera un po' magica. Tutti i bambini sono stati molto catturati dai<br />
suoni e dai rumori proposti ed hanno ascoltato con attenzione. Anche Alberto,<br />
Sara, Mattia, Veronica,...bambini del I liv. in generale poco capaci<br />
<strong>di</strong> attenzione, sono rimasti attenti e coinvolti, avvicinandosi a volte incuriositi<br />
dai suoni e dai materi<strong>ali</strong> sonori. Dopo aver ascoltato la storia sonora i<br />
bambini hanno ipottzzato chi erano i aggi e che cosa succedeva.<br />
Arieìle: io ho sentito che c'era il picchio e I'orso.<br />
Severin: e la rana.<br />
Stefano: No, la rana non c'era, io non I'ho sentita!<br />
Tiziana: Sì che c'era...<br />
Sophie: e c'era anche la volpe e lo scoiattolo<br />
Kerry: il temporale e la pioggia...<br />
Mh, avete sentito tutte queste cose? Anch'io ho sentito tanti anim<strong>ali</strong> che si muovevano...Ma, non si<br />
muovevano soltanto, succedevano anche delle cose e a volte gli anim<strong>ali</strong> si incontravano. Cos'è successo<br />
secondo voi in questa storiella?<br />
Michele: c'era I'orso che stava schiacciando lo scoiattolo<br />
Schiacciando lo scoiattolo? Uh, chissà che male ad essere schiacciati da un orso. Se un orso ti mette<br />
sopra una delle sue zampone mi sa che <strong>di</strong>venti una polpetta!<br />
E poi cos'è successo?<br />
Arielle: e poi c'era il temporale...<br />
Tutti avete sentito il temporale?<br />
sììì! (...)<br />
Aline: Io ho sentito I'orso e lo scoiattolo(...)<br />
Arielle: e c'era la pioggia e i tuoni e il picchio<br />
Michele: io ho sentito anche qualcuno che gridava. . .forse gridav a Aiuto!<br />
Arielle: lo scoiattolo...<br />
Era lo scoiattolo che gndava Aiuto?<br />
Michele: ...che I'orso stava schiacciando lo scoiattolo...<br />
Come si può notare qui sopra soltanto alcuni bambini (Michele III liv,<br />
Arielle I liv., Aline II liv.) sono riusciti a tenere in considerazione più anim<strong>ali</strong><br />
o avvenimenti insieme. In particolare solo Michele è riuscito a verbahzzare,<br />
a partire dai suoni, una parte <strong>di</strong> quello che poteva essere successo.<br />
Diversi bambini hanno seguito I'ipotesi <strong>di</strong> Michele e in questo modo non<br />
hanno proposto altre possibili vicende accadute nella storia. La maggior<br />
parte dei b.ni si è limitata ad rpotrzzare gli anim<strong>ali</strong> presenti nella storia, rifacendosi<br />
sempre ai personaggi del librone. Il fatto che non abbiano ipotizzato<br />
altri anim<strong>ali</strong> è stato probabilmente provocato da un mio suggerimento,<br />
61
in quanto avevo annunciato che si trattava <strong>di</strong> una storia del librone della<br />
Talpa.<br />
Anche nella storia i bambini sono stati molto coinvolti ed hanno ascoltato<br />
con attenzione, ricordandosi i suoni proposti prima.<br />
Ad esempio Tiziana quando ho introdotto una piccola variante nella sononzzazione<br />
(caduta al suolo <strong>di</strong> un albero) mi ha fatto notare che prima quel<br />
suono non era presente. Anche alcuni altri bambini hanno prestato particolare<br />
attenzione ai suoni, anticipando ciò che dovevo fare.<br />
Michele: adesso gli scoiattoli gridano .<br />
Stefano: sì, devi gridare Aiaro./ Perché si s ventano che arriva I'orso.<br />
ln conclusione i bambini hanno ascoltato un paesaggio sonoro in cui si<br />
sentivano i versi delle rane e delle sonorità d'acqua che è poi stato ripreso<br />
in un momento successivo nel quale ho chiesto loro dr tpotizzare cosa succedeva<br />
e che cosa si stavano raccontando le rane.<br />
Anche in questo caso solo alcuni bambini sono riusciti ad tpotrzzare qualcosa<br />
in più oltre ai personaggi (le rane) e alla loro azione (saltare nello stano).<br />
Sophie:Stavanoraccontando|astoriadell'orsocheeraarrivatoesieiaffi<br />
poi I'albero era caduto e gli scoiattoli erano scappati..<br />
Arielle: E poi c'era il picchio che aveva paura perché I'orso faceva traballare il suo albero e poi però è<br />
arrivato il temporale...<br />
Michele: No...forse le rane si stavano raccontando un'altra cosa...forse stavano facendo una sara a chi<br />
riusciva a arrivare prima dall'altra parte dello stagno...<br />
Aline: o forse stavano facendo una festa <strong>di</strong> compleanno per quella rana che c'è nel <strong>di</strong>segno...(librone)<br />
Un altro aspetto interessante da tenere in considerazione è il fatto che i<br />
bambini tendano ad antropomorfizzare gli anim<strong>ali</strong>, si può notare qui come i<br />
bambini attribuiscano alle rane delle aziont tipicamente umane (fare una<br />
gaîe, festeggiare una festa <strong>di</strong> compleanno,. . . )<br />
Quest'attività è servita molto da stimolo in quanto i suoni hanno catturato<br />
I'attenzione, hanno attratto ed incantato i bambini. Anche se poi non sono<br />
riusciti ad inventare nuove storielle e vicende degli anim<strong>ali</strong> del bosco, sono<br />
comunque stati invogliati e stimolati a sperimentare maggiormente le.sonorità<br />
e a cercare i suoni <strong>di</strong> nuovi anim<strong>ali</strong> (basandosi sugli anim<strong>ali</strong> presenti<br />
nei libri del bosco e già un po' conosciuti). Probabilmente per portare i<br />
bambini ad inventare delle storielle con i suoni sarebbero stati necessari più<br />
tempo e altre attività legate alle storie sonore, sicuramente lavorando anche<br />
con meno bambini per pennettere una maggior partectpazione attiva. Continuando<br />
in questa <strong>di</strong>rezione avrei inoltre optato per lavorare solo con i<br />
bambini del II e III livello.<br />
62
l,È<br />
fr<br />
ó,,'<br />
aI<br />
*
4.1. CONSIDERAZIONI FINALI: RIFLESSIONII. LIMI-<br />
TI E POSSIBILI SVILUPPI<br />
Alla fine <strong>di</strong> un itinerario hntc ricm <strong>di</strong> stimoli e suggestioni è <strong>di</strong>fficile tane delle conclusioni e<br />
valutare oggeúivamente quanto sia successo. ll pamrso svolto assieme ai bambini mi ha minvolto<br />
molto, mihadaîonrolti qpunti<strong>di</strong>riflessioneemihafaropnovaremoltissime sersazioni ed<br />
emozioni. Per questr, dovendo nanB delle riflessioni conclusive ritengo molo rnportante panre<br />
proprlo dall'eqpaierza positiva che io stessa ho vissufo, immqgendomi nel mare <strong>di</strong> sensazioni<br />
dre ho povab.<br />
Unaprirna sensazione piacevole è stataquella<strong>di</strong> enfarenellavitaenelle stcrie @li anim<strong>ali</strong> del<br />
bosco on i barnbini. kr questo mio atteggianrentrc <strong>di</strong> meraviglia mi haruro daro una grande<br />
qpintaeun'enqgiapositivai feedbackpositivideibambini, clredasrbito sono stati moltc minvolti<br />
dal tema del boso e sopraînúc dagli aninì<strong>ali</strong>. h rnodo particolae mi ha olpito q.nntc i<br />
barnbini si identificassero negh anim<strong>ali</strong> e quantc f6se il loro fascino per questi penonaggi. Dal<br />
momentrc in orilaTalpaFoscaèapparsanellaviadellasezione ibambinihanno comirrciafo a<br />
manifestare il loro interesse per gh anim<strong>ali</strong> raccontando qpontanearnente e inventando <strong>di</strong> aver<br />
inontaîo anim<strong>ali</strong>, <strong>di</strong> averpalato on loro, <strong>di</strong> averli asÀtvu;fi^,. . .<br />
Dal momento in cui il bosco allestito in suione ha pneso via si è creaa un'aÍnosfem rnagica<br />
piacevole e armoniosactre ha wiluppalo e favoritrc m;amaggiorunione ùa i bambini della sezione,<br />
clre si sono tovati qpesso a giocare nel bosm con nuovi ompagni. Questo qpaao ci ha<br />
pernesso <strong>di</strong> immergerci dawero nell'arnbiente bosco e <strong>di</strong> viverlo in modo qpeciale.<br />
DaJle "Snrie <strong>di</strong> <strong>ali</strong> wnpe pitrne <strong>becchi</strong> e pirtrc" ho imparafo tantrc, quest'esperierza è stara in<br />
pmmo luogo una sanola per me stessa e per la mia formazione. Qesto lavoro mi ha dafo lu porsibilità<br />
<strong>di</strong> rifletlere su ur tipo <strong>di</strong> approccio multisensoriale e globale all'insegnamentrc e alla vita<br />
knparate avùortzarc ed aricchirc la vita quoti<strong>di</strong>ana con un'afterzione e una sersibilità aglr<br />
stimoli perceltrvi e al loro potere evocafore non è osa scontata Quando abbiamo carnminafo<br />
I'ultima volta a pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong>? Qnndo ci siarno soffennati ad ascoltare i suoni del bosco? Quando<br />
abbiamo renrcuato la tena I'uitima voita? Eppure gh odon, i suoni, il toccare, ci lanciano ontinui<br />
messagi, cercano <strong>di</strong> mmunicare con noi,. . .<br />
Se solo imparassimo ad ascoltare le nos0e sersazioni. . .quantr più rirca sarebbe la via?<br />
Spaso ten<strong>di</strong>amo a <strong>di</strong>videre, separzìre, non riordandoci che I'essere unuìno è un [rt'uno.<br />
L'uomononè oompostcdaparti sryaraîee sryarabili, maèunaglob<strong>ali</strong>àricca<strong>di</strong> sfaccettaffiB e<br />
partiolarità dp vanno oonsiderate in u:r ontinuo processo <strong>di</strong> andala e ritomo. Non è possibile<br />
separarc le percezioni: tocando, annusando, guardando, gustando,...evochiamo contemporaneamentedelle<br />
serLsazioni edellememorieclrc ciportano amllegarci adelle immagini inteme.<br />
Percepiamo, ricor<strong>di</strong>amo e mrragrniarno e quesu pnocessi sono stetfamente legatL<br />
Questo mi ha portatc a Festarc un'atferzione maggiore alle percezioni nella mia vita quoti<strong>di</strong>ana<br />
e pobabihnentequestc atfegiamentrmi haportatrr e mi portera seontinueò ad <strong>ali</strong>mentarlo,<br />
a oftire più esperienze percenive ai bambmr, a vivere maggiormente il ptop.ro oorpo.<br />
Portando avanti il progetir ho ponrb corniderare il mio afieggiarnentr)<br />
nell'azione edrcativa e nel rapportc on i barnbini, in modo partolare le mie riflessioni sono<br />
staîe tese a capire in cosa consistesse nella pratica un approaio della'glob<strong>ali</strong>tà dei linguaggi".<br />
L'approocio globale lascia nr,olto qpazio e libertà at barnbino in quanto gli pennefie <strong>di</strong> sceglrere<br />
e <strong>di</strong> u:anenere le esperienze e le mod<strong>ali</strong>tà <strong>di</strong> espressione che si awicinanó maggiormente Jp*<br />
63
prio modo <strong>di</strong> esseie e percepire larealtà- kr qu.so tipo <strong>di</strong> apgoccio è moltr importante pone<br />
aîîenzione sul ruolo <strong>di</strong> guld®lsa della docente: bisogna intani prestare mola anenzione al<br />
tipo <strong>di</strong> eqpenenze da afiivare e aila loro mod<strong>ali</strong>tà d'anivazione: non bisogna bloccae il bambinc<br />
una sola'Via". Non è stalr scontaîo mettere in prarica quesa concezione (e non<br />
so fino a che ptnrtc, in questrc breve periodo io sia riuscita ad applicala); pnobabilrnente, in alcuni<br />
momenti lamatrrdervaeraquella<strong>di</strong> volerriceveredelleriqposte imme<strong>di</strong>afe alle mie afiivazionie<strong>di</strong><br />
chiedereaibambini<strong>di</strong> eqpnmeniinuracertarnod<strong>ali</strong>tà- C-ercando<strong>di</strong>pore sernprcwro<br />
sguado su me stessaho qun<strong>di</strong> cercaîo <strong>di</strong> lasciae più [bertà <strong>di</strong><br />
L'itinerario proposút è stato apprvzaîDmolto dai bambini e anch'io l'ho tovato moltrc intercssante.<br />
Inizialmente ilprogefto, dopo averonosciutoibarnbini del grupposezione, mi sernbmvaessere<br />
arnbizioso e non adeguato all'alto nrmerc <strong>di</strong> bambini del I- (I[; livello. Notando I'interesse e<br />
la partecipazione ariva <strong>di</strong> flrfri nel Fogefto si è rivelato essere adafto anctre in ma sezione del<br />
genetre, arzi per certi aspetfl questa sezione si è rivelara essere ideale. Qestc propno perché i<br />
bambini avevano la possfuilità <strong>di</strong> espmmeni amaverso il canie clre preferivano; nel mio caso il<br />
canale d'espressione più sfiuuato è stato il rnovimento. kr fuuno mi piacerebbe molto rip,ropone<br />
questo progefio. Non vanno però mlasciati i limiú<br />
Limitie ostacoli<br />
o Tempo: il tempo a <strong>di</strong>sposizione è sao secondo me insufficiente, rispefio allaicchezza dl<br />
stimoli e alle proposte. In alcuni momenti questi sono quin<strong>di</strong> risultati ercessivi e hanno so<br />
\À:accaricaio le aniviè rendelìdole molto (trrypo) d€nse. Quato non ha sempre permesso<br />
<strong>di</strong> valorizare e vivere pienamente gh stirnoli e i materi<strong>ali</strong> offerti. Qesto a volte mi haportato<br />
anon seguirc/mgliere gli stinrolideibambini enon sofferrnarmi,lasciando il tempoper<br />
interiorizzarc le esperienze.<br />
Unipotest avendopiù ternpo a<strong>di</strong>qposizioneibarnbini avrelberopoflrtopassarcdaunafase<br />
<strong>di</strong> rielaborazioneÀmiazione ad una fase più ricombinativa e creativao<br />
Dffersziazftxre: in alcune arivitàavrei dovuto <strong>di</strong>trercnziare proponen&<br />
I'afività solo ai barnbini del m e parte del II livello aresúl sopramrúo nelle arività clre implicavano<br />
lavsbafiuaÀone (v. aniviÈ 5, 6, 9). Nelle atrività <strong>di</strong> raccontc <strong>di</strong> stcrie movimentrc<br />
piurosto liberc (v. ripnesa dell'afiività 10) e nell'animazione delle imnragrri del bG<br />
sm (v.atrività 8) è invece sao moltc rnporunte e bello farpatecipare i bambini del I livello,<br />
tascinandoli nell'effettc e nell'afnosfera <strong>di</strong> gnrppo ctre ha motivato ad identificani ed<br />
esprimeni, imitardo anctre i compagni.<br />
' Attività <strong>di</strong> movimenúo in salùrc: a volte le arività <strong>di</strong> movimento erano 0nppo dense <strong>di</strong><br />
stimoli e non oftivano ai banrbini sufficienti spaz <strong>di</strong> movimentrc libero. Anche lo spazio<br />
salone ha peò contrbuitrc: i bambini in questrr spaao sono abiurati a muoversi piuttossr liberamente<br />
e quin<strong>di</strong> non enr evidente fernarli e fargti ascoltare delle sonorit4 vebaljnarer...<br />
r Rdatività degli agetrÍvi per dcctivere int€nsiè vdociè...questr problemaè soltantrc<br />
comincialo ad emergere. Veno lafine del permrso, quando vi erano suoni e anim<strong>ali</strong> simili<br />
non em sempre evidente urcvare degli agagetll,l e delle rnod<strong>ali</strong>tà per descriverli (piano, forte,<br />
lento, veloce, . . .sono molúc relativi e sogenivi). Si potebbe owiare a questo allestendo dei<br />
cartelloni, classificando eli anim<strong>ali</strong>e le sonrcrita<br />
64
Possibilisvihmpi<br />
. C-ontinuare nel prcpone delle vierde e delle stcrielle sonore, stimolando i bambini a fare<br />
