You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
ISOLA<br />
I titoli<br />
NOSTRA<br />
«... e là fantasticando coi miei pensieri, ai miei occhi s’apria,<br />
la giacente città, e l’alpi e il mare e la seminascosta, <strong>Isola</strong> mia»<br />
Pasquale Besenghi<br />
PERIODICO DELLA COMUNITÀ<br />
DEGLI ISOLANI<br />
ANNO XLVIII<br />
N. 388<br />
TRIESTE, 15 marzo 2012<br />
Poste Italiane S.p.A.-Sped. in Abb. Post . D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 n° 46) art. 1, comma 2, DCB<br />
Taxe perçue - Tassa pagata<br />
Attenzione! In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Trieste C.P.O. detentore<br />
del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.<br />
ISOLA NOSTRA - Via XXX Ottobre, 4 - 34122 TRIESTE - ITALIA Tel. 040.638.236<br />
E-mail: trieste@isolanostra.it<br />
Ricordata a <strong>Isola</strong> la figura di Luigi Drioli<br />
Olinto Parma, una vita nell'assistenza agli esuli<br />
10 febbraio: il Giorno del Ricordo<br />
Il ritorno delle bandiere al Duomo di <strong>Isola</strong><br />
Viaggi nella Dalmazia dei primi anni ’90<br />
Assemblea annuale della S.N. Pullino
Lunedì 9 aprile 2012<br />
Pellegrinaggio a Strugnano<br />
Nel segno della tradizione, nella seconda festa di<br />
Pasqua l’appuntamento è per le ore 15.00 dinanzi<br />
alla grande Croce di Strugnano. Da qui partirà la<br />
processione diretta al Santuario di Santa Maria<br />
della Visione per la celebrazione della Santa Messa<br />
solenne.<br />
Dopo la Santa Messa appuntamento per quatro<br />
ciacole e un bicèr de vin davanti al banchetto della<br />
nostra Nerina bonassa, che vogliamo ringraziare per<br />
quanto ha fatto e continua a fare per gli isolani in<br />
questo giorno di festa.<br />
Per agevolare quanti avessero difficoltà a<br />
raggiungere Strugnano, sarà disponibile un<br />
pullman con partenza da piazza Oberdan alle<br />
ore 13.30.<br />
Per informazioni e prenotazioni quanto prima:<br />
<strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong> – tel. 040-638236<br />
Mario Depase – tel. 040-226853 – 339-6285748<br />
Pellegrinaggio a Medjugorje<br />
La parrocchia di Borgo San Nazario insieme a Mario<br />
Depase organizzano un pellegrinaggio a Medjugorje<br />
dal 30 aprile al 4 maggio 2012.<br />
Per informazioni:<br />
Mario Depase – tel. 040-226853 – 3396285748<br />
AI LETTORI<br />
L’uscita del prossimo numero di <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong> è prevista per<br />
la metà del mese di GIUGNO 2012. Per evitare spiacevoli<br />
disguidi è necessario che tutto il materiale destinato alla<br />
pubblicazione (articoli, ricordi, necrologi, ecc.) pervenga<br />
in redazione entro il giorno<br />
11 MAGGIO 2012<br />
Grazie per la Vostra collaborazione<br />
ASSOCIAZIONE ISOLA NOSTRA<br />
VIA XXX OTTOBRE, 4 – 34122 TRIESTE<br />
TELEFONO 040-638236<br />
Naz.<br />
IT<br />
Check<br />
86<br />
Domenica 27 aprile 2012<br />
Incontro conviviale<br />
dei sessantenni (e oltre…)<br />
Continuando una tradizione ormai consolidata<br />
(sarà la 19ma volta), ritrovo degli ex-sessantenni<br />
per il loro incontro annuale alle ore 12.00 presso<br />
da trattoria Leban di Basovizza.<br />
Per le prenotazioni contattare, almeno una settimana<br />
prima, Alfredo Bussani – tel. 040-280084<br />
Conto Corrente Postale n. 11256344<br />
Coordinate bancarie (IBAN):<br />
Cin<br />
X<br />
Cod. ABI<br />
07601<br />
CAB<br />
02200<br />
Codice BIC SWIFT: BPPIITRRXXX<br />
ORARIO UFFICIO:<br />
martedì-giovedì ore 10 - 12<br />
venerdi 16 - 18<br />
N° Conto<br />
000011256344<br />
E-mail: trieste@isolanostra.it<br />
ISOLA NOSTRA SU INTERNET<br />
Grazie all’amico Bruno Dagri e a suo genero Paolo<br />
Gabriele Babbini, sono reperibili sul sito<br />
www.isolanostra.it<br />
i numeri di “<strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>” dal numero 357 (giugno<br />
2004) ad oggi.
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
1<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Periodico trimestrale della<br />
Comunità degli esuli d’<strong>Isola</strong><br />
d’Istria fondato da<br />
Don Attilio Delise nel 1965<br />
Direttore responsabile<br />
Franco Stener<br />
Assistenti di redazione<br />
Anita Vascotto<br />
Attilio Delise<br />
Umberto Parma<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Claudio Antonelli<br />
Ferruccio Delise<br />
Franco Degrassi<br />
Mario Depase<br />
Licinio Dudine<br />
Emilio Felluga<br />
Mario Lorenzutti<br />
Bruno Moscolin<br />
Walter Pohlen<br />
Gianmario Rossi Fizzotti<br />
Romano Silva<br />
Stelio Spadaro<br />
Roberto Zonta<br />
Don Pietro Zovatto<br />
Gianni Zvitanovich<br />
Direzione, Redazione,<br />
Amministrazione<br />
Via XXX Ottobre, 4<br />
34122 TRIESTE<br />
Editrice: Associazione<br />
“ISOLA NOSTRA’’<br />
Autorizzazione del Trib. di<br />
Trieste n. 843 del 4.5.1992<br />
Conto corrente postale<br />
n. 11256344<br />
Orario degli uffici:<br />
Martedì dalle 10 alle 12<br />
Giovedì dalle 10 alle 12<br />
Venerdì dalle 16 alle 18<br />
Telefono 040/63.82.36<br />
Grafica e stampa:<br />
F 451 S.c.ar.l.<br />
Pasqua è l’uomo nuovo in grazia e luce<br />
Le festività della Santa Pasqua<br />
immettono il cristiano nel<br />
secondo ciclo della celebrazione<br />
del mistero di Cristo, che si dipana<br />
ai nostri occhi spirituali come<br />
una galleria di quadri nel corso<br />
dell’anno. Entro quelle cornici<br />
si contemplano le icone divine<br />
di Cristo Dio avvolte sempre<br />
da un velo di non percezione: il<br />
trascendente. A Natale il cristiano<br />
è chiamato a contemplare l’incarnazione<br />
di Gesù fragile bambinello<br />
– ma figlio di Dio – tra noi<br />
umano. Ora con la Quaresima,<br />
la Passione e la Risurrezione di<br />
Cristo, l’itinerario si completa.<br />
La preparazione quaresimale<br />
chiedeva ai fedeli di<br />
vivere nella sobrietà della vita,<br />
nella vigilanza del controllo dei<br />
pensieri e anche cose audaci<br />
per la sensibilità moderna: accettare<br />
la penitenza e pregare.<br />
Un penitenziale sopportare<br />
le contrarietà del vivere quotidiano<br />
per rendere il culto<br />
adeguato a Dio, che acquista<br />
significato se l’offerta reca il<br />
dono dello spirito. Ciò significa<br />
che l’atteggiamento deve essere<br />
quello della interiore umiltà<br />
(consapevolezza dei propri limiti);<br />
di offerta spirituale di sè;<br />
di riconoscimento della propria<br />
radicale povertà; di prendere<br />
atto che la liberazione integrale<br />
dell’uomo viene da Dio, morto<br />
e Risorto.<br />
Dopo questo prima mite e<br />
Dalla profondità del sepolcro è scaturita la vita. Il cuore della<br />
fede nel Signore risorto è la speranza che ogni tristezza possa<br />
mutarsi in gioia e ogni morte in resurrezione.<br />
poi rigido inverno gustiamo<br />
ora il sapore della primavera.<br />
Come i discepoli corriamo al<br />
sepolcro vuoto, al pari di Pietro<br />
diciamo entrando il nostro<br />
“vide e credette”. Pieghiamo la<br />
nostra intelligenza all’adorazione<br />
dello spirito contro ogni<br />
agnosticismo e rechiamo col<br />
vivere ordinato la testimonianza<br />
del Cristo Risorto.<br />
L’uomo vecchio, invischiato<br />
di peccato, è stato superato; ora<br />
cammina l’uomo nuovo nella<br />
“grazia”, in una condizione di<br />
redenzione perpetua. Non esiste<br />
l’autoredenzione dei filosi<br />
idealisti o materialisti, ma solo<br />
l’epopea di Cristo “nostra luce”<br />
pasquale. Accettare Dio è come<br />
riconoscere i propri limiti, ma<br />
per un riscatto superiore che trova<br />
nella mano di Dio il respiro<br />
della vita umana e divina.<br />
Don Pietro Zovatto<br />
P er la prossima festività della Santa Pasqua giungano ai nostri lettori, alle loro famiglie, ai<br />
loro amici, a tutta la Comunità dell'Esodo, gli auguri di tutta la Redazione di <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>.<br />
La testimonianza del Cristo Risorto porti la gioia e la serenità di cui sentiamo tutti grande<br />
bisogno. Da queste pagine la Comunità isolana tutta vuole portare un messaggio di pace nel<br />
ricordo della sofferenza di anni non tanto lontani da essere preda di oblio...<br />
Il ricordo delle scelte dolorose che ci hanno portato lontano dalle nostre case, sia lenito da<br />
quanto presente è ancora, in noi tutti, il desiderio di ritrovarci, sparsi nei cinque continenti, a<br />
gioire per i nuovi nati, a festeggiare le liete ricorrenze, a ricordare i nostri cari, sulle pagine<br />
di questo giornale voluto fortemente da don Attilio Delise per mantenere intatti i valori della<br />
nostra amata <strong>Isola</strong> d'Istria.<br />
Un riconoscente ricordo del nostro don Attilio sia unito in una preghiera per don Antonio<br />
Dessanti che, a distanza di vent'anni, è salito alla Casa del Padre lo stesso giorno in cui don Attilio<br />
ci ha lasciato, forti della sua fede e del suo esempio, a continuare quanto aveva iniziato.<br />
Siamo certi che don Attilio ha sempre su di noi il suo sguardo burbero pieno di grande<br />
umanità e sicuramente un sorriso sulle labbra, vedendo quanto viene fatto da Paolo Coppo,<br />
Donatella Felluga e Pietro Degrassi su quelle “macchine infernali’’ chiamate computer, per<br />
dar modo alla nostra Comunità di utilizzare queste nuove “diavolerie’’ per permettere ai nostri<br />
concittadini di mantenere viva questa nostra bella “<strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>’’.<br />
La Redazione
2 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
FULGIDO ESEMPIO DI COERENZA<br />
Ricordata a <strong>Isola</strong> la figura di Luigi Drioli<br />
Il 25 novembre 2011 è<br />
stato presentato ad <strong>Isola</strong><br />
a Palazzo Manzioli, sede<br />
della Comunità Italiana, il<br />
volume “Luigi Drioli, un<br />
esempio di coerenza” dello<br />
storico Roberto Spazzali.<br />
Oltre all’autore erano presenti<br />
il presidente della Comunità<br />
Silvano Sau, il prof.<br />
Stelio Spadaro e il sindaco<br />
di <strong>Isola</strong>.<br />
Nel corso della cerimonia<br />
è stato conferito alle figlie<br />
Vittorina, Sandra e Itti il<br />
riconoscimento<br />
ISOLA D’ISTRIA 2011<br />
portante tra l’altro la seguente<br />
motivazione a cura<br />
della presidentessa Teura<br />
Raschini: Quale omaggio<br />
degli isolani della Comunità<br />
Italiana di <strong>Isola</strong> alla figura<br />
e al ruolo svolto da Luigi<br />
Drioli nella nostra città<br />
prima, durante e immediatamente<br />
dopo la guerra,<br />
per aver contribuito con il<br />
proprio esempio alla difesa<br />
della libertà, del diritto alla<br />
propria appartenenza nazionale,<br />
del mantenimento della<br />
presenza italiana ad <strong>Isola</strong> e<br />
in Istria, principi fondamentali<br />
sui quali nei decenni che<br />
seguirono è stata costruita<br />
l’Europa Unita.<br />
Il testo del riconoscimento<br />
citava inoltre: Luigi<br />
Drioli, patriota ed esemplare<br />
figura della resistenza<br />
antifascista isolana che,<br />
assieme alla moglie Odilia<br />
ed alle figlie, subì le persecuzioni<br />
anti-italiane del<br />
regime militare jugoslavo<br />
nella Zona B del Territorio<br />
Libero di Trieste.<br />
La consegna del riconoscimento<br />
alla memoria di Luigi<br />
Drioli è stata un evento che ci<br />
sembra doveroso far conosce-<br />
Il riconoscimento con cui la Comunità Italiana di <strong>Isola</strong> ha voluto onorare la figura di Luigi Drioli può<br />
essere idealmente esteso anche agli altri imputati di quel processo (Capodistria, 28 settembre – 1° ottobre<br />
1948), accusati, in un’atmosfera da “Tribunale speciale”, di spionaggio e terrorismo con l’immancabile<br />
qualifica di “sciovinisti e fascisti”. Da sinistra: Livio Dandri, Adilio Parma, Ottavio Dudine, Domenico<br />
Difino, Salvatore Perentin e Luigi Drioli.<br />
re ai nostri lettori. Esso può<br />
avere una duplice lettura.<br />
Per i nati dopo l’esodo,<br />
una normale notizia di cronaca<br />
con la quale si da pubblicamente<br />
riconoscimento<br />
al valore di Luigi Drioli, in<br />
un clima di serenità ed amicizia<br />
da parte degli isolani.<br />
Quindi un nobile gesto verso<br />
un concittadino più che meritevole.<br />
Diversa è quella per<br />
i nati anteguerra. Ha dell’incredibile!<br />
Perché? Un conto<br />
è aver sentito raccontare,<br />
a volte anche di seconda<br />
mano, un altro è aver vissuto<br />
quei tragici momenti.<br />
Per dare il giusto valore<br />
all’iniziativa e capire il perché<br />
dell’incredibile credo<br />
sia doveroso rivedere per<br />
sommi capi il clima di qui<br />
giorni.<br />
Dalla fine della guerra al<br />
1948 il comunismo nell’Europa<br />
viveva all’insegna dello<br />
slogan marxista “Proletari<br />
di tutto il mondo unitevi”.<br />
Il Partito Comunista Italiano<br />
era pertanto allineato<br />
sulle posizioni di Tito che,<br />
dopo aver ottenuto Fiume,<br />
Pola, Zara e l’Istria fino al<br />
Quieto, pretendeva anche il<br />
Territorio Libero di Trieste,<br />
la “Zona A” sotto le truppe<br />
anglo-americane e la “Zona<br />
B” sotto quelle jugoslave.<br />
Ma nel 1948 avvenne la<br />
rottura di Tito nei confronti<br />
del Cominform. Da noi la<br />
rottura fu però duplice. Il<br />
Partito Comunista Italiano<br />
ruppe, per logica, con Tito<br />
e di conseguenza si schierò<br />
anche contro le sue pretese<br />
territoriali e di conseguenza<br />
si spezzò anche il monolitismo<br />
comunista tra gli<br />
aderenti italiani.<br />
Tito con gli avversari<br />
fu feroce. Non conosciamo<br />
cosa sia esattamente accaduto<br />
all’interno della Jugoslavia<br />
verso coloro che sono rimasti<br />
schierati contro la cosiddetta<br />
“via socialista della Jugoslavia”<br />
ma a noi gli italiani che<br />
invece sposarono la sua causa<br />
di conseguenza si dimostrarono<br />
nella repressione - come<br />
sempre avviene in questi casi<br />
- più realisti del re. Di questi,<br />
alcuni li ritroveremo poi nei<br />
Campi Profughi. Tutti gli<br />
altri, minacciati, hanno scelto<br />
quasi sempre la fuga.<br />
In questo clima si celebrò<br />
il processo al “Gruppo Drio-<br />
li”, che in realtà non aveva<br />
commesso alcun reato se non<br />
quello di opinione, cioè la<br />
condivisione del sentimento<br />
italiano. Il processo venne ingrandito<br />
a dismisura sugli organi<br />
d’informazione e la Piazza<br />
della Loggia di Capodistria<br />
venne riempita di fanatici, che<br />
udendo le parole dell’accusa<br />
trasmesse dagli altoparlanti<br />
dalla sala del Tribunale, urlavano<br />
Smrt! Smrt!, a morte, a<br />
morte! . E quando “il popolo”<br />
urla bisogna accontentarlo.<br />
Le pene furono severissime,<br />
salvo qualche assoluzione per<br />
dare una ipocrita parvenza di<br />
obiettività.<br />
Fu un monito severo<br />
rivolto a coloro che speravano<br />
nel ritorno dell’Italia e<br />
a coloro che non aderivano<br />
all’ideologia titina. Tutto<br />
questo in un clima di terrore<br />
che, come sappiamo, portò<br />
all’esodo.<br />
Quanto di questo abbia<br />
sofferto la famiglia Drioli e<br />
le altre coinvolte lo sappiamo<br />
bene. Mai però avremmo<br />
pensato di assistere ad <strong>Isola</strong><br />
ad un elogio di un Luigi<br />
Drioli definito “Patriota<br />
esemplare”.
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
3<br />
CONSIGLIO DELLA COMUNITÀ AUTOGESTITA DELLA NAZIONALITÀ ITALIANA ISOLA<br />
Commissione per il premio “ISOLA D‘ISTRIA - 2011”<br />
In osservanza dell’art. 6 sull’istituzione<br />
del premio annuale<br />
“<strong>Isola</strong> d’Istria – 2011”,<br />
approvato l’8 luglio 2009, l’apposita<br />
Commissione, riunitasi<br />
il 9 novembre, ha deliberato<br />
all’unanimità, su proposta del<br />
Presidente del Consiglio, come<br />
segue:<br />
1.- Il conferimento del premio<br />
“<strong>Isola</strong> d’Istria – 2011” si<br />
svolga nell’ambito della serata<br />
di presentazione del volume<br />
“Luigi Drioli - un esempio di<br />
coerenza” dello storico triestino<br />
Roberto Spazzali, pubblicato<br />
dalla Società di Archeologia e<br />
Storia Patria di Trieste.<br />
2.- Il riconoscimento venga<br />
conferito alle figlie di Luigi<br />
Drioli, quale viva testimonianza<br />
del dramma personale del<br />
padre e di tutta la famiglia,<br />
ma anche del dramma collettivo<br />
in cui venne costretta la<br />
popolazione italiana di <strong>Isola</strong><br />
dall’Amministrazione militare<br />
jugoslava nella Zona B del<br />
Territorio Libero di Trieste.<br />
3.- Propone al Servizio professionale<br />
della Comunità Autogestita<br />
di procurare un numero<br />
adeguato di copie del volume<br />
da distribuire ai presenti.<br />
4.- Incarica il servizio professionale<br />
di organizzare adeguatamente<br />
il conferimento<br />
del premio, che si svolgerà il<br />
25 novembre 2011 a Palazzo<br />
Manzioli, nell’ambito della<br />
cerimonia di presentazione del<br />
volume su Luigi Drioli.<br />
Motivazione del premio<br />
Luigi Drioli è nato a <strong>Isola</strong><br />
nel 1902, terzo dei quattro figli<br />
di Vittoria Stolfa e Luigi Drioli.<br />
Come ebbe a scrivere lo storico<br />
triestino Roberto Spazzali, la<br />
storia di Luigi Drioli è quella<br />
di un uomo intransigente con<br />
sé stesso e con la vita, come lo<br />
era con gli altri e con la politica<br />
a cui ha dedicato gran parte<br />
della sua esistenza. Antifascista<br />
repubblicano convinto, entrò<br />
a fra parte del C.L.N. isolano<br />
già nel 1943, assieme a esponenti<br />
delle altre formazioni<br />
politiche isolane, ma costretto<br />
subito alla clandestinità con<br />
l’arrivo dei tedeschi. A guerra<br />
finita non accettò la propaganda<br />
esercitata dal regime imposto<br />
dall’Amministrazione militare<br />
jugoslava comprese le pressioni<br />
a favore della Jugoslavia,<br />
per cui il C.L.N. fu costretto<br />
ancora una volta ad operare in<br />
clandestinità.<br />
Così, in una nota autografa,<br />
Luigi Drioli descrive sé stesso<br />
in quel periodo: “Un patriota<br />
italiano di sentimenti antifascista,<br />
che fuggiva in Zona A per<br />
vivere più tranquillo, io lo consideravo<br />
un disertore che ab-<br />
Resistenza Istriana Domenico<br />
Lovisato”, Luigi Drioli è stato<br />
processato nell’ottobre 1948,<br />
assieme ad altri sei isolani,<br />
da un Tribunale militare della<br />
VUJA della Zona B del Territorio<br />
Libero di Trieste. Fu<br />
condannato dapprima a dodici<br />
anni, poi, in appello, nel giugno<br />
del 1949, a dieci anni e sei mesi<br />
di carcere duro. Ne scontò più<br />
di sette. Anzi, 7 anni, 6 mesi e 7<br />
giorni. Venne liberato nel 1955,<br />
scambiato con due criminali<br />
comuni, in seguito all’approvazione<br />
del Memorandum<br />
d’Intesa di Londra. Dopo il suo<br />
arresto, anche tutta la famiglia<br />
venne costretta ad abbandonare<br />
<strong>Isola</strong>.<br />
3 settembre 1955 – Luigi Drioli con le figlie al rientro dalla prigionia<br />
in Jugoslavia. A sinistra si intravede Salvatore Perentin con la<br />
figlia, anche lui al rientro dalla prigionia dopo lo scambio con due<br />
detenuti comuni.<br />
bandona la trincea. M’imposi<br />
il dovere di rimanere sul posto<br />
a sostenere la causa istriana.<br />
Chi è vissuto in Zona B dopo<br />
il primo maggio del 1945 può<br />
conoscere quanto fosse stato<br />
pericoloso sostenere i nostri diritti<br />
nazionali. Fui costretto ad<br />
entrare di nuovo nell’illegalità<br />
e ricostituire il C.L.N. di <strong>Isola</strong><br />
per difendere l’indipendenza<br />
della nostra terra”.<br />
Arrestato perché tra i fondatori<br />
del C.L.N. dell’Istria a<br />
Trieste, con l’accusa di aver<br />
svolto attività politica clandestina<br />
e terroristica nel “Gruppo<br />
Le vicende della famiglia<br />
Drioli, dopo l’arresto del padre,<br />
vennero così descritte dalla<br />
figlia più giovane, Itti: Quella<br />
notte sì che la ricordo. Dormivo,<br />
con Sandra, nella cameretta<br />
al primo piano della nostra<br />
casa a <strong>Isola</strong>. Fummo svegliate<br />
dai rumori e trovammo mamma,<br />
nell’atrio., accerchiata da uomini<br />
e donne armati e in divisa.<br />
La vedevamo dall’alto, ci dava<br />
le spalle, era così indifesa nella<br />
sua lunga camicia bianca. La<br />
spingevano, la strattonavano,<br />
le sputavano in faccia urlando:<br />
“Vattene da qui! Fuori da qui<br />
sporchi fascisti! E andatevene<br />
a Roma, non fermatevi a Trieste<br />
perché anche quella sarà<br />
nostra!”. Io svenni e questo<br />
forse li indusse a mollare la<br />
presa. Un paio di settimane – il<br />
tempo per mamma di ottenere il<br />
permesso, di salutare mio padre<br />
in carcere – ed eravamo su un<br />
camion scassato, con la poca<br />
roba che ci avevano lasciato<br />
prendere, dirette a Trieste. Al<br />
confine ci aspettavano Vitti e<br />
Gianna che stavano già là. Ora<br />
dovevano anche pensare a noi:<br />
a me, sei anni, che per lo choc<br />
ero rimasta muta; a Sandra,<br />
tredici, espulsa prima dalla sua<br />
scuola e poi dalla sua casa. A<br />
mamma, che dopo anni vissuti<br />
da vera combattente, abbandonando<br />
l’Istria e suo marito<br />
rinchiuso là, aveva avuto un<br />
crollo fisico e nervoso. Venne<br />
ricoverata in ospedale per tre<br />
mesi, alle sorelle grandi non<br />
restò che mettere noi piccole<br />
in collegio”.<br />
Il conferimento del premio<br />
“<strong>Isola</strong> d’Istria – 2011” vuol<br />
rappresentare un omaggio degli<br />
<strong>Isola</strong>ni e della Comunità Italiana<br />
di <strong>Isola</strong> alla figura e al ruolo<br />
svolto da Luigi Drioli nella<br />
nostra città prima, durante e immediatamente<br />
dopo la guerra,<br />
per aver contribuito con il proprio<br />
esempio alla difesa della<br />
libertà, del diritto alla propria<br />
appartenenza nazionale, del<br />
mantenimento della presenza<br />
italiana a <strong>Isola</strong> e in Istria, principi<br />
fondamentali sui quali, nei<br />
decenni che seguirono, è stata<br />
costruita l’Europa Unita.<br />
Il premio “<strong>Isola</strong> d’Istria”,<br />
che verrà conferito alle figlie,<br />
vuol rappresentare un<br />
riconoscimento anche a tutte le<br />
famiglie isolane che furono costrette<br />
a vivere e sopportare con<br />
coraggio i drammatici eventi di<br />
quel periodo.<br />
La Presidentessa<br />
Teura Raschini<br />
<strong>Isola</strong>, 9 novembre 2011
4 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Dopo 60 anni il ritorno della famiglia Drioli a <strong>Isola</strong><br />
Pubblico delle occasioni<br />
speciali a Palazzo Manzioli<br />
per la presentazione del volume<br />
“Luigi Drioli – un esempio di<br />
coerenza” dello storico Roberto<br />
Spazzali e per il conferimento<br />
del premio “<strong>Isola</strong> d’Istria<br />
2011”, andato quest’anno alla<br />
famiglia Drioli. Presente anche<br />
il sindaco di <strong>Isola</strong> Igor Kolenc e<br />
le figlie di Luigi Drioli.<br />
Dopo un breve messaggio<br />
di saluto di Silvano Sau, presidente<br />
della Comunità Italiana<br />
di <strong>Isola</strong>, che, nel sottolineare<br />
l’importanza della serata, ha<br />
voluto ricollegarla al messaggio<br />
di pace e di riconciliazione<br />
lanciato qualche mese fa a<br />
Trieste dai Presidenti di Italia,<br />
Slovenia e Croazia, ricordando<br />
le sofferenze cui sono state<br />
sottoposte le popolazioni locali<br />
in nome di demagogie e ideologie<br />
aberranti che istigavano<br />
all’odio nazionale.<br />
L’autore del libro, lo storico<br />
triestino Roberto Spazzali, nel<br />
suo appassionato intervento ha<br />
affermato che è stata una grande<br />
fortuna il fatto che la famiglia<br />
Drioli abbia consegnato tutti gli<br />
scritti, le osservazioni e i diari<br />
di Luigi Drioli all’Archivio di<br />
Così “Il Mandracchio”, organo della Comunità Italiana di <strong>Isola</strong>,<br />
aveva illustrato la serata a Palazzo Manzioli dedicata alla figura di Luigi Drioli.<br />
Il Presidente della Comunità Italiana di <strong>Isola</strong> Silvano Sau consegna il riconoscimento alle figlie di<br />
Luigi Drioli: da sinistra Sandra, il nipote Andrea Ridulfo (figlio di Gianna, scomparsa nel 2005), Vittorina<br />
ed Itti.<br />
Stato di Trieste in modo che<br />
vengano messi a disposizione<br />
degli storici per essere interpretati<br />
in modo scientifico.<br />
Veniva poi brevemente<br />
ricordata la figura e le vicende<br />
di Luigi Drioli nel contesto dei<br />
difficili anni del dopoguerra.<br />
Al termine della cerimonia,<br />
La figura di Luigi Drioli ricordata dallo storico Roberto Spazzali.<br />
dopo che la Presidentessa della<br />
Commissione per il premio<br />
“<strong>Isola</strong> d’Istria” Teura Raschini,<br />
ha presentato la motivazione<br />
per il premio 2011, il presidente<br />
Silvano Sau ha consegnato alle<br />
tre figlie di Luigi Drioli il premio<br />
consistente in un quadro e<br />
in una pergamena.<br />
Nell’occasione, Sau ha voluto<br />
sottolineare l’importanza<br />
della presenza, peraltro non<br />
annunciata, del sindaco di<br />
<strong>Isola</strong> Igor Kolenc. Presenza,<br />
come ebbe a ribadire, che vuole<br />
rendere evidente una chiara<br />
volontà di superamento delle<br />
frontiere ideologiche che, in<br />
tempi neanche tanto lontani,<br />
hanno comportato tante sofferenze<br />
tra le popolazioni dello<br />
stesso territorio. Oppure, come<br />
ribadito a conclusione della<br />
serata dalla figlia più giovane<br />
di Luigi Drioli, Itti, perché<br />
soltanto questa è la strada che in<br />
futuro potrà assicurare la pace<br />
in Europa e nel mondo.
