Gennaio_Febbraio 2008 - Comune di Pietra Ligure
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Res Publica<br />
Si è tenuta martedì 11 e mercoledì 12 <strong>di</strong>cembre scorsi,<br />
presso la splen<strong>di</strong>da cornice del nuovissimo Cinema-Teatro<br />
Comunale <strong>di</strong> <strong>Pietra</strong> <strong>Ligure</strong>, la rassegna <strong>di</strong> band musicali<br />
“Priarock”, de<strong>di</strong>cata a chi in Riviera ama eseguire brani <strong>di</strong><br />
propria composizione. Ideatore, cuore, motore dell’intero<br />
evento è Mauro Pinzone, cantante,compositore e anima<br />
della band “Pensieri Compressi”. In questa rassegna però<br />
Mauro ha scelto <strong>di</strong> non esibirsi, per dare spazio alle numerose<br />
e variegate realtà musicali locali, ed è salito sul palco<br />
solo in veste <strong>di</strong> presentatore, mostrando una professionalità<br />
e un carisma invi<strong>di</strong>abili. L’intera rassegna è aperta da<br />
“LES TROIS TETTONS”, band in giro da almeno 15 anni in<br />
Riviera con due progetti paralleli: classici del blues e tributo<br />
ai Rolling Stones. Stasera ci offrono una terza via: le loro<br />
canzoni. E l’impatto è subito eccellente: un sound caldo,<br />
americanissimo, grintoso, avvolgente, granitico. Senz’altro<br />
uno dei momenti più belli <strong>di</strong> tutto il festival. E un plauso<br />
anche al loro look: baffoni, basettoni, camicie variopinte<br />
e jeans scampanati ci scaraventano in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> 35 anni in<br />
un colpo solo! Ottimi. Dopo <strong>di</strong> loro “IL VOLO LIBERO”. Angelo<br />
Gaibazzi ha sempre una gran voce e sa scrivere testi<br />
toccanti. Interessante poi la scelta della band, fatta tutta<br />
<strong>di</strong> musicisti ‘navigati’, <strong>di</strong> usare strumenti atipici, come il<br />
fl auto o le percussioni. Forse c’è però ancora un po’ troppa<br />
<strong>di</strong>cotomia tra le intro e le chiose strumentali e le parti centrali<br />
delle canzoni, <strong>di</strong> stampo<br />
cantautorale. Gli ingre<strong>di</strong>enti<br />
sono tutti ottimi ma l’amalgama<br />
nel tempo potrà riuscire<br />
meglio. Peccato per qualche<br />
inconveniente tecnico<br />
sui suoni del basso nei primi<br />
pezzi. I “WOUNDED KNEE”<br />
sono una storica heavy-metal<br />
band che ruota dal 1992<br />
intorno alle fi gure <strong>di</strong> Fabrizio<br />
Bonanno (chitarra) e Davide<br />
Galletti (basso). A fi anco ai<br />
due co-leader sono ruotati<br />
nel tempo fi or <strong>di</strong> musicisti:<br />
cantanti, batteristi, tastieristi,<br />
seconde chitarre. In questo<br />
festival hanno presentato il<br />
nuovo cantante che ha fatto<br />
un fi gurone egregio nonostante<br />
avesse, poverino, una<br />
febbre da cavallo. Salgono sul palco i “RAFIDIA”, altra band<br />
che negli anni ha avuto mille mutazioni, tutte incentrate<br />
intorno al chitarrista, cantante, leader e autore dei brani<br />
Mattia Pacino. Ebbene, l’equilibrio che hanno trovato<br />
ora è semplicemente splen<strong>di</strong>do! Grinta, calore, esecuzioni<br />
precisissime e un sound che risente tantissimo della darkwave<br />
anni ’80, dai Cure ai Joy Division (e anche italiana.<br />
Leggasi primi Litfi ba, primissimi Timoria) ma anche con<br />
infl uenze più attuali, dai Placebo ai Muse meno sinfonici.<br />
Il cocktail risulta originale, personale e riuscitissimo.Chiudono<br />
la prima serata i “VENERE DI VETRO”, incentrati (un<br />
po’ come la band precedente) sul leader Roberto Lucido,<br />
chitarrista, cantante e compositore. Suoni taglienti, atmosfere<br />
cupe, un affi atamento e una compattezza tra i musicisti<br />
che dan vita a un muro <strong>di</strong> suono perfetto e, da non<br />
sottovalutare, dei testi bellissimi, emotivamente toccanti.<br />
Per contro, forse, un sound un po’ troppo scarno (non è<br />
facile ‘riempire’ se si è in 3) e un cantato sempre volto a<br />
portare all’estremo la tensione drammatica del tutto, col<br />
risultato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare a tratti eccessivamente teatrale.<br />
Nella seconda serata Mauro Pinzone è affi ancato nelle<br />
presentazioni sul palco dalla simpatica, professionalissima<br />
ed affascinante Sabrina <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Skylab, la ra<strong>di</strong>o ‘madrina’<br />
