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CORRI R<br />
Martedì 5 marzo <strong>2013</strong><br />
Resti di una bimba scomparsi dal cimitero,<br />
il giudice condanna il Comune di Atripalda<br />
ATRIPALDA- Una mamma che non potrà più piangere<br />
e onorare le spoglie <strong>del</strong>la sua bambina, nata morta e il Comune,<br />
ritenuto dal giudice Maria Cristina Rizzi in «difetto<br />
di diligenza nel provvedere alla nuova sistemazione <strong>del</strong>la<br />
salma, sia sotto l’obbligo di custodia <strong>del</strong>le salme sia<br />
sotto il più ampio profilo <strong>del</strong> neninem leadere». Si è chiusa<br />
così in primo grado una triste vicenda avvenuta nel<br />
marzo <strong>del</strong> 2008, con una sentenza, quella ottenuta dal civilista<br />
Valerio Preziosi che rappresenta uno dei pochi casi<br />
in Italia di pronunciamenti risarcitori su questa materia.Il<br />
Comune di Atripalda dovrà quindi risarcire la mamma<br />
che aveva invocato la restituzione dei resti <strong>del</strong>la sua<br />
piccola con una somma di 18.300.00 euro, oltre alle spese<br />
legali e a quelle per la consulenza tecnica a cui è stato<br />
fatto ricorso per accertare alcuni particolari <strong>del</strong>la vi-<br />
Rapine, droga ed usura in Brianza<br />
Arrestati dai Carabinieri tre irpini<br />
Facevano parte <strong>del</strong> gruppo di Giuseppe Esposito, detto u curto, legato al clan Gionta e Mariano<br />
REDAZIONE CRONACA<br />
La «camorra» aveva messo piede<br />
in Brianza, tra Arcore e Gorgonzola,<br />
Concorezzo e Monza, dove<br />
il gruppo guidato da Giuseppe Esposito,<br />
soprannominato o «curt»<br />
e anche «Padre Pio» aveva messo<br />
a segno almeno venti rapine, come<br />
racconta nel novembre <strong>del</strong><br />
2010 ai militari <strong>del</strong>la Compagnia<br />
di Monza la gola profonda <strong>del</strong>l'organizzazione,<br />
Giovanni<br />
Marcì, confermando le indagini<br />
già avviate dai militari <strong>del</strong>l'Arma<br />
e coordinate dal pm Salvatore<br />
Bellomo. Nelle duecentocinquanta<br />
pagine <strong>del</strong>la misura cautelare<br />
firmata dal Gip Tranquillo,<br />
coinvolti anche tre irpini, collegati<br />
tra loro da vincoli di parentela<br />
e originari di Pago <strong>del</strong> Vallo<br />
di Lauro. Sono tra i 43 destinatari<br />
<strong>del</strong>le misure cautelati in carcere<br />
e agli arresti domiciliari. Si<br />
tratta di Carmine Bossone, Andrea<br />
Bossone e Aniello Bossone,<br />
il primo finito ai domiciliari, gli<br />
altri due in carcere. Secondo le<br />
contestazioni, proprio Aniello<br />
Bossone sarebbe coinvolto in vari<br />
atti compiuti dal gruppo. A<br />
partire da una rapina a Senago,<br />
avvenuta nel maggio <strong>del</strong> 2010,<br />
quando lo stesso insieme ad altri<br />
soggetti si era anche travestito<br />
da carabiniere. Non solo, con<br />
<strong>del</strong>le moto rubate a Segrate, aveva<br />
compiuto insieme a Giovanni<br />
Marcì una rapina a Monza, nel<br />
marzo <strong>del</strong> 2010. Ancora accusato<br />
di aver compiuto una rapina ai<br />
danni di un caffè a Brugherio,<br />
minacciando la barista con una<br />
pistola alla testa. Nello stesso anno,<br />
a maggio, secondo le accuse,<br />
anche la rapina ad una pizzeria<br />
di Concorezzo, da dove erano<br />
stati portati via soldi e persino<br />