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
5<br />
Sapeva di rimorso l’applauso<br />
con il quale i tanti isolani<br />
presenti a Palazzo Manzioli,<br />
il 25 novembre 2011, hanno<br />
accompagnato la parole del<br />
prof. Roberto Spazzali quando<br />
esclamò: “questa sera Gigi<br />
Drioli è ritornato a <strong>Isola</strong>”.<br />
Rimorso per un riconoscimento<br />
tardivo – sincero ma<br />
tardivo – ad un isolano come<br />
Gigi, che era stato capace di<br />
interpretare con tanta sobria<br />
coerenza, politica e morale, la<br />
sua volontà di restare a <strong>Isola</strong>,<br />
nella sua città, fra la sua gente<br />
che si esprimeva nella sua stessa<br />
lingua, nella comune civiltà<br />
del mare e del lavoro.<br />
Ed era commosso, tra il<br />
pubblico, Livio Dandri, il giovane<br />
amico di ideali di Gigi:<br />
“popolare” Livio, “repubblicano”<br />
Gigi, che nel settembre del<br />
1943 costituì, con i socialisti,<br />
democristiani, liberali, comunisti,<br />
quel C.L.N. di <strong>Isola</strong> che fu<br />
stroncato dal regime comunista<br />
jugoslavo dopo pochi giorni<br />
dall’occupazione e più avanti<br />
dai tribunali speciali con una<br />
lunga e sistematica repressione<br />
con accuse di fascismo nei<br />
confronti di quegli isolani democratici<br />
antifascisti che erano<br />
fortemente contrari all’annessione<br />
alla Jugoslavia.<br />
Fu arrestato e imprigionato<br />
nel febbraio del 1948, condannato<br />
a 12 anni; scontò, assieme<br />
a Salvatore Perentin, sette anni e<br />
sette mesi di duro carcere e solo<br />
Pubblico delle occasioni speciali a Palazzo Manzioli<br />
Una giornata per Gigi Drioli<br />
La figura di Luigi Drioli ricordata da Stelio Spadaro.<br />
per uno scambio con delinquenti<br />
comuni, detenuti nelle carceri italiane,<br />
fu liberato e poté raggiungere<br />
a Trieste la famiglia, che<br />
nel frattempo con la violenza era<br />
stata costretta, nell’ottobre 1953,<br />
ad abbandonare <strong>Isola</strong> e il suo<br />
caro ancora in carcere. Violenza<br />
non episodica, perché era un<br />
metodo adoperato ripetutamente<br />
per allontanare con le belle o<br />
con le brutte gli italiani contrari<br />
all’annessione. Fu, per anni, una<br />
politica deliberata in tanti luoghi<br />
dell’Adriatico orientale.<br />
E Gigi era contrario a tutto<br />
ciò, contrario perché sicuro di<br />
interpretare la storia e il senso<br />
comune dei suoi concittadini.<br />
Mia madre, Anna D’Este,<br />
isolana, che era venuta a Trieste<br />
già prima della guerra (mio padre,<br />
capodistriano, trovò lavoro<br />
alla Raffineria Aquila di Zaule)<br />
costantemente mi parlava di<br />
Gigi, di Livio, di Salvatore, di<br />
quella sua gente che costituiva<br />
il tessuto connettivo sociale e<br />
famigliare; mi parlava di loro<br />
e di suo fratello Olivo, più<br />
vecchio, che all’inizio del ‘900<br />
leggeva “L’Avanti” ai pescatori<br />
sotto i portici della Piazza del<br />
Municipio. Probabilmente da<br />
questo retroterra, denso di<br />
senso di solidarietà, ho tratto la<br />
sensibilità e l’attenzione per tutti<br />
i torti subiti dalle popolazioni<br />
civili di queste regioni.<br />
A tante sofferenze possiamo<br />
ora guardare con passione e<br />
serenità e restituire la memoria<br />
e l’onore di uomini come Gigi<br />
Drioli, Livio Dandri e Salvatore<br />
Perentin: è un dovere civile,<br />
prima ancora che politico ed<br />
umano.<br />
E in tanti paesi dell’Istria<br />
ci sono molti Drioli, Dandri<br />
e Perentin da ricordare e con<br />
rispetto.<br />
Da parte di tutti, l’Europa<br />
rende possibile, doveroso, riconoscere<br />
i torti da essi subiti, e la<br />
dignità del loro operare, piegati,<br />
ma non dimenticati, dalle vili<br />
violenze del ‘900. Sono loro<br />
che avevano ragione; aveva<br />
ragione Gigi.<br />
Stelio Spadaro<br />
Vorrei aggiungere un commento in merito alla notizia<br />
dell’incontro avvenuto in novembre a <strong>Isola</strong> tra i familiari<br />
del nostro concittadino Luigi (Gigi) Drioli e i rappresentanti<br />
della Comunità Italiana, in occasione della presentazione<br />
del libro dello storico Roberto Spazzali “Luigi Drioli – Un<br />
esempio di coerenza”.<br />
A chi come me giovane ragazzo all’epoca dei fatti narrati,<br />
non può che fare buona impressione l’importanza del riconoscimento<br />
avvenuto, anche se tardivo, proprio a <strong>Isola</strong>.<br />
Luigi Drioli, dopo sette anni di carcere duro per le sue<br />
idee politiche nelle carceri jugoslave, raggiunta la famiglia<br />
a Trieste, non risulta abbia ricevuto i riconoscimenti che<br />
ampiamente meritava, altra umiliazione mai del tutto ripagata.<br />
Sette anni di sofferenze sue e dei familiari, per essere<br />
poi scambiato con due detenuti comuni, non avendo l’Italia<br />
detenuti politici jugoslavi.<br />
Luigi Drioli, un bel esempio per tutti noi, con nobili sentimenti,<br />
coerenza e coraggio, ha tentato di difendere la lingua,<br />
le tradizioni, la millenaria cultura, con le sole armi dell’entusiasmo,<br />
della passione, dell’amore per la propria terra. La<br />
stessa cosa del resto – per fortuna in un altro contesto – sta<br />
facendo attualmente la Comunità degli Italiani.<br />
Importante infine la presenza alla cerimonia del sindaco<br />
di <strong>Isola</strong>, a voler sottolineare il superamento delle barriere<br />
ideologiche, che tanta sofferenza hanno causato alle popolazioni<br />
isolane. Del resto dovremo impegnarci tutti molto di<br />
più nel costruire un’Europa, pur nella diversità, Unita nel<br />
comune amore per le libertà, tollerante e indulgente verso<br />
le minoranze e i territori di confine, unica strada per poter<br />
assicurare alle future generazioni una pace duratura e una<br />
civile convivenza.<br />
Bruno Moscolin, Carpi
6 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
CI HA LASCIATO LO SCORSO DICEMBRE ALL’ETÀ DI 85 ANNI<br />
Olinto Parma, una vita nell'assistenza agli esuli<br />
Il suo impegno nell’associazionismo cattolico - Per trent’anni anche dirigente delle Cooperative Operaie di Trieste<br />
Una autentica folla di amici, conoscenti ed estimatori ha accompagnato all’ultima dimora Olinto Parma, spentosi alla Vigilia di<br />
Natale del 2011. Un segno dell’alta considerazione che Egli ha goduto non solo tra noi isolani ed istriani ma anche nell’ambito<br />
della comunità triestina.<br />
Riteniamo di fare cosa gradita ai nostri lettori pubblicando un estratto della sua biografia, scritta da Diego D’Amelio per la sua<br />
tesi di laurea”Ritratto di una elite dirigente – I democristiani a Trieste 1949-1966” all’Università degli Studi di Trieste.<br />
Olinto Parma nacque a <strong>Isola</strong> d’Istria<br />
nel 1926.<br />
Le prime informazioni raccolte<br />
sulla sua biografia si riferiscono all’ultimo<br />
scorcio del conflitto. Nel 1943<br />
i nazisti lo inquadrarono nei ranghi<br />
della Todt: per tutto l’anno lavorò prima<br />
a Trieste poi a Salvore, costruendo<br />
opere difensive e postazioni per<br />
l’artiglieria. Una volta sopraggiunto<br />
l’inverno, decise di restare nascosto<br />
a casa e non si ripresentò al lavoro<br />
obbligatorio.<br />
Fu vicino all’Azione Cattolica<br />
fin da bambino. Nell’immediato dopoguerra<br />
partecipò alle conferenze<br />
organizzate a <strong>Isola</strong> e Capodistria da<br />
mons. Marzari. Olinto le considerava<br />
un esempio di “resistenza dei cattoli-<br />
Olinto Parma<br />
Olinto Parma all'inaugurazione di un nuovo punto vendita delle Cooperative Operaie di Trieste e dell’Istria<br />
ci” nell’Istria occupata dall’esercito<br />
jugoslavo.<br />
Nel giugno 1945 diede il proprio<br />
contributo alla fondazione delle sezioni<br />
della DC e delle ACLI di <strong>Isola</strong>,<br />
cittadina caratterizzata da una non<br />
secondaria presenza operaia – dovuta<br />
alle due industrie conserviere Arrigoni<br />
ed Ampelea – e dall’attività di un<br />
movimento cattolico impegnato anche<br />
sul terreno sociale. L’iniziativa fu assunta<br />
da una trentina di persone, vicine<br />
all’Azione Cattolica e, in alcuni casi,<br />
coinvolte nel Comitato di Salute Pubblica<br />
costituito dai partiti antifascisti<br />
sul finire del conflitto. La sezione era<br />
ospitata presso le strutture dell’Azione<br />
Cattolica e Giacomo Bologna ne<br />
venne nominato segretario.
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
7<br />
Il gruppo costituito da mons. Marzari<br />
diede vita ad alcune attività e ad<br />
una serie di incontri per illustrare il<br />
programma politico democristiano.<br />
La reazione dei comunisti non si fece<br />
attendere: il 4 luglio 1946 la sede congiunta<br />
che ospitava AC, DC e ACLI<br />
venne attaccata e devastata. La sera<br />
prima delle elezioni del 14 ottobre<br />
1945, la Democrazia Cristiana di <strong>Isola</strong><br />
annunciò il proprio scioglimento per<br />
la mancanza di sufficienti garanzie<br />
democratiche. Da quel momento,<br />
l’azione politica dello scudo crociato<br />
fu ridotta drasticamente, costretta alla<br />
clandestinità e legata all’impegno di<br />
pochi singoli.<br />
La militanza in difesa dell’italianità<br />
dell’Istria vide Olinto Parma<br />
coinvolto in prima persona contro la<br />
presenza jugoslava. Svolse un non<br />
secondario ruolo di collegamento<br />
con Trieste, dove prendeva nel frattempo<br />
lezioni di ragioneria in vista<br />
dell’esame di maturità. Dal capoluogo<br />
giuliano portava in Zona B di nascosto<br />
copie di giornali italiani – “Il grido<br />
dell’Istria” e “La Voce Libera” – e<br />
materiali di propaganda fornitegli dal<br />
Gruppo esuli istriani, che avrebbe<br />
successivamente assunto il nome di<br />
Comitato di Liberazione Nazionale<br />
dell’Istria.<br />
Nel 1947 partecipò anche ad una<br />
azione di sabotaggio, organizzata dal<br />
Gruppo di Resistenza Istriana, contro<br />
le antenne di Radio Capodistria, da<br />
poco installate nei pressi di Portorose.<br />
Durante una ricognizione uno dei tre<br />
membri del gruppo di guastatori si<br />
fece scoprire e fu condannato a dieci<br />
mesi di reclusione: il fatto che questi<br />
non venne rilasciato qualche giorno<br />
dopo il suo arresto, convinse Olinto ad<br />
abbandonare definitivamente <strong>Isola</strong>.<br />
Nel 1948 suo fratello Adilio fu<br />
inoltre arrestato per attività anti-jugoslave,<br />
tentò la fuga dal carcere ma<br />
venne nuovamente catturato: uscì<br />
tuttavia indenne dal processo intestato<br />
a Capodistria contro di lui e altri<br />
membri del “Gruppo Drioli”. Cinque<br />
imputati furono invece condannati e<br />
uscirono dal carcere solo nel 1955.<br />
Trasferitosi definitivamente nel<br />
capoluogo giuliano nel luglio 1947,<br />
venne ospitato per alcune settimane<br />
presso parenti e poi trovò sistemazione<br />
nella soffitta di Palazzo Vivante,<br />
nel collegio diretto da don Marzari.<br />
A Trieste riprese immediatamente il<br />
suo impegno nelle organizzazioni di<br />
matrice cattolica e cominciò a lavorare<br />
contemporaneamente presso l’Ufficio<br />
Assistenza del CLN dell’Istria e<br />
Olinto amava definirsi un testimone.<br />
“Sono solo un testimone” – scriveva nel suo libro – Voglio sperare che<br />
in nessuna delle rievocazioni faccia capolino l’insidiosa tentazione del protagonismo.<br />
Chi mi conosce sa che non è nel mio stile”.<br />
Nella sua vita si è preoccupato di far conoscere le origini e i responsabili della<br />
tragedia istriana con il solo desiderio di dare un contributo e uno stimolo a più<br />
approfonditi studi sulla storia dell’Istria e in particolare sulla sua natia <strong>Isola</strong>.<br />
Egli ha raccolto memorie e fornito testimonianze personali e collettive per<br />
far comprendere tale tragedia anche a coloro che non l’hanno sofferta. E’ importante<br />
non dimenticare.<br />
Di questo lo ringraziamo. E ringraziamo quanti con la preghiera si sono uniti<br />
a noi nella festa del passaggio alla Vita vera.<br />
La moglie Nelda Ulcigrai e i familiari<br />
come capo-mensa delle ACLI, che<br />
avevano messo in piedi una serie di<br />
servizi d’assistenza a favore dei primi<br />
esodati. Fu quindi assunto stabilmente<br />
all’ACEGAT in qualità di impiegato.<br />
Fu dirigente dello scudo crociato<br />
e delle ACLI, occupandosi in particolare<br />
della questione degli esuli e<br />
dell’assistenza ad essi rivolta. Fece<br />
parte – in qualità di delegato giovanile<br />
– del Comitato interzonale istriano<br />
della DC, costituito a Trieste in via<br />
provvisoria per creare alcune forme<br />
di collegamento con l’Istria (in particolare<br />
con Buie e Capodistria), preparare<br />
quadri del partito e tenere uniti i<br />
profughi iscritti. Il collegamento con<br />
il CLN era costante: spesso appelli<br />
e mozioni del Comitato Interzonale<br />
venivano fatti propri dal CLN, grazie<br />
alla mediazione dei rappresentanti<br />
democristiani al suo interno.<br />
Parma fu segretario della sezione<br />
“Dall’armistizio all’esodo” – Ricordi di un<br />
esule d’<strong>Isola</strong> d’Istria, pubblicato da Olinto<br />
Parma nel 2005 per l’Istituto Regionale per<br />
la Cultura istriano-fiumano-dalmata.<br />
DC di <strong>Isola</strong> nel 1953, segretario della<br />
zona di Capodistria e infine segretario<br />
del Movimento Istriano (nuova denominazione<br />
del suddetto Comitato)<br />
a partire del 1957. Collaborò inoltre<br />
con il CLN fin dalla sua fondazione e<br />
fu esponente del Comitato Direttivo<br />
dell’Associazione delle Comunità<br />
Istriane di Trieste, nata nel 1966 dallo<br />
scioglimento del CLN e affidata alla<br />
presidenza di Giacomo Bologna.<br />
Fu eletto nel comitato provinciale<br />
in occasione del congresso del 1959,<br />
rimanendo in carica fino al 1961 e<br />
sedendo anche nell’esecutivo. In quel<br />
biennio venne inoltre designato dirigente<br />
per i problemi dell’assistenza,<br />
con la finalità di seguire le misure a<br />
sostegno dei profughi.<br />
Nei giorni convulsi dell’ottobre<br />
1953, partecipò alla formazione di<br />
gruppi di resistenza organizzatisi per<br />
contrastare l’eventuale entrata dei<br />
titini a Trieste. Il segretario Romano<br />
lo aveva incaricato di organizzare<br />
gruppi di esuli istriani sul Carso, da<br />
collegare ai comunisti di Vidali, pronti<br />
alla collaborazione in quell’esclusivo<br />
frangente. I profughi erano assai restii<br />
su questo punto, ma alla fine furono<br />
convinti.<br />
Dal 1966 entrò stabilmente nel<br />
consiglio di amministrazione delle<br />
Cooperative Operaie di Trieste e dell’Istria,<br />
rimanendovi per trent’anni<br />
e ricoprendo per dodici l’incarico di<br />
Presidente a cominciare dagli anni<br />
’80. Fu inoltre membro del Consiglio<br />
Nazionale della Confederazione delle<br />
Cooperative Italiane.<br />
Non venne invece mai candidato<br />
alle elezioni amministrative e non<br />
detenne pertanto alcun incarico negli<br />
enti locali di primo grado.<br />
Diego D’Amelio<br />
<strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>, che lo ha avuto sempre vicino,<br />
si associa al dolore dei familiari per<br />
la perdita del caro Olinto.
