CITTàA OSTACOLI - Cinque Quotidiano
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sabato 20 ottobre 2012<br />
L’OPERAZIONE Predoni sorpresi dai finanzieri del comando provinciale<br />
Profanano il santuario<br />
di Giunone la salvatrice<br />
La banda ha provato il saccheggio di in una vasta area situata nelle campagne tra Lanuvio e<br />
Genzano. Le fiamme gialle hanno recuperato in casa dei “tombaroli” numerosi altri reperti<br />
storico-archeologico ritenuti di pregio, proveniente anche da altri siti sepolcrali<br />
M<br />
etal detector, geo-radar, idropompe, generatori<br />
di elettricità, badili, picconi. Si erano organizzati<br />
davvero bene quattro “tombaroli” italiani de-<br />
nunciati per aver tentato di saccheggiare un deposito<br />
ex voto, collegato al santuario di età romana dedicato<br />
al culto di Juno sospita (meglio nota come "Giunone la<br />
salvatrice"). La banda aveva provato il “colpo gobbo”<br />
in una vasta area situata nelle campagne tra Lanuvio e<br />
Genzano, ma il piano è stato mandato all'aria dai finanzieri<br />
del comando provinciale di Roma. Le fiamme<br />
gialle del gruppo Tutela patrimonio archeologico del<br />
nucleo polizia tributaria della capitale, dopo oltre due<br />
mesi di indagini che hanno visto l'impiego di sofisticati<br />
dispositivi satellitari, hanno sorpreso i quattro "tombaroli"<br />
mentre erano intenti alla profanazione di una<br />
cavità ricolma di centinaia di manufatti e statue di dimensioni<br />
reali, correlate all'apparato devozionale di<br />
Giunone. Un gruppo molto organizzato, evidentemente,<br />
perchè l'immediata perquisizione domiciliare dei quattro<br />
soggetti ha consentito il recupero di numeroso altro<br />
materiale storico-archeologico ritenuto di pregio, proveniente<br />
anche da altri siti sepolcrali - per lo più di<br />
ambiente etrusco – che avrebbe alimentato il circuito<br />
del collezionismo internazionale. I quattro “tombaroli”<br />
avevano quindi inquadrato nel sito di Juno sospita una<br />
fonte di possibile grande ricchezza, ma l'intervento dei<br />
finanzieri ne ha bloccato i piani illeciti e ha permesso<br />
la restituzione alla fruizione pubblica e museale di<br />
oltre mille reperti. La Soprintendenza per i Beni Archeologici<br />
del Lazio ha disposto in via d'urgenza l'avvio<br />
di uno scavo scientifico che ha restituito, fin da subito,<br />
testimonianze di una fase storica compresa tra il IV ed<br />
il II secolo aC: particolare interesse rivestono alcuni<br />
ex voto rinvenuti nella stipe, che attestano l'esistenza<br />
in loco di un opificio per la produzione fittile di un unicum<br />
tipologico, correlato alla cura di patologie dell'apparato<br />
respiratorio.<br />
MONTEVERDE Il raptus di un 39enne<br />
Botte, lanci di sedie e minacce<br />
contro la compagna e la suocera<br />
L’uomo era stato già<br />
raggiunto da un obbligo<br />
di dimora per una<br />
precedente aggressione<br />
alla convivente e per<br />
possesso di droga<br />
Un giorno di ordinaria follia,<br />
per un 39enne della<br />
Guinea, prima fermato, poi<br />
rilasciato con obbligo di<br />
firma e infine assicurato<br />
definitivamente alla giustizia<br />
per aver minacciato<br />
e alzato le mani, in rapida<br />
successione, nei confronti<br />
della convivente e della<br />
“suocera”. Che si non si<br />
trattasse di una persona<br />
“posata” lo si doveva intuire<br />
sin dall’inizio, da<br />
quando gli agenti del commissariato<br />
Monteverde, intervenuti<br />
per calmarlo e<br />
riportare l’ordine a seguito<br />
