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>FUORI PORTA<<br />
Rifi nanziata la legge sugli oratori<br />
<strong>L'Azione</strong> 9 MARZO 2<strong>01</strong>3<br />
Corresponsabilità educativa<br />
Proseguono gli incontri sul rapporto genitori, insegnanti ed alunni<br />
di ADELE GIOIA<br />
gestione del con-<br />
itto nel rapporto<br />
genitori, insegnan- “La<br />
ti, alunni” e “Come<br />
costruire una relazione positiva:<br />
i problemi da risolvere insieme”<br />
sono stati gli argomenti trattati<br />
da due psicologhe terapeute – il<br />
primo – e da una dirigente psicologa<br />
e formatrice, il secondo.<br />
I loro interventi si sono integrati<br />
ef cacemente; se ne offre una sintesi<br />
breve e, purtroppo, riduttiva.<br />
Oggi educare è particolarmente<br />
dif cile perché la società è ferita<br />
da indifferenza, dal privilegiare<br />
il tornaconto, dalla corruzione,<br />
dall’assenza di valori condivisi.<br />
Questa amara percezione della realtà<br />
induce spesso ad atteggiamenti<br />
aggressivi, di sola protesta, ai quali<br />
è doveroso contrapporre l’alleanza<br />
educativa di tutti quelli – singoli ed<br />
associazioni – che sono consapevoli<br />
della responsabilità che hanno per<br />
la crescita integrale delle nuove<br />
generazioni. Famiglia e scuola<br />
sono, di diritto, gli attori principali<br />
nell’assolvimento di questo compito,<br />
in ruoli diversi: fondativi di<br />
valori e di comportamenti corretti e<br />
collaborativi quello della famiglia,<br />
di istruzione e formazione culturale<br />
e civica, quello della scuola. Nella<br />
scuola, genitori e docenti debbono<br />
imparare ad interagire, rispettando<br />
PSICOLOGICA...MENTE<br />
a cura della psicologa Valeria Catufi<br />
nella prassi quotidiana regole di<br />
comportamento e di rispetto reciproco,<br />
in un clima di collaborazione<br />
leale, sereno, costruttivo. La ducia<br />
reciproca deve condurre ad un’intesa<br />
tale da rendere possibile, da una<br />
parte e dall’altra, il cambiamento<br />
dei comportamenti che ostacolano<br />
un’intesa reale. Pregiudizi e preconcetti<br />
rendono molto dif cile, nella<br />
realtà, il raggiungimento di questa<br />
meta. La simulazione di<br />
un incontro-scontro tra<br />
una mamma, un’alunna<br />
ed una docente (realizzata<br />
con l’aiuto volontario<br />
di alcuni partecipanti<br />
all’incontro) ad<br />
opera delle terapeute<br />
Anna Rosati e Laura<br />
Cascia, ha reso evidenti<br />
le difficoltà che si<br />
veri cano nei rapporti<br />
tra genitori, docenti,<br />
alunni, in occasione dei<br />
colloqui. La studentessa<br />
lamenta l’incomprensione della<br />
docente, la mamma grida per la<br />
sottovalutazione della propria glia<br />
e per la sostanziale incapacità della<br />
docente che, a sua volta, è determinata<br />
a sottolineare la debolezza<br />
della studentessa e la propria valida<br />
professionalità. Un quadro spesso<br />
vicino alla realtà. Come se ne esce?<br />
Strumento indispensabile è una<br />
comunicazione reale, unica base<br />
per un ascolto autentico; l’uso di<br />
Le fi abe sono solo per i piccoli?<br />
Durante un laboratorio che prevede l’utilizzo<br />
della aba con pazienti psichiatrici<br />
adulti, mi hanno domandato: “Ma utilizzare<br />
le abe con gli adulti non è infantile?”<br />
I motivi per cui ci si avvicina alle abe,<br />
anche da adulti, oltre che da bambini/e,<br />
possono essere molti. Fin dall’antichità<br />
erano note le potenzialità contenute in storie<br />
e racconti, basti pensare che Platone, attraverso<br />
‘il mito della caverna’ dispiegò la sua<br />
intera teoria loso ca. Da sempre si conosce<br />
quanto una narrazione possa alleviare il<br />
dolore, ridurre l’ansia, scacciare le paure, la<br />
rabbia, stimolare forza e volontà. Attraverso<br />
le narrazioni si trasmettono regole, precetti<br />
educativi, credenze e valori sociali/individuali.<br />
Favole e abe sono metafore delle<br />
norme comunemente condivise: si pensi<br />
