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cos’è mai l’aver sottomesso gli elementi,<br />
creature inanimate, rispetto<br />
all’onore supremo di essere obbedito<br />
da Colui di cui dice il salmista: “Ma<br />
più potente delle voci di<br />
grandi acque, più potente<br />
dei flutti del mare,<br />
potente nell’alto è il Signore”<br />
(Sl 93, 4), e che<br />
più tardi fu visto da<br />
Malachia quando disse:<br />
“Per voi invece, cultori<br />
del mio nome, sorgerà<br />
il sole di giustizia<br />
con raggi benefici” (Ml<br />
3, 20)? Che cosa vale<br />
aver caricato sulle spalle<br />
le porte di Gaza, in<br />
confronto alla gloria di<br />
stringere fra le braccia<br />
Colui che ha affermato<br />
di Se stesso: “Io sono<br />
la porta delle pecore”<br />
(Gv 10, 7)? Si può<br />
fare una qualche comparazione<br />
tra il profeta<br />
che ha fatto fermare<br />
la pioggia e il patriarca<br />
le cui preghiere hanno<br />
accelerato la “pioggia<br />
del Giusto che viene dai<br />
Cieli” (Cfr. Is 45, 8)?<br />
Una delle più<br />
alte vocazioni<br />
<strong>della</strong> Storia<br />
Victor Toniolo<br />
San Giuseppe, l’uomo<br />
giusto per eccellenza,<br />
il glorioso sposo<br />
di Maria e padre putativo del Figlio<br />
di Dio, è certamente uno dei santi<br />
più venerati dalla devozione popolare.<br />
Nonostante ciò, sentiamo parlare<br />
di lui quasi soltanto come “l’artigiano<br />
di Nazaret” o come “il patrono<br />
dei lavoratori”. Questi titoli sono<br />
del tutto legittimi, ma sono lungi dal<br />
darci l’idea <strong>della</strong> vetta di santità a cui<br />
Dio ha ritenuto bene elevarlo. Egli<br />
non sarà mai debitamente conosciuto<br />
e venerato da noi se, ripetendo anche<br />
nella nostra epoca la triste cecità degli<br />
abitanti di Nazaret, lo consideria-<br />
mo soltanto come un povero falegname<br />
<strong>della</strong> Galilea.<br />
Per non renderci colpevoli di un<br />
errore che potrebbe essere qualifica-<br />
“Il Signore si è già scelto un uomo secondo il<br />
suo cuore” ( 1 Sm 13, 14).<br />
Sacra Famiglia – Liebfrauenmünster, Ingolstadt, Germania<br />
to come “calunnia agiografica”, faremo<br />
in modo di analizzare la verità relativa<br />
a quest’uomo destinato ad una<br />
delle più alte vocazioni <strong>della</strong> Storia.<br />
Dio sceglie sempre il più bello<br />
Dio Onnipotente, per il quale<br />
“niente è impossibile” (Lc 1, 37) e<br />
che tutto governa con sapienza infinita,<br />
possiede qualcosa che potremmo<br />
chiamare il suo “unico limite”: nel<br />
creare, Egli non può scegliere niente<br />
di meno bello e perfetto, o che non<br />
sia per la sua gloria. Fin dall’eternità,<br />
nel determinare l’Incarnazione del<br />
Verbo, il Padre ha voluto che – nonostante<br />
l’apparenza di povertà e umiltà<br />
attraverso cui Si sarebbe manifestato,<br />
e che avrebbero<br />
contribuito alla sua<br />
maggiore esaltazione –<br />
la venuta di suo Figlio<br />
al mondo si rivestisse<br />
<strong>della</strong> suprema bellezza<br />
conveniente a Dio.<br />
Così, dispose che Egli<br />
fosse concepito da una<br />
Vergine, concepita a<br />
sua volta senza peccato<br />
originale, unendo in Sé<br />
le gioie <strong>della</strong> maternità<br />
al fiore <strong>della</strong> verginità.<br />
Tuttavia, per completare<br />
il quadro, si rendeva<br />
necessaria la presenza<br />
di qualcuno che proiettasse<br />
nella terra la propria<br />
“ombra del Padre”.<br />
Per tale missione<br />
Dio destinò Giuseppe,<br />
al quale potremmo<br />
applicare le parole <strong>della</strong><br />
Scrittura, che si riferiscono<br />
al suo antenato<br />
Davide: “Il Signore si è<br />
già scelto un uomo secondo<br />
il suo cuore” (1º<br />
Sm 13, 14).<br />
Uomo giusto<br />
per eccellenza<br />
Tenendo conto dell’assioma<br />
latino: “nemo<br />
summus fit repente” e l’azzeccato detto<br />
di Napoleone: “l’educazione di un<br />
bambino inizia cent’anni prima che<br />
nasca”, è probabile che, tenendo conto<br />
<strong>della</strong> sua missione e del suo ruolo<br />
di educatore nei confronti del Bambino-Dio,<br />
Giuseppe sia stato santificato<br />
già nel seno materno, come lo è<br />
stato Giovanni Battista nel ventre di<br />
Santa Elisabetta. Questa tesi è difesa<br />
da diversi autori e si può sintetizzare<br />
nelle parole di San Bernardino da<br />
Siena: “Sempre quando la grazia divina<br />
sceglie qualcuno per qualche favore<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 1