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CITTàA OSTACOLI - Cinque Quotidiano

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TEL: 06.5124466<br />

TEL: 06.5130299<br />

Ai primi di luglio di quest'anno la polizia<br />

giudiziaria entrò in Vaticano per una perquisizione.<br />

Dopo qualche querelle sulla territorialità<br />

le fiamme gialle iniziarono la<br />

contabilità dell'Istituto dermatologico dell'immacolata<br />

(Idi) e dell'ospedale San Carlo<br />

di Nancy, il polo sanitario della congregazione<br />

dei figli dell'Immacolata Concezione.<br />

Una inchiesta che scoperchiò un buco da<br />

oltre 800 milioni di euro. L'istituto, affidato<br />

alle “sapienti” mani di frate Franco Decaminada,<br />

allontanato ed indagato per una<br />

situazione che sfiora la bancarotta, oggi è<br />

commissariato dal prefetto Vincenzo Boncoraglio<br />

che ha il compito di chiarire tutti<br />

gli aspetti contabili e gestionali della vicenda<br />

per salvare il salvabile, in primo luogo quel<br />

personale che nei decenni ha dato prova di<br />

alta specializzazione. Non è dato sapere a<br />

che punto stia la fase conoscitiva alla quale<br />

il prefetto sta lavorando, per di più anche<br />

sotto i riflettori della Procura, anche se<br />

sabato 20 ottobre 2012 3<br />

istituzioni<br />

IL CASO Dietro il presunto scandalo la realtà di organizzazioni che lavorano nonostante il bilancio bloccato da mesi<br />

