Finché vita non ci separi - Spazio MeF

Quando cade la fragile barriera che nella famiglia separa il pubblico
dal privato ha luogo una specie di catastrofe. La delusione dolorosissima
per il crollo del proprio progetto di vita si salda con la delusione sociale. I
nostri bisogni più infantili, quelli che la disgregazione della coppia coniugale
lascia senza risposta, sono per definizione primitivi, rigidi e impietosi.
Anche le aspettative sociali, le attese della folla, proprio perché collettive
e impersonali, tendono ad essere intolleranti. La rottura della famiglia li
delude entrambi - i bisogni individuali e le aspettative sociali - e genera
grande aggressività: é necessario, nel privato come nel pubblico,
sanzionare, punire, ottenere risarcimento e riabilitazione.
Io, mammete e tu
Le famiglie d'origine nella vicenda separativa sono una presenza molto
ambivalente: soccorrono, accolgono, ma al tempo stesso il più delle volte
entrano pesantemente nel conflitto. Si schierano, si alleano, si
intromettono. A volte l'alleanza é perversa: si arriva a rompere con la
figlia - più raramente con il figlio - per il solo fatto che ha attaccato la
famiglia separandosene e ci si schiera quindi dalla parte della nuora o, più
spesso, del genero.
La discesa in campo dei familiari assume forme particolarmente
vistose e plateali nelle famiglie più tradizionali, che spesso configurano
veri e propri clan: una donna che infrange il vincolo del matrimonio, specie
se ci sono le aggravanti del tradimento e dell'abbandono anche solo
transitorio dei figli, é duramente giudicata. Di solito, invece, se a rompere
la famiglia é l'uomo, egli può sempre contare sulla solidarietà della propria
madre.
Irene Bernardini, Finché vita non ci separi
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