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La Voce Della FISSC N1_2013.pdf - Coordinamento Clubs Cesena ...

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<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> <strong>Della</strong> F.I.S.S.C.<br />

By Alessandro Canfora -<br />

“STADI PIENI : PREMIAMO LE SOCIETÀ”<br />

Spoome Week Dicembre 2012<br />

Negli ultimi giorni si è tanto parlato di diritti audiovisivi. Il 6 novembre 2012, in Lega, i presidenti si sono riuniti per iniziare a porre le basi per quanto<br />

concerne la ripartizione dei proventi derivanti dalla trasmissione in chiaro delle partite per il triennio 2012-2015.<br />

A fine assemblea, tutti i presenti si sono dati appuntamento per le settimane successive al fine di vagliare ulteriori ipotesi di ridistribuzione.<br />

Tale decisione mi ha spinto ad aggiornare un mio vecchio lavoro del 2009 dove, in tempi non sospetti, mettevo in discussione quel 30% degli introiti TV<br />

destinati all’individuazione dei bacini d’utenza delle società di calcio che, come visto negli ultimi anni in più di un’occasione, ha animato le assemblee di<br />

Lega.<br />

teorizzati dal barone De Coubertin.<br />

Analizziamo brevemente come è cambiato il mondo del calcio sotto il profilo economico.<br />

È ormai palese come i “principi” che governano il mondo dello sport, del calcio in particolar modo, siano sostanzialmente cambiati rispetto a quelli<br />

Il puro approccio ludico ed etico è stato soppiantato da ben più pragmatici principi di logica economica propri delle società business oriented quali sono ormai a pieno titolo le<br />

società calcistiche.<br />

Il gioco del calcio, del resto, ha incontrato sin dagli inizi del ‘900 il favore del pubblico, coinvolgendo via via platee sempre più consistenti di tifosi.<br />

L’iniziale fenomeno sportivo è ben presto evoluto in fenomeno dai complessi risvolti sociologici, economici ed a volte anche di ordine pubblico.<br />

<strong>La</strong> componente economica del fenomeno calcio si è rivelata preponderante a partire dai primi anni ’80 con l’avvio delle prime sponsorizzazioni non episodiche.<br />

L’evento di massa calcistico è stato amplificato dalla diffusioni (permettetemi il gioco di parole) con mezzi di massa: la radio prima e la televisione successivamente.<br />

A partire dagli anni ’90, con l’avvento delle televisioni a pagamento prima e, in seguito, con l’introduzione di nuove tecnologie trasmissive (satellite, telefonia mobile), la fruizione<br />

dell’evento calcistico ha subito un’accelerazione esponenziale a cui ha fatto seguito altrettanta esponenziale crescita del business connesso.<br />

Le società, per contro, hanno iniziato a prendere coscienza del nuovo asset economico di cui, fino ad allora inconsapevolmente, erano in possesso: la trasmissione dell’evento<br />

sportivo a cui partecipano.<br />

Tale nuovo asset, peraltro, non comportava oneri ma anzi si è sommato totalmente ai classici ricavi (biglietti, pubblicità, plusvalenze).<br />

Fino alla stagione 2009/2010, i diritti televisivi erano disciplinati sulla base di accordi individuali tra i club e le emittenti televisive (SKY, LA7, Mediaset, aggiungo anche i<br />

dispositivi mobile).<br />

<strong>La</strong> vecchia contrattazione dei diritti audiovisivi (ma anche l’attuale, così come è concepita) provocava evidenti sperequazioni tra introiti riservati alle squadre più importanti, rispetto

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