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RIVELAZIONI - Gianni De Martino - sito ufficiale

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a benedire la casa, gli chiedesti di dare una spruzzatina anche<br />

nell'angolo in cui tenevi l'archivio cartaceo. Vi conservavi infatti<br />

ancora le numerose lettere – anche poesie anonime che parlavano<br />

di “giunchi flessuosi” - ricevute nel corso di circa mezzo secolo da<br />

Carmen Covito. Don Angelo vi fece sopra il segno della croce, e<br />

quei reperti cartacei incominciarono ad agitarsi come tentacoli di<br />

polipi appena recisi...<br />

"Ti secca?" Credevi che fosse solo un profilo d'ombra, invece la<br />

Letteratura è sempre stata nera - fin dall'Antichità. E la memoria<br />

gioca strani scherzi. Per il momento ti anticipo solamente che voi<br />

non avete solo partecipato alla vita, come di solito facciamo noi<br />

mostri, tipici esseri del di fuori: voi siete stati vivi, e a nessun vivo<br />

è mai bastato morire da lontano.<br />

La prova che siete vivi non è tanto nel vuoto, sia pure come fresca<br />

traccia, e non è neanche negli inchiostri che sbiadiscono col tempo<br />

(Tempo e Spazio non sono una risposta). La prova che siete vivi è<br />

nel fatto che provate il dolore per l'Altro che sembra mancarvi in<br />

ogni altro, e che voi esprimete questo dolore con leggerezza, con<br />

rabbia e anche nel desiderio di "un po' di vendetta" ( come scrive<br />

da qualche parte Nietzsche).<br />

Così, quella stessa notte in cui Beatrice - senza smettere, ogni<br />

tanto, di leccarsi il cucchiaino - ti raccontò del galoppo, a tuo<br />

danno, della Covito in casa editrice, facesti un sogno dal quale ti<br />

svegliasti di ottimo umore, felicissimo - come ti accade al mattino -<br />

di non esserti svegliato con le mani incrociate sul petto. Nel sogno<br />

Beatrice, la vostra amica delatrice , ti tendeva un giornale e - con<br />

un sorriso brillante come un getto di napalm - ti invitava a leggerlo.<br />

Ti sporgevi, anche in sogno, con il busto in avanti verso il tavolo<br />

da lavoro e come un virologo ti affacciavi sul corpo inorganico<br />

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