Coop degli immigrati<br />

Il Comune non paga<br />

da oltre un anno<br />

O<br />

rmai da qualche giorno la<br />

Repubblica ed in precedenza<br />

l'Espresso della scorsa set-<br />

timana, rivelano il presunto scandalo<br />

di centri dei accoglienza per<br />

immigrati nel comune di Roma e<br />

non solo. In particolare quello dei<br />

falsi minori del nord Africa che<br />

verrebbero ospitati in strutture<br />

(Misna) inadeguate e di fatto poco<br />

assistite lucrando su importi di<br />

milioni di euro erogati dal governo.<br />

Ieri in rappresentanza delle cooperative<br />

sociali coinvolte il Consorzio<br />

Eriches ci ha inviato la<br />

precisazione che di seguito riportiamo<br />

in sintesi. Intanto nella nota<br />

si chiarisce che le persone indirizzate<br />

ai centri di accoglienza<br />

vengono segnalate ed inviate dal<br />

Comune di Roma e le cooperative<br />

non hanno alcun titolo nella selezione<br />

iniziale delle persone da accogliere.<br />

Non solo, ma le stesse cooperative<br />

hanno più volte segnalato che sul<br />

certificato medico di riferimento<br />

di ogni immigrato spesso l’età<br />

presunta non sembra corrispondere<br />

a quella effettiva, mentre i<br />

superficiali accertamenti sanitari<br />

previsti ed effettuati dal servizio<br />

sanitario nazionale diversamente<br />

da quanto denunciato dal quotidiano<br />

del gruppo Espresso, non<br />

sono di competenza delle cooperative<br />

stesse. Per di più, rispetto<br />

alle ingenti somme percepite per<br />

questi servizi, il Consorzio Eriches<br />

precisa che tutte le cooperative<br />

sociali stanno ancora ad oggi lavorando<br />

senza aver ricevuto alcun<br />

pagamento dal Giugno 2011, oltre<br />

SANITÀ RELIGIOSA<br />

un anno quindi, e per il 2012 addirittura<br />

non è ancora stata sottoscritta<br />

alcuna convenzione da<br />

parte del Comune di Roma o di<br />

altra Pubblica Amministrazione.<br />

Inoltre nonostante le cooperative<br />

non abbiano percepito alcuna remunerazione<br />

per i servizi offerti<br />

le stesse continuano a garantirli<br />

tramite le proprie strutture, gli<br />

operatori specializzati (regolarmente<br />

stipendiati ogni mese) ed<br />

avendo anticipato anche le spese<br />

personali per gli ospiti oltre ad<br />

avergli fornito i kit di vestiario<br />

ed igiene. Questa situazione di<br />

forte ritardo e disagio è imputabile<br />

alla mancata approvazione del bilancio<br />

capitolino. Sin qui la precisazione<br />

di Eriches, ma le cooperative<br />

coinvolte in un business<br />

che secondo Repubblica sfiora i<br />

110 milioni erogati dallo Stato,<br />

sono 19 e riguardano 2300 minori<br />

al costo di 70 euro al giorno. Dati<br />

che emergerebbero da un rapporto<br />

di Save the Children e del garante<br />

per l'infanzia. In particolare l'attenzione<br />

del quotidiano è puntata<br />

sulla Domus Caritatis che gestisce<br />

5 e non 8, come riferito dal quotidiano<br />

in cronaca di Roma, dei 13<br />

Le attività<br />

Alle strutture fino a 67 euro al giorno a ospite<br />

centri aperti. Questa, secondo Repubblica,<br />

è una costola dell'Arciconfraternita<br />

del Santissimo Sacramento<br />

e Trifone, vicina al cardinal<br />

Ruini. Affermazione che lascia<br />

intravedere una sorta di regolamento<br />

interno di conti nel<br />

settore dell'associazionismo cattolico<br />

che si occupa di assistenza<br />

ed anche in altri ambienti delle<br />

gerarchie cattoliche. Infatti la questione<br />

sollevata dal recente articolo<br />

dell'Espresso e da quelli successivi<br />

di Repubblica metterebbe<br />

sotto accusa tutto il sistema assistenziale<br />

che queste cooperative,<br />

Dietro l'accoglienza ai tanti giovani che attraversano uno o anche due continenti nella speranza<br />

di raggiungere vivi l'Europa c'è un meccanismo di assegnazione delle risorse alle<br />

strutture che si occupano di loro, e che offrono in cambio moltissimi servizi ai migranti.<br />

Per l’ accoglienza ai minori accolti a Roma e nel Lazio vengono assegnati da Comune e<br />

Regione cifre che oscillano dai 18 a 67,07 euro al giorno a persona. Per gli adulti si va invece<br />

su cifre inferiori: da 14,83 a 40,87 euro. Generalmente le realtà che accolgono queste<br />

persone ricevono i minori dopo che questi sono stati presi in carico dalle forze dell'ordine<br />

o dalla polizia municipale e quindi dopo aver espletato i controlli sanitari obbligatori. Dopo<br />

questa visita medica, che comporta anche la verifica dell'età (maggiore o minore) gli immigrati<br />

entrano in possesso del certificato medico rilasciato dal pronto soccorso attestante la<br />

minore età. Senza certificato medico infatti, documento minimo per la "gestione" della persona,<br />

le strutture non possono erogare i servizi di accoglienza.<br />

Nelle strutture viene offerto un kit per l'igiene personale, la biancheria e un insieme di vestiti<br />

(biancheria intima, tuta, scarpe, ciabatte, giaccone invernale). I ragazzi, svolgendo attività<br />

come i corsi di italiano per stranieri, vengono forniti anche di kit per la scuola, oltre<br />

alla tessera metrebus e alla tessera telefonica mensile. Attraverso queste strutture i giovani<br />

immigrati possono ricevere anche forme di assistenza sanitaria generica e specialistica tramite<br />

il servizio sanitario nazionale, mediazione culturale grazie a operatori, orientamento e<br />

