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10<br />

La Provincia di Terni<br />

per la cultura<br />

Il sogno è diventato realtà.<br />

Il grande progetto del museo<br />

cittadino ha lasciato finalmente<br />

la carta per assumere<br />

le sembianze di una struttura<br />

vivente, un organismo vitale<br />

che respira con i polmoni<br />

dell’arte e della cultura e che<br />

rende giustizia ad una città<br />

ricca di storia, di testimonianze<br />

passate e presenti e di<br />

una volontà di comunicare e<br />

sistematizzare il suo tempo<br />

per capire la ragioni della<br />

sua esistenza.<br />

Il museo civico di Palazzo<br />

Eroli nasce dall’impegno<br />

della Provincia di Terni,<br />

proprietaria dell’immobile, e<br />

dal Comune di Narni, che lo<br />

gestirà fattivamente; si giova<br />

del supporto di Regione<br />

Umbria e Comunità europea<br />

e della collaborazione di<br />

società e professionisti di<br />

livello internazionale.<br />

E’ un vanto assoluto per<br />

Narni, sia dal punto di vista<br />

storico-culturale che da<br />

quello architettonico ed<br />

urbanistico.<br />

Il museo si fonde nella città<br />

per tanti motivi, non ultimo<br />

quello sentimentale. Forse<br />

più dei beni culturali che in<br />

esso verranno esposti, la<br />

struttura si cala perfettamente<br />

nella socialità e nella<br />

cultura narnese soprattutto<br />

per la sua ubicazione.<br />

Collocato nel cuore della<br />

città medievale, Palazzo<br />

Eroli riveste per i cittadini<br />

un significato particolare<br />

essendo stato per secoli una<br />

delle principali residenze<br />

dell’omonima famiglia da<br />

cui prende il nome.<br />

Gli Eroli, appunto, nucleo<br />

N A R N I<br />

APRE IL MUSEO DI PA<strong>LA</strong>ZZO EROLI<br />

Una realtà vivente vocata al turismo e alla cultura<br />

Conterrà le opere pittoriche del Gozzoli e del Ghirlandaio, una biblioteca con diciassettemila<br />

volumi e tutti i reperti storici e archeologici della città. Tecniche innovative per gli arredi<br />

basate su strutture e luci all’avanguardia per fondere insieme passato e futuro.<br />

