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NeWS & aPPUNtaMeNti<br />

Riccardo Di Salvo:<br />

“Lo scrittore e lo sguardo”<br />

A<br />

llo sguardo degli avidi cacciatori di libri e letture, i volti degli scrittori<br />

rimangono, in genere, fissati ad alcuni scatti fotografici che ne<br />

eternano un gesto, una posa, un’occhiata di sguincio alla quale si<br />

rimane attaccati per sempre. L’immagine che abbiamo di Kafka è<br />

quella dell’uomo che ci guarda con una bombetta tra lo stupito e<br />

l’ironico; oppure Proust che ci rimira interrogativo e sognante con i suoi occhi tondi<br />

e stranianti. Certi altri, penso ad Hemingway o Sartre, non si lasceranno strappare<br />

alle immagini con barba e pipa dell’uno o alle lenti da miope e lo sguardo satiresco<br />

dell’intellettuale engagé, rimaste immutabili nella nostra memoria. Così, pur avendone<br />

in diverse occasioni visti e, lombrosianamente, studiati i volti “in giovanil fattezze”, mai<br />

riuscirei a pensarli, l’Americano e il Parigino, in altro modo che già anziani, dongiovanneschi<br />

e fascinosi incantatori di giovani donne. Il tempo dell’immagine, nella mente<br />

di chi percepisce, diviene più forte del tempo della vita reale e ne detta e scandisce il<br />

ritmo della memoria. Da alcuni anni, ormai, conosco Riccardo Di Salvo e lo frequento<br />

con cadenza quasi quotidiana. Ne ho colto cambiamenti fisici, mutazioni d’animo<br />

attraverso le ubbìe del carattere, ma di lui sono alcuni gesti che mi rimangono<br />

scolpiti nella memoria e ne mitologizzano l’immagine. In questo senso, non riesco ad<br />

immaginare Riccardo Di Salvo senza il suo pizzetto sale e pepe, la canizie tirabaci e<br />

lo sguardo languido e stanco di chi ha letto e amato troppi corpi e libri, quando ancora<br />

ventenne o sul numero dei trenta, veniva iniziato al sacerdozio della letteratura militante<br />

e dell’omoerotismo, che diverrà una cifra puntuale della sua produzione poetica; dalle<br />

prime raccolte di poesie come “Frammenti di sorrisi” al romanzo “In una notte una vita”,<br />

risalenti alla metà degli anni ’90, fino alle più recenti produzioni in solitaria, o nel felice<br />

connubio con l’amico e sodale Claudio Marchese, quali i racconti contenuti nelle raccolte<br />

“Gioielli carnali”, “Corpi di brace” o il romanzo a carattere autobiografico “Cavalli alati”<br />

e le poesie dense di vitalismo e verità, quindi di quell’etica derivante dal disvelamento delle<br />

ipocrisie, contenuta in quel livre de chevet, pervaso dall’intenso ricordo di un poeta come Dario<br />

Bellezza, titolato “Michelangiolesco incendio dei sensi”. Un’opera, quella di Di Salvo che oscilla<br />

tra sensualità e pudore, tra rigore e oscenità, ma di una forma d’osceno che vuol donare scandalo<br />

e dallo scandalo rinnovare la società e la vita. Altre volte, nel commentare i versi, i racconti, e persino<br />

le forme saggistiche, di questo flaneur del libertinaggio, innamorato di Dioniso e della Sicilia<br />

rivisitata miticamente attraverso lo sguardo contemplativo e raffinato che confluisce in una sorta<br />

di compostezza classica, ne ho evidenziato l’estremo pudore di chi non vuole ammannirci verità<br />

assolute, ma donare una testimonianza della propria vita, trasfigurandola in un superiore ideale di<br />

poesia, e in tale testimonianza gratuita, paradossalmente, si fonda il suo impegno civile di militante<br />

Glbt. Ci guarda, Riccardo, poeta vulcanico dal seducente sguardo e arabeggiante, da un divano o da<br />

una balaustra e, ammiccando, sembra volerci indicare la via del godimento, figlia di un senso precario<br />

del tempo che fugge via senza alcun senso e “stria d’argento i nostri capelli lucenti alla luna”. E così,<br />

questo sguardo che ci fissa per sedurci, gioca col tempo e ne ferma, per un attimo, la fatale corsa.<br />

MIto<br />

Fauno divino<br />

figlio di tellurica terra<br />

godi nel tuo giardino invaso dal sole<br />

lontano dal regno dell’Ade.<br />

Veleggi nel blu della tua terra<br />

come sospeso nel vento un aquilone.<br />

Oro la sabbia<br />

tra bianco e rosa d’oleandri<br />

un effluvio incantevole.<br />

(Riccardo Di Salvo, da “Michelangiolesco incendio dei sensi”, edizione Kalonglbte, 2009)<br />

59<br />

Max Capitanio<br />

Le foto by Kalon Glbte e Fabrizio Cavallaro ritraggono Riccardo Di Salvo

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