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L’altra<br />
edicola<br />
COSA STIAMO<br />
ASPETTANDO?<br />
LA NOTIZIA<br />
SE GLI SCIENZIATI SI DIVIDONO<br />
SULLE CONSEGUENZE DEL<br />
RISCALDAMENTO GLOBALE,<br />
UNA COSA PERÒ È CERTA:<br />
L’UOMO HA URBANIZZATO<br />
SENZA CONTROLLO TERRITORI<br />
CHE PRIMA ASSORBIVANO<br />
LE INONDAZIONI. È TEMPO<br />
DI CAMBIARE APPROCCIO,<br />
COME INSEGNA IL MITO DI<br />
ATLANTIDE.<br />
POPOLI E MISSIONE - GENNAIO <strong>20</strong>12<br />
di FRANCESCA LANCINI<br />
francescalancini@gmail.com<br />
Il 10 gennaio <strong>20</strong>11 la storia del 13enne Jordan Lucas Rice<br />
sconvolse l’Australia. Il ragazzino morì dopo aver supplicato<br />
che il fratello minore, di dieci anni, venisse salvato<br />
prima di lui. Fra dicembre e gennaio la sua città Toowoomba<br />
e tutta la regione Nord orientale del Queensland furono<br />
colpite dalle peggiori alluvioni dal 1973. In un’area estesa<br />
quanto Francia e Germania persero la vita almeno 44 persone.<br />
Il primo ministro Julia Gillard pianse in Parlamento. Da<br />
allora, nell’ultimo anno, terribili inondazioni hanno colpito<br />
ogni continente. Di alcune si è parlato, di altre meno. Spesso<br />
senza tenere conto della portata del fenomeno e delle<br />
storie umane dietro la notizia. Ad aprile lo tsunami giapponese,<br />
che proprio nella lingua locale significa «onda contro il