Gratta e Vinci. In ogni caso vengono<br />
contestate anche ricettazione<br />
e detenzione abusiva di armi.<br />
Anche un episodio di spaccio<br />
di cocaina, circa 500 grammi,<br />
in concorso con altri. Scrive il<br />
Gip: «II possesso di numerosi<br />
precedenti, anche per reati associativi,<br />
nonché in materia di armi<br />
e di estorsione, induce a ritenere<br />
che l'indagato sia propenso a<br />
commettere anche gravi reati solo<br />
se ne presenti l'opportunità, e<br />
per questa motivo non pare possibile<br />
evitarne la commissione se<br />
non con il mezzo <strong>del</strong>la custodia<br />
cautelare in carcere. Carmine<br />
Bossone, l'unico dei tre ai domiciliari,<br />
è contestata un' estorsione<br />
e usura ad una famiglia di<br />
Brugherio, a cui avevano anche<br />
proferito minacce esplicite. Quelle<br />
di bruciare i capannoni, anche<br />
perché avevano alle spalle<br />
«persone molte pericolose». Secondo<br />
il Gip «sussistono i gravi<br />
indizi di colpevolezza in relazione<br />
a reati di usura e di estorsione;<br />
se pure può giovarsi <strong>del</strong>la circostanza<br />
oggettiva data dall'incensuratezza<br />
e dalla cessazione<br />
<strong>del</strong>le pretese nei confronti <strong>del</strong>la<br />
parte offesa occorre mettere in ri-<br />
cenda<br />
IL FATTO<br />
Il 26 giugno <strong>del</strong> 1979 la donna che ha citato il Comune<br />
di Atripalda per il risarcimento danni aveva partorito una<br />
bimba, purtroppo nata morta e tumulata nella cappella<br />
<strong>del</strong> Cimitero di Atripalda. La donna, ne frattempo<br />
trasferitasi ad Alba, aveva chiesto in tutti quegli anni alla<br />
sorella di non far mancare mai fiori e onori alla piccola<br />
deceduta nel momento <strong>del</strong>la sua assenza dal paese.<br />
Poi, nel 2008 aveva deciso di chiedere al Comune di Atripalda<br />
l’autorizzazione a trasferire le spoglie <strong>del</strong>la sua<br />
bimba al Cimitero di Alba. Un permesso che gli era stato<br />
accordato, anche se proprio al momento in cui si era<br />
provveduto a scavare nel luogo dove i resti <strong>del</strong>la bambina<br />
erano stati tumulati nel 1979, non era stata rinvenu-<br />
CRONACA 6<br />
ta la cassettina di zinco. Tutto era avvenuto nel luglio <strong>del</strong><br />
2008. E il custode <strong>del</strong> cimitero aveva personalmente ricordato<br />
di aver redatto nel 1979 il registro <strong>del</strong>le tumulazioni,<br />
e che nel 1998 la cassettina era stata trasferita nell’ossario<br />
comunale per consentire la realizzazione di una<br />
cappella nel luogo dove era stata tumulata la bimba.<br />
Così, era stata indicata quella che doveva essere la cassettina<br />
con le spoglie <strong>del</strong>la bimba. Circostanza negata<br />
dalla donna, che aveva fin da subito escluso che quelle<br />
spoglie potessero essere <strong>del</strong>la sua bimba. E dall’accertamento<br />
tecnico preventivo commissionato dal legale <strong>del</strong>la<br />
donna, il civilista Massimo Preziosi, era infatti emerso<br />
che le preoccupazioni <strong>del</strong>la signora erano più che fondate.<br />
Ecco cosa hanno scritto i consulenti <strong>del</strong>la parte civile:<br />
«Tra le varie cassette ve ne era una in particolare sul<br />
cui coperchio risultava fissato un foglio A4 recante la dicitura<br />
di traslazione dei resti mortali di...Ma la cosa più<br />