della manifestazione. Stavolta tocca ai “FUSI ORARI” infi<br />
ammare gli animi. E ci riescono a <strong>di</strong>r poco egregiamente.<br />
GAZZETTINO DI PIETRA LIGURE 14<br />
PRIAROCK<br />
I suoni, ineccepibili durante tutta la prima serata, forse per<br />
questa band non sono proprio perfetti: le tastiere ‘vanno<br />
e vengono’ ora altissime, ora troppo basse, le chitarre si<br />
impastano un po’ a vicenda. Ma il loro rock italiano è bellissimo,<br />
le canzoni azzeccate e vincenti e su tutti spicca la<br />
grande interpretazione vocale <strong>di</strong> Silvano Rosso. È la volta<br />
dei “SUBBUGLIO”, band <strong>di</strong> Roberto Grossi, cantautore fi -<br />
nalese fi eramente politicizzato. Dopo salgono i “PONTE DI<br />
ZAN” e ci gettano subito in un’atmosfera onirica, prima ancora<br />
<strong>di</strong> suonare già solo raccontando la leggenda che dà il<br />
nome al gruppo, una breve favola deliziosa legata ad antiche<br />
tra<strong>di</strong>zioni genovesi. Che <strong>di</strong>re? La voce <strong>di</strong> Salvo è stupenda,<br />
lui è un interprete notevole, i suoi testi sono molto<br />
fi abeschi e la band è davvero poliedrica nel passare dalle<br />
sonorità <strong>di</strong> De Andrè a un jazz un po’ latino che potrebbe<br />
persino accomunarli a Pino Daniele o a Fabio Concato,<br />
fi no al brano fi nale, “Anubi”, dove tutto si fa più rock e al<br />
tempo stesso più esotico. ZIBBA è ormai abituato a stupirci.<br />
Lo ricordavamo da ragazzino come tastierista <strong>di</strong> vari<br />
gruppi blues (tra cui i già menzionati ‘Les Trois Tettons’) ed<br />
ecco che mise su la sua prima band: “Doctor Zibba and the<br />
bad luck blues band”, dove cantava e suonava armonica<br />
e sax. E fu subito grande blues. Lo credevamo bluesman,<br />
ed eccolo come fi ne batterista dello ‘Zibba Jazz Quartet’.<br />
Pensavamo avesse trovato nel jazz la sua <strong>di</strong>mensione ed<br />
ecco arrivare ‘Almalibre’, progetto<br />
<strong>di</strong> vero rock italiano. Lo<br />
identifi cavamo come musicista<br />
ed ha aperto un locale, il<br />
‘Raindogs’, dove offre spazio<br />
a realtà musicali in<strong>di</strong>pendenti<br />
molto originali. Stasera<br />
Zibba è Zibba e basta. Un<br />
chitarrista acustico e un violoncellista<br />
ad affi ancarlo, un<br />
set <strong>di</strong> simil-batteria goffo e<br />
sgangherato apposta, testi <strong>di</strong><br />
vite amare cantati con voce<br />
cupa, ringhiosa e dolente.<br />
Chiudono i “NIGHT CLOUD”,<br />
da tutti attesissimi proprio<br />
per come sanno centellinare<br />
estremamente le loro esibizioni<br />
sul palco. Il pubblico è<br />
stupefatto, siamo <strong>di</strong> fronte<br />
un progressive rock ad alto<br />
tasso virtuosistico. La voce <strong>di</strong> Daniele Baglietto raggiunge<br />
vette altissime, gli assoli del chitarrista Bruno Di Giorgio e<br />
del tastierista Simone Piccolini si intrecciano funambolici,<br />
la granitica sezione ritmica <strong>di</strong> Andrea Torello (basso) e<br />
Daniele Rauso (batteria) sbalor<strong>di</strong>sce continuamente. Tutto<br />
all’insegna della perfezione formale. Un vero gran fi nale<br />
per una rassegna splen<strong>di</strong>da dall’inizio alla fi ne.<br />
Per concludere: sappiamo che Mauro Pinzone per organizzare<br />
questi eventi impegna tempo, energia, entusiasmo<br />
e spesso anche sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> tasca sua. Lottare per i permessi,<br />
gli allacci, i fi nanziamenti e quant’altro è sempre esasperante.<br />
Ma tutti noi speriamo che non perda mai la voglia,<br />
perché non c’è nessun altro in Riviera capace <strong>di</strong> organizzare<br />
eventi così, <strong>di</strong> dar voce a chi fa VERA musica, e nessuno<br />
sarebbe capace <strong>di</strong> farlo bene come lui. Il pubblico,<br />
alla fi ne, plaude sempre chi suona senza pensare a chi sta<br />
<strong>di</strong>etro le quinte. Invece un grande applauso e un grande<br />
grazie va a Mauro Pinzone, per l’evento che ha saputo<br />
metter su con ottimi riscontri <strong>di</strong> critica e pubblico, e al tecnico<br />
del suono Alessandro Mazzitelli, che <strong>di</strong>etro il banco <strong>di</strong><br />
mixaggio è sempre una certezza e una garanzia <strong>di</strong> qualità<br />
e che ha offerto al pubblico dei suoni stupen<strong>di</strong>.<br />
Alberto Sgarlato<br />
Associazione Culturale “Mulino degli Artisti”