8 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
10 febbraio: il Giorno del Ricordo<br />
Il 10 febbraio si celebra<br />
il Giorno del Ricordo, in<br />
coincidenza con l’anniversario<br />
di quel Trattato di Pace<br />
punitivo (Parigi, 10 febbraio<br />
1947) che comportò la perdita<br />
delle terre dell’Adriatico<br />
Orientale e l’esodo di 300.000<br />
istriani, fiumani e dalmati.<br />
Noi venimmo via per sfuggire<br />
al regime comunista jugoslavo<br />
e alla sua politica di<br />
sopraffazione e di denazionalizzazione,<br />
vera e propria<br />
pulizia etnica condotta ai nostri<br />
danni tra episodi di una grande<br />
ferocia.<br />
In Italia, dopo più di mezzo<br />
secolo d’ignoranza, di insensibilità<br />
e di indifferenza, sono<br />
intervenuti dei cambiamenti.<br />
Accogliendo un augurio espresso<br />
anni prima da Montanelli, il<br />
10 febbraio 2003, il Governo<br />
dell’epoca, per bocca del vicepremier<br />
Gianfranco Fini, chiese<br />
ufficialmente scusa ai profughi<br />
giuliano-dalmati e ai loro discendenti<br />
per la maniera in cui l’Italia<br />
li aveva per tanti anni trattati:<br />
“Il Governo italiano vi chiede<br />
ufficialmente scusa per tutto ciò<br />
che è accaduto e per tutto ciò che<br />
colpevolmente i libri di scuola<br />
non hanno raccontato e insegnato”.<br />
Alcune piazze e alcune<br />
strade sono state intitolate alle<br />
vittime degli eccidi commessi dai<br />
partigiani di Tito. E’ stato emesso<br />
un francobollo per commemorare<br />
il nostro esodo. Uno anche<br />
per ricordare il liceo ginnasio<br />
“G.R.Carli” di Pisino.<br />
Ma la posta con questi nuovi<br />
francobolli è giunta troppo tardi<br />
per i miei genitori e per tanti<br />
altri, che si sono spenti lontani<br />
dalle amate terre, lasciando ai<br />
superstiti un lutto perenne per<br />
quel mondo distrutto.<br />
“Finalmente – mi sono comunque<br />
detto – finalmente un<br />
popolo esce dall’ombra”. Un<br />
popolo che ha dovuto un’infinità<br />
di volte sorbirsi l’attributo<br />
di “slavo”, mentre i tenaci mass<br />
media italiani hanno sempre<br />
usato il nome slavo – Pula,<br />
Rijeka, Porec… - per le nostre<br />
località di nascita dall’antico<br />
nome italiano. Il non riconoscimento<br />
– ad un individuo, ad un<br />
gruppo, ad un popolo – del suo<br />
passato e della sua identità è un<br />
grave diniego che fa tremendamente<br />
male.<br />
I giuliano-dalmati e i loro<br />
figli si sono inseriti pacificamente<br />
e silenziosamente nei<br />
nuovi approdi. Noi esuli non<br />
abbiamo espresso violenze,<br />
terrorismo e neppure un revanscismo<br />
urlante. Nella mite Italia<br />
è fiorito invece il terrorismo<br />
delle Brigate Rosse; rosse come<br />
la stella dei nostri carnefici.<br />
I giuliano-dalmati hanno<br />
avuto diritto, in Italia, alla celebrazione<br />
di Tito e del suo magnifico<br />
mosaico di popoli. Alla fine<br />
però il laboratorio jugoslavo,<br />
edificato anche sui nostri morti,<br />
è esploso nel sangue. Il “nuovo<br />
uomo socialista”, esperto di<br />
autogestione e campione di<br />
antifascismo, acclamato nei<br />
consessi internazionali e oggetto<br />
di forti invidie in Italia, ha così<br />
potuto riproporre ai suoi vicini<br />
di casa la pulizia etnica e gli<br />
antichi metodi di morte. Questa<br />
volta, però, sotto i riflettori dei<br />
Carpi, 12 febbraio<br />
Anche qui a Carpi (Modena) celebriamo il Giorno del Ricordo. Era in programma l’inaugurazione<br />
di una lapide in ricordo delle Foibe e dell’esodo dei Giuliani e Dalmati: si tratta<br />
di un blocco di granito donato dalla cava carsica di Aurisina. Doveva essere presente, oltre a<br />
dirigenti dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia di Bologna e di Roma, anche il sindaco<br />
di Trieste Cosolini. Ma è stato tutto rimandato a data da destinarsi a causa della bora presente in<br />
questi giorni a Trieste, dei pochi centimetri di neve romana, dei 60 centimetri di neve emiliana<br />
e dei tre centimetri de giasso Carpigiani (xe quindise giorni che sèmo soto zero…).<br />
Sarà mia premura tenervi informati, e comunque questa mia resterà un documento di come<br />
era il tempo in mezza Italia il giorno 12 del febbraio 2012.<br />
Un caro saluto, raccomandandovi de tenerve streti che no i ve trovi duti in laguna… Con<br />
affetto,<br />
Bruno Moscolin, isolan de via Manzioli<br />
London (Canada), 12 febbraio 2012<br />
Sono passati molti anni, esattamente dal 8 febbraio 1956,<br />
da quando ho lasciato la mia amata <strong>Isola</strong> d’Istria, ma il ricordo<br />
è sempre vivo in me.<br />
Se chiudo gli occhi vedo il tutto come se fosse oggi…<br />
Vedo mio padre, vedo mia madre, che con la morte nel cuore<br />
caricavano le nostre poche cose sul camion che ci avrebbe<br />
portati a Trieste, via dalla nostra terra per sempre. Si parlava<br />
poco, eravamo tristi e un po’ confusi, in poco tempo si<br />
perdeva tutto quello che si aveva costruito con tanti anni di<br />
lavoro, sudore e sacrificio. Cari genitori, quanto avete sofferto…<br />
abbiamo perduto tutto quello che avevamo di più caro.<br />
La nostra casa, i nostri amici, i parenti, la nostra chiesa, il<br />
nostro cimitero… il nostro mare, le nostre tradizioni. Siamo<br />
andati verso l’ignoto. Soprattutto per essere liberi, per non<br />
aver paura di esprimere le nostre idee senza il timore di essere<br />
portati via di notte come spesso accadeva… Ma soprattutto<br />
perché noi siamo stati sempre orgogliosamente italiani… e<br />
questo è un Grande Valore.<br />
E adesso dove siamo andati a finire? E’ vero, siamo stati<br />
sventagliati come polvere al vento per tutti gli angoli della<br />
terra… ma l’amore per il nostro Paese non è mai diminuito.<br />
<strong>Isola</strong>, noi ti ricorderemo e ti ameremo sempre! Noi isolani<br />
siamo nati con i piedi nel mare e con le mani sulla terra…<br />
Ierimo, sèmo e sarèmo sempre isolani, istriani e italiani!<br />
Dal Canada un abbraccio a tutti gli isolani sparsi per il<br />
mondo da<br />
Mario Lorenzutti, grilo<br />
mass media.<br />
In Italia, paese dell’antipatriottismo<br />
viscerale, l’apertura<br />
agli esuli trova i suoi accaniti<br />
resistenti. Per certuni sui morti<br />
di Basovizza “non c’è nulla di<br />
dimostrato”. A Marghera, per<br />
l’intitolazione di una piazza ai<br />
trucidati nelle foibe, un commando<br />
di estrema sinistra sferrò<br />
un attacco violento contro i partecipanti.<br />
Diverse targhe ricordo<br />
sono state nel corso degli anni<br />
vandalizzate. Anche quest’anno,<br />
apprendiamo dai giornali: “Foi-<br />
be: sfregio alla targa commemorativa”,<br />
“Bandiere comuniste e<br />
jugoslave nel corteo dei centri<br />
sociali contro le foibe”. Per<br />
la sindaco di Genova le foibe<br />
vanno ricondotte al fascismo:<br />
“Le foibe vanno ricordate nel<br />
contesto del fascismo”. Non<br />
solo: un sondaggio choc rivela<br />
che ben sei italiani su dieci non<br />
sanno cosa siano le foibe.<br />
Ma ormai qualcuno parla,<br />
comunque, di noi: noi, un popolo<br />
che non esisteva. Al di là<br />
delle ideologie, dei discorsi di<br />
parte e di partito, dei distinguo e<br />
delle insinuazioni, al di là della<br />
vera commozione, o anche dei<br />
chichès retorici rarissimi in<br />
verità, che si riconosca infine<br />
che quel trattato di pace sancì<br />
la sconfitta dell’Italia, con una<br />
resa incondizionata, e con la<br />
mutilazione del territorio nazionale,<br />
e con l’esodo di una<br />
popolazione inerme che ha<br />
vissuto delle tremende pagine<br />
di storia e che reca ancora oggi<br />
nel cuore un incancellabile<br />
fardello di memorie.<br />
Claudio Antonelli, Montreal
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
9<br />
Il ritorno delle bandiere al Duomo di <strong>Isola</strong><br />
Gli ultimi anni ‘50<br />
sono stati i più duri<br />
per noi istriani;<br />
dopo aver lasciato tutto,<br />
le case, gli averi, ci siamo<br />
trasferiti a Trieste, in altre<br />
località italiane o addirittura<br />
all’estero, lontani dai<br />
nostri luoghi natii.<br />
Era difficile, in quel periodo,<br />
tenere un rapporto<br />
anche solo affettivo con<br />
quello che a malincuore<br />
avevamo lasciato, e uno dei<br />
pochi posti in cui si poteva<br />
ancora entrare senza timore<br />
era la chiesa. Ed io, fin da<br />
ragazzino, ricordavo tutte<br />
le cose che avevo visto nella<br />
chiesa della mia parrocchia<br />
di San Mauro a <strong>Isola</strong>. E così<br />
in quelle tristi giornate,<br />
quando sporadicamente tornavo<br />
nel mio paese e mi recavo<br />
in Duomo, non vedendo<br />
le bandiere e i labari che lo<br />
ornavano, mi chiedevo che<br />
fine avessero fatto.<br />
Così un giorno ho chiesto<br />
al parroco di allora cos’era<br />
successo alle bandiere<br />
e agli stendardi che avevano<br />
sempre fatto bella mostra<br />
in chiesa, e mi sono sentito<br />
rispondere che giacevano,<br />
inutilizzati, negli armadi<br />
della sacristia. Allora ho<br />
preso la palla al balzo e gli<br />
ho chiesto se potevo riprenderli<br />
io, con la promessa di<br />
restaurarli e di farne buon<br />
uso. Il parroco con il placet<br />
del vescovo di Capodistria<br />
me li ha così consegnati.<br />
Erano una decina di pezzi,<br />
più o meno rovinati, risalenti<br />
anche a prima della<br />
Grande Guerra<br />
Alcune bandiere sono<br />
state da me restaurate con<br />
l’aiuto di mia moglie Graziella;<br />
altre, come quella<br />
azzurra della Madonna e<br />
quelle di San Donato e di<br />
San Mauro, le ho riportate<br />
all’antico splendore e sono<br />
ritornate come nuove. Una<br />
di queste ha una lunghezza<br />
di ben quattro metri,<br />
un’enormità. In tutti questi<br />
anni sono state spesso usate,<br />
con grande gioia di tutti gli<br />
isolani, in special modo per<br />
le varie processioni a Monte<br />
Bandiere e stendardi precedevano sempre i fedeli nelle processioni al<br />
Santuario di Monte Grisa per la festa della Madonna del Carmine<br />
Grisa in occasione della<br />
festa del Carmine.<br />
Recentemente ho pensato<br />
bene di restituirle alla<br />
chiesa dove erano sempre<br />
state esposte e che doveva<br />
considerarsi, spiritualmente<br />
e materialmente, proprietaria:<br />
il Duomo di San<br />
Mauro a <strong>Isola</strong>. Ormai la<br />
Slovenia fa parte a tutti gli<br />
effetti dell’Europa e ulteriori<br />
problemi non potevano<br />
più sussistere.<br />
Lo scorso novembre ne<br />
ho portate a <strong>Isola</strong> una prima<br />
metà, riproponendomi di effettuare<br />
un secondo viaggio<br />
prima possibile. Ritornato<br />
per consegnare al parroco<br />
le altre, ho notato una cosa<br />
che mi ha commosso: quelle<br />
che avevo portato pochissimo<br />
tempo prima erano già<br />
state, con mia grande gioia,<br />
esposte in chiesa. E questo<br />
pensiero così genuino e<br />
repentino da parte di don<br />
Kobal mi ha fatto ritornare<br />
quasi bambino; mi ha preso<br />
un groppo alla gola, accompagnato<br />
da una lacrima,<br />
come mi succedeva ai bei<br />
tempi passati, quelli della<br />
mia gioventù e non solo.<br />
Da quel poco che ho<br />
visto e da quello che le<br />
persone che frequentano la<br />
chiesa mi hanno raccontato,<br />
tutti i fedeli di <strong>Isola</strong> sono<br />
entusiasti nel vedere quelle<br />
vecchie insegne nuovamente<br />
esposte nella loro chiesa;<br />
e in particolar modo gli<br />
anziani, purtroppo rimasti<br />
in pochi.<br />
Ora mi sento intimamente<br />
soddisfatto per quello che<br />
sono riuscito a fare - aiutato<br />
anche dalla disponibilità di<br />
altre persone - per la parrocchia<br />
di <strong>Isola</strong>; e sono ancora<br />
più felice nel sapere che<br />
molta gente potrà godere del<br />
mio modesto lavoro: quello<br />
di aver rimesso a nuovo<br />
questi simboli di fede, che<br />
tanto hanno rappresentato<br />
e rappresentano per i fedeli<br />
della nostra cittadina.<br />
Mario Depase<br />
Le bandiere e gli stendardi<br />
ritornati alla loro sede originaria:<br />
il Duomo di San<br />
Mauro di <strong>Isola</strong><br />
San Mauro (restaurata)<br />
Sant’Andrea<br />
San Donato (restaurata)<br />
Maria Vergine (restaurata)<br />
San Rocco<br />
San Donato (molto antica)<br />
Gesù<br />
Santa Maria Maddalena<br />
Santissima Ostia<br />
Santa Maria Goretti<br />
San Giuseppe (restaurata)<br />
SS. Sacramento (restaurata)
10 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Viaggi nella Dalmazia dei primi anni ’90<br />
La baia di Buccari, presso Fiume<br />
Alla ricerca di tracce della Serenissima e alla scoperta di una natura splendida<br />
Una vasta biblioteca sull’argomento “Dalmazia” ed un<br />
archivio di documentazione giornalistica sullo stesso<br />
tema non equivalgono ad una visione diretta dei luoghi,<br />
ai contatti con gli abitanti, alla ricerca personale di particolari che<br />
resteranno poi sempre nella memoria. Senza dubbio costituiscono<br />
una necessaria preparazione, ma da soli fanno toccare con mano<br />
la consueta differenza fra la teoria e la pratica..<br />
Con questo scritto si discorre di luoghi da sempre fecondati<br />
dalla civiltà italiana, ed ormai stravolti, snaturati, in un certo<br />
senso “cancellati”. Ecco perché qui si offre qualche frammento<br />
sulle terre che cominciarono la loro agonia con la caduta della<br />
Repubblica Serenissima di Venezia nel 1797.<br />
Nessuno dei tre viaggi che ho compiuto in Dalmazia nel ‘90,<br />
’91 e ’95 era stato programmato da tempo, ed ebbero percorsi in<br />
parte diversi, ma che mi consentirono di comporre un abbozzo di<br />
quadro e soprattutto di afferrare un po’ della mitica atmosfera che<br />
sprigiona da quei luoghi. Va detto subito che l’uno e l’altra sono<br />
anche frutto di quella preparazione accennata all’inizio, quando<br />
un monumento richiama uno scritto, questo un autore, e l’autore<br />
un “clima”, un paesaggio, una storia.<br />
Il primo passaggio in Dalmazia aveva come meta alcune<br />
località dell’Erzegovina, e fu molto sommario. Ricordo la sosta<br />
a Novi Sad (località a sud di Fiume che i geografi più “gelosi”<br />
dell’area geografica italiana considerano la punta estrema della<br />
nostra penisola nel Quarnaro) ed il pernottamento a Carlopago<br />
(oggi Karlobag), che richiama nel nome la lunga isola di Pago,<br />
sita proprio di fronte, a brevissima distanza dalla terraferma.<br />
Mi colpì a Novi Sad un’ambientazione nettamente pre-bellica:<br />
gente dimessa, bar più simili ad osterie degli anni ’10 che ai<br />
locali italiani lasciati passando il confine, poco traffico in gran<br />
parte identificatesi con utilitarie italiane costruite in Jugoslavia<br />
su concessione. Di Carlopago ricordo l’albergo di recente costruzione,<br />
a due passi dal mare (che anni dopo fu distrutto quando la<br />
Jugoslavia andò in pezzi) e soprattutto quella luminosità, appunto<br />
marina, accentuata da una brezza costante, con la sensazione che<br />
lo specchio d’acqua antistante fosse una conca lacustre e non<br />
un frammento dell’Adriatico. Perché l’isola di Pago, come tutte<br />
le altre sia a nord che a sud, è così vicina da sembrare quasi un<br />
braccio del continente piuttosto che un piccolo mondo a parte.<br />
Le isole della Dalmazia alternano lunghi tratti assolutamente<br />
aridi e privi di vegetazione (impensabili nelle nostre molte isole<br />
del Tirreno o nelle poche rimasteci nel basso Adriatico) ad altri<br />
tipicamente mediterranei che riconciliano con la vita. Lì, sulle<br />
rocce antistanti l’albergo, avrei voluto sostare leggendo gli scritti<br />
di Giani Stuparich – originario di Lussino, una delle isole che tornarono<br />
italiane dal 1918 al 1945 – autore squisito interprete delle<br />
mitiche atmosfere giovanili che egli visse sulle coste adriatiche<br />
fino al 1915, quando si arruolò volontario irredento, col fratello<br />
Carlo, nel Reggimento Granatieri di Sardegna, meritandosi con<br />
lui la medaglia d’oro sul Monte Cengio, nelle estreme propaggini<br />
meridionali dell’Altopiano di Asiago. Ma il tempo stringeva<br />
e dovetti abbandonare questi desideri letterari, essendo diretto<br />
appunto all’Erzegovina.<br />
Fiume e Buccari<br />
Più “vissuto” il secondo viaggio, sempre via terra, dopo aver<br />
attraversato l’interno dell’Istria. Desideravo vedere Fiume, conosciuta<br />
per così dire soltanto attraverso gli innumerevoli scritti<br />
sull’impresa dannunziana. Purtroppo la prima impressione fu pessima.<br />
La bella conca con l’antica città sul mare è sconciata da una<br />
serie di grattacieli che le fanno corona sulle alture. E’ incredibile<br />
la capacità dei nostri dirimpettai sull’altra riva dell’Adriatico di<br />
rovinare, direi volutamente, lo splendore della natura, che pure<br />
sarebbe una vantaggiosa risorsa economica col turismo.<br />
Il peggio lo vidi nella fantastica baia di Buccari (chi non ricorda<br />
“la beffa di Buccari”? Ma qui non voglio certo darmi a lezioni<br />
di storia), ove l’unica visione gradevole era costituita dal palazzo<br />
dell’Ammiragliato austro-ungarico, perfetto nelle sue linee<br />
ottocentesche e ben tenuto, una luminosa macchia color avorio<br />
davanti all’azzurro del mare. Invece i due fianchi della baia erano<br />
sconciati, l’uno da una acciaieria e l’altro da una raffineria. Non<br />
si tratta di viaggiare con pregiudizi o con la mente ostinatamente<br />
volta al passato ma di constatare come la furia titina di cancellare le<br />
tracce di italianità, ad esempio i numerosissimi Leoni di S.Marco<br />
scolpiti in Istria e in Dalmazia, ha tracimato nella masochistica<br />
voluttà di rovinare il più possibile luoghi naturali.<br />
Fiume non è mai stata città veneta, anche se la popolazione<br />
italiana fu sempre maggioritaria rispetto ad altri abitanti, croati,<br />
ungheresi, austriaci, tedeschi, ebrei di diversa provenienza. L’edilizia<br />
della città vecchia non è quindi tipicamente veneta come nei<br />
borghi istriani, ma ha un’impronta cosmopolita: mi fece piacere<br />
imbattermi in piccole strade ancora dedicate a personaggi italiani,<br />
ad esempio Manzoni, ed illudermi così di poter incontrare qualche<br />
esponente della Comunità Italiana, che sopravvive stentatamente<br />
ed ha pure un suo giornale. Ma il tempo è sempre tiranno, e dovetti<br />
proseguire verso sud, essendo diretto a Sebenico.
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
11<br />
La Riva di Sebenico in una cartolina di fine ‘800<br />
Verso Sebenico<br />
La litoranea è affascinante. Una miriade di curve apre continuamente<br />
scenari cangianti e del retroterra (che ricorda molto<br />
il Carso) e del mare che non ti lascia mai. Una visione mi parve<br />
fuori dal tempo e mi restò impressa: una piccola barca a motore,<br />
nelle prime ombre della sera, si muoveva verso una caletta con<br />
poche case; a poppa il pescatore, a prua… una capra ritta in tono<br />
fiero, come a scrutare la via verso casa. Sembrava di essere tornati<br />
ai tempi di Ulisse.<br />
Ma torniamo in Dalmazia. Il lungo viaggio da Milano suggeriva<br />
soltanto il riposo, ed il mattino seguente la vista del breve<br />
tratto di mare tra l’albergo e l’isoletta antistante fu uno squarcio<br />
luminoso attraversato dal volo di innumerevoli gabbiani. Avevo<br />
con me gli appunti di un’anzianissima amica nata negli ultimi anni<br />
dell’800 a Sebenico, e qui riporto un breve passo: “La Dalmazia,<br />
rimasta per centinaia d’anni sotto il dominio della Repubblica<br />
di Venezia, era un crogiolo di popoli. I tedeschi dicevano: Dalmazia,<br />
il paese dove l’Occidente e l’Oriente si danno la mano.<br />
Sempre i tedeschi definivano la Dalmazia “il paese del sole”. Gli<br />
italiani erano numericamente minoritari: rappresentavano però<br />
l’elite per cultura e, in anni più lontani, anche per censo e attività<br />
economica. Perciò la lingua italiana dominava, ed era l’idioma<br />
delle classi più colte, parlato pure dai croati nella versione di un<br />
dialetto veneziano antico”.<br />
Città animata, digradante di colli dell’entroterra sino al mare,<br />
con la sensazione di essere ancora in Italia, non per la lingua o i<br />
caratteri somatici degli abitanti, ma per le numerose utilitarie Fiat<br />
di cui abbiamo parlato prima…In alto dominano i ruderi del Forte<br />
veneziano di Sant’Anna, ai piedi del quale si estende il Cimitero<br />
vecchio ed un dedalo di stradine, che ricordano le viuzze sotto<br />
la spianata di San Giusto a Trieste. Ecco, il luogo dove davvero<br />
ho avuto per qualche tempo l’impressione di essere ancora in<br />
Patria è proprio il Cimitero vecchio. Qui la gran parte delle tombe<br />
porta incisi nomi e cognomi italiani e le consuete frasi di ricordo<br />
e rimpianto.<br />
Scendendo, ero atteso in una piccola casa col giardino. Mi<br />
ritrovai seduto in una saletta di gozzaniana memoria tra persone<br />
che erano avide di notizie della famiglia da cui ero stato inviato. Mi<br />
commosse fino alle lacrime lo<br />
sforzo di quegli anziani padroni<br />
di casa per esprimersi in un<br />
italiano lento e stentato ma ben<br />
comprensibile; un professore di<br />
lettere in pensione parlava quasi<br />
scandendo le parole, ma con<br />
una precisione ed accuratezza<br />
impensabili. Potevo illudermi<br />
che il dominio veneziano fosse<br />
terminato da pochi anni invece<br />
che da quasi due secoli; in<br />
realtà, oltre alle letture colte<br />
che certamente quei miei ospiti<br />
praticavano, sarà stata la televisione<br />
a ricordare loro la nostra<br />
lingua…<br />
Lasciai Sebenico per riprendere<br />
la strada del ritorno.<br />
Volli fermarmi lungo la circonvallazione<br />
di Zara per avere almeno<br />
una visione di quella che<br />
fu chiamata “città martire” per<br />
il suo tragico destino durante<br />
l’ultima guerra; ma i quartieri<br />
industriali mi preclusero la vista<br />
di quanto poteva rimanere dell’unica città dalmata che tornò<br />
italiana fra la prima e la seconda guerra mondiale.<br />
Zara, città martire<br />
Pochi anni dopo ebbi la fortuna di rivedere la Dalmazia giungendovi<br />
con un viaggio diverso: partenza da Ancona col traghetto<br />
e sbarco proprio a Zara. La città, con un piccolo entroterra e<br />
Zara - Chiesa di San Donato
12 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Zara, così venne ridotta dai bombardamenti del 1943 - ’44 l'area<br />
del Foro romano.<br />
l’isola di Lagosta, costituirono la più minuscola provincia del<br />
Regno d’Italia tra il 1920 e il 1944. Se queste note non annoiano<br />
il lettore, ricorderò che la vita nella città, di popolazione interamente<br />
italiana, era vivacissima: tante piccole industrie, una grande<br />
manifattura tabacchi, numerose linee di navigazione verso l’Istria,<br />
la Penisola e i centri maggiori ella Dalmazia.<br />
Gli appunti della mia anzianissima amica di Sebenico riportano<br />
che la città, ai tempi del dominio austro-ungarico, era il centro<br />
più nettamente italiano rispetto a quelli contigui di Traù, Sebenico<br />
e Spalato. Gli altri connazionali, sparsi lungo tutta la costa,<br />
costituivano il 10 % della popolazione (60.000 italiani su 600.000<br />
dalmati). Vi era anche, in città, nei due decenni di unione all’Italia,<br />
una cospicua guarnigione militare, costituita dal IX Reggimento<br />
Bersaglieri, che ebbe fra i comandanti il colonnello Giovanni<br />
Messe, poi copertosi di gloria in Tunisia nei primi mesi del ’43.<br />
L’inizio della sventurata Seconda Guerra mondiale fu anche<br />
l’inizio della fine per la città di Zara: per motivi di sicurezza gran<br />
parte della popolazione su subito trasferita in Italia. Conclusa la<br />
campagna di Jugoslavia nel ’41, nacque l’illusione che la Dalmazia<br />
potesse tornare italiana più o meno nei confini previsti dal Patto<br />
di Londra del 1915: Zara divenne il capoluogo del Governatorato<br />
della Dalmazia, cui vennero aggregate le nuove province di<br />
Spalato e Cattaro (quest’ultima separata dal rimanete territorio<br />
dalmata e comprendente solo lo splendido golfo chiamato “le<br />
Bocche di Cattaro”). Ma appunto fu un’illusione. Le avverse<br />
sorti belliche, il sorgere di formazioni slave poi coordinate sotto<br />
il comando unico di Tito, resero stentata la vita nel Governatorato.<br />
Quasi non bastasse, gli slavi, che avevano a portata di mano<br />
la realizzazione del loro sogno di cacciare tutti gli italiani dalla<br />
sponda orientale dell’Adriatico, segnalarono agli anglo-americani<br />
inesistenti obiettivi bellici, cosicché su Zara si abbatterono oltre 50<br />
bombardamenti aerei, che distrussero la città. Il 30 ottobre 1944<br />
l’eroico prefetto Serrentino lasciò Zara con i resti del Presidio e<br />
la nostra bandiera fu ammainata per sempre.<br />
Tutte queste cose avevo presenti sbarcando di primo mattino<br />
dal traghetto sul molo deserto. Avrei voluto inginocchiarmi e<br />
baciare il suolo di quella terra sventurata, ma temetti che il gesto<br />
fosse considerato teatrale dai pochi passeggeri scesi con me e<br />
non lo feci. Il lungomare mi apparve di classica bellezza (certo<br />
gli edifici distrutti erano stati ricostruiti rispettando abbastanza lo<br />
stile originario) e sul palazzo già Luxardo – i produttori del noto<br />
maraschino – vidi l’insegna in croato.<br />
Con la mia compagna di viaggio mi accostai al Duomo, ma<br />
l’ora troppo mattutina non mi permise la visita.<br />
Spalato e Primosten<br />
Tornai a Sebenico, incontrai altri conoscenti discorrendo della<br />
situazione che si andava formando e sarebbe poi esplosa nella<br />
dissoluzione della Jugoslavia: si vedevano le prime bandiere<br />
croate. Volli ritornare al Cimitero vecchio per “sentirmi” ancora<br />
in Italia. Non riuscii purtroppo a vedere la casa natale di Niccolò<br />
Tommaseo. Mi tornò invece alla memoria un altro appunto della<br />
mia amica dalmata: Sebenico fu la prima città della Dalmazia ad<br />
essere illuminata con la luce elettrica (quando Vienna, per esempio,<br />
aveva ancora le strade con i lampioni a gas) grazie all’energia<br />
prodotta dalle cascate del fiume Krka.<br />
Vissi un momento splendido a Primosten, piccola località<br />
tra Sebenico e Spalato. Sostammo per il pranzo; la giornata era<br />
ventosa e luminosissima; tutti i colori apparivano più vivi del<br />
solito. Un nugolo di isolette ricoperte di pini marittimi ornava<br />
il tratto di mare dando l’impressione di una natura primigenia,<br />
intatta. Intuii che questo era il vero paesaggio della Dalmazia, la<br />
sua nota caratteristica, anche se l’entroterra in certi tratti ha una<br />
sua bellezza di terra aspra e verde.<br />
Spalato, com’è noto, ha cose bellissime, a cominciare dalle<br />
rovine romane (fu patria di Diocleziano, l’ultimo grande riorganizzatore<br />
dell’Impero Romano), ma il traghetto mi attendeva e<br />
non vidi altro se non grandi viali modernissimi digradanti verso<br />
il porto.<br />
Ricostruzione del palazzo di Diocleziano a Spalato<br />
A motivo dell’impronta che vuole avere questo scritto ricorderò<br />
che l’ultimo podestà italiano di Spalato, nell’800, fu Antonio<br />
Baiamonti, così come lo fu il Frari per Sebenico. Dopo la Terza<br />
guerra di Indipendenza (1866) il Governo di Vienna volle punire<br />
l’elemento italiano stanziato nelle terre ad esso soggette, e ciò<br />
avvenne sia in Dalmazia che nel Trentino; in linea con questa<br />
politica essa favorì in modo netto l’elemento slavo, che in pochi<br />
anni si impadronì di tutte le leve di comando amministrative nelle<br />
