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CITTàA OSTACOLI - Cinque Quotidiano

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14<br />

sabato 20 ottobre 2012<br />

L’OPERAZIONE Predoni sorpresi dai finanzieri del comando provinciale<br />

Profanano il santuario<br />

di Giunone la salvatrice<br />

La banda ha provato il saccheggio di in una vasta area situata nelle campagne tra Lanuvio e<br />

Genzano. Le fiamme gialle hanno recuperato in casa dei “tombaroli” numerosi altri reperti<br />

storico-archeologico ritenuti di pregio, proveniente anche da altri siti sepolcrali<br />

M<br />

etal detector, geo-radar, idropompe, generatori<br />

di elettricità, badili, picconi. Si erano organizzati<br />

davvero bene quattro “tombaroli” italiani de-<br />

nunciati per aver tentato di saccheggiare un deposito<br />

ex voto, collegato al santuario di età romana dedicato<br />

al culto di Juno sospita (meglio nota come "Giunone la<br />

salvatrice"). La banda aveva provato il “colpo gobbo”<br />

in una vasta area situata nelle campagne tra Lanuvio e<br />

Genzano, ma il piano è stato mandato all'aria dai finanzieri<br />

del comando provinciale di Roma. Le fiamme<br />

gialle del gruppo Tutela patrimonio archeologico del<br />

nucleo polizia tributaria della capitale, dopo oltre due<br />

mesi di indagini che hanno visto l'impiego di sofisticati<br />

dispositivi satellitari, hanno sorpreso i quattro "tombaroli"<br />

mentre erano intenti alla profanazione di una<br />

cavità ricolma di centinaia di manufatti e statue di dimensioni<br />

reali, correlate all'apparato devozionale di<br />

Giunone. Un gruppo molto organizzato, evidentemente,<br />

perchè l'immediata perquisizione domiciliare dei quattro<br />

soggetti ha consentito il recupero di numeroso altro<br />

materiale storico-archeologico ritenuto di pregio, proveniente<br />

anche da altri siti sepolcrali - per lo più di<br />

ambiente etrusco – che avrebbe alimentato il circuito<br />

del collezionismo internazionale. I quattro “tombaroli”<br />

avevano quindi inquadrato nel sito di Juno sospita una<br />

fonte di possibile grande ricchezza, ma l'intervento dei<br />

finanzieri ne ha bloccato i piani illeciti e ha permesso<br />

la restituzione alla fruizione pubblica e museale di<br />

oltre mille reperti. La Soprintendenza per i Beni Archeologici<br />

del Lazio ha disposto in via d'urgenza l'avvio<br />

di uno scavo scientifico che ha restituito, fin da subito,<br />

testimonianze di una fase storica compresa tra il IV ed<br />

il II secolo aC: particolare interesse rivestono alcuni<br />

ex voto rinvenuti nella stipe, che attestano l'esistenza<br />

in loco di un opificio per la produzione fittile di un unicum<br />

tipologico, correlato alla cura di patologie dell'apparato<br />

respiratorio.<br />

MONTEVERDE Il raptus di un 39enne<br />

Botte, lanci di sedie e minacce<br />

contro la compagna e la suocera<br />

L’uomo era stato già<br />

raggiunto da un obbligo<br />

di dimora per una<br />

precedente aggressione<br />

alla convivente e per<br />

possesso di droga<br />

Un giorno di ordinaria follia,<br />

per un 39enne della<br />

Guinea, prima fermato, poi<br />

rilasciato con obbligo di<br />

firma e infine assicurato<br />

definitivamente alla giustizia<br />

per aver minacciato<br />

e alzato le mani, in rapida<br />

successione, nei confronti<br />

della convivente e della<br />

“suocera”. Che si non si<br />

trattasse di una persona<br />

“posata” lo si doveva intuire<br />

sin dall’inizio, da<br />

quando gli agenti del commissariato<br />

Monteverde, intervenuti<br />

per calmarlo e<br />

riportare l’ordine a seguito<br />

