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TURIDDU 30 ANNI DOPO (di Guido Gerosa, Storia ... - Misteri d'Italia

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trovava sulla soglia <strong>di</strong> casa. Da non collegare con questa catena <strong>di</strong> morti<br />

misteriose sembra quella, avvenuta per causa naturale, cioè infarto, il 4 luglio<br />

1967, curiosamente a 17 anni esatti dalla sua massima operazione militare,<br />

del generale Ugo Luca, l'architetto della fine del ban<strong>di</strong>to Giuliano. Dopo il<br />

successo della sua azione, si era ritirato in pensione e aveva l'hobby <strong>di</strong><br />

collezionare orologi.<br />

Il 5 maggio 1971 venne assassinato il procuratore della Repubblica <strong>di</strong><br />

Palermo, Pietro Scaglione: con una raffica <strong>di</strong> mitra, mentre percorreva in auto<br />

una via della capitale siciliana. Scaglione era forse depositario <strong>di</strong> un segreto.<br />

Pisciotta lo aveva chiamato nella sua cella pochi giorni prima <strong>di</strong> morire, e gli<br />

aveva forse confidato molte cose sui mandanti <strong>di</strong> Portella e sul ricamo tra<br />

mafia e politica.<br />

Il 26 <strong>di</strong>cembre 1974 vennero massacrati a raffiche <strong>di</strong> mitra Giuseppe Gulino<br />

<strong>di</strong> 71 anni, l'armiere della banda Giuliano, e la moglie Antonina.<br />

Angelo Genovese era uno dei tre famosi fratelli che avevano seguito Giuliano<br />

alla macchia: fu trucidato a colpi <strong>di</strong> lupara sul monte Sagana, teatro delle<br />

gesta del re <strong>di</strong> Montelepre, mentre i suoi fratelli Giuseppe e Giovanni,<br />

ergastolani, avevano già avuto restituita la libertà.<br />

Il 25 maggio 1975 venne ucciso a Palermo Filippo Fazzone; e, nel <strong>di</strong>cembre,<br />

Remo Corrao <strong>di</strong> Corleone, esponenti della banda che erano stati coinvolti nei<br />

sequestri <strong>di</strong> persona che servivano a finanziare l'esercito <strong>di</strong> Giuliano.<br />

L’incre<strong>di</strong>bile lista è completata da Benedetto Pecoraro, assassinato il 28 aprile<br />

1978, e da Vito Sciortino, che lo segue due giorni dopo.<br />

Da questa catena <strong>di</strong> delitti si ricava facilmente che esistono segreti<br />

gelosamente custo<strong>di</strong>ti su quella storia <strong>di</strong> trent'anni fa e che ogni piccolo<br />

spiraglio aperto anche incautamente su quella verità nascosta può costare la<br />

vita dì un uomo. Oppure ci sono vendette che maturano lentamente sotto le<br />

ceneri. «A volte si può essere uccisi per sgarri fatti trent'anni fa», ha detto<br />

Boris Giuliano, capo della Mobile <strong>di</strong> Palermo, ad Adriano Baglivo, un<br />

giornalista del «Corriere della Sera» che ha condotto una documentatissima<br />

inchiesta su questa allucinante sinfonia per un massacro. Ci sono uomini che<br />

sanno certamente, sia dalla parte della legge sia da quella della banda<br />

Giuliano, ma le bocche sono sigillate, com'è nella migliore tra<strong>di</strong>zione.<br />

Giuseppe Genovese, l'uomo che nel 1945 fece incontrare Giuliano con i capi<br />

del separatismo a Sagana, è uscito <strong>di</strong> carcere nel 1966, dopo <strong>di</strong>ciassette anni, e<br />

non ha mai aperto bocca. Gestisce una grossa azienda zootecnica vicino a<br />

Partinico. A chi gli chiede cosa fosse andato a fare Turiddu da Concetto<br />

Gallo, dal duca <strong>di</strong> Carcaci e dal barone La Motta, risponde sorridendo:<br />

«Giuliano venne a Sagana per avere cibo, pane e formaggio. Non dovevano<br />

darglielo? Scortesia sarebbe stata». E non va più in là. Tacciono tutti<br />

appassionatamente : Francesco Tinercia «bastarduni»; Giuseppe Di Misa «lu

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