Metodi di calibrazione e ricostruzione degli eventi nell ... - MEG
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1.1 Il Modello Standard Minimale 3<br />
in cui H in<strong>di</strong>ca il doppietto <strong>di</strong> SU(2) <strong>di</strong> componenti:<br />
H =<br />
<br />
che descrive il campo <strong>di</strong> Higgs, mentre λ e µ sono parametri incogniti.<br />
L’invarianza <strong>di</strong> Gauge e la rinormalizzazione della teoria elettrodebole non consentono la presenza<br />
<strong>di</strong> termini <strong>di</strong> massa <strong>nell</strong>a Lagrangiana <strong>di</strong> bosoni <strong>di</strong> Gauge e fermioni. D’altra parte<br />
bosoni vettori <strong>di</strong> massa nulla non sono accettabili per le interazioni deboli poiché il loro raggio<br />
d’azione è piccolo (il raggio d’azione <strong>di</strong> un’interazione è inversamente proporzionale alla massa<br />
del propagatore dell’interazione stessa) e le masse dei fermioni sono sperimentalmente <strong>di</strong>verse<br />
da zero. L’unico modo per riprodurre le masse osservate sperimentalmente è <strong>di</strong> assumere che il<br />
valore <strong>di</strong> aspettazione nel vuoto (ovvero lo stato <strong>di</strong> energia minima) non rispetti la simmetria<br />
della Lagrangiana. Assumendo µ 2 > 0, possiamo riscrivere il doppietto <strong>di</strong> Higgs in termini <strong>di</strong><br />
quattro campi reali:<br />
H =<br />
<br />
φ +<br />
φ 0<br />
<br />
=<br />
φ +<br />
φ 0<br />
<br />
1<br />
√2 (φ1 − iφ2)<br />
1<br />
√ 2 (φ3 − iφ4)<br />
Il potenziale dell’equazione (1.6), che possiamo chiamare V (φ), <strong>di</strong>venta:<br />
V (φ) = 1<br />
2 µ2<br />
4<br />
φ 2 j + 1<br />
4 λ<br />
⎛<br />
4<br />
⎝<br />
j=1<br />
j=1<br />
φ 2 j<br />
⎞<br />
⎠<br />
<br />
2<br />
(1.7)<br />
(1.8)<br />
(1.9)<br />
e presenta un minimo in corrispondenza del valore <strong>di</strong> aspettazione nel vuoto non nullo, pari a<br />
〈φ〉= ˜0 |φ| ˜0 =<br />
<br />
µ 2<br />
2λ = v. L’insieme dei punti che minimizzano V (φ) è invariante sotto trasfor-<br />
mazioni <strong>di</strong> SU(2). Ogni scelta <strong>di</strong> un particolare valore <strong>di</strong> φ (φ0) rompe la simmetria e genera<br />
un termine <strong>di</strong> massa <strong>nell</strong>a Lagrangiana per il corrispondente bosone <strong>di</strong> Gauge. In ogni caso,<br />
se il vuoto φ0 è ancora invariante per un sottogruppo delle trasformazioni <strong>di</strong> Gauge, allora il<br />
bosone <strong>di</strong> Gauge associato a tale sottogruppo rimane privo <strong>di</strong> massa.<br />
La scelta appropriata per generare le masse osservate per i bosoni W ± e Z 0 è: 〈φi〉 = 0 per<br />
i = 1, 2, 4 e 〈φ3〉 = v.<br />
Tali masse non sono predette numericamente, ma vengono espresse in funzione <strong>di</strong> alcuni<br />
parametri della teoria, come in<strong>di</strong>cato <strong>nell</strong>a parte sinistra della tabella 1.1. I valori dell’angolo<br />
<strong>di</strong> Weinberg θW e delle masse dei bosoni me<strong>di</strong>atori dell’interazione debole sono stati misurati,<br />
in maniera in<strong>di</strong>pendente e con l’utilizzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti canali, nel corso <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi esperimenti che<br />
hanno portato ai risultati riportati <strong>nell</strong>a parte destra della tabella 1.1.<br />
L’ultimo termine della LMS rappresenta l’accoppiamento dei campi fermionici ai termini <strong>di</strong><br />
massa:<br />
LY ukawa = −[ejR(me)jj ′ej ′ L + djR(md)jj ′dj ′ L + ujR(mu)jj ′uj ′ L] + h.c. (1.10)<br />
dove ej = {e, µ, τ}, dj = {d, s, b} e uj = {u, c, t} e gli in<strong>di</strong>ci L, R esprimono la chiralità.<br />
Con un meccanismo identico a quello dei bosoni <strong>di</strong> Gauge, gli autostati <strong>di</strong> massa dei fermioni<br />
sono collegati a specifiche costanti <strong>di</strong> accoppiamento <strong>di</strong> Yukawa (GX)jj ′ introdotte nel modello