SENTENZA CIMINO - art 643

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legittimamente acquisite dagli organi di polizia giudiziaria, riferite al P.M. e da questo poste a fondamento della richiesta di autorizzazione alle intercettazioni“ ( Cass. S.U. 21.6.2000, in riferimento all’art. 13 della legge 12 luglio 1991 n. 203). Nel caso in esame, si condividono appieno le argomentazioni svolte dal P.M. nella memoria del 31.1.2005, laddove si dà atto di un decreto di intercettazione erroneamente emesso, in data 4.2.99, sull’utenza XXXXXXXXXXX anziché sull’utenza XXXXXXXXXXX e successivamente revocato. Invero, dall’esame della documentazione allegata ai due decreti emessi ( rispettivamente in data 4.2.1999 e 26.2.1999), ed in particolare della nota congiunta della Criminalpol –Squadra Mobile di XXXXXXXXXXX del 26.1.1999, e della nota congiunta della Squadra Mobile di XXXXXXXXXXX – Squadra Mobile di XXXXXXXXXXX del 25.2.1999, documentazione richiamata sia dal P.M. che dal GIP, si evincono gravi indizi in ordine al reato di cui all’art. 74 D.P.R. 309/90, con riferimento ai ripetuti contatti fra XXXXXXXXXXX e ai sospetti movimenti degli stessi. 6) In relazione alla dedotta inutilizzabilità del decreto di intercettazione d’urgenza del P.M. datato 26.2.1999 sull’utenza cellulare XXXXXXXXXXX in suo a XXXXXXXXXXX per omessa motivazione circa le ragioni di urgenza che avrebbero indotto il P.M. ad emettere il decreto si rileva che, come si evince dalle richiamate note Criminalpol –Squadra Mobile di XXXXXXXXXXX del 26.1.1999, e della nota della Squadra Mobile di XXXXXXXXXXX – Squadra Mobile di XXXXXXXXXXX del 25.2.1999, in quel contesto investigativo vi era un’attività criminale in pieno svolgimento che 48
imponeva di effettuare senza ulteriore indugio le pregnanti attività di captazione adottate. 7) In relazione, infine, ai rilievi dedotti sulla tardività del decreto di proroga emesso dal GIP in data 12.4.1999, e dei successivi, si osserva che dal verbale di avvenuta intercettazione delle conversazioni sull’utenza telefonica in contestazione, della Squadra Mobile di XXXXXXXXXXX del 14/12/1999, risulta che le intercettazioni de quo hanno avuto effettivo inizio in data 5.3.1999, e non in data 26.2.1999. Da ciò consegue che il prescritto termine di quaranta giorni va computato a decorrere dalla suddetta data del 5.3.1999 e che il decreto di proroga, del 12.4.1999, deve pertanto ritenersi tempestivo. 8) In relazione ai rilievi di inutilizzabilità del decreto di intercettazione n.. 296/99 relativo alle conversazioni effettuate all’interno degli uffici del XXXXXXXXXXX per omessa motivazione in ordine all’insufficienza o alla inidoneità degli impianti istallati negli uffici della Procura della Repubblica, ci si riporta alle considerazioni già svolte al punto 1). P . Q . M. Dichiara l’utilizzabilità delle trascrizioni delle intercettazioni in premessa indicate. Visto l’art. 511 comma 5° c.p.p., si indicano quali atti utilizzabili ai fini della decisione gli atti originariamente contenuti nel fascicolo del dibattimento, quelli successivamente e legittimamente acquisiti nel 49
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