sconvolgente era un’altra. Le ossa contenute all’interno<br />
<strong>del</strong>la cassettina, infatti, secondo quanto accertato dai consulenti,<br />
non erano riconducibili e soprattutto compatibili<br />
con quelle di un neonato, ma si trattava invece di ossa<br />
sparse anche di più soggetti. Altro particolare, nono-<br />
lievo che è stato lui, siccome vicino<br />
per così dire di lavoro dei<br />
coniugi a metterli in contatto<br />
con l'ambiente malavitoso che<br />
ha determinato non solo la commissione<br />
dei reati in esame. Le<br />
rapine sono state contestate anche<br />
al terzo arrestato, finito in<br />
carcere, Andrea Bossone, catturato<br />
a Pago. Il gruppo aveva interessi<br />
variegati. Non solo rapine<br />
e droga, ma anche usura, con<br />
tassi mensili che sfioravano il<br />
sessanta per cento ed il settore<br />
dei rifiuti e <strong>del</strong>l’edilizia nella zona,<br />
grazie anche a coperture politiche.<br />
In carcere è finito un ex<br />
assessore locale <strong>del</strong> Pdl. Nell’indagine<br />
anche un vero e proprio<br />
prezzario <strong>del</strong> voto. Trenta euro a<br />
preferenza. Da domani via agli<br />
interrogatori.<br />
Il collaboratore di giustizia Marcì:<br />
il bottino lo dividevamo da Bossone<br />
E' il collaboratore di giustizia Giovanni Marcì a<br />
spiegare come avveniva la spartizione dei proventi<br />
dopo le rapine commesse<br />
dal gruppo. Ecco uno<br />
dei passaggi <strong>del</strong> verbale<br />
reso davanti al pm<br />
Bellomo dal componente<br />
<strong>del</strong> gruppo che con una<br />
lettera aveva chiesto e<br />
rappresentato di voler collaborare<br />
con i Carabinieri.<br />
"Aspetta, adesso ci arriviamo<br />
ai singoli episodi!<br />
E cosa facevate dopo<br />
le rapine? " Marci Giovanni:<br />
"Dividevamo i soldi!"<br />
Il pm: Materialmente,<br />
cosa succedeva?"<br />
Marcì Giovanni: "Consegnavo i soldi a Peppe u<br />
curt!"<br />
Il pm: "Dove glieli consegnavi?" Il pm: "Dove<br />
glieli consegnavi?" Marcì Giovanni: "A ... dove<br />
lo vedevo, lui appena vedeva eh eh, 1'incontro<br />
era a casa di Bossone Aniello tutte le volte!"<br />
Il pm continua: "A casa di Bossone?"<br />
Marcì Giovanni: "Si, di Aniello Bossone"<br />
Il pm : "E consegnavate tutti i soldi?" Marcì Giovanni:<br />
"I miei glieli consegnavo<br />
a lui" Il pm: "Ma<br />
perchè scusa, quando finiva<br />
la rapina gia vi dividevate i<br />
soldi!"<br />
Marcì Giovanni: "Si subito,<br />
Ii dividevamo nel garage,<br />
dove tenevamo la motocicletta<br />
e i caschi, oppure direttamente<br />
col furgone lo<br />
cambiavamo avvolte. La lupara<br />
l' 'abbandonavamo e<br />
andavamo a fare". Bossone<br />
viene sempre tirato in ballo<br />
nelle dichiarazioni rese al<br />
pm da parte <strong>del</strong> collaboratore.<br />
Anche nella circostanza di una rapina, nata<br />
«perchè eravamo senza un soldo» ai danni di<br />
una pizzeria. In quella circostanza il titolare aveva<br />
cercato di dissuaderli, anche perchè diceva<br />
che le pistole usate erano <strong>del</strong>le scacciacani.<br />
Ma Marcì invece gli sottolineava che si trattava<br />
di pistole vere, infilandogliela in bocca.<br />
Due casi di esibizionismo sessuale<br />
stante la mamma non abbia rinunciato anche a chiedere<br />
l’esame <strong>del</strong> Dna, quanto rinvenuto nella cassettina<br />
