Metodi di calibrazione e ricostruzione degli eventi nell ... - MEG
Metodi di calibrazione e ricostruzione degli eventi nell ... - MEG
Metodi di calibrazione e ricostruzione degli eventi nell ... - MEG
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
2.3 Rivelazione del fotone: il calorimetro a Xenon Liquido 37<br />
attraversato pochi cm <strong>di</strong> Xenon liquido. La liquefazione ed il raffreddamento dello Xenon sono<br />
ottenuti tramite un criogeneratore ad azoto liquido. Dall’angolo solido fiduciale viene esclusa<br />
la zona delimitata da | cos θ| < 0.08 poichè per tale angolo <strong>di</strong> emissione il positrone non arriva<br />
sul Timing Counter.<br />
Le risoluzioni FWHM attese per fotoni da 52.8 MeV sono ∆t = 150 ps per la <strong>ricostruzione</strong><br />
temporale, ∆θ = 15 mrad per l’incertezza angolare , ∆Eγ/Eγ = 4÷5% per quella in energia [49].<br />
Le operazioni <strong>di</strong> Calibrazione e Monitoraggio del calorimetro, nonchè le misure sperimentali<br />
delle risoluzioni del calorimetro saranno <strong>di</strong>scusse in dettaglio nei capitoli successivi.<br />
2.3.3 Il “Large Prototype”<br />
Per comprendere in maniera più approfon<strong>di</strong>ta le proprietà dello Xenon liquido e sfruttarne le<br />
potenzialità è stato costruito un prototipo del calorimetro finale, chiamato “Large Prototype”<br />
(LP), <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni 40 × 40 × 50 cm 3 ed equipaggiato con 264 PMT. Un <strong>di</strong>segno del LP è<br />
mostrato in figura 2.17.<br />
Figura 2.17: Illustrazione schematica del “Large Prototype”.<br />
Il prototipo è stato costruito per ottenere informazioni utili sui materiali <strong>di</strong> cui è costituito il<br />
calorimetro finale, per stu<strong>di</strong>are le proprietà fisiche e chimiche dello Xenon liquido, per collaudare<br />
le tecniche <strong>di</strong> <strong>ricostruzione</strong> <strong>degli</strong> <strong>eventi</strong> e per misurare la risoluzione del calorimetro. Esso ha<br />
consentito <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la <strong>calibrazione</strong> dei PMT a basse temperature ed ha fornito preziose<br />
informazioni sulla risposta del rivelatore a particelle α, raggi cosmici, fotoni <strong>di</strong> decine <strong>di</strong> MeV<br />
<strong>di</strong> energia etc. È stato inoltre utilizzato durante due “beam test” (ottobre 2003, ottobre 2004)<br />
per la misura delle risoluzioni [47, 50]; i valori ottenuti sono risultati <strong>di</strong> poco superiori a quelli