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Paolo Piscitelli
107 Days / 100 Drawings, 2009
spazio – uguale / quindi – più tempo (è l’artista stesso
a dire che la frase può valere anche
a rovescio). Centosette giorni – ovvero – cento
disegni (la non piena specularità del conteggio, lascia
un margine alle varianti, alle scelte e agli imprevisti).
In tutti e due i casi Paolo Piscitelli delimita un
campo, dice un metodo di lavoro, dichiarando il tema
d’interesse del suo operare artistico. Le due opere
fanno da indice alle due “famiglie” di lavoro proposte
per le diverse fasi del laboratorio, quella all’esterno in
città, e quella interna fra i tavoli dell’aula didattica.
More Work / More Space è una scultura concepita
nel 2009. Il suo assetto, la sua forma, cambiano a
ogni nuova installazione. Il lavoro necessario alla
costruzione, svolto in fase di allestimento, resta
invisibile al pubblico. Per alcune sue opere, come
Noccioli del 2000 e Platonic 5 del 2006, Piscitelli usa
la definizione di “scultura performativa”: il processo di
realizzazione, la sua durata anche come prolungato
esercizio di resistenza e di indagine sul limite,
registrati in video o in audio, sono parte dell’opera
stessa. More Work / More Space è una scultura la
cui performatività richiede invece a chi la osserva
un processo immaginativo, un tragitto a ritroso, un
rovesciamento del risultato finale nella scomposizione
dei gesti che hanno assemblato gli 800 moduli in
legno che compongono la scultura. La scultura si
dà infatti come accumulo di quei pezzi-gesti, come
sequenza delle intenzioni e delle decisioni prese
dall’artista una a una, della sua ricerca di equilibri e
di sviluppi di crescita dell’insieme. “Che cosa è?” si
chiedeva Piscitelli di fronte a Mu, opera progenitrice
di questa. “Attraverso la strutturazione dello spazio
pieno e costruendo arbitrariamente dei vuoti
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