città dalmate.<br />
Quale nome portava l’imponente traghetto diretto ad Ancona?<br />
“Marko Polo”. C’è poco a ridere. Si arriva da parte dei nostri<br />
dirimpettai anche ad impadronirsi di famosi personaggi italiani.<br />
Il viaggio è terminato. Sono poche note sommarie e forse confuse,<br />
qui stese solo per dare qualche pennellata di rappresentazione<br />
delle terre che ad est furono di civiltà italiane per secoli.<br />
Gian Mario Rossi Fizzotti,<br />
Milano
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
13<br />
Assemblea annuale della S.N. Pullino<br />
Fabio Vascotto confermato presidente e Franco Degrassi nominato presidente onorario<br />
Si è tenuta domenica 11 dicembre presso la sede sociale di<br />
Muggia, con la partecipazione di un buon numero di soci, la<br />
tradizionale assemblea annuale della Pullino. A presiedere<br />
i lavori previsti dall’ordine del giorno è stato chiamato Emilio<br />
Felluga con Marco Finocchiaro segretario verbalizzante.<br />
Il Presidente uscente Fabio Vascotto, come da consuetudine,<br />
prima di passare alla relazione morale sull’attività della passata<br />
stagione, ha ricordato i soci che nel corso del 2011 ci hanno lasciato<br />
per passaggio a miglior vita, dedicando loro alcune parole<br />
di ricordo e un momento di raccoglimento.<br />
Passando alla relazione, per prima cosa Fabio Vascotto ha ricordato<br />
che lui è subentrato alla presidenza della Società nel corso<br />
dell’anno sociale 2010-2011 a seguito delle dimissioni di Franco<br />
Degrassi, che all’inizio del 2011 è stato chiamato a far parte del<br />
Collegio dei Revisori della Federazione Canottaggio, carica questa<br />
incompatibile con quella di Presidente della Società. Vascotto<br />
ha voluto ringraziare Degrassi che per tanti anni ha retto le sorti<br />
della Pullino, portandola ai livelli attuali di risultati agonistici, di<br />
assetto economico e di sviluppo complessivo, con l’acquisto della<br />
sede, del suo ampliamento interno ed esterno (in particolare con la<br />
costruzione della vasca voga e l’acquisto dei terreni circostanti) e<br />
l’incremento del patrimonio sociale (non ultimi i pannelli solari,<br />
l’acquisto del nuovo carrello e il prospettato allungamento della<br />
strada di accesso alla canottiera, attualmente in corso di esecuzione).<br />
Ha fatto poi gli auguri a Degrassi ed ha ricordato che la<br />
partecipazione di un dirigente Pullino alla Federazione è motivo<br />
di soddisfazione ed orgoglio anche per la Società.<br />
La relazione morale di Vascotto è stata chiara e dettagliata,<br />
toccando tutti i temi inerenti l’attività, non dimenticando i vari<br />
problemi che si sono manifestati nella stagione agonistica e le<br />
relative soluzioni adottate.<br />
Ha ricordato i lavori fatti, facendo presente che, con l’aiuto dei<br />
soliti dirigenti, è stata curata al massimo la manutenzione delle<br />
strutture sociali e le riparazioni delle imbarcazioni, apportando<br />
Caldieron sociale, gara di remoergonometro.<br />
– ove necessario – le opportune modifiche migliorative.<br />
Ha citato i principali risultati agonistici conseguiti dai nostri<br />
atleti, ricordando in particolare la partecipazione ai Campionati<br />
Italiani di categoria, con un buon piazzamento, di Martina Zullich<br />
ed Ambra Pogliani, ed i titoli di campionesse regionali conseguiti<br />
dalla stressa Zullich, da Miriam Haipel e Rebecca Zolli.<br />
L’attività promozionale e agonistica<br />
Ampia è stata l’attività promozionale e agonistica organizzata<br />
dalla Pullino, che brevemente qui di seguito si ricorda.<br />
Anche quest’anno sono stati organizzati i corsi estivi di canottaggio<br />
rivolti a ragazzi e ragazze di 10/11 anni, importanti per<br />
acquisire nuove leve. Il direttore sportivo Donato Ciacchi, coadiuvato<br />
da tre nostri atleti maggiorenni, si è sobbarcato l’onere del<br />
suo svolgimento e il suo lavoro è stato premiato con l’inserimento<br />
nei registri sociali di ben dieci nuovi atleti che, nella prossima<br />
stagione, gareggeranno con i nostri colori.<br />
Nell’ambito della “Settimana dei Tre Golfi”, la più importante<br />
manifestazione sportiva del mare di Muggia, in collaborazione<br />
con il Circolo della vela la Pullino ha organizzato ben due regate<br />
di canottaggio: una di fondo per “jole a 4” da Portorose a Muggia,<br />
mettendo in palio un trofeo per ricordare il 50° anniversario della<br />
sua ricostituzione a Trieste, vinto dai nostri atleti; ed una sui 500<br />
metri, riservata agli allievi fino a 14 anni, realizzata di fronte al<br />
lungomare di Muggia per due serate, con la partecipazione di<br />
numerose società di Trieste e della vicina Slovenia. Alla società<br />
vincitrice di questa regata è stato attribuito il trofeo “Luca Vascotto”,<br />
messo in palio dalla famiglia per ricordare il prestigioso<br />
atleta azzurro, che ha vestito pure i nostri colori, troppo prematuramente<br />
scomparso. Il trofeo è stato vinto per somma di punti<br />
dalla Canottieri Nettuno di Barcola.<br />
Con lo scopo di regolamentare la vita interna della Società,<br />
tenendo nel debito conto le esigenze dell’attività agonistica e<br />
promozionale rivolta ai giovani<br />
e quella dei soci ed atleti<br />
master, sempre più numerosi,<br />
una commissione di dirigenti<br />
ha elaborato un regolamento<br />
approvato dal Consiglio Direttivo,<br />
grazie al quale viene<br />
disciplinato l’uso delle imbarcazioni<br />
messe a disposizione<br />
dei soci master in base alla loro<br />
personale capacità e sicurezza<br />
nella voga.<br />
Alla fine il Presidente Vascotto<br />
ha ringraziato tutto il<br />
Consiglio Direttivo per il lavoro<br />
svolto da ciascun componente<br />
nei rispettivi incarichi che erano<br />
stati loro assegnati: l’allenatore<br />
Flavio Mosetti per l’impegno<br />
profuso verso gli atleti e per<br />
il lavoro svolto nella messa a<br />
punto delle imbarcazioni; il<br />
socio Fulvio Strain per la sua disponibilità<br />
a svolgere con cura e<br />
sensibilità un’importante attività
14 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
di dimostrazione e di presentazione della nostra disciplina sportiva<br />
nelle scuole, ed inoltre a sobbarcarsi, nelle varie trasferte, il pesante<br />
onere della guida del pulmino con il carrello delle imbarcazioni al<br />
traino; l’ex dirigente Bruno Derossi per la sua continua e operosa<br />
presenza in canottiera e tutti gli altri che in qualche misura hanno<br />
contribuito al buon andamento della Società.<br />
Il direttore sportivo Donato Ciacchi ha svolto la sua relazione<br />
tecnica illustrando gara per gara, internazionale, nazionale o regionale,<br />
i risultati della nostra partecipazione, il comportamento<br />
degli atleti e i piazzamenti conseguiti. Si è soffermato sui risultati<br />
di maggior rilievo ed ha parlato della categoria master, ricordando<br />
la nutrita partecipazione di questi atleti a numerose regate, conseguendo<br />
risultati di rilievo, il tutto mediante il loro completo<br />
autofinanziamento<br />
Il tesoriere Alessando Visintin ha quindi illustrato il bilancio<br />
consultivo e quello di previsione per il prossimo anno sociale,<br />
dando ampia spiegazione delle singole voci di entrata e di spesa.<br />
Ha ricordato che il buon andamento dell’anno è dovuto a situazioni<br />
contingenti e che di conseguenza permane la necessità di<br />
mantenere una gestione molto oculata delle spese. Situazione<br />
confermata anche dal Collegio dei Revisori che hanno speso parole<br />
di apprezzamento per il bilancio formulato.<br />
Eletto il nuovo Direttivo<br />
L’Assemblea ha poi proceduto alle votazioni di rito, approvando<br />
il tutto all’unanimità. E’ stato quindi eletto il nuovo Direttivo,<br />
che risulta composto da: Fabio Vascotto, Luigi Carboni, Marco<br />
Stener, Donato Ciacchi, Marco Finocchiaro, Alessandro Visintin,<br />
Emanuele Baldini, Fulvia Piller, Danilo Stefanato - Il Collegio dei<br />
Revisori formato da Paolo Babich, Walter Giraldi e Franco Stener<br />
- Il Collegio dei Probiviri composto da Gianfranco Dandri, Vinicio<br />
Degrassi e Guerrino Dobrilla.<br />
Quale ultimo atto ufficiale, l’assemblea ha votato all’unanimità,<br />
su proposta del Consiglio Direttivo, la nomina di Franco Degrassi<br />
a Presidente Onorario della Società, con la motivazione che<br />
Franco con la sua sapiente ed equilibrata presidenza, ha consentito,<br />
grazie alle sue capacità manageriali, di migliorare ed ampliare<br />
notevolmente la nostra sede sociale, di acquisirne la proprietà, di<br />
garantire la certezza economica per l’acquisto delle attrezzature e<br />
lo svolgimento dell’attività agonistica e sportiva, portando la Pullino<br />
da piccola società a importante sodalizio di livello nazionale,<br />
fino ad essere premiata per i risultati conseguiti, in alcune annate,<br />
tra le prime dieci società italiane di canottaggio.<br />
La votazione è stata salutata con un corale applauso che Franco,<br />
commosso, ha ringraziato, ricordando che i risultati conseguiti<br />
durante la sua lunga presidenza, durata quasi 24 anni, sono il frutto<br />
di un lavoro corale, suo e di tutti i consiglieri che l’hanno affiancato<br />
in tutti questi anni. Ed in particolare del suo vice Fabio Vascotto,<br />
con i quali ha condiviso tutte le scelte fatte e con esse i problemi, le<br />
ansie, le preoccupazioni e le soddisfazioni. Li ha ringraziati tutti per<br />
il lavoro svolto in questi lunghi anni, con un grazie speciale a Fabio<br />
Colocci, Dino Degrassi, Ennio Drioli e Franco Finocchiaro che<br />
hanno lasciato il Consiglio dopo una più che trentennale presenza;<br />
al neo-eletto Consiglio Direttivo ha formulato gli auguri sentiti per<br />
il raggiungimento di nuovi importanti traguardi.<br />
Anche il presidente dell’Assemblea Emilio Felluga prima<br />
di concludere i lavori ha voluto ringraziare Franco Degrassi per<br />
l’impegno profuso per lo sviluppo della Pullino ed in particolare<br />
per l’acquisizione della proprietà della sede e dei suoi ampliamenti,<br />
grazie ai quali viene garantita la vita e l’attività della nostra<br />
Società, che tanto ha sofferto prima di trovare la sua attuale<br />
sistemazione. Ha ricordato che nella nostra regione solo un’altra<br />
Società, oltre alla Pullino, può vantarsi di essere proprietaria della<br />
sede sociale, che non è cosa da poco in questi tempi di grande<br />
Il nuovo Consiglio Direttivo<br />
Lunedì 12 dicembre i consiglieri eletti nel corso dell’Assemblea<br />
si sono riuniti nella sede sociale per procedere, come<br />
da statuto, all’attribuzione delle cariche sociali.<br />
Dopo una breve consultazione è stato formalizzato il Consiglio<br />
Direttivo per l’anno sociale 2011-2012, che risulta così<br />
composto:<br />
Fabio Vascotto, presidente<br />
Marco Stener, vicepresidente<br />
Marco Finocchiaro, segretario<br />
Alessandro Visintin, tesoriere<br />
Donato Ciacchi, direttore sportivo<br />
Luigi Carboni, capo canottiera<br />
Fulvia Piller, medico sociale<br />
Emanuele Baldini, maestro di casa e rapporti con le famiglie<br />
Danilo Stefanato, consigliere<br />
emergenza finanziaria. Ha ringraziato<br />
tutti gli intervenuti ed<br />
ha augurato un buon lavoro al<br />
nuovo Direttivo.<br />
Il pranzo sociale<br />
Dopo i lavori assembleari,<br />
soci, atleti e genitori hanno<br />
preso parte, presso il Circolo<br />
della Vela di Muggia, al pranzo<br />
sociale, al quale erano presenti,<br />
quali graditi ospiti, il parroco<br />
di Muggia don Silvano Latin,<br />
il vicesindaco dott.sa Laura<br />
Marsi e il dirigente del Circolo<br />
della Vela dott. Claudio Pelos.<br />
Il pranzo, con la partecipazione<br />
di oltre 110 persone, organizzato<br />
in autonomia da un gruppo<br />
di genitori e soci coordinati<br />
da Susanna Tognon e con la<br />
collaborazione del gastronomo<br />
Piero Pizzamus, ha riscosso un<br />
generale gradimento ed è stato<br />
da tutti salutato con un corale applauso.<br />
Franco Degrassi – Dopo 24<br />
anni di presidenza alla Pullino<br />
ha lasciato il timone della<br />
Società a Fabio Vascotto, per<br />
assumere un nuovo incarico<br />
a Roma presso la Federazione<br />
Italiana Canottaggio.<br />
All’unanimità nel corso dell’Assemblea<br />
è stato nominato<br />
Presidente Onorario della<br />
Pullino.<br />
Nell’occasione sono stati premiati e applauditi gli atleti che<br />
avevano conseguito dei risultati agonistici di rilievo, ed a tutti gli<br />
altri, compresi i master, è stato consegnato un ricordo simbolico<br />
per l’attività svolta nel 2011. Un applauso particolare è stato<br />
tributato agli atleti che avevano partecipato con un equipaggio di<br />
otto vogatori e timoniere alla regata internazionale di Londra.<br />
A Franco Degrassi è stato donato, a ricordo della sua presidenza,<br />
un perfetto modello in legno, in scala ridotta, di un singolo da<br />
regata completo di tutti gli accessori, opera di grande precisione e<br />
qualità uscita dalla mani laboriose ed esperte di Bruno Derossi, che<br />
è stato ringraziato di cuore da Franco visibilmente commosso.<br />
Prima della conclusione del pranzo ha avuto luogo una lotteria,<br />
ricca di premi, organizzata e curata con ampio successo da<br />
Lele Baldini.<br />
Come da tradizione, alla fine del pranzo un gruppo di volontari<br />
ha liberato la sala da tavoli e sedie, l’ha ripulita e resa agibile per<br />
la sua specifica funzione di palestra, pronta ad accogliere il mattino<br />
successivo le lezioni di ginnastica dei soci del Circolo della Vela.
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
15<br />
È RITORNATO ALLA CASA DEL PADRE IL 25 GENNAIO<br />
Don Antonio Dessanti, Sacerdote della carità<br />
Nato a Buie, nel cuore<br />
dell’Istria, il 31 maggio<br />
del 1921, don Antonio<br />
Dessanti fu ordinato sacerdote<br />
nel 1946 e servì la Diocesi tergestina<br />
in varie maniere, come<br />
direttore del Villaggio del Fanciullo,<br />
come insegnante e come<br />
parroco - dal 1992 al 2009 -<br />
della chiesa della Beata Vergine<br />
del Rosario, la Cappella Civica<br />
di Trieste, continuando l’opera<br />
di don Attilio Delise.<br />
Ma chi era don Antonio<br />
Dessanti sotto il profilo della<br />
sua personalità sacerdotale?<br />
Don Antonio era l’uomo<br />
della preghiera. Lo si trovava<br />
Dedicata alla chiesa della Beata Vergine del Rosario, la Cappella<br />
Civica di Trieste, dove don Antonio Dessanti ha operato<br />
come parroco sino al 2009. Era subentrato a don Attilio Delise,<br />
e in questa chiesa i due sacerdoti istriani hanno lasciato la loro<br />
impronta, anche dirigendo per tanti anni “<strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>” e “Una<br />
Voce Amica”. Ambedue hanno raggiunto la Casa del Padre il 25<br />
gennaio, esattamente a venti anni di distanza l’uno dall’altro.<br />
Don Antonio Dessanti con il<br />
sigillo trecentesco della città<br />
di Trieste.<br />
sempre in chiesa, se non pregava<br />
il motivo era che stava sentendo<br />
la situazione esistenziale in sofferenza<br />
dei molti sventurati che<br />
a lui si rivolgevano. Aveva una<br />
parola buona per tutti da trasmettere<br />
con la fede viva di uno che<br />
prendeva il Vangelo alla lettera,<br />
come san Francesco. Aveva in<br />
grado eminente il dono di ascoltare<br />
coloro che si rifugiavano<br />
nel luogo sacro per sentire una<br />
parola cordiale di conforto e di<br />
speranza. Diversi hanno ritrovato<br />
la fede e la pratica cristiana sotto<br />
la sua guida, dimessa quanto<br />
disarmante, semplice quanto<br />
efficace, perché diretta alla sapienza<br />
del cuore. Il suo carisma<br />
evidente era di saper stare con<br />
gli ultimi senza disagio, erano<br />
i disoccupati o i sottoccupati, i<br />
diseredati, il popolo numeroso<br />
degli sconfitti della vita.<br />
Don Antonio era l’uomo<br />
ella carità universale. In lui il<br />
cuore sacerdotale si allargava ai<br />
confini del mondo, tutti avevano<br />
udienza. Di giorno, di notte, senza<br />
pause, senza soste. La notte<br />
era come il giorno. Quando non<br />
arrivavano, i poveri li andava a<br />
cercare. Come una calamita li<br />
scovava dai loro nascondigli,<br />
nel cuore della notte. Recava<br />
loro vestiario, panini, biscotti,<br />
the caldo e, se non avevano di<br />
che dormire, era lui stesso che si<br />
occupava per trovare l’alloggio.<br />
Mai nessuno trascorse la notte<br />
sotto le stelle, soprattutto d’inverno<br />
quando il gelo è proibitivo<br />
e la bora fischia impietosa.<br />
Don Antonio era l’uomo della<br />
carità “romantica”. Non gli<br />
importava tanto da dove prendere<br />
i mezzi, desiderava solo che<br />
l’uomo nel bisogno – e l’urgenza<br />
tante volte è drammatica – trovasse<br />
l’immediato ristoro.<br />
Salvava così l’umanità del<br />
suo ministero pastorale. Perché<br />
l’uomo possiede una sua dignità<br />
da difendere, come primo valore<br />
inalienabile. Se ne accorsero le<br />
autorità cittadine che – nel 2009 -<br />
per questo suo carisma oltre ogni<br />
misura, gli vollero conferire il<br />
Sigillo Trecentesco riservato agli<br />
uomini benemeriti della città per<br />
filantropia o cultura. E l’Unione<br />
degli istriani per l’opera continua<br />
di presenza benefica, spirituale<br />
e materiale, verso i profughi,<br />
esiliati dalla propria terra dopo<br />
il secondo conflitto mondiale,<br />
gli conferì – nel 2011 - il premio<br />
“Histria Terra”.<br />
Don Antonio è stato l’uomo<br />
del confessionale, che con<br />
abilità, pazienza e liberalità<br />
sapeva trasformare in direzione<br />
spirituale nella delicata arte<br />
del reggere le anime. La sua<br />
disponibilità all’ascolto delle<br />
umane debolezze, ventiquattro<br />
ore su ventiquattro, lo rendeva<br />
il Cireneo della misericordia di<br />
Dio, noto in tutti gli ambienti<br />
spirituali e devoti ella città.<br />
Ai funerali del 30 gennaio<br />
2012, l’arcivescovo Gian Paolo<br />
Crepaldi con un’alta omelia<br />
mise in risalto il sacerdote<br />
caritatevole, tutto di Dio. Un<br />
“totus tuus” della Madonna<br />
e della carità. A rimarcare, se<br />
ancora ce ne fosse bisogno, la<br />
validità dell’aforisma paolino:<br />
Caritas Christi urget nos, perché<br />
abbiamo tutti bisogno di<br />
operare nella carità di Cristo,<br />
nella comunione con gli uomini<br />
e con Dio che ci salva.<br />
Pietro Zovatto
16 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Nel 1965 don Attilio Delise<br />
fondava un mensile chiamato<br />
“<strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>”, con l’intendimento<br />
di tenere unita la Comunità<br />
<strong>Isola</strong>na sparsa per il mondo. Fu una<br />
nobile iniziativa, che ebbe successo<br />
e che durò fino al 1992, anno della<br />
sua scomparsa.<br />
Sembrava che alla sua morte il<br />
mensile avrebbe cessato la sua attività,<br />
ma non fu così. Marcello Lorenzini<br />
prese in mano la redazione, trasformò<br />
il mensile in trimestrale dandogli<br />
nuova impostazione sia grafica che<br />
tecnica e la rivista continuò ancora<br />
ad essere la voce della nostra Comunità.<br />
Nel 1997 gli sono subentrato<br />
proseguendo la sua impostazione,<br />
ritenendo però che difficilmente<br />
avremmo superato il 2000. Non per<br />
pessimismo scaramantico ma perché<br />
la logica del tempo vuole che la<br />
Comunità lentamente si spenga. Mi<br />
sbagliavo e ne sono contento: siamo<br />
arrivati al 2011 e seppur con fatica ce<br />
l’abbiamo fatta a superare quel traguardo<br />
che sembrava impossibile.<br />
Ma oggi il seme di don Attilio non<br />
solo continua ad avere successo, ma<br />
il suo messaggio ha subito una forma<br />
del tutto impensabile non solo per<br />
lui ma anche per noi: sono arrivati<br />
l’elettronica e Internet! Grazie ad una<br />
iniziativa di Paolo Coppo, Donatella<br />
Felluga e Pietro Degrassi oggi sulla<br />
Rete i nostri concittadini o loro simpatizzanti<br />
si scambiano in tempo reale<br />
gli auguri, si informano sul loro stato<br />
di salute, pubblicano vecchie e nuove<br />
foto di <strong>Isola</strong>, si ricercano nelle vecchie<br />
foto ingiallite. E magari qualcuno in<br />
Sudafrica trova in esse vecchi ricordi<br />
grazie ad una pubblicazione fatta da<br />
un altro in Canada, e dalla Germania<br />
un altro o un’altra saluta entrambi in<br />
inglese.<br />
Abbiamo voluto nuovamente<br />
pubblicare alcune pagine dal profilo<br />
“<strong>Isola</strong> d’Istria sempre nostra” proprio<br />
per far presente a coloro che non<br />
usano Internet il progresso che ci<br />
avvolge e il messaggio che ancora ci<br />
lega. E’ come se da questa finestra<br />
elettronica ci parlassimo da finestra a<br />
finestra nelle nostre vie, da Contrada<br />
de l’Ospedal, da via Ettoreo o da “su<br />
per Zanon”.<br />
Un dialogo che non sarebbe mai<br />
avvenuto se <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong> non fosse<br />
nata e se un ristretto numero di persone<br />
non continuasse ancora con tante<br />
difficoltà a portarla avanti. Non credo<br />
però ancora per tanto tempo. Anzi,<br />
difficilmente supereremo l’anno in<br />
corso. Aiutateci a continuare! Ne<br />
abbiamo veramente bisogno. E un<br />
grazie a tutti.<br />
Emilio Felluga,<br />
sempre quel de via Manzioli
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
17
AVVENIMENTI LIETI<br />
18 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Il 30 dicembre 2011<br />
è venuto alla luce<br />
SEBASTIANO CREBEL<br />
per la gioia di papà Simone e di<br />
mamma Federica Moscolin, dei<br />
nonni Fabio Moscolin e Mariuccia<br />
Degrassi e dei familiari<br />
tutti, che augurano al nuovo<br />
nato un felice avvenire.<br />
BENVENUTA, EMMA!<br />
L’11 dicembre 2011 è nata<br />
Emma, per la felicità di<br />
mamma Alessandra, di<br />
papà Andrea e della sorellina<br />
Giorgia.<br />
La nonna Bianca Degrassi<br />
assieme alle sorelle Norina<br />
e Bruna vi rendono partecipi<br />
della loro gioia.<br />
DA ISOLA A SCORZE’ (VE)<br />
La piccola SOFIA DAINESE accudisce con gioia<br />
la sorellina ALICE, nata a Tolmezzo lo scorso 23<br />
agosto per la gioia di mamma Federica e papà Matteo,<br />
dei nonni Graziella Cerin e Dusan Sancin, della zia<br />
Martina e di tutti i parenti.<br />
ECCOMI!... SONO PIETRO!<br />
Mi sono presentato al mondo lo scorso 11<br />
gennaio, portando tanta gioia a mamma<br />
Anna Delise e a papà Marco Milani.<br />
L’augurio di una vita serena e felice dai<br />
nonni Daniela e Attilio Delise e Marina<br />
e Mario Milani, dalle zie Chiara e Marzia<br />
e da tutti i familiari e amici. Al piccolo<br />
Pietro, un grosso bacione dalla nonna-bis<br />
Gina Degrassi e dalle cuginette Arianna<br />
e Martina.<br />
... super lavoro per le “cicogne isolane’’... felic
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
19<br />
Aumenta la famiglia Vascotto “nadal”<br />
Manuela e Mauro presentano il piccolo MATTEO,<br />
nato il 17 dicembre 2011 con grande gioia, oltre che<br />
dei genitori, degli zii Fulvia ed Hulin, dei cuginetti<br />
Sofia e Giacomo (residenti a Darmstadt, in Germania)<br />
e delle famiglie Carboni, Greblo e Vascotto.<br />
Il 12 dicembre 2011 a Udine è nato<br />
TOMMASO<br />
per la grande gioia dei genitori Francesca<br />
e Luca e dei nonni Petrin e Fabris. Al<br />
piccolo Tommaso, discendente di Lidia<br />
e Gabriele Delise (gobo) gli auguri di un<br />
felice avvenire.<br />
BISNONNI PER LA SECONDA VOLTA!<br />
Giorni fa stavo parlando al telefono con mio<br />
fratello (abita a San Diego, in California) e ci<br />
stavamo congratulando a vicenda: io perché<br />
bisnonno per la seconda volta, lui nonno per la<br />
terza. E tutti e due a dire come erano volati quegli<br />
anni e a chiederci: ma siamo poi vecchi?<br />
No, sono i nipotini che ci tengono giovani,<br />
assieme all’amore per la vita che ci circonda:<br />
un dono che l’Essere Supremo ci ha regalato…<br />
e gratis.<br />
Messo giù il telefono, io e mia moglie ci siamo<br />
guardati e ridendo felici ci siamo detti: siamo bisnonni<br />
per la seconda volta! Così, seduti uno accanto<br />
all’altro in un momento di gioia e di pace siamo<br />
andati indietro negli anni… e cosa c’è di meglio<br />
che sfogliare un album di foto?<br />
Ci siamo visti quando eravamo ancora singoli…<br />
Ah, la gioventù… che bella… Poi l’album di<br />
matrimonio... poi il primo nato (siamo in tre, ma<br />
così belli…)… il secondo nato (lasciaci contare…<br />
sì, siamo in quattro)... il terzo nato (siamo in cinque<br />
ma sempre belli…). E guardiamo le foto con<br />
tanta tenerezza. Gioia, gioia: siamo nonni per la<br />
prima volta (e le foto di Natale mostrano come<br />
aumentino i pacchi sotto l’albero)… Gioia…<br />
gioia… gioia: nonni nuovamente. Altri album e<br />
nonni nuovamente, poi nuovamente, poi nuovamente:<br />
sette volte! Altri album: alleluia!, siamo<br />
bisnonni!. Foto una dopo l’altra: click, click…<br />
Poi doppio alleluia: bisnonni ancora!<br />
E adesso ci chiediamo di quanto è cresciuta<br />
la famiglia dopo aver guardato la prima foto di<br />
matrimonio, e non possiamo che sperare che<br />
Dio guardi la nostra famiglia tutti i giorni e che<br />
il figlio di Dio, nato in quell’umile stalla, assegni<br />
l’Angelo Custode ai nostri piccoli.<br />
Chiusura dell’ultimo album. Ora se ne inizierà<br />
uno nuovo. Non c’è mai fine, perché la vita continua:<br />
quanto è bella!<br />
Nella foto, mia moglie con Sean, l’ultimo nato ed<br />
io con l’altro, Shane: due tesori.<br />
Una felice Pasqua a tutti da<br />
Licinio e Rina Dudine, Stati Uniti<br />
itazioni ai genitori... ai nonni... ai nonni bis...<br />
AVVENIMENTI LIETI
AVVENIMENTI LIETI<br />
20 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
28 dicembre 2011<br />
Da quel giorno sono passati 65 anni. A<br />
GIANNA e NAPOLEONE tanti auguri affettuosi<br />
dai figli Elvino e Sergio con nuore<br />
e nipoti.<br />
SILVANA E ANTONIETTO: 70 ANNI INSIEME<br />
Silvana e Antonietto Pugliese (per gli<br />
amici isolani caregheta) hanno raggiunto<br />
un traguardo che il destino riserva a poche<br />
coppie: il 70° anniversario di matrimonio,<br />
celebrato in quel lontano 31 dicembre 1941<br />
nel Duomo di <strong>Isola</strong>. Nella felice ricorrenza<br />
sono stati festeggiati dal figlio Franco insieme<br />
alle nuore, nipoti e pronipoti con le loro<br />
famiglie, che augurano loro ancora tanti anni<br />
sereni insieme.<br />
Non possono mancare nella circostanza anche<br />
i più calorosi auguri da tutti gli amici di <strong>Isola</strong><br />
<strong>Nostra</strong> e della Pullino.<br />
Dall’Australia<br />
all’Italia: 50 anni<br />
insieme<br />
Ambedue emigrati in Australia<br />
dopo l’esodo, rispettivamente<br />
da <strong>Isola</strong> e da Lesina,<br />
il 3 febbraio del 1962 si<br />
sposavano a Smithfield, nel<br />
Nuovo Galles del Sud<br />
MILA NOVAK<br />
e FERRUCCIO DELISE<br />
(tremami)<br />
Da tantissimi anni ormai ritornati<br />
a Trieste, nel loro 50°<br />
anniversario di matrimonio<br />
sono stati festeggiati dalle<br />
figlie Marina e Manuela,<br />
dai nipoti Marco, Sheila e<br />
Diego e da Mario, Gianni e<br />
Gemma, fratelli dello sposo<br />
con i rispettivi coniugi.<br />
Ricordando quel giorno, un<br />
caro saluto ai compari Claudio<br />
e Maria Giugovaz, tuttora<br />
in Australia.<br />
Anche se, purtroppo, la vita<br />
spesso non offre solo gioie, a<br />
Ferruccio e Mila i più cordiali<br />
auguri dagli amici di <strong>Isola</strong><br />
<strong>Nostra</strong>.