di una violenta lite con la<br />
sua compagna, erano stati<br />
spintonati e offesi dall’uomo.<br />
In quella circostanza<br />
il 39enne, tratto in arresto<br />
e denunciato per minacce<br />
aggravate nei confronti<br />
della convivente, era stato<br />
anche trovato in possesso<br />
di Tiziano Pompili<br />
CASILINA<br />
Aggredita<br />
in un vicolo<br />
Una ragazza aggredita<br />
da un’altra donna in via<br />
Casilina. È stata presa<br />
alle spalle e spinta all’interno<br />
di un vicolo. Spintonata<br />
con forza è poi<br />
caduta a terra. Quindi<br />
l’aggressore le ha prima<br />
strappato di mano il telefono<br />
e poi ha iniziato a<br />
rovistarle nelle tasche in<br />
cerca di soldi. Ma la vittima,<br />
benché dolorante,<br />
ha opposto resistenza<br />
per evitare che quella<br />
donna fuggisse. Nel frattempo<br />
alcuni passanti<br />
hanno chiamato il 113.<br />
L’aggredita, ancora in lacrime,<br />
ha detto di trovarsi<br />
in quella zona per<br />
caso e di non aver mai<br />
visto l’altra prima di allora.<br />
Mentre la rapinatrice<br />
ha consegnato spontaneamente<br />
agli agenti<br />
quanto aveva poco prima<br />
sottratto alla vittima. La<br />
donna è stata arrestata<br />
e condannata a 2 anni e<br />
10 mesi di reclusione.<br />
di un involucro contenente<br />
una dose di eroina, accuratamente<br />
nascosta all’interno<br />
della bocca, ma a seguito<br />
del rito direttissimo<br />
era stato condannato al<br />
“semplice” obbligo di firma<br />
presso il commissariato. Il<br />
provvedimento avrebbe dovuto<br />
essere un efficace deterrente,<br />
invece una volta<br />
tornato in libertà il cittadino<br />
guineano è ripartito<br />
da dove aveva finito, con<br />
ancora maggiore rabbia in<br />
corpo. Stavolta, però, si è<br />
diretto presso l'abitazione<br />
della madre della sua com-<br />
cronaca<br />
pagna, minacciandola di<br />
morte da fuori la porta. La<br />
donna ha chiamato subito<br />
il "113” ma nel frattempo<br />
l’uomo, entrato in casa dal<br />
terrazzino, aveva già raggiunto<br />
la donna, lancindole<br />
contro una sedia. I poliziotti<br />
lo hanno rintracciato<br />
in un bar della zona, mentre<br />
cercava di nascondersi<br />
sotto il cappuccio della felpa.<br />
Le accuse, adesso, sono<br />
di tentate lesioni, minacce<br />
aggravate, violazione di domicilio<br />
aggravata e danneggiamento.<br />
Diego Cappelli<br />
WEB: cinquegiorni.it<br />
@: info@cinquegiorni.it<br />
PIAZZA NICOSIA Lo denuncia Inches<br />
«Quel ristorante<br />
occupa<br />
il marciapiede»<br />
Continua la battaglia del consigliere municipale<br />
Massimo Inches contro l’occupazione di suolo<br />
pubblico abusivo da parte dei commercianti. L’esposto<br />
del consigliere questa volta è contro il ristorante in<br />
piazza Nicosia che «ha i tavolini sul marciapiede -<br />
attacca nel documento inviato al comandante della<br />
polizia locale - e , inoltre, occulta la targa<br />
commemorativa per le forze dell’ordine rimaste vittime<br />
in servizio, in quella piazza». «La nostra Città -<br />
continua Inches - e le forze dell’ordine che si sono<br />
sacrificate in Piazza Nicosia meritano maggiore<br />
rispetto, oltre che da parte del titolare dell’esercizio<br />
pubblico, anche da parte di chi è tenuto a vigilare e<br />
delle Istituzioni, affinchè non accadano fatti del<br />
genere». Il consigliere, infine, «Richiede l’immediato<br />
intervento della polizia municipale e degli uffici del I<br />
Municipio per ripristinare la legalità».