Miscellanea di storia dell'incisione calcografica. - Toni Pecoraro
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celeremente ed agevolmente una preparazione quanto si voglia vigorosa e degradata; e quasi non<br />
bastasse, si aggiunse l'uso dello sfumino, adoperato non altrimenti che sulla carta. Matite <strong>di</strong> vari<br />
gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> durezza, compatte ed elastiche, permisero <strong>di</strong> condurre il lavoro a qualunque forza <strong>di</strong> valore,<br />
senza ricorrere come altre volte era mestieri alla crudezza dell'inchiostro; mentre poi polveri<br />
lievemente soffregate lo raddolciscono e lo accordano, senza scemarvi <strong>di</strong> vigore. Ferri <strong>di</strong><br />
svariatissime forme si impiegarono non solo per conseguire luci nette e vibrate, ma anche per<br />
alleggerire il tuono delle tinte sottoposte, levandone in parte la materia grassa depositata sulla<br />
pietra, e con accorti proce<strong>di</strong>menti introdussero leggerezza e trasparenza anche nelle masse d'ombre<br />
più forti. Oramai ogni facilità <strong>di</strong> cancellare e liberamente rinnovare ogni parte <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno meno<br />
felicemente riuscita; e soppressa intanto, perché riconosciuta inutile, quella farragine <strong>di</strong> minuziose<br />
precauzioni che ributtava l'artista nello accingersi ad eseguirlo. Stu<strong>di</strong>ata l'azione dannosa <strong>di</strong> molte<br />
specie <strong>di</strong> carte, preparate colla calce ed altre materie che reagivano su quelle impiegate nel<br />
<strong>di</strong>segnare e ingrassavamo le pietre, si fece accurata scelta delle affatto innocue: si perfezionarono le<br />
vernici, gl'inchiostri, i torchi, i cilindri <strong>di</strong>stributori della tinta, e si rese accertata la acidulazione, che<br />
cagionava <strong>di</strong>anzi la rovina <strong>di</strong> tanti <strong>di</strong>segni: si apprese a conservarli, ravvivarli, trasportarli con<br />
facilità e sicurezza, senza alterazioni, abbuiamento o <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> forza; si giunse finalmente alla<br />
possibilità <strong>di</strong> rafforzare od alleggerire nella stessa impressione le parti volute <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno, per<br />
ottenere non solo più gradevole degradazione ed accordo, ma fino effetti <strong>di</strong>versi ed opposti.<br />
Accennando poi per sommi capi la estensione data all'arte, si ripresero con meto<strong>di</strong> più efficaci<br />
gl'isolati tentativi ch'eransi già fatti per imitar 1'acquatinta mercè le vernici <strong>di</strong> preservazione, e si<br />
arrivò fino ad ottenere <strong>di</strong>segni eseguiti sulla pietra interamente con ogni libertà a pennello, non<br />
altrimenti che sulla carta quelli alla seppia o ad inchiostro della China. Come i chiaroscuri a due<br />
legni <strong>di</strong> Pilgrimo precedettero quelli a cinque <strong>di</strong> Ugo da Carpi, così i <strong>di</strong>segni a due pietre, una delle<br />
quali destinata alla mezza tinta preservando i lumi, precesse la introduzione degli acquerelli<br />
litografici a più colori, portati omai presso alla perfezione. La autografia non si ristette, ma dalla<br />
riproduzione <strong>di</strong> soli recenti caratteri s'inoltro fino a quella dei vecchi manoscritti e degl'intagli,<br />
ravvivando pur anco le incisioni più antiche. E quasi non bastasse la felice imitazione delle<br />
miniature dei corali; 1' arte si spinse sino ad emulare con accortissimi proce<strong>di</strong>menti i <strong>di</strong>pinti ad olio,<br />
non solo conservando ad essi la intonazione ed il vigore, ma simulandone fin anco le più minute<br />
apparenze, la scabrosità della superficie, la tessitura della tela, gli sfreghi del pennello, il liscio delle<br />
velature, la grassezza del colore nelle risoluzioni, con illusione affatto ingannevole.<br />
È inutile poi ricordare a qual punto la litografia industriale portasse le impressioni a rilievo,<br />
quelle alluminale e con paste metalliche, e come si rendessero soli<strong>di</strong>ssimi ed inalterabili i colori,<br />
senza togliere loro vivacità, nella stampa sui tessuti.<br />
Se tanti perfezionamenti furono opera collettiva <strong>di</strong> parecchi industri ingegni, buona parte <strong>di</strong> essi<br />
ha non<strong>di</strong>meno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> riven<strong>di</strong>carne a sé Clau<strong>di</strong>o Jacomme, già operaio stampatore della litografia<br />
Lemercier, nel quale la perspicacia, lo spirito d'osservazione, la prontezza <strong>di</strong> ripieghi e la<br />
perseveranza accoppiavansi alla intelligenza, al vivo amore dell'arte e ad una pratica esperienza<br />
gran<strong>di</strong>ssima, giovandosi poi <strong>di</strong> tutti i larghi mezzi che offrivangli la rinomata officina in cui<br />
lavorava, e la copia d'artisti <strong>di</strong>stinti coi quali si trovava in contatto e che esclusivamente volevano <strong>di</strong><br />
esso valersi nella impressione dei propri lavori. E ad attestare questa sua preminenza, oltre i <strong>di</strong>versi<br />
brevetti <strong>di</strong> privilegio successivamente ottenuti, basti l'in<strong>di</strong>care come fino dal 1849 riportasse alla<br />
Esposizione <strong>di</strong> Parigi l'unica medaglia accordata dal Governo non ad uno stabilimento ma ad un<br />
semplice operaio, e 1'altra <strong>di</strong> prima classe ottenesse nella Esposizione Universale del 1855, quando<br />
era a capo <strong>di</strong> una propria litografia, la superiorità dei prodotti della quale venne in tal modo dal giuri<br />
apertamente riconosciuta.