familiare di grandi tradizioni<br />

nobiliari tra i più importanti,<br />

influenti ed emotivamente<br />

vicini alla comunità locale,<br />

che hanno segnato epoche<br />

storiche della Narni del passato<br />

rappresentando punti di<br />

riferimento sia sul versante<br />

culturale che su quelli<br />

sociali ed economici.<br />

L’aver riaperto Palazzo Eroli<br />

rappresenta quindi anche un<br />

evidente segno ed una chiara<br />

testimonianza del valore<br />

della memoria collettiva di<br />

una comunità che cerca<br />

coesioni forse nuove in un<br />

passato che ha il valore della<br />

saldatura tra generazioni.<br />

C’è poi un altro fattore<br />

importante.<br />

Il fascino e la vicinanza che<br />

evocano alcune delle opere<br />

che conterrà il museo, tra cui<br />

certamente la Pala del Ghirlandaio,<br />

il capolavoro pittorico<br />

del Bigordi al quale i<br />

narnesi sono particolarmente<br />

affezionati, con una saldatura<br />

quasi fideistica che li<br />

mette idealmente in simbiosi<br />

con il grande maestro, per<br />

qualcuno un patrono temporale<br />

quasi al pari di quel San<br />

Giovenale vescovo e protettore<br />

della città al quale i<br />

narnesi tributano da secoli<br />

rispetto e devozione.<br />

Ricavato nelle sale ristrutturate<br />

di uno dei più importanti<br />

palazzi nobiliari del<br />

centro storico e dell’intero<br />

territorio provinciale, il<br />

museo sarà il centro della<br />

cultura cittadina, ospitando,<br />

oltre alle testimonianze<br />

artistiche ed archeologiche,<br />

anche la corposa biblioteca<br />

comunale composta da<br />

diciassettemila testi antichi e<br />

moderni.<br />

L’edificio si sviluppa linearmente<br />

su 54 metri a partire<br />

dalla chiesa di San Francesco,<br />

attigua a Palazzo Eroli,<br />

e correndo lungo Via<br />

Aurelio Saffi.<br />

Il corpo principale, risalente<br />

ad un periodo tra il 1600 e il<br />

1700, si compone di tre<br />

piani e di uno aggiuntivo,<br />

del XIII secolo, di piccole<br />

dimensioni.<br />

Molto ampi però sono<br />

complessivamente gli spazi<br />

a disposizione la cui area<br />

totale è infatti di 2.700 metri<br />

quadrati.<br />

Solo il piano terra, tanto per<br />

fornire un’idea della grandezza,<br />

vanta una superficie<br />

di circa 900 metri quadrati.<br />

Per poter ospitare il museo,<br />

Palazzo Eroli ha subìto una<br />

consistente opera di ristrutturazione<br />

durata diversi<br />

anni, costata poco meno di 5<br />

milioni di euro e che ha visto<br />

la Provincia di Terni come<br />

principale soggetto attuatore<br />

del progetto ed erogatore dei<br />

fondi necessari in compartecipazione<br />

con l’Unione europea<br />

e il Comune di Narni.<br />

Il museo cittadino di Palazzo<br />

Eroli nasce con una vocazione<br />

e una filosofia innovativa<br />

rispetto ai consueti<br />

cliché che caratterizzano<br />

questo tipo di strutture.<br />

Il museo - spiega Francesco<br />

Bussetti, dirigente del servizio<br />

cultura della Provincia di<br />

Terni e uno dei massimi<br />

artefici del progetto - non<br />

deve essere una struttura<br />

statica ma un organismo<br />

capace anche di interpretare<br />

gli interrogativi come strumenti<br />

di studio e ricerca.<br />

Non un semplice contenitore<br />

insomma ma un soggetto in<br />

grado di comunicare e<br />

interagire con la città e<br />

l’esterno.<br />

Non un’entità espositiva<br />

fissa e radicata nella comune<br />

tradizione museale quindi,<br />

ma una realtà moderna e<br />

dinamica che contiene in sé<br />

il senso della storia e il gusto<br />

per la ricerca e la scoperta.<br />

Un museo al servizio di tutti<br />

con l’ambivalente e ambizioso<br />

obiettivo di costituire<br />

un’attrattiva turistica e uno<br />

stimolo alla ricerca e allo<br />

studio della città, dei suoi<br />

segni e dei suoi significati.<br />

Ma cosa conterrà il museo di<br />

Palazzo Eroli?<br />

Prima di tutto le importanti<br />

testimonianze pittoriche<br />

della città, a cominciare<br />

dalle due opere d’arte<br />

costituite dall’Incoronazione<br />

della Vergine di Domenico<br />

Bigordi, detto il Ghirlandaio,<br />

meglio conosciuta<br />

come la Pala, che dal 1871<br />

si trova custodita nella sala<br />

del Consiglio comunale,<br />

dopo essere nata come affresco<br />

religioso conservato<br />

nella chiesa di San Girolamo<br />

e commissionato all’artista<br />

fiorentino nel 1486 dal<br />

cardinale Berardo Eroli.<br />

Poi l’Annunciazione di<br />

Benozzo Gozzoli, proveniente<br />

dalla chiesa domenicana<br />

narnese di Santa Maria<br />

