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84<br />
Raccomandazione 5.19<br />
Grado D<br />
La coronarografia è indicata nei<br />
pazienti candidati all’endoarteriectomia<br />
carotidea con evidenza<br />
clinica o strumentale non invasiva<br />
di coronaropatia ad alto<br />
rischio.<br />
Raccomandazione 5.20<br />
Grado D<br />
Nei pazienti candidati ad endoarteriectomia<br />
carotidea con associata<br />
grave coronaropatia è indicato<br />
far precedere la rivascolarizzazione<br />
coronarica, pur potendo i<br />
due interventi anche essere effettuati<br />
simultaneamente.<br />
<strong>SPREAD</strong> – Stroke Prevention and <strong>Ed</strong>ucational Awareness Diffusion<br />
Ictus cerebrale: Linee guida italiane<br />
I dati di questa metanalisi suggeriscono, nel vasospasmo dell’ACM, un’alta specificità del<br />
DTC nella diagnosi di vasospasmo, associata tuttavia ad una bassa sensibilità. In particolare,<br />
poi, per il vasospasmo dell’ACA sia la sensibilità che la specificità sono basse. Quindi, rispetto<br />
all’angiografia, l’accuratezza diagnostica del DTC per il vasospasmo dell’ACA è bassa. Per<br />
tutte le altre arterie non vi sono dati sufficienti a trarre conclusioni.<br />
La metanalisi presenta molti limiti, peraltro riconosciuti dagli stessi Autori. In primo luogo, i<br />
campioni di pazienti sono piccoli e provengono da un numero limitato di studi pubblicati<br />
valutabili ai fini della revisione sistematica. Quindi, anche se tutti i sette studi fossero di alta<br />
qualità metodologica, il problema di una scarsa potenza statistica per la validazione dei risultati<br />
nulli permarrebbe. Peraltro, la maggior parte di tali studi è giudicata di qualità metodologica<br />
insufficiente. Per concludere, da questa metanalisi non viene provata l’utilità del DTC<br />
come tecnica per lo screening del vasospasmo cerebrale. Nella metanalisi non viene peraltro<br />
valutato il ruolo del DTC come metodo di monitoraggio di un vasospasmo, una volta che questo<br />
sia stato individuato, p.es., con metodica angiografica.<br />
Secondo altri autori il DTC è utile nel monitorare il decorso del vasospasmo evidenziato<br />
angiograficamente dopo ESA. Benché non siano stati condotti studi adeguati da punto di vista<br />
del numero dei casi e del disegno il DTC è ritenuto utile nella valutazione giorno per giorno<br />
dei pazienti con vasospasmo dopo ESA e per verificare l’effetto e la persistenza dei risultati<br />
della neuroradiologia interventistica. 258,259<br />
5.6.7 Valutazione cardiologica<br />
Tutti i pazienti con TIA, ictus o stenosi carotidea asintomatica dovrebbero essere sottoposti<br />
ad un’accurata valutazione cardiologica per l’identificazione di cardiopatia ischemica eventualmente<br />
silente (valutazione clinica, ECG, test non invasivi di ischemia), in considerazione<br />
dello sfavorevole significato prognostico della sua coesistenza anche in forma asintomatica. 260<br />
Nei pazienti in grado di eseguire un esercizio fisico le indagini di scelta sono costituite dal test<br />
ergometrico e dalla scintigrafia miocardica da sforzo; utilizzati in sequenza consentono di<br />
identificare una cardiopatia ischemica silente in circa il 25-40% dei pazienti cerebrovascolari.<br />
261-264<br />
Nei pazienti non in grado di eseguire l’esercizio fisico possono essere eseguiti test alternativi<br />
quali lo Holter, la scintigrafia miocardica con dipiridamolo o l’ecocardiografia con dipiridamolo<br />
o dobutamina. 265<br />
La coronarografia è indicata nei pazienti ad alto rischio per la presenza di angina e/o ischemia<br />
a bassa soglia al test ergometrico, estesi difetti reversibili di perfusione alla scintigrafia miocardica,<br />
aree multiple di asinergia segmentaria all’ecocardiografia da stress. Lesioni coronariche<br />
gravi sono riscontrabili nel 65% della popolazione globale dei pazienti con malattia cerebrovascolare<br />
extracranica e nel 40% di quelli senza sintomi di cardiopatia ischemica. 266<br />
Il riscontro alla coronarografia di coronaropatia grave o multivasale può comportare problemi<br />
decisionali di rivascolarizzazione coronarica soprattutto nei pazienti candidati a TEA carotidea.<br />
Allorché vengono poste le indicazioni sia alla rivascolarizzazione coronarica che carotidea,<br />
la scelta delle modalità di intervento, sequenziale o simultanea, è determinata dalla valutazione<br />
della gravità relativa della malattia nei due distretti vascolari.<br />
Le due strategie chirurgiche (sequenziale o simultanea) comportano un rischio paragonabile<br />
sia in termini di mortalità operatoria che di ictus perioperatorio. Non esiste pertanto una superiorità<br />
di una strategia rispetto all’altra ed è appropriato operare secondo entrambe le modalità.<br />
267<br />
A prescindere dai protocolli di sequenza adottati nei singoli Centri, nei pazienti in cui prevalgono<br />
i sintomi cardiaci (angina instabile, scompenso) ed in presenza di stenosi carotidea unilaterale<br />
asintomatica è opportuno dare la precedenza all’intervento di by-pass aortocoronarico.<br />
Nei pazienti in cui prevalgono i sintomi neurologici (TIA recidivanti, ictus recente) l’approccio<br />
più sicuro e più logico è quello di dare la priorità alla TEA carotidea. L’intervento<br />
simultaneo è la strategia preferita nei pazienti affetti sia da grave malattia coronarica (angina<br />
instabile, lesioni coronariche multivasali, stenosi del tronco comune della coronaria sinistra,<br />
grave disfunzione ventricolare sinistra) che da grave malattia carotidea (TIA recidivanti, ictus<br />
recente o stenosi carotidee bilaterali). In particolare la presenza di stenosi carotidee bilaterali<br />
stesura 16 febbraio 2007