CITTàA OSTACOLI - Cinque Quotidiano
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La cooking<br />
therapy<br />
riaccende<br />
la passione<br />
sabato 20 ottobre 2012 19<br />
La passione si riaccende cimentandosi insieme ai fornelli. Secondo un nutrito gruppo di esperti, la cooking<br />
therapy rappresenta la ricetta migliore per restituire un pizzico di pepe al rapporto di coppia e riscaldare<br />
quella complicità e quell’intesa ormai raffreddate. Il 52% degli oltre 90 sessuologi, psicologi e chef intervistati<br />
per l’indagine del Polli Cooking Lab, l’osservatorio internazionale creato dall’omonima azienda italiana,<br />
sostiene che il rapporto tra cibo ed eros rivitalizza l’armonia di coppia. Dallo studio emerge che attraverso<br />
la preparazione di piatti semplici, genuini e gustosi, l’uomo ha la possibilità di stupire (58%) la propria<br />
lei, coinvolgerla in un gioco di seduzione (45%), stimolando tutti i suoi sensi (37%). E così la casa si trasforma<br />
in un luogo di conquista, battendo perfino le discoteche (37%) e le località turistiche (34%), riuscendo a<br />
offrire più intimità (65%), più tranquillità e concedendo maggiore spazio al “gioco” (58%).<br />
Vaniglia<br />
LA RICETTA<br />
Cuore rosa con<br />
crema alla vaniglia<br />
INGREDIENTI PER 6 PORZIONI<br />
Impasto:<br />
■ 200 g di burro ammorbidito<br />
■ 20 g di zucchero<br />
■ 1 bustina di zucchero vanigliato<br />
■ 4 uova<br />
■ 200 g di farina<br />
■ 3 bustine di lievito<br />
Crema alla vaniglia:<br />
■ 1 busta di budino alla vaniglia<br />
■ 400 ml di latte<br />
■ 40 g di zucchero<br />
Glassa:<br />
■ 150 g di zucchero vanigliato<br />
■ succo di limone<br />
■ colorante alimentare rosa<br />
Decorazione:<br />
■ 200 g marmellata di arancia<br />
■ 150 g di mandorle a fette<br />
■ 3 cucchiai di zucchero<br />
A cura di<br />
Dolci della<br />
Nonna<br />
1) Mescola il burro con lo zucchero e lo zucchero<br />
vanigliato. Aggiungi le uova. Mischia la farina con il<br />
lievito e uniscili agli altri ingredienti.<br />
2) Versa il composto in una teglia imburrata a forma<br />
di cuore e metti in forno a 180 °C per circa 25 minuti.<br />
Togli la torta dal forno e mettila a raffreddare<br />
su una griglia per dolci. Taglia in due il cuore in<br />
senso orizzontale.<br />
3) Sciogli il budino in 6 cucchiai di latte. Unisci il<br />
resto del latte e lo zucchero e fallo scaldare sul<br />
fuoco. Lascia raffreddare il budino.<br />
4) Metti il primo strato della torta nell’anello a forma<br />
di cuore e spalma sopra il budino, aiutandoti con<br />
una spatola. Chiudi la torta con l’altro strato.<br />
5) Unisci e mescola lo zucchero vanigliato con il<br />
succo di limone e il colorante alimentare rosa e<br />
spalma la glassa su tutta la superficie della torta.<br />
Unisci le mandorle alla marmellata di arancia e allo<br />
zucchero. Amalgamali bene e con una spatola decora<br />
il bordo laterale della torta. Decora la torta, a<br />
tuo piacimento, con fiori e foglie di marzapane.<br />
L’essenza di<br />
Montezuma<br />
La vaniglia in antichità era già molto usata dalle popolazioni messicane:<br />
gli Atzechi preparavano una bevanda mescolando questa essenza al<br />
cacao. La leggenda narra che l’imperatore Montezuma offrì a Cortès, il<br />