alle abe per adulti di Esopo e di Fedro<br />
che si concludono sempre con una morale.<br />
Le abe sono utilizzabili quando si cerca<br />
di spiegare un concetto astratto, quando<br />
si vogliono trasmettere nozioni o dare informazioni:<br />
si lasciano scoprire poco alla<br />
volta, rendendo l’informazione o il con-<br />
Da cinque anni nelle Marche esiste<br />
una legge speci ca sugli oratori,<br />
circa 300 sul territorio, che è stata<br />
ri nanziata alla ne di gennaio con<br />
600mila euro. Nello scorso anno<br />
questi fondi sono stati utilizzati<br />
per progetti che hanno riguardato<br />
la formazione degli operatori; lo<br />
svolgimento di ricerche e sperimentazione<br />
di attività e metodologie<br />
d’intervento, soprattutto a carattere<br />
innovativo; la realizzazione di percorsi<br />
d’integrazione e recupero a<br />
favore di soggetti a rischio emarginazione<br />
sociale, devianza in ambito<br />
minorile o giovanile, con disabilità;<br />
cetto più interessante e mantenendo sempre<br />
l’attenzione dell’ascoltatore, capaci come<br />
sono di parlare un linguaggio universalmente<br />
comprensibile. Secondo la concezione degli<br />
allievi di Rudolf Steiner, un antroposo sta,<br />
con il racconto della aba si esce per un momento,<br />
ogni giorno, dalla frenesia del tempo<br />
quotidiano, dando spazio alla calma di chi<br />
narra e al silenzio di coloro che ascoltano.<br />
C’è un genere di abe che può essere de nito<br />
sociale, perché al loro interno vengono analizzati,<br />
anche sotto forma fantastica, alcuni fra i<br />
problemi e i con itti dei nostri tempi, spesso<br />
poco chiari ai bambini ma ben comprensibili<br />
agli adulti. Basta pensare a ‘Il Piccolo<br />
Principe’ di Antoine De Saint-Exupèry, che<br />
incontra uomini d’affari schiavi del denaro,<br />
spregiudicati e privi di ogni sensibilità umana<br />
e con potenti re che non considerano l’uomo<br />
una persona ma una cosa, e che nisce con il<br />
rimanere da solo. Il Piccolo Principe insegna il<br />
valore di ‘addomesticare’ nel senso di ‘creare<br />
dei legami’ con le creature che ci circondano<br />
valorizzandole, anche se sembrano piccole,<br />
insigni canti, uguali a tante altre, poiché por-<br />
il funzionamento degli enti come<br />
parrocchie, altri enti ecclesiastici<br />
della Chiesa cattolica, associazioni<br />
nazionali cattoliche degli oratori,<br />
ovviamente per attività oratoriali. Di<br />
particolare rilievo è stato il corso di<br />
formazione regionale per formatori<br />
degli oratori “Formati 3” (Forum<br />
Oratori Marche) promosso dalla<br />
Conferenza episcopale marchigiana,<br />
unitamente all’Associazione<br />
Amici del Centro Giovanni Paolo<br />
II, in accordo con tutti i referenti<br />
diocesani. Per il 2<strong>01</strong>3 tra i progetti<br />
in cantiere c’è “Oratorio dove sei”,<br />
promosso dal Forum Oratori Marche<br />
un linguaggio pacato, la capacità di<br />
riconoscere la propria parte di torto,<br />
il saper porre le domande giuste<br />
per conoscere e comprendere quali<br />
siano le modalità per rispondere<br />
alle giuste esigenze dei gli-alunni.<br />
E’ questa comunicazione vera<br />
che rende possibile e grati cante<br />
l’incontro di genitori e docenti che<br />
dovrebbero porsi, insieme, di fronte<br />
al glio-studente, per riuscire a<br />
conoscerlo nella sua complessità,<br />
guardandolo sulla base dei rispettivi<br />
angoli visuali, con attenzione,<br />
evidente anche dall’espressione<br />
del volto con empatia, senza condiscendenza<br />
arrendevole, ma con<br />
fermezza nel proporre impegni da<br />
assumere e regole da rispettare. E’<br />
questo il cammino da percorrere<br />
– disponibili sempre alla veri ca<br />
del proprio operato – per dare al<br />
glio-alunno: consapevolezza di<br />
(www.forumoratorimarche.it) con la<br />
supervisione scienti ca dell’Istituto<br />
Teologico marchigiano.<br />
Alleanze educative. “La legge sugli<br />
oratori è stata un punto di partenza<br />