dei tentafivi in questu <strong>di</strong>rezione (non limiani ai suoni del movimento <strong>di</strong> base dell'animale.<br />
ma auribuire delle azioni" degli staîi d'animo, delle siurazioni)<br />
. Continuarenel lavoro <strong>di</strong> ricerca, scopert4 erìos@r\zÍtoggeniva<strong>di</strong> alfti anim<strong>ali</strong>, poco conG<br />
sciuti dai bambini: presentare nuovi anim<strong>ali</strong>.<br />
o Perfezionare le carte d'identità ctre riassumono le caranerisiche princip<strong>ali</strong>, delle possibili<br />
azioni e i materi<strong>ali</strong> trsati per animarc a livello sonoro I'animale. Creare una <strong>di</strong>zionario <strong>di</strong><br />
anim<strong>ali</strong> e vicende (continuare il libnnne)<br />
r Oftire nuovi stimoli perceftrvi ome punt'] <strong>di</strong> parturza all'immaginazione/evocazione (tatt0,odorafo,...)<br />
o Riprcndere le anività peroefiive wolte nel bosm, Fopone nuove aftività percefiive, multisernori<strong>ali</strong>peroftirepiùmaîerialeper<strong>ali</strong>mentarel'immaginazioneelacreatività<br />
4 .2. RIPRESA DEGLI W INZIALI<br />
In conclusione al mio pogettc <strong>di</strong>danico ritengo trnportante riprer,dele gli intenogafivi che mi en:<br />
posta inizialmente e tentare <strong>di</strong> darc deile risposte. Pdma <strong>di</strong> buuarmi in questo compitc, non evidente,<br />
desidero sottolineare che le conclusioni clre ranò aquesb riguado non vanno considemfe<br />
comequalcosa<strong>di</strong>assolutoein<strong>di</strong>scutibile,essesonoilfruuo<strong>di</strong>molteriflessionievarno rclanvuzate<br />
aila mia espenenza al tempo a <strong>di</strong>sposizione,al tipo <strong>di</strong> sezione, al mio nndo <strong>di</strong> portare avanti il<br />
Flrogeúo e<strong>di</strong> ossenraregli ateggramentideibambinirispemo alleproposteofferte. Perquestomotivo<br />
preferisco ritenere le mie oonsiderazioni piuticstc delle riflessioni che non delle affermazioni e<br />
delleonclusioni.<br />
Riflercndosfpnmo chehamossoilrnropnogefo...<br />
. In quale misara l'identfficazione negli anim<strong>ali</strong> attrwerco dei racconti delln naturq permette<br />
<strong>di</strong> attivare wt inferesse e ura scoryrtn delle crtratteristiche det fuisco?<br />
Come siesprime ryesn futuresse?<br />
Fin dall'inizio I'identificazione negli anirn<strong>ali</strong> e nelle stcrie del bosco è san grande e I'inte,resse<br />
veno I'arnbientebosmèstatr attivatopienamente.Ibambini si sono <strong>di</strong>rnosuati giàdasubitomoltc<br />
intercssati a<strong>di</strong>scuterc su questo arnbiente naÍrale, espnmerrdo e descrivendd sopratrtfto la loro<br />
eqperierzapersonaie del bosco, dencando denrenti prtsenti inquesto ambiqte e oominciando<br />
a fare riferimento alla via animale (come si può notare già nell'aniviÈ 2).<br />
I bambini sono strti molto innrgati e affascinati dal penonaggio della Talpa (penonaggio gulda)<br />
che hanno faro ennare nei loro <strong>di</strong>aloghi qpontanei e in <strong>di</strong>veni arnbiti dellavita<strong>di</strong> sezione. Crrcando,<br />
con un alto gado <strong>di</strong> interesse, delle tacoe della Talpa (e poi, in seguitodr attri anim<strong>ali</strong> e delle<br />
loro vicende) i bambini hanno esploraúo I'ambiente bmco, prestando afierzione soprafittto ai<br />
suoni e ai movimenti presenti nel bosco (visti come segnati della presenza <strong>di</strong> personaggr), ai mate-<br />
in grassetto:<br />
obiettivi che mi ero posta preventivamente<br />
65
i<strong>ali</strong> che hanno racmltrc, ai buchi negh alberi e a fonne ed elementi partimlannente accaftivanti<br />
(uonchi cavi" macerie <strong>di</strong> una cascin4...), quesb era anche ur obietivo dre mi erc posta- A questo<br />
scopo I'afiivazione delle esperienze pacenivetnultisarori<strong>ali</strong> nel bosm è stala molto efficace in<br />
quantc ha favorito I'eqplorazione e la scopeta sottoforma <strong>di</strong> gioco e momento <strong>di</strong> grande atuaziong<br />
gnne alla Talpa F-osca e al filo rosso. Dopo quesa prima uscia i bambini hanno esp€sso il lonr<br />
piacerc nello shre nel bosco e hanno manifestato ma voglia <strong>di</strong> tomarci per giocare liberamente e<br />
per fare un pic nic (desiderio sod<strong>di</strong>sfano nella II uscita nel boso).<br />
Arrche I'allestimentc del bosco in sezione e le entate dei bambini in quao luogo hanno arivato<br />
I'interesse e favorito la scoperta deil'arnbiente bosm: nel laboratorio infafii i bambini hanno<br />
avutrr modo <strong>di</strong> toccare e suonaremaferiale nanlrale úe haperrnesso <strong>di</strong> conmcere nuovi maúÈ<br />
rbli, non così corsueti (pagli4 ghiarde, nocciole, fieno, muschiq carne <strong>di</strong> bambù, oortecce,. . .)<br />
e, aftaveno I'esplorazione e la manipolaziong <strong>di</strong> scoprirne ddh quafita fticosornre.<br />
E statapol svolauna secondauscita (<strong>di</strong> wlagiomata), non<strong>di</strong>rettamente finaltuaaal prrrgeto,<br />
nella quale ho ponrto osseryare I'evoluzione dei bambini sia nell'interesse, sia nell'afierzione<br />
per il boso. Buona parte dei bambini ha pnesan molta afterzione ai suoni e ai mmori (i bambini<br />
sono rimasti qpontaneamente in silenzio), arurunciando qpesso <strong>di</strong> aver sentito rumori <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong>,<br />
e certando le tacce dellaloro presenza (twurc vistc e visitaîo dei buctri negli alberi e nel<br />
temeno).<br />
Per <strong>di</strong>veni barnbini ho po0lto osservarc un anirctrimento nei <strong>di</strong>segni (v. allegati), nspefto ai <strong>di</strong>segnt<br />
inizi<strong>ali</strong> prodoui. I bambini hanno arirctrito i <strong>di</strong>segu on moiti olori, zumentarìdo, in<br />
grarìde misura la pneserza <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong>, tane e segni della via anirnale. . .<br />
Corrcludendoposso affennare cheil coinvolgimentc ef interessamenúr chehaqpino i bambini<br />
adawicinani al bosco e a scoprime delle carafferistidre è <strong>di</strong>pao in largamisuadal coinvolgimento<br />
affefivoemotivo edalla<strong>di</strong>mensionenroafiva (anche lav1rcnanzadella sezione al bosco<br />
ha sicurarnente influitJc). Ciò è awenutrr soprafrrttc grme agh animati, nei qu<strong>ali</strong> i barnbini si<br />
sono identificatimoltc eneiqu<strong>ali</strong>sisonocalati, en0"ndonelboscoconaltiocdìi, quelli anim<strong>ali</strong>,<br />
appuntrc.<br />
c In quak misura l'apprcccio m,tltismsoríale e glofule fcnorisce la creatività<br />
nell'evrrruione, nell'ilwmzbne e nell'animazfutrc <strong>di</strong> pbcole vbmde degli anbruli del<br />
bosco?<br />
Qrante riflessioni e quante domande <strong>di</strong> fronte a quest'intenogativo. . .<br />
Comeposiamo ryerc cosaawieneneliamente <strong>di</strong>tirnpenonadre immagina? Come vengono<br />
collegaîe e ombinate le esperienze? C-ome vengono messe in alto e uriite le memode perenive?<br />
Sicurarnente non è possibile sondare cosa awiene nella mente e nel corpo urruìno nel momentrc in<br />
cui vengono arivate delle esperienze percerive ed evocative. È quinOi impossibiie sondare quanto<br />
e come la qeaîività venga wiluppata attraveno I'evocazione e f immagirnzione se ciò che viene<br />
vissuto intemamente dall'in<strong>di</strong>vidro non viene espesso e comuricato (amavuso il movimento, la<br />
descrizione verbale,. . .). Non sempre quando evochiamo delle rnmagru e delle <strong>scene</strong> esprimiamo<br />
ciò ctre viviamo in quel momenúc.<br />
Per poter nspondere e rifletfere su quesúl intenogativo è qur<strong>di</strong> necessario basa$i strl oinvolgimento<br />
emotivo, suila dramrnatizzazione e anirnaziorìe degli animati e srlla veltrjlizaàone dei<br />
bambini.<br />
66
ktenogarc il globale significa prestare afienzione al uruo e contemporaneamente alle pti, non<br />
bisognaoredae dre laglob<strong>ali</strong>tà<strong>di</strong>mentichi lepartimlarià... È sicurarnente più efficare Fres€nrare<br />
unas@rneunasiuazione , incuiibarnbini siidentificano, omequella<strong>di</strong>uncnso che<br />
si grarala schienaconto untonco, piutfostrc che pnndere in onsiderazione solo dei materi<strong>ali</strong> dni<br />
e molli. Atraveno I'identificazione e le esperiurze evocafe i bambini possono acquisre conoscerzepiùvere.<br />
Il mio pogefio porcbbe essere paragonaîo al teafiir, vistr ome wr flrú'uno mmpostc però da<br />
scenq scenarj, animazione, aspetri estetici, script degli aftori,... dre interagisconc Ua<br />
loro e mteryengono contemporanearnente per qearc uno scenado gtobale. Per riflemere sul mio<br />
progetto ques&l paragone può qun<strong>di</strong> essenni d'aiutc.<br />
Per qtrantc riguda I'evocazione degli anirn<strong>ali</strong> del bosco ho porúc notare ome i barnbini, arraverso<br />
stimoli qu<strong>ali</strong> il mc@ntc, i suoni o le immagini, fossero portati ad utilizzare il rnovimentc. La<br />
grande identfrcozione e I'interesse negli anirn<strong>ali</strong> portava i bambini a muoveni spontanearnente ed<br />
ar.rtrcmaficamente. kr quesa trrrdrrrza si può vedere la capacità del barnbino a rivedeni<br />
nell'animalg ad evocare una rappresentazione mentale dell'animale (corpo, movinrento, <strong>di</strong>mensioni,.<br />
. .) e delle memorie cinestetiche. Questa tendenza era moltrc viva in uti i bambini e in modo<br />
partimlare aweniva per i barnbini del I-II livello, meno poftati ave.bafizlare, ma più a vivere con il<br />
corpo ciò clre viene sentito alf intenro (impamre a drarnnrafizare ed aninrare attaverso il<br />
cortrlo, a partire da stimoli sonori). I bambini olue al movimento hanno u(iiualo, in <strong>di</strong>vene<br />
occasioni anclre la mimica facciale e i gesti.<br />
Rtspetro all'identintificazione ho pourtro notarc mme i barnbini sono stati portati a mo<strong>di</strong>ficre gli<br />
anim<strong>ali</strong> in modo soggeftivo, facendo entare in go.o &llepertuktzioni <strong>di</strong> tip ffettivoche hanno<br />
ffpedtto loro <strong>di</strong> awicinani all'animale in modo oggetflvo. A]estil aweniva sopraffifio per i<br />
bambini del I-II livello che negli indovinelli sonori:sùbene il suono fosse ben rimnoscrbile e<br />
in<strong>di</strong>vidnîo da moiti, c'erano dei bambini clre identificafi in un paticolarc animale, sostenevano<br />
che si taltava del propno. Un'idendficazione più o meno fissa negJr anìm<strong>ali</strong> è awenuta nel caso <strong>di</strong><br />
Sophie (volpe), fuielle (pirchio), Sharon(scoiauolo), Kartrleur (orso).<br />
krolteè stato molto interessantenotare cornelepernubazioni affenive elasoggeuivitàdelle immaginiinteryenisseropoianchenellaproúzione<strong>di</strong>suonienella<br />
dnmmnzzanone.Questohafarosi<br />
che in <strong>di</strong>verse occasioni i barnbini non si ùnvassero d'amrdo su rnovimenti e suoni. Pobabilmentequestoèunpuntc<br />
chg inprimaan<strong>ali</strong>si, nonavevooonsiderzto asrfficienza Unesempio<strong>di</strong><br />
questo è il caso della volpe: inizialmente la rappresentazone e la connotazione dei bambini della<br />
volpe era negativ4 questa figu? era paragonafa a quella del lupo. E stafo $in<strong>di</strong> interessante notae<br />
come parte dei i barnbini nel proúrne il nrmore della volpe abbiano inizialment€ proposto un<br />
rumore forte, dei passi gran<strong>di</strong> e paanti, simili a quelli dell'orso.<br />
Per quanto riguada i suoni degli anirn<strong>ali</strong> posso <strong>di</strong>re dre gh stirnoli sonori da me prceosti e le siurazioni<strong>di</strong><br />
anivazione sono stati efficacieharundatolapossibilitàaibambini <strong>di</strong>evocareeimrnaginare.<br />
Per qualìto riguada I'arnbito sonoro i barnbini hanno avutc bisogno del sostegno <strong>di</strong> un<br />
"modello"offerùc dameattraverso il librone el'aniviÈinqlivenivalorochiesto<strong>di</strong> indovinare achi<br />
appafi€nevano i suoni poposn. kr questo senso è san importante la riflessione e la prrognmmazione<br />
accur:ata degll anirn<strong>ali</strong> presentafi, in rnodo dapropone anim<strong>ali</strong> noti a trÍi i bd, e con <strong>di</strong>fferenze<br />
@tporee, e quin<strong>di</strong> sonore, ben evidenti (mnrasd). L'invqzirxre e il riconmcimenúo <strong>di</strong><br />
sonorità <strong>di</strong> mrovi anim<strong>ali</strong> non è stato evidente per firtri : per i hmbini non è statrc un compito<br />
scontatrc quello <strong>di</strong> rrventardpropone dei suoni per dascrivere dei movimenti. Qesta mod<strong>ali</strong>tà <strong>di</strong><br />
67
esprcssione è statamessain ano sopratufto daunaparte dei bambini dellledel III livello (Stefano,<br />
TnanaSophie, Sharoq Katrrleen, Midrele Samuele. . .)<br />
A questo punúc mi sembra molto importante ferrrnrmi ad intenngarmi e riflerere sul binomio<br />
imiwione-creatività. Rimllegandomi alla teoria è rmportante ricordare clre l'azione crreativa<br />
comPrende, in un pnmo tenìpo, rn'atrività riprrodrfiiva- L'aftività combinarice (arività creativa<br />
vera e proprla) enua in gioco solo in un secondo tempo. kr un primo tempo i bambini hanno la<br />
necessità <strong>di</strong> rielaborare, tmmryadnarc e fare propna un'esperierza atfiaveno I'imiazione (e la<br />
coryoreltà).<br />
@esta effenivamente è stata latnbuadel gnrpposezione: in questc serìso va comunque ricordafo<br />
I'elevafo numelo <strong>di</strong> bambini del l-II livello, mn Ltrì numero minore <strong>di</strong> epenenze e conoscen-<br />
ZE.<br />
In alqmi casi i barnbini hanno ryutrt inventarc nuovi suoni per descriverc i movimenti anim<strong>ali</strong><br />
Gziana Sophie Aline Olgu ) Illiv., Michele,IIIliv.); I'associazione<strong>di</strong>pù zuonipercreareuna<br />
picmla vioenda era invece ulì'aqpettativa ambiziosa e che oomunque non ha avuto tempo a sufficienzaperpoteni<br />
wiluppare. Midrele, Sophie, Tnana,stefanq Sharon sono omwrque riusciti a<br />
d1{vere delle picmle vicende evocale at[aveno delle sonorità o dei paesaggi sonori. posso<br />
qutn<strong>di</strong> affermare che ci sia omwque nei bambini una certa consenrazione dell'esperienza sonora<br />
che perrrrrne loro <strong>di</strong> mllegare più eventi sonori.<br />
L'animaziure e ltesprtssione attaverso il movimenúo ha invece coinvolto trrfti, portandomi a<br />
pendere oscierza dte p"t i bambini <strong>di</strong> quest'età il movimentrc è urn mod<strong>ali</strong>tà <strong>di</strong> espressione più<br />
urtlizzatariqpero alla verb<strong>ali</strong>zzazione. Non per questrr brsogrn puo rinunciare ar linguagglo verbale.<br />