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
21<br />
DON ROBERTO ROSA NOMINATO MONSIGNORE<br />
Il 19 novembre 2011 don Roberto Rosa, parroco della chiesa di San<br />
Giacomo di Trieste e stretto collaboratore del vescovo mons. Crepaldi, è<br />
stato nominato monsignore da Sua Santità Benedetto XVI.<br />
L’Associazione <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>, assieme a Mario Depase, porge a mons. Rosa<br />
le più vive congratulazioni per questo nuovo traguardo al servizio della<br />
Chiesa, cogliendo anche l’occasione per ringraziarlo pubblicamente per la<br />
sua costante vicinanza e disponibilità a presiedere alle nostre celebrazioni<br />
religiose sia a Trieste che a <strong>Isola</strong>.<br />
Don Pietro Zovatto canonico<br />
della Cattedrale di San Giusto<br />
Ci rallegriamo vivamente con il nostro<br />
collaboratore don Pietro Zovatto, recentemente<br />
nominato canonico della<br />
Cattedrale di San Giusto dall’arcivescovo<br />
di Trieste mons. Gian Paolo Crepaldi.<br />
Don Pietro Zovatto, nato a Portogruaro,<br />
vive fin dalla giovinezza a Trieste, alla<br />
cui Università sì è laureato con i professori<br />
Valerio Verra e Augusto del Noce.<br />
Presso la stessa Università insegna<br />
Storia delle Religioni e Storia Moderna<br />
alla facoltà di Scienze della Formazione.<br />
Nel 1970 ha fondato, sempre a Trieste, il<br />
Centro Studi Storico-Religiosi del Friuli<br />
Venezia Giulia.<br />
Vasta la sua produzione scientifica, in<br />
particolare sulla storia religiosa dell’Istria<br />
e del Friuli, mostrando sempre una attenzione<br />
particolare per l’afflato religioso e<br />
l’assillo etico della letteratura. Su questo<br />
particolare aspetto si devono ricordare,<br />
tra gli altri, i suoi studi su Manzoni,<br />
Rosmini, Mioni. Tomizza, Lina Galli e<br />
soprattutto Saba. Notevole anche la sua<br />
produzione poetica, raccolta in una serie<br />
di volumi sin dai primi anni ’90.<br />
Come sacerdote svolge da decenni il suo<br />
servizio presso la chiesa della Beata Vergine<br />
del Rosario, collaborando prima con<br />
don Attilio Delise e poi con don Antonio<br />
Dessanti, recentemente scomparso.<br />
LIVIO MENIS (gambon) e LUCIANA MARCHIORI<br />
lo scorso 25 novembre 2011, a Bassano del Grappa, hanno festeggiato il loro 50°<br />
anniversario di matrimonio. Alla felice coppia gli auguri di figli e amici tutti.<br />
AVVENIMENTI LIETI
AVVENIMENTI LIETI<br />
22 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Un caro saluto a tutti da FERNANDA , che<br />
lo scorso 9 febbraio ha compiuto 91 anni.<br />
Il 20 ottobre 2011, la nostra dolcissima mamma, bisnonna e<br />
trisnonna PALMIRA DEGRASSI ved. BOLOGNA, circondata<br />
dall'amore di parenti e amici, ha festeggiato con gioia il<br />
meraviglioso traguardo dei 104 anni.<br />
Con emozione e gioia la abbracciamo felici.<br />
La Redazione di <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong> si unisce alla gioia dei familiari<br />
augurando ogni bene alla nostra concittadina...<br />
Lo scorso 20 dicembre 2011<br />
PINO BENVENUTI<br />
(sissoti)<br />
ha festeggiato felicemente<br />
il suo 90° compleanno.<br />
La moglie Raffaella e la<br />
figlia Elviana con Michele<br />
e i parenti e amici tutti gli<br />
augurano ancora un felice<br />
proseguimento.<br />
104<br />
Da Bianca e Libero Giani i più cari auguri ai tre gemellini<br />
Jonathan, Owen ed Evan che il 17 marzo negli Stati Uniti<br />
hanno felicemente festeggiato il loro quarto compleanno.<br />
Un forte abbraccio anche dalla nonna Edina Deste.<br />
Buon compleanno ai coniugi<br />
SILVIA e VIRGILIO FELLUGA in Canada!<br />
Cari fioi, Silvia (nativa di Sovignacco, nel Pinguentino)<br />
e Virgilio (Rosso, el fio del Vier), el scorso otòbre sé rivàdi<br />
a un bel traguardo: 80 anni, cifra tonda!<br />
Tanti cari auguri dai vostri fioi Rosanna con Mike, el<br />
nipote Christopher e la morosa, Dino con Emily e i nipotini<br />
Lorenzo e Leonardo e dai amici de una vita che<br />
vivi in Canada come voi: i Riccobon, Delconte, Bacci e<br />
Lorenzutti, nonché i McGuffin.<br />
Ogni bene oggi e in futuro. Auguroni!!!
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
23<br />
Il lavoro domestico ieri e oggi<br />
(Leggere molto velocemente…)<br />
Cronaca semiseria delle giornate delle nostre donne<br />
Povere done, coss’che dovemo ‘rabatarse per tirar ‘vanti quela baraca che xe la nostra vita.<br />
Mama mia, solo a pensar quanto lavor che ne toca far, me vèn la stanchessa ‘dosso…<br />
Te toca alsarte de matina bonora, meter la moka sul gas e intanto de corsa a farte ‘na doceta.<br />
Svelta, bevi cafè in pìe. Lavite i denti, scominsia a trucarte: un fià de crema sul viso, fondo tinta,<br />
fard, ombreto, rimel. Una iòssa de profumo. Versi l’armeron, un poco in dubio su cossa che te dovessi<br />
vestirte ogi: mah!, forsi xe sòl, con qualche nuvoleta, e sufia anca un poco de borìn, alora un<br />
per de braghe, un maionsin, scarpe e borsa in tinta e giachetòn. Te son pronta ma… te gà famiglia,<br />
te gà dovù nel fratempo sveiar i fioi (i xe un poco imbambinii de sono) e el marì. Te devi ‘iutarli e<br />
brontolarghe drio, ciò che i se sbrighi per no’ far tardi. “Mama, dove xe le calse?” … “Maria, ala<br />
camisa ghe se gà distacà un botòn!” … “Ciolte un’altra, che ‘desso no’ lo rivo cusìr!”.<br />
Finalmente montemo in machina… no la ciapa in moto… ah, eco!, meno màl! Ferma davanti l’asilo,<br />
scariga el picio, basèto a papà, portilo dentro, un basèto, torna in auto, smonta ala scuola elementare,<br />
un basèto a papà, acompagna de corsa la muleta fin al portòn… Ciao, ciao! - un basèto - fa la brava!.<br />
Intanto el marì varda l’orologio, el sufia: “Movite che rivemo tardi sul lavor!” El te scariga davanti al<br />
negosio dove te son ocupada per mesa giornata, un basèto – Ciao, ciao, se vedemo stasera!.<br />
Ala mèsa dopo mesogiorno, cori a far un poco de spesa! Un poco? ‘Sta borsa la pesa tanto! Oh,<br />
eco!, me pareva! L’asensòr xe fora uso! Quatro piani de scale: 104 scalini! Meti la roba de magnar<br />
in frigo, i detersivi in alto nel sgabussin, ciò che i fioi no i li rivi a tocar… Disfa e rifà i leti, in gruma<br />
calse sporche, mudande, maie sporche in giro, cariga la lavatrice. Aspirapolvere, netàr el bagno,<br />
bagnar le piante, tacar el botòn dela camisa, vetril, cera, pronto, spray…<br />
Le quatro: cori, recupera el picio in asilo, baseto (che scola un poco el naso… speremo ben!).<br />
La fia te speta curva soto el peso del zaineto. Mama, savevo ben, sa, la poesia. – Brava! – basèto.<br />
Fasemo do passi … Tornai a casa, meti i fioi ala TV … Lava la verdura, pronta la carne, la macedonia.<br />
Riva el marì. Ciao, ciao! Basèti fra duti quatro, buta la pasta, sentarse a tavola, magnar, disbratar,<br />
carigar la lavastoviglie. Meter i pici in leto, contarghe la fiaba … Finalmente crolar davanti ala<br />
television e te ciapa un sono… ma un sono… e te dormi là, sul divano.<br />
E doman sarà ancora cussì… e forsi pèso…<br />
(Leggere molto lentamente…)<br />
Beate le nostre none! Perché a quei tempi no iera stada ancora<br />
promulgada la “Liberazione della donna”. Cussì, dato che no ghe<br />
iera impieghi per lore, le lavorava solo in casa. Ma cossa credè<br />
che le fasessi? In famiglia se se cambiava la biancheria de dosso<br />
ogni oto giorni e i linsioi veniva lavadi una volta al mese. Ben, la<br />
massaia meteva la lissia a smoiarse con acqua calda e soda e, dopo,<br />
con savòn, scartassa e oio de còmio, la ghe dava ‘na lavada, po la<br />
stivava le strasse in un mastel e la ghe svodava de sora acqua de<br />
boio, con dentro un sacheto de zenere, doprà come sbiancante. La<br />
resentava e la distirava la lissia al sol, fermandose a vardarla perché<br />
– la diseva – la iera candida “come dente de càn”. Suto che iera duto,<br />
la straponseva o la imbiecava quel che iera roto e la stirava: ma no<br />
la spendeva per la luce, no, la gaveva el fero scaldà a carbon!<br />
Per far de magnar no la gaveva de romperse la testa: la cusinava<br />
minestre e minestroni per pranso e a sena polenta, radicio con patate<br />
o fasioi e qualche sardon o un pugno de minudaia. E per disbratar?<br />
Una lavadina de piati, in acqua e soda, una pignata. Una scovadina<br />
e iera duto fato. De sabato no ocoreva lustrar palchetti: un secio con<br />
acqua e cloro e una scartassa; insinociada la dona la fregava le tole<br />
de partèra, che le durava candide duta la setimana.<br />
Anca per vestirse, le donete no gaveva problemi: do veste de<br />
satèn nero (una cava una meti), che serviva per dute le stagion e,<br />
de inverno, un sialèto. I omini i gaveva “el vestito bòn”, quel dele<br />
nosse, che i doprava a Pasqua, Nadàl, matrimoni, funerai e, chi<br />
che ‘ndava a Messa, ala domenica. Per el resto i iera in “terlìs”<br />
de tela. Do camise per ogni giorno, una per la festa. La spesa più<br />
granda iera el barbier che ghe taiava i cavei ogni do mesi, per le<br />
done gnanche quela.<br />
E basta, no le gaveva altro de far, ‘ste nostre none, cussì le se<br />
ingrumava in tre o quatro, in strada o in corte. Sentade sul scagneto,<br />
le donete le ciacolava e, solo per no’ noiarse, una stropava<br />
i busi dele calse, una invese, coi feri, la ghe ne faseva un pèr de<br />
Nella Sodomaco<br />
(1927-2002)<br />
Dieci anni fa, il 20 maggio 2002,<br />
ci lasciava Nella Sodomaco, la<br />
voce del nostro dialetto. Per anni<br />
ha collaborato con <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>,<br />
attingendo ai suoi ricordi e riportando<br />
con la freschezza del<br />
suo stile, la sua arguzia e la sua<br />
semplicità gli episodi più caratteristici<br />
della nostra vita paesana. Ci<br />
siamo chiesti spesso come facesse a<br />
ricordare tante cose e aver presenti<br />
tante tipiche espressioni isolane a<br />
cinquant’anni dall’esodo, visto che<br />
per tanti di noi il dialetto si è ormai<br />
annacquato, se non scordato.<br />
Vogliamo ricordarLa così, riportando<br />
uno dei suoi tanti scritti<br />
che numero dopo numero hanno<br />
arricchito <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong> fino alla<br />
sua morte.<br />
nove. Per passar el tempo, un’altra meteva un bieco sui senòci<br />
de un per de braghe del fio, un’altra ancora, col spago aposito,<br />
la cusiva ben ben insieme le siole per un per de papesse, che la<br />
gaveva ritaià de una vecia coverta.<br />
Dopo sena le ‘ndava a dormir, per no consumar petrolio nel<br />
lume. Sole, perché i mas’ceti filava in osteria, e de solito i tornava<br />
pieni, carighi, e – se sa che el vin a volte rendi nervosi e rabiosi<br />
– i se sfogava bastonando (ma solo un poco…) la moglie che<br />
dormiva. Ste done le stava zite e bone perché i marì i iera i capi de<br />
casa, lori i lavorava e lore invese no, e alora le saveva de meritarse<br />
quei pici maltratamenti…<br />
Ecco, me par de vèr dito duto: volè meter, far quatro o cinque<br />
volte al giorno la lavatrice, ‘vanti e indrio co’ l’aspirapolvere e<br />
sopratuto far la pulisia del bagno che le nostre none de sicura no<br />
ocoreva che le fasessi. Wc-Net? Lore le aveva un covercio de<br />
legno sora de una tòla; per bidet, un cadineto.<br />
Una masteleta, che una resentadina ghe bastava, per far el<br />
bagno setimanal. No’ coreva che le perdessi tempo e soldi con<br />
l’estetista: acqua e savòn de Marsiglia pel viso e per duto el resto.<br />
No per la paruchiera: cavèi longhi, incròsai in un cocòn in sima<br />
ala testa, netài col petrolio e col petine fisso (lavarseli faseva dano<br />
ala salute…). Palestra e piscina? Gnanca parlar!<br />
Lore le iera anche fortunade perché le veniva ‘iutade, nei<br />
lavori, dai fioi: le ghe ne gaveva tanti! Ma a noi, povere done,<br />
che ne’iuta, con una o do creature che gavemo, e anche gnente,<br />
qualcheduna.? Dovemo proprio far duto da sole!<br />
Ma l’otto de marzo gavemo la nostra festa! La Festa della<br />
Donna! Mio marì, caro, al me gà dito: Ogi xe la tua festa, no ti devi<br />
far gnente, gnanca lavar i piati! Ghe gò risposto duta commossa:<br />
Che amor che te son, tesoro mio! Te vol dir che ogi te disbrati ti?<br />
– No, no, no! te farà ben duto ti doman!!<br />
Nella Sodomaco
24 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Sfogliando “La Voce di Arrigo” di 70 anni fa<br />
a cura di Ferruccio Delise<br />
(quarta puntata)<br />
In questa puntata riproponiamo notizie e curiosità tratte dai<br />
numeri 1 (21 maggio 1940) e 2 (10 luglio 1940) de “La Voce di<br />
Arrigo”, il periodico aziendale dedicato ai dopolavoristi della<br />
Società Arrigoni, marchio ormai scomparso da decenni ma che<br />
a <strong>Isola</strong> aveva uno dei suoi stabilimenti più importanti e che dava<br />
lavoro a centinaia di famiglie.<br />
Per gentile concessione dell’appassionato collezionista<br />
Franco Stener, che detiene le copie di questa ormai introvabile<br />
rivista.<br />
La nuova flotta pechereccia Arrigoni<br />
<strong>Isola</strong>, maggio 1940<br />
Già da tempo era sorto, restando però sempre insoluto, il problema<br />
della pesca adriatica, che per mancanza di mezzi idonei si<br />
rivelava insufficiente ad assicurare alla nostra industria la quantità<br />
di pescato richiesta dalle crescenti esigenze autarchiche.<br />
Sorgevano necessità ed obbligo di aumentare il numero delle<br />
barche, attrezzandole secondo i criteri più moderni della pesca per<br />
sfruttare al massimo la ricchezza ittica dell’Adriatico, considerato<br />
uno dei più pescosi mari del Mediterraneo.<br />
Bisognava adoperare una maggior mole di reti e soprattutto<br />
dare una valida direttiva agli sforzi isolati. Ed ecco così, la direzione<br />
degli Stabilimenti Adriatici, cui veniva conferito l’incarico,<br />
provvedere tempestivamente alla creazione di una flotta peschereccia,<br />
dotata di modernissimo materiale.<br />
Le barche, per ora 30 curate in tutti i loro particolari tecnici,<br />
sono così distinte: 4 barche da pesca a motore da due cilindri 18<br />
HP, con carena piatta per la pesca su fondali bassi, 6 barche da<br />
pesca a motore con carena curva destinate alla pesca in alto mare.<br />
Completano la flotta peschereccia 20 barche ausiliarie.<br />
L’equipaggio della barca è composto dal capobarca, dal<br />
motorista, da due luminatori e da sei marinai. A <strong>Isola</strong>, nella zona<br />
denominata San Silvestro, la flotta peschereccia ha la sua base.<br />
Su una superficie di 9.000 mq sorgono il cantiere e i fabbricati<br />
per il deposito del materiale peschereccio e l’attrezzatura per la<br />
riparazione delle barche.<br />
Molta gente trova lavoro in questa nuova attività. La ridente<br />
cittadina istriana è grata alla Società Arrigoni che già tanto ha<br />
cooperato al suo benessere.<br />
Piantina della Venezia Giulia con la localizzazione della Direzione dell’Arrigoni<br />
a Trieste e degli stabilimenti di Grado, <strong>Isola</strong>, Umago, Fasana,<br />
Pola e Lussinpiccolo.<br />
<strong>Isola</strong>, giugno 1940<br />
Mentre don Giuseppe Dagri, parroco di <strong>Isola</strong>, impartiva la<br />
benedizione al naviglio peschereccio, una corona di alloro col<br />
nastro tricolore veniva fatta cadere in mare per ricordare ai rudi<br />
pescatori, allineati sulla tolda delle loro imbarcazioni, i compagni<br />
caduti nell’adempimento del loro dovere.<br />
Con questa breve e significativa cerimonia, la flotta Arrigoni<br />
iniziava il 4 giugno la nuova stagione di pesca.<br />
Subito dopo le belle e veloci imbarcazioni si staccavano dalla<br />
riva e, oltrepassata Punta Ronco, scomparivano dagli sguardi degli<br />
intervenuti, dirigendosi verso le zone di pesca dell’Adriatico.