non è stato purtroppo comparabile con il reperto. Per il<br />
magistrato Rizzi: «alla perdita di un congiunto, consegue<br />
il diritto di far visita alle spoglie e la conseguente necessità<br />
di praticare il culto <strong>del</strong> defunto, al fine di mantenere<br />
vivo il suo ricordo; si tratta di diritti costituzionalmente<br />
protetti e gravemente lesi».<br />
TRA GLI INDAGATI ANCHE MICHELE VIGNOLA<br />
Lottizzazioni abusive<br />
Ex sindaco e giunta<br />
di Solofra dal Gup<br />
SOLOFRA- Ci sarà mezza<br />
classe politica solofrana questa<br />
mattina davanti al Gip <strong>del</strong><br />
Tribunale di Avellino Giovanfrancesco<br />
Fiore, che dovrà<br />
decidere sulla richiesta<br />
<strong>del</strong> pm <strong>del</strong>la Procura <strong>del</strong>la<br />
Repubblica di Avellino Teresa<br />
Venezia di mandare a processo<br />
venti indagati a vario<br />
titolo per abuso d'ufficio in<br />
concorso e falso ideologico.<br />
Nella lista ci sono nomi eccellenti,<br />
tutti a vario titolo<br />
coinvolti nella lottizzazione<br />
abusiva finita nel mirino <strong>del</strong>la<br />
Procura di Avellino e dei<br />
Carabinieri <strong>del</strong>la Compagnia<br />
di Avellino, in particolare<br />
quelli <strong>del</strong>la stazione di Solofra,<br />
agli ordini <strong>del</strong> luogotenente<br />
Giuseppe Friscuolo. Il<br />
pm Venezia ha infatti chiesto<br />
il processo nei confronti <strong>del</strong>l'ex<br />
sindaco Antonio Guarino<br />
e anche <strong>del</strong>l'attuale sindaco<br />
Michele Vignola. Ma<br />
nell'ambito <strong>del</strong>l'inchiesta risultano<br />
indagati anche il capogruppo<br />
di opposizione<br />
Paolo De Piano, l'ex vicesindaco<br />
Elio Visone, Orsola De<br />
Stefano, Ugo Martucci, Gerardo<br />
De Maio, Raffaele<br />
D'Urso. L'inchiesta ha accertato<br />
una serie di violazioni<br />
degli strumenti e dei regolamenti<br />
urbanistici comunali,<br />
tutti collegati ad una serie di<br />
provvedimenti emanati dall'amministrazione<br />
comunale<br />
guidata dall'ex sindaco Antonio<br />
Guarino. Tutto inizia<br />
nel 20<strong>05</strong>, quando con una<br />
<strong>del</strong>ibera <strong>del</strong>la giunta municipale,<br />
alla presenza <strong>del</strong> segretario<br />
comunale Matteo Spinelli<br />
(anche lui oggetto <strong>del</strong>la<br />
richiesta di rinvio a giudizio<br />
ndr) procedevano all'assegnazione<br />
dei suoli nella zona<br />
di S. Andrea Apostolo, zona<br />
Peep, in favore <strong>del</strong>le coo-<br />
PIETRADEFUSI<br />
ai danni di donne in città: denunciati PIETRADEFUSI- Arrestato<br />
AVELLINO- Un po di sole,<br />
quello comparso in questo<br />
week end ha già dato alla testa<br />
a qualcuno? A quanto pare<br />
sì, anche perchè i militari<br />
<strong>del</strong>la Compagnia di Avellino<br />
sono stati costretti ad intervenire<br />
per vicende scabrose, che<br />
hanno visto vittime <strong>del</strong>le donne.<br />
Due casi di soggetti che<br />
hanno mostrato i propri genitali<br />
a persone, donne, che passeggiavano tranquillamente<br />
in città. In entrambi i casi comunque prontamente denunciati<br />
e soprattutto E’ stato scoperto dai militari <strong>del</strong>la<br />
Stazione di Avellino mentre dalla sua vettura, con lo sportello<br />
aperto, aveva messo in mostra le parti intime mentre<br />