I bambini haruro descriuo e hanno parlato degti a61r1i maggiormente nei momenti liberi e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>alogo spontaneo. I-avefuaJtudonepoùebbe por essere wiluppata cammin facendo.<br />
I bambini sono riusciti ad evocare e drammatizzare dei rncvimenti e delle azioni origin<strong>ali</strong>, so<br />
pratutfo quardo gli stimoli percenvr (sonori) sono stati dosati meglio, o quando sono intenrenuta<br />
con dei momenti <strong>di</strong> stimolazione all'immaginazione aftaveno la descrizione. I banbini<br />
hanno saputrc animare I'orso e lo scoiafolo tovando soluzioni interessanti alla rictriesta<br />
d'inte4pretae degh stati d'animo (v. anività 10) e sono riusciti a tovare mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> muoversi<br />
per lo stesso animale. Ho ponrto quin<strong>di</strong> notare un'evoluzione: gnaea delle stimolazioni pwettive,<br />
descriuive, evocative, dellepnoposte<strong>di</strong> movimenti e azioni <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong> dapate -a lu qp"rimentazionedeibanrbini,<br />
essi harunominciatoa<strong>di</strong>ffertrziaremaggrormenúemovimenti<br />
e a <strong>di</strong>stirguere e rbnmcere stimoli smoú<br />
Pobabilrnente seil tempo a<strong>di</strong>qposizionefosse stato d pù unrumero maggiore <strong>di</strong> bambini sarcbbepassaîo<br />
dawlafasepuranrcnteimitativa(rnapur sempre creativ4 inquantoriproponendo<br />
e rifacendo anim<strong>ali</strong> già presurtati, i bambini li imiavano seondo la loro -oOaial, uO tm,a fase<br />
<strong>di</strong>rimmbinazione.<br />
Non ho però ptove concrete <strong>di</strong> questrc passaggio e questa rcsta quin<strong>di</strong> per ora soio un'ipotesi.<br />
Corne nel teato, anche nel mio lavoro, quello che è awenutrc è stata una specie <strong>di</strong> presa <strong>di</strong><br />
contatto con <strong>di</strong>versi co<strong>di</strong>ci espressivr e maferi<strong>ali</strong> che hanno creaîo la base <strong>di</strong> scenarl<br />
personaggt, vicende,... Continuando a lavorare in questa <strong>di</strong>rezione si pourebbe quin<strong>di</strong> dare<br />
maggiorrnente corpo all' esperienza!<br />
68
"^t (. ,Lol.d, , .<br />
" Fo?sE í qvi cttE vivE ta tat?A,."<br />
LA RACcoLfA Dr'<br />
AAíE?íALe<br />
C,Ao roscA !<br />
ECco OL| agq_sBralspi<br />
DEL @SCO
5. Biblío g?afío
BIBLIOGRAFIA<br />
o R. MARCHESINI, Natura e pedagogia, Ed. Theoria, Roma, 1996<br />
r ANGELO VALSECCHI, "Non <strong>di</strong> soli rifiuti deve vivere la natura" Corriere del<br />
Ticino,20 aprile 1990<br />
o MAURIZIO DELLA CASA, Voci suoni e rumori, Ed. la Scuola, Brescia 1986<br />
o WALTER MAIOLI, I1 suono e la musica, Jaca Book, Milano, 1991<br />
o DIANA PENSO, La musica dei piccoli<br />
o G.L. ZUCCHINI, Il bambino e la musica, Ed. La Scuola, Brescia, 1992<br />
o M. MURDOCK, L'immaginazione guidata con i bambini e gli adolescenti, Esercizi e<br />
tecniche per I'appren<strong>di</strong>mento, la creatività e il rilassamento, Ed. Astrolabio, Roma,<br />
1989<br />
o STEFANIA GUERRA LISI, I1 metodo della globatità dei linguaggi, Ed. Borla,<br />
Roma, 1991<br />
o ALESSANDRO BARICCO, Novecenro, Ed. Feltrinelli, Milano, 1996
Allegotí<br />
ollo porte<br />
protico
Presentazione<br />
del gruppo<br />
Il gruppo-sezione è composto da 25 bambini <strong>di</strong> cui: 11 bambini del I livello,<br />
11 bambini del II livello e 3 bambini del III livello. Diversi bambini del I livello<br />
sono arrivati alla S.I. solo a partire da <strong>di</strong>cembre o gennaio, non hanno<br />
ancora interiorizzato le regole della sezione. Diversi bambini del II livello<br />
hanno una buona capacità cognitiva, conoscono molto bene le regole e le abitu<strong>di</strong>ni<br />
della sezione e partecipano attivamente in <strong>di</strong>scussioni, attività <strong>di</strong> movimento,...<br />
(Tiziana, Sharon, Sophie, Kathleen, Viktorija, Stefano, Giovanbattista,...).<br />
Tra i bambini del III livello, Michele è particolarmente a partecipe, rispondendo<br />
in modo pertinente e attento. Anche Tiziana ha una visione piuttosto<br />
oggettiva della realtà e sia lei che Sophie posseggono delle buone conoscenze.<br />
In generale tutti sono molto attratti dalle storie e dai personaggi fantastici.<br />
Probabilmente questo aspetto è accentuato dal fatto che nella programmazione<br />
delle docenti, quest'anno, non è presente un personaggio guida.<br />
Tra i bambini c'è una buona conoscenza e sintonia <strong>di</strong> gruppo.<br />
Alla presa <strong>di</strong> contatto e agli indovinelli sonori proposti ho notato un interesse<br />
dei bambini verso il i suoni e la musica.<br />
Nella sezione vi è un'alta presenza<strong>di</strong> bambini del I e II livello: sarà importante<br />
tenerne conto e adattare il livello delle attività ai ritmi e alle capacità dei<br />
bambini. Per questo motivo si rivelerà importante, molto probabilmente, <strong>di</strong>fferenziare<br />
le attività.<br />
Inoltre la S.I. in cui proporrò il mio progetto, è situata abbastanza vicino al bosco.<br />
Nel paese ci sono molti spazi ver<strong>di</strong> e probabilmente buona parte <strong>di</strong> questi<br />
bambini, pur trovandosi vicino alla città, avrà già avuto la possibilità <strong>di</strong> frequentare<br />
o visitare almeno una volta il bosco. Dato il luogo in cui mi troverò a<br />
svolgere il mio progetto credo che i bambini potranno essere attratti dal tema.<br />
Ci sarà inoltre la possibilità <strong>di</strong> svolgere delle uscite.<br />
Raccolta <strong>di</strong> dati e conosc€nze dei bambini in entrata<br />
Alla giornata <strong>di</strong> presa <strong>di</strong> contatto con il gruppo <strong>di</strong> bambini ho presentato delle<br />
carte con raffigurati <strong>di</strong>versi anim<strong>ali</strong>, in parte appartenenti all'ambiente bosco,<br />
in parte appartenenti ad un altro contesto. La raccolta inizi<strong>ali</strong> <strong>di</strong> dati è stata<br />
svolta nel modo seguente:<br />
o il bambino osservava e commentava spontaneamente le immagini degli anim<strong>ali</strong><br />
(senza miei particolari interventi)<br />
'--t<br />
í=-
Presentozíone <strong>di</strong> onimqli e script delle <strong>scene</strong> del bosco<br />
Ecco gli anim<strong>ali</strong> che verranno presentati nel mio progetto. In queste carte<br />
d'identità descrivo come li presenterò a livello verbale, motorio, sonoro e<br />
nelle immagini. In queste carte d'identità si può notare come la tendenza sia<br />
quella <strong>di</strong> presentare gli anim<strong>ali</strong> in modo animistico e antropomorfizzato, pur<br />
partendo da delle caratteristiche e delle azioni oggettive degli anim<strong>ali</strong>. ho comunque<br />
cercato <strong>di</strong> tener presente della realtà degli anim<strong>ali</strong> e delle loro azioni<br />
re<strong>ali</strong> non esagerando nell' antropomorfi zzazione.<br />
L'ORSO<br />
Dimensioni: L'orso ho un corpo grosso<br />
Posturo: Commino o guottro zsmpe, mo o volte commino in posturo ereîto (con le zompe<br />
posteríori)<br />
Azioni e movimentil solitomente è piuttosto lento, commino e si muove sulle foglie secche,<br />
sr rotolo nelle f oglie, si ovvícino od un olbero e comincío o grottorsi lo schieno e lo<br />
pelliccio contro il tronco dell'olbero muovendosi su e gíù, vo acercare il miele nei buchí<br />
degli olberí, mangio il miele<br />
Carattere: è goloso, dormíglione, egocentrico, brontolone, permoloso e con sbolzi improvvisi<br />
d'umore; per guesto spesso gli oltri onimoli lo temono e/o preferiscono evitqrlo.<br />
Non vo poi <strong>di</strong>menlicoto il suo peso che può essere un vero inconveniente per un<br />
picchio o uno scoiqttolo che si trovano sul suo commíno!<br />
Contesto: bosco, 'ferreno<br />
con f oglie secche, alberí<br />
Moterioli: foglie secche, scotolq rovescíato, pigne,legni ruvi<strong>di</strong><br />
Suoni e rumori: boîtere con le moni sullo scotols rovescioto (cosso <strong>di</strong> risononzo), bottere<br />
le moní, in modo pesonte mo lentomente (per lo camminoto), più veloce (per lo<br />
corso), grottore insieme due pigne oppure sfregare due bostoni molto ruvi<strong>di</strong> (l'orso<br />
che si grotto), suoní gutturqli con lo voce (verso dell'orso), fingere <strong>di</strong> mongíore facendo<br />
molto rumore con lo bocco e facendo delle specie <strong>di</strong> "ruggiti" (l'orso mongio).<br />
La connotazione che sarà data da questa presentazione dell'orso sarà piuttosto<br />
negativa, in quanto I'orso viene visto come animale che spaventa gli altri.
LO SCOIATTOLO<br />
Dimensioni: piccolo e leggero<br />
Posturo: commino con possetti veloci, ogili e piccoli sulle guottro zompe. Quondo si<br />
fermq rimone sulle zompe posteriori.<br />
Azioni e movimentit èagile. Corre ín modo molto leggero sulle foglie secche, si orrsmpico<br />
sugli olberi ed entro nello tono (buco nell'olbero), mongio le ghionde e le nocciole,<br />
gíoco o lonciore le noccíole.<br />
Caraltere: è un onimole biricchino, curioso, giocherellone, che omq scherzore. Si spovento<br />
però focilmen'fe e olloro scqppq o noscondersi, soprotîutto se nelle vicinonze c'è<br />
l'orso.<br />
Contesto: nel mezzo del bosco, oí piedí degli olberi, sugli olberí, nello tono (buco<br />
nell'olbero)<br />
Moterioli: foglie secche, noccioline, ghionde, gusci <strong>di</strong> nocí, pigne e cortecce<br />
Suoní e rumorí: passetti leggeríssimi nelle f oglie, muoverle leggermente con le <strong>di</strong>to,<br />
groltore insieme due gusci <strong>di</strong> noci, ghíonde (sgronocchío le noccíole...), grotlore con le<br />
unghie su uno corteccío ruvído o grottore leggermente uno pigna su uno corteccio (lo<br />
scoiottolo si orrompico), lonciore le nocciole nello scotolone delle foglie secche (gíocore<br />
o loncíorsi le noccíole).<br />
LA RANA<br />
Dimensioni: è <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensíoni.<br />
Posturo: sto ronnicchíqto e allungo le gombe per soltore,fadei bolzi, dondosi lo spinto<br />
con le <strong>zampe</strong> posleriori, nuoto (ovviomente "o rono") nell'ocguo.<br />
Azioni e movímenti: soltellq da uno foglio dí nínfeo oll'oltro (oppure sui sossi), fo dei<br />
bolzi nell'acguo, insegno q suo frotellino o nuotore o soltore,...<br />
Corattere: è allegra, omo gli scherzi,leprace molto I'ocguo e per guesto guondo si metle<br />
o piovere, al controrío degli oltri onimqli, si espone oll'ocguo.<br />
Contesto: stogno, foglie,ninfee, sassi con muschio scivoloso, pioggio<br />
Moterioli: ocguo, cotíno, conchiglie o sossí leggeri e píotti.<br />
Suoni e rumori: fqr codere ín ocguo, cotíno profondo, dei sqssi o delle conchiglie oppure<br />
pícchiore con il polmo delle moni sullo superficie dell'ocguo (tonfi della rono quondo<br />
si tuffo in ocquo), muovere con le díto l'ocguo in modo leggero mo veloce (lo rono nuoîo
TL PTCCHIO<br />
Dimensioni: piccolo e leggero<br />
Posturo: sto oggroppolo ogli olberi, muove ovonti e in<strong>di</strong>etro lq testo. Quondo non picchietto<br />
vola in gíro.<br />
Azioni e movimenti: picchietto utilizzondo il suo duro becco, compie un movimento ritmíco<br />
con lo îesto (ovonti-in<strong>di</strong>etro), fo dei voli tro gli olberi.<br />
Carattere: in<strong>di</strong>pendente, piutîosto in<strong>di</strong>viduolisto, oma lovorore e rn modo porticolore<br />
picchíettore e riempíre il bosco <strong>di</strong> buchil È curioso, sí guordo in giro per cercore nuovi<br />
olberi interessonti dq bucore, osservo lq vito del bosco doll'qlto.<br />
Conlesto: in olto ogli olberi, suí tronchi e sui romi, ín cielo (volo piuttosto in bosso,<br />
oll'interno del bosco).<br />
Materíoli: canne <strong>di</strong> bombù, legnetti, botîente in metollo<br />
Suoni e rumorí: bottere ínsíeme legnetti, bottere il botîente in metallo o uno conno <strong>di</strong><br />
bombù fine su uno conno <strong>di</strong> bombù qrosso.<br />
Questi anim<strong>ali</strong> verranno presentati attraverso il librone. Essi saranno presentati<br />
in modo abbastanza reale, almeno per quanto riguarda le loro azioni e i loro<br />
movimenti. In ogni pagina del librone ci sarà un animale e collegato ad esso<br />
un suono. Ho scelto questi anim<strong>ali</strong> in modo che i suoni ad essi collegati possano<br />
essere ben <strong>di</strong>stinguibili: I'orso è grosso, pesante e piuttosto lento, 1o<br />
scoiattolo è piccolo, agile, leggero, il picchio, rispetto allo scoiattolo e all'orso<br />
non calrunina e la sua azione è completamente <strong>di</strong>versa (picchiettare); la rana<br />
sta nell'acqua per cui la sonorità proposta sarà <strong>di</strong>versa. La talpa scava. Nella<br />
scelta degli anim<strong>ali</strong> ho cercato <strong>di</strong> scegliere movimenti <strong>di</strong>versi.<br />
LA TALPA<br />
Dimensioní: piutîosto piccolo, mq con delle zompe e delle unghie forti (per scovore)<br />
Posturo: solitamente o guottro <strong>zampe</strong>, mo o volte si mette in posizíone ere,ftoper<br />
guordorsi ottorno (o guondo esce dollo îano).<br />
Azioni e movimenti: scqvo delle golleríe sotterronee, esce oll'operto, onnuso lo terro,<br />
oscoho i suoni degli oltri onímoli. (lo tolpo sorà íl personoggio guido del proge'fto e oiuterà<br />
i bombini o scoprire il bosco, preporerò un percorso, porterò, con l'oiuto <strong>di</strong> tutte<br />
le lalpe e <strong>di</strong> ohri onim<strong>ali</strong>, nuovo moteríole del bosco in sezione, regolerà un librone con<br />
ritrolti degli scenori e degli onímoli del bosco oi bombini).<br />
Carat'lere: si troîta <strong>di</strong> uno giovone lolpo, piuttosto curioso e oîtimisto. 5e si invode lo<br />
suo privocy e il suo territorio può però orrobbiorsi e cominciqre o brontolore. Diologo<br />
con gli esseri umani (con me) ottroverso un linguoggio <strong>di</strong> versí (ocuti). Non ci vede bene,<br />
anzí...ci vede molto foscol Riconosce guin<strong>di</strong> glí onimoli doi suoní e doi rumori prodotti<br />
dal loro muoversi e chiede oiuto oi bombini per imparore rumori <strong>di</strong> oltri onimoli.<br />
Contesto: vrve nel bosco, mq scovondo galleríe sotterrone può orrivore in mezzo o proti,<br />
terreni e ovol'f e,...per sboglío...onche in pozze d'ocguo!<br />
Moferioli: terrq, scatolo, sobbio grosso (sossolini finissimi)<br />
Suoni e rumorí: grottore in uno scotolq con terro, scqvore con le moni, buttondo lo<br />
terro conîro lo e dello scotolone.
