You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
64<br />
Sintesi 5-3<br />
La trombosi dei seni può essere<br />
causa di infarti cerebrali venosi.<br />
Sintesi 5-4<br />
La presentazione clinica della<br />
trombosi dei seni non è caratteristica<br />
e può simulare quella di<br />
altre patologie, fra cui l’ictus<br />
arterioso.<br />
<strong>SPREAD</strong> – Stroke Prevention and <strong>Ed</strong>ucational Awareness Diffusion<br />
Ictus cerebrale: Linee guida italiane<br />
ischemico e quello emorragico, sulla base del fatto che l’ictus emorragico, causato da emorragie<br />
intracerebrali, emorragie endoventricolari ed emorragie subaracnoidee, era più frequentemente<br />
associato a obnubilamento del sensorio e cefalea. Con l’utilizzo della TC nella pratica<br />
clinica ci si rese poi conto che soprattutto le piccole emorragie sfuggivano a questi criteri e che<br />
la clinica non è sufficientemente accurata per distinguere un ictus ischemico da un’emorragia<br />
intracerebrale primaria. 42,43<br />
Al fine di porre questa diagnosi differenziale, e ciò deve essere effettuato nel più breve tempo<br />
possibile per i risvolti terapeutici che ne conseguono, occorre una TC o una RM dell’encefalo.<br />
L’emorragia cerebrale primaria rappresenta l’80% circa di tutte le emorragie cerebrale ed è<br />
causata dall’ipertensione arteriosa o dall’angiopatia amiloide. 44,45<br />
L’angiopatia amiloide è responsabile di un terzo circa dei sanguinamenti cerebrali nelle persone<br />
anziane ed è caratterizzata da emorragie cerebrali a carattere ricorrente e con localizzazione<br />
lobare; si associa agli alleli ε4 ed ε2 dell’apolipoproteina E. 46<br />
5.5 TROMBOSI DEI SENI E DELLE VENE CEREBRALI<br />
La trombosi dei seni può essere causa di infarti cerebrali venosi ed è per tale motivo che anche<br />
questa patologia viene inclusa nelle linee guida sull’ictus. Si tratta di una patologia rara ma che<br />
viene diagnosticata più frequentemente dagli anni ‘80 in poi grazie alla diffusione di esami non<br />
invasivi come la RM, l’angio-MR e l’angio-TC (vedi § 5.6.4). Tale condizione può determinare<br />
un infarto cerebrale ischemico od emorragico, ipertensione endocranica o, molto raramente,<br />
emorragia subaracnoidea. 47,48<br />
La trombosi dei seni non ha una presentazione clinica tipica ma ha un ampio spettro di possibili<br />
presentazioni che possono simulare altre patologie. La cefalea è il sintomo di presentazione<br />
nel 70%-90% dei casi; nel decorso o fin dall’inizio, possono verificarsi crisi comiziali,<br />
deficit focali, compromissione della coscienza, disturbi visivi e papilledema.<br />
Le manifestazioni cliniche possono essere raggruppate in tre grandi categorie: 49-51<br />
1. sindrome da ipertensione endocranica isolata (30%-40% dei casi) che simula lo pseudotumor<br />
cerebri;<br />
2. deficit focali e crisi comiziali (50%-60%) che simulano, a seconda delle modalità di presentazione,<br />
l’ictus arterioso o la lesione espansiva;<br />
3. l’encefalopatia diffusa (10%-20%) con disturbi cognitivi e/o disturbo della coscienza che<br />
simula l’encefalite o l’encefalopatia metabolica.<br />
La presentazione clinica dipende dalla sede e dall’estensione della trombosi. Trombosi limitate<br />
al seno sagittale superiore o al seno retto causano, prevalentemente, la sindrome da ipertensione<br />
endocranica isolata ma se la trombosi si estende alle vene corticali possono comparire<br />
deficit focali o crisi comiziali, in associazione ad infarti ischemici o emorragici. Trombosi del<br />
sistema venoso profondo si possono presentare con coma e decerebrazione ma, in casi più<br />
lievi, anche con sindrome amnesica e stato confusionale. La trombosi del seno cavernoso ha<br />
una presentazione peculiare con chemosi, esoftalmo e oftalmoplegia dolorosa ad esordio<br />
acuto, mentre è più rara la forma indolente con paralisi dei nervi oculari.<br />
5.6 METODOLOGIE DIAGNOSTICHE<br />
L’approccio strumentale e laboratoristico rappresenta il passo successivo a quello clinico nella<br />
gestione del TIA o dell’ictus ed è indirizzato dall’analisi dei dati clinico-anamnestici e dai<br />
reperti di laboratorio e strumentali emersi dalla diagnostica in fase acuta.<br />
5.6.1 Esami ematochimici<br />
L’esecuzione di esami ematochimici più approfonditi e specifici rispetto a quelli all’ingresso in<br />
ospedale permette l’individuazione (o la conferma in caso di alterazione dei parametri esaminati<br />
in fase acuta) di alcuni degli stati patologici ormai ben definiti come fattori di rischio, più<br />
o meno forti, di malattia cerebrovascolare, (diabete, dislipidemie, stati infettivo-infiammatori)<br />
nonché di eventuali altre patologie che possono rivestire un ruolo eziologico (collagenopatie,<br />
coagulopatie).<br />
stesura 16 febbraio 2007