Sulle orme della salamandra - IL TULIPANO

art atautiS .aibimaN alled atudreps enoiger
anu ni ommavirrA
Arrivammo in una regione sperduta della Namibia.
Situata tra l’Angola e lo Zambia. La nostra missione
aveva luogo in un’area chiamata Dito di Caprivi.
“Il Dito di Caprivi” - rilesse Robert.
“Il dito, dunque è la parola chiave.” - suggerì Philip.
“A proposito.” - continuò.
“Robert, hai guardato attentamente il dito?”
“Guardato, attentamente?” - sobbalzò Robert.
“Che sbadato, Terence, per piacere, mostrami il dito.”
- Terence aprì la mano e consegnò l’anulare a Robert.
“Solo una curiosità, Terence, tua moglie è mancina?”
- domandò Robert prendendolo con estrema cautela.
“Sì, senor, porque me lo chiede?”
“Niente di importante.” - Lo rassicurò concedendogli
un sorriso amichevole.
Girò quel piccolo arto che accoglieva la fede nuziale
osservandolo dalla parte che dai legamenti collaterali
era stato distaccato dal metacarpo con chirurgica precisione.
In corrispondenza dell’alloggiamento tra la prima falange
e le carni molli circostanti risplendeva e sporgeva
appena, quasi invisibile, un oggetto metallico. Robert
sfregò meticolosamente con i polpastrelli ruotando il
lembo di pelle in cui terminava il moncone. Non appena
una discreta parte di quel corpo estraneo fu visibile,
Robert lo estrasse delicatamente con le dita.
“Una chiave. Una minuscola chiave”
71