Sul personaggio della talpa ho raccontato ancheuna<br />
storia ("Talpina Balleri-<br />
na") che narra la storia <strong>di</strong> una giovane talpa chevuole<br />
imparare a ballare.<br />
IL TEMPORALE<br />
Contesto: comincio apiovere, primo piono poi sempre <strong>di</strong> più, poi si sentono in lontononza<br />
dei tuoni. Sto arrivondo un temporole, i luoni comínciono o <strong>di</strong>ventore sempre più<br />
forlí; poi tutto si cqlmo e pion piono smette onche dí piovere.<br />
Moterioli: orzo, baslone della pioggio, scotole e reciprenli, tomburo, piccolo lostro <strong>di</strong><br />
lomiero<br />
Suoní e rumorí: for scivolore igronelli <strong>di</strong> orzo lenlomenle da un recipiente oll'oltro, girore<br />
lentomente il boslone dello pioggia, fare il rumore della pioggio con lo bocco<br />
(sssh), usore lo voce per f are il rumore del temporale, grottore lo menbrono del tamburello<br />
focendo dei movimenti circolorí, picchíore forte sul tomburo, picchicre í pie<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> colpo per terro, picchiore insieme dei sossi obbostonzo qrossi...<br />
LA VOLPE<br />
Dimensioni: molto più gronde <strong>di</strong> uno scoiotlolo, molto più piccolo <strong>di</strong> un orso.<br />
Posluro: o quottro <strong>zampe</strong>, rqnnicchioto, roggomitoloto<br />
Azioni e movímenti: commínore, correre, tufforsi do un olbero, mongiore le galline ei<br />
polli, noscondersi e sbirciore coso succedenel bosco.<br />
Cara'ltere: furba, curioso, sveglio, buono, in cerca <strong>di</strong> omici, è ollo scoperto del mondo.<br />
teslg: nel bosco, ollo stagno, fuori dol bosco, ollo fottorio dei contodíni, nel pollaío.<br />
Nota: la volpe non verrà presentata a livello sonoro. Inizialmente leggerò una<br />
storia "illustrata" con fotografie del bosco, delle volpi e <strong>di</strong> altri anim<strong>ali</strong> (riccio,<br />
cerbiatto, lontre, tasso, cane, galline). In seguito la stessa storia (un po' mo<strong>di</strong>îicata)<br />
verrà úilizzata per l'attività 8, nella quale interpretò la volpe e racconterò<br />
la storia con le <strong>di</strong>apositive: i bambini saranno chiamati ad entrare nelle<br />
immagini come anim<strong>ali</strong>.<br />
La volpe, come presentata da me avrà una connotazione positiva.<br />
IL TA55O<br />
Dimensioni: dí <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-grosse,<br />
Posturo: ho un corpo piuttosto pesonte ed è lento, o quottro <strong>zampe</strong><br />
Azioni e movimenti: fo delle lunghe dormiîe, esce dollo tono per ondore q cercorsi del<br />
cíbo nel bosco.<br />
Carattere: dormiglione, permoloso (soprattutto se viene sveglioto!), non molto socievole,<br />
puzzolente<br />
Contesto: bosco, tonq del tosso (ro<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> un qlbero rovescioto, buco nel terreno, sotto<br />
delle ro<strong>di</strong>ci)
Nota: il tasso verrà presentato in due momenti, in un'attività <strong>di</strong> sostegno in cui<br />
mostrerò delle <strong>di</strong>apositive del bosco, delle tane e alcuni anim<strong>ali</strong> e nella storia<br />
della volpe (attività 8)<br />
Inoltre nella storia della volpe Ciff (v. attività 8) verranno introdotti anche altri<br />
anim<strong>ali</strong>: il riccio, le lontre, il cerbiatto,... che però non saranno presentati esplicitamente<br />
da me, ma saranno interpretati dai bambini (a liv. motorio).<br />
Nel "îeatro dei suoní e dei movimenti degli anim<strong>ali</strong>" (attività 9) verrà presentata<br />
anche 1'aquila. Per produrre il rumore legato all'aquila utilizzerò un ramoscello<br />
con delle foglie, che venendo mosso leggermente dà I'idea dello<br />
sbattere delle <strong>ali</strong>; per produrre il rumore dello sbattere delle <strong>ali</strong> utilizzerò anche<br />
il mio corpo (le braccia che cadono sui fianchi) e la voce per fare il verso<br />
acuto dell'aquila.<br />
10. <strong>Storie</strong>lla sonora del bosco<br />
"C'è il sole e, in un tranquillo pomeriggio, in ffiezzo al bosco ci sono degli scoiattolini: sono<br />
scriklcy e Scroklcy che giocano a prendersi e a lanciarsi Ie nocciole...<br />
Ad un certo punto si sentono dei passi pesanti e lenti, Ia terra trema,...gli scoiattoli sifermano...cosa<br />
succede? Si vede spuntare un pezzo <strong>di</strong> pelliccia bruna...Aiuto! È un orso. Gli<br />
scoiattoli, spaventati, scappano velocemente su un albero.<br />
GIi scoiattolifanno appena in tempo a entrare nella loro casa che sentono I'orso che si<br />
gratta Ia schiena proprio contro un albero vicinissimo al loro...loro sono molto spaventati.<br />
Su un albero vicino, un albero alto alto, c'è qualcuno che non si è accorto <strong>di</strong> nienîe...perché<br />
è tutto impegnato a costruirsi una casa, picchiettando sull'albero: è il Signor-<br />
Pic, un picchio... che picchia e picchia...e non sente che lì vicino c'è l'orso che si sta<br />
grattando la schiena. L'orso però si decide <strong>di</strong> cambiare albero e va a grattarsi la schiena<br />
su un albero alto, alto e più ruvido...E quest'albero è proprio quello del signor Pic... che<br />
all'improvviso si sente sbattere <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> Ià. Ma, niente paura, Pic ha delleforti gmpine<br />
e si aggrappaforte forte all'albero. Perfortuna all'improwiso si sentono delle goccioline<br />
d'acqua cadere dal cielo. Arriva la pioggia...e comincia a cadere sempre piùforte, finchè<br />
si sente scrosciare forte. L'orso, e cui non piace proprio bagnarsi, comincia a correre via,<br />
veloce ma pesante. Solo allora il povero Pic, che si è tutto bagnato, può entrare nella sua<br />
nuova casa e riposarsi un po'...Tra sé e sé pensa, "Perfortuna che è arrivata la pioggia,<br />
mi girava proprio la testa, stavo per cadere giù dall'albero e finire in picchiata sull'orso<br />
che si sarebbe sicuramente arrabbiato!". Anche gli scoiattolini sono contenti che la pioggia<br />
abbia scacciato l'orso; adesso rosicchiano tranquilli delle nocciole, al riparo nella Ioro<br />
tana nell'albero.<br />
Un po' più lontano, c'è qualcun altro che è contento della pioggia;il ranocchio Grim, sta<br />
saltellando felice nell'acqua e sulle ninfee e sta insegnando al suofratellino Grac afare<br />
dei salti alti e delle capriole in aria."<br />
AWENIMENTI DELLA STORIA SUONI E RUMORI<br />
- Giornata tranquilla, momento <strong>di</strong> serenità)<br />
cassetta con sottofondo <strong>di</strong> uccellini<br />
- Scoiattoli che caminano e giocano (con ) passetti leggeri sulle foglie, lanciare delle<br />
le ghiande,...) tra le foglie, mangiano le noccioline nelle foglie, grattare le noccioline tra<br />
nocciole<br />
<strong>di</strong> loro o con le unghie, versetti piccoli e acuti<br />
con la voce<br />
- arriva I'orso<br />
) passi pesanti, lenti tra le foslie secche
- gli scoiattoli si allarmano e scappano sul | )versetti degli scoiattoli, corsetta l"gg"ru sull"<br />
loro albero<br />
I foglie, agitazione, ansimare con il respiro, grattare<br />
leggermente con una pigna sulla corteccia<br />
(arrampicamento)<br />
- I'orso si gratta la schiena contro un al- | ) pigne grattate insieme (forte), due legni rubero<br />
lvi<strong>di</strong> grattati uno contro I'altro<br />
- picchio tranquillo che si sta costmendo | ) picchiare una canna <strong>di</strong> bambù fine (o un<br />
un nuovo nido, sta picchiettando I battente) contro una più grossa<br />
- passi dell'orso<br />
| ) passi pesanti e lenti tra le foglie (con le mani)<br />
- I'orso si gratta la schiena contro I'albero | ) v. sopra<br />
del picchio<br />
-<br />
I<br />
I'albero viene scosso | ) ramoscello con foglie secche attaccate che<br />
vlene mosso, agltato<br />
- orso che continua a grattarsi la schiena | ) u. sopra<br />
- comincia a piovere | ) orzo in un recipiente rovesciato lentamente<br />
in un altro recipiente o in una scatola, bastone<br />
della pioggia, voce<br />
- tuoni | ) con la voce, con la lamiera, sbattendo i pie<strong>di</strong><br />
per telTa<br />
- tutti vanno a rifugiarsi<br />
| ) passettini sulle foglie, altri passi leggeri su<br />
una scatola <strong>di</strong> cartone rovesciata<br />
- I'orso se ne va, correndo<br />
| ) passi pesanti tra le foglie che <strong>di</strong>ventano più<br />
veloci (battere con le mani)<br />
- rane che saltano nello stagno | ) picchiare con il palmo delle mani in un catino<br />
con acqua, lasciar cadere dei sassi piatti e dei<br />
pezzetti <strong>di</strong> legno (leggeri), agitare piano piano<br />
I'acqua<br />
- le rane sono felici...(conclusione)<br />
l) ambiente sonoro dello stagno, con il gracchiare<br />
delle rane (CD
D. PO55IBILI ATTIVITA DI 5O5TE6NO<br />
Percorsi tattili<br />
Per quest'attività i b.ni verranno presi a gruppetti, per perrnettere un maggior coinvolgimento.<br />
Allestisco un percorso, in salone o all'aperto, con muschio, terra, legnetti, sassolini, paglia<br />
o fieno, foglie secche, acqua... Inizialmente tutti i b.ni esploreranno con i pie<strong>di</strong> e<br />
con le mani tutti i materi<strong>ali</strong>. In seguito uno-due bambini alla volta venanno bendati e<br />
guidati dai compagni nel percorso. Alla fine del percorso i b.ni si toglieranno il foulard.<br />
Li inviterò ad esprimere le sensazioni provate, ciò che hanno immaginato, quello che gli<br />
è piaciuto... in seguito chiederò se ricordano il percorso fatto (potranno provare a ripercorrerlo<br />
ad occhi aperti.<br />
I materi<strong>ali</strong> (e il percorso) verranno spostati, cambiati per i b.ni che passeranno in seguito.<br />
Indovinelli olfattivi<br />
La Talpa Fosca farà arrivare in sezione delle scatoline da annusare (con degli odori: terra<br />
umida, pino-resina, foglioline, fieno, fiori, muschio, acqua...). Assieme alle scatoline<br />
manderà anche dei <strong>di</strong>segni /immagini raffiguranti i materi<strong>ali</strong> che emanano quell'odore.<br />
Inizialmente si <strong>di</strong>scuterà sulle scatoline e sugli odori che si sentono (cosa ricorda quest'odore?<br />
L'avete già sentito?...). I b.ni potranno andare nell'angolo dove sono stati messi<br />
i materi<strong>ali</strong> raccolti nel bosco e cercare odori simili a quelli delle scatolette olfattive. In<br />
seguito si osserveranno i <strong>di</strong>segni, si stabilirà che materiale vi è raffigurato e si assocererà<br />
ogni immasine ad una scatolina.<br />
Forme e colori del bosco<br />
I b.ni vengono fatti sedere: inviterò i b.ni ad immaginare <strong>di</strong> entrare nel bosco e con una<br />
musica (con suoni del bosco) farò immaginare richiamando alla mente colori, forme,<br />
sensazioni,.... I b.ni saranno ad occhi chiusi, in silenzio. Questo aiuterà i b.ni a "rivivere"<br />
I'uscita nel bosco ed elaborare quello che hanno visto e vissuto. In seguito inviterò<br />
ad aprire gli occhi: si guarderanno delle <strong>di</strong>apositive del bosco (bosco, alberi, tane anim<strong>ali</strong>...<br />
<strong>Storie</strong> degli anim<strong>ali</strong> del hosco<br />
. " ll boschetto", A. Benevelli / L. Serofilli, ed. Arka, Milano, 1995<br />
.<br />
.<br />
"Talpina ballerina", R. Edwards / C. Ansley, Walker Books , London, 1994<br />
"Crff, il volpacchiotto", A. Bergman / C. Roy, ed. S.A.I.E., Torino, ,1958<br />
o "II coniglietto e la volpe", G. Wagener / M. J. Sacré, ed Arka, Milano, 1994<br />
o "Lo cosa più importante", A. Abbattiello, Fatatrac, Firenze, ./998<br />
Gioco del bosco<br />
Presentazione <strong>di</strong> nuovi anim<strong>ali</strong> tramite dei libri scientifici
Allegotí<br />
ollo porte<br />
teoríco
Titolo del lavoro: "<strong>Storie</strong> <strong>di</strong> oli zompe <strong>piume</strong> <strong>becchi</strong> e <strong>pinne</strong>..."<br />
Scene <strong>di</strong> anim<strong>ali</strong>, nell'ambiente bosco, scoperte<br />
attraverso l' esplorazione e la dramm atizzazione<br />
Nome dell'autore: Deborah Arrigo<br />
Nome del docente consigliere: Giovanni Simona<br />
Anno scolastico: 1998- 1999<br />
Breve presentazione del lavoro:<br />
Martino, un bambino <strong>di</strong> Milano, manda una cassetta con dei suoni<br />
misteriosi (suoni del bosco) che non riesce a riconoscere. Il bambino chiede<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le fonti sonore e il luogo <strong>di</strong> provenrenza <strong>di</strong> t<strong>ali</strong> suoni. In un<br />
secondo momento i bambini devono aiutarlo a scoprire che cos'è questo<br />
ambiente.<br />
In questo compito essi vengono aiutati dalla giovane Talpa Fosca, che<br />
porterà i bambini a scoprire, esplorare il bosco e conoscere i suoi abitanti e<br />
le loro <strong>scene</strong> <strong>di</strong> vita. Vengono attivate delle esperienze multisensori<strong>ali</strong> e<br />
altre esperienze percettive, che prendono in considerazione soprattutto<br />
I'aspetto sonoro. In sezione viene allestito uno scenario del bosco che serve<br />
come luogo <strong>di</strong> attivazione, evocazione e animazione <strong>di</strong> <strong>scene</strong> degli anim<strong>ali</strong>.<br />
Attraverso I'identificazione negli anim<strong>ali</strong> e nelle loro storie si cerca <strong>di</strong><br />
drammatizzarli mettendo in atto più mod<strong>ali</strong>tà espressive (gestu<strong>ali</strong>tà,<br />
movimento, mimica facciale, verb<strong>ali</strong>z zazione, . . .).<br />
Gli obiettivi che vengono posti nel progetto riguardano la scoperta e la<br />
conoscenza della natura e d'altra parte l'affinamento delle esperienze e<br />
delle capacità percettive, ricognitive, evocative ed espressive.