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
25<br />
Abbiamo avvicinato l’operaio<br />
Felluga Giuseppe, da<br />
circa 60 anni alle dipendenze<br />
dell’Arrigoni (che includevano<br />
il periodo di lavoro svolto alla<br />
“Carlo Warhanek”, a cui subentrò<br />
l’Arrigoni dopo la prima<br />
guerra mondiale – NdR), per<br />
raccogliere le sue impressioni<br />
e farci raccontare qualche<br />
particolare della sua operosa<br />
esistenza.<br />
Il Felluga, decorato della<br />
Stella al Merito del Lavoro<br />
in riconoscimento della sua<br />
lunga e attiva dedizione alla<br />
Società Arrigoni, è ancora<br />
vegeto e robusto. Ci ha accolto<br />
con benevola rassegnazione<br />
dimostrandosi pronto a subire<br />
il nostro piccolo assalto di appassionati<br />
curiosi.<br />
Gli abbiamo chiesto delle<br />
condizioni sue e di quelle della<br />
famiglia e ci ha risposto con<br />
evidente orgoglio.<br />
- Ho moglie, due figlie maritate<br />
ed un figlio ammogliato.<br />
Formiamo tutti una grande<br />
famiglia, contornata da una<br />
nidiata di vispi nipotini, e godiamo<br />
di una invidiabile salute.<br />
I provvedimenti adottati dal<br />
Regime a favore delle masse<br />
lavoratrici, hanno migliorato<br />
di gran lunga le condizioni<br />
dell’operaio che oggi viene<br />
assistito e aiutato in ogni occasione.<br />
Devo dire però di aver<br />
trovato sempre comprensione<br />
e interessamento anche presso<br />
la Direzione dello Stabilimento,<br />
che si è attivamente interessata<br />
a me più volte.<br />
- Da quanto tempo vi trovate<br />
alle nostre dipendenze?<br />
- Lavoro nello Stabilimento<br />
ininterrottamente dal 18 febbraio<br />
1881, cioè dallo stesso<br />
giorno in cui, sotto i colpi demolitori<br />
degli operai, cadevano<br />
GIUSEPPE FELLUGA, Stella al Merito del Lavoro<br />
<strong>Isola</strong>, giugno 1940<br />
i vecchi fabbricati in legno per<br />
dar posto ad altri in pietra comprendenti<br />
tutt’ora un’ala dello<br />
stabilimento.<br />
- Diteci qualcosa del vostro<br />
lavoro e delle innovazioni cui<br />
avete assistito<br />
- Mi ricordo di esser stato<br />
adibito durante i primi anni di<br />
lavoro alla fabbricazione delle<br />
chiavi (per aprire le scatole di<br />
conserve alimentari – NdR) che<br />
allora venivano fatte a mano.<br />
Successivamente fui trasferito<br />
al reparto stagnini e vi rimasi<br />
per circa 51 anni, sino a quando<br />
cioè la Direzione dello Stabilimento,<br />
in considerazione della<br />
mia età mi affidava dei lavori<br />
più leggeri.<br />
Ricordo che l’impressione<br />
prodotta all’arrivo delle prime<br />
aggraffatrici fu disastrosa. Si<br />
parlava di licenziamenti in<br />
massa, di riduzione del personale<br />
che ammontava allora a<br />
circa… 80 persone, mentre la<br />
produzione massima giornaliera<br />
si aggirava su 1000 scatole.<br />
Oggi, come sapete, nel solo<br />
nostro stabilimento di <strong>Isola</strong><br />
lavorano 1400 tra operai e operaie<br />
e vi si confezionano circa<br />
12.000 scatole al giorno.<br />
- Avete qualche cos’altro<br />
da dirci?<br />
- Soltanto questo: che ritengo<br />
di aver sempre compiuto il<br />
mio dovere di buon operaio e<br />
che spero di compierlo ancora<br />
per parecchi anni.<br />
Nell’esprimere queste parole<br />
il volto sereno dell’operaio,<br />
in cui non sono apparsi ancora<br />
i segni del tempo, si illumina di<br />
soddisfazione e ci siamo allon-<br />
Gita a S.Canziano e Fiume<br />
Domenica 14 aprile 1941, a mezzo di autocarri attrezzati messi gentilmente a disposizione dalla<br />
direzione dello Stabilimento, è stata effettuata la prima gita primaverile, che aveva per meta San<br />
Canziano e Fiume.<br />
Il folto gruppo di gitanti, lasciata <strong>Isola</strong> di buon mattino, dopo aver percorso velocemente la<br />
nuova bellissima strada costiera che unisce l’Istria a Trieste, giungeva alla prima tappa: San Canziano.<br />
Qui sosta e visita alle Grotte del Timavo, quanto mai suggestive e impressionanti nella loro<br />
orridità. Dopo aver trascorso un po’ di tempo a girovagare per gli scoscesi sentieri che d’ogni parte<br />
s’intersecano e intrecciano, un labirinto inestricabile per chi non sia pratico dei luoghi, la comitiva<br />
è risalita alla luce del sole, e dopo un po’ di riposo, di nuovo partenza.<br />
La meta questa volta era rappresentata da Fiume, la città olocausta di D’Annunzio. Dalla sommità<br />
del Monte Maggiore la città è apparsa in fondo all’azzurro arco del Carnaro, tutta contornata di verde.<br />
I nostri dopolavoristi, dopo aver visitato il confine, si sono recati a Cosala a rendere reverente omaggio<br />
al Sacrario dei Caduti che dalla sommità della cripta vegliano sui limiti orientali della Patria. Compiuto<br />
il rito la comitiva si è dispersa, in visita, per Fiume.<br />
A tarda sera gli automezzi hanno di nuovo accolto la brigata, un po’ stanca ma briosa e felice.<br />
La squadra ginnica si prepara<br />
Se ti alzi la mattina verso le cinque e passi dalle parti del campo sportivo del Dopolavoro Arrigoni,<br />
noterai un gruppo di belle ragazze alle prese con un atletico istruttore. Sono le giovani componenti la<br />
squadra ginnica che si preparano per il terzo concorso nazionale dell’Opera Nazionale Dopolavoro.<br />
Già da un mese hanno iniziato gli allenamenti e il loro grado di forma progredisce rapidamente.<br />
La squadra vanta delle ottime affermazioni in campo nazionale, prima fra tutte il quinto posto<br />
conseguito nel 1937-XV nella classifica finale.<br />
Sagra della Canzone<br />
Pola – La manifestazione svoltasi domenica 20 maggio 1940 a piazza del Foro, alla quale parteciparono<br />
vari complessi dell’Istria, ha visto in linea anche il complesso del Dopolavoro Arrigoni.<br />
Composto da una ventina di graziose dopolavoriste e di altrettanti giovani, il gruppo si guadagnò<br />
immediatamente le simpatie della folla, che non mancò di tributargli al termine di ogni esecuzione<br />
le più schiette ovazioni.<br />
Le fresche voci giovanili accompagnate dal suono di fisarmoniche, violini e chitarre, echeggiarono<br />
gaiamente in Piazza del Foro. Il gruppo illuminato a pieno e coronato dal palazzo Veneto e dal maestoso<br />
tempio di Augusto, illuminati a loro volta da getti di luce policroma, presentava un quadro realmente<br />
suggestivo che raggiunse il massimo dell’effetto quando alcune giovani, staccatesi dal complesso, si<br />
affacciarono al balcone del Municipio e gettarono dei fiori.<br />
Non meno entusiastica accoglienza ebbe la romanza “Silvestri” cantata da un nostro dopolavorista<br />
e le repliche richieste sono testimonianza di quanto il pubblico polese dimostrò di apprezzare questa<br />
nostra esecuzione.<br />
Veramente tutti i componenti il complesso hanno saputo, sotto la guida dell’istruttore Concetto<br />
Prelaz, offrire una bella dimostrazione del loro valore artistico.<br />
Giuseppe Felluga, per oltre 60<br />
anni dipendente Arrigoni, decorato<br />
dal Governo con la Stella al Merito<br />
del Lavoro<br />
tanati da lui con l’augurio e la<br />
certezza che questa sua speranza<br />
e dedizione al lavoro trovi, nel<br />
tempo, pratica soddisfazione.<br />
Attività varia<br />
Nel mese di aprile gruppetti<br />
di dopolavoristi, alcuni per<br />
istruzione altri per diletto o per<br />
esercizio fisico, hanno attuato<br />
varie gite fra le quali notevole<br />
per l’affluenza quella ai campi<br />
di neve di Pian della Secchia<br />
(Senosecchia?) che ha richiesto<br />
una buona dose di sforzo fisico,<br />
data la distanza e il forte dislivello<br />
da superare.<br />
I pomeriggi della domenica,<br />
nella sala dei festeggiamenti,<br />
un’ottima orchestrina ha allietato<br />
le danze che si sono svolte<br />
in un’atmosfera di gioia e di<br />
letizia.
26 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Ricordi di gloriose battaglie sportive<br />
Nel campo dello sport, <strong>Isola</strong> non è stata mai seconda a nessua delle altre cittadine istriane.<br />
Ormai sono pochi quelli che sanno che, oltre alle vittorie olimpiche della Pullino e di Nino<br />
Benvenuti e alle gesta sportive della squadra di calcio dell'Ampelea, la nostra cittadina ha<br />
avuto anche ottimi atleti negli altri sport, molto impropriamente chiamati “minori’’.<br />
Queste pagine vogliono essere un doveroso omaggio ai tanti che seppero meritare gli onori<br />
della cronaca in dure e gloriose battaglie sportive in nome del puro dilettantismo e dello spirito<br />
olimpico.<br />
Oltre a Vincenzo Chicco<br />
(costrin) e Luigi Perentin,<br />
<strong>Isola</strong> ebbe un forte ciclista<br />
nella persona di Mantovano<br />
Dagri (buba 1904-1991), tutti<br />
della U.S. Virtus di <strong>Isola</strong>. Di<br />
lui vogliamo ricordare la vittoria<br />
nella “Coppa Monesi’’<br />
del 1930 come veniva riportato<br />
nelle pagine sportive de “Il<br />
Piccolo’’.<br />
«Favorita da un tempo bellissimo<br />
ha avuto luogo la corsa<br />
ciclistica per la disputa della<br />
“Coppa Generale Monesi’’.<br />
Alle ore 10.30 il dott. Mario<br />
Zardi dava il via ai 17 corridori.<br />
Il gruppo compatto filava<br />
verso Capodistria con una andatura<br />
veloce e sostenuta che<br />
manteneva sempre fino al ponte<br />
sul Risano; proseguiva quindi<br />
la corsa con i soliti incidenti<br />
alle macchine e forature, ma il<br />
Le tessere di accredito di Nino Perentin alle Olimpiadi di Amsterdam e di Los Angeles<br />
Mantovano Dagri<br />
nostro Dagri continuava indisturbato<br />
la sua corsa, passando<br />
alle 14.20 per Buie inseguito<br />
dagli altri che non riuscivano<br />
nel loro intento di accollarsi<br />
a lui. Dagri correva a circa 40<br />
all'ora. Finalmente sulla salita<br />
di Portorose gli inseguitori<br />
riuscivano ad avvicinarlo, lui<br />
però, accortosi, scappava raggiungendo<br />
da solo il traguardo<br />
a <strong>Isola</strong>, accolto dai fragorosi<br />
applausi dei suoi concittadini<br />
che lo attendevano sicuri della<br />
sua vittoria.»<br />
Chi amava il ciclismo per<br />
lungo tempo ricordò l'impresa<br />
del “Buba’’ che staccava gli<br />
avversari e trionfava a <strong>Isola</strong>.<br />
La foto vuole rendere<br />
omaggio ai tanti ciclisti che<br />
affrontavano anche lunghe distanze<br />
con pesanti biciclette, e<br />
soprattutto sulle strade polverose<br />
di allora.<br />
Nino Perentin,<br />
il siluro umano<br />
Il nuoto, per gli isolani, era una pratica naturale,<br />
inteso non come sport ma quasi come necessità<br />
di vita. E non poteva essere altrimenti, vista la<br />
posizione di <strong>Isola</strong> sul mare. Ma dagli inizi degli<br />
anni ’20 questa attività divenne per molti disciplina<br />
agonistica, e chi brillò più di ogni altro fu<br />
Giuseppe (Nino) Perentin (1906-1981).<br />
Specialista delle lunghe distanze nello stile<br />
libero, fece parte della prima storica generazione<br />
di nuotatori italiani capaci di imporsi anche in<br />
campo internazionale verso la fine degli anni ’20<br />
dello scorso secolo. Venne considerato all’epoca<br />
l’emulo di Arne Borg, lo svedese considerato il più<br />
forte nuotatore del tempo, e in una gara a Vienna<br />
nel 1923 i giornali lo definirono “il siluro umano”<br />
per la sua classe superiore.<br />
Nella sua carriera vanta due partecipazioni
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
27<br />
Nei primi decenni dello<br />
scorso secolo l’attività<br />
sportiva femminile era ancora<br />
ai margini della cronaca,<br />
ma <strong>Isola</strong> anche in questo era<br />
all’avanguardia. Oltre ad una<br />
squadra di pallacanestro, la<br />
SOCIETA’ GINNASTICA<br />
disponeva negli anni ’30 di<br />
un gruppo di ragazze di alto<br />
livello tecnico, allenate da<br />
validi istruttori come Alceste<br />
Stefanutti, Emilio Marussi e<br />
Malvino Stolfa. Tra tanti saggi<br />
ed esibizioni che incontravano<br />
sempre l’ammirazione del<br />
pubblico, il miglior risultato<br />
venne raggiunto nel 1937, con<br />
il quinto posto assoluto conquistato<br />
al Concorso Ginnico<br />
Nazionale al Foro Italico di<br />
Roma, a cui avevano partecipato<br />
ben 504 squadre di tutte<br />
le parti d’Italia.<br />
Omera Colocci, che di quella<br />
squadra faceva parte, così<br />
ricordava quell’esperienza:<br />
“Ritornando da Roma alla<br />
nostra cara <strong>Isola</strong>, assieme alla<br />
<strong>Isola</strong>, 1941 – Davanti alla ex stazione ferroviaria, dopo un saggio il gruppo ginnico dell’Ampelea posa<br />
per il fotografo prima di recarsi ad una festa del Dopolavoro aziendale nella poco distante sala di Bortolo<br />
Vascotto (saco). Nella fila in alto, da sinistra: Fanny Parma, Nella Degrassi, Norma Pasini, Dirce Giorgesi<br />
e Rina Fragiacomo. In centro: l’istruttore Popolizio, Amalia Vascotto, Silvana Degrassi, l’istruttrice Alceste<br />
Stefanutti, Alice Dandri, Bianca Bestiaco e Silvana Moratto. Nella fila in basso: Vilelma Degrassi,<br />
Neverina Rasman e Corinna Delise.<br />
nostra spensierata gioventù,<br />
portammo il vessillo della vit-<br />
toria, affiancandoci così anche<br />
noi alle società sportive che<br />
olimpiche: nel 1928 ad Amsterdam (semifinalista nei 1500 metri) e nel 1932 a Los Angeles, semifinalista<br />
stavolta nei 400, quando fu uno degli unici due partecipanti italiani iscritti alle gare di nuoto<br />
in quella edizione. Avrebbe potuto ancora indossare la maglia azzurra alle Olimpiadi di Berlino del<br />
1936, se non fossero sorti certi antagonismi e relative preferenze nella Federazione Nuoto, e fu così<br />
che Nino rimase a casa pur essendo riconosciuto come un vero atleta di classe.<br />
Nella sua lunga carriera sportiva fu, sempre nei 1500 metri stile libero, due volte medaglia d’argento ai<br />
Campionati Europei di Bologna (1927) e Parigi (1931), collezionando poi ai Campionati Italiani assoluti<br />
nelle sue specialità ben sei medaglie d’oro, cinque d’argento e due di bronzo tra il 1927 e il 1933.<br />
Allora non esistevano le piscine e quindi le gare si svolgevano in mare o sui fiumi, e qui avevano<br />
luogo i suoi allenamenti, il più delle volte solitari, senza percorso fisso e senza cronometristi. Verso<br />
sera, dopo aver lavorato tutto il giorno nei campi, Nino si portava in riva al mare, nascondeva camicia<br />
e pantaloni tra le grotte, si tuffava in acqua, e via a nuotare per ore.<br />
Nino – così lo ricordava Salvatore Perentin sulle pagine di <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong> – è rimasto nell’arco del<br />
tempo sempre un puro dello sport, un fedele appassionato del nuoto che gli ha dato tante soddisfazioni<br />
unitamente a tante amarezze, ma nessuna ricchezza. Grandi sacrifici senza ingaggi favolosi: Nino<br />
correva per amore e non per interesse. Allora il premio per il vincitore consisteva in una medaglietta e<br />
tutto finiva qui; e di medaglie Nino ne ha vinte tante. Si preparava per mesi in silenzio, taciturno dopo<br />
le immancabili vittorie che riflettevano nei suoi occhi tanta felicità. Tutti lo apprezzavano, nessuno<br />
fra il suoi rivali gli portò ne astio né antipatia.<br />
La carriera di Nino è stata lunga (raramente in quei tempi si faceva nuoto agonistico oltre i vent’anni…)<br />
ma è anche doveroso ricordare che fu stroncata ingiustamente.<br />
tanto vanto procuravano alla<br />
nostra cittadina”.<br />
Lo sport isolano merita una storia, sicuramente mai scritta, che vada al di là delle parole, abbracciando<br />
lo spirito della sua gente e il senso umano degli avvenimenti sportivi. E’ proprio questo lo<br />
spirito che ha spinto l’amico Walter Pohlen a creare il DVD<br />
ISOLA D’ISTRIA, TERRA GIA’ ITALIANA,<br />
TERRA DI CAMPIONI<br />
un’opera dedicata a tutti gli sportivi, famosi e meno famosi, che hanno tenuto alto il nome di <strong>Isola</strong><br />
sui campi di gara di tutto il mondo.<br />
Il DVD è disponibile in sede, insieme agli altri già realizzati da Walter Pohlen in questi anni:<br />
“L’<strong>Isola</strong> chiamata ricordo”, “<strong>Isola</strong>, estate 1952” e “Cartoline da <strong>Isola</strong>”.
28 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
L’HOTEL “IL DELFINO”<br />
DI ISOLA<br />
Quando ero giovanissima, sei volte alla settimana<br />
c’era il ballo sulla rotonda del parco Arrigoni, tra i<br />
pini. Come le farfalle, le ragazze cole còtole larghe<br />
volavano quasi non toccando la terra.<br />
Poi gli isolani con le loro famiglie sono quasi<br />
tutti partiti… Noi, arrivati da poco a <strong>Isola</strong>, avevamo<br />
comunque con loro fatto tante amicizie: ci ripromettevamo<br />
che ci avremmo rivisto ogni giorno con il<br />
binocolo dal faro bianco di <strong>Isola</strong> al grande Faro della<br />
Vittoria di Trieste… Ma di pomeriggio, quando tutte<br />
le rive splendevano al tramonto del sole primaverile,<br />
di Trieste si vedeva soltanto la bellezza… ma la<br />
gente no. Ma noi eravamo lì… e ci vedevamo con<br />
il “terzo occhio”.<br />
Dopo tanti giri della Terra intorno al sole, anche<br />
<strong>Isola</strong> cambiò, come tutte le altre città. Da tutte le<br />
parti della Jugoslavia veniva gente nuova a lavorare<br />
nelle fabbriche, all’Arrigoni, all’Ampelea, alla nuova<br />
“Mehanotecna”. A Capodistria nasceva la “Tomos” e<br />
si ingrandiva il porto, e così tanti operai preferivano<br />
abitare ad <strong>Isola</strong>; perciò tutto attorno al centro storico<br />
crescevano edifici che avrebbero cambiato il suo panorama.<br />
I lavoratori venivano da tutte le parti, dalla<br />
Serbia, Bosnia, Macedonia e non era molto facile<br />
adattarsi alle loro abitudini, alla loro cucina, alla<br />
loro musica… però, con il trascorrere del tempo loro<br />
avrebbero preso tanto da noi e noi da loro.<br />
A <strong>Isola</strong>, vicino a San Simòn, è cresciuto l’hotel “Il<br />
Delfino” per la gente in vacanza. E’ sempre troppo<br />
piccolo, e ogni anno viene ingrandito. E’ un posto<br />
bellissimo, tranquillo, vicino al mare e circondato<br />
da preziosi alberi. Per tutta l’estate si balla fuori<br />
ogni sera, poi, con l’autunno, all’interno. Ma oltre<br />
al ballo ci sono tante altre attività, come serate di<br />
poesia o di canto.<br />
In questo hotel veniamo a divertirci e a fare nuove<br />
amicizie. Poiché “Il Delfino” è conosciuto come un<br />
posto allegro, viene gente da tutte le parti della Slovenia<br />
ma anche da Muggia, da Trieste, dal Carso come<br />
pure quelli che hanno le loro barche al “Marina” di<br />
<strong>Isola</strong>. Ed è naturale che ci veniamo anche noi, come<br />
pure quelli nati a <strong>Isola</strong>. Tutti sorridenti e allegri, ballando<br />
sul ritmo di canzoni slovene ma anche italiane,<br />
inglesi, spagnole… Siamo uniti, una famiglia che si<br />
accetta così com’è, senza rimproverare per quello che<br />
hanno fatto i progenitori quando noi eravamo (siamo<br />
stati?...) bambini. E senza paura per il futuro.<br />
Alcuni istriani, che vivono molto lontano e anche<br />
oltre oceano, hanno costruito qui la loro casa, dove<br />
passeranno il resto della loro vita. E anche la gente<br />
della ex Jugoslavia che vive qui non pensa lontanamente<br />
di tornare ai paesi di origine.<br />
Io amo il mio Carso, dove sono nata – non è<br />
lontano da qui – ma spero di restare sempre a <strong>Isola</strong>.<br />
E sapete il perché? Perché questo pezzetto di terra<br />
è tanto positivo, accogliente, bello, sano, è, come<br />
dicono tanti turisti in vacanza a <strong>Isola</strong>, una “cittadella<br />
di bontà”.<br />
Perciò, cari amici isolani, venite a <strong>Isola</strong> a godervi<br />
tutte queste bellezze… vi aspetto!<br />
Fenny, <strong>Isola</strong><br />
Ciao, cari amici, ho ricevuto questa toccante poesia e ho<br />
pensato di spedirvela… sempre per ricordare la <strong>Nostra</strong> Amata<br />
Terra.<br />
Con il permesso di mia figlia Chiara, desidero farvi partecipi<br />
del “dono” che lei mi ha fatto oggi, per la nostra Giornata<br />
del Ricordo in famiglia.<br />
Se questi sono i sentimenti dei nostri giovani, allora la memoria<br />
resterà VIVA!<br />
Mario Lorenzutti<br />
E anche la mia Istria<br />
è fatta di memoria,<br />
una memoria non mia.<br />
E’ quel tanto di terra che stava nella valigia<br />
di mia mamma da bambina.<br />
Sapori, odori, suoni,<br />
tradizioni, grida e tramonti<br />
miei per sentito dire.<br />
Della stessa terra rossa erano sporchi<br />
i calzoncini dei miei nonni,<br />
bisnonni, dei miei avi;<br />
sul dorso della mano<br />
saltavano le stesse pietruzze bianche.<br />
E mare, e stelle, e pini,<br />
e odore di vinaccia, e pani profumati,<br />
per secoli il sangue che mi scorre nelle vene<br />
si impregnò di terra d’Istria.<br />
E cerco nelle foto dei miei nonni<br />
nei loro occhi l’Istria che hanno amato<br />
ora che non ci sono a raccontarmela<br />
e solo ricordo le favole in dialetto<br />
e le pinze che non riuscivano<br />
più a impastare.<br />
Sotto i miei piedi cerco le radici.<br />
Il sorriso dei grandi monti di Torino<br />
riconosco nel mio cuore piemontese;<br />
ma la mia Istria,<br />
quella è più lieve di un ricordo<br />
perché è terra fatta solo di parole.<br />
Mamma, te voio ben!
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
29<br />
<strong>Isola</strong>, 1941 – Insieme ad alcuni operai, la famiglia Stor (originaria della<br />
Carnia), addetta alla portineria dello Stabilimento Ampelea (ex Torregiani) a<br />
Fontana Fora. Dietro, riconoscibili Enrichetta Stor con in braccio la figlia e,<br />
primo a destra, Luigi Stor con Gino. In basso Ermanno Vascotto (ciciola) con<br />
i piccoli Alberto Stor e a sinistra Dario Bernardi, che ha inviato la foto.<br />
Scorrendo un vecchio numero di <strong>Isola</strong><br />
<strong>Nostra</strong> ho rivisto questa vecchia foto<br />
del giugno 1940, inviata da Luciano<br />
Degrassi (viola) dalla Germania, con<br />
una parte degli alunni della terza classe<br />
elementare. Vorrei ricordare quegli<br />
amici di un tempo, ormai ottantenni<br />
(dovrebbero essere classe 1931). Nella<br />
foto, insieme al maestro Piccoli, Luciano<br />
Degrassi, Emilio Pugliese canepa,<br />
Nino Troian, Ignazio Battaglia (figlio<br />
dell’Ispettore di Dogana di <strong>Isola</strong>), Nerio<br />
Vascotto, Livio Menis, Luigi Viezzoli,<br />
Degrassi damian, Mario Troian,<br />
Pozzetto e Lucio Ugo. Altri coetanei<br />
– pure classe 1931 - non presenti nella<br />
foto: Albino Giani, Luly Drioli, Aldo<br />
Bubola, Lino Lugnani, Italo Vascotto,<br />
Renato Rocca, Livino Milloch, Alcide<br />
Pellizzaro, Mario Dagri, Neri Drioli,<br />
Giovanni Stipancich, Emilio Coslovich,<br />
Gino stor, Pino Moscolin.<br />
Un caro saluto a quelli che si ritrovano<br />
e un affettuoso pensiero agli<br />
scomparsi da<br />
Mario Vascotto saco, Genova<br />
Fiorenza Degrassi ci ha inviato questa foto, scattata a <strong>Isola</strong> nella casa della nonna Valeria in via Rossini durante la festa per il suo battesimo.<br />
Seduti, da sinistra: la zia Nives Degrassi con il marito Ubaldo Ulcigrai, la mamma Ada Delise Degrassi con lei in braccio e la nonna<br />
materna Valeria Delise (che la vegnerà a tirarghe le gambe de nòte perché no la voleva mai esser messa su <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong>: questa iera la<br />
sua minaccia…). In piedi forse Mario bolani con moglie e figlio, la nonna paterna Beatrice, Vinicio Ulcigrai (figlio di Nives e Ubaldo,<br />
purtroppo morto giovanissimo), Alberto Ulcigrai con la mamma Maria Delise e il papà Pietro Ulcigrai.<br />
A parte Mario Bolani e famiglia persi di vista, purtroppo Alberto e Fiorenza sono i soli sopravvissuti.
