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Il Grimorio di papa Onorio (le evocazioni diaboliche) - Fuoco Sacro

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Allora, quando la sensazione <strong>di</strong> calore e al massimo, e lo avvolge come una forza vibrante, il mago realizza nella propria mente<br />

l’immagine dello spirito che intende evocare.<br />

La pensa nella forma precisa con la qua<strong>le</strong> intende che lo spirito compaia davanti a se, e con tutti gli attributi e i poteri che gli sono<br />

propri.<br />

Quin<strong>di</strong>, con un atto d'imperio che deve svolgersi istantaneamente e con assoluta natura<strong>le</strong>zza, tenendo ben fisso nella mente,<br />

scaglia verso l'immagine la forza flui<strong>di</strong>ca ignificata . É questo l’atto <strong>di</strong> proiezione, in cui comincia a venire in effetto la parte<br />

Coagula della duplice formula ermetica regolante il regime del<strong>le</strong> <strong>evocazioni</strong>.<br />

In seguito a ciò, l'immagine menta<strong>le</strong> dello spirito viene <strong>di</strong>namizzata, assume personalità autonoma e agisce per quello che e: la<br />

manifestazione <strong>di</strong> una del<strong>le</strong> forze essenziali della Natura la cui nuda potenza e coagulata in un nuc<strong>le</strong>o agente che il mago ha ad un<br />

tempo tratto da se stesso e modellato, con la sua fantasia <strong>di</strong>venuta creatrice grazie al rito, nel transustanzia<strong>le</strong> « me<strong>di</strong>atore plastico »<br />

che e l'essenza <strong>di</strong> base in cui si incidono i modelli <strong>di</strong> tutte <strong>le</strong> forme.<br />

Con l’immagine <strong>di</strong>namizzata può a questo punto instaurarsi un vero e proprio <strong>di</strong>alogo, un commercium cum daemone realizzato a<br />

livello puramente menta<strong>le</strong>, con una forma presente soltanto sul piano flui<strong>di</strong>co. É questo in genere il livello a cui si fermano i maghi<br />

<strong>di</strong> minore esperienza, o quelli che non giu<strong>di</strong>cano l'operazione in corso <strong>di</strong> ta<strong>le</strong> importanza da vo<strong>le</strong>rla portare più a fondo.<br />

In effetti, pero, oltre a questa manifestazione puramente menta<strong>le</strong>, l'entità evocata può presentarsi in altri due livelli <strong>di</strong> consistenza.<br />

Può apparire in forma visibi<strong>le</strong> agli occhi terreni, ma priva <strong>di</strong> concretezza, modellandosi un « corpo » grazie ai fumi del<strong>le</strong> sostanze<br />

aromatiche consacrate che si bruciano nei bracieri durante la cerimonia. Può infine assumere forma visibi<strong>le</strong> e concreta, dotata del<strong>le</strong><br />

proprietà <strong>di</strong>namiche caratteristiche dei corpi materiali, sfruttando <strong>le</strong> emanazioni del sangue <strong>di</strong> un essere vivente sacrificato. Gli dei<br />

dell'antichità pagana che si manifestavano terribilmente durante <strong>le</strong> gran<strong>di</strong> cerimonie sacrificali, erano evocati con questo metodo<br />

dai sacerdoti istruiti nel rito.<br />

<strong>Il</strong> manua<strong>le</strong> <strong>di</strong> <strong>Onorio</strong> insegna quest'ultima operazione.<br />

Chiuso nel cerchio magico protettivo (la cui formazione, che nella cerimonia effettiva dovrebbe precedere il sacrificio, il testo<br />

riporta invece nel successive paragrafo 10) il mago, insieme con i suoi eventuali assistenti, che formano una catena, consacra la<br />

vittima, identificandola nella sua mente con lo spirito che intende evocare e con se stesso impegnato nel rito, fino a sentire questi<br />

tre e<strong>le</strong>menti essenziali della cerimonia come un tutto unico e inscin<strong>di</strong>bi<strong>le</strong>.<br />

Quando sia saturo <strong>di</strong> questa consapevo<strong>le</strong>zza, e senta vibrare al massimo della tensione <strong>le</strong> forze inerenti al rito, uccide la vittima<br />

tagliando<strong>le</strong> la gola.<br />

Subito dopo, mentre il sangue scorre raccogliendosi in un apposito bacino, pronunzierà <strong>le</strong> paro<strong>le</strong> dell'Evocazione Universa<strong>le</strong>. Nel<br />

suo corso, lo spirito si manifesterà e potrà essere interrogato.<br />

Si noti che, nel<strong>le</strong> righe iniziali del paragrafo, l’autore del grimorio sintetizza efficacemente <strong>le</strong> fasi preparatorie del sacrificio.<br />

Lo « spegnimento della candela » in<strong>di</strong>ca la necessità <strong>di</strong> estinguere in un primo tempo la fiamma realizzata dall'esorcista nella fase<br />

precedente del ritua<strong>le</strong>. Con ciò, l’operatore viene avvolto dalla tenebra richiamata simbolicamente dall'Ufficio dei Defunti<br />

precedentemente recitato. Quin<strong>di</strong>, dovrà attendere « lo spuntar del so<strong>le</strong> », va<strong>le</strong> a <strong>di</strong>re la fissazione nella mente del principio solare<br />

. <strong>Il</strong> sacrificio avviene poi previa accensione <strong>di</strong> « un fuoco nuovo, acceso appositamente per la cerimonia »: cioè, <strong>di</strong> una nuova<br />

vivificazione della luce ignificante , che l’esorcista sa ormai come richiamare me<strong>di</strong>ante un atto <strong>di</strong> volontà interiore.<br />

Ciò che segue del paragrafo è relativo alla preparazione della pel<strong>le</strong> magica necessaria per confezionare il Liber Spirituum (a<br />

proposito del qua<strong>le</strong>, si veda il paragrafo 9).

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