Download Catalogue - Paola Anziché
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1.<br />
Gli studenti coinvolti negli Istituti<br />
superiori sono attivi nell’ambito del<br />
progetto Ars Captiva<br />
2.<br />
Pur avendo pertinenze diverse,<br />
l’attività di mediazione culturale<br />
e di formazione dei mediatori<br />
culturali, è strettamente intrecciata<br />
ai progetti del dipartimento<br />
educativo della Fondazione. Oltre<br />
alla frequente co-presenza degli<br />
educatori e dei mediatori nelle<br />
sale espositive durante i laboratori<br />
per le classi scolastiche, sono<br />
infatti numerose le occasioni<br />
di condivisione del lavoro, in<br />
particolare nelle Restituzioni, la<br />
modalità scelta per trasmettere<br />
a tutto lo staff della Fondazione,<br />
il racconto e l’analisi di ogni<br />
singola mostra dalla prospettiva<br />
del feedback dei pubblici e degli<br />
studenti, nonché in workshop<br />
ideati per gruppi misti, composti da<br />
studenti universitari, giovani artisti,<br />
scrittori, musicisti, designer ecc.<br />
come nel caso di quello tenutosi in<br />
Fondazione durante la personale di<br />
Glenn Brown il 30 settembre, 1 e 2<br />
ottobre 2009<br />
e a iscriverli nel confronto con una piccola e<br />
temporanea comunità.<br />
Trans-formare di Paolo Piscitelli e Ingombri<br />
di <strong>Paola</strong> <strong>Anziché</strong> sono i laboratori progettati per<br />
Greater Torino. Si svolgeranno nel corso della mostra<br />
e sono l’esito di un percorso di ideazione condivisa<br />
che ha coinvolto, insieme agli artisti,<br />
i mediatori culturali d’arte della Fondazione,<br />
un gruppo di studenti del Laboratorio Multimediale<br />
“G. Quazza” della Facoltà di Scienze della Formazione,<br />
dell’Accademia Albertina di Belle Arti, e di alcuni<br />
Istituti superiori di Istruzione Artistica 1 di Torino.<br />
Secondo gli orientamenti della mediazione<br />
culturale e secondo la filosofia del dipartimento<br />
educativo, 2 la mostra è uno spazio da abitare.<br />
Un luogo di produzione e di espressione, del fare<br />
e del parlare, oltre la consuetudine delle visite<br />
“silenziose”. La “scala 1 : 1” che fa da sfondo al<br />
rapporto tra mediatore e visitatore così come la<br />
dimensione della classe di studenti o del piccolo<br />
gruppo misto, per età, provenienze e competenze<br />
disciplinari, costituiscono altrettanti modi di stare<br />
intorno e insieme alle opere. Tutti si iscrivono però<br />
in un’assunzione dell’arte contemporanea quale fonte<br />
e strumento di apprendimento, di ispirazione, di<br />
cura della vita collettiva e comunitaria, sia essa tra<br />
sconosciuti o conoscenti, estranei o famigliari.<br />
Le sale espositive, l’aula didattica e così pure gli spazi<br />
informali della Fondazione sono tutti intesi dunque<br />
quali spazi utili per la creazione di “piazze”, di agorà<br />
e speaker’s corner temporanei quanto reali<br />
e praticabili.<br />
I due laboratori di Greater intendono aprirne e<br />
sperimentarne di nuovi.<br />
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