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pag. 1-75 OCSE-PISA:05-P427-445 verde acido - Sei

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14<br />

STRUMENTI DI LETTURA<br />

La storia<br />

L’incipit è quello tipico di tanti<br />

racconti del soprannaturale e<br />

dell’orrore, inteso a rafforzare la “veridicità”<br />

di una vicenda che, dopo poche battute,<br />

si rivela invece fantastica. In questi<br />

casi il narratore premette che la storia che<br />

il lettore si sta accingendo a leggere è un<br />

resoconto di pura verità, essendone egli<br />

stato protagonista e testimone diretto, e<br />

che con il presente scritto intende dissipare<br />

gli equivoci intorno a una certa vicenda<br />

dai contorni oscuri. Sennonché,<br />

nello specifico, la minacciosa presenza all’origine<br />

della vicenda non si presenta<br />

sotto le sembianze di un’entità soprannaturale<br />

né come un’orripilante creatura generata<br />

dalle oscurità della terra e neppure<br />

nelle vesti di un sanguinario serial killer.<br />

Essa assume, in questo caso, la più inoffensiva<br />

sembianza immaginabile, quella di<br />

una minuscola, banale (benché, volendo,<br />

leggermente ripugnante) gomma da masticare.<br />

L’innocuo “vizio” di masticare la<br />

gomma, il chewing-gum americano, si trasforma<br />

però in un vero e proprio incubo,<br />

angoscioso e ossessivo, ancor più sconvolgente<br />

in quanto la vittima predestinata è il<br />

figlio del narratore stesso, un tenero<br />

bimbo di otto anni.<br />

Il personaggio<br />

narratore<br />

L’impressione di veridicità della vicenda è<br />

rafforzata dal fatto che l’io narrante sembra<br />

essere facilmente identificabile con la<br />

V. Jacomuzzi, R. Miliani, F.R. Sauro, Trame - Dalla comprensione del testo alla scrittura © SEI 2010<br />

figura dell’autore reale del racconto,<br />

John Steinbeck, il quale soggiornò ripetutamente<br />

a Parigi insieme alla famiglia.<br />

Il protagonista, infatti, è uno scrittore, e<br />

uno scrittore di successo, a giudicare dall’alto<br />

profilo residenziale della sua dimora<br />

parigina e dal numeroso seguito di<br />

persone di servizio. Inoltre, nella realtà,<br />

Steinbeck aveva effettivamente un figlio<br />

di nome John, nato nel 1946 e che perciò,<br />

all’epoca della stesura del racconto,<br />

aveva la stessa età del John masticatore di<br />

chewing-gum.<br />

Le tecniche<br />

narrative<br />

Benché il racconto sia costruito come<br />

un tipico racconto di “orrore quotidiano”<br />

e narri una vicenda angosciosa,<br />

nella quale un incubo ritorna ossessivamente<br />

ad assillare personaggi “reali” calati<br />

in una realtà quanto mai “normale”,<br />

il fatto che il “mostro” persecutore sia<br />

una banale gomma da masticare introduce<br />

una forte componente ironica e satirica.<br />

Siamo, anzi, in presenza di due<br />

piani di lettura ben distinti: il chewinggum,<br />

sembra voler suggerire l’autore,<br />

proprio per la sua banale inoffensività è<br />

il simbolo più adatto per esprimere le<br />

subdole insidie del moderno consumismo,<br />

che sotto apparenze allettanti insinua<br />

tra le pieghe della vita quotidiana, a<br />

partire da quella dei bambini, gli invisibili<br />

tentacoli della manipolazione psicologica<br />

di massa.

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