CITTàA OSTACOLI - Cinque Quotidiano
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16<br />
APPUNTAMENTI DI OGGI<br />
Orion<br />
sabato 20 ottobre 2012<br />
TEMPOLIBERO<br />
Lorenzo Cilembrini<br />
Da Rieti a Il Cile<br />
Il tour di Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile<br />
approda all’Orion. Sul palco i brani dell’album<br />
dell’esordio, uscito a fine agosto, “Siamo<br />
morti a vent’anni”, che ha immediatamente<br />
scalato la classifica iTunes, piazzandosi al<br />
quinto posto. Se non bastasse il primo<br />
singolo estratto “Cemento Armato” ha superato<br />
il milione di clic su YouTube: un<br />
vero successo per l’artista aretino, venuto<br />
alla ribalta nell’epoca dei talent show.<br />
Lorenzo ha collaborato anche alla scrittura<br />
di alcune canzoni del “Dannato vivere” dei<br />
Negrita, fra cui la hit “Brucerò per te”, oltre<br />
ad aver aperto il tour invernale.<br />
“Siamo morti a vent’anni” è<br />
il nome del disco d’esordio<br />
Cso Ricomincio dal Faro<br />
Federico Fiumani e<br />
i suoi Diaframma<br />
Sul palco del Cso Ricomincio dal Faro (via<br />
del Trullo 330) i protagonisti assoluti della<br />
serata sono i Diaframma, storica band della<br />
new wave italiana capitanata dal poeta Federico<br />
Fiumani che con i suoi testi continua<br />
a ispirare musicisti e a emozionare vecchi e<br />
nuovi ascoltatori. Il gruppo suonerà dal vivo<br />
i brani dell’ultimo album “Niente di serio”,<br />
che contiene nuovi pezzi destinati a divenire<br />
grandi classici come “Entropia” e “Madre<br />
superiora” che vanno a posizionarsi con<br />
merito accanto agli storici titoli della band,<br />
specie quelli degli anni ’80, che troveranno<br />
naturalmente ampio spazio in scaletta.<br />
WEB: cinquegiorni.it<br />
@: info@cinquegiorni.it<br />
Lunedì al Teatro Due il primo appuntamento con “Shades of Women”<br />
Non è un paese per donne<br />
Le violenze, i soprusi, i diritti<br />
negati e quelli auspicati<br />
L’universo femminile visto da<br />
trenta fra le più affermate<br />
fotografe internazionali<br />
L<br />
a fotografia arriva a teatro<br />
e racconta il mondo<br />
attraverso gli occhi delle<br />
donne. Il 22 ottobre si inaugura<br />
“Shades of Women” al<br />
Teatro Due con ingresso libero<br />
(si replica il 5 e il 19<br />
novembre, il 3 e il 17 dicembre).<br />
La seconda edizione di<br />
questo festival - ideata dalla<br />
fotografa romana Ilaria Prili<br />
- si prospetta speciale, aperta<br />
com’è alle immagini delle pluripremiate<br />
fotografe internazionali<br />
Sarah Elliott, Simona<br />
Ghizzoni, Bénédicte Kurzen,<br />
Ilvy Njiokiktjien, Laerke Posselt,<br />
Alisa Resnik Lana Slezic.<br />
<strong>Cinque</strong> lunedì di proiezioni e<br />
musica, accompagnate da letture<br />
di testi, toccano temi diversi,<br />
le violenze e i soprusi,<br />
i diritti negati e le lotte per i<br />
diritti auspicati. Ma c’è anche<br />
spazio per la famiglia e l’amore,<br />
la bellezza e la speranza.<br />
La fotografia diventa un racconto<br />
della realtà, «fotografia<br />
non soltanto come fatto estetico-cronachistico,<br />
ma anche,<br />
e forse soprattutto, come arte<br />
capace di indagare la psicologia<br />
dell’uomo nel suo vivere<br />
qui ed ora, nella prospettiva<br />
affascinante dei valori e dei<br />
problemi dell’essere», spiega<br />
la Prili, curatrice della mostra.<br />
Le fotografe coinvolte dal<br />
progetto hanno ottenuto prestigiosi<br />
riconoscimenti partecipando<br />
al WorldPress Photo,<br />
il più importante premio<br />
dedicato al fotogiornalismo<br />
internazionale, al Pictures of<br />
the Year International, al Prix<br />
de la Photographie Paris, al<br />
New York Photo Awards, e a<br />
molti altri. I luoghi del mondo<br />
coinvolti dalle immagini sono<br />
quelli in cui si sta scrivendo<br />
la storia contemporanea,<br />
come le terre della Primavera<br />
Araba (Nadia Shira Cohen) o<br />
la Georgia (Rena Effendi).<br />
Ma lo scopo del fotogiornalismo<br />
è spesso quello di narrare<br />
storie nascoste, lontane<br />
dai riflettori. Così Simona<br />
Ghizzoni racconta la tragedia<br />
silenziosa e dimenticata del<br />
Sahara Occidentale attraverso<br />
le testimonianze delle pri-<br />
Il lavoro negli scatti di due Women@work<br />
Inaugura stasera - dalle 19 alle 22 alla Galleria Gallerati<br />
- la collettiva fotografica “Women@work”, di<br />
Claudia Corrent e Arianna Sanesi. A cura di Valentina<br />
Isceri, l’esposizione si compone di due progetti distinti<br />
che indagano il “lavoro”, tema portante del Festival<br />
Internazionale di Fotografia di quest’anno. Filo conduttore<br />
del lavoro delle due reporter è senza dubbio<br />
l’immigrazione. “Vorrei”, della Corrent, racconta infatti<br />
la vita e la speranza di occupazione futura dei giovani<br />
stranieri, fornendo una sorta di libretto anagrafico o<br />
libretto di lavoro delle ambizioni di ognuno di loro; “Lu”, il documentario realizzato<br />
dalla Sanesi, è invece un work in progress sulle donne che arrivano in Italia dai<br />
paesi dell’Est per garantire alla propria famiglia d’origine una condizione migliore. La<br />
mostra nelle sale di Via Apuania è visitabile fino al 9 novembre. L’ingresso è libero.<br />
gioniere sopravvissute, mentre<br />
Sofie Amalie klougart racconta<br />
della base militare danese<br />
dove si addestrano i<br />
soldati destinati all’Afghanistan,<br />
cui fa da controcanto il<br />
lavoro di Lana Slezic dedicato<br />
proprio alle donne che vivono<br />
nelle terre afghane. Particolarmente<br />
azzeccata la dimensione<br />
tridimensionale del percorso,<br />
calibrato attraverso<br />
linguaggi diversi che si integrano<br />
e costruiscono una armonia<br />
di significati tra musica,<br />
immagini e letture.<br />
Daniele Stefanoni<br />
La band presenta il nuovo<br />
album “Niente di serio”