APPROF<br />
ONDIMENTI TEORICI<br />
APPROFONDIMENTI TEORICI STI SUONO<br />
Il suono<br />
Ma che cos'è precisamente il suono ? E che cosa lo contrad<strong>di</strong>stinsue dal rumore?<br />
Il suono, in fisica, è detinito come la sensazione prodotta dall'organo dell'u<strong>di</strong>to<br />
(orecchio) dalle vibrazioni <strong>di</strong> un corpo elastico che, spostato da una forza deformante,<br />
ritorna alla sua posizione naturale <strong>di</strong> riposo, con un movimento decrescente<br />
simile alle oscillazioni <strong>di</strong> un pendolo. Queste vibrazioni vengono trasmesse<br />
dall'aria (onde sonore) o da un corpo conduttore (acqua, terra, corpi soli<strong>di</strong> :<br />
legno, metallo,...). I suono, in pratica è l'elemento materiale della musica.<br />
L'orecchio è I'organo dell'u<strong>di</strong>to con cui percepiamo le vibrazioni acustiche :<br />
esso le converte in impulsi nervosi che vengono poi trasmessi al cervello.<br />
La qu<strong>ali</strong>tà del suono è determinata da tre caratteristiche fondament<strong>ali</strong> : I'altezza,<br />
I'intensità e il timbro.<br />
L'N-TEZZA <strong>di</strong>pende dal numero <strong>di</strong> vibrazioni emesse da una sorsente sonora in<br />
una data porzione <strong>di</strong> tempo lle vi ioni): più numerose sono le<br />
vibrazioni, più acuto è il suono. È I'altezzache determina i rapporti tra le note:<br />
l'ascesa dalle più basse alle più alte, gli intervalli, le tria<strong>di</strong>,... Riguardo<br />
all'ascolto <strong>di</strong> suoni <strong>di</strong> altezza <strong>di</strong>versa bisogna notare che a bassa frequenza hanno<br />
un maggiore potere <strong>di</strong> trasporto, sono in grado <strong>di</strong> sovrastare un ostacolo che<br />
incontrano sul loro cammino e <strong>di</strong> riempire uno spazio con maggior compl etezza.<br />
Di conseguenza, per un ascoltatore è più <strong>di</strong>fficile trovare la provenienza sonora<br />
dei suoni bassi, poiché gli sembrerà <strong>di</strong> trovarsi immerso nella sorgente sonora,<br />
invece <strong>di</strong> porsi <strong>di</strong> fronte ad essa, come succede con i suoni ad alta frequenza e<br />
con una <strong>di</strong>rezion<strong>ali</strong>tà chiara.<br />
L'INTENSITA <strong>di</strong> un suono designa la sua forza e <strong>di</strong>pende dall'ampiezza delle<br />
vibrazioni (misurata in Decibel), come pure dalla <strong>di</strong>stanza dell'ascoltatore dal<br />
corpo sonoro. L'intensità viene sempre percepita in modo soggettivo e non dev'<br />
essere considerata come una proprietà specifica dei suoni music<strong>ali</strong>, in quanto è<br />
una caratteristica generale delle percezioni sensori<strong>ali</strong> (troviamo <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />
intensità anche a livello visivo, tattile e gustativo).<br />
Il rrNagRo <strong>di</strong> un suono <strong>di</strong>pende dal numero, dall'altezza e dalla mod<strong>ali</strong>tà <strong>di</strong> associazione<br />
delle componenti armoniche : ogni corpo sonoro, vibrando, produce,<br />
oltre al suono fondamentale, altri suoni più acuti e più deboli, gli armonici. Og-
getti natur<strong>ali</strong> <strong>di</strong>fferenti possono produrre suoni <strong>di</strong> medesime altezze ed intensità,<br />
ma con timbri <strong>di</strong>versissimi ; questo <strong>di</strong>pende dalla sostanza del como sonoro,<br />
come pure dal mezzo che causa la vibrazione, dai mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> farli vibrare. Il timbro<br />
dà ad ogni suono un carattere (colore) particolare.<br />
Anche la DURATA <strong>di</strong> un suono influisce nella percezione dei suoni : essa influisce<br />
non solo sull'immagine psicoacustica che ne deriva, ma anche sulla valutazione<br />
delle sue qu<strong>ali</strong>tà ; ad esempio, I'u<strong>di</strong>to non riesce a percepire bene un suono<br />
molto breve a meno che non venga ripefuto più volte.<br />
Per MATERIALI e oGGETTI SONORI si intendono i corpi che possono vibrare con<br />
una frequenza u<strong>di</strong>bile dall'orecchio umano. I materi<strong>ali</strong> e gli oggetti sonori vengono<br />
anche chiamati < sorgenti sonore >>.<br />
La dffirenza tra suono e rumore<br />
Nel detinire e stabilire la <strong>di</strong>fferenza tra suono e rumore sorgono delle <strong>di</strong>fficoltà :<br />
non è facile piazzare in modo esatto una barriera <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione tra suono e rumore,<br />
poiché questa <strong>di</strong>stinzione è in parte soggettiva.<br />
Nel <strong>di</strong>zionario della lingua it<strong>ali</strong>anat il rumore viene definito come
il primo si intendono tutti i rumori che hanno una funzione ben precisa per la<br />
persona che li sente : a questa categoria appartengono i rumori che in<strong>di</strong>cano un<br />
pericolo, come per esempio il rumore <strong>di</strong> un' automobile che viaggia su una strada,<br />
un clacson, una sirena, un tuono che annuncia un temporale,.... Ad essi noi<br />
porgiamo una grande attenzione, poiché ci aiutano a salvarci da determinati pericoli,<br />
ci avvisano.<br />
Con il secondo invece si intendono tutti i rumori che non in<strong>di</strong>cano nessun pericolo<br />
all'uomo : ci sono per esempio i rumori prodotti dai muratori nella costruzione<br />
<strong>di</strong> una casa, i rumori alf interno <strong>di</strong> un supennercato, il vento che fa frusciare<br />
le foglie,...<br />
A questi rumori noi prestiamo molta meno attenzione.<br />
Il silenzio<br />
In un lavoro che comprende il fattore suono non si può non tenere in considerazione<br />
I'elemento opposto: il silenzio. Per poter prestare attenzione ai suoni e alle<br />
percezioni u<strong>di</strong>tive è fondamentale educare all'ascolto. Bisogna quin<strong>di</strong> rivalutare<br />
la <strong>di</strong>mensione del silenzio alf interno del sistema educativo. Imparare ad ascoltare<br />
il silenzio significa porsi in modo più sensibile, attento e concentrato <strong>di</strong> fronte<br />
alla realtà interna ed esterna; significa imparare ad ascoltare ciò che succede in<br />
noi, e quin<strong>di</strong> trovare un canale <strong>di</strong> comunicazione con la nostra parte interiore, e<br />
ciò che succede all'esterno, intorno a noi (v. approfon<strong>di</strong>mento in allegato). Per<br />
favorire questo atteggiamento <strong>di</strong> "percezione attiva e attenta" cercherò <strong>di</strong> offrire<br />
occasioni <strong>di</strong> ascolto sia sonoro che, più in generale, percettivo, basandomi molto<br />
sulla <strong>di</strong>mensione narrativa per coinvolgere i bambini in questi momenti.Viviamo<br />
in un mondo sonoro complesso e ricco, determinato da una società tecnologicamente<br />
avanzata; ciascuno <strong>di</strong> noi vive in un mondo acustico formato da suoni,<br />
rumori, voci, musica, che ci colpisce continuamente e che determina in noi precisi<br />
comportamenti. In questo ambiente il bambino ha scarse capacità <strong>di</strong> ascoltare e<br />
anahzzarelinterpretare i suoni: egli è infatti confuso e sommerso da eccessive<br />
stimolazioni, abituato ad un rumore costante <strong>di</strong> sottofondo che spesso è costretto<br />
a subire e non comprende.<br />
Nella nostra società occidentale il silenzio è vissuto in modo negativo, come un<br />
vuoto, un'assenza (interruzione) della comunicazione, un arresto della vita.<br />
L'uomo moderno ama produrre suoni, come per ricordarsi che non è solo; rifiuta<br />
il silenzio totale e ha paura della mancanza <strong>di</strong> suoni come ha paura della mancar'za<br />
<strong>di</strong> vita. Il silenzio è il simbolo della morte, poiché solo con la morte viene<br />
raggiunto il silenzio definitivo (nella vita ci sarà sempre qualcosa che produce<br />
suono, il nostro corpo non sarà mai completamente assente da suoni e rumori, il
silenzio perfetto non esiste). La tremenda paura che I'uomo prova nei confronti<br />
della morte (mancanza <strong>di</strong> vita) si esprime anche nella paura della mancanza <strong>di</strong><br />
suoni che 1o porta ad evitare il silenzio "per <strong>ali</strong>mentare la propria credenza<br />
fantastica in una vita senzafinr"t.<br />
Nella nostra società il silenzio, in quanto elemento costituente delle quoti<strong>di</strong>anità<br />
e della vita, è andato scomparendo, probabilmente, a partire dalla fine del XIII<br />
secolo: è I'epoca degli ultimi gran<strong>di</strong> mistici, in cui la contemplazione (atteggiamento<br />
e pratica) comincia a <strong>di</strong>ssolversi. Nel passato e in società <strong>di</strong>verse dalla<br />
nostra, il silenzio veniva vissuto in modo molto positivo: era una con<strong>di</strong>zione<br />
in<strong>di</strong>spensabile per poter vivere bene e a fondo la propria vita. Il silenzio era visto<br />
come momento <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione, riflessione e come elemento costitutivo della<br />
vita, e non faceva quin<strong>di</strong> paura.<br />
Alcuni filosofi, compositori, psicologi, pedagogisti, negli ultimi decenni, hanno<br />
riscoperto il silenzio e la sua importanza, integrandolo nella loro azione.<br />
Il valore del silenzio dovrebbe essere rivalutato, dovremmo cercare <strong>di</strong> dare nuovamente<br />
una visione positiva a questo fenomeno "sonoro".<br />
Il silenzio insegna ad ascoltare, con il silenzio si presta più attenzione a tutti i<br />
suoni presenti nell'ambiente che ci circonda (suoni esterni). "...quando non c'è<br />
sLtono, I'u<strong>di</strong>to è ancora più all'erta. Invece quando c'è suono la qu<strong>ali</strong>tà<br />
dell'ascolto è inferiore"3. Un corretto atteggiamento <strong>di</strong> ascolto presuppone che<br />
esso sia attivo e non passivo, subìto..., tramite il silenzio ci si abitua quin<strong>di</strong> ad un<br />
ascolto attento e critico dei fenomeni sonori.<br />
Il silenzio, inoltre, come gli altri fenomeni sonori, comunica, trasmette dei messaggi.<br />
Zucchini descrive il co<strong>di</strong>ce comunicativo del silenzio come " indefiníbile e<br />
indefinito, e pur tuttavia recepito e intuitivamente compreso"4. II silenzio può<br />
assumere significati <strong>di</strong>versi e profon<strong>di</strong> a <strong>di</strong>pen denza della situazione in cui si<br />
crea. La teoria sistemica afferma che non esiste la non comunicazione...anche<br />
quando due persone non si parlano (silenzio) passano comunque dei messaggi<br />
relazion<strong>ali</strong>. Il silenzio è frequente:, nella vita quoti<strong>di</strong>ana, nei <strong>di</strong>aloghi, nei brani<br />
music<strong>ali</strong>. Tramite pause, interrompe, sospende, lascia momenti <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong><br />
comunicazione implicita e interiore, scan<strong>di</strong>sce tempi, crea attese,...<br />
Un'altra qu<strong>ali</strong>tà del silenzio è quella <strong>di</strong> aiutare l'introspezione (entrare in sé stessi,<br />
guardarsi dentro). Il silenzio aiuta a fermarsi e a riflettere sulla propria person<strong>ali</strong>tà<br />
e il proprio comportamento, i problemi e il modo <strong>di</strong> affrontarli; è grazie a<br />
t<br />
R.MURRAY SCHAFER,llpaesaggio sonoro, ed. Ricor<strong>di</strong>, unicopli, Milano,<br />
'tclRpRL<br />
1gg5, ed. or.1g77,p.353<br />
SINGH, cit. in R. MURRAY SCHAFER, Ilpaesaggio sonoro, p.<br />
o<br />
356<br />
G. L. ZUCCHINI, Il bambino e la musica, p.25
questa presa <strong>di</strong> contatto con noi stessi che possiamo ritrovare serenità e ricaricarci<br />
<strong>di</strong> energia.<br />
È quin<strong>di</strong> importante, a mio avviso, avere un atteggiamento positivo e valorizzare<br />
1l silenzio già a partire dalla Scuola dell'Infanzia, questo permetterà <strong>di</strong> avere<br />
una maggior attenzione <strong>di</strong> tutto ciò che ci circonda.<br />
APPROFONDIMENTI<br />
TEOzuCI SULLA NATURA<br />
L' allontanamento dalla natura<br />
Prima del 1500 la concezione della natura nella maggior parte delle civiltà e in<br />
Europa era organica, la gente viveva in stretto contatto con la natura. La scienza<br />
me<strong>di</strong>evale si preoccupava <strong>di</strong> capire il significato delle cose, I'essenza <strong>di</strong>vina,<br />
I'anima umana...e cercava le sue risposte nei fenomeni della natura : nella natura<br />
fenomeni spiritu<strong>ali</strong> e materi<strong>ali</strong> trovavano il loro punto d'incontro. Fra il'500 e il<br />
'700<br />
ci fu un grande cambiamento nella visione del mondo e nel sistema <strong>di</strong> valori.<br />
La visione <strong>di</strong> universo organico, vivo e spirituale fu sostituita da quella del<br />
mondo macchina (con la rivoluzione scientifica). La natura venne descritta in<br />
forma matematica, an<strong>ali</strong>tica e razionale. Per rendere possibile la descrizione<br />
matematica della natura ci si dovette limitare allo stu<strong>di</strong>o delle proprietà essenzi<strong>ali</strong><br />
che potevano essere misurate e quantificate : figure, numeri, movimento.<br />
Tutte le altre proprietà, come suono, sapore, colore, odore, vennero escluse dal<br />
campo della scienza.<br />
Nell'antichità i fini della scienza erano stati la sapienza, la comprensione<br />
dell'or<strong>di</strong>ne naturale e una vita in accordo con esso : I'atteggiamento <strong>di</strong> base dello<br />
scienziato era ecologico. Nel Seicento questo atteggiamento si mutò però nel suo<br />
opposto : la conoscenza venne rivolta a dominare e controllare la natura, rendendola<br />
schiava all'uomo (visione antropocentrica: l'uomo è al centro<br />
dell'universo, la natura è al servizio dell'uomo). Il mutamento drastico<br />
dell'immagine della natura da organismo a macchina ebbe un forte effetto sugli<br />
atteggiamenti della gente nei confronti dell'ambiente naturale, atteggiamento che<br />
per moltissimi aspetti continua ad essere vivo ancheai giorni nostri.<br />
A partire da Einstein si cominciarono a rivedere le teorie meccanicistiche e il<br />
frazionamento (considerare le singole parti, tralasciando I'unità, il tutto), considerando<br />
<strong>di</strong> nuovo I'universo come un'unità.
Un ètre humain est une partie du tout, que nous appelons<br />
'[Jnivers', une partie<br />
limité par l'espace et le temps. Il expérimente lui-mème ses pensées et ses sentiments<br />
comme quelque chose de séparé du reste, une sort d'illusion (...). Cette<br />
illusion est pour nous une forme de prison (...). Notre tóche doit ètre de nous<br />
líbérer de cette prison en élargissant notre cercle de compassion pour embrasser<br />
toutes les créatures vivantes et l'ensamble de la nature ,r5<br />
Soltanto a partire dalla metà del nostro secolo cominciò a svilupparsi il pensiero<br />
ecologico e la visione olistica del mondo. Il pensiero ecologico/olistico venne a<br />
crearsi per rispondere a delle frammentazioni della società moderna qu<strong>ali</strong> natura<br />
e cultura, corpo e psiche, esteriorità ed interiorità.<br />
L'atteggiamento antropocentrico però è ancora molto ra<strong>di</strong>cato nella nostra società<br />
ed eliminare queste frammentazioni risulta essere un lavoro lungo e complesso.<br />
Anche per quanto riguarda I'educazione c'è stato un netto <strong>di</strong>stacco dalla natura.<br />
La natura per molto tempo non è stata considerata come qualcosa <strong>di</strong> fondamentale<br />
allo sviluppo della persona ma come qualcosa da cui allontanarsi, poiché in<br />
opposizione con la cultura. Sembra che la nostra tra<strong>di</strong>zione voglia affermare che<br />
a renderci uomini sia proprio un allontanamento, una lotta contro la natura.<br />
Eppure I'esperienza e 1l contatto con la natura risultano essere molto importanti<br />
nella formazione della persona.<br />
Quale approccio nella scoperta della natura? (continuazione...)<br />
Altri aspetti, che vengono evidenziati con chiarezzanel testo <strong>di</strong> Cornell6, che<br />
I'adulto dovrebbe tenere in considerazione nell'approccio alla natura sono :<br />
- La con<strong>di</strong>visione e la comunicazione tra adulto e b.ni : comunicare le proprie<br />
sensazioni, incoraggerà i b.ni ad esplorare ed esprimere, a loro volta,<br />
sensazioni, percezioni ed emozioni.<br />
- Essere recettivi : significa prestare attenzione ad ogni domanda, ogni<br />
commento, ogni esclamazione dei b.ni. in questo modo si potranno cogliere<br />
e capire stati d'animo, sensaziont,...L'adulto potrà adattare i suoi interventi<br />
agli interessi dei b.ni, aumentando così la partecipazione.<br />
- Foc<strong>ali</strong>zzare I'attenzione dei b.ni : è importante coinvolgere tutti il più possibile,<br />
ponendo domande, segnalando stimoli interessanti. Molti b.ni non<br />
sono abituati ad osservare la natura, occorre quin<strong>di</strong> catturare la loro attenzione,<br />
portandoli pian piano a migliorare la loro osservazione. È importante<br />
far sentire ai b.ni che si prova interesse e curiosità per le loro scoperte.<br />
'<br />
ALBERT EINSTEIN, cit.in P. RUSSEL, La tene s'eveille, Le souffle d'or, Barret-le-Bas 1989<br />
o<br />
JOSEPH CORNELL, Scopriamo la natura assieme ai bambini, p. l3-16
Guardare e sperimentare. poi parlare : ci sono momenti in cui i b.ni restano<br />
meravigliati <strong>di</strong> fronte agli spettacoli della natura. Anche in mancan za <strong>di</strong><br />
<strong>scene</strong> spettacolari si può provare meraviglia, semplicemente guardando cose<br />
comuni con un'attenzione nuova. I b.ni hanno la magica capacità <strong>di</strong> lasciarsi<br />
assorbire da quello che osservano. I b.ni raggiungono una comprensione<br />
migliore delle cose che li circondano se riusciranno a viverle, sperimentarle,<br />
compenetrarle invece <strong>di</strong> conoscerle solo per sentito <strong>di</strong>re. I b.ni raramente<br />
<strong>di</strong>menticano un' esp errenza <strong>di</strong>retta.<br />
Creare un'atmosfera serena : è importante per mettere a proprio agio i b.ni<br />
e creare un clima vivace, interessato e attento (recettivo).<br />
APPROFONDIMENTI TEORICO SUL RAPPORTO TRA BAM-<br />
BINO E ANIMALE<br />
L'animale come specchio dell'uomo<br />
L'animale può essere visto come "specchio dell'uomo", in quanto<br />
nell'animale l'uomo rivede sé stesso, le sue origini, i suoi istinti e bisogni<br />
primari: per questo motivo il rispecchiamento è inevitabile.<br />
Secondo quanto sostiene Jung I'identificazione dell'uomo negli anim<strong>ali</strong> deriva<br />
da un'immagine <strong>di</strong> noi stessi che si perde nella notte dei tempi e che custo<strong>di</strong>amo<br />
negli angoli più recon<strong>di</strong>ti del nostro inconscio. L'idea <strong>di</strong> Jung si fonda<br />
sul concetto <strong>di</strong> inconscio collettivo, una memoria antichissima che unirebbe<br />
tutti gli uomini a livello inconscio. Secondo questa concezione tutti gli uomini<br />
custo<strong>di</strong>rebbero una memoria storica ed evolutiva inconscia e questo sarebbe<br />
alla base <strong>di</strong> simboli e archetipi che accomunano il genere umano (questo <strong>di</strong>mostra<br />
come tra culture mai venute a contatto ci possano essere delle somiglianze...).<br />
Agli anim<strong>ali</strong> non ci unirebbe quin<strong>di</strong> soltanto un tempo lontano in<br />
cui uomo e animale vivevano insieme, in stretto contatto con la nafura, ma anche<br />
un profondo legame psicologico che si rinnova continuamente in ogni in<strong>di</strong>viduo<br />
come una memoria inconscia che viene trasmessa <strong>di</strong> generazione in<br />
generazione.<br />
An<strong>ali</strong>zzando religioni e culture <strong>di</strong>verse si possono ritrovare due princip<strong>ali</strong> para<strong>di</strong>gmi<br />