30 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Canto per te, mia <strong>Isola</strong> …<br />
Ora io canto al sol,<br />
ora io canto al mar<br />
del caro paese<br />
che gioia dona al cuor.<br />
Canto per te, mia <strong>Isola</strong>.<br />
Non ti ricordi a Porto Apollo<br />
dove andavamo a passeggiar,<br />
fino a sera rimanemmo<br />
ingenuamente a chiacchierar.<br />
Rapita, tu ammiravi la luna<br />
e il suo splendor. Dicevi:<br />
a Porto Apollo<br />
è il regno dell’amor.<br />
Ora io canto al sol,<br />
ora io canto al mar<br />
del caro mio paese<br />
che gioia dona al cuor.<br />
Canto per te, mia <strong>Isola</strong>.<br />
La bellezza che tu hai<br />
non svanirà mai più.<br />
Mai più…<br />
Per quel che me ricordo, ‘sti versi e<br />
la musica dovessi eser stai scriti dal<br />
maestro Bruno Zaro (volpe) nei anni<br />
’50, prima de l’esodo. Xe qualchedun<br />
che se la ricorda? Per mi ‘sti versi me<br />
dà ‘ncora certe emosioni…<br />
Un caro saludo dal Canada da<br />
Mario Lorenzutti, grilo<br />
CIAO, MAMMA MARIA E PAPA’ OTTAVIO<br />
Maria Crampf<br />
9 giugno 1927<br />
12 luglio 2011<br />
Ottavio Cerin<br />
14 aprile 1926<br />
15 novembre 2011<br />
Quando una persona cara ci lascia per sempre i ricordi<br />
diventano tanti e vorrebbero parlare tutti insieme. Se poi è un<br />
genitore ad andarsene via, è tutta la nostra vita che parla.<br />
Con la morte di te, papà, si chiude la storia della nostra<br />
famiglia di origine. Una storia come tante, fatta di affetto, di<br />
lavoro, di sacrificio per costruire un piccolo mondo, diventato<br />
il centro della nostra unione, di noi sorelle e delle famiglie che<br />
abbiamo formato.<br />
Ora chi ha iniziato tutto questo non c’è più! Prima mamma<br />
e poi tu, papà: tutto in pochissimo tempo. Tanto dolore e tutto<br />
assieme.<br />
Avremmo desiderato per te, papà, ancora un po’ di tempo<br />
“buono”. Ma il Signore ha disposto diversamente. La fede ci<br />
dice che ora siete assieme sereni a guardarci da lassù. Non ci<br />
sentiamo soli perché l’amore non ha confini: noi con voi e voi<br />
per sempre nei nostri cuori.<br />
Le figlie e i familiari<br />
Un affettuoso ricordo dei cari genitori dalle figlie Graziella<br />
con Dusan e Neva con Edy insieme ai nipoti Martina, Federica,<br />
Marco ed Erica, alle pronipotine Sofia ed Alice e ai familiari<br />
tutti.<br />
<strong>Isola</strong>, primi anni ’50 – Un gruppo di isolani in un momento di relax<br />
davanti al Duomo di <strong>Isola</strong>. In primo piano, Mario Carboni rate, il<br />
conosciutissimo sagrestano, per noi il nonzòlo, della chiesa. Quasi<br />
tutti gli altri cantavano nel coro parrocchiale.<br />
(foto inviata da Mariuccia Ralza, Cividino (BG)
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
31<br />
QUELLI CHE CI HANNO LASCIATO<br />
L'11 novembre 2011, dopo una<br />
lunga e dolorosa malattia sopportata<br />
cristianamente ma anche sorretto<br />
dall'amore della moglie e dei familiari,<br />
ci ha lasciato il nostro caro<br />
Pietro<br />
Prelaz<br />
(pin)<br />
n. 9.1.1932<br />
Lo ricordano con tanto amore<br />
la moglie Natalia, i figli Onorina<br />
con Livio e Daniele con<br />
Estella e i nipoti Stefano, Sabrina,<br />
Enea ed Elia unitamente<br />
al fratello Alfieri con Violetta e<br />
a tutti i parenti.<br />
Pietro<br />
Prelaz<br />
n. 18.9.1900<br />
m. 15.1.1990<br />
Silvio<br />
Prelaz<br />
n. 24.2.1928<br />
m. 14.3.1994<br />
in Australia<br />
Claudia<br />
Prelaz<br />
n. 21.12.1954<br />
m. 17.12.1994<br />
Giorgio<br />
Prelaz<br />
n. 27.8.1929<br />
m. 4.3.2003<br />
Anna<br />
Bibalo<br />
ved. Prelaz<br />
n. 4.1.1908<br />
m. 24.8.1991<br />
Sono ricordati con tanto affetto<br />
da tutti i familiari<br />
Il 24 novembre 2011<br />
è mancata la nostra cara<br />
Lidia<br />
Drioli<br />
n. 13.9.1923<br />
Annunciandone la scomparsa,<br />
La ricorda con immenso affetto<br />
la sorella Ederina insieme a<br />
Marisa e Livio Rogantin con i<br />
figli e parenti tutti.<br />
Alla cara memoria di<br />
Concetta<br />
Giulia<br />
Zancolich<br />
ved. Breschi<br />
n. 8.5.1935<br />
a Strugnano<br />
m. 18.12.2011<br />
a Melbourne<br />
Ricordo mia sorella,<br />
dalla nostra fonte d'Istria,<br />
all'ultimo saluto.<br />
“A Dio Cetti...!’’<br />
Tuo fratello Marino<br />
Il 19 marzo ricorre<br />
il secondo anniversario della<br />
scomparsa della nostra cara<br />
Anna<br />
(Ucci)<br />
Parma<br />
Bentivogli<br />
n. 26.7.1922<br />
m. 19.3.2010<br />
a Forlì<br />
La ricordano con tanto affetto<br />
e rimpianto il marito Eugenio,<br />
la figlia Marta con il genero<br />
Daniele e i nipoti Simone e<br />
Andrea e la sorella Renata.<br />
Elvino<br />
Delise<br />
n. 15.6.1913<br />
m. 10.11.1995<br />
a Roma<br />
Lo ricordano sempre con tanto<br />
affetto la moglie Antonietta, il<br />
figlio Andrea, la nuora Charo e<br />
la nipote Lucia.<br />
Il 15 gennaio 2012<br />
ci ha lasciato la nostra cara<br />
Sabina<br />
Dellore<br />
in Ceppi<br />
n. 9.11.1938<br />
Ha raggiunto in cielo l'amata<br />
figlia<br />
Gabriella<br />
Ceppi<br />
n. 18.10.1968<br />
m. 12.3.1996<br />
Con immenso dolore e tanto<br />
affetto le ricordano il marito<br />
e papà Nino, il figlio e fratello<br />
Corrado con Daniela e i nipotini<br />
Caterina ed Edoardo unitamente<br />
alla sorella e zia Luciana<br />
con Bruno e ai familiari tutti.<br />
Il 1° gennaio 2012<br />
veniva a mancare il nostro<br />
caro papà<br />
Giacinto<br />
Lugnani<br />
n. 23.1.1922<br />
Lo annunciano con amore e<br />
rimpianto i figli Laura con Bruno<br />
e Franco con Annamaria.<br />
Alda<br />
Zaetz<br />
Pugliese<br />
n. 29.1.1932<br />
m. 30.12.2008<br />
negli<br />
Stati Uniti<br />
Aldo Pugliese ricorda con tanto<br />
affetto e rimpianto la moglie<br />
Alda, la figlia Margareth,<br />
i genitori Virginia e Giovanni<br />
e il fratello Silvano.<br />
Daniele<br />
Macuglia<br />
n. 4.9.1977<br />
m. 3.3.2011<br />
Primo anniversario<br />
È ricordato dalla moglie Alessia,<br />
dalla piccola Bianca, che<br />
con tanto amore ricorda il suo<br />
papà, dai nonni Libero e Bianca<br />
Giani e da tutti coloro che<br />
gli volevano bene.<br />
Vilma<br />
Benvenuti<br />
ved. Paludan<br />
n. 3.4.1920<br />
m. 20.2.2007<br />
Nel quinto anniversario della<br />
scomparsa la ricordano con<br />
tanto affetto i figli Stelio, Elida<br />
e Gianna unitamente ai nipoti<br />
e familiari tutti.<br />
Antonio<br />
Penso<br />
n. 12.10.1906<br />
m. 16.6.1986<br />
Aurelia<br />
Rusconi<br />
ved. Penso<br />
n. 1.1.1909<br />
m. 21.11.2005<br />
Sono affettuosamente ricordati<br />
dai figli Albino e Marino<br />
insieme alla nuora Silvana e al<br />
nipote Christian.<br />
Alma<br />
Rusconi<br />
n. 6.6.1921<br />
m. 6.6.1988<br />
Un caro ricordo dai nipoti<br />
Albino e Marino unitamente<br />
ai familiari tutti.
32 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Lidia<br />
Vascotto<br />
n. 10.6.1920<br />
m. 21.3.2008<br />
Li ricordano con immutato affetto<br />
i familiari.<br />
Una Santa Messa in suffragio<br />
sarà celebrata sabato 24<br />
marzo 2012 alle ore 18.00 nel<br />
Santuario della Madonna di<br />
Strugnano.<br />
.<br />
Antonio<br />
Vascotto<br />
n. 22.12.1892<br />
m. 14.10.1973<br />
Gisella<br />
Russignan<br />
Delise<br />
n. 11.1.1891<br />
m. 1.9.1978<br />
Giovanni<br />
Delise<br />
n. 2.6.1887<br />
morto in<br />
guerra<br />
1915-1918<br />
Gabriele<br />
Delise<br />
n. 15.7.1912<br />
m. 29.7.1994<br />
Paola<br />
Lorenzutti<br />
Vascotto<br />
n. 17.2.1897<br />
m. 24.11.1967<br />
“... ti domando una grazia, prima<br />
che termini di leggere questa lettera<br />
avvicinati ai nostri amatissimi<br />
figli e stringili e baciali in vece<br />
mia...’’ (lettera dal fronte)<br />
In memoria e con un caro ricordo<br />
dei nonni.<br />
Gianna Delise e famiglia<br />
In ricordo dei genitori<br />
Virginia Benvenuti<br />
n.1894 m.25.12.1946<br />
Virgilio Russignan<br />
n.2.5.1895 m.15.5.1978<br />
le figlie Silvia e Gigliola con i<br />
familiari.<br />
Flora<br />
Goina<br />
n. Delise<br />
n. 22.7.1905<br />
m. 26.2.1982<br />
Pietro<br />
Goina<br />
n. 6.6.1901<br />
m. 10.10.1973<br />
Sono sempre nei nostri cuori.<br />
Con amore i figli Lida, Dorina<br />
e Duilio con i loro familiari.<br />
Nevia<br />
Gherbaz<br />
in Carboni<br />
n. 27.8.1942<br />
m. 31.1.2004<br />
È caramente ricordata dal<br />
marito Pini, dai figli Paola<br />
ed Eros con Erika e i piccoli<br />
Mattia e Aris, dalla mamma,<br />
dalla sorella, dal fratello e dai<br />
cognati.<br />
Maria<br />
Ausilia<br />
Vascotto<br />
in Carboni<br />
n. 27.9.1911<br />
m. 29.10.2002<br />
Giovanni<br />
Carboni<br />
n. 24.1.1910<br />
m. 7.5.2003<br />
Sono sempre ricordati con<br />
tanto affetto e rimpianto dai<br />
figli Pini e Lina, dal genero,<br />
nipoti e pronipoti.<br />
Da Lucio e Sandro un ricordo<br />
dei cari genitori<br />
Lina Bacci<br />
Giuseppe Vascotto<br />
insieme ad un pensiero per i<br />
nonni<br />
Lisa e Toni Bacci<br />
Luigi<br />
Ulcigrai<br />
n. 6.4.1903<br />
m. 28.8.1973<br />
Anna<br />
Marchesan<br />
ved. Ulcigrai<br />
n. 31.1.1908<br />
m. 2.3.1996<br />
Li ricordano sempre con affetto<br />
le figlie Bruna e Gianna,<br />
i generi Gino e Alfredo e i<br />
nipoti tutti.<br />
Libera<br />
Valenti<br />
ved. Ulcigrai<br />
n. 22.12.1908<br />
m. 18.2.1996<br />
Elvino Ulcigrai<br />
n. 5.2.1911 m. 24.4.1982<br />
Vinicio<br />
Ulcigrai<br />
n. 24.8.1943<br />
m. 27.4.1989<br />
Li ricorda caramente il figlio<br />
e fratello Alfredo, la figlia e<br />
sorella Etta e la nuora e cognata<br />
Gianna.<br />
Giuseppe<br />
Tamplenizza<br />
n. 29.11.1912<br />
m. 19.9.1988<br />
Lidia<br />
Menis<br />
Tamplenizza<br />
n. 19.2.1917<br />
m. 10.1.1995<br />
A tanti anni dalla loro scomparsa<br />
dal figlio Giovanni un affettuoso<br />
ricordo dei cari genitori<br />
Dino<br />
Palci<br />
n. 26.12.1924<br />
m. 21.2.2011<br />
Nel primo anniversario della<br />
sua scomparsa, con immutato<br />
affetto e rimpianto lo ricordano<br />
la moglie Bruna, il figlio Sandro<br />
con Lidia e il nipote Marco<br />
con Katia.<br />
Olivo<br />
Degrassi<br />
n. 27.8.1923<br />
m. 9.5.2006<br />
Nel sesto anniversario della<br />
tua dipartita, con amore e con<br />
immenso dolore Ti ricordiamo<br />
sempre.<br />
Tua moglie Lucia, i tuoi figli<br />
Franco e Manuela, la nuora Giusy<br />
e il genero Luciano insieme<br />
agli adorati nipoti e ai parenti<br />
tutti.<br />
Antonio<br />
Degrassi<br />
n. 8.3.1891<br />
m. 16.7.1964<br />
Giuseppina<br />
Degrassi<br />
n. Bacci<br />
n. 25.3.1895<br />
m. 7.3.1985<br />
Vi ricordiamo con tanto rimpianto:<br />
la nuora Lucia e i nipoti<br />
Franco e Manuela insieme ai<br />
familiari tutti.<br />
Come l’erba<br />
i nostri giorni<br />
passano:<br />
tu, Signore,<br />
sei per sempre.<br />
liturgia
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
33<br />
Lucia<br />
Vascotto<br />
ved.<br />
Dudine<br />
n. 1.10.1909<br />
m. 18.1.2008<br />
negli USA<br />
Loriana e Corrado insieme ai<br />
figli Mirella, Licinio e Fabrizio,<br />
ricordano con affetto la<br />
cara zia Lucia a quattro anni<br />
dalla scomparsa.<br />
Guerrino<br />
Dudine<br />
n. 28.1.1912<br />
m. 11.2.1977<br />
Anna<br />
Lorenzutti<br />
ved. Dudine<br />
n. 15.10.1919<br />
m. 8.6.1997<br />
Antonia<br />
Degrassi<br />
ved.<br />
Lorenzutti<br />
n. 1885<br />
m. 11.5.1969<br />
Loriana e Corrado con tanto<br />
affetto e rimpianto ricordano a<br />
parenti ed amici i cari genitori<br />
Guerrino e Anita e la nonna<br />
Antonia.<br />
Un caro ricordo per i nonni<br />
e la zia<br />
Francesca Vascotto Dudine<br />
m. 25.1.1953<br />
Antonio Dudine (ragno)<br />
m. 13.3.1949<br />
Italo<br />
Ulcigrai<br />
n. 11.11.1931<br />
m. 17.2.1997<br />
Amalia Dudine<br />
m. 27.3.1950<br />
Ti ricordiamo con tanto amore.<br />
La moglie Maria, i figli Antonella<br />
e Michele, il genero<br />
Sergio e i nipoti Michela e<br />
Mattia.<br />
Antonietta<br />
Troian<br />
ved. Dudine<br />
n. 29.9.1919<br />
m. 21.11.2005<br />
a Milano<br />
Ottavio<br />
Dudine<br />
n. 12.3.1914<br />
m. 31.7.1969<br />
Roberto<br />
Dudine<br />
n. 31.12.1940<br />
m. 20.5.2001<br />
a Milano<br />
Da Tiziano ed Edy un affettuoso<br />
ricordo dei cari genitori<br />
e del fratello Roberto.<br />
Antonia<br />
Drioli<br />
ved. Bressan<br />
n. 24.1.1911<br />
m. 13.2.2003<br />
a Brescia<br />
Emilio<br />
Bressan<br />
(talpa)<br />
n. 5.9.1909<br />
m. 2.3.1991<br />
a Brescia<br />
Sono ricordati con affetto e<br />
rimpianto dai figli Silva e<br />
Mario con Annamaria e dai<br />
nipoti Sergio e Roberto con le<br />
rispettive famiglie.<br />
Edi<br />
Walter<br />
Pugliese<br />
(caregheta)<br />
n. 8.1.1948<br />
m. 16.2.1996<br />
Nel 16° anniversario della<br />
sua scomparsa, lo ricordano<br />
con amore il papà Antonio,<br />
la mamma Silvana, la moglie<br />
Adriana, il figlio Andrea e il<br />
fratello Franco unitamente ai<br />
familiari tutti.<br />
Carlo<br />
Carboni<br />
n. 28.12.1920<br />
m. 30.4.1996<br />
A 16 anni dalla scomparsa Lo<br />
ricordano sempre con immenso<br />
affetto la moglie Bruna, la figlia<br />
Daniela, il genero Fabio, la<br />
cara nipote Sara e il fratello<br />
Giacomo in Australia.<br />
Mario<br />
Parma<br />
n. 13.2.1913<br />
m. 9.11.1967<br />
Lo ricordano la sorella Bruna<br />
insieme a tutti i nipoti.<br />
Roberto<br />
Dudine<br />
n. 12.8.1954<br />
m. 20.6.1985<br />
Con tanto dolore e tanto amore<br />
la mamma Rita Zampini ricorda<br />
l'amatissimo figlio Roberto<br />
e il marito<br />
Remigio Dudine<br />
(acquavita)<br />
Libero<br />
Parma<br />
n. 10.12.1932<br />
m. 14.1.2004<br />
Nell'ottavo anniversario della<br />
scomparsa è ricordato sempre<br />
con tanto affetto dalla moglie<br />
Lucia, dal figlio Alberto con<br />
Elena e la nipote Chiara, dalle<br />
sorelle e dai parenti tutti.<br />
Maggiolina<br />
Russignan<br />
in Pugliese<br />
n. 23.5.1926<br />
m. 24.3.1998<br />
È ricordata sempre con tanto<br />
affetto e rimpianto dal marito<br />
Pini, dai figli Giuliano, Guido<br />
e Daniela con i rispettivi familiari.<br />
Giovanna<br />
Parma<br />
ved. Viezzoli<br />
n. 29.9.1921<br />
m. 31.7.2007<br />
Sei sempre nel mio cuore. Con<br />
amore la figlia Adriana.<br />
Un affettuoso ricordo anche per<br />
la sorella<br />
Mariella Viezzoli<br />
Morena<br />
Morsut<br />
Marina<br />
Parma<br />
Morsut<br />
Claudio<br />
Morsut<br />
A tanti anni dal tragico incidente<br />
che aveva stroncato le<br />
loro vite, un affettuoso ricordo<br />
dai fratelli, zii e cognati Umberto<br />
e Marisa Parma con le<br />
loro famiglie.<br />
Giuseppe<br />
Parma<br />
n. 16.3.1906<br />
m. 17.4.1991<br />
Lucia<br />
Parma<br />
in Parma<br />
n. 6.9.1908<br />
m. 10.10.1975<br />
Sono ricordati dai figli Umberto<br />
e Marisa con le rispettive<br />
famiglie.