di una violenta lite con la<br />

sua compagna, erano stati<br />

spintonati e offesi dall’uomo.<br />

In quella circostanza<br />

il 39enne, tratto in arresto<br />

e denunciato per minacce<br />

aggravate nei confronti<br />

della convivente, era stato<br />

anche trovato in possesso<br />

di Tiziano Pompili<br />

CASILINA<br />

Aggredita<br />

in un vicolo<br />

Una ragazza aggredita<br />

da un’altra donna in via<br />

Casilina. È stata presa<br />

alle spalle e spinta all’interno<br />

di un vicolo. Spintonata<br />

con forza è poi<br />

caduta a terra. Quindi<br />

l’aggressore le ha prima<br />

strappato di mano il telefono<br />

e poi ha iniziato a<br />

rovistarle nelle tasche in<br />

cerca di soldi. Ma la vittima,<br />

benché dolorante,<br />

ha opposto resistenza<br />

per evitare che quella<br />

donna fuggisse. Nel frattempo<br />

alcuni passanti<br />

hanno chiamato il 113.<br />

L’aggredita, ancora in lacrime,<br />

ha detto di trovarsi<br />

in quella zona per<br />

caso e di non aver mai<br />

visto l’altra prima di allora.<br />

Mentre la rapinatrice<br />

ha consegnato spontaneamente<br />

agli agenti<br />

quanto aveva poco prima<br />

sottratto alla vittima. La<br />

donna è stata arrestata<br />

e condannata a 2 anni e<br />

10 mesi di reclusione.<br />

di un involucro contenente<br />

una dose di eroina, accuratamente<br />

nascosta all’interno<br />

della bocca, ma a seguito<br />

del rito direttissimo<br />

era stato condannato al<br />

“semplice” obbligo di firma<br />

presso il commissariato. Il<br />

provvedimento avrebbe dovuto<br />

essere un efficace deterrente,<br />

invece una volta<br />

tornato in libertà il cittadino<br />

guineano è ripartito<br />

da dove aveva finito, con<br />

ancora maggiore rabbia in<br />

corpo. Stavolta, però, si è<br />

diretto presso l'abitazione<br />

della madre della sua com-<br />

cronaca<br />

pagna, minacciandola di<br />

morte da fuori la porta. La<br />

donna ha chiamato subito<br />

il "113” ma nel frattempo<br />

l’uomo, entrato in casa dal<br />

terrazzino, aveva già raggiunto<br />

la donna, lancindole<br />

contro una sedia. I poliziotti<br />

lo hanno rintracciato<br />

in un bar della zona, mentre<br />

cercava di nascondersi<br />

sotto il cappuccio della felpa.<br />

Le accuse, adesso, sono<br />

di tentate lesioni, minacce<br />

aggravate, violazione di domicilio<br />

aggravata e danneggiamento.<br />

Diego Cappelli<br />

WEB: cinquegiorni.it<br />

@: info@cinquegiorni.it<br />

PIAZZA NICOSIA Lo denuncia Inches<br />

«Quel ristorante<br />

occupa<br />

il marciapiede»<br />

Continua la battaglia del consigliere municipale<br />

Massimo Inches contro l’occupazione di suolo<br />

pubblico abusivo da parte dei commercianti. L’esposto<br />

del consigliere questa volta è contro il ristorante in<br />

piazza Nicosia che «ha i tavolini sul marciapiede -<br />

attacca nel documento inviato al comandante della<br />

polizia locale - e , inoltre, occulta la targa<br />

commemorativa per le forze dell’ordine rimaste vittime<br />

in servizio, in quella piazza». «La nostra Città -<br />

continua Inches - e le forze dell’ordine che si sono<br />

sacrificate in Piazza Nicosia meritano maggiore<br />

rispetto, oltre che da parte del titolare dell’esercizio<br />

pubblico, anche da parte di chi è tenuto a vigilare e<br />

delle Istituzioni, affinchè non accadano fatti del<br />

genere». Il consigliere, infine, «Richiede l’immediato<br />

intervento della polizia municipale e degli uffici del I<br />

Municipio per ripristinare la legalità».

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