assistenza legale gratuita.<br />

solo il delineare un quadro più preciso<br />

sulle condizioni finanziarie dell'Istiuto cozzerebbe<br />

contro una assoluta confusione ed<br />

opacità dei numeri. Sono certe invece le<br />

continue manifestazioni dei dipendenti in<br />

ritardo nel pagamento degli stipendi, che<br />

da due giorni occupano l'ospedale. «Resteremo<br />

qui finchè non ci pagano - ha spiegato<br />

ieri Massimiliano Rizzuto, rappresentante<br />

della Cgil - Le prestazioni sono al minimo,<br />

o ci pagano o ci fanno vedere il piano di ristrutturazione<br />

aziendale che hanno portato<br />

al tribunale fallimentare». Il consigliere<br />

del Pdl Alessandro Vannini faceva sapere<br />

ieri di aver incontrato il commissario dell'Idi<br />

Boncoraglio per chiedere un incontro con<br />

il personale e le parti sindacali affinchè<br />

vengano mostrati con chiarezza i punti fondamentali<br />

del piano. «Il grido d'allarme dei<br />

1500 lavoratori non può restare inascoltato<br />

– ha detto Vannini - da mesi ormai la struttura<br />

sanitaria vive in una grave emergen-<br />

cattoliche o “rosse” che siano,<br />

gestiscono soprattutto a Roma.<br />

Sistema di assistenza che come<br />

riportiamo in pagina, va ben oltre<br />

l'accoglienza dei minori rifugiati<br />

dal Nord Africa, ma che riguarda<br />

i rom, l'emergenza abitativa, i<br />

centri per rifugiati ecc , una somma<br />

di servizi e prestazioni che da<br />

decenni i comuni ed altri enti pubblici<br />

delegano all’assistenza cooperativa<br />

ed al volontariato. Un sistema<br />

che comunque occupa del<br />

personale spesso recuperato da<br />

situazioni di oggettivo disagio<br />

quali il carcere.<br />

In questo contesto risulta quanto<br />

meno colpevole il silenzio del Comune<br />

di Roma, almeno sino ad<br />

oggi, su tutta questa vicenda, poiché<br />

contrariamente a quanto scrive<br />

Repubblica, i responsabili dei<br />

servizi ci precisano che la questione<br />

dei fondi per i minori riguarda<br />

solo in minima parte il<br />

Governo e l'emergenza minori<br />

Nord Africa ormai conclusa, ma<br />

coinvolge il Comune che si deve<br />

far carico direttamente dei minori<br />

anche solo quando si dichiarano<br />

tali, salvo poi farsi rimborsare<br />

dallo stato la spesa sostenuta per<br />

quelli nordafricani.<br />

La verità è che oggi il Campidoglio<br />

non dispone di questi fondi da<br />

erogare alle cooperative che, come<br />

ci ha scritto Eriches, al momento<br />

si fanno carico anche di questo<br />

servizio in attesa di un bilancio<br />

di previsione impantanato nelle<br />

debolezze e nelle divisioni della<br />

Giunta e della sua maggioranza.<br />

Giuliano Longo<br />

Nessuna nuova sugli stipendi: l’Idi resta occupato<br />

za…mentre gli animi sono ormai esasperati<br />

e le risorse per portare avanti le attività<br />

assistenziali sono ridotte al lumicino». “Castità,<br />

obbedienza, povertà”, recitava il regolamento<br />

di fratel Decaminada. Per i lavoratori<br />

di povertà ce n’è in vista quanto<br />

basta mentre come riportò la stampa, il<br />

frate tre anni fa s’è comprato una villa di<br />

18 stanze in Toscana circondata da 23 mila<br />

metri quadrati di terreno e prati. Peccato<br />

veniale, si potrebbe dire. Il fatto è che<br />

mentre i lavori di ristrutturazione del villone<br />

sono quasi finiti, la Congregazione è in<br />

crisi e registrava appena qualche mese fa<br />

un buco di bilancio, stimato, dalle stesse<br />

fonti vaticane, tra i 300 e i 400 milioni di<br />

euro. Non bastasse l'esperienza del San<br />

Raffaele a Milano, l’Idi è un’altro esempio<br />

di come gli enti religiosi navighino talora<br />

nel mondo della finanza, più come fondi finanziari<br />

che come enti no profit.<br />

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