ma anche un riconoscimento del<br />
cammino fatto dalle nostre comunità<br />
nelle diocesi - afferma don Francesco<br />
Pierpaoli, coordinatore del<br />
Forum degli oratori marchigiani -.<br />
Questo riconoscimento ha rilanciato<br />
le alleanze educative, si è creato un<br />
circolo virtuoso e si sono realizzate<br />
sinergie molto positive con gli<br />
ambiti territoriali sociali e con la<br />
realtà degli immigrati sul territorio:<br />
sé, capacità di affrontare le prove e<br />
le dif coltà che incontrerà, dotato<br />
delle ‘competenze’ che gli consentiranno<br />
di essere protagonista consapevole<br />
delle scelte da compiere e<br />
da perseguire con costanza. E’ da<br />
ricordare che sono diversi i doveri<br />
di genitori e docenti; li accomuna il<br />
compito di condividere un percorso<br />
dif cile che, condotto da un amore<br />
autentico, consentirà il successo del<br />
loro impegno. Educare<br />
è difficile, è<br />
vero, ma è altrettanto<br />
dif cile per i -<br />
gli-alunni, la fatica<br />
dell’apprendere e<br />
quella del crescere e<br />
conoscersi nel loro<br />
essere, per quello<br />
cui aspirano. Gli<br />
adulti non devono<br />
ignorare questa fatica,<br />
ma sostenerla e<br />
guidarla con amore<br />
vigile, con grande<br />
attenzione alle reazioni e a quanto<br />
accade loro intorno, ai silenzi che<br />
vanno talora riconosciuti come<br />
segni di vero disagio e di tormentose<br />
incertezze. Una carezza non<br />
distratta, una domanda non casuale,<br />
motivata da genuino interesse alla<br />
loro interiorità, li sosterrà, incoraggiandoli.<br />
Bisognosi di tutto questo,<br />
in modo del tutto particolare, i<br />
ragazzi che vivono la separazione<br />
dei genitori, con ansia profonda,<br />
tatrici di vita. Fare abe non signi ca sfuggire<br />
dal mondo, ma trovare delle chiavi per capire<br />
la realtà, l’essenza della vita.<br />
Le abe sono relazione, rapporto e comunicazione;<br />
la loro narrazione può avere effetto<br />
terapeutico in quanto si prende cura del<br />
rapporto con il bambino e, dal momento che<br />
con le abe ci si dedica a qualcuno, si rinsaldano<br />
delle relazioni esistenti. Le abe e le<br />
favole favoriscono elasticità emotiva, data dal<br />
passaggio da un contesto relazionale esterno<br />
a una realtà personale interna, da un collegamento<br />
tra reale e immaginario, passando<br />
dall’esperienza concreta di invenzioni alla<br />
ri essione collettiva. Attraverso la aba si può<br />
tradurre e trasmettere al bambino, ma anche<br />
all’adulto, qualunque messaggio concreto,<br />
ma anche astratto, e quindi più dif cile per<br />
lui da comprendere: un sentimento, un valore,<br />
un’idea. Percorrere una aba è come entrare in<br />
un bosco e lasciarsi trascinare dai suoi colori<br />
e dai suoi profumi: è un mondo incantato,<br />
dove tutto è possibile, ma non prevedibile,<br />
scontato o banale, è un mondo dove il rito<br />
è tutt’uno con il magico, dove l’imprevisto<br />
diventa determinante, dove la realtà è la fantasia<br />
e la fantasia è la realtà, dove la potenza<br />
dell’immaginario non diventa onnipotenza,<br />
ma genera possibilità, apre delle porte, traccia<br />
delle strade, favorisce delle scelte, prospetta<br />
cioè dei percorsi evolutivi.<br />
basti pensare che su 18mila ragazzi<br />
censiti, che frequentano le realtà oratoriali,<br />
il 10% è costituito da giovani<br />
che appartengono ad altre religioni”.<br />
Il coinvolgimento delle famiglie.<br />
“Con questa legge le istituzioni hanno<br />
capito la valenza di questi luoghi<br />
- nota la vice coordinatrice degli<br />
oratori della diocesi di Fabriano-<br />
Matelica, Elisabetta Cammoranesi<br />
- che a livello sociale sono un punto<br />
di riferimento per l’intera famiglia”.<br />
Questo è tanto più vero in un territorio<br />
come quello fabrianese, dove<br />
la crisi economica si è fatta particolarmente<br />
sentire e spesso gli oratori<br />