Maggiore, risalente con ogni<br />

probabilità al 1499 e quasi<br />

sicuramente prima opera<br />

dell’artista.<br />

Al museo andranno anche le<br />

altre opere della pinacoteca<br />

attribuite al Vecchietta, ad<br />

Antoniazzo Romano, Livio<br />

Agresti e altri di ambito<br />

locale come il Maestro da<br />

Narni, Giovan Francesco<br />

Perini, Michelangelo Braidi,<br />

Agostino Masucci e<br />

Giacinto Boccanera.<br />

A Palazzo Eroli andranno<br />

anche le testimonianze<br />

archeologiche come la<br />

mummia egizia portata a<br />

Narni da Edoardo Martinori,<br />

o reperti protostorici come<br />

lo scheletro del rinoceronte<br />

primitivo o la zanna<br />

dell’Elephas antiquus riaffiorata<br />

del 1988.<br />

In più ci saranno sezioni di<br />

paleontologia, classiche e<br />

medievali con materiali<br />

fossili, lapidei, ceramiche,<br />

anfore, laterizi ed oggetti<br />

d’uso quotidiano.<br />

Come si diceva inizialmente,<br />

il museo ospiterà<br />

anche la biblioteca comunale<br />

che contiene, tra le altre<br />

cose, una preziosa raccolta<br />

dantesca con quasi un<br />

migliaio di testi e oltre ottocento<br />

opuscoli provenienti<br />

dalla collezione Giovanni<br />

Eroli.<br />

Nel catalogo ci sono anche<br />

ventisei incunaboli della<br />

seconda metà del XV<br />

secolo, un numero cospicuo<br />

di cinquecentine (497),<br />

settanta manoscritti posteriori<br />

al XVI e cinque<br />

manoscritti musicali.<br />

L’archivio storico preunitario<br />

(dal 1139 al 1861) è<br />

composto da un fondo diplomatico<br />

(317 pezzi di cancelleria<br />

pontificia che vanno<br />

dal 1139 al 1841), statuti,<br />

atti politici, economici e<br />

amministrativi (743, dal<br />

1371 al 1861).<br />

C’è poi un archivio segreto<br />

(31 buste, dal XII al XVIII<br />

secolo), detto così perché<br />

conservato in un apposito<br />

cassone risalente al 1559,<br />

un fondo giudiziario (1306<br />

La Provincia di Terni<br />

per la cultura<br />

pezzi, dal 1508 al 1805),<br />

mentre quello postunitario<br />

comprende atti dal 1861 al<br />

1966).<br />

Infine le strutture.<br />

I progetti di recupero dell’edificio,<br />

eseguiti in stretto<br />

coordinamento con la Sovrintendenza<br />

dell’Umbria,<br />

hanno rispettato i canoni<br />

strutturali, estetici e architettonici<br />

ed anzi li hanno riscoperti<br />

e valorizzati, riuscendo<br />

a fondere concetti di recupero<br />

conservativo con quelli<br />

di utilizzo moderno e funzionale.<br />

Il museo cittadino è<br />

quindi stato allestito e arredato<br />

con tecniche innovative<br />

che si giovano dell’esperienza<br />

e della professionalità<br />

di Heron Parigi, un’azienda<br />

che vanta presenze nelle<br />

collezioni di importanti<br />

musei europei, vantando in<br />

carnet prestigiosi riconoscimenti<br />

come il Compasso<br />

d’oro ed una trentina di<br />

premi e segnalazioni nei<br />

concorsi di industrial design<br />

di mezzo mondo. Altro partner<br />

di assoluto livello per<br />

quanto concerne la progettazione<br />

delle luci è la Spacecannon,<br />

nel cui curriculum<br />

ci sono l’aggiudicazione per<br />

il quinto anno consecutivo<br />

della cerimonia commemorativa<br />

dell’attentato dell’11<br />

settembre a New York, le<br />

cerimonie di apertura e chiusura<br />

delle Olimpiadi di<br />

Torino, la festa di luce a<br />

Sofia per l’ingresso della<br />

Bulgaria nell’Unione Europea,<br />

la Torre cielo a Singapore,<br />

il ponte di Nanjing in<br />

Cina, a Sunyaa la più grande<br />

statua del Buddha costruita<br />

al mondo, il Museo Olympia<br />

in Grecia, il Museo dell’Arte<br />

a Copenaghen, il Casinò di<br />

Venezia, il Teatro di Alessandria,<br />

il Porto di Atene, il<br />

Carnevale di Rio, la Torre<br />

Colpatria in Colombia.<br />

Aprire il museo di Palazzo<br />

Eroli significa infine riscoprire<br />

un pezzo importante<br />

della storia cittadina dal<br />

punto di vista culturale, sociale,<br />

politico ed economico,<br />

perché nello stesso tempo in<br />

cui si dota la città per la<br />

prima volta di un museo si<br />

ridona alla comunità narnese<br />

un palazzo che rappresenta<br />

una delle eliche portanti del<br />

proprio dna in grado di<br />

coniugare la riscoperta del<br />

passato, della storia e delle<br />

tradizioni con l’esigenza di<br />

cementare il senso comune<br />

di appartenenza e le esigenze<br />

di sviluppo della città e<br />

del suo territorio.<br />

A cura dell’ufficio stampa<br />

della Provincia di Terni

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