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Miscellanea di storia dell'incisione calcografica. - Toni Pecoraro

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In molte sue stampe leggesi M. S.<br />

(5) Detto dai Lomazzo Israel Metro tedesco pittore et inventore <strong>di</strong> tagliare le carte in rame, maestro del Bonmartino;<br />

nel che pariliuni da seguire i dotti nazionali già citati, che questo nostro italiano.<br />

(6) Diction. des Monogram. p. 67.<br />

iniziali C. E. che ha l'anno 1365; e due ne riporta l'Heineken con l'anno 1466, la prima segnata ft s,<br />

la seconde b x s, artefici ignoti. Dice <strong>di</strong> non aver vedute con nome stampe più antiche (p. 230);<br />

osserva che han maniera simile a quella <strong>di</strong> Schön, ma più rozza, e perciò sospetta che questi fossero<br />

i suoi maestri ( p. 220). Qualunque però gli sia stato maestro, egli dovea essere anteriore a lui almen<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni, conchiude il Sig. Heineken; e cosi abbiam l'anno 1450, in cui sicuramente fu esercitata<br />

l'arte della stampa a bulino in Germania (p. 220). E perché ciò gli parve poco, soggiunse dopo<br />

quattro pagine, <strong>di</strong> esser tentato a metter l'epoca <strong>di</strong> tale invenzione almeno verso il 1440.<br />

La causa è ben perorata, ma non è vinta.Confrontiam ragioni con ragioni. Gl'Italiani hanno in lor<br />

favore la <strong>storia</strong>, i Tedeschi l'han contro. I primi senza esitazione risalgono al 1440 e più oltre (1); i<br />

secon<strong>di</strong> a forza <strong>di</strong> congetture arrivano al 1450, e solo son tentati ad anticiparla <strong>di</strong> un decennio. I<br />

primi cominciali da Maso, non dal suo maestro; i secon<strong>di</strong> non da Schön, ma dal maestro <strong>di</strong> lui: la<br />

qual cosa o si vieta alla Italia, e si toglie la parità del confronto; o le si concede, e potrà anticipar<br />

d'un decennio anch'essa le origini della calcografia. Quegli conferman la <strong>storia</strong> loro con una<br />

quantità <strong>di</strong> monumenti sinceri, prove <strong>di</strong> nielli, prime stampe, progressioni dell'arte dalla infanzia<br />

alla età matura: questi suppliscono alla lor mancanza d'i<strong>storia</strong> con monumenti in parte convinti <strong>di</strong><br />

falsità, in parte dubbi, e che agevolmente si convincono d'insufficienza. Perciocché chi ci assicura<br />

che le stampe del 1456 o 66 non sieno de' fratelli o de' <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Schön, dopoché il Sig. Heineken<br />

confessa che posson essere <strong>di</strong> artefici contemporanei <strong>di</strong> lui, ancorché meno esperti? Non si è veduto<br />

anco in Italia che i continuatori del Botticelli son men periti, e parvero più antichi <strong>di</strong> lui? Chi ci<br />

assicura in oltre che a Schön si deggia dare<br />

(1) Tiraboschi Ist. Lett. T. VI. p. 119.<br />

un maestro della sua nazione, quando tutte le stampe che finora se ne son prodotte, sembrano già<br />

perfette in lor genere (1), nè si nominano in Germania prove <strong>di</strong> niello, o altri primi tentativi in<br />

metalli <strong>di</strong> più dolce tempera? E dunque più verisimile ciò che si è creduto' sempre, che la<br />

invenzione passasse d'Italia in Germania; e come cosa facilissima agli orefici subito vi<br />

foss'esercitata lodevolmente; anzi aggiungo io, vi fosse migliorata. Perciocché conoscendosi ivi il<br />

torchio e l'inchiostro da stampa, poterono aggiugnere al meccanismo dell'arte ciò che l'Italia ancor<br />

non sapeva. Io produrrò <strong>di</strong> ciò che <strong>di</strong>co un esempio assai convincente. La stampa de, libri fu trovata<br />

in Germania: lo <strong>di</strong>ce la <strong>storia</strong>, lo confermano i monumenti che gradatamente passano dalle stampe<br />

tabellari ai caratteri mobili, ma <strong>di</strong> legno, e da essi a' caratteri <strong>di</strong> metallo. In tale stato la invenzione<br />

fu recata a noi; e presto l'Italia, senza passare per quei gra<strong>di</strong> d'imperfezione, stampò libri non solo<br />

con caratteri mobili <strong>di</strong> metallo, ma con tavole incise in rame, aggiugnendo così all'arte una<br />

perfezione che le mancava. Oppone il sig. Heineken che i Tedeschi a que' tempi non avean grande<br />

corrispondenza con le città italiane, da Venezia in fuori ( pag. 139 ). Rispondo che le nostre<br />

università, Bologna Pisa e non poche altre erano a que' <strong>di</strong> frequentatissime dai giovani <strong>di</strong> quella<br />

nazione; e che per comodo de' forestieri e de' nazionali si stampò in Venezia nel 1475 e in Bologna<br />

nei 1479 il <strong>di</strong>zionario della lingua tedesca; cosa che da sè sola prova commercio non comunale fra'<br />

due popoli. Vi sono in oltre tanti altri argomenti della comunicazione fra la Germania e l'Italia, e<br />

nominatamente fra la Germania e Firenze (2) intorno a quelli anni, che non può far ma-<br />

(1) Le stampe <strong>di</strong> Schön, anche quelle che rappresentati opere <strong>di</strong> orificeria, son eseguite con una intelligenza e una<br />

finezza ammirabile. Huber. Tom. I. p. 91.<br />

(2) I mercanti <strong>di</strong> Firenze ne' secoli XIV e XV, specialmente quelli che davano denaro a interesse, erari moltissimi in<br />

Germania.

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