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TURIDDU 30 ANNI DOPO (di Guido Gerosa, Storia ... - Misteri d'Italia

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procurarsi in anticipo le carte topografiche della Sicilia e ad assicurarsi gli<br />

appoggi che garantivano una celere conquista. Esiste una celebre foto in cui il<br />

braccio destro <strong>di</strong> Lucky Luciano, Vito Genovese, nell'uniforme dell'esercito<br />

degli Stati Uniti, tiene la mano paternamente sulle spalle del giovane<br />

Giuliano. Quasi ad in<strong>di</strong>care una riconosciuta primogenitura.<br />

L'avvenimento che doveva decidere la sorte <strong>di</strong> Turiddu si verifica il 2<br />

settembre 1943, un giorno prima della firma dell'armistizio, tra gli ulivi <strong>di</strong><br />

Cassibile. Su una cavalcatura macilenta, portando quattro forme <strong>di</strong> cacio e<br />

del grano per la borsa nera, Giuliano si trova a transitare da Quarto Molino,<br />

vicino a San Giuseppe Jato, e incrocia una pattuglia <strong>di</strong> carabinieri. I militi gli<br />

vedono il cacio e il grano, s’insospettiscono, gli or<strong>di</strong>nano <strong>di</strong> seguirli in<br />

caserma. II giovane <strong>di</strong>rà sempre che si sarebbe sentito «<strong>di</strong>sonorato» se avesse<br />

dovuto varcare la soglia dell'alloggio dei carabinieri: prima che possano<br />

fermarlo, spicca un balzo e tenta la fuga. Un carabiniere gli scarica l'arma<br />

nella pancia. Giuliano sosterrà che, all'avvertire quella gran frustata calda nel<br />

ventre, ebbe la sensazione <strong>di</strong> star per morire: e volle trovare compagnia per<br />

l'ultimo viaggio. Così da pochi metri consumò un caricatore contro il<br />

carabiniere. Questi morì più tar<strong>di</strong> in ospedale: la «<strong>di</strong>sgrazia», come la sorella<br />

Mariannina chiamerà quell’episo<strong>di</strong>o, segnò per sempre il destino <strong>di</strong> Giuliano.<br />

Comincia la latitanza sui monti nel corso della quale il ban<strong>di</strong>to amerà farsi<br />

ritrarre con il binocolo a tracolla e con un fascio <strong>di</strong> carte topografiche davanti,<br />

come un generale che prepari la battaglia. Era sensibilissimo ai connotati<br />

romantici che potessero impressionare l'immaginazione popolare.<br />

Al giornalista Jacopo Rizza, che lo intervistò per Oggi, mostrò la sfarzosa<br />

fibbia della sua cintura, un gingillo degno <strong>di</strong> Sandokan: vi figuravano una<br />

stella, un'aquila e un leone. «È il mio stemma», spiegò orgogliosamente il<br />

ban<strong>di</strong>to. «La stella è la fortuna, l'aquila è l'intelligenza, il leone è la forza».<br />

Il trono <strong>di</strong> sangue <strong>di</strong> Giuliano si resse soprattutto sulla fitta cortina <strong>di</strong> omertà<br />

che lo proteggeva. «I conta<strong>di</strong>ni siciliani», <strong>di</strong>ceva il suo luogotenente Gaspare<br />

Pisciotta, «non sanno mai nulla, non vedono mai nulla. Hanno lo sguardo conficcato<br />

nella terra che arano. Nessun poliziotto potrà mai strappare da loro alcuna<br />

in<strong>di</strong>cazione». Ma nonostante quella devota protezione, la madre <strong>di</strong> Giuliano,<br />

quando lo vedeva rincasare furtivo e abbracciarla, lo supplicava: «Guardati<br />

pure dall'aria, figghiu, non ti fidare». Per questo il fuorilegge non dormiva mai<br />

due volte nello stesso posto e si circondò <strong>di</strong> uomini, che, fin quando non si<br />

ersero contro <strong>di</strong> lui nemici a tutta prova, gli furono fedelissimi.<br />

La leggenda vigoreggiata intorno alla figura <strong>di</strong> Giuliano fa <strong>di</strong>menticare, a<br />

volte, ch'egli visse tutta la sua grande avventura da giovanissimo. La<br />

stagione della collera si svolse nei sette anni <strong>di</strong> fuoco dal 1943 al 1950:<br />

quando scaricò la pistola sul carabiniere, isolandosi così dal consorzio<br />

sociale, Turiddu aveva ventun anni; quando fu deposto cadavere nel cortile

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