uaderni - Scuola Medica Ospedaliera
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Sclerosi glomerulare ischemica<br />
Nello stadio iniziale di sclerosi, il flocculo<br />
va incontro a retrazione con lieve aumento<br />
del mesangio e con ispessimenti e rotture<br />
della membrana basale (MB) della capsula<br />
di Bowman. Al polo vascolare è spesso osservabile<br />
un certo grado di fibrosi pericapsulare.<br />
In questo stadio è visibile, inoltre,<br />
un iniziale collasso del flocculo con pieghettature<br />
delle MB dei capillari. Nella fase<br />
avanzata di sclerosi, il flocculo glomerulare<br />
si presenta totalmente sclerotico e solidificato,<br />
le MB dei capillari però possono ancora<br />
essere distinte in base all’intenso colore nero<br />
dovuto all’impregnazione argentica ed<br />
alla PAS positività. Il flocculo collassato è<br />
circondato da una zona di tessuto fibroso<br />
sottocapsulare. Lo stadio finale del processo<br />
è rappresentato da residui glomerulari<br />
atrofici, costituiti da collagene e da pochi<br />
segmenti di membrane basali collassate.<br />
La sclerosi glomerulare ischemica primitiva<br />
è la conseguenza della riduzione del<br />
flusso ematico per occlusione o stenosi arteriose<br />
e si verifica oltre che nelle affezioni<br />
vascolari, in tutte le malattie renali in fase<br />
terminale, comprese le glomerulonefriti.<br />
Nella sclerosi ischemica secondaria a glomerulonefrite<br />
possono talvolta essere ancora<br />
visibili tracce di proliferazione cellulare<br />
o residui di semilune epiteliali.<br />
Semilune epiteliali (crescents)<br />
Tale termine indica la proliferazione in<br />
strati multipli delle cellule epiteliali della<br />
capsula di Bowman cui si associano fibrinogeno<br />
(che poi diviene fibrina) fuoriuscito<br />
nello spazio capsulare attraverso soluzioni<br />
di continuità delle membrane basali<br />
glomerulari.<br />
Tale fuoriuscita è responsabile di una<br />
attivazione dei monociti e dei macrofagi i<br />
quali, a loro volta, inducono la suindicata<br />
proliferazione delle cellule capsulari e dei<br />
fibroblasti. Queste lesioni sono tipiche delle<br />
glomerulonefriti in fase avanzata e di<br />
quelle croniche. Inoltre, possono essere ri-<br />
NUMERO 2<br />
scontrate adesioni (sinechie) del flocculo alla<br />
capsula con totale obliterazione dello<br />
spazio urinifero, oppure adesioni tra segmenti<br />
attigui del flocculo medesimo.<br />
Necrosi<br />
Anche questa lesione può interessare<br />
l’intera massa capillare glomerulare o solo<br />
una sua parte.<br />
È un danno irreversibile, caratterizzato<br />
dal completo sovvertimento delle normali<br />
strutture, con frammentazione dei nuclei<br />
(carioressi), raccolta di detriti cellulari, deposizioni<br />
di materiale fibrinoide ed infiltrazione<br />
neutrofila.<br />
Lobulazione<br />
L’accentuata lobulazione della matassa<br />
capillare si sviluppa generalmente in concomitanza<br />
all’ aumento della matrice mesangiale<br />
o quando è presente spiccata ipercellularità.<br />
Si osserva in tutte le glomerulonefriti<br />
membranoproliferative.<br />
Depositi<br />
Sono accumuli di sostanza extracellulare<br />
di materiale generalmente assente nel<br />
glomerulo. Più frequentemente essi sono di<br />
natura proteica o talora lipidica, oppure<br />
contengono DNA o metalli. Possono essere<br />
presenti in ogni parte del glomerulo: parete<br />
capillare, mesangio, capsula e spazio<br />
capsulare.<br />
Nella parete capillare possono essere<br />
localizzati sul versante epiteliale od endoteliale<br />
o all’interno della MB stessa (depositi<br />
intramembranosi della glomerulonefrite<br />
membranosa).<br />
■ LESIONI INTERSTIZIALI<br />
Nella S.N. non si riscontrano alterazioni<br />
interstiziali patognomoniche: quelle<br />
eventualmente osservate sono del tutto<br />
aspecifiche e consistono in infiltrazioni<br />
linfomoncitarie ed istiocitarie cui si affiancano,<br />
talvolta, isolate cellule schiumose.<br />
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