<strong>di</strong> rapporto con gli anim<strong>ali</strong>:<br />
- modello culturale <strong>di</strong> fraternità<br />
- modello culturale <strong>di</strong> dominio
Oltre a queste due tendenze <strong>di</strong> rapporto con I'animale è importante anche evidenziare<br />
gli stereotipi che I'uomo utihzza per rior<strong>di</strong>nare il proprio patrimonio <strong>di</strong><br />
immagini. Gli stereotipi degli anim<strong>ali</strong> potrebbero essere visti anche come immagini<br />
a priori che ci siamo costruiti e ci portiamo con noi. In questo senso si<br />
può notare come I'uomo tenda a semplificare, gener<strong>ali</strong>zzare, poffe un'etichetta<br />
agli anim<strong>ali</strong> e non a considerarli nella loro complessità e ricchezza reale.<br />
L'uomo mo<strong>di</strong>fica, trasforma le immagini adattandole a sé stesso."Dfficilmente<br />
I'animale viene proposto tal quale, quasí sempre esce dalla mente umana profondamente<br />
inquinato da istanze antropocentríche o introspettive"T Risulta<br />
quin<strong>di</strong> evidente come le immagini che posse<strong>di</strong>amo degli anim<strong>ali</strong> siano sempre<br />
delle costruzioni ment<strong>ali</strong> e non rispecchino mai completamente la realtà. Gli<br />
stereotipi più comuni (tracciati da Benson), che hanno portato ad importanti<br />
consegue nze pedagogiche sono :<br />
a) l'animale straniero<br />
Lo straniero visto come il <strong>di</strong>verso, particolarmente esposto ai persecutori e ai pericoli. Considerato<br />
facilmente come colui che porta <strong>di</strong>sequilibrio, crisi, scompiglio all'interno <strong>di</strong> una<br />
comunità. Gli viene facilmente affidato il ruolo dell'invasore e dell'imporhrno.<br />
b) I'animale bambino<br />
L'animale tende ad essere antropomorfizzato e spesso assume il ruolo <strong>di</strong> fratello minore e <strong>di</strong><br />
amico. Questo stereotipo si può vedere molto bene nella tendenza ad addomesticare e tenere<br />
in casa degli anim<strong>ali</strong>. Spesso i padroni degli anim<strong>ali</strong> domestici tendono a sentirsi i loro genitori.<br />
c) I'animale esempio morale<br />
Viene fatta una <strong>di</strong>stinzione tra buoni e cattivi (vengono attribuiti un giu<strong>di</strong>zio morale e una<br />
coscienza agli anim<strong>ali</strong>). Si insiste sull'antropomorfrzzazione e sull'ide<strong>ali</strong>zzazione della natura.<br />
d) I'animale demone<br />
Connotazione negativa, I'animale è brutale, istintivo, aggressivo, manifestazione del m<strong>ali</strong>gno.<br />
Animale che simboleggia la parte indegna (da reprimere) dell'uomo.<br />
e) I'animale macchina<br />
Viene preso in considerazione solo I'aspetto obiettivo, scientifico, razionale degli anim<strong>ali</strong>.<br />
Animale come fonte <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> strument<strong>ali</strong>zzazione.<br />
Marchesini, nella sua opera, fa notare i rischi a livello pedagogico del considerare<br />
I'animale a senso unico, in modo stereotipato, spogliandolo del suo comportamento<br />
animale, affermando che questo ci porta all'allontanamento<br />
dall'animale, evitando <strong>di</strong> conoscerlo davvero. Inoltre fa notare I'aspetto negativo<br />
dell'antropomorfizzazione, dell'insistenza sul lato affettivo poiché afferma<br />
che questo atteggiamento sarà fonte <strong>di</strong> m<strong>ali</strong>ntesi e delusioni. Inoltre attraverso<br />
un' eccessiva antropomorfizzazione non arriveremo mai a riconoscere<br />
'R.<br />
MARCHESINI, Natura e pedaeogia, p. 103
all'animale una sua <strong>di</strong>gnità in quanto <strong>di</strong>verso dall'essere umano. Credo comunque<br />
che non si debba gener<strong>ali</strong>zzare: Marchesini infatti fa un <strong>di</strong>scorso generale e<br />
critico sulla società o<strong>di</strong>erna. In realtà non è possibile isolare I'aspetto affettivo<br />
da quello più obiettivo: in quanto esseri umani attiviamo al contempo più livelli.<br />
L'essere umano non è mai completamente logico ed obiettivo: c'è sempre<br />
una parte d'irrazion<strong>ali</strong>tà, la vita, in molte occasioni, trasgre<strong>di</strong>sce ogni regola<br />
della logicità. Credo quin<strong>di</strong> che come esseri umani tenderemo sempre a mo<strong>di</strong>ticare<br />
la realtà, ad animarla con immagini e impressioni person<strong>ali</strong>, legate al nostro<br />
vissuto personale ed emotivo. Questo vale in maniera maggiore per i bambini<br />
della S.I., che si trovano in uno sta<strong>di</strong>o pre-logico; la loro immagine degli<br />
anim<strong>ali</strong> sarà strettamente correlata al loro modo <strong>di</strong> percepire e vivere la realtà.<br />
L'immaginario degli anim<strong>ali</strong> sarà quin<strong>di</strong> perturbato dall'egocentrismo e sarà<br />
inevitabile che I'affettività ne venga coinvolta. Per questo motivo ritengo molto<br />
importante prendere in considerazione i fattori che potrebbero apportare delle<br />
perfurbazioni e potrebbero portare i bambini a non avere una visione oggettiva<br />
degli anim<strong>ali</strong> che verranno proposti.<br />
È importante prendere coscie nza d.eI fatto che il modo <strong>di</strong> vedere e considerare gli<br />
anim<strong>ali</strong> è in stretto rapporto con la visione e la conce zione degli uomini che li<br />
vedono e quin<strong>di</strong> della ment<strong>ali</strong>tà del tempo. Per mostrare questo stretto legame e<br />
per poter capire quale sia la concezione e l'immagine degli anim<strong>ali</strong> per i bambini<br />
dei nostri giorni vorrei riportare qui una breve panoramica dell'immaginario<br />
animale nella storia fino ad arrivare al periodo contemporaneo.<br />
Periodo e<br />
corrente <strong>di</strong><br />
pensiero<br />
MONDO<br />
cLASSTCO<br />
MONDO<br />
CATTOLTCO<br />
Corotteristiche<br />
dell'uomo e del suo<br />
tempo<br />
Uomo in stretto legame con<br />
la natura, vita nel mondc<br />
naturale<br />
Creare un uomo che rinneghi<br />
i suoi bisogni e i suoi<br />
istinti primari e che consi-<br />
Visione e immogine dell'qnimole<br />
Animale come metafora <strong>di</strong> caratteri e qu<strong>ali</strong>tà<br />
umani (Favole <strong>di</strong> Fedro, Esopo, mitologia: lupo,<br />
malvagità / leone, coraggio / formica, prudenza,<br />
lavoro). È un app.occio <strong>di</strong> simpatia:<br />
I'uomo rappresenta sé stesso nell'animale:<br />
I'animale per raccontare I'uomo. Questa visione<br />
non è arbitraria: parte e si basa<br />
dall'osservazione etologica, osservazione<br />
dell'animale reale. L'animale viene ridotto ad<br />
un' unica sua caratteristica.<br />
Animale connotato negativamente, visto come<br />
figura antieducativa e manifestazione del m<strong>ali</strong>gno<br />
(animale demone). Animale rifiutato. re-
deri la materi<strong>ali</strong>rà (e quin<strong>di</strong> presso, vlsto come sporco, brutale e rapportato<br />
anche il proprio corpo) agli istinti e alla sessu<strong>ali</strong>tà. L'animale simbo-<br />
come imperfetta. leggia le tentazione, mostra all'uomo ciò che<br />
ROMANTT-<br />
Concezione antropocentri- egli non deve essere.<br />
ca<br />
Uomo che ritorna a cercare Avvicinamento degli anim<strong>ali</strong> all'uomo. Riva-<br />
CIsMO un contatto con la natura e lutazione della figura dell'animale, arricchi-<br />
scoprirne ed interpretarne i mento delle espressioni afistiche con figure a-<br />
simboli. Rivalutazione degli<br />
istinti natur<strong>ali</strong>,<br />
nim<strong>ali</strong>. Animale come me<strong>di</strong>atore del magico e<br />
annunciatore del fantastico (fiaba), Gli anim<strong>ali</strong><br />
dell'inconscio, della realtà non sono i progenitori dell'uomo (Darwin) ma<br />
onirica<br />
hanno uguale destino.<br />
MONDO Incongruenza, frammenta- Animale umanizzato, antropomorfrco, riveste<br />
CONTEMPO- zioni. grande varietà, rapi<strong>di</strong>tà<br />
dell' evoluzione, para-<br />
RANEO<br />
dossi, centr<strong>ali</strong>tà della ma-<br />
anche ruoli umani. Animale strument<strong>ali</strong>zzato e<br />
omologato (addomesticamento, amore eccessivo<br />
ed ossessivo, abbandono, vivisezione ed eteria,<br />
delle cose e<br />
dell' uomo (superiorità<br />
sperimenti, "riempi vuoti"). Sotto il controllo e<br />
il dominio dell'uomo. Figura paradossale e<br />
dell'uomo). In<strong>di</strong>vidu<strong>ali</strong>- ambivalente. Caratteristiche stereotipate e insmocongruenti.<br />
L'animale come tale oggi trova<br />
spazio solo nell'onirico, nell'immaginazione.<br />
Ogni realtà oggi è virtuale od onirica.<br />
L'animale, sia sfruttato, non tollerato e temuto,<br />
sia addomesticato, come sostitutivo o giocattolo,<br />
viene rifiutato. Prevale la caricatura e<br />
I'etichetta dell'animale, data non tanto per conoscenza<br />
ma piÌr per sottomissione.
Dopo aver trovato la lettera <strong>di</strong> n'sposta <strong>di</strong> Martíno...<br />
Chi ce I'avrà mandata ?<br />
... Il Martino...<br />
Siete sicuri ?<br />
Sììì...<br />
Nooo...<br />
Ste : sì, perché tu I'hai spe<strong>di</strong>to.<br />
Michele: perché tu hai spe<strong>di</strong>to la lettera<br />
Sì, io I'ho spe<strong>di</strong>ta ieni pomeriggio<br />
Michi : e adesso è arrivata.<br />
Adesso è già arrivata la risposta ?<br />
Aline : io ho visto con la Paola.<br />
La lettera che abbiamo letto e guardato ieri...<br />
P'JRTRO ?@ \bNo Sr-Ar-i<br />
vN Qo' c< tvegf-ifi<br />
E u,!A oa,n-<br />
. , __1
Sharon : lo ce I'ho più piccola. Perché cosa c'è <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso ? & Io ce I'ho più piccola. Ste: un<br />
palazzo.<br />
Allora, abbiamo detto che su queste foto ci sono delle case belle, gran<strong>di</strong>, alte, equi ?<br />
Dei ponti.<br />
Assomiglia a Pedrinate ? potrebbe essere pedrinate qui ?<br />
Noo<br />
Perché no ?<br />
Ste : perché non ci sono non si vedono le case <strong>di</strong> pedrinate.<br />
Non si vedono le case <strong>di</strong> Pedrinate.<br />
Ste : Perché non ci sono le case alte<br />
\!q"o. io prima abitavo in una casa vecchia e adesso invece abito nella casa <strong>di</strong> pedrinate.<br />
Mh, e Ia tua casa assomiglia a una <strong>di</strong> queste qui ?<br />
Marco: No, io abito più lontano I.,<br />
Ste : più lontano ?<br />
Marco : la mia strada è corta<br />
Dove potrà essere allora questo posto ?<br />
Daniela : avete già visto un paese così ?<br />
Nooo<br />
lo no<br />
lo non I'ho visto.<br />
sì<br />
Daniela : dove ?<br />
Giovan Ba: quando quando siamo andati giùa Chiasso, noi<br />
Dove ?<br />
Giovan Ba : giù c'è Chiasso. Qua sono io e Chiasso è qua.<br />
Fammi vedere beneAllora, tu dove sei, qua 'l '<br />
Giovan Ba : No, io sono qua e Chiasso è li.<br />
E queste case qui ci sono ?<br />
No<br />
Equisì?<br />
A Chiasso ci sono delle case così ?<br />
Noo<br />
Michi ci sono dei palazzi ma non così<br />
Daria non così alti. eh<br />
Però ci sono dei palazzi<br />
Dove ci sono allora delle case così alte ?<br />
Boh<br />
Daniela: Allora Pedrinate no, Chiasso ... così così...<br />
9ualcuno magari è andato da qualche parte e ha visto delle case come queste ?<br />
Kathleen : lo sono andata da una parte e1e ho viste.<br />
Dove ?<br />
Daniela: i tuoi nonni dove abitano ?<br />
Kath : in Scozia. E poi c'era un castello alto<br />
Alto così, come quelle case lì ?<br />
Ste : un castello più alto <strong>di</strong> quelle case<br />
Si chiamerà casa questa ?<br />
Ste : castello<br />
Questa sarà un castello ? ... Com'è che le chiamiamo ?<br />
Ma chi si ricorda che ieri pomeriggio avevamo dato un nome a queste case?<br />
Perché dove abita il Martino c'era una via che si chiamava ... vià ... chi si ricorda?<br />
Sophie: via ...<br />
Ste-f_ano o_er favore vai a prendere I'in<strong>di</strong>rizzo dei Martino, <strong>di</strong> là, sul cartellone verde?<br />
-Allora, Martino Sonaglio...<br />
Ranfledla-.,i magari si ricordano...<br />
ale e<br />
...ia<br />
Michi: grattacieli!<br />
Grattacieli cosa vuol <strong>di</strong>re grattacieli?<br />
Sophie: gratta cieli
Viki: che gratta il cielo<br />
Perché gratta il cielo?<br />
Daniela: vi ricordate Ia storia della luna e degli anim<strong>ali</strong> per me, se metti su quello lì Ia<br />
tartaruga riesce a mangiare la luna da sola. Magari sul-grattacielo ce la faciva da sola.<br />
Michi: se va sul grattacielo ce la faceva anche senzà i suoi àmici.<br />
Ste: io so perché è così altoPerché il grattacielo è attaccato a una casa.<br />
Il grattacielo è attaccato a una casa.<br />
Sophie: no<br />
Ste: sì, me I'ha detto il mio papà!<br />
Daniela: Ah, allora se te I'ha detto tuo papàl<br />
Ma! Allorlqueste foto chi è che ce le manderà? Chi abiterà in un posto con tutti questi<br />
grattacieli?<br />
Martino<br />
Martino<br />
,Siamo sicuri? Come facciamo a essere sicuri?<br />
,Perché ce I'ha mandato in posta<br />
,E adesso ve<strong>di</strong>amo<br />
]VIa<br />
quella via lì può chiamarsi via delle catapecchie?<br />
No!<br />
Via delle casette?<br />
No<br />
Come si chiamerà quella via fi? Via delle capanne?<br />
No<br />
Via delle casette piccole?<br />
No<br />
Via delle tane?<br />
No<br />
E allora <strong>di</strong>telo voi!<br />
Via delle casine?<br />
No<br />
Michi: via dei grattacieli<br />
Ah, via dei grattacieli<br />
Ma ve<strong>di</strong>amo un po' se anche è vero Uh, c'è una lettera beilissima.<br />
Lettura della lettera e deco<strong>di</strong>fica dei <strong>di</strong>segni.<br />
c'è-però una cosa che mi avete scritto che io non ho proprio capito. Mi avete scritto che i suoni<br />
sulla<br />
cassetta vengono dal bosco. Ma cos'è il bosco? lo non ho mai sentito parlare <strong>di</strong> bosco, non I'ho<br />
mal<br />
leltitl questa parola e non riesco proprio a capire cos'è.<br />
Michi: Ma il bosco non sa cos'è il bosco?<br />
Ste: Allora dobbiamo ancora una volta aiutarlo!<br />
Eh, sì, forse sì povero Martino. Se non sa cos'è il bosco.<br />
Ma chìssà perché non sa cos'è fl bosco!<br />
Boh<br />
Sophie: ma il bosco è pieno <strong>di</strong> alberi<br />
Aline: ieri ho visto una tana.<br />
Sì, ma perchè non sa cos'è il bosco?<br />
Sophie: magari non I'ha mai visto<br />
Magari non I'ha mai visto, <strong>di</strong>ce la Sophie.<br />
Tu, Marco, volevi <strong>di</strong>re qualcosa?<br />
Marco: il bosco Il bosco io non so cos'è.<br />
non lo Smi cos'èr9?->on I'ho mai visto$<br />
ttista--<br />
Gi[ovanb-a o so'cos'è il bosco!<br />
Marco: io so cos'è il bosco del síar<strong>di</strong>netto<br />
fE un bosco quello che c'è nel fiar<strong>di</strong>netto?<br />
Marco: sì, dove si scava!<br />
Daniela: allora lo sai benissimo cos'è il bosco!<br />
Marco: sì
I lupi<br />
Cosa vedete ancora nel bosco?<br />
I lupi<br />
Le castagne<br />
E com'èler terra nel bosco?<br />
Con le foglie<br />
La terra<br />
Le piante<br />
In seguito i b.ni vanno a fare un <strong>di</strong>segno del bosco.<br />
Discussione libera su Martino e Milano<br />
(Michele, Sarnuele, Giovanbattista, Sharon)<br />
Sam: io ho visto uno con i capelli gialli quando sono stato.<br />
Magari.era lui e non ci ha ancora mandato quella foto che gli avevamo chiesto<br />
99-, tg<br />
che i capelli erano ugu<strong>ali</strong> a quelli? (in<strong>di</strong>cando il <strong>di</strong>segno nella lettera)<br />
Ugu<strong>ali</strong>?<br />
Sam: sì<br />
E le case? Erano ugu<strong>ali</strong> a quelle nelle foto?<br />
Sam:- (in<strong>di</strong>cando u_n grattacielo) era come questo ma più lungo<br />
E tu hai visto quelle case lì e hai capito chè eri a Mihno?<br />
Michi: io sono già andato a Milano però non ho visto quelle case così alte. Ho visto quelle basse e<br />
basta.<br />
Ah, ce ne sono anche <strong>di</strong> basse?<br />
Michi: io ho visto solo_ q-uelle basse. Quelle alte forse erano da un'altra parte.<br />
E già,.perché sapete,<br />
Yilung<br />
è gran<strong>di</strong>ssima, forse erano da un'altra farh.<br />
Sam: io ho visto questi alberi<br />
Ma il bosco c'era?<br />
Tutti: Noo<br />
p Poi, g-uardate un po' i colori <strong>di</strong> quei <strong>di</strong>segni lì, dei <strong>di</strong>segni che avete fatto voi e i colori delle<br />
fotograirie. Sono ugu<strong>ali</strong>?<br />
Nooo<br />
Cosa c'è <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso?<br />
Michi: e certe perché il cielo è un po'più chiaro.<br />
Fa un po' vedere qu<strong>ali</strong>?<br />
Michi: questo è chiaro, questo è chiarissimo<br />
Ma che colore è?<br />
Michi: grigio, lì un po'blu e lì metà metà<br />
E invece li come I'avete <strong>di</strong>segnato il cielo?<br />
Sam: e azzrJrro<br />
Descrizione del bosco a Martino, dopo la prima uscita nel bosco<br />
(Michele, Sharon, Sarnuele, Giovanbattista)<br />
Ciao...<br />
Sharon: riccio. castasne<br />
Sam: volpe, la volpe?el bosco<br />
Michi: i ricci, le castagne e poi le foglie per terra<br />
Giovan: i cinshi<strong>ali</strong><br />
Nel bosco c'è-anche I'acqua, però ieri noi non I'abbiamo vista.<br />
Sani: sai una cosa? Jc ti ho visto .... Ciao .... T'ho visto anche la casa<br />
Giovan: ci sono le castasne<br />
Sharon: io sono andata àpas_seggio con il cane, la mia mamma e il mio papà... e io.<br />
Come si chiama il tuo cane?<br />
Sharon: Lady<br />
Raccontando della passeggiata svoltasi il giorno prima...<br />
Allora siamo partiti dalla Scuola<br />
Sharon: e dopo siamo arrivati nel bosco
proviamo ad indovinare.<br />
- > rumore dell'orso (passi pesanti, rumoreforte tra lefoglie)<br />
Ve<strong>di</strong>amo. ve<strong>di</strong>amo<br />
Arielle: il picchio ho sentito ro<br />
L'Arielle ha sentito ancora il picchio.<br />
Non è vero! NOO!<br />
Ma poteva essere il picchio?<br />
NOOO!<br />
sÌ-r<br />
Sophie: no, perché io ho sentito le foglie. L'orso è stato.<br />
Michi: I'orso.<br />
Arielle: No, il picchio.<br />
hio- secondo te?<br />
Sophie: Perché io ho sentito il rumore delle foelie<br />
Mamagari ogni tanto il picchio si muove un [o' sulle foglie<br />
NOOO!<br />
Arielle: Ma io ho sentito il<br />
_picchio che picchiava gli alberi e ho sentito il picchio, io.<br />
Sophie: E chi è stato allora?<br />
Allora chi era?<br />
L'orso<br />
Era un orso. Ma perché non poteva essere un picchio, bambini?<br />
Facciamo una cosa: vi faccio sentire come fa il picchio e come fa I'orso.<br />
- >picchio (picchiettare) orso (passi pesanti)<br />
che <strong>di</strong>fferenza c'era tra questi due suoni?<br />
Sharon: il picchio è rosso<br />
Erano ugu<strong>ali</strong> i suoni?<br />
Nooo!<br />
Arielle: No,gima il picchio<br />
Tizi: No, perché I'orso è caduto perché ha consumato tutto I'albero.<br />
Adesso viene il Severin a fare un animale o qualcosa del bosco.<br />
- >pioggia e temporale (fatto insieme: pioggia con orjlo,<br />
voce, sassi sfregati e picchiati insieme)<br />
bastone della pioggia, tuoni con pie<strong>di</strong>,<br />
Arielle: iolo Ot Temporale e la pioggia.<br />
Sharon: il scoiattolo<br />
Era lo scoiattolo?<br />
NO!<br />
Chi ha detto no?<br />
Michi: No, non era lo scoiattolo.<br />
Ma perché non poteva essere lo scoiattolo?<br />
Michi: No perché faceva "Schhhh" e poi ho sentito i tuoni.<br />
Sophie: Adesso il Michele lo <strong>di</strong>ce che non il Severin non I'ha nianche scelto.<br />
Perché non poteva essere lo scoiattolo?<br />
Sharon: era lo scoiattolo perché ho sentito delle noccioline.<br />
Fermi un attimo che vado a prendere delle nocciole e ve<strong>di</strong>amo com'è il rumore delle<br />
noccioline.<br />
- > noccioline grattate insieme, picchiettate,..<br />
Hai sentito così?<br />
Noo! (<strong>di</strong>versi b.ni)<br />
Ste: No, era con quel bastone che lo faceva.<br />
lophie: sì, perché lui ha visto perché ha guardato dalla porta.<br />
Sharon: io ho sentito le noccioline.<br />
Però era lo scoiattolo per tutti?<br />
Kerry: il temporale.<br />
Secondo la Kerry era il temporale.<br />
Michi: sì, il temporale e la pioggia.