passavano <strong>del</strong>le ragazze. Si tratta di un quarantenne<br />
di origine napoletana ma ora residente nell’immediato<br />
hinterland avellinese, .è stato denunciato per il reato di<br />
atti osceni in luogo pubblico, giacché<br />
trovato seduto all’interno <strong>del</strong>la propria<br />
autovettura, una Citroen grigia parcheggiata<br />
lungo via Enrico Capozzi con<br />
lo sportello di guida completamente aperto,<br />
nudo nelle parti intime e mentre<br />
attirava l’attenzione di alcune ragazzine<br />
che stavano passeggiavano su quel<br />
marciapiedi. Sempre i militaru agli ordini<br />
<strong>del</strong> capitano Papa, nel corso dei<br />
servizi predisposti dal Comando Provinciale<br />
di Avellino nel fine settimana, hanno denunciato<br />
un venticinquenne <strong>del</strong>l’hinterland napoletano è stato<br />
denunciato per atti osceni in luogo pubblico, essendosi<br />
calato i pantaloni e avendo mostrato il proprio membro<br />
ad una donna che stava passeggiando lungo via Brigata<br />
Avellino di Avellino, peraltro nei pressi di istituti scolastici.<br />
Quindi potenzialmente avrebbe potuto compiere<br />
anche gesti molesti contro studentesse.<br />
perative Fratta e Orchidea,<br />
allegando un piano firmato<br />
da Ennio Tarantino (anche<br />
lui indagato e oggetto <strong>del</strong>la<br />
richiesta di rinvio a giudizio<br />
ndr) in cui una strada che aveva<br />
vincoli urbanistici chiari<br />
e precludeva ogni attività<br />
di urbanizzazione privata o<br />
pubblica, la cosiddetta strada<br />
Nigro, veniva fatta passare<br />
invece per urbanizzata.<br />
Quindi una vera e propria<br />
lottizzazione abusiva, stando<br />
alle indagini <strong>del</strong>la Procura.<br />
Da qui erano stati concessi<br />
alle cooperative due<br />
permessi a costruire nella zona,<br />
ovviamente «illegittimi,<br />
per la violazione <strong>del</strong>le norme<br />
relative. A questi due atti erano<br />
seguiti anche altri provvedimenti<br />
amministrativi.<br />
Quelli in giunta. Precisamente<br />
<strong>del</strong> sette febbraio<br />
2008. Alla riunione <strong>del</strong>l'esecutivo<br />
erano presenti oltre al<br />
sindaco Antonio Guarino,<br />
sempre Michele Vignola, Carmine<br />
De Vita, Elio Visone,<br />
Orsola De Stefano e Pasquale<br />
Gaeta.<br />
Rapina alla tabaccheria, preso<br />
anche il complice <strong>del</strong> minore<br />
dai Carabinieri <strong>del</strong>la Compagnia<br />
di Mirabella Eclano<br />
anche il complice, maggiorenne,<br />
<strong>del</strong> diciassettenne che<br />
era già finito nei guai per la<br />
rapina ad una tabaccheria<br />
nel centro <strong>del</strong> comune al<br />
confine con il beneventano,<br />
avvenuta il 10 dicembre<br />
scorso. I due, a volto travisato<br />
avevano fatto accesso al locale e dopo aver puntato la pistola<br />
contro la proprietaria, si erano fatti consegnare l’incasso <strong>del</strong>la giornata,<br />
circa mille euro. Le indagini dei militari agli ordini <strong>del</strong> capitano<br />
Leonardo Madaro e dei colleghi sanniti, hanno consentito di<br />
trovare tracce utili non solo ad incastrare uno degli autori, già raggiunto<br />
da una misura cautelare all’inizio <strong>del</strong> <strong>2013</strong>, ma ora anche il<br />
suo complice, per cui il Gip <strong>del</strong> Tribunale di Benevento ha condiviso<br />
la misura cautelare.