conquistatore del Messico, una bevanda profumata dal gusto un po’<br />
particolare: si trattava di cioccolato profumato alla vaniglia. Così, all’inizio<br />
del 1500, Cortès la fece scoprire al resto del mondo portandola<br />
in Spagna e successivamente nel 1600 arrivò anche in Francia. La sua<br />
grande diffusione però si ebbe solo a metà del 1800 quando la sua coltura<br />
si sviluppò grazie alla scoperta del metodo d’impollinazione manuale<br />
sull’isola di Riunione. Poi i coloni esportarono la loro esperienza<br />
in Madagascar, oggi leader mondiale nella produzione di vaniglia. La<br />
vaniglia trova anche vasto impiego nella cosmesi e farmaceutica.<br />
Vivi! Vivi! Vivi! La vita è<br />
un banchetto e solo gli<br />
idioti muoiono di fame<br />
dal film “La signora mia zia”<br />
IL SOMMELIER<br />
Funghi e Meczan<br />
di Hofstatter<br />
Felice matrimonio<br />
di sapori<br />
di Simone Ginnetti<br />
simoneginnetti@libero.it<br />
V<br />
ersatili, profumatissimi. E dalla<br />
tipica tendenza amarognola. Ovoli,<br />
champignon, galletti, porcini: è<br />
autunno, tempo di funghi. Crudi o cotti,<br />
accompagnano insalate, primi piatti di<br />
pasta o riso, polenta, carne e talvolta<br />
anche il pesce. Abbinarli al vino richiede<br />
qualche accortezza e sebbene le eccezioni<br />
siano quasi sempre più delle regole, fissare<br />
un paio di punti può aiutarci a non<br />
commettere errori grossolani e a non<br />
pregiudicare il piacere del nostro palato.<br />
Evitare i tannini. Le note amaricanti dei<br />
vegetali uniti alla durezza del vino potrebberorivelarsi<br />
aspri nemicidell’armonia<br />
finale. In<br />
questo senso<br />
anche talune<br />
sensazioni vegetali,<br />
primarie<br />
ad esempio nei<br />
vitigni bordolesi,<br />
non aiutano<br />
la causa. Caratteristicaprincipale<br />
dei funghi<br />
è tuttavia l’aromaticità.<br />
Fine<br />
ma delicata, riconoscibile<br />
ma non sempre intensissima.<br />
Dovremo accompagnarla bene cercando<br />
di non prevaricarla. Se usati crudi come<br />
starters, in insalata, potremmo optare<br />
per un bianco giovane, profumato, fresco.<br />
Se invece addizionati a una langarola<br />
tartare di carne, la nostra scelta potrebbe<br />
ricadere su un vino rosato, anch’esso<br />
giovane, fruttato e saporoso. Un bianco<br />
più importante e maturo, magari dopo<br />
un passaggio in legno, potrebbe abbinarsi<br />
fieramente a un risotto ai porcini mentre<br />
un primo piatto in cui fosse previsto<br />
l’uso del pomodoro vedrebbe di buon<br />
grado la compagnia di un rosato. Uno<br />
degli accostamenti più diffusi è quello<br />
tra funghi e pinot nero. Rimanendo nella<br />
penisola, i migliori provengono dall’Alto<br />
Adige e sono adatti alle preparazioni<br />
più complesse: zuppe e sformati. Tra i<br />
miei preferiti, l’Alto Adige Meczan di<br />
Hofstatter; tra i suoi pregi si annoverano<br />
bevibilità, riconoscibilità e finezza. Rubino<br />
luminoso, tipico nei sentori di piccoli<br />
frutti rossi e rosa canina. Sorso fine e<br />
armonico, agile ma non sfuggevole, è<br />
adatto anche a chi si avvicina per la prima<br />
volta a un vitigno non propriamente<br />
immediato. Immediata è invece la sua<br />
reperibilità in enoteca e accessibile il<br />
costo, entro i 10 euro.