TURIDDU 30 ANNI DOPO (di Guido Gerosa, Storia ... - Misteri d'Italia
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Giuseppe, rispose ironicamente: «Noi dobbiamo associarci i ban<strong>di</strong>ti perché questo<br />
fece anche Garibal<strong>di</strong>».<br />
Giuliano <strong>di</strong>ede appuntamento ai ras del separatismo sulle montagne fra<br />
Monreale e Partinico, a Ponte Sagana. Quando i palermitani arrivarono su<br />
un'auto Bianchi nell'anfiteatro scelto per il convegno, si guardarono intorno<br />
smarriti, credendo <strong>di</strong> essere caduti in trappola. Giuliano aveva scelto uno<br />
spiazzo dominato da rocce alte e <strong>di</strong>etro ogni masso e ogni spuntone <strong>di</strong> roccia<br />
sbucava la canna <strong>di</strong> un fucile. Ma il leader dei ban<strong>di</strong>ti si mostrò <strong>di</strong> buon<br />
umore e conciliante; e sfoggiò una genuina commozione quando i baroni lo<br />
nominarono sul campo colonnello dell'EVIS (Esercito volontario<br />
dell'in<strong>di</strong>pendenza siciliana). Fu ancora più felice quando gli fecero pervenire<br />
tra le montagne un'ottantina <strong>di</strong> uniformi <strong>di</strong> tipo coloniale, decorate da<br />
mostrine rosse e gialle e con il simbolo della Trinacria bene in vista.<br />
La storia del separatismo siciliano <strong>di</strong> quegli anni, o meglio <strong>di</strong> quei mesi, è<br />
ancora tutta da scrivere: e sarebbe bene farlo, anche perché si scoprirebbe che<br />
rivela paralleli inquietanti con il terrorismo e con la criminalità, sia comune<br />
sia politica, <strong>di</strong> questi ultimi anni.<br />
È certo che Turiddu e i suoi padrini si resero imme<strong>di</strong>atamente conto, nel<br />
1945, che il modo più sicuro per finanziare le operazioni <strong>di</strong> eversione politica<br />
era quello <strong>di</strong> sequestrare i gran<strong>di</strong> ricchi dell'isola. E montarono una strategia<br />
alla grande, nella quale i suggeritori furono indubbiamente personaggi <strong>di</strong><br />
molto riguardo nella sfera politica sia locale sia romana, della Roma che stava<br />
ricostruendo allora il suo perenne impero.<br />
Andrea Finocchiaro Aprile e Antonino Varvaro, gli esponenti siciliani del<br />
movimento separatista, che finirono al confino a Ponza, e Concetto Gallo,<br />
uno dei loro bracci secolari, erano pe<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> una certa importanza, ma in<br />
fondo sbia<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> fronte all'importanza del grande gioco che si svolgeva sopra<br />
le loro teste. I veri Clausewitz <strong>di</strong> questa strategia del terrore siciliana, che si<br />
rivelò pleonastica e che venne abbandonata non appena le uccisioni dei<br />
sindacalisti <strong>di</strong> sinistra ebbero affievolito lo slancio del movimento operaio<br />
dell'isola e le vittorie elettorali della Democrazia cristiana ebbero <strong>di</strong>segnato il<br />
volto dell'Italia moderata che sarebbe durata per oltre un trentennio, erano<br />
da cercarsi altrove: personaggi <strong>di</strong> grande influenza politica, uomini abituati a<br />
reggere abilmente le fila del gioco del potere tra Roma e Palermo, notabili <strong>di</strong><br />
straor<strong>di</strong>naria statura, protagonisti al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ogni sospetto e dominanti<br />
nel cielo degli intoccabili.<br />
Giuliano fu, dal 1944 al 1949 circa, lo strumento ideale <strong>di</strong> questo potere. Un<br />
ras della delinquenza temibilissimo, che in un paese governato con veri e<br />
propri meto<strong>di</strong> da dominio coloniale come la Sicilia svolgeva ad<strong>di</strong>rittura una<br />
funzione «governatoriale».