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28 15 marzo 2012<br />
ISOLA NOSTRA<br />
L’HOTEL “IL DELFINO”<br />
DI ISOLA<br />
Quando ero giovanissima, sei volte alla settimana<br />
c’era il ballo sulla rotonda del parco Arrigoni, tra i<br />
pini. Come le farfalle, le ragazze cole còtole larghe<br />
volavano quasi non toccando la terra.<br />
Poi gli isolani con le loro famiglie sono quasi<br />
tutti partiti… Noi, arrivati da poco a <strong>Isola</strong>, avevamo<br />
comunque con loro fatto tante amicizie: ci ripromettevamo<br />
che ci avremmo rivisto ogni giorno con il<br />
binocolo dal faro bianco di <strong>Isola</strong> al grande Faro della<br />
Vittoria di Trieste… Ma di pomeriggio, quando tutte<br />
le rive splendevano al tramonto del sole primaverile,<br />
di Trieste si vedeva soltanto la bellezza… ma la<br />
gente no. Ma noi eravamo lì… e ci vedevamo con<br />
il “terzo occhio”.<br />
Dopo tanti giri della Terra intorno al sole, anche<br />
<strong>Isola</strong> cambiò, come tutte le altre città. Da tutte le<br />
parti della Jugoslavia veniva gente nuova a lavorare<br />
nelle fabbriche, all’Arrigoni, all’Ampelea, alla nuova<br />
“Mehanotecna”. A Capodistria nasceva la “Tomos” e<br />
si ingrandiva il porto, e così tanti operai preferivano<br />
abitare ad <strong>Isola</strong>; perciò tutto attorno al centro storico<br />
crescevano edifici che avrebbero cambiato il suo panorama.<br />
I lavoratori venivano da tutte le parti, dalla<br />
Serbia, Bosnia, Macedonia e non era molto facile<br />
adattarsi alle loro abitudini, alla loro cucina, alla<br />
loro musica… però, con il trascorrere del tempo loro<br />
avrebbero preso tanto da noi e noi da loro.<br />
A <strong>Isola</strong>, vicino a San Simòn, è cresciuto l’hotel “Il<br />
Delfino” per la gente in vacanza. E’ sempre troppo<br />
piccolo, e ogni anno viene ingrandito. E’ un posto<br />
bellissimo, tranquillo, vicino al mare e circondato<br />
da preziosi alberi. Per tutta l’estate si balla fuori<br />
ogni sera, poi, con l’autunno, all’interno. Ma oltre<br />
al ballo ci sono tante altre attività, come serate di<br />
poesia o di canto.<br />
In questo hotel veniamo a divertirci e a fare nuove<br />
amicizie. Poiché “Il Delfino” è conosciuto come un<br />
posto allegro, viene gente da tutte le parti della Slovenia<br />
ma anche da Muggia, da Trieste, dal Carso come<br />
pure quelli che hanno le loro barche al “Marina” di<br />
<strong>Isola</strong>. Ed è naturale che ci veniamo anche noi, come<br />
pure quelli nati a <strong>Isola</strong>. Tutti sorridenti e allegri, ballando<br />
sul ritmo di canzoni slovene ma anche italiane,<br />
inglesi, spagnole… Siamo uniti, una famiglia che si<br />
accetta così com’è, senza rimproverare per quello che<br />
hanno fatto i progenitori quando noi eravamo (siamo<br />
stati?...) bambini. E senza paura per il futuro.<br />
Alcuni istriani, che vivono molto lontano e anche<br />
oltre oceano, hanno costruito qui la loro casa, dove<br />
passeranno il resto della loro vita. E anche la gente<br />
della ex Jugoslavia che vive qui non pensa lontanamente<br />
di tornare ai paesi di origine.<br />
Io amo il mio Carso, dove sono nata – non è<br />
lontano da qui – ma spero di restare sempre a <strong>Isola</strong>.<br />
E sapete il perché? Perché questo pezzetto di terra<br />
è tanto positivo, accogliente, bello, sano, è, come<br />
dicono tanti turisti in vacanza a <strong>Isola</strong>, una “cittadella<br />
di bontà”.<br />
Perciò, cari amici isolani, venite a <strong>Isola</strong> a godervi<br />
tutte queste bellezze… vi aspetto!<br />
Fenny, <strong>Isola</strong><br />
Ciao, cari amici, ho ricevuto questa toccante poesia e ho<br />
pensato di spedirvela… sempre per ricordare la <strong>Nostra</strong> Amata<br />
Terra.<br />
Con il permesso di mia figlia Chiara, desidero farvi partecipi<br />
del “dono” che lei mi ha fatto oggi, per la nostra Giornata<br />
del Ricordo in famiglia.<br />
Se questi sono i sentimenti dei nostri giovani, allora la memoria<br />
resterà VIVA!<br />
Mario Lorenzutti<br />
E anche la mia Istria<br />
è fatta di memoria,<br />
una memoria non mia.<br />
E’ quel tanto di terra che stava nella valigia<br />
di mia mamma da bambina.<br />
Sapori, odori, suoni,<br />
tradizioni, grida e tramonti<br />
miei per sentito dire.<br />
Della stessa terra rossa erano sporchi<br />
i calzoncini dei miei nonni,<br />
bisnonni, dei miei avi;<br />
sul dorso della mano<br />
saltavano le stesse pietruzze bianche.<br />
E mare, e stelle, e pini,<br />
e odore di vinaccia, e pani profumati,<br />
per secoli il sangue che mi scorre nelle vene<br />
si impregnò di terra d’Istria.<br />
E cerco nelle foto dei miei nonni<br />
nei loro occhi l’Istria che hanno amato<br />
ora che non ci sono a raccontarmela<br />
e solo ricordo le favole in dialetto<br />
e le pinze che non riuscivano<br />
più a impastare.<br />
Sotto i miei piedi cerco le radici.<br />
Il sorriso dei grandi monti di Torino<br />
riconosco nel mio cuore piemontese;<br />
ma la mia Istria,<br />
quella è più lieve di un ricordo<br />
perché è terra fatta solo di parole.<br />
Mamma, te voio ben!