34 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Carlo<br />
Parma<br />
n. 20.3.1911<br />
m. 19.1.1985<br />
Olimpia<br />
Crevatin<br />
ved. Parma<br />
n. 24.11.1914<br />
m. 25.4.2003<br />
Sono sempre ricordati con affetto<br />
dai figli Bruno e Annamaria,<br />
dalla nuora Cristina e dal genero<br />
Dario, dai nipoti Monica, Giada<br />
e Massimiliano con le relative<br />
famiglie e dalle sorelle Bruna,<br />
Antonia e Giovanna insieme ai<br />
parenti tutti.<br />
Bruno<br />
Bressan<br />
n. 27.9.1921<br />
m. 3.5.2005<br />
Lo ricordano con affetto la<br />
moglie Antonia e i nipoti Maria<br />
Cristina e Bruno Parma e Annamaria<br />
e Dario Di Chiara con<br />
le rispettive famiglie.<br />
Albino<br />
Colomban<br />
(ciune)<br />
n. 21.1.1945<br />
m. 8.3.2010<br />
Sono trascorsi due anni dalla<br />
tua scomparsa me sei sempre<br />
nei nostri cuori. Tua moglie<br />
Nevenka, i tuoi figli Paolo ed<br />
Elena, la nuora Sabrina, i nipoti<br />
e i parenti tutti.<br />
Giovanni<br />
Felluga<br />
(Nino del<br />
Mulin)<br />
n. 7.8.1930<br />
m. 27.2.2010<br />
Nel secondo anniversario della<br />
scomparsa è ricordato con<br />
l'amore di sempre dalla moglie<br />
Mariucci, dai figli Daniele, Roberto<br />
ed Elisabetta, dalle nuore,<br />
genero e nipoti.<br />
Ada<br />
Delise<br />
Degrassi<br />
n. 11.2.1921<br />
m. 24.2.2006<br />
Giliante<br />
Degrassi<br />
n. 14.6.1918<br />
m. 8.2.1999<br />
La figlia Fiorenza insieme ai familiari<br />
tutti ricorda con affetto<br />
e rimpianto i cari genitori.<br />
Fabio<br />
Goina<br />
n. 8.1.1923<br />
m. 26.12.1991<br />
Lo ricordano sempre con rimpianto<br />
la moglie Gemma e i figli<br />
Attilio e Alessandra assieme ai<br />
loro familiari.<br />
Vittorio<br />
Moscolin<br />
n. 19.10.1897<br />
m. 3.11.1981<br />
Palmira<br />
Moscolin<br />
Zaro<br />
n. 11.12.1905<br />
m. 27.7.1975<br />
Attilio<br />
Moscolin<br />
n. 1921<br />
m. 1942<br />
in guerra<br />
Gemma e Lucia con i familiari<br />
ricordano con rimpianto i cari<br />
genitori e il fratello Attilio,<br />
disperso durante la guerra in<br />
Africa.<br />
Giuseppe<br />
Degrassi<br />
(nadal)<br />
m. 1958<br />
Maria<br />
Degrassi<br />
m. 1974<br />
Nivia<br />
Degrassi<br />
m. 2007<br />
Dal Canada, un caro ricordo<br />
alla mia cara mamma Maria,<br />
al mio amato papà Giuseppe<br />
e a mia sorella Nivia assieme<br />
al marito Mario Tragin. Mi<br />
mancano tanto e li ricordo con<br />
tanto amore.<br />
La figlia, sorella e cognata<br />
Mariucci Degrassi in Zacchigna<br />
unitamente ai familiari<br />
tutti.<br />
Italo<br />
Carboni<br />
n. 12.9.1919<br />
m. 17.2.2009<br />
Nel terzo anniversario della<br />
scomparsa lo ricordano con<br />
rimpianto la moglie Lucia, il<br />
figlio Flavio con Mirella, i nipoti<br />
Alberto e Paola, il fratello<br />
Fabio, la cognata Nerina, la nipote<br />
Mariacarmen con Adriano<br />
unitamente ai parenti tutti.<br />
Domenico<br />
Dudine<br />
(ghetto)<br />
n. 14.4.1923<br />
m. 15.4.2006<br />
a Grado<br />
Non è spento né lontano, ma è<br />
sempre vicino a noi e nei nostri<br />
cuori. Ti pensiamo sempre.<br />
Ivan e famiglia<br />
Prof. Luigina<br />
Rocco<br />
Valli<br />
n. 27.7.1930<br />
m. 4.2.1996<br />
Flora<br />
Bettoso<br />
ved. Rocco<br />
n. 29.8.1904<br />
m. 2.11.1994<br />
Arcangelo<br />
Rocco<br />
n. 7.9.1898<br />
m. 15.1.1965<br />
Sono ricordati con affetto dai<br />
parenti e amici.<br />
Mauro<br />
Pesaro<br />
n. 7.1.1901<br />
m. 22.3.1978<br />
Lucia<br />
Delise<br />
ved. Pesaro<br />
n. 12.8.1908<br />
m. 24.12.1997<br />
Con infinito affetto e rimpianto<br />
sono ricordati dai figli Maria,<br />
Grazia, Dorina, Elvio e Bruno<br />
e dagli adorati nipoti.<br />
Giuseppina<br />
Pugliese<br />
n. 18.11.1897<br />
m. 26.1.1988<br />
È ricordata con affetto dai<br />
nipoti.<br />
Giuseppina<br />
Corbatto<br />
in Degrassi<br />
n. 30.8.1944<br />
m. 2.2.2010<br />
Ti ricordiamo sempre con tanto<br />
affetto... Sei sempre nei nostri<br />
pensieri. I familiari
15 marzo 2012 ISOLA NOSTRA<br />
35<br />
Anna<br />
Radin<br />
ved. Petrina<br />
n. 10.10.1905<br />
m. 10.8.1994<br />
Un caro ricordo dal figlio<br />
Claudio unitamente ai familiari<br />
tutti.<br />
Adelchi<br />
(Olivo)<br />
Trento<br />
n. 13.9.1921<br />
a Cipiani<br />
m. 25.7.2010<br />
Lo ricordano con immenso affetto<br />
la moglie Iolanda, la figlia<br />
Ederina con Claudio, la nipote<br />
Barbara con Fabio, i pronipoti<br />
Axel e Arien e le sorelle Ofelia e<br />
Maria insieme ai parenti tutti.<br />
Giovanni<br />
Bacci<br />
(zalo)<br />
n. dicembre<br />
1939<br />
m. 20.3.2010<br />
in Canada<br />
Nel secondo anniversario della<br />
sua dipartita lo ricorda con<br />
affetto e rimpianto la moglie<br />
Rosa assieme a tutti i familiari<br />
vicini e lontani e agli amici.<br />
Maria<br />
Gabriella<br />
Liberati<br />
in Ricasoli<br />
n. 15.3.1940<br />
m. 7.2.2011<br />
ad Albano<br />
Laziale (RM)<br />
Nel primo anniversario della<br />
sua scomparsa è sempre presente<br />
nel ricordo del marito<br />
Fabio, dei figli Tiziana e Massimo,<br />
della nuora Milly, dei<br />
nipoti Daniele, Loretta, Alessio,<br />
Gabriele e Aurora e dei<br />
cognati Mariuccia Ricasoli con<br />
il marito Franco.<br />
VII anniversario<br />
Luciana Bologna Vascotto<br />
14.12.1939 27.3.2005<br />
Sentendola sempre vicino a<br />
noi la ricordiamo con grande<br />
affetto. Il marito Lucio e le<br />
figlie Manuela e Sandra con le<br />
famiglie.<br />
Frida<br />
Perentin<br />
n. 8.1.1905<br />
m. 24.3.1986<br />
Beniamino<br />
Boi<br />
n. 25.9.1896<br />
m. 8.4.1983<br />
I figli Rina e Filiberto ricordano<br />
con immutato affetto i<br />
cari genitori.<br />
Giacomo<br />
Ledovich<br />
n. 11.9.1895<br />
m. 28.8.1987<br />
Maria<br />
Valenta<br />
Ledovich<br />
n. 17.4.1900<br />
m. 5.2.1990<br />
Li ricordano sempre con tanto<br />
affetto e rimpianto i figli Nella,<br />
Bruno, Mary, Guido e Ferruccio<br />
unitamente ai familiari tutti.<br />
Un caro ricordo anche per il<br />
cognato<br />
Guerrino Zaro<br />
Salve<br />
Carboni<br />
in Pantarrotas<br />
n. 15.8.1937<br />
m. 21.2.2005<br />
Nel settimo anniversario della<br />
scomparsa un ricordo affettuoso<br />
dal marito Evi, dal figlio<br />
Thanassy e dalla sorella<br />
Laura.<br />
Salvatore<br />
Carboni<br />
n. 17.12.1894<br />
m. 21.3.1959<br />
Adele<br />
Derossi<br />
ved. Carboni<br />
n. 15.4.1906<br />
m. 31.1.1987<br />
A tanti anni dalla loro scomparsa<br />
li ricorda sempre la figlia<br />
Laura insieme al genero e al<br />
nipote.<br />
Carlo<br />
Delise<br />
n. 15.2.1913<br />
m. 26.9.1998<br />
Maria<br />
Lorenzutti<br />
n. 5.7.1913<br />
m. 12.3.2007<br />
I figli Roberto e Luciano unitamente<br />
ai loro familiari, li<br />
ricordano con tanto affetto e<br />
rimpianto.<br />
Elide<br />
Degrassi<br />
n. Ulcigrai<br />
n. 10.7.1917<br />
m. 26.1.2009<br />
a Grado<br />
Ciao, nonna Elide sono ormai<br />
trascorsi tre anni dalla tua<br />
scomparsa, ma Ti ricordiamo<br />
sempre con tanto affetto e<br />
nostalgia... Resterai sempre nei<br />
nnostri cuori. I familiari.<br />
Virgilio<br />
Vascotto<br />
n. 8.2.1906<br />
m. 28.1.1963<br />
Maria<br />
Cociancich<br />
Vascotto<br />
n. 30.8.1911<br />
m. 30.12.2006<br />
Li ricordano con affetto la<br />
figlia Miranda, i nipoti Daniele<br />
e Riccardo con i familiari e il<br />
genero Dario.<br />
Maria<br />
(Ucci)<br />
Vascotto<br />
Bernardi<br />
n. 3.4.1935<br />
m. 25.2.1993<br />
È sempre ricordata dal marito<br />
Dario, dalla sorella Miranda,<br />
dai nipoti Daniele e Riccardo<br />
con i familiari e dai parenti<br />
tutti.<br />
Claudio<br />
Bernardi<br />
n. 28.2.1945<br />
m. 7.9.2003<br />
È sempre ricordato caramente<br />
dal fratello Dario, dalla moglie<br />
Laura e dalla figlia Tiziana<br />
con Max.<br />
Giovanni<br />
Degrassi<br />
n. 8.4.1902<br />
m. 26.12.1983<br />
Irma<br />
Benvenuto<br />
ved. Degrassi<br />
n. 11.1.1914<br />
m. 14.2.2001<br />
Cari genitori, siete sempre nei<br />
nostri cuori. I figli Ervina, Maria<br />
Giovanna e Claudio con il<br />
genero, la nuora e i nipoti.
36 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Bruna<br />
Steffè<br />
in Degrassi<br />
n. 17.6.1939<br />
m. 9.2.2005<br />
Nel settimo anniversario della<br />
scomparsa la ricorda con affetto<br />
e rimpianto il marito Mario insieme<br />
ai figli Flavio, Cristina e<br />
Davide e ai familiari tutti.<br />
Gemma<br />
Dandri<br />
n. 12.7.1929<br />
m. 29.3.2008<br />
A quattro anni dalla scomparsa<br />
la ricordano con immutato<br />
affetto i fratelli e le sorelle unitamente<br />
ai familiari tutti. Non<br />
sarai mai dimenticata.<br />
Francesco<br />
Dudine<br />
n. 11.12.1912<br />
m. 18.1.2001<br />
Giuseppina<br />
Bosich<br />
Dudine<br />
n. 9.6.1909<br />
m. 21.7.1998<br />
Li ricordano con tanto affetto<br />
e rimpianto il figlio Vinicio e i<br />
nipoti Franco e Paolo insieme<br />
ai parenti tutti.<br />
Preghiera<br />
Quando<br />
moriranno<br />
coloro che amo<br />
tu donami il coraggio<br />
di affidarli alle tue mani,<br />
come ciò che si fa più fatica<br />
a donare.<br />
Accordami la forza di sperare<br />
con una speranza ardente,<br />
al di là di ogni limite,<br />
che all'alba della vita nuova<br />
Tu mi verrai incontro<br />
assieme a tutti coloro<br />
che ho perduto in Te.<br />
Un sentito grazie a...<br />
PRO ISOLA NOSTRA<br />
DALL’ITALIA<br />
• Turiddu Carboni (Monfalcone)<br />
€ 40 in occasione del<br />
82° compleanno della moglie<br />
Adelia Ramani<br />
• I genitori e i nonni (Monfalcone)<br />
€ 50 in occasione della<br />
nascita del piccolo Tommaso<br />
• Le figlie Silvia e Gigliola con<br />
i familiari (Pieris/Monfalcone)<br />
€ 60 in ricordo dei genitori<br />
Virginia Benvenuti e Virgilio<br />
Russignan<br />
• Lucia Vascotto Balbinot<br />
(Pieris) 20 in ricordo dei nonni<br />
Vascotto e Russignan<br />
• I familiari (Monfalcone) 50<br />
in ricordo di Lidia e Gabriele<br />
Delise<br />
• I familiari (Monfalcone) 30<br />
in ricordo dei nonni Gisella<br />
e Giovanni Delise e Paola e<br />
Antonio Vascotto<br />
• Ermanno Ramani (Staranzano/GO)<br />
30 con l’augurio<br />
che <strong>Isola</strong> <strong>Nostra</strong> continui nel<br />
tempo<br />
• Antonietta Delise (Roma)<br />
€ 50 in ricordo del marito<br />
Elvino<br />
DALL’ESTERO<br />
• I figli Antonio e Mariuccia<br />
(Vicenza) € 50 in ricordo di<br />
Lucinda Gubertini<br />
• Livio Menis (Bassano/VI)<br />
50 in memoria dei familiari<br />
defunti<br />
• Maria Parma (Varese) 30<br />
• Nicolò Bressan (Terni) 100<br />
in ricordo di Giovanni Bressan<br />
(talpa)<br />
• Ornella Gellini Prato (Ormea/CN)<br />
€ 10<br />
• Bruno Parma (Varese) 30 in<br />
memoria dei genitori Olimpia<br />
e Carlo<br />
• Antonia Crevatin (Marano<br />
Lag. /UD) 20 ricordando il<br />
marito Bruno Bressan<br />
• Bruno Moscolin (Carpi/<br />
MO) 50 in ricordo dei genitori<br />
Giovanni e Alma Marchesan<br />
• Livia Chicco Vertino (Brescia)<br />
50 in ricordo di Mario<br />
Chicco (scocia) e Carolina<br />
Bosich<br />
• Bruno Dovier (Grado) 10<br />
• Licia Corselli Grillo (San<br />
Daniele del Friuli) 50<br />
• Lucia Borotto (Verona) 20<br />
in ricordo dei genitori Carlo<br />
Troiani e Maria Delise<br />
• A.N.V.G.D. Venezia - € 10<br />
• Rina Boi (Caluso/TO) 50<br />
• Laura Blairvacq (Francia) € 80<br />
• Mariucci Degrassi (Canada) $ 40 in memoria dei propri<br />
cari defunti<br />
• Mario Vascotto (USA) $ 100<br />
• Luciano Bacci (zalo) (Canada) $ 20 in ricordo dei genitori<br />
Celso e Giovannina<br />
• Rosa Loser Bacci (Canada) $ 50 in ricordo del marito Giovanni<br />
(zalo)<br />
• Mario Dagri (biri) (Canada) $ 50 in memoria dei genitori<br />
Antonio e Vittoria<br />
• Virgilio Felluga (dodolo) (Canada) $ 50 in memoria dei<br />
familiari defunti<br />
• Mario Lorenzutti (grilo) (Canada) $ 80 in ricordo dei propri<br />
cari defunti<br />
• Edina Pugliese con i figli (USA) € 40 in ricordo del marito<br />
e papà Silvano e della piccola Maryann<br />
• Mino Favretto (Australia) $ 40<br />
• Aldo Pugliese (USA) € 100 in ricordo della moglie Alda, della<br />
figlia Margareth, dei genitori Virginia e Giovanni, del fratello<br />
Silvano e dei familiari tutti<br />
• Marino Zancolich (Australia) $ 50 in ricordo della sorella<br />
Concetta Grazia<br />
• Gianna Fradel (Australia) $ 50 in memoria dei familiari<br />
defunti<br />
ricordando con affetto e nostalgia<br />
i genitori Beniamino e<br />
Frida Perentin<br />
• Filiberto Boi (Caluso/TO) 50<br />
in memoria dei genitori Beniamino<br />
e Frida Perentin<br />
• Silva Bressan (Brescia) 25<br />
in ricordo dei genitori Emilio e<br />
Antonia Drioli<br />
• Franca Menis (Monza) 50<br />
ricordando i nostri cari defunti<br />
• Flavia Delise (Monfalcone)<br />
25 in ricordo dei genitori Romildo<br />
e Nerina Delise<br />
• Rosa Buscaroli (Bologna)<br />
50 in ricordo del marito Luigi<br />
Damiani<br />
• Eliana Dellore (Roma) 20 in<br />
memoria dei cari defunti<br />
• Guerrino Clobas (Venegono<br />
Sup./VA) 20<br />
• Mario Vascotto (Cogoleto/<br />
GE) 30 in memoria dei familiari<br />
defunti<br />
• Bruno Troian (Marano Lagunare)<br />
50 in memoria di tutti<br />
i defunti delle famiglie Troian<br />
e Perentin<br />
• Marta Bentivogli (Forlì) 200<br />
in ricordo della mamma Anna<br />
(Ucci) Parma nel secondo anniversario<br />
della scomparsa<br />
• Albino e Marino Penso<br />
(Ronchi/GO) 50 in memoria<br />
dei genitori Antonio e Aurelia<br />
e della zia Alma Rusconi<br />
• Arduino Copettari (Verona)<br />
20 in memoria dei cari<br />
genitori<br />
• Fabio Ricasoli (Genzano/<br />
Roma) 50<br />
• Silvia Chicco (Como) 25<br />
DA TRIESTE<br />
• Silvana e Antonietto Pugliese<br />
(caregheta) (Muggia) € 50<br />
nella ricorrenza del loro 70°<br />
anniversario di matrimonio<br />
• Fabio Moscolin € 20 in occasione<br />
della nascita del nipotino<br />
Sebastiano<br />
• I familiari € 100 nella lieta<br />
ricorrenza del 90° compleanno<br />
di Pino Benvenuti (sissoti)<br />
• Libero e Bianca Giani € 10 in<br />
occasione del compleanno dei<br />
cari gemellini Jonathan, Owen<br />
ed Evan<br />
• Mila e Ferruccio Delise<br />
(tremami) 50 in occasione delle<br />
loro nozze d’oro<br />
• Fabio Vascotto 50 in occasione<br />
della nascita del nipotino<br />
Matteo
• Napoleone e Giovanna Degrassi<br />
20 in occasione del loro<br />
65° anniversario di matrimonio<br />
• Libero e Bianca Giani 10<br />
in ricordo del nipote Daniele<br />
Macuglia<br />
• I figli Stelio, Elida e Gianna<br />
con i familiari 50 in ricordo<br />
della mamma Vilma Benvenuti<br />
ved. Paludan<br />
• Corinno Carboni (Duino)<br />
30 in memoria dei cari genitori<br />
Anna Pozzetto e Mariano<br />
Carboni<br />
• Renata Parma 50 in ricordo<br />
dei genitori Renato e Pina e<br />
della sorella Anna (Ucci)<br />
• Alice Parma Bologna 10<br />
ricordando la cugina Ucci<br />
• Alice Parma Bologna 30 in<br />
ricordo dei familiari defunti<br />
• Alice Parma Bologna 10<br />
ricordando il caro amico Olinto<br />
Parma<br />
• Santa Braico (Muggia) 30<br />
in ricordo di Umberto e Nerina<br />
Marchesan<br />
• Nerio Gruber (Muggia)<br />
25 ricordando i propri cari<br />
defunti<br />
• Franco Viezzoli (Muggia) 50<br />
• Giovanni Tamplenizza (Prosecco)<br />
100 in ricordo dei cari<br />
genitori Giuseppe e Lidia<br />
• Dario e Bruno Degrassi 30<br />
in ricordo dei genitori Carmela<br />
e Mariano<br />
• Nerina Pugliese Degrassi 25<br />
in memoria del marito Salvino<br />
• Mario Colmo 20<br />
• Fiorenza Degrassi 50 in<br />
ricordo dei genitori Giliante e<br />
Ada Delise<br />
• Nicolò Ulcigrai 20 in memoria<br />
dei genitori Nicolò e Maria<br />
Vascotto<br />
• Ester e Livio Dudine (Opicina)<br />
100 in ricordo dei cari<br />
defunti<br />
• Gina Slanovitz 20<br />
• Gianna e Bruno Fragiacomo<br />
30 in ricordo di Nerina Chicco<br />
ved. Derossi<br />
• Mery Ledovich 25 in memoria<br />
dei genitori Giacomo e<br />
Maria<br />
• Lucio e Sandro Vascotto<br />
100 ricordando tutti i cari defunti<br />
delle famiglie Bacci e<br />
Vascotto<br />
• Caterina Colomban Stulle<br />
50 ricordando il marito Nino,<br />
i genitori Francesco e Anna, il<br />
fratello Bruno, i suoceri Maria e<br />
Giovanni ed il genero Bruno<br />
• Vinicio Dudine (Muggia) 30<br />
in ricordo dei genitori Francesco<br />
e Giuseppina Bosich<br />
• Barbara Vigini 50 in ricordo<br />
dei nonni Giovanni Palcich e<br />
Maria Visentin, Giuseppe Vigini<br />
e Maria Prelazzi<br />
• Natalia Baruzza con i figli<br />
30 in ricordo del marito e papà<br />
Pietro Prelaz<br />
• La sorella Ederina 50 in<br />
ricordo di Lidia Drioli<br />
• Tullio Pardo € 40<br />
• Il marito con le figlie e i familiari<br />
70 in ricordo di Luciana<br />
Bologna Vascotto<br />
• Le nipoti 20 ricordando la<br />
nonna Luciana Bologna Vascotto<br />
• Antonietta Dandri Goina<br />
con la figlia 70 in ricordo del<br />
marito e papà Giovanni e di tutti<br />
i cari parenti defunti<br />
• Le figlie Graziella e Neva<br />
con i familiari 50 ricordando<br />
la mamma Maria Crampf e il<br />
papà Ottavio Cerin<br />
• Laura, Loredana e Nevio<br />
Bologna 50 in ricordo degli zii<br />
Maria e Ottavio Cerin<br />
• Nevio Vascotto 30 in memoria<br />
dei genitori Lucia e Giovanni<br />
• Famiglie Pesaro e Venturini<br />
50 ricordando con affetto Luigina,<br />
Flora e Angelo Rocco<br />
• Famiglie Pesaro e Venturini<br />
20 in ricordo ella zia Pina<br />
Pugliese<br />
• I figli 50 ricordando con affetto<br />
Lucia e Mauro Pesaro<br />
• Maria Bessi 10 in memoria<br />
dei defunti delle famiglie Bessi<br />
e Colomban<br />
• La moglie Bruna con il figlio<br />
Sandro 30 in ricordo di Dino<br />
Palci nel primo anniversario<br />
della scomparsa<br />
• Dario Bernardi 20 in memoria<br />
dei cari defunti<br />
• Giuseppe Calligaris 50 ricordando<br />
tutti i familiari defunti<br />
• Laura Babich (<strong>Isola</strong>) 20<br />
• Alberto e Giovanna Vascotto<br />
50 in ricordo dei propri cari<br />
genitori<br />
• Gemma Moscolin (Opicina)<br />
50 in ricordo del marito Fabio<br />
Goina e di tutti i propri cari<br />
defunti<br />
• La moglie Lucia con il figlio<br />
Fabio e i familiari 50 in ricordo<br />
di Italo Carboni<br />
• Bruno e Gianna Fragiacomo<br />
20<br />
• Corrado e Loriana Dudine<br />
50 ricordando tutti i cari<br />
defunti<br />
• Claudio Petrina 50 in memoria<br />
della mamma Anita Radin e<br />
del suocero Adelchi Trento<br />
• Alma Codiglia con il figlio<br />
Paolo 30 in ricordo del marito<br />
e papà Gualtiero e di tutti i cari<br />
defunti<br />
• Bruno Viezzoli 20 in memoria<br />
dei genitori Luigi e Domenica<br />
• Bruna Derossi 40 in ricordo<br />
della mamma Nerina e del papà<br />
Mario<br />
• Nadia Derossi 15<br />
• Maria Burolo 25 ricordando<br />
il marito Italo Ulcigrai<br />
• Nino Ceppi con il figlio Corrado<br />
25 in ricordo della moglie<br />
e mamma Sabina Dellore<br />
• Luciana Dellore con il marito<br />
Bruno 25 in ricordo della<br />
sorella e cognata Sabina<br />
• Vilma Degrassi e Romedio<br />
Crisman 30 in ricordo della<br />
cara amica Sabina Dellore<br />
• Dorina Vascotto 30 in ricordo<br />
dei genitori Pietro Goina e<br />
Flora Delise<br />
• Edina e Marisa Deste 40 in<br />
ricordo dei genitori Mario e<br />
Maria. Un caro ricordo anche<br />
allo zio Bortolo, alla zia Antonia<br />
e al cugino Ottavio<br />
• Adriana Viezzoli (Muggia)<br />
15 in ricordo della mamma<br />
Giovanna Parma e della sorella<br />
Mariella<br />
• Pini e Lina Carboni 50 in<br />
ricordo della cara Nevia e dei<br />
genitori Ausilia e Giovanni<br />
• Nella Colomban Benvegnù<br />
20 in memoria di Mario Bessi<br />
• Oscar e Clara Dudine 40 in<br />
memoria dei genitori e suoceri<br />
Cesare e Antonia<br />
• Gli amici Gino con Gigliola,<br />
Bruno con Ucci, Licia, Lina e<br />
Maddalena 50 ricordando con<br />
affetto l’amico Olinto Parma<br />
• Roberto e Luciano con i<br />
familiari 50 in ricordo dei<br />
genitori Carlo Delise e Maria<br />
Lorenzutti<br />
• Lucia Degrassi 20 in memoria<br />
del marito Libero Parma<br />
• Laura Carboni 50 ricordando<br />
i genitori Salvatore e Adelina e<br />
la sorella Salve<br />
• Giuseppe Pugliese 20 in ricordo<br />
della moglie Maggiolina<br />
Russignan<br />
• Erminia Dionis 20<br />
• Nelita Pertot 30 in memoria<br />
dei cari defunti<br />
• Nerina Pugliese (bonassa)<br />
30 in ricordo di tutti i familiari<br />
defunti<br />
• Mariucci Goina (Vill. del<br />
Pescatore) 20 ricordando il<br />
marito Nino Felluga<br />
• Mariucci Goina 10 in ricordo<br />
della cugina Mariucci<br />
Marchesan<br />
• I familiari 20 in memoria di<br />
Albino Colomban (ciune)<br />
• Laura e Bruno, Franco e<br />
Annamaria 50 in ricordo del<br />
caro papà Giacinto Lugnani<br />
• Mario Degrassi 50 in ricordo<br />
della moglie Bruna Steffè<br />
• Alfredo e Gianna Bussani<br />
30 in memoria dei familiari<br />
defunti<br />
• Mariucci Dandri 50 in ricordo<br />
della sorella Gemma<br />
• Alberto Giani 40<br />
• Palmira Degrassi 25 in ricordo<br />
del marito Albino Bologna e<br />
di tutti i cari defunti<br />
• Licia Bologna 25 in ricordo<br />
del marito Nicola Borrelli, del<br />
papà Albino, dei nonni e di tutti<br />
i cari defunti<br />
• Lucia Degrassi 40 in ricordo<br />
del marito Olivo e dei genitori<br />
Antonio e Giuseppina<br />
• Lucia Degrassi 10 con un<br />
affettuoso ricordo dell’amico<br />
Giacomo Bologna<br />
Il nostro grazie a tutti<br />
gli isolani che con la<br />
loro generosità permettono<br />
l’uscita costante<br />
del nostro giornale e<br />
la continuazione delle<br />
nostre iniziative per ricordare<br />
la storia del nostro<br />
paese e mantenerne<br />
vive le tradizioni a tanti<br />
anni dall’Esodo. Ancora<br />
grazie.
Fino al 1936 aveva sede a <strong>Isola</strong> nel palazzo comunale la scuola di merletti veneziani, aperta per volere del parroco Zamarin e successivamente trasferita ad Idria. La prima<br />
maestra fu Maria Teresa Vascotto, avendo appreso i segreti dei fuselli direttamente a Vienna. Nella foto, le allieve del corso dell’anno 1907-1908. Nella fila in basso da sinistra:<br />
Natalia Homen, Luigia Pugliese, Maria Degrassi e Giuseppina Dudine. Nella seconda fila: Emma Viezzoli, Caterina Moscolin, Emma Perentin e Caterina Damiani. Nella terza<br />
fila: Carmela Bacci, Teresina Degrassi, Anita Stuparich e Carmela Degrassi. L’insegnante era Pia Degrassi, figlia della precedente maestra Agnese Tamaro in Degrassi.