SENTENZA CIMINO - art 643

l’immediato attivarsi delle investigazioni per fare cessare al più presto
l’esecuzione criminosa in atto e salvaguardare gli interessi della
collettività, mediante l’urgente predisposizione di idonei mezzi di
ricerca della prova, laddove non è consentito attendere il ripristino
della normale funzionalità e disponibilità degli impianti di Procura,
attesa la gravità del pregiudizio per le indagini che soltanto la deroga
potrebbe evitare” - in senso conforme anche Cass. Sez. I 5.12.2000,
Patteri, ).
Più recentemente la Suprema Corte ha affermato che “in tema di
intercettazioni telefoniche la disciplina prevista dall’art. 268 comma 3 °
c.p.p., secondo cui le operazioni di intercettazioni devono essere
compiute esclusivamente per mezzo degli impianti installati nella
Procura della Repubblica non si riferisce, anche alle intercettazioni di
comunicazioni all’interno di un’autovettura, in quanto queste ultime
sono tecnicamente realizzabili solo a mezzo di apparecchi che siano
vicini alla fonte sonora” ( Cass. 14.1.2003 n. 1281, Barilari).
Sotto altro angolo argomentativi, una più risalente sentenza del
Supremo Collegio ha affermato che le intercettazioni ambientali non
sono equiparabili alle intercettazioni telefoniche e che il regime previsto
dall’art. 268 comma 3° c.p.p. è applicabile soltanto alle seconde e non
anche alle prime e ciò in relazione a quanto contenuto nella originaria
legge delega all’art. 2 nn. 37 e 41” ( Cass. Sez. VI 7.1.97, Pacini-
Battaglia).
Ne consegue che la motivazione adottata dal P.M. (“… attesa la
inidoneità per motivi tecnici di quelli disponibili presso questa Procura
e … attesa la sussistenza di motivi d’urgenza derivanti dal fatto che si
tratta di attività criminosa in corso di esecuzione …”) appare
assolutamente congrua e sufficiente.
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