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potrebbe<br />
zza, godisibile<br />
per<br />
le condotuomo<br />
che<br />
nire meno<br />
rispondere<br />
to il nostro<br />
rivolge alla<br />
e il titolo<br />
eno impesua<br />
lunga<br />
tato opera<br />
per questa<br />
tinaia!<br />
e, e di non<br />
amano.<br />
lto per me,<br />
ore in una<br />
na! Vergine<br />
o piedino!<br />
DICEMBRE fraternitàemissione<br />
Istallazione artistica nell’ambito<br />
della Fiera del libro di Francoforte<br />
2011 (foto: Alexander Smolianitski).<br />
Ti avviso che fra poco non ti vedrò più e sto per fare tutto<br />
contro di te!<br />
Ma quando tenterò di slanciarmi verso il male, sia con un<br />
piede zoppo!<br />
E quando vorrò oltrepassare la barriera che hai eretto, sia<br />
con un’ala tarpata!<br />
Ho terminato ciò che potevo fare, e tu custodisci la mia<br />
povera scarpina,<br />
Serbala sul tuo cuore, o grande Mamma terribile!<br />
Nel momento più acuto del dramma Donna Prodezza<br />
arriva a dire a Don Rodrigo, che con uno stratagemma<br />
potrebbe liberarla dal marito, che «è meglio soffrire piuttosto<br />
che acconsentire alla più piccola diminuzione di<br />
essere». E Don Rodrigo resta ancora una volta folgorato<br />
dalla luce del Tu misterioso e infinito, che gli viene incontro<br />
attraverso il “sacrificio” di Donna Prodezza: nella<br />
scena dell’addio definitivo (i due non si incontreranno<br />
mai più), Don Rodrigo non si “accontenta” di quel «po’ di<br />
massa di carne odorosa» (come il servo di Don Rodrigo<br />
aveva definito Donna Prodezza, ricordando al suo<br />
signore di essere davvero pazzo a correrle dietro e a<br />
rischiare la vita per lei), allarga le braccia e si dispone a<br />
mo’ di crocifisso, abbracciando finalmente l’amata in un<br />
gesto che esalta l’essere senza rimanere superficiale o<br />
astratto.<br />
È nel sacrificio che si compie, infatti, la conoscenza<br />
amorosa, affettiva del Tu. È nel sacrificio veramente<br />
umano che si afferma l’altro fino all’annientamento di sé.<br />
I libri seri non istruiscono, interrogano.<br />
Nicolás Gómez Dávila<br />
partecipazione nostra alla vita di Cristo. Solo Gesù ri -<br />
sponde al problema del male, ma Egli vuole associare<br />
anche noi alla sua risposta. La von Le Fort riprende tale<br />
intuizione con delicatezza anche in La fontana di Roma,<br />
in una osservazione della domestica Jeanette alla zia<br />
Edel: «Quando ci viene affidata un’anima per la quale<br />
crediamo di dover molto pregare, sempre subito e<br />
come prima cosa, dobbiamo donare ancora più inte -<br />
ramente la nostra al Signore». Che tale logica non valga<br />
solo a livello personale, ma si rispecchi sulla modalità di<br />
affrontare i problemi politici, si vede inoltre in un<br />
romanzo degli anni Trenta: La corona degli angeli. In<br />
esso offre la sua risposta più intima al dramma del sorgere<br />
del nazismo che deturpa la sua amata patria.<br />
La lettura delle opere della von Le Fort mi provoca<br />
sempre di nuovo a guardare il mondo con occhi cristiani.<br />
Michael Konrad<br />
«CATTIVO, SBRONZO MA IN GAMBA»<br />
Joseph Roth - La leggenda del santo bevitore<br />
Non ricordo se all’inizio mi attirò più il titolo paradossale<br />
(come fanno a stare assieme la santità con l’ubriachezza?),<br />
il fatto che era un libretto verde di appena 54<br />
pagine, o l’autoritratto dell’autore posto a pagina 7 dove<br />
si rappresenta circondato da due calici, un bel sifone di<br />
seltz e la scritta: «Ecco quel che sono veramente; cattivo,<br />
sbronzo, ma in gamba». Joseph Roth mi è sembrato fin<br />
da subito un tipo simpatico e sopra le righe. Questo<br />
breve racconto, l’ultimo scritto dall’autore, è la storia di<br />
Andreas, un clochard che “abita” sotto i ponti della<br />
Senna a Parigi, amante del Pernod e ormai abituato alla<br />
sua triste condizione. Ma Andreas è anche ciò che gli<br />
capita nella prima pagina del libro: un giorno di primavera<br />
del 1934 il barcollante barbone si vede sbarrare la<br />
strada da un misterioso e distinto signore che gli cambierà<br />
la giornata e la vita. La leggenda del santo bevitore<br />
è lo svolgersi dell’incontro provvidenziale<br />
mediante il quale Andreas riscoprirà se stesso e la<br />
bontà del destino a cui è chiamato attraverso tutte le<br />
incapacità, le distrazioni, i tradimenti, suoi e degli altri,<br />
ma anche grazie ai miracoli che gli accadono davanti,<br />
gli amici che incontra e le virtù che scopre di avere.<br />
Questo racconto descrive in forma poetica ed esemplare<br />
che cosa vuol dire rinascere, cosa significa<br />
iniziare, sempre. In questo sta la santità del “bevitore”:<br />
un’indomabilità, nata da un incontro “fortuito”, che<br />
anche un ubriacone, un uomo fragile come Andreas,<br />
può continuamente rinnovare. Più volte durante l’anno<br />
riprendo in mano il mio libretto verde ormai consumato<br />
e mi commuovo pensando che Dio si è fatto uomo, ci è<br />
venuto incontro proprio come il signore discreto che<br />
s’imbatte nel clochard. Poi stappo una bottiglia alla<br />
salute di Joseph Roth.<br />
Stefano Lavelli<br />
LA CAMPANA DEL FRATE<br />
Friedrich Schiller - Don <strong>Carlo</strong>s<br />
Nel periodo passato in Germania, uno dei volumi che si<br />
è aggiunto alla mia piccola libreria è il Don <strong>Carlo</strong>s di<br />
Schiller. Spesso lo riprendo in mano, in particolare per<br />
una piccola scena dove il protagonista, mosso da turbolente<br />
vicende politiche e sentimentali, quasi casualmente<br />
viene a scambiare alcune battute con un monaco.<br />
Don <strong>Carlo</strong> è subito spinto, per intuizione o per profonda<br />
simpatia, a confidare i suo problemi a questo frate, sperando<br />
in un consiglio per la sua tragica situazione. Il<br />
frate lo interrompe dicendo: «È poco, quello che serve >><br />
CONTRIBUTI DI:<br />
Stefano Lavelli, seminarista<br />
e critico gastronomico, Roma.<br />
Giovanni Micco, 40 anni,<br />
parroco a Vienna.<br />
Agostino Molteni, parroco<br />
a Concepción, in Cile.<br />
Paolo Sottopietra, segretario<br />
generale della <strong>Fraternità</strong>.<br />
Roberto Zocco, in missione<br />
a Città del Messico.<br />
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