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2 15 marzo 2012<br />

ISOLA NOSTRA<br />

FULGIDO ESEMPIO DI COERENZA<br />

Ricordata a <strong>Isola</strong> la figura di Luigi Drioli<br />

Il 25 novembre 2011 è<br />

stato presentato ad <strong>Isola</strong><br />

a Palazzo Manzioli, sede<br />

della Comunità Italiana, il<br />

volume “Luigi Drioli, un<br />

esempio di coerenza” dello<br />

storico Roberto Spazzali.<br />

Oltre all’autore erano presenti<br />

il presidente della Comunità<br />

Silvano Sau, il prof.<br />

Stelio Spadaro e il sindaco<br />

di <strong>Isola</strong>.<br />

Nel corso della cerimonia<br />

è stato conferito alle figlie<br />

Vittorina, Sandra e Itti il<br />

riconoscimento<br />

ISOLA D’ISTRIA 2011<br />

portante tra l’altro la seguente<br />

motivazione a cura<br />

della presidentessa Teura<br />

Raschini: Quale omaggio<br />

degli isolani della Comunità<br />

Italiana di <strong>Isola</strong> alla figura<br />

e al ruolo svolto da Luigi<br />

Drioli nella nostra città<br />

prima, durante e immediatamente<br />

dopo la guerra,<br />

per aver contribuito con il<br />

proprio esempio alla difesa<br />

della libertà, del diritto alla<br />

propria appartenenza nazionale,<br />

del mantenimento della<br />

presenza italiana ad <strong>Isola</strong> e<br />

in Istria, principi fondamentali<br />

sui quali nei decenni che<br />

seguirono è stata costruita<br />

l’Europa Unita.<br />

Il testo del riconoscimento<br />

citava inoltre: Luigi<br />

Drioli, patriota ed esemplare<br />

figura della resistenza<br />

antifascista isolana che,<br />

assieme alla moglie Odilia<br />

ed alle figlie, subì le persecuzioni<br />

anti-italiane del<br />

regime militare jugoslavo<br />

nella Zona B del Territorio<br />

Libero di Trieste.<br />

La consegna del riconoscimento<br />

alla memoria di Luigi<br />

Drioli è stata un evento che ci<br />

sembra doveroso far conosce-<br />

Il riconoscimento con cui la Comunità Italiana di <strong>Isola</strong> ha voluto onorare la figura di Luigi Drioli può<br />

essere idealmente esteso anche agli altri imputati di quel processo (Capodistria, 28 settembre – 1° ottobre<br />

1948), accusati, in un’atmosfera da “Tribunale speciale”, di spionaggio e terrorismo con l’immancabile<br />

qualifica di “sciovinisti e fascisti”. Da sinistra: Livio Dandri, Adilio Parma, Ottavio Dudine, Domenico<br />

Difino, Salvatore Perentin e Luigi Drioli.<br />

re ai nostri lettori. Esso può<br />

avere una duplice lettura.<br />

Per i nati dopo l’esodo,<br />

una normale notizia di cronaca<br />

con la quale si da pubblicamente<br />

riconoscimento<br />

al valore di Luigi Drioli, in<br />

un clima di serenità ed amicizia<br />

da parte degli isolani.<br />

Quindi un nobile gesto verso<br />

un concittadino più che meritevole.<br />

Diversa è quella per<br />

i nati anteguerra. Ha dell’incredibile!<br />

Perché? Un conto<br />

è aver sentito raccontare,<br />

a volte anche di seconda<br />

mano, un altro è aver vissuto<br />

quei tragici momenti.<br />

Per dare il giusto valore<br />

all’iniziativa e capire il perché<br />

dell’incredibile credo<br />

sia doveroso rivedere per<br />

sommi capi il clima di qui<br />

giorni.<br />

Dalla fine della guerra al<br />

1948 il comunismo nell’Europa<br />

viveva all’insegna dello<br />

slogan marxista “Proletari<br />

di tutto il mondo unitevi”.<br />

Il Partito Comunista Italiano<br />

era pertanto allineato<br />

sulle posizioni di Tito che,<br />

dopo aver ottenuto Fiume,<br />

Pola, Zara e l’Istria fino al<br />

Quieto, pretendeva anche il<br />

Territorio Libero di Trieste,<br />

la “Zona A” sotto le truppe<br />

anglo-americane e la “Zona<br />

B” sotto quelle jugoslave.<br />

Ma nel 1948 avvenne la<br />

rottura di Tito nei confronti<br />

del Cominform. Da noi la<br />

rottura fu però duplice. Il<br />

Partito Comunista Italiano<br />

ruppe, per logica, con Tito<br />

e di conseguenza si schierò<br />

anche contro le sue pretese<br />

territoriali e di conseguenza<br />

si spezzò anche il monolitismo<br />

comunista tra gli<br />

aderenti italiani.<br />

Tito con gli avversari<br />

fu feroce. Non conosciamo<br />

cosa sia esattamente accaduto<br />

all’interno della Jugoslavia<br />

verso coloro che sono rimasti<br />

schierati contro la cosiddetta<br />

“via socialista della Jugoslavia”<br />

ma a noi gli italiani che<br />

invece sposarono la sua causa<br />

di conseguenza si dimostrarono<br />

nella repressione - come<br />

sempre avviene in questi casi<br />

- più realisti del re. Di questi,<br />

alcuni li ritroveremo poi nei<br />

Campi Profughi. Tutti gli<br />

altri, minacciati, hanno scelto<br />

quasi sempre la fuga.<br />

In questo clima si celebrò<br />

il processo al “Gruppo Drio-<br />

li”, che in realtà non aveva<br />

commesso alcun reato se non<br />

quello di opinione, cioè la<br />

condivisione del sentimento<br />

italiano. Il processo venne ingrandito<br />

a dismisura sugli organi<br />

d’informazione e la Piazza<br />

della Loggia di Capodistria<br />

venne riempita di fanatici, che<br />

udendo le parole dell’accusa<br />

trasmesse dagli altoparlanti<br />

dalla sala del Tribunale, urlavano<br />

Smrt! Smrt!, a morte, a<br />

morte! . E quando “il popolo”<br />

urla bisogna accontentarlo.<br />

Le pene furono severissime,<br />

salvo qualche assoluzione per<br />

dare una ipocrita parvenza di<br />

obiettività.<br />

Fu un monito severo<br />

rivolto a coloro che speravano<br />

nel ritorno dell’Italia e<br />

a coloro che non aderivano<br />

all’ideologia titina. Tutto<br />

questo in un clima di terrore<br />

che, come sappiamo, portò<br />

all’esodo.<br />

Quanto di questo abbia<br />

sofferto la famiglia Drioli e<br />

le altre coinvolte lo sappiamo<br />

bene. Mai però avremmo<br />

pensato di assistere ad <strong>Isola</strong><br />

ad un elogio di un Luigi<br />

Drioli definito “Patriota<br />

esemplare”.

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