sono diventati sede di corsi di cucito,<br />
d’informatica e altri, per adulti disoccupati<br />
o in cassa integrazione.<br />
“Negli ultimi anni, da quando sono<br />
talvolta con senso di colpa nel<br />
timore di essere la causa del loro<br />
allontanarsi. I docenti hanno, anche<br />
in questo, una grande responsabilità:<br />
quella di comprendere che,<br />
talvolta, comportamenti devianti o<br />
di opposizione degli alunni, sono il<br />
tentativo di richiamare l’attenzione<br />
su di sé o di cercare una qualche<br />
affermazione per sentirsi grandi,<br />
importanti. Allora si dovrà inventare<br />
l’occasione per lodarli in quel<br />
che sanno fare, per renderli consapevoli<br />
di far parte di un gruppo<br />
unito, solidale: la classe. La scuola<br />
dovrà dare un approdo di sicurezza<br />
e di solidarietà a questi ‘relitti’<br />
dell’incapacità di amore, dell’egocentrismo<br />
egoistico di alcuni<br />
adulti. Le relatrici, in particolare<br />
la formatrice Cinzia Mion, hanno<br />
catturato l’attenzione e l’interesse<br />
dei numerosi presenti. L’incontro<br />
dell’8 marzo alle ore 18 presso<br />
l’Istituto Marco Polo, condurrà alla<br />
conclusione di quelli programmati<br />
dall’Associazione ‘Genitori in crescita’,<br />
in collaborazione con l’Aimc<br />
e l’Uciim e con i dirigenti degli<br />
Istituti Comprensivi di Fabriano,<br />
si tratterà il tema “Corresponsabilità<br />
educativa: impegno, dif coltà,<br />
speranze”. Lo tratterà il professore,<br />
dirigente e docente universitario<br />
Piero Cattaneo, sulla base della<br />
sua infaticabile esperienza nella<br />
realizzazione di questo dif cile,<br />
ma ineludibile obiettivo.<br />
Le storie possono essere considerate<br />
come un ponte gettato dall’età adulta<br />
verso l’infanzia e viceversa, tramite il<br />
quale è possibile passare dall’una all’altra<br />
dimensione senza alcuna limitazione.<br />
Tutte le abe possono essere usate a scopo<br />
terapeutico perché riproducono tappe<br />
fondamentali dello sviluppo individuale e<br />
diventano metafore della storia dell’umanità,<br />
ma possono essere anche un metodo<br />
per rilevare i tratti della personalità infantile<br />
e per avere un quadro più completo sulla<br />
maturazione dell’individuo. In ogni racconto<br />
si possono riconoscere caratteristiche<br />
evolutive come la successione temporale,<br />
la gradualità, il superamento dei vincoli<br />
esistenti, la capacità di ampliare il proprio<br />
punto di vista, la capacità di arricchire la<br />
propria dimensione cognitiva, la capacità<br />
di arricchire la propria dimensione emotiva.<br />
Nel gruppo aba, dunque, si incontrano due<br />
aspetti apparentemente slegati tra loro, ma<br />
in realtà fortemente interconnessi: i fattori<br />
terapeutici del gruppo e il valore educativo<br />
delle abe. Entrambi, combinati insieme,<br />
portano ad un giovamento nel paziente<br />
psichiatrico. Dunque, le abe, sono solo<br />
per bambini?<br />
Per riflessioni o suggerimenti potete scrivere<br />
a valeriacatufi@virgilio.it, oppure all’indirizzo<br />
de L’Azione, info@lazione.com.<br />
nate e cresciute le realtà oratoriali -<br />
sottolinea Cammoranesi - è cambiato<br />
il volto della città: i ragazzi hanno<br />
dei punti di riferimento che <strong>prima</strong><br />
mancavano, trovano dei luoghi sani<br />
di crescita e di accoglienza”. La cosa<br />
bella poi è che “gli oratori non hanno<br />
età: vengono i nonni e i genitori per<br />
aiutare e sono quindi un’occasione<br />
d’incontro tra generazioni”. La legge<br />
regionale “ci ha aiutato molto nella<br />
formazione degli operatori e nella<br />
creazione della rete”, ma gli oratori<br />
sono aperti tutti i giorni per tante<br />
ore al giorno, quindi “quello che<br />
servirebbe dalle istituzioni, non solo<br />
regionali, è un sostegno alle spese<br />
ingenti che si affrontano, comprese<br />
quelle per gli educatori quali cati,<br />
che vanno valorizzati”.<br />
28 fuori porta.<strong>indd</strong> 2 06/03/13 11.09