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uaderni - Scuola Medica Ospedaliera

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RICAMBIO IDROELETTROLITICO<br />

NELLA SINDROME NEFROSICA<br />

Q<br />

PASQUALE POLITO<br />

SERVIZIO DI<br />

NEFROLOGIA<br />

COMPLESSO<br />

OSPEDALIERO<br />

SAN GIOVANNI<br />

ADDOLORATA<br />

ROMA<br />

uando i delicati meccanismi di regolazione<br />

del bilancio idrico vengono alterati, si ha<br />

come risultato finale uno stato di deplezione<br />

o uno stato di ritenzione idrica. Poiché i<br />

sali di sodio costituiscono la maggior parte<br />

dei soluti presenti nel comparto extracellulare,<br />

è ovvio che il volume del liquido di tale<br />

comparto dipende dal contenuto corporeo<br />

totale di sodio.<br />

In caso di sindrome iperosmolare, evidenziata<br />

ad esempio dalla presenza di<br />

ipernatriemia, il riscontro di quest’ultima<br />

deve far sospettare un deficit assoluto o relativo<br />

di acqua, ma non dà informazioni<br />

suI contenuto totale di sodio che è in effetti<br />

quello che determina il volume dei liquidi<br />

extracellulari: se il contenuto totale di sodio<br />

è basso malgrado la ipernatriemia il<br />

volume intravascolare è ridotto; viceversa,<br />

se il contenuto di sodio è aIto e c’è ipernatriemia,<br />

il comparto intravascolare e quello<br />

interstiziale vengono a trovarsi in sovraccarico<br />

di volume.<br />

Nel caso di sindromi ipoosmolari, determinate<br />

da compromissione del potere<br />

diluente dei reni e contrassegnate da iponatriemia<br />

nonostante la bassa concentrazione<br />

ematica del sodio, il contenuto totale<br />

corporeo di quest’ultimo puo essere ridotto,<br />

normale o elevato con conseguenti ripercussioni<br />

sul comparto extracellulare.<br />

Nella sindrome nefrosica si verifica un pecu1iare<br />

aumento di permeabilità delle<br />

membrane basali dei glomeruli aII’albumina<br />

e, in minor grado, alle globuline; la loro<br />

perdita, nelle urine, secondo le vedute tradizionali,<br />

determinerebbe un calo deIIa<br />

pressione oncotica plasmatica e passaggio<br />

di liquido nell’interstizio, con conseguente<br />

riduzione della volemia e quindi del volume<br />

arterioso efficace: ciò comporterebbe lo<br />

sviluppo di una reazione neurormonale<br />

compensatoria che consiste in due ordini<br />

di fenomeni e cioè attivazione simpatica<br />

con aumento delle catecolamine circolanti<br />

ed attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone,<br />

fenomeni che si traducono<br />

entrambi in una crescita del riassorbimento<br />

idrosodico, in specie tubulo prossimale,<br />

con successiva riespansione della volemia.<br />

È da aggiungere che l’attivazione non<br />

osmotica dell’ADH, da riduzione del volume<br />

effettivo circolante e l’iperincrezione<br />

di angiotensina II°, che stimola il senso<br />

della sete, determinano l’una un calo della<br />

idruria cui fa seguito un aumento della<br />

concentrazione urinaria, l’altra un incremento<br />

dell’apporto idrico.<br />

Tale schema fisiopatologico è stato però<br />

recentemente posto in dubbio, poiché in<br />

molti pazienti con sindrome nefrosica, il<br />

volume plasmatico risulta in realtà normale<br />

o persino superiore alla norma, reperti<br />

questi, che non sono collegabili con i ridotti<br />

livelli di albuminemia che gli stessi pa-<br />

28 QUADERNI SMORRL

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