crisi globale, oggi come nel 1929? - Liceo Scientifico Antonelli
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impedirci di avvicinarci anche solo<br />
per ipotesi al concetto di un infinito<br />
positivo, concreto e realmente<br />
esistente?<br />
In verità l’infinito attuale ha<br />
vissuto, alle spalle del potenziale, una<br />
sorta di “millenaria clandestinità<br />
matematica”. Nel nono secolo<br />
l’astronomo e matematico arabo<br />
Thābit Ibn Qurra giunse a importanti<br />
considerazioni circa la natura<br />
concreta dell’infinito: noi poniamo<br />
che i numeri naturali siano infiniti, ma<br />
anche che i numeri pari lo siano, così<br />
<strong>come</strong> i dispari. Poiché però i numeri<br />
naturali sono la somma dei numeri<br />
pari e dei numeri dispari, ovvero di un<br />
infinito + un altro infinito, dobbiamo<br />
necessariamente ammettere che<br />
l’infinito dei numeri naturali è più<br />
grande di quello dei numeri pari o<br />
dispari. Ecco che l’horror infiniti<br />
viene colpito <strong>nel</strong> proprio nucleo più<br />
interno: se ammettiamo che possano<br />
esserci infiniti maggiori o minori,<br />
dobbiamo attribuire una quantità<br />
fisica all’infinito, dunque ammettere<br />
che esso esista concretamente. Ma<br />
allora, <strong>nel</strong> caso, dov’è? E che cos’è?<br />
Un ragionamento simile fa<br />
Galileo Galilei <strong>nel</strong> suo “Dialogo sopra<br />
i due massimi sistemi del mondo”<br />
(1632): egli dichiara però che noi non<br />
abbiamo il diritto di parlare di<br />
uguaglianza, maggioranza o<br />
minoranza tra gli infiniti, ma solo tra<br />
le cose infinite. L’esempio che egli<br />
apporta è sempre matematico: i<br />
quadrati perfetti sembrano<br />
numericamente inferiori rispetto ai<br />
numeri naturali, poiché, preso un<br />
determinato intervallo numerico (per<br />
es. le nove cifre decimali) solo un<br />
intervallo più piccolo appartiene<br />
all’insieme dei quadrati perfetti (l’1, il<br />
4 e il 9). Eppure, ogni numero ha il<br />
proprio quadrato, per cui la quantità<br />
dei numeri naturali e dei quadrati<br />
dovrebbe essere la stessa: dove si<br />
trovano allora quei quadrati “in più”?<br />
Comincia a sembrarci evidente<br />
la profondità del mondo che le porte<br />
dell’infinito attuale, che abbiamo a<br />
mala pena accostato, ci consentono di<br />
vedere. Un mondo che sembra tanto<br />
al di fuori della nostra portata da farci<br />
pensare, <strong>come</strong> diceva Leibniz, che la<br />
natura ostenti l’infinito attuale per<br />
mostrare la perfezione del suo autore.<br />
Forse perché, di fronte all’infinito,<br />
dobbiamo cambiare il nostro modo di<br />
ragionare: non a caso Bernard<br />
Bolzano, <strong>nel</strong>l’opera “I paradossi<br />
dell’infinito” (1851), dichiara che ciò<br />
che vale per le cose finite non vale<br />
necessariamente per quelle infinite.<br />
Dall’accettazione dell’esistenza<br />
dell’infinito si è giunti così<br />
all’esistenza di diversi gradi di<br />
infinito; il maggior contributo dato<br />
alla teoria degli insieme infiniti è<br />
sicuramente quello del matematico<br />
tedesco Georg Cantor, il quale,<br />
assieme agli studi di Richard<br />
Dedekind sul metodo delle sezioni, ha<br />
portato finalmente a una definizione<br />
matematica positiva di insieme<br />
infinito: un sistema si dice infinito se<br />
è equipotente a una sua parte propria.<br />
L’insieme dei numeri naturali N<br />
è un insieme infinito perché, per<br />
esempio, il suo sottoinsieme<br />
proprio dei numeri pari è equipotente<br />
ad N stesso. Basta considerare la<br />
funzione 1-1 su f : n à 2n<br />
che lega biunivocamente ogni numero<br />
naturale con un numero pari. Al<br />
contrario, nessun insieme finito non<br />
vuoto può essere equipotente a un suo<br />
sottoinsieme proprio. In questo modo<br />
il discrimen tra insiemi finiti e infiniti<br />
è fissato con precisione matematica,<br />
abbandonati i vaghi concetti empiriciintuitivi<br />
(definizione di insieme<br />
infinito <strong>come</strong> insieme che contiene un<br />
numero infinito di elementi) che<br />
hanno attraversato la storia della<br />
matematica fino alla grande<br />
rivoluzione fra ‘800 e ‘900.<br />
Da questo trampolino di lancio,<br />
però, il percorso dell’infinito attuale è<br />
ancora lungo è complesso. Riuscirà<br />
l’uomo a raggiungere l’infinito? E’<br />
questo un concetto realmente<br />
abbordabile per le nostre possibilità?<br />
Abbiamo ancora paura dell’infinito, o<br />
siamo finalmente pronti a conoscerlo?<br />
Sono domande a cui, forse, solo<br />
il tempo risponderà. Augurandoci<br />
che, certo, non sia un tempo infinito.<br />
Silvia Bernardi<br />
Bibliografia<br />
• M. Ferrari, L’infinito in<br />
matematica, conferenza tenuta al<br />
<strong>Liceo</strong> <strong>Scientifico</strong> Anto<strong>nel</strong>li di Novara<br />
Aprile 2011<br />
• L’infinito matematico e<br />
dintorni<br />
http://www.racine.ra.it/lcalighieri/pes<br />
cetti/ricerca_infinito_2004_05/somm<br />
_greci/infi_greci.htm<br />
• L’infinito in matematica<br />
http://www.vialattea.net/pagine/<br />
infinito/<br />
• Infinito, di Luca Granieri<br />
http://www.dm.unipi.it/~granier<br />
i/Infinito.html<br />
• E-school di Errigo Amadori,<br />
Analisi I, Insiemi finiti ed infiniti<br />
http://www.arrigoamadori.com/lezion<br />
i/InsiemiFinitiEdInfiniti/InsiemiFiniti<br />
EdInfiniti.htm<br />
Sotto, il dardo scagliato ma in realtà immobile perchè in ogni momento occupa uno spazio uguale a se’ stesso, paradosso<br />
proposto da Zenone, filosofo di Elea, VI-V sec., per dimostare l’impossibilità del movimento e quindi l’impossibilità della<br />
divisibilità, finita o infinita, dello spazio e quindi della molteplicità<br />
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