La Voce Della FISSC N1_2013.pdf - Coordinamento Clubs Cesena ...
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<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> <strong>Della</strong> F.I.S.S.C.<br />
In effetti in questi ultimi mesi il valore medio dei main sponsor dei top club è aumentato sensibilmente. Chevrolet a partire dal 2014-2015 pagherà al Manchester United<br />
62 milioni di euro. Quatar Foundation 30 milioni al Barcellona. Standard Chartered 23,6 al Liverpool e Deutsche Telekon 22 a salire al Bayern senza dimenticare i circa<br />
30 milioni di euro del Manchester City e quelli che la Banca qatariota investirà per apparire sulla maglia del PSG. <strong>La</strong> UEFA ha stabilito che nel caso in cui lo sponsor sia<br />
una parte correlata alla società proprietaria del club, il valore della sponsorizzazione non debba superare il fair value o valore di mercato.<br />
Per stabilire quale sia il valore di mercato di una sponsorizzazione la UEFA potrà rivolgersi a società di consulenza specializzate che potranno stabilire in base ad<br />
alcuni parametri, il valore globale del marchio del club nonché un livello massimo per tipologia di sponsorizzazione (main sponsor, sponsor tecnico, cartellonistica<br />
etc). I parametri che verranno presi in considerazione potranno essere il numero dei tifosi, i trofei vinti, la storia e in generale il fascino, l’appeal che il marchio è in<br />
grado di generare presso i potenziali acquirenti.<br />
Secondo lei, oltre alle operazioni con parti correlate, possono esserci per i club altri escamtage o artifici contabili con cui eludere il Panel di controllo dell’Uefa?<br />
Si, le operazioni con parti non correlate. Ad esempio, con un amico, o meglio con un prestanome.<br />
Mi spiego meglio. Ad esempio, se il PSG dovesse vendere ad un amico dello sceicco, e credo che di amici ne abbia tanti, un box allo stadio per 30 milioni di euro a<br />
stagione, pur non trattandosi di parte correlata,si tratterebbe di una transazione effettuata ad un valore decisamente più alto di quello di mercato. In questo caso è<br />
manifesto che non si tratta di parte terza, ma di una parte che in qualche modo ha degli interessi e che quindi può essere considerata come correlata e ricadere<br />
nell’ambito del fair value della transazione. L’onere della prova di dimostrare che non si tratta di una parte correlata ricadrebbe sul club che avrebbe non poche<br />
difficoltà dato il valore della transazione stessa.<br />
In definitiva, se anche la parte con cui viene effettuata una transazione apparentemente non è correlata, se il valore è superiore a quello di mercato l’organo di<br />
controllo interviene per ridurre il relevant incomme all’interno del fair value.<br />
Un secondo caso potrebbe essere quello invece in cui ci siano numerosi sponsor complementari parti correlate, immaginiamo 50 sponsor da 3 milioni a stagione, che<br />
comunque rispettino singolarmente il fair value. In questo caso, il limite sarà costituito dal valore massimo del marchio in termini di sponsorizzazione totale. <strong>La</strong> parte<br />
eccedente dei ricavi anche in questo caso non verrà considerata ai fini del FPF.<br />
Negli ultimi anni i fatturati delle società italiane presentano tassi di crescita relativamente bassi se confrontati con quelli dei top club europei. Non è riduttivo imputare il gap che si è<br />
creato solo alla mancanza di stadi di proprietà?<br />
Si, negli ultimi anni il tasso di crescita del fatturato dei club italiani è stato vicino allo zero mentre per quanto riguarda tutti gli altri paesi si è verificato un notevole<br />
incremento.<br />
I ricavi da stadio dei club italiani, sono i più bassi tra i top club. L’attività di merchandising, è penalizzata dalla diffusione della contraffazione del marchio in Italia. Le<br />
sponsorizzazioni si attestano su cifre mediamente molto più basse rispetto ad altri team di prima fascia, e un solo club ha lo stadio di proprietà. In 7 anni, rispetto al<br />
bilancio 2005, il Barcellona ha aumentato 2 volte e mezzo le entrate, il Real Madrid le ha quasi raddoppiate,il Manchester United ha incrementato di quasi il 60%. <strong>La</strong><br />
Juventus perde più del 10% e oltre il 20% rispetto al 2006 quando raggiunse i 251 milioni di fatturato, Milan e Inter sono leggermente cresciute.<br />
In questo momento, il modello di business italiano appare difficilmente sostenibile e poco competitivo. Un ruolo determinante è ancora ricoperto dai mecenati con il<br />
costante apporto di capitale.