Sulle orme della salamandra - IL TULIPANO

a Robert ricordava prepotentemente quello di sua madre.
Terence era stordito. D'improvviso catapultato in un
incubo da cui i suoi piccoli occhi smarriti cercavano inutilmente
di dileguarsi proiettando immagini appannate,
distorte e sempre più offuscate, come a cercare sollievo
nell'oblio; finché non svenne.
Bernard si impressionò mostrando tutta la sua agitazione
a Robert che, già con la testa altrove, riconobbe
quella come un’episodica crisi lipotimica passeggera.
Con lo vista concentrata a scrutare lungo pareti della
libreria poco distante, intanto gli sollevava leggermente
le gambe appoggiandole sopra il bracciolo. Gli slacciò
il colletto e inclinò il busto di lato calcolando che di lì a
poco avrebbe preso a vomitare.
Infatti, proruppe in un conato, e poi un altro. Con il
volto arrossato e le labbra tremolanti sputò sul pavimento
ultime stalattiti di succhi gastrici e muco oltre le
labbra livide. Robert gli pulì la bocca e gli rinfresco la
fronte con una salvietta inumidita. Osservò che rimaneva
incosciente quindi gli aprì la bocca stringendogli le
guance e gli posizionò un paio di zollette sotto la lingua.
Valutò che ci avrebbe impiegato almeno una
mezz’oretta a riprendersi.
Si mosse, dunque, in direzione della libreria finché
osservando tra gli ultimi ripiani non gli sembrò di riconoscere
ciò che stava cercando. Prese la scaletta mentre
da sotto Bernard, con sguardo paziente, lo vedeva elevarsi
fino alla cima e poi allungarsi con il braccio di oltre
un metro. “Eccoti, ti ho trovato!”
Scese mettendo qualcosa in tasca poi cercò Philip
Deforait sulla rubrica del suo iPhone.
Rispose al primo squillo una donna.
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