un filmdi yann arthus-bertrand un strumento didattico per decodificare
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Metano (sequenza 15): il metano è <strong>un</strong> gas che si forma durante la decomposizione di <strong>un</strong><br />
elemento organico al riparo dal diossigeno nell’aria attraverso fermentazione o putrefazione –<br />
<strong>per</strong> esempio sottoterra o sott’acqua. Le riserve di gas naturale attualmente sfruttate derivano<br />
quindi dalla decomposizione, molto tempo fa, di piante e animali. Oggi, il metano continua a<br />
formarsi, nello stesso modo, in molte aree umide. L’attività umana incoraggia la produzione di<br />
metano coltivando, ad esempio, il riso, allevando ruminanti (il cibo che fermenta nel loro<br />
stomaco rilascia metano), conservando il letame, facendo marcire la spazzatura domestica<br />
senza contatto con l'aria e infine sfruttando il gas naturale (di cui il metano è l’elemento<br />
principale). Il metano, <strong>per</strong>ò, contribuisce all’effetto serra, motivo <strong>per</strong> cui cerchiamo di<br />
recu<strong>per</strong>arlo e usarlo sotto forma di biogas. Conservato in notevoli quantità in forma solida negli<br />
idrati di metano nelle profondità dell’oceano e negli strati di <strong>per</strong>magelo, potrebbe essere<br />
<strong>un</strong>’importante fonte di energia. Tuttavia aumenterebbe ancora l’effetto serra. In caso di<br />
riscaldamento globale nelle zone del <strong>per</strong>magelo, la decomposizione degli idrati di metano<br />
rilascerebbe grandi quantità di metano.<br />
Monocoltura (sequenza 7): con monocoltura si fa riferimento a pratiche agricole o forestali in<br />
cui solo <strong>un</strong>a specie, o <strong>un</strong> numero molto limitato di specie, viene piantato in <strong>un</strong>’area molto<br />
estesa. Selezionare <strong>un</strong>’<strong>un</strong>ica pianta provoca numerosi problemi all’ecosistema in questione.<br />
Tra questi la scomparsa di <strong>un</strong>a parte della fa<strong>un</strong>a, tra cui alc<strong>un</strong>e specie che, con le loro azioni,<br />
sarebbero in grado di proteggere il raccolto. Altre conseguenze sono la proliferazione di<br />
infestanti, l’erosione dovuta al vento e il ruscellamento dovuto alla scomparsa delle siepi, il<br />
maggior rischio di alluvioni, il rischio dello sviluppo di malattie ecc.<br />
ONG (sequenza 17): organizzazioni non governative interessate all’interesse pubblico, non a<br />
scopo di lucro e indipendenti dal p<strong>un</strong>to di vista finanziario e politico, che hanno obiettivi<br />
internazionali come i diritti umani, la protezione dei bambini, l’istruzione, l’economia,<br />
l’ambiente, ecc.<br />
Paludi (sequenza 9): in queste zone umide, piante e microorganismi filtrano e purificano<br />
l’acqua. Le paludi f<strong>un</strong>zionano come spugne: assorbono l’acqua durante la stagione umida e la<br />
rilasciano durante la stagione secca.<br />
Passaggio del Nordovest (sequenza 13): attraversando il Polo Nord, il Passaggio del<br />
Nordovest collega America, Europa e Asia. Nell’estate del 2008, a causa dello scioglimento<br />
dei ghiacci, è stato impossibile, <strong>per</strong> la prima volta, navigare dall’Oceano Atlantico a quello<br />
Pacifico attraverso l’Artico seguendo questa rotta leggendaria.<br />
Petrolio (sequenza 6): petrolio, gas e carbone sono tutti carburanti fossili. Gli idrocarburi, il<br />
gas e il petrolio, sono prodotti dalla lenta decomposizione di materiale organico rico<strong>per</strong>to dai<br />
sedimenti, in condizioni di pressione e tem<strong>per</strong>atura specifiche. Il carbone è il risultato<br />
dell’accumulo di piante terrestri in enormi paludi. Queste piante vengono sepolte dai sedimenti,<br />
dove si trasformano lentamente in carbone. Gran parte del petrolio del pianeta sembra essersi<br />
formato in brevissimi <strong>per</strong>iodi di riscaldamento estremo, 90 e 150 milioni di anni fa. La maggior<br />
parte delle riserve di carbone si è formata 365 milioni di anni fa. Fin dall’antichità, il petrolio<br />
sco<strong>per</strong>to a livello di affioramento o attraverso i pozzi di trivellazione era utilizzato <strong>per</strong> scopi<br />
limitati (illuminazione, medicina, cosmesi, ecc.), la sua vera utilizzazione industriale cominciò<br />
all’inizio del XIX secolo. Tenendo conto del tempo e delle specifiche condizioni necessarie <strong>per</strong><br />
la sua formazione e considerando l'utilizzazione attuale, è chiaro che questa risorsa è<br />
destinata a scomparire come gli altri carburanti fossili.<br />
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