pag. 1-75 OCSE-PISA:05-P427-445 verde acido - Sei
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Ben presto, Millie sarebbe morta, morta. Morta!<br />
Millie non sarebbe stata più una stupida. Millie non l’avrebbe più mandato<br />
in bestia con la propria sbadataggine. Millie sarebbe stata un cadavere!<br />
Lei tornò di sopra ed entrò in punta di piedi nella stanza.<br />
Ormai l’alcool aveva fatto il suo effetto, ed Henry non poteva muovere<br />
nemmeno la testa. Ben presto, sarebbe sopraggiunta l’incoscienza totale,<br />
ed egli avrebbe lasciato completamente il corpo, per precipitare in una<br />
oscurità eccitante.<br />
Riusciva a vedere soltanto le spalle e la testa di Millie, quando la donna entrava<br />
nel suo campo visivo. Era piuttosto seccato. Lei aveva ancora quelle<br />
linee attorno alla persona, e sulla faccia un’espressione assorta, che Henry<br />
ricordava d’averle già visto nel corso di qualche impresa domestica particolarmente<br />
difficile.<br />
Millie spense la luce, poi si diresse verso la finestra. Henry, a questo punto<br />
interessatissimo, la vide tirar su la veneziana.<br />
Poi, con sua grande meraviglia, udì un fruscio di carta; non un fruscio qualsiasi,<br />
ma uno particolare e a lui ben noto, che aveva udito centinaia di volte.<br />
Improvvisamente lo individuò. Carta adesiva. Millie aveva in mano il<br />
grosso rotolo di carta adesiva che lui usava in negozio.<br />
Era talmente indignato contro di lei, che, per qualche istante, non si domandò<br />
nemmeno che cosa stesse facendo la moglie; solo quando la vide<br />
profilarsi contro la seconda finestra, intuì. Millie stava tappando le fessure.<br />
Il suo fantasma rise di nuovo. Lo spiffero! Sciocca, stupida Millie che davvero<br />
aveva creduto alla storia dello spiffero.<br />
Lei riabbassò le veneziane e riaccese la luce. Aveva la solita faccia mite e<br />
inespressiva, il solito sguardo vuoto e insulso.<br />
Il marito la vide andare alla toletta, muoversi indaffarata, come sempre<br />
quando si occupava delle faccende domestiche.<br />
Ancora una volta, il fenomeno che aveva notato a tavola lo colpì. Vide la<br />
mano di lei e ciò che conteneva: li vide con chiarezza a causa del contorno<br />
nerissimo, più che mai in contrasto con la tovaglietta candida della toletta.<br />
Millie stava posando sul ripiano due pezzi di carta: uno bianco, con l’orlo<br />
frastagliato, uno celeste di forma a lui nota.<br />
Il fantasma di Henry Brownrigg si agitò nella sua prigione: ora il corpo<br />
aveva cessato di essere un’entità trascurabile, era diventato una bara, una<br />
bara sigillata, di piombo, che lo soffocava nel suo inanimato involucro.<br />
Lottò per liberarsi, per ridare vita e peso alla propria potenza, per muoversi.<br />
Millie sapeva!<br />
Il foglietto bianco con l’orlo frastagliato era una lettera di Phyllis tolta dal<br />
cassettino della farmacia, e quello azzurro – ora se ne ricordava – era il biglietto<br />
che lui le aveva lasciato nella vaschetta mal lavata.<br />
Rivide le proprie parole scarabocchiate a matita, con tanta chiarezza, come<br />
se avesse posseduto un obiettivo telescopico.<br />
«Cara Millie, credo di essermi spiegato abbastanza, vero?».<br />
E poi la firma, un «Henry» con tanto di svolazzo. Pensare che quando l’aveva<br />
scritto si era sentito così soddisfatto di sé!<br />
V. Jacomuzzi, R. Miliani, F.R. Sauro, Trame - Dalla comprensione del testo alla scrittura © SEI 2010