uaderni - Scuola Medica Ospedaliera
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A sinistra fig 9: zona a<br />
sinistra glomerulo normale.<br />
Zona a destra proliferazione<br />
epiteliale, più modesta<br />
in A dove interessa prevalentemente<br />
l’epitelio viscerale;<br />
più marcata in B dove<br />
interessa anche l’epitelio<br />
capsulare, con formazione<br />
di una “semiluna”.<br />
A destra fig. 10: GN proliferativa<br />
extracapillare idiopatica.<br />
Imponente proliferazione<br />
dell’epitelio della<br />
capsula di Bowman con formazione<br />
di una “semiluna”<br />
che occupa l’intero spazio<br />
urinario e tende a soffocare<br />
il flocculo che presenta<br />
collasso delle anse capillari.<br />
(G. D’AMICO, G. Colasanti, M. Bestetti-Bosisio,<br />
Le glomerulonefriti primitive,<br />
In: La medicina internazionale,<br />
n. 24, 1977, p. 52 - 129).<br />
volta i depositi sono costituiti da IgM e più<br />
raramente da IgA: tuttavia possono essere<br />
contemporaneamente presenti più classi<br />
immunoglobuliniche, una delle quali però<br />
è sempre più rappresentata delle altre. A<br />
queste sono associati depositi di C3, Clq,<br />
C4: in tal caso i depositi lineari possono<br />
osservarsi anche lungo le pareti dei tubuli.<br />
Infine, la terza forma, pur mostrando alla<br />
M.O. gli aspetti patognomonici della glomerulonefrite<br />
rapidamente progressiva, risulta<br />
però priva di depositi con la I.F.<br />
La M.O., invece, evidenzia aspetti simili<br />
per tutte e tre le forme. La lesione più<br />
caratteristica, a carico dei glomeruli, consiste<br />
in una intensa proliferazione a strati<br />
multipli delle cellule epiteliali del foglietto<br />
esterno della capsula di Bowman con interessamento<br />
dei podociti ed infiltrazione<br />
macrofagica [figg. 9-10].<br />
Inizialmente, gli elementi capsulari sono<br />
scarsi ed isolati, quindi vanno facendosi<br />
progressivamente più numerosi fino ad interessare<br />
l’intera circonferenza glomerulare<br />
ma talora anche solo segmenti di essa. Ne<br />
deriva una configurazione a “semiluna”<br />
(crescents) la cui parte centrale, più larga, è<br />
B<br />
A<br />
situata in posizione opposta a quella del polo<br />
vascolare del glomerulo, mentre le estremità<br />
assottigliate di queste semilune sono in<br />
contatto con il polo. Le cellule epitelali proliferate<br />
si allungano e si trasformano progressivamente<br />
in elementi fibroblastici.<br />
Le semilune che interessano per lo più<br />
l’intera circonferenza glomerulare provocano<br />
la compressione ed il collasso della matassa<br />
capillare con atrofia, sclerosi e ialinosi<br />
del glomerulo stesso. Nello stesso preparato<br />
istologico si possono osservare lesioni<br />
in fasi evolutive diverse.<br />
Il riscontro di semilune in formazione in<br />
oltre 1’80% dei glomeruli o di semilune totalmente<br />
fibrotiche rappresenta un segno<br />
prognostico sfavorevole e fa escludere la utilità<br />
di qualsiasi terapia medicamentosa.<br />
Inoltre, con l’osservazione ottica, si possono<br />
cogliere frequenti immagini di mitosi e nuclei<br />
duplici. La proliferazione mesangiale è<br />
assente benchè il mesangio, addensandosi<br />
per la compressione subita, possa presentarsi<br />
apparentemente più ricco di cellule. I lumi<br />
capillari sono obliterati e privi di sangue<br />
e, spesso, a tale reperto si associano aree di<br />
necrosi glomerulare, edema interstiziale, in-<br />
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