documento del 15 Maggio - ITE Magione
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senza virgole e senza punti, il pensiero <strong>del</strong>la notte non ha grammatica, rincorre nella<br />
fuga <strong>del</strong> tempo emozioni e sentimenti antichi che autenticamente e spudorati<br />
vogliono rivivere nell’eternità di un attimo il “flusso <strong>del</strong>la loro coscienza”. E ’ in<br />
questo spazio fruediano che anche altri autori ne hanno solcato il pensiero. Uno tra<br />
tanti, Prouste che in una tazzina sentiva l’odore dei suoi “tempi perduti”.<br />
Ma altri autori. poeti e sceneggiatori hanno bussato alla nostra porta. Sì, questa volta<br />
parlavano italiano. Il primo è stato Luigi Piran<strong>del</strong>lo.Un gigante, e geniale figura <strong>del</strong>la<br />
nostra letteratura. Ci ha dato molto, aprendoci spaccati sconosciuti Ha reso<br />
personaggi il mondo, lasciandoci nel dubbio di essere anche noi suoi stessi<br />
personaggi. Cercavano un autore i suoi, lo avevano dentro, strisciante,<br />
drammaticamente, irripetibile e senza fotocopie che ne allontanassero, scaricandolo<br />
il dramma. Insomma: prigionieri di un loro non “teatrabile destino”. Ancora, il<br />
mondo visto con gli occhi <strong>del</strong>la follia, dalle prigioni <strong>del</strong>la libertà: Enrico IV. Molti<br />
sono i richiami che quest’opera ci ripropone., primo fra tutti il metodo <strong>del</strong>le<br />
associazioni freudiani come terapia contro la follia: cosa seria, ma Piran<strong>del</strong>lo la<br />
“ridicolizza” per recuperare l’anima oltre la scienza. La fanciullezza vestita di follia<br />
contro farse travestite di cultura..<br />
Era passato anche da noi. Ma si, da Pescara a Roma, da Roma Firenze. A Perugia?<br />
Ma sì, si è dovuto per forza fermare. Un esteta <strong>del</strong>la vita e <strong>del</strong>la parola lui. Beffato<br />
dall’anagrafe. Il suo primo cognome: Rapagnetta, troppo cacofonico. Meglio<br />
D’Annunzio Gabriele: una zeta –prigioniera-? S’ì, ma tra melodie di enne e sonore e<br />
squillanti vocali di: io!!!!!!<br />
Sì, di orecchio fine, <strong>del</strong>la natura ne ascolta la melodia, nelle mani <strong>del</strong>l’amore –<br />
Ermione- . Vi si immerge, vi trasmigra l’anima –metempsicosi- fondendosi tra gli<br />
umori dei colori. E’ uno scambio di energie, una fusione che sorprende la vita<br />
nell’atto <strong>del</strong>la sua nascita, che ricrea e ricompone l’uomo: l’uno nella natura e l’altra<br />
nell’uomo. Insomma , una antica e nuova composizione consacrata dal dio<br />
Pan…ismo. Un superuomo -Ubermensch- costantemente rincorso ed affermato e che<br />
con naturale vigore contrasta e domina le miserie umane.<br />
Un cammino lastricato di tesori, il nostro. Neanche a voltar pagina che abbiamo<br />
incontrato un altro grande conoscitore <strong>del</strong>l’anima. Un’anima che tra corsi dei fiumi<br />
ed i cunicoli <strong>del</strong>le trincee immortala la morte, cercandone le ragioni nel pianto che<br />
distrugge il mondo: Giuseppe Ungaretti. Triste testimone “volontario” <strong>del</strong>la II Guerra<br />
Mondiale, Ungaretti ne ripercorre scenari e vicende topografiche ed umane – San<br />
Martino <strong>del</strong> Carso, Veglia, Fratelli- Solo alcune queste che si radicano nei sentimenti<br />
con la forza <strong>del</strong> verso e di una “parola” che concentra la potenza espressiva stessa<br />
<strong>del</strong>l’universo.<br />
L’Ermetismo, la parola che si difende e si restringe, comprimendosi in sintesi<br />
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