E poi cosa abbiamo visto?<br />
sharon: abbiamo messo i cappelli e le borse e siamo arrivati nel bosco.<br />
E poi, quando siamo arrivati nel bosco<br />
Giovan: abbiamo cercato la talpa.<br />
Com'è che si chiama ?<br />
Sharon: talpa!<br />
Michi: si chiama...<br />
Fo..<br />
Michi: Fosca<br />
E poi cosa abbiamo trovato nel bosco?<br />
Michi: Nffi, delle buste e un percorso, il filo rosso. E dopo abbiamo camminato, camminato e<br />
abbiamo<br />
trovato delle buste e dopo basta.<br />
Solo delle buste!?<br />
Michi: abbiamo trovato delle busre e delle cose lì vicino alla busta.<br />
E che r-r,ia erano?<br />
Mictri: e un po'<strong>di</strong> fieno, le pigne e dopo dei fiori<br />
An<strong>di</strong>amo un po' a vedere Iì sul tavolo quello che abbiamo trovato e raccolto ieri.<br />
Allora, <strong>di</strong>mmi un po'.<br />
Michi: allora: il muschio<br />
Ditegli al MaÉino cos'è il muschio perché mi sa che lui non lo sa; com'è fatto?<br />
Michi: E, è fatto il colore è verde il muschio poi la terra, il fieno, poi<br />
Sharon: i sassi, la castagna<br />
Michi: i legni, le castagne<br />
Sharon: le foelie<br />
Michi: le pigne, le <strong>piume</strong>, i fiori, le foglie, gli uccellie delle nocciole.<br />
E questo qui cos'è?<br />
Michi: corteccia<br />
Cos'è?<br />
Michi: E quelli che stanno sugli alberi; è la parte fuori dell'albero<br />
Parlando delle <strong>di</strong>apositive del bosco viste il mattino.<br />
Stamattina, cos'abbiamo visto?<br />
Michi: Abbiamo visto la volpe,No, era solo una storia che c'avevi raccontato e dopo poi c'era il<br />
topo e le fortniche e poi<br />
Chi era il signor Grott?<br />
Michi: Il signor Grott che andava a fare la spesa un<br />
Vi ricordate che avevate detto che assomigliava un po' ad una puzzola? Era un tasso.<br />
Rípresa degli indovinelli sonori<br />
Chi ricorda cosa abbiamo sentito ieri?<br />
Sophie: lo ho sentito il picchio rosso.<br />
!tpicchio rosso Chi si ricorda che rumore faceva il picchio?<br />
Pic pic pic pic (con la voce)<br />
Provate a farlo-p-er terra rtsando il corpo. (i b.ni cominciano a picchiettare le mani per terra).<br />
Guardate L'Arielle che lo fa con il naso(tutti cominciano a farlo con il naso, picchieitando il'<br />
naso<br />
per tena).<br />
Però con il naso si sente?<br />
Michi: No<br />
NOOO!<br />
Perché no?<br />
Tizi: e perché il becco del picchio è duro.<br />
Sophie: Io lo sento!<br />
E n9r0 poi, coi naso, vi fate anche male Con cosa possiamo farlo?<br />
Stefano: Così(cominciano tutti a picchiare con il <strong>di</strong>tó, come se il <strong>di</strong>to fosse un becco).<br />
Poi, ve<strong>di</strong>amo chi si ricorda che altro rumore c'era. che altro animale<br />
Giovan: il scoiattolo.<br />
Che cosa si sentiva con lo scoiattolo?<br />
Tizi: A mangiare le nocciole.<br />
Mangiava le nocciole. E come faceva?<br />
(i b.ni fanno un rumore con la bocca: Crr, crr, un rumore che gratta-, poi cominciano anche a fare
il rumore <strong>di</strong> qualcuno che mangia a bocca aperta).<br />
e lo scoiattolo faceva solo quel rumore lì? Mangiava e basta?<br />
Nooo!<br />
Michi: saltava sul muschio e dopo faceva così (gratta piano per terra con le unghie).<br />
Ste: sul muro!<br />
Tizi: Sul muschio!<br />
Sul muro o sul muschio?<br />
Tizi: Muschio.<br />
(Stefano comincia a grattare) E faceva cosí?<br />
Ste: sì. (tutti cominciano a grattare per tena)<br />
Dopo proviamo a riascoltare lo scoiattolo e ve<strong>di</strong>amo se è uguale. E chi altro c'era che faceva<br />
rumore?<br />
Picchio<br />
Sharon: I'orso<br />
Arielle: I'orso<br />
Cosa si sentiva quando c'era I'orso?<br />
(Tutti cominciano a picchiare le mani per terra, alcuni grattano)<br />
Aline: 1o ho sentito lo scoiattolo<br />
Sharon: Io I'orso<br />
Michi: l'orso faceva<br />
L'orso come faceva, Michele?<br />
Michi: così(fa dei versi guttur<strong>ali</strong>, ansimando)<br />
Sophie: No, non faceva così! Prima con le foglie<br />
Prima con le foglie cosa faceva?<br />
Sophie: si muoveva nelle foglie, poi si sentivano le fogliepoi<br />
Michi: è caduto nelle foglie e si grattava la schiena e dopo eh<br />
Dopo ha fatto un altro rumore<br />
Ste: si grattava e si grattava tanto e poi si è consumato tutto I'albero ed è caduto I'albero.<br />
Tizi: No, è caduto I'orso.<br />
Cos'è che si grattava?<br />
Ste: la schiena<br />
Allora, si grattava la schiena. Adesso, vi faccio ascoltare dei suoni, ve<strong>di</strong>amo se riuscite a<br />
riconoscerli anche oggi.<br />
Sophie: Ma possiamo fare che quando noi indoviniamo an<strong>di</strong>amo noi <strong>di</strong> là.<br />
E'una bella idea Sophie.<br />
Arielle: ma ancora il-temporale e la rana dobbiamo sentire!<br />
-:> rumore della rana<br />
Sophie: io ho sentito I'acqua.<br />
Arielle: io ho sentito il picchio.<br />
Viki: io ho sentito la rana.<br />
Arielle: il picchio.<br />
Kathieen: io ho sentito la rana.<br />
Perché qualcuno <strong>di</strong>ce che ha sentito il picchio e qualcuno la rana?<br />
Arielle: io ho sentito così (e picchia sul pavimento con il <strong>di</strong>to).<br />
Tu hai sentito questo rumore?<br />
Arielle: Sì.<br />
Riascoltiamo un attimo (rifaccio il suono).<br />
Nooo<br />
Arielle, hai ascoltato bene?<br />
Sì, ma pima e il picchio<br />
Viki: la rana<br />
Perché Ia rana?<br />
Viki: perché saltava nell'acqua.<br />
Sophie: e c'era la pioggia che è caduta giù dentro I'acqua e faceva cioff<br />
Hai sentito la pioggia che faceva cioff? Proviamo tutti a fare ta pioggia proviamo a farla con il<br />
<strong>di</strong>to, picchiettando pianissimo sul palmo della mano (facciamo tutti il rumore dellapioggia<br />
con<br />
le<br />
mani).<br />
Sembra?<br />
Jophie: Allora cos'era?<br />
Era la ranocchia che saltellava nell'acqua; sapete, stavainsegnando<br />
al suo fratellino a saltare.<br />
La<br />
indovinato la Viki. Viki hai voglia <strong>di</strong> provare a fare il suono <strong>di</strong> un animale? Noi intanto
Melle: i tuoni Sì, era il temporale perché ho sentito la pioggia.<br />
E allora <strong>di</strong> questa v<strong>ali</strong>gia e questa pasta che e , è dentro cosa ne facciamo, se non riusciamo<br />
a<br />
capire che cos'è ?<br />
Michi : e beh, cerchiamo <strong>di</strong> aprirla. lo so già come fare a prenderla tutta.<br />
Come ?<br />
Devi allargare i buchi e poi tagliare e poi puoi tirarla f ori tutta.<br />
Eh, si, ma questa v<strong>ali</strong>gia non è mica nostra ! io I'ho trovata e ho pensato che voi potevate<br />
aiutarmi a scoprire qualcosa <strong>di</strong> piùNon so nemmeno <strong>di</strong> chi è<br />
Di chi sarà ?<br />
Severin : Forse della talpa<br />
Forse della talpa Una v<strong>ali</strong>gia così ?<br />
Michi : ma nooo, ma come fa ad aprirla lei ? Troppo piccola.<br />
La talpa è piccola, vero ?<br />
Sharon : con la chiave.<br />
Stqe ma la talpa può andare nel buco<br />
Ste"Forse è <strong>di</strong> qualcuno che era là perché stava costruendo una casa e poi è andato un attimo via<br />
e pol<br />
tu hai trovato la v<strong>ali</strong>gia e poi lui è tornato e non c'era più e dentro c'era il suo panino.<br />
Forse è <strong>di</strong> un uomo.<br />
E perché ci sarà questo materiale dentro la v<strong>ali</strong>gia ?<br />
Michi : Beh, non lo so ! come facciamo a saperlo ?<br />
Era vicino a dove c'era la talpa o più lontano ?<br />
No. Era abbastanza lontana dalla tana della talpa.<br />
Michi : e allora non è della talpa.<br />
Non è della talpa ?<br />
Sophie:e la v<strong>ali</strong>gia è grande e la talpa è piccola, come fa a portarla ?<br />
Michi'la talpa è piccola, la talpa è piccola così e la v<strong>ali</strong>gia è grande così<br />
no, così<br />
Severin : No, la v<strong>ali</strong>gia è grande così<br />
Così<br />
No, è più piccola.<br />
Magari il proprietario <strong>di</strong> questa v<strong>ali</strong>gia Ia reclamerà a qualcuno, magari dovremo andare a<br />
riportarla in <strong>di</strong>etro, Tag<strong>ali</strong><br />
gli serve... Poi pensate bene a cosa potrebbe essere questa pasta,<br />
chiedete-.a casar-chiedete alla Patrizia, oppure ci pensate..che magari riusciamo à capiri e poi<br />
magari il proprietario si farà vivo. Chi lo sa ?<br />
Attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione e conf-rontofra <strong>di</strong>versi materi<strong>ali</strong><br />
M_ichirper me la v<strong>ali</strong>gia è <strong>di</strong> Grufalò, sì, perché le fatine sono troppo piccole.<br />
Aline:sai che io una volta ho trovato una v<strong>ali</strong>gia, ma però più picìòlina, ho visto anche una fata.<br />
Kathleen : E quando an<strong>di</strong>amo nel bosco ?<br />
Oggi pomeriggio, ve lo spiego dopo<br />
Kathleen: speriamo<br />
Mlchi : forse possiamo portargliela alla talpa e dopo ve<strong>di</strong>amo se è sua. Gliela portiamo e <strong>di</strong>ciamo<br />
però prima dobbiamo aggiustarla.<br />
Sì magari possiamo fare così.<br />
Ste : e se è del Grufalò ?<br />
Ma speriamo tanto che non sia <strong>di</strong> Grufalò<br />
va beh, adesso staremo a vedere se qualcuno reclama la v<strong>ali</strong>gia Poi, oggi nel bosco vi faccio<br />
vedere dove I'ho trovata, così magari voi<br />
Michi : ma c'era davanti una casa o no ?<br />
No, era in mezzo al bosco.<br />
Michi : allora.c'era qualcuno che è andato lì a fare un pic nic poi è andato via e poi si è<br />
<strong>di</strong>menticato <strong>di</strong><br />
portarla rria.<br />
Magari ma non la starà cercando ?<br />
Aline Noo<br />
sììì<br />
Michi sì, la cerca perché se è della talpa si chiede < dov'è la v<strong>ali</strong>gia, dov'è la v<strong>ali</strong>gia ?<br />
Sharon : e non c'è !<br />
"
Allora, il Michele <strong>di</strong>ce che secondo lui dentro la v<strong>ali</strong>gia c'è la ricetta.<br />
Sophie Nooo !<br />
Stefano Forse forseha messo li la v<strong>ali</strong>gia e dopo è venuta la talpa a costruire i folletti.<br />
Michi : e forse era venuta lì per costruire i folletti ma non c'era-più la v<strong>ali</strong>gia.<br />
Oh, non ha più trovato la v<strong>ali</strong>gia<br />
Ma perché I'avrà lasciata lì nel bosco ?<br />
Michi : Non lo so.<br />
Ste : Ma forse perché andava li a costruire i folletti<br />
Michi : per fortuna che gliel'avevamo presa noi se no se arrivava la volpe o il lupo gliela<br />
prendeva.<br />
E già e cosa faceva secondo voi la volpe o il lupo ?<br />
Sophie : la mangiavano<br />
Michi : la prendevano, la rompevano tutta e poi se la mangiavano.<br />
UIì, sì chissà che mal <strong>di</strong> pancia poi a mangiare tutta quella pasta lì.<br />
Beeh !<br />
te : Io I'ho già mangiata, eh<br />
Facciamo una cosa, rileggiamo un po' il messaggio, perché non ho capito bene<br />
io.<br />
11o lasciato IavALIGIA nel BoSCo perché ho bisogno <strong>di</strong> aiuto. Ho ungrosso<br />
problema Qualcuno <strong>di</strong> <strong>di</strong>spettoso MI HA RUBATO LA VALIGIANo, qua c'è scritto,<br />
quasl<br />
tutta IaPASTA magica che mi serve ogni anno per costruire i FOLLETTI<br />
Ma cosa sono i folletti già ?<br />
Michi : sono degli ometti piccoli piccoli così<br />
Ah, vi ricordate che ieri avevamo già detto qualcosa dei foltetti Allora ho<br />
portato qualcosa<br />
UN LIBRO!<br />
Osserviamo le immagini dei folletti.<br />
Arielle : Ma sembrano i sette nani <strong>di</strong> Biancaneve.<br />
E, sì, hai ragione, sembrano proprio i sette nani.<br />
Arielle : è uno dei sene nani quello li<br />
Allora ve<strong>di</strong>amo un po' se abbiamo capito cosa <strong>di</strong>ce il messaggio Allora <strong>di</strong>ce<br />
che ha lasciato<br />
Michi : la v<strong>ali</strong>gia nel bosco forse l'aveva <strong>di</strong>menticata.<br />
Come?<br />
Michi : quando faceva i folletti I'aveva <strong>di</strong>menticata<br />
Ste : e adesso come facciamo ? Dobbiamo riportare la v<strong>ali</strong>gia nel bosco<br />
E ma poi <strong>di</strong>ce anche che qualcuno gli ha rubato la pasta e Ia ricetta<br />
Michi : E ma allora dobbiamo ricostruire la pasta<br />
E come facciamo a ricostruire la pasta ?<br />
Michi : come facciamo che non ci ricor<strong>di</strong>amo tanto bene com'è<br />
Sophie, domani mattina.<br />
Sharon:e ma quella lì è <strong>di</strong>ventata secca quei pezzettini<br />
Sì, però quèlta che è rimasta chiirsa ^nella v<strong>ali</strong>gia non è <strong>di</strong>ventata secca.<br />
Michele, mi vai a prendere il catino dove ieri abbiamo provato a fare la pasta ?<br />
YY<br />
U VlKl, tu com'è che avevi detto che si faceva la pasta e sale ?<br />
Allora si prende<br />
viki:<br />
che cosa ? la minestra ?<br />
Viki : No<br />
si prcnde, la donia ?<br />
Viki: No<br />
Allora cosa si prende ?<br />
Viki : La pasta<br />
Quale pasta ?
poi<br />
*".a"<br />
se oggi tro_viamo <strong>di</strong> chi è poi poi ti sgrida<br />
E già' questa volta I'ho fatto io il <strong>di</strong>Àastio ! e sìl perché I'ho presa su così, pensando che magari<br />
qualcuno I'aveva persa.<br />
fiichi : e beh, magari qualcuno <strong>di</strong> tanti anni fa.<br />
$ophie : Ma cosa sono quei saccheti lì giù ?<br />
Adessori spiego li ho portato perché voi avevate detto che la pasta, dentro la v<strong>ali</strong>gia poteva<br />
essere <strong>di</strong>verse cose ; ve<strong>di</strong>amo se vi ricordate cosa avevate detto<br />
Aline : la pasta dellapizza o è la plastilina.<br />
Sam : sì, è vero, è la pasta dellaplzza, io I'ho leccata<br />
Ed è la pasta della pizza ?<br />
Sam: si.<br />
Yichi.:<br />
No, c'è troppo.sale. Sì, c'è troppo sale per la pasta dellapizza<br />
Tizi:èsolopastaesale<br />
Pasta e sale e ma come si farà questa pasta e sale.<br />
Viki : perché metti solo un foglio<br />
Allora, pren<strong>di</strong> un foglio e lo appoggi<br />
Viki : Poi pren<strong>di</strong> la ricetta, quella che fa mio fratello<br />
Mh, spiegami bene come fa tuo fratellq,Pren<strong>di</strong> un foglio, lo appoggi<br />
Viki : poi pren<strong>di</strong> il sale e la pasta<br />
La pasta ? quale pasta ?<br />
ViKi. LA PASTA!<br />
,r,r, //l<br />
Come ? gli spaghetti ?<br />
Viki: Eeehhh!<br />
Gli spaghetti e poi<br />
Viki : si, gli spaghetti e poi metti un uccello poi dopo un altro e dopo un altro<br />
Un uccello ? come pren<strong>di</strong> anche un uccellino vivo ?<br />
Michi : delle formine dell'uccello.<br />
Lettura del messaggio trovato nel bosco<br />
Lettura del messaggio dell'omino del bosco, dove I'omino chiede <strong>di</strong> ricreare la ricetta della pasta<br />
magica (il messaggio è già stato letto con il B.ni del IL -trI liv. il pomeriggio precedente (si è<br />
tentato insieme un miscuglio con gli ingre<strong>di</strong>enti detti da Viktorija (Il liv.).<br />
Michi : E lì c'è scritto che nella v<strong>ali</strong>eia c'è dentro la ricetta.
Michi : gli spaghetti<br />
Viki : sì, gli spaghetti e poi il sale.<br />
Sam: e il limone<br />
Viki Ma il limone non c'era!<br />
Sam e noi I'abbiamo messo!<br />
A I[o-r1, noi, ieri abbiamo seguito la ricetta che ci aveva detto la Viki abbÍamo preso un catino,<br />
abbiamo messo 5 spaghetti, perché eravamo in 5 e abbiamo messo il sale. AÈbiamo messo<br />
anche<br />
il limone perché qualcuno aveva detto che c'era anche iI limone.<br />
Daniela : Ah, avete messo gli spaghetti ? Ha funzionato ?<br />
Michi : No!<br />
Daniela: Ah! non funziona non funziona<br />
Michi : magari ci vuole una magia -<br />
t uscita uguale all'altra ?<br />
Nooo !<br />
Ma come facciamo ad aiutare questa talpa,Ma poi siamo sicuri che sia Ia talpa e non qualcun<br />
altro ? perché io non sono tanto sicura<br />
Tizi : e ma come fa la talpa a portare la v<strong>ali</strong>gia ?<br />
Michi : come f'a a <strong>di</strong>segnare degli alberi cosi belli ?<br />
Allora, come fa a a portare la v<strong>ali</strong>gia, come fa a <strong>di</strong>segnare degli alberi così belli,<br />
Ste : come fa a scrivere<br />
Come fa a scrivere<br />
Michi : come fa a bruciare ouello<br />
Come fa a bruciare il foglió<br />
Sharon : come fa a fare le foelie ?<br />
Michi : e come fa ad appendère le buste sugli alberi ?<br />
Sophie : e come fa a colorare non ha i colori<br />
Non ha i colori. <strong>di</strong>ci ?<br />
Come farà a fare tutte queste cose ?<br />
Ste : come farà a mettere il filo rosso ?<br />
Michi : come fa con.le sue unghie che se lo tocca rompe tutto il filo<br />
Sophie : magari lo aiuta un amico<br />
uh, io ho sentito la sophie che ha detto che magari Io aiuta un amico.<br />
Sophie : Sì:ì, I'ha aiutato un amico<br />
Chi sarà questo amico ?<br />
La volpe !<br />
Tizi : Ma la volpe ha qua le unghie<br />
Sophie : Ma con la coda!<br />
Aline : Ma come fa a fare le foelie<br />
Ma chi potrà aiutare ta talpa i<br />
Michi : un folletto che ha fatto ! che aveva fatto già prima.<br />
Il Michele <strong>di</strong>ce che magari è stato un folletto adaiútarla che bell'idea Potrebbe essere stato<br />
un folletto ?<br />
Sophie così piccolo ?<br />
Giovan forse I'ha pitturato il folletto.<br />
continuiamo a leggere il messaggio<br />
Michi '. Grazie,l'omino del bosco ? Forse ho un'idea, forse so cosa vuol <strong>di</strong>re grazie, I'omino<br />
del<br />
bosco. Forse è un suo amico che ha scritto lì.<br />
Arielle : Forse un uccello grande I'ha portato su<br />
Michi <strong>di</strong>ce che fors_e un'aquil-a grande ha preso la talpa e I'ha portata sull'albero.<br />
Allora sarà Ia talpa o il folletto ?<br />
|aichi<br />
lo sai perché gli servono i folletti ? forse perché loro vanno su in cielo con una scala<br />
lunghissima e appendono tutte le stelle così dopó quando la talpa va in giro e va a fare un'altra<br />
tana ha<br />
la luce, ci vede.<br />
Oh, ma che bella cosa che hai detto ! avete ascoltato il Michele che bella cosa<br />
ha detto ?<br />
Sophie : Ma non lo sappiamo<br />
Eh, già non lo sappiamo, però forse è vero quello che <strong>di</strong>ce il Michele, non<br />
possiamo sapere
nemmeno se non è vero!<br />
Michi : e ma i folleni aiutano il bosco<br />
A far che cosa aiutano il bosco ?<br />
Michi : e così quando ci sono i cacciatori loro li mandano via.<br />
APERTURA DELLA VALIGIA! Ste : Oh, c'è ancora la plastilina... Viki : non è plastilina, è<br />
pasta.Sophie:èpasta.<br />
Ooohhh ! guardate, ci sono<br />
&rirle stelline t<br />
Michi: magari magari sono le stelline che c'erano nel bosco. Forse sono le stelline che hanno<br />
fatto i<br />
folletti.<br />
Le hanno costruite dei folletti ?<br />
sì<br />
Daniela : Ah, siete riusciti ad aprirla ?<br />
Ste : Sì, abbiamo trovato le chiavi nel bosco<br />
Daniela : Ma per finire, questa v<strong>ali</strong>gia <strong>di</strong> chi è ?<br />
Michi : della talpa<br />
Tizi: Noo !<br />
E ma neanch'io non ho ancora capito bene. Qualcuno <strong>di</strong>ce della talpa, qualcun<br />
altro <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> no.<br />
t!,2!ana perché secondo te non è della talpa ?<br />
Yi"!i:<br />
Sì qualcuno ha rubato la mia v<strong>ali</strong>gia che mi serve per fare i folletti ogni anno.<br />
La titolare interviene perché vuole capire <strong>di</strong> chi è la v<strong>ali</strong>già Rilegge il messalgio, ponendo<br />
I'accento<br />
sull'omino del bosco.<br />
Celestino<br />
Michi : e ma forse è venuto un omino del bosco ad aiutare a costruire i folletti.<br />
Daniela: e poi c'è anche quel cappellino lì<br />
Aline : Celestino<br />
P<br />
gia, anche il cappellino è Celestino. Se c'era scritto Cappuccetto rosso sarebbe stato così ?<br />
Nooo !<br />
Viene poi estratto il contenuto della scatolina che era dentro la v<strong>ali</strong>gia : carta velina .àzzvtra,<br />
stelline, due boccettine contenenti due <strong>di</strong>verse polverine bianche llale e farina). Mostro ai b.ni le<br />
due polveri, si ipotizza che cosa sono i b.ni affermano che si traita <strong>di</strong> sale e larina. Solo 2-3<br />
b.ni del II livello affermano che una delle due è pepe. Vado a prendere il pepe e confronto (su<br />
dei fogli che poi vengono messi al centro) le polieii. Si conclúde che si tàtà ai sale e farina.
Allora ve<strong>di</strong>amo se sappiamo cos'è il bosco; cosa possiamo <strong>di</strong>re del bosco cosa c'è nel bosco?<br />
Sophie: vento, foglie che cadono<br />
Il bosco è dove c'è il vento e ci sono le foglie che cadono<br />
Poi cosa c'è ancora?<br />
Kerry: castagne<br />
Ci sono le castagne, <strong>di</strong>ce la Kerry<br />
Aline: gli scoiattoli<br />
Federica: gli occhi<strong>ali</strong><br />
Gli occhi<strong>ali</strong> no! Tu hai già visto I'albero degli occhiari ner bosco?<br />
Nooo<br />
L'albero degli occhi, no<br />
L'albero delle mani sììì!<br />
Scoiattoli, castagne,<br />
llberi, ygnto-, Poi abbiamo detto anche ieri delle cose quando abbiamo<br />
fatto i <strong>di</strong>segni da spe<strong>di</strong>re al Martino quando abbiamo ascoltato i suoni.<br />
Aline: lo sai che io ho visto uno scoiattolo<br />
Ste: anche la mia mamma!<br />
Sophie: il vento che soffia gli alberr<br />
Il vento che sofîia gli alber-i <strong>di</strong>ce la Sophie.<br />
Sharon: I'acqua<br />
L'acqua, è vero. C'è I'acqua nel bosco?<br />
Michi: Nooo, io non I'ho mai vista<br />
Kathleen: sì, io I'ho vista coi pesci.<br />
Giovan Ba: io quando una volta sono andato in un parco a giocare poi ho visto un lago e poi<br />
c' erano<br />
due cigni e poi ho visto i pesci.<br />
Un lago, dei cigni e dei pesci nel bosco?<br />
Giovan Ba: Sì No. era in un parco<br />
Ah, non era proprio bosco! Era un parco<br />
Com'è <strong>di</strong>verso un parco da un bosco<br />
Geo: è più <strong>di</strong>verso.<br />
Michi: forse, il Martino non sa cos'è il bosco perché non I'ha mai visto.<br />
Daniela: I'aveva pensato anche la Sophie prìma<br />
Eh, già, magari il Martino non sa cos'è il 6osco perché non c'è mai stato.<br />
Daria: ma Iì dove vive il Martino secondo voi ct il bosco?<br />
Nooo<br />
Daria: fai vedere ancora le foto Guardate un po' Ia fotografia Si vede un po' <strong>di</strong> bosco?<br />
Noo<br />
Daria: Ma neanche una fogliolina, neanche un albero?<br />
Marco: non c'è neanche un giar<strong>di</strong>no<br />
Già, magari non ha nemmeno un giar<strong>di</strong>no<br />
Ve<strong>di</strong>amo cosa <strong>di</strong>ce nella lettera. Allora eravamo arrivati che <strong>di</strong>ceva(riprendo I'ultima frase<br />
letta<br />
e continuo)"mi potete far capire che cos'è il bosco<br />
5lll<br />
Sophie: Il bosco è una ricchezza<br />
Il bosco è una ricchezza2<br />
Nooo<br />
Daria: Che bella frase che ha detto<br />
Daniela: è interessante<br />
Perché il bosco è una ricchezza?<br />
Viki: io ho visto un piccolo tesoro<br />
Tu hai yisto un piccolo tesoro nel bosco? Wow!<br />
Forse siete_ un po' stanchi <strong>di</strong> stare qua seduti, la lettera la continuiamo dopo, adesso facciamo<br />
una cosa chiu<strong>di</strong>amo tutti un attimo gli occhi e pensiamo a una volta che siamo stati nel bosco.<br />
Pensiamo bene a cosa abbiamo visto nel bosco chi non ci è mai stato prova ad immaginare<br />
cosa<br />
ci potrebbe essere.<br />
Allora io nel bosco vedo le foglie, gli alberi che si muovono coi vento<br />
Gli scoiattoli<br />
Gli uccellini<br />
La pioggia<br />
Le volpi<br />
I SASSI
?r6eer../41-o iw ?opT€<br />
?e€ enssaav€ c-{'doN/o<br />
Ls rceLie- , c,l ù,J<br />
AL3e
P 3-t m^<br />
g<br />
G<br />
A,L6E-<br />
t DvE- óclLi<br />
E bELLe. Nu/ot-€-<br />
-.at-t<br />
UN/ eR.ANlbq- 4'LÉrsl
{ l;ì><br />
iai:>.<br />
\<br />
Alla piccola grande famiglia cybernetica<br />
Che mi è rimasta vicina nei momenti buoni e in quelli più <strong>di</strong>fficili<br />
Che ha allietato il grigio <strong>di</strong> quest'aula che per una settimana è <strong>di</strong>ventata la nostra casa,<br />
ai kifer notturni, alla palestra, al Nicola che veniva a svegliarci, al Beo che ci ha sempre salvati dalle<br />
bombe catastrofiche, al <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne della nostra casa, ai visitatori che ci hanno portato un po' <strong>di</strong> notizie<br />
dal mondo, alla musica che ha allietato le nottate, al Sami che in questo -o-.nto sta partorendo il suo<br />
pi<strong>di</strong>, alla Corchi che, sono sicura, ce la farà! A tutti quelli che in questo momento ci stanno<br />
sostenendo, a, chegue, sognatore, girovago e amico con cui volare...<br />
verso cieli e orizzonti celesti <strong>di</strong><br />
liberrà.<br />
A tutti quelli che ho <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> scrivere ma che mi hanno aiutata.<br />
Grazie!<br />
/--a<br />
( '-><br />
\. -'-r -.-><br />
è<br />
^El<br />