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26 15 marzo 2012<br />

ISOLA NOSTRA<br />

Ricordi di gloriose battaglie sportive<br />

Nel campo dello sport, <strong>Isola</strong> non è stata mai seconda a nessua delle altre cittadine istriane.<br />

Ormai sono pochi quelli che sanno che, oltre alle vittorie olimpiche della Pullino e di Nino<br />

Benvenuti e alle gesta sportive della squadra di calcio dell'Ampelea, la nostra cittadina ha<br />

avuto anche ottimi atleti negli altri sport, molto impropriamente chiamati “minori’’.<br />

Queste pagine vogliono essere un doveroso omaggio ai tanti che seppero meritare gli onori<br />

della cronaca in dure e gloriose battaglie sportive in nome del puro dilettantismo e dello spirito<br />

olimpico.<br />

Oltre a Vincenzo Chicco<br />

(costrin) e Luigi Perentin,<br />

<strong>Isola</strong> ebbe un forte ciclista<br />

nella persona di Mantovano<br />

Dagri (buba 1904-1991), tutti<br />

della U.S. Virtus di <strong>Isola</strong>. Di<br />

lui vogliamo ricordare la vittoria<br />

nella “Coppa Monesi’’<br />

del 1930 come veniva riportato<br />

nelle pagine sportive de “Il<br />

Piccolo’’.<br />

«Favorita da un tempo bellissimo<br />

ha avuto luogo la corsa<br />

ciclistica per la disputa della<br />

“Coppa Generale Monesi’’.<br />

Alle ore 10.30 il dott. Mario<br />

Zardi dava il via ai 17 corridori.<br />

Il gruppo compatto filava<br />

verso Capodistria con una andatura<br />

veloce e sostenuta che<br />

manteneva sempre fino al ponte<br />

sul Risano; proseguiva quindi<br />

la corsa con i soliti incidenti<br />

alle macchine e forature, ma il<br />

Le tessere di accredito di Nino Perentin alle Olimpiadi di Amsterdam e di Los Angeles<br />

Mantovano Dagri<br />

nostro Dagri continuava indisturbato<br />

la sua corsa, passando<br />

alle 14.20 per Buie inseguito<br />

dagli altri che non riuscivano<br />

nel loro intento di accollarsi<br />

a lui. Dagri correva a circa 40<br />

all'ora. Finalmente sulla salita<br />

di Portorose gli inseguitori<br />

riuscivano ad avvicinarlo, lui<br />

però, accortosi, scappava raggiungendo<br />

da solo il traguardo<br />

a <strong>Isola</strong>, accolto dai fragorosi<br />

applausi dei suoi concittadini<br />

che lo attendevano sicuri della<br />

sua vittoria.»<br />

Chi amava il ciclismo per<br />

lungo tempo ricordò l'impresa<br />

del “Buba’’ che staccava gli<br />

avversari e trionfava a <strong>Isola</strong>.<br />

La foto vuole rendere<br />

omaggio ai tanti ciclisti che<br />

affrontavano anche lunghe distanze<br />

con pesanti biciclette, e<br />

soprattutto sulle strade polverose<br />

di allora.<br />

Nino Perentin,<br />

il siluro umano<br />

Il nuoto, per gli isolani, era una pratica naturale,<br />

inteso non come sport ma quasi come necessità<br />

di vita. E non poteva essere altrimenti, vista la<br />

posizione di <strong>Isola</strong> sul mare. Ma dagli inizi degli<br />

anni ’20 questa attività divenne per molti disciplina<br />

agonistica, e chi brillò più di ogni altro fu<br />

Giuseppe (Nino) Perentin (1906-1981).<br />

Specialista delle lunghe distanze nello stile<br />

libero, fece parte della prima storica generazione<br />

di nuotatori italiani capaci di imporsi anche in<br />

campo internazionale verso la fine degli anni ’20<br />

dello scorso secolo. Venne considerato all’epoca<br />

l’emulo di Arne Borg, lo svedese considerato il più<br />

forte nuotatore del tempo, e in una gara a Vienna<br />

nel 1923 i giornali lo definirono “il siluro umano”<br />

per la sua classe superiore.<br />

Nella sua